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N SETTEMBRE 2015 PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI INZAGO. TRANSUMANZA IN MARTESANA

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N. 31 - SETTEMBRE 2015

PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL COMUNE DI INZAGO

www.comune.inzago.mi.it

TRANSUMANZA IN MARTESANA

TRANSUMANZA IN MARTESANA

(2)

INZAGO IN COMUNE

2

N. 16

SETTEMBRE 2015

Sommario

Redazionale 3

71° anniversario del martirio

di Quintino di Vona 4

Ecomuseo Martesana 5

Martesana: terra d’acque e di delizie.

Inzago e la Villa Comunale 6 Società locali e gestione

dei beni comuni 7

Beni comuni per una società

di pace 8

Eco centro estivo 9

Quest’inverno inquineremo

e spenderemo di meno! 10

La transumanza a Inzago 11 Commissione di Controllo

Discariche di Inzago 14

Dai gruppi consiliari 15

ORARI DI APERTURA UFFICI COMUNALI

COMUNE INZAGO Piazza Q. Di Vona 3 - 20065 Inzago (Mi) - tel. 02954398 fax 0295310447 sito: www.comune.inzago.mi.it posta certificata: comuneinzago@legalmail.it

Benigno Calvi - Sindaco Competenze in materia di:

Polizia Locale, Protezione Civile, Sicurezza, Qualità, Commercio, Anagrafe, Stato Civile, Elettorale, Leva.

Per fissare un appuntamento rivolgersi all’Ufficio Protocollo tel. 02954398210

Enrica Borsari - Vice Sindaco Assessore alla Cultura, Sport, Giovani e Partecipazione, Informazione e Comunicazione.

enrica.borsari@comune.inzago.mi.it

Renato Riva

Assessore al Territorio e Ambiente, Infrastrutture e Patrimonio

renato.riva@comune.inzago.mi.it Sergio Gallo

Assessore al Bilancio, Finanze e Risorse Umane sergio.gallo@comune.inzago.mi.it

Giacinta Coriale

Assessore ai Servizi alla Persona e all’Istruzione giacinta.coriale@comune.inzago.mi.it

SINDACO E ASSESSORI: ORARI RICEVIMENTO PER I CITTADINI

Gli assessori e il sindaco ricevono su appuntamento

FOTO COPERTINA: ENZO MOTTA

Direttore responsabile:

Benigno Calvi Assessore all’informazione e cultura:

Enrica Borsari Coordinamento redazionale:

Reginangela Riva Segreteria di redazione:

Giuliana Pessani In redazione:

Eugenio Fagnani Fabiano Grammatica

Sergio Melfi

Progetto grafico e impaginazione:

Roberto Pessani Fotografie:

Gruppo fotografi inzaghesi Archivio: “Inzago in comune”

Stampa:

Grafica Fumagalli s.n.c.

V. G. Leopardi, 7 Inzago (Mi) Stampato su carta ecologica Free Life

Periodico di informazione del Comune di Inzago

Redazione:

Piazza Q. Di Vona, 3 20065 Inzago (Mi)

tel. 02954398209 mail: urp@comune.inzago.mi.it Registrazione Tribunale di Milano

n. 222 del 26 aprile 1986 Questo notiziario è presente in formato elettronico anche sul sito

www.comune.inzago.mi.it Per realizzare questo numero del notiziario si è speso 0,39 euro a copia

Nota per Associazioni e gruppi:

inviate i vostri articoli con una lunghezza massima di 3000 battute

(spazi inclusi) all’indirizzo mail urp@comune.inzago.mi.it

PERIODICO DI INFORMAZIONE A CURA DEL COMUNE DI INZAGO

INZAGO IN CIFRE Dati anagrafici aggiornati

al 31 AGOSTO 2015 Residenti 11.012

Maschi 5.402

Femmine 5.610

Nuclei famigliari 4.757

Gli uffici comunalie l’ufficio di polizia locale sono aperti al pubblico nei seguenti orari:

- dal lunedì al sabato dalle 9,00 alle 12,00

- martedì apertura anche pomeridiana dalle 15,30 alle 16,45.

Nella giornata di sabato il personale è presente a turnazione.

BIBLIOTECA CIVICA

via Piola 10 - tel 029548795 - mail: inzago@bibliomilanoest.it Facebook: facebook.com/biblioinzago

- lunedì: 15,30-19,00 / solo il 1° lunedì del mese anche 20,00-22,00 - martedì e mercoledì: 9,00-12,30 / 14,30-18,00

- venerdì: 14,30-18,00 - sabato: 9,00-12,30

Giorno di chiusura settimanale: giovedì INFORMAGIOVANI

via Piola 10 - tel 0295314229 - Facebook: informagiovani Inzago mail: informagiovani@comune.inzago.mi.it

- lunedì: 20,30-22,00 (solo il 1° lunedì del mese) - martedì: 15,00-18,30

- venerdì: 15,00-18,00 CIMITERO COMUNALE

Viale IV Novembre - tel 029547500

da martedì a domenica orario continuato 8,00-18,00 (estivo) e 8,00-17,00 (invernale)

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3

DALLA REDAZIONE

Immaginate un incontro fra due studiosi della natura divisi da duemila anni di storia di pro- gressi scientifici. Un incontro magico in cui dialogano un antico druido celtico e un biologo moderno che passeggiano tra alberi secolari immersi nei colori, negli odori, nei suoni del bosco ragionando sulla vita e tutte le interconnessioni tra i suoi elementi.

I

due saggi sono Giuseppe Barbiero, ricercatore di ecologia all’Università della Val d’Aosta dove ha fondato e dirige il primo laboratorio di Ecologia Affettiva e Federico Gasparotti, studioso di druidismo e di simbologia arborea.

Attraverso il loro dialogo si scopre come la scienza attuale stia recuperando conoscenze anti- che dimenticate e come la biologia stia focalizzandosi sulla necessità di assumere uno stile di vita naturale, rispettoso dei ritmi e dei tempi di Gaia, il pianeta visto nella sua essenza di or- ganismo vivente.

In un equilibrio costante tra scienza e filosofia, tra biologia e spiritualità, tra contemporanei- tà e antichità ritroveremo il senso dell’in-canto, cioè del cantare insieme alla natura, frutto di una saggezza millenaria che abbiamo gettato via abbagliati dal progresso di una scienza che ha concepito il mondo e tutti i suoi esseri in una visione puramente meccanicistica.

Oggi il sapere scientifico si è reso conto invece delle profonde interconnessioni tra gli elemen- ti confermando le intuizioni di molti antichi sapienti, come Democrito che affermava che tutta la materia, vivente o non vivente, è costituita da minuscole particelle. La scienza ha in- fatti provato come la materia utilizzi gli stessi infinitesimali mattoni e come le diverse qualità della materia stessa siano dovute alle differenti combinazioni dei suoi elementi e del loro nu- mero. Non solo, negli ultimi trent’anni si è sviluppata un’interessante ricerca che riguarda il rapporto tra esseri umani e natura: la biofilia e l’intelligenza naturalistica, cioè la capacità di entrare in connessione profonda con gli esseri viventi e di apprezzare l’effetto benefico di que- sta relazione. Un rapporto con la natura che ha una storia evoluzionistica legata agli adatta- menti della nostra specie all’ambiente. Un rapporto oggi annebbiato ma che con un certo al- lenamento si può riscoprire. Vi siete mai chiesti, domandano gli autori, perché dalle città si tende facilmente ad uscire, a fuggire per “andare nella natura” anche facendo lunghi viaggi ma come non ci sia l’altrettanto equivalente in chi abita in luoghi immersi nel verde? È il bi- sogno atavico che ci lega all’ambiente naturale che emerge in chi abita costantemente in am- bienti artificiali. L’eccessivo allontanamento dalla natura lo si vede anche nell’incapacità di se- guire il ritmo delle stagioni e di scegliere quale cibo consumare. Oggi si può mangiare qual- siasi tipo di frutta per tutto l’anno, poco importa da dove viene e se ha nessun sapore! Gli ani- mali sono allevati in luoghi fuori dal contesto naturale e nutriti forzatamente per essere pre- sto macellati. Nel mondo occidentale vi è infatti un abuso di carne e il 60% della produzione agricola è destinata a mangime per nutrire il bestiame. C’è poi una riduzione complessiva delle terre coltivate per creare spazi urbani e ancor di più degli ecosistemi per creare campi coltivati in un gioco perverso che porta alla distruzione della biodiversità. I due saggi sono convinti che se non vi si porrà rimedio, andremo inevitabilmente verso la nostra fine come specie. La Terra non morirà, si riprenderà e rinnoverà in circa 10 milioni di anni, come è già accaduto per ben cinque volte nella sua lunga storia. Ma noi non ci saremo.

A meno che, non svilupperemo la nostra intelligenza naturalistica riscoprendo le profonde in- terconnessioni con la natura e la sua energia come fanno gli alberi, la verde pelle di Gaia, che vivendo ancorati al suolo hanno sviluppato una grande sensibilità verso l’ambiente in cui vi- vono. E por fine al nostro delirio di onnipotenza recuperando il senso del sacro e il timore re- verenziale verso la Natura e la sua splendida e terribile forza.

La redazione

LA VERDE PELLE DI GAIA

Dialogo tra un biologo e un druido nel bosco

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SINDACO

4

I

n occasione della cerimonia com- memorativa nel 71° anniversario della morte di Quintino di Vona, il Sindaco Benigno Calvi ha annun- ciato nel suo discorso il gemellaggio fra Inzago e Buccino, paese natale del professore, avvenuto lo scorso 18 agosto a Buccino alla presenza di una delegazione inzaghese ed ha letto la lettera inviata dal sindaco Nicola Parisi che qui riportiamo.

Nel suo appassionato discorso infi- ne ricordando la figura di Quintino Di Vona ha esortato a seguirne l’esempio in termini di dirittura mo- rale e di coraggio con queste parole:

Cittadini,

anche quest’anno abbiamo voluto invitare i sindaci della Martesana per perseguire con loro il progetto di dare un’identità amministrativa, sociale, culturale e valoriale alla zona omogenea Adda-Martesana, la nostra terra.

A loro proponiamo la figura del martire laico Quintino Di Vona, unitamente ai martiri di Cassano d’Adda, Gorgonzola e di Pessano con Bornago, come esempio per la gente della Martesana, specialmen- te le giovani generazioni.

C’è sempre più bisogno di uomini come Quintino di Vona, coerenti, che agiscono pagando di persona, che sanno e vogliono, come lui, lot- tare per una società basata su giustizia, libertà, uguaglianza di opportunità e solidarietà.

Sono sicuro che, se fosse qui, conti- nuerebbe a perseguire questa mis- sione per contribuire a ridefinire un’Italia basata sugli ideali della Resistenza.

Quintino, questa è la decima e ulti- ma volta che sono qui, come sinda- co di Inzago, a ricordarti e a far ri- cordare a tutti quello che hai fatto per noi. Il prossimo anno, ne sono certo, conquisterai anche il mio suc- cessore nella scoperta della tua vita e del ruolo educativo, sociale e poli-

cepito pensando a te nei momenti difficili del mio mandato, e che gli inzaghesi, i buccinesi, la gente di Martesana, uniti a tutti i presenti, ti ricordino e ti applaudiscano per l’altissimo esempio che hai dato loro versando il tuo sangue in que- sta piazza!■

Benigno Calvi Sindaco

71° anniversario del martirio di Quintino di Vona

Domenica 7 settembre si è svolta la cerimonia commemorativa. Presenti i Rappresentanti ANPI e i Sindaci della Martesana.

ENZOMOTTA

tico che hai magistralmente portato a termine fino alla tua morte.

Poco fa abbiamo cantato alla fine del nostro Inno nazionale “Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò”:

Quintino, tu, oltre a cantarlo, l’hai realizzato versando sul selciato di Inzago il tuo sangue!

Grazie dell’esempio della tua intera vita, grazie del conforto che ho per-

LETTERA DEL SINDACO DI BUCCINO

Caro Sindaco,

nella ricorrenza del 71° anniversario della fucilazione del prof. Quintino Di Vona, vi inviamo da parte del sottoscritto, dell’ Amministrazione Comunale e della Comunità buccinese un caloroso saluto ed un abbraccio in questo giorno che resta una pietra miliare delle due comunità che hanno suggellato il gemellaggio il 18 agosto 2015 nel nome ed in memoria del prof. Quintino Di Vona, figura fulgida della Resistenza partigiana che ha sacrificato la sua vita in nome della libertà e della Patria.

Noi siamo stati e siamo orgogliosi di aver celebrato il gemellaggio con il Comune di Inzago che ha adottato come proprio figlio il prof. Di Vona non solo come uno dei maggiori esponenti della Resistenza ma anche come insigne letterato e professore.

Nella nostra visita dell’anno scorso ci ha colpito non poco come la comunità di Inzago si riconosca nella figura dell’emerito professore.

A noi il dovere morale, civile e storico affinché il legame tra le due comunità possa svilupparsi sotto l’insegna dell’amicizia, del rispetto, della solidarietà e dell’aiuto reciproco.

Auguriamo alla manifestazione ogni successo e nel contempo lei porterà i nostri saluti all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ai colleghi sindaci che partecipano alla ricorrenza e a tutta la cittadinanza di Inzago.

Il Sindaco Nicola Parisi Buccino 05/09/2015

La cerimonia del gemellaggio Buccino-Inzago

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5

SINDACO

O

rmai da quasi due anni, su im- pulso del prof. Edo Bricchetti e dell’associazione “Gorla Do- mani”, la proposta di un Ecomuseo per l’intero “contado” della Martesa- na sta prendendo forma e sostegno da parte di molte Istituzioni pubbli- che e private.

Con le iniziali adesioni da parte del Consiglio di Zona 2 (Milano), dell’al- lora Provincia di Milano e del Con- sorzio Est Ticino Villoresi l’idea pro- gettuale è stata presentata a livello di Unione Europea come progetto pilota all’interno del più vasto ed in- ternazionale progetto Interreg Euro- pe 2020. Ed è stata recentemente ap- provata dalla Comunità Europea come progetto pilota finanziabile!

Dopo aver appreso questa impor- tante notizia i comuni interessati al progetto, si stanno preparando per i prossimi passi.

Ma che cos’è un ecomuseo? Cercan- do questa voce in Wikipedia trovere- te queste definizioni: “Il termine eco- museo indica un territorio caratteriz- zato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-ar- tistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizza- zione. Nella società post-industriale si rivolge lo sguardo alla cultura e alla sua funzione nel territorio che viene messa sullo stesso piano della ricerca scientifica ed ha acquisito interessan- ti risvolti economici. Il patrimonio storico, culturale ed ambientale sono diventati oggetto d’interesse pubblico in cui la società può conoscere il ter- ritorio che la circonda. Un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un’opportunità di scoprire e promuo- vere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, della associazioni e delle istituzioni culturali. Inoltre si può dichiarare

che il museo diffuso appartiene alla comunità, che è essa l’ecomuseo.”

Uno degli intenti principali dell’Eco- museo Martesana – cito il prof. Bric- chetti - è il riconoscimento, su scala metropolitana e regionale, dell’iden- tità culturale e territoriale del Navi- glio Martesana e del suo “contado”.

Per meglio adempiere a tale missio- ne, amplificandone gli effetti anche su base economica, il costituendo Ecomuseo intende avviare un dialo- go costruttivo con la comunità terri- toriale per condividerne esperienze ed esigenze. Uno degli scopi ecomu- seali è, infatti, la trasmissione della sapienza di vita delle generazioni che ci hanno preceduto e della cura per il proprio territorio, assumendo come principio, per tutte le azioni materiali e immateriali, il diritto-do- vere storico di essere ”testimoni e protagonisti” del proprio tempo.

Come tutti gli ecomusei riconosciu- ti da Regione Lombarda ai sensi della L.R. n. 13 del 12/7/2007, l’Eco- museo Martesana - ci precisa il prof. Bricchetti - avrà cura di:

•approfondire la conoscenza del territorio in tutti i suoi ambiti;

•fornire ai residenti, visitatori, ope- ratori economici, animatori cultu- rali, un quadro completo del siste- ma culturale, ambientale e sociale di cui i singoli beni e le comunità sono espressione;

•favorire una politica di sviluppo e di fruizione dei beni culturali;

•migliorare la qualità di vita dei re- sidenti promuovendo azioni di va- lorizzazione dell’area e del suo pa- trimonio culturale e sociale in col- laborazione con gli operatori eco- nomici e gli animatori culturali;

•favorire forme di “governance”

metropolitana in maniera equili- brata e sostenibile;

•realizzare percorsi e stazioni eco- museali nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali.

L’Ecomuseo Martesana sarà strut- turato in una specie di catalogo

delle proprie caratteristiche (Domi- nanti) ed in una serie di percorsi specifici (Percorsi ecomuseali) co - me riportato nel riquadro.

La logica conclusione del quadro ecomuseale è la sua fruizione attra- verso percorsi di visita e la creazio- ne di “green jobs” su scala locale in- torno ai temi, percorsi e stazioni dell’ecomuseo.

I percorsi saranno supportati da servizi di accoglienza/assistenza, in- fopoint, numeri utili, contatti, visite guidate, eventi e manifestazioni varie e saranno di diverse tipologie.

Il lavoro è tanto, vi invito quindi a farvi avanti per collaborare, come riterrete più opportuno, affinché questo progetto si possa completa- re nei prossimi anni a beneficio di tutti. Vi ringrazio.■

Benigno Calvi Sindaco

Ecomuseo Martesana

Il progetto finanziato dalla Comunità Europea valorizzerà il nostro territorio riconoscendone la precisa identità culturale legata al Naviglio.

Caratteristiche

1Naviglio, rogge, torrenti, fontanili, boschi, giardini, parchi e riserve naturali, parchi locali d’interesse sovracomunale.

2Cascine, coltivazioni e tenute agricole, borghi rurali.

3Opifici idraulici, fabbriche, distretti produttivi, mestieri di ieri e oggi.

4Chiese, monasteri, edicole votive, oratori.

5Palazzi, ville di “delizia”, edifici storici.

6Vicende storiche, vie d’acqua interne (trasporto, irrigazione, energia), fortificazioni e presidi militari.

7Tradizioni, usi e costumi, ricorrenze religiose e civili, musei etnografici, musei e collezioni storiche.

8Protagonisti e comparse, testimoni del proprio tempo (artisti, scienziati, musicisti, personaggi illustri...).

9Vicende quotidiane, tradizioni gastronomiche e prodotti tipici, mercati, ricette e rimedi popolari.

Percorsi

1Percorsi naturalistici.

2Percorsi ed eventi d’autore (letteratura, arte, scienza, musica...).

3Percorsi etnografici (musei e collezioni etnografiche).

4Presidi e vie della fede.

5Percorsi di archeologia rurale e industriale.

6Percorsi del lavoro (attività lavorative di ieri e oggi).

7Tradizioni ed eventi gastronomici.

STRUTTURA ECOMUSEO

(6)

AMMINISTRAZIONE

6

L

o scorso 5 settembre si è svolto un importante incontro pubbli- co sui beni della Martesana, in particolare la Villa Comunale di In- zago, un bene pubblico da preser- vare.

Numerosi i relatori: Il sindaco Be- nigno Calvi, Giuseppe Chiarandà AU di Cogeser, il Presidente del Gruppo CAP Alessandro Russo, il Presidente dell’Associazione Navi- gli Empio Malara, l’architetto Fran- co Misani, l’Assessore all’Urbanisti- ca e Territorio Renato Riva e l’As-

sessora alla Cultura Enrica Borsari di cui riportiamo l’intervento. Mo- deratore e conduttore della serata Moreno Gentili.

L’iniziativa, patrocinata dal Comu- ne e da Cogeser, uno dei più qualifi- cati sponsor per il restauro degli af- freschi di Villa Piola, ha visto la par- tecipazione di un numeroso pubbli- co che nonostante la fredda serata, ha seguito con attenzione e interes- se gli interventi e fortemente ap- prezzato il concerto per Piano e Violoncello di Gabriel Tancredi Ni-

cotra e Marcella Schiavelli. Un altro dei momenti salienti della ma- nifestazione è stata la proiezione del virtual tour che presto verrà messo in rete e che consentirà di ve- dere Inzago e le sue bellezze, attra- verso un vero e proprio viaggio.■

Martesana: terra d’acque e di

delizie. Inzago e la Villa Comunale

Proiettato il Virtual Tour per la valorizzazione in rete della Villa Comunale

INTERVENTO DELL’ASSESSORA ENRICA BORSARI

IL POTERE DELLA BELLEZZA

Questa serata è espressione e frutto di un forte convincimento che ha caratterizzato e caratterizza il mio impegno come assessore alla cultura ed anche di tutta la nostra amministrazione: quello che la bellezza ci salverà.

La bellezza come trascendenza è una necessità umana profonda, a maggior ragione quando le difficoltà ci piegano e ci mettono alla prova . La bellezza è un bene comune, del quale siamo fruitori perché la riceviamo in gratuità da chi ci ha preceduto ma anche responsabili perché abbiamo il dovere di consegnarla a chi verrà dopo di noi, intatta e magari anche migliorata.

La bellezza può diventare linguaggio comune, nel quale le persone si riconoscono, crescono, diventano comunità.

Perché costruire comunità è il compito che io ritengo principale, e Inzago offre grandiose opportunità in questo senso, insieme ai luoghi, nelle storie delle persone che a Inzago hanno vissuto e vivono.

E la nostra visione di bellezza arriva e parte al contempo da questo luogo per dialogare con tutto l’ambiente in cui viviamo, dalla campagna con le rogge e il naviglio, alla piazza, ai cortili, ai vicoli...

È nel dialogo e nell’armonizzare tutti questi beni che ogni singola parte viene valorizzata ancora di più .

Questa serata è una tappa di un percorso di ricerca e di consapevolezza che Inzago ha sempre avuto e che negli ultimi anni si è per esempio espresso con la nascita dell’Associazione Studi Storici che è stata fondamentale e strategica per molteplici azioni e interventi culturali ed educativi e tutto questo in gratuità e spirito di servizio alla comunità.

Lo slogan che ha contrassegnato la nostra amministrazione comunale è:

I LOVE INZAGO, io amo Inzago che si concretizza per noi nell’AVERNE CURA e tutto il progetto che dà significato a questa serata ne è l’espressione.

Concludo questo mio intervento leggendovi qualche riga tratta da un articolo scritto nel 1946 da un allora giovane padre David Maria Turoldo per la rivista antifascista “L’Uomo”del luglio 1946

Io amo la città com’è nella sua mole di pietra, nel suo groviglio di strade, con quella immensa distesa di case senz’ordine e senza disegni:

con le sue piazze, con le sue fontane, coi suoi giardini e coi suoi cimiteri.

Amo cioè la terra, le pietre, lo spazio in cui l’uomo ha voluto fermarsi, darsi convegno coi suoi simili.

Per me la città è quella che è: un punto in cui il complotto della vita diventa inestricabile, una zona ove tutti i sentimenti son vivi, si chiamano, si rincorrono, interferiscono come le radici o le ramificazioni nodose di un antico bosco.

La musica che s’intreccia col pianto, il ritmo della danza che aleggia sopra la processione pietosa d’un funerale; e l’ozio fa da cornice alla fatica e la notte è vinta dallo sfolgorio instancabile delle luci.

Per me anche le pietre sono creature vive, le colonne, le facciate delle case, i marciapiedi d’asfalto, o di sasso: sono parte di me stesso, sono il mio corpo, ossa e carne di questa mia umanità che si dilata nelle cose.

Guai ad astrarre dalla realtà viva di cui siamo composti! Ci si separa dalla vita.

ENZOMOTTA

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7

AMMINISTRAZIONE

L

o scorso 29 agosto presso la ca- scina Triulza si è tenuta la gior- nata conclusiva del convegno organizzato dalle ACLI e dal Coor- dinamento Pace in Comune: Oltre il 2015. UE, enti locali e società ci- vile: un’alleanza per lo sviluppo umano e sostenibile.

Ha introdotto i lavori Enrica Bor- sari, che nella sua veste di assesso- ra alla cultura e di rappresentante presso il nostro comune del coordi- namento “Pace in comune” ha messo in luce l’importanza di im- prontare il proprio agire concreto nella realtà di ogni giorno a politi- che di condivisione, di aggregazio- ne e di pace. Ai lavori erano presen- ti il sindaco Benigno Calvi, l’asses- sora ai Servizi Sociali Giacinta Co- riale, la Presidente della Consulta Rita Sala oltre a Pierangelo Barza- ghi, Marisa Penati e Emilio Tognoli impegnati nel volontariato.

Molto interessanti le tematiche af-

frontate dai diversi relatori, tra cui Tommaso Vitale, Professore Di So- ciologia presso Scientes Po di Pari- gi che ha ben definito il concetto di beni comuni che in quanto tali non possono rientrare semplicemente in ciò che è pubblico e tantomeno possono venire privatizzati! Essi piuttosto rimandano a una forma collettiva di gestione che vede il coinvolgimento diretto dei cittadi-

ni. I beni comuni proprio perché tali richiedono un autogoverno dal basso affinché sia davvero garanti- ta a tutti la possibilità di utilizzarli equamente. Il pubblico può sem- mai effettuare un’azione di monito- raggio senza svolgere alcuna azio- ne dirigistica. Esperienze della no- stra tradizione indicano come que-

Società locali e gestione dei beni comuni

Percorsi per uno sviluppo umano e sostenibile

Omaggio alla musica liturgica romantica

Sabato 21 Novembre 2015 ore 21.00

presso la Chiesa Parrocchiale Santa Maria Assunta di Inzago

il Coro polifonico e l’Orchestra Santa Cecilia di Inzagoeseguiranno musiche sacre dell’epoca romantica.

Unitamente a mottetti di Felix Mendelssohnper coro ed organo verrà eseguita la MESSA in SOL Maggiore per soli, coro ed orchestra D 167 di Franz Schubert.

APPUNTAMENTI MUSICALI

sto autogoverno sia possibile. Ad esempio nelle zone pedemontane lombarde nel passato i boschi di ca- stagni di proprietà comune hanno salvato dalla carestia generazioni di persone. Gli abitanti del villaggio potevano liberamente approvvigio- narsi di castagne ma nessuno pote- va approfittarne e prenderne più della quantità dovuta perché la san- zione era implicita e immediata da parte della comunità.

Un altro esempio è il sistema di irri- gazione nelle campagne della pia- nura padana dove i fossi devono es- sere mantenuti sempre puliti per non bloccare lo scorrimento del- l’acqua. Ancora oggi questa opera- zione viene gestita direttamente dagli stessi agricoltori e funziona per cui chi è a valle non si occupa di pulire il tratto a monte, e così via.

Piccoli ma concreti esempi che di- mostrano come a volte certe cose sono più semplici a farsi che a dirsi.

È provato d’altra parte che più che le sanzioni funziona il convinci- mento, più che i semplici divieti funziona la responsabilizzazione e il coinvolgimento. Gli Enti locali possono far molto al riguardo attra- verso il costante dialogo coi cittadi- ni, e la collaborazione con le tante associazioni così da individuare percorsi inclusivi di tutti in modo che il territorio diventi il più possi- bile un bene comune. ■

Regina Riva

ENZOMOTTA

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AMMINISTRAZIONE

8

Beni comuni per una società di pace

Il termine Bene Comune è diventato una delle espressioni più gettonate nel dibattito pubblico del nostro Paese

A

cqua bene comune dell’uma- nità, Istruzione bene comune, Il territorio bene comune e cosi via. Ma, chiediamoci, a che di- mensione appartengono questi beni comuni?

E perché sono diventati la prima preoccupazione di molti, politici e società civile?

Dal punto di vista filosofico il con- cetto di bene comune esprime un’idea, un’entità che rappresenta un tendere alla ricerca di un comu- ne beneficio, al servizio dell’intera collettività senza nessuno esclude- re.

I beni comuni o risorse comuni sono la declinazione concreta del bene comune a cui rimandano.

Sono i beni utilizzati da più perso- ne, generalmente risorse prive di restrizioni nell’accesso e indispen- sabili alla sopravvivenza umana, come l’aria o l’acqua.

Comune aperto

• Sabato 24 ottobre - ore 10.30 LA CITTÀ IMPARA

• Sabato 21 novembre - ore 10.30 LA CITTÀ PULITA

• Sabato 12 dicembre - ore 10.30 LA CITTÀ PARCO

Scadenza tasse

TARI – Tassa Rifiuti

1arata o unico versamento 30 ottobre 2015 2arata 29 febbraio 2016

TASI – Tributo per i servizi indivisibili

2arata a saldo dell’anno 2015 entro il 16 dicembre 2015

IMU - Imposta municipale propria

2arata a saldo dell’anno 2015 entro il 16 dicembre 2015

IL COMUNE INFORMA

I beni pubblici per definizione non escludibili e non sottraibili, costi- tuiscono uno dei poli in opposizio- ne ai beni privati. Secondo gli stu- diosi, il fenomeno della recinzione e privatizzazione delle terre comu- ni a vantaggio dei grandi proprieta- ri (verificatosi, in particolare in In- ghilterra tra il XVII e il XIX secolo) portò all’affermazione del modello sociale basato sulla proprietà priva- ta capitalistica.

La fine dei campi aperti consentì un aumento della produttività delle campagne e quindi della ricchezza ma non certo a vantaggio di tutti: i contadini poveri divennero ancora più poveri ! Ancora oggi le politi- che neo-liberali sono fautrici di proposte per “nuove recinzioni” di altri «beni comuni», materiali come acqua, foreste, minerali e im- materiali come la conoscenza, il linguaggio, ecc.

La questione dei beni comuni dun- que è seria, abbiamo votato tutti per il referendum sull’acqua pub- blica, assistendo poi sgomenti ai vari tentativi di riprivatizzarla, non dobbiamo quindi sottovalutare la questione per decidere poi quali scelte fare. Bisogna avere chiaro che l’accesso ai beni comuni ha una totale ricaduta nella vita sociale delle comunità dunque nel quoti- diano vivere di tutti noi: è determi- nante da chi e come sono governa- ti i beni comuni. Occorre assumere piena consapevolezza che non di- sponiamo di un pianeta di riserva, e che siamo tutti chiamati a tutelare e valorizzare le risorse per il benes- sere delle nostre comunità affinché noi e le generazioni future possia- mo goderne, migliorando la qualità della nostra vita.

Oggi più che mai è il momento di mobilitarsi, mettendo a disposizio- ne competenze, esperienze, risorse ed idee creative per cercare di dare un contributo alla costruzione di ri- sposte ai bisogni del nostro territo- rio sul governo dei beni comuni in modo tale da garantirne equità so- ciale nell’accesso e nella loro frui- zione. Solo con l’uguaglianza socia- le e la garanzia dei diritti per ogni individuo possiamo garantire una società pacifica.

L’Amministrazione Comunale è sempre stata sensibile a queste te- matiche cercando il più possibile di tradurle in pratica. Scuole aperte al pomeriggio, spazi condivisi da as- sociazioni, gruppi, valorizzazione dei contributi anche di singoli cit- tadini ne sono un esempio.

E poi disponibilità all’ascolto, al- l’incontro e alla condivisione nella consapevolezza che ogni persona è un valore e che solo nella reciproca collaborazione possiamo veramen- te tendere al bene comune. ■

Giacinta Coriale Assessore all’Istruzione e ai Servizi alla Persona

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AMMINISTRAZIONE

Regione Lombardia ha approvato la DOTE SPORT, una nuova e sperimentale misura pensata per favorire l’avvicinamento allo sport da parte di bambini e ragazzi appartenenti a nuclei familiari in condizioni economiche meno favorevoli.

Soggetti destinatari sono bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni (Dote Junior) e dai 14 ai 17 (Dote Teen) che appartengono a nuclei familiari in cui:

• almeno 1 dei due genitori sia residente in Lombardia da non meno di 5 anni;

• il valore ISEE all’atto di presentazione della domanda non deve essere superiore a € 20.000

La dote Sport verrà concessa quale contributo sulle spese sostenute per la frequenza da parte dei figli minori, nel periodo settembre 2015 – giugno 2016, a corsi o attività sportive che

prevedono il pagamento di una quota d’iscrizione. Una sola dote per famiglia del valore massimo di 200 euro. Le famiglie potranno presentare la domanda dal 15 settembre 2015 autonomamente utilizzando il portale della Regione Lombardia o rivolgersi all’Ufficio Sport del Comune di residenza.

DOTE SPORT REGIONE LOMBARDIA

I

l centro estivo per l’estate 2015 è stato gestito quest’anno dalla Cooperativa Spazio Ireos che lo ha ribattezzato “Eco Centro Esti- vo”, forte dell’impronta ecologica, volta all’ osservazione della natura, che è stata il motivo conduttore di queste sei settimane trascorse in al- legria.

L’obiettivo primario era quello di dare ai bambini una proposta ludi- ca e ampiamente diversificata, che potesse stimolare interesse e curio- sità sui temi ecologici, grazie alla possibilità di frequentare l’orto si- nergico condiviso “Ortolando un po’”, situato nelle immediate vici- nanze della scuola.

Per far si che ogni bimbo trovasse una dimensione in cui realizzare pienamente le proprie aspettative, oltre alle proposte ambientali e scientifiche, sono state organizzate attività sportive, teatrali e artisti- che, condotte da specialisti e soste- nute dagli educatori, scelti in virtù delle loro specifiche competenze.

I bambini hanno avuto l’occasione di affacciarci al mondo dello “Shao- lin”, grazie alle dimostrazioni im- partite direttamente dal campione del mondo dell’anno 2009 di questa affascinante disciplina.

Volendo garantire ai bambini ulte- riori momenti di svago, sono state organizzate gite di comprovato va- lore educativo presso il museo “Art Site Rossini” a Briosco e presso il

“Museo africano” a Urgnano e usci- te settimanali in piscina, i cui orari e frequenze sono state decise sulla base di un’opera di mediazione tra le diverse esigenze delle famiglie, esposte in fase di iscrizione, cercan- do in questo modo di accontentare tutti.

Sono stati garantiti momenti e spazi per il gioco libero, nella ferma convinzione che, soprattutto in un centro ricreativo estivo, i bambini abbiano il diritto di giocare, cono- scersi o anche solo di riposare chiacchierando liberamente con i compagni. Non dobbiamo dimenti- care infatti che i ragazzini proven- gono da un anno scolastico denso di impegni e scadenze, in cui i ritmi sono serrati e quotidiana è la richie- sta di prestazioni impegnative, quindi tutelare il periodo delle va- canze, garantendo questi momenti

defaticanti e svincolati da program- mi prefissati, è senza alcun dubbio basilare.

Un’attenzione particolare è stata data a bambini con problematiche di salute importanti, garantendo la presenza di personale infermieri- stico specializzato che, accompa- gnandoli in tutte le varie attività, ha garantito la qualità delle loro gior- nate.

I bambini più ligi al dovere sono stati affiancati dagli educatori nello svolgimento dei compiti delle va- canze. Nonostante il breve periodo di durata di un centro estivo si sono instaurati con i bambini rapporti di fiducia e collaborazione, e un co- stante e reciproco dialogo con le fa- miglie.

Un ringraziamento va quindi agli educatori ed animatori della coope- rativa Spazio Ireos per il loro impe- gno e capacità professionale e na- turalmente ai bambini che vi hanno partecipato e alle loro famiglie. ■

Giacinta Coriale Assessore all’Istruzione

Eco centro estivo

Un’esperienza stimolante e divertente

per i tanti bambini che lo hanno frequentato

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AMMINISTRAZIONE

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L’

estate appena passata con il suo carico eccezionale di ener- gia termica ci ha, per l’ennesi- ma volta, ricordato quanto i cam- biamenti climatici siano drammati- ci e quanto questo dipenda esclusi- vamente dall’uomo. Personalmente ho avuto modo, da appassionato di montagna, di vedere di settimana in settimana nel corso dei caldissimi mesi passati, lo smagrimento visibi- le e palpabile di ghiacciai nella zona del Cervino e del Monte Bianco.

Mai lo zero termico si era portato alle altezze alle quali è giunto nel corso dell’estate e, verosimilmente, sarà sempre peggio se le cose non cambieranno radicalmente. Il cam- biamento sta nella buona volontà delle persone a seguire comporta- menti virtuosi di risparmio energe- tico e nelle tecnologie, nella loro evoluzione per permettere a tutti noi di fare le stesse cose (muoversi, scaldarsi, illuminare eccetera) senza rovinare il pianeta . Nel no- stro piccolo qualcosa nel corso dell’estate abbiamo fatto con la messa in opera completa del pro- gramma ELENA (European Local Energy Assistance), un progetto co- munitario volto a sostenere il mi- glioramento dell’efficienza di edifici pubblici, finanziato dalla Banca Eu- ropea degli Investimenti (BEI) al

quale Inzago ha partecipato grazie alla lungimiranza della precedente amministrazione, sempre guidata dal sindaco Calvi. In sostanza la BEI anticipa le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di progetti e viene rimborsata nel corso degli anni grazie ai risparmi che i comuni realizzano. I comuni non investono un solo euro, ma ri- pagano la BEI (e le aziende che hanno realizzato le opere) con i ri- sparmi generati. E i risparmi posso- no essere sostanziosi. Eccone un esempio. Nel mese di ottobre 2014 decidemmo di anticipare uno dei la- vori previsti nel programma Elena sostituendo la caldaia che serve la Casa Comunale, il Centro De André e la palestra di via Besana con una di nuova generazione rimuovendo anche la vecchia canna fumaria molto malandata. Si investirono

circa 3800 €. Nel corso dell’inverno abbiamo realizzato risparmi per 11mila €, dunque 7200 € di attivo già nel primo anno di operazioni.

Nel prossimo inverno saranno an- cora di più perché una parte impor- tante del centro De André è stata coibentata e sono stati messi in opera tutti i necessari termostati.

Questo piccolo esempio ci dice come le nuove tecnologie edili e della climatizzazione possono por- tare a risparmiare parecchi denari.

Probabilmente a molti non sono sfuggiti i vari cantieri aperti su scuo- le, asili e palestre che si sono pro- tratti da giugno a settembre. Essi erano la realizzazione delle opere di coibentazione e di messa in efficien- za dei sistemi di riscaldamento e raf- frescamento di otto edifici comuna- li: le scuole Rodari, Filzi e Sturiale, la Casa Comunale e il Centro de André, e poi le palestre di via Besana e via Brambilla, infine il centro poli- sportivo di via Boccaccio. Il totale investito supera il milione di euro.

Lo schema riportato nella pagina, riassume gli interventi effettuati.

Credo che ad aprile sarà un piacere verificare i risparmi realizzati, ma ancor più lo sarà nel corso dell’inver- no vedere i nostri edifici dare un li- vello di comfort superiore al passato in quanto meglio isolati e meglio ge- stiti, inquinare molto meno, forse la cosa più importante dal punto di vista della responsabilità sociale, e al tempo stesso sapere che ci costano significativamente meno di prima.

Ma l’importanza di questo pro- gramma non si ferma qui. C’è una lezione da apprendere che può es- sere molto profittevole per ciascu- no di noi come privato cittadino.

Abbiamo modo di toccare con mano quanto l’innovazione tecno- logica possa pesare sia sul comfort che sul portafoglio. Non esitiamo quindi a chiedere informazioni presso l’Ufficio Tecnico del Comu- ne riguardo a quello che potremmo fare a casa nostra: serramenti, cap- potti, nuovi materiali, sistemi di ri- scaldamento e climatizzazione.

Sarà un piacere condividere sia in privato che con sessioni pubbliche queste informazioni con tutti colo- ro, e spero siano tanti, che dimo- streranno interesse. ■

Renato Riva Assessore al Territorio e Ambiente

Quest’inverno inquineremo e spenderemo di meno!

Ultimato il progetto Elena per l’efficienza energetica degli edifici pubblici

Edificio Cambio caldaia Termostati Coibentazione

Casa Comunale x x

Centro De André x x x

Scuola Rodari x x x

Scuola Filzi x x

Scuola Sturiale x x x

Palestra via Brambilla x x x

Palestra via Besana x x

Centro Polifunzionale x x

INTERVENTI EFFETTUATI SUGLI EDIFICI PUBBLICI COMUNALI

La scuola Fabio Filzi

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La transumanza a Inzago

Anche Inzago è stato interessato al fenomeno della transumanza fino a buona parte del secolo scorso.

L

e mandrie si spostavano guida- te da uomini, detti bergamini.

L’artista Giancarlo Vitali di Bel- lano li ha dipinti letteralmente con le vacche in testa. Nella sua sensibi- lità artistica ha colto un aspetto ca- ratteristico di questi uomini, che, a suo dire, hanno sempre in mente le vacche. Sono persone che vivono con le vacche, le hanno nella testa e nel cuore.

Questi contadini parlano ai loro animali, danno loro un nome fin dalla nascita, a seconda delle carat- teristiche fisiche della bestia.

Stagione dopo stagione, molti ber- gamini erano costretti ad allonta- narsi da casa con le proprie bestie, per sfuggire ai rigori dell’inverno al- pino e preservare così gli animali, fonte di vita primaria. Col bergami- no si spostava l’intera famiglia pa- triarcale, generalmente composta da moglie, figli e anziani.

Durante il viaggio migratorio, l’or- dine della carovana non era mai ca- suale. Davanti stava sempre il capo- famiglia, il quale era in grado di

“parlare“ con i propri animali.

Seguivano le vacche, tenute a bada dal pastore e dal cane; la prima

trasportava alimenti, abiti di ri- cambio, neonati e anziani. Sotto al carro alcune galline rinchiuse in gabbia, garantivano l’uovo fresco

per la “rüsümada” (uovo sbattuto con zucchero, vino rosso o liquore) durante il tragitto e un buon brodo all’occorrenza.

Questa migrazione avveniva quasi sempre di notte. Verso le tre del mattino si faceva una sosta. Il carro a quest’ora accoglieva anche le gio- vani donne coi loro bambini. Gli uomini dormivano per terra, vicino agli animali.

Durante le soste si mungevano le mucche; il latte della mungitura lo si lasciava cagliare e sovente veniva barattato con altri generi alimenta- ri o dato in cambio per l’accoglien- za temporanea nei campi.

Dalle valli alla pianura padana, i bergamini, migrando coi loro ar- menti, si aprivano a nuove cono- scenze, a nuove abitudini, a nuovi stili di vita.

Venivano a contatto con la gente di pianura, ricevevano informazioni sulla vita politica, perchè nelle con- trade non era difficile incappare in qualche comizio!

C’erano poi le osterie, dove, tra un buon risotto o una gustosa trippa innaffiati da abbondante vino, si scambiavano notizie e si combina- vano affari.

Il passaggio delle mandrie nei paesi arrecava confusione e a volte spor- cizia. Non mancavano le lagnanze da parte degli abitanti benpensanti di pianura.

In un saggio dello storico Michele Corti, si legge che nel 1909 Luigi Brusamolino, consigliere comuna-

STORIA E CULTURA LOCALE

La transumanza, come recita il vocabolario, è il complesso delle migrazioni stagionali, con cui animali di grossa o media taglia si spostano, condotti dall’uomo, dalle

regioni di montagna alle regioni di pianura e viceversa.

BERGAMINO: L’UOMO DEI MONTI

Viene spontaneo pensare che il vocabolo bergamino indichi una provenienza dalla città di Bergamo; in effetti l’etimologia del nome è simile, ma non è sempre sinonimo di bergamasco.

Le radici del vocabolo Bergamo sono berg (montagna) e haem (abitato) “luogo abitato sulla montagna”.

Il termine bergamino deriverebbe quindi da berg (monte) e man (uomo) che nell’antica lingua celtica significa “uomo dei monti“.

VOCABOLARIO

Il carro che chiudeva il corteo dei Bergamini, con le galline che garantivano le uova fresche.

Donne bergamine al lavoro (risorsa preziosa) mucca che guidava la mandria aveva al collo un campanaccio, il cui suono indicava la giusta dire- zione all’intero gruppo. Alla fine del corteo potevano esserci pecore e maiali.

Camminavano tutti: uomini, donne e bambini dai cinque anni in su. Un carro, addobbato a festa con fiori e campane, chiudeva il corteo. Esso

REGINARIVA

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STORIA E CULTURA LOCALE

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le di Inzago, sollevò la questione del

“pericolo di diffusione di malattie”

e dell’indecenza della sosta di bovi- ni e suini nei pressi del medaglione marmoreo, dedicato al grande Re Vittorio Emanuele II!

Il bergamino e il suo seguito umano si presentavano, nella cascina pre- scelta, indossando gli abiti della festa e portando doni ai proprieta- ri.

Si adattavano con facilità alla nuova vita. I bambini frequentava- no la scuola di pianura, per inter- romperla in primavera quando ri- tornavano alla scuola di montagna.

Tutti lavoravano, dai più piccoli ai più anziani.

Durante la transumanza potevano verificarsi nuove nascite; cosicché, in una stessa famiglia, vi erano figli nati in comuni diversi.

In primavera avveniva Il viaggio di ritorno. Le mucche, dopo il lungo inverno trascorso nella stalla, ma- nifestavano agitazione. Capivano che presto avrebbero goduto della libertà dell’alpeggio. Scalpitavano e nel cammino iniziale erano indisci- plinate.

Il bergamino faticava molto per ri-

portare l’ordine! Il tragitto si pre- sentava arduo! Si camminava in sa- lita e i prati avevano ancora poca erba per soddisfare il bisogno nu- trizionale delle mucche. Il carro, quindi, doveva trasportare il fieno necessario ed essere rifornito spes- so. A farne le spese erano soprattut- to i bambini che non potevano più godere del giaciglio sul mezzo di trasporto.

Significativa la testimonianza di Silvia Amidani, una mia alunna di classe quarta elementare, che così descrive la transumanza del nonno.

“Mio nonno, Giovanni Manzoni, quando era bambino viveva in mon- tagna, a Morterone in Provincia di Lecco, in Valsassina.

I suoi genitori possedevano una casa, dei terreni e parte di un bosco.

Avevano diversi animali: mucche, maiali, galline, alcune pecore e un mulo.

In autunno si spostavano con tutto il bestiame nelle cascine della vasta pianura padana, per trascorrervi l’inverno.

Il trasferimento, in genere, avveniva nel giorno di San Martino; da qui il

detto ancora in uso “fare San Marti- no”cioè traslocare, cambiare casa.

Ogni anno trovavano sistemazione in cascine diverse; a volte si spinge- vano fino alla lontana bassa provin- cia di Brescia, nei paesi di Ghedi e Montichiari.

Questo particolare “trasloco” era chiamato transumanza. Esso era dettato dalla necessità di fornire cibo agli animali che, d’inverno, in alta montagna, scarseggiava.

Il mio bisnonno scendeva in pianu- ra nel periodo precedente la transu- manza, per contrattare il luogo dove alloggiare con famiglia e animali.

Faceva il viaggio in bicicletta, impie- gando anche due giorni per raggiun- gere Inzago.

In primavera ripartivano per torna- re sui monti, nella loro casa.

Qui lavoravano il latte per produrre formaggi che in parte consumavano e in parte vendevano.

Nel 1952 i miei bisnonni, Giovanni Manzoni e Franca Prada, si trasferi- rono definitivamente ad Inzago ac- quistando la cascina Airoldi. Qui hanno vissuto, lavorato e fatto na- scere i loro figli.

Il nonno ha continuato ad allevare

TRANSUMANZA IN MARTESANA

Domenica 13 settembre alle ore 8.30 dalla cascina

Vitelunga la partenza alla volta di Gorgonzola. Un evento organizzato all’interno della sagra del Gorgonzola.

Nella foto il sindaco Calvi, l'assessore Borsari e l'agricoltore Danelli, uno degli organizzatori dell'evento

ENZOMOTTA ENZOMOTTA

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13

STORIA E CULTURA LOCALE

il bestiame, mucche di razza bruna alpina, fino all’età della pensione.

Ogni anno portava alla fiera del paese le mucche da latte, vincendo spesso il primo premio.

Egli era molto ricercato da altri alle- vatori della zona perchè sapeva cu- rare le mucche ammalate. Utilizza- va erbe, radici di piante particolari che crescevano in montagna.

Aiutava anche le mucche nel mo- mento del parto.

L’arte di curare l’aveva appresa in montagna da giovane. A quei tempi, medici e veterinari vivevano a Lecco, 25 km da Mortarone. Rag- giungere la montagna era impresa ardua, quindi ci si arrangiava come si poteva.

Purtroppo oggi mio nonno non c’è più, ma mi ha lasciato tanti bei ri- cordi.”

Molti paesi di montagna, come Morterone, sono stati abbandonati dagli allevatori nel Dopoguerra e negli anni Sessanta.

Le numerose famiglie: Manzoni, Ferrari, Invernizzi, Valsecchi, Rota, Rotta, Locatelli... hanno cercato, nei paesi di pianura, condizioni di vita migliori per se stessi e per le loro famiglie trasformandosi spes- so da allevatori, in agricoltori. ■

Giusi Trezzi Sposi Bergamini: Giovanni Manzoni e Franca

Prada nel giorno del loro matrimonio.

Cascina Airoldi Inzago - anno 1962.

Nelle foto alcuni momenti della manifestazione della Transumanza svoltasi domenica 13 settembre sulle rive della Martesana.

CELEBRAZIONI PER L’ANNIVERSARIO DI LUIGI MARCHESI

11 – 25 ottobre 2015

Saloni della Fondazione Marchesi I luoghi di Luigi Marchesi. Changing places - changing music

Mostra fotografica di Minjas Zugik Inaugurazione domenica 11 ore 11,00.

15 – 23 ottobre 2015

Villa Facheris, Piazza Maggiore 36 Luigi Marchesi: un soprano tra Ancient regime e Restaurazione Mostra storica su Luigi Marchesi.

Inaugurazione giovedì 15 ottobre ore 23,00. Apertura dalle ore 15,00

15 ottobre 2015, ore 9,00 – 13,00

Scuole medie, Via Leopardi Incontri con le scuole medie:

Luigi Marchesi e il suo mondo

15 ottobre 2015, ore 20,30

Villa Facheris, Piazza Maggiore 36 Presentazione del CD “Arias for Luigi Marchesi”e inaugurazione della mostra con visita guidata

22 ottobre 2015, ore 21,00

Centro culturale De André, Piazzetta Cornaggia Medici Luigi Marchesi, un work in progress Presentazione del progetto Marchesi

1 novembre 2015, ore 15,00

Cimitero di Inzago

La riscoperta di un monumento Il cenotafio originale di Luigi MarchesiRestaurato e ricollocato

a cura della Fondazione Marchesi

7 novembre 2015, ore 21,00

Auditorium del Centro culturale De André, Piazzetta Cornaggia Medici Del costume di rifiorire le melodie anticheProf. Livio Marcaletti (Università di Berna)

INIZIATIVE

ENZOMOTTA REGINARIVA

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TERRITORIO

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Commissione di Controllo Discariche di Inzago

Sempre attiva la commissione al servizio

della sicurezza ambientale e della salute dei cittadini

L

a Commissione di Controllo de- finita all’art. 7 nell’ambito della Convenzione (sottoscritta il 18 novembre 2010 dal Comune di In- zago e da Società Systema) e com- posta da un tecnico comunale, un rappresentante dell’Amministra- zione Comunale, un rappresentante dell’Opposizione, un rappresentante di Legambiente e un consulente tec- nico esterno, vigila costantemente affinché le operazioni siano effet- tuate correttamente nel rispetto di quanto stabilito dalla convenzione.

I controlli consistono nella verifica della regolare gestione dell’im- pianto, nel corretto ripristino am- bientale e sulla gestione post-ope- rativa dell’impianto.

Oltre ai normali controlli a vista du- rante le visite alla discarica e agli interventi su segnalazione dei citta- dini, la commissione ha prodotto una serie di documenti semplifica- ti, elaborati e pubblicati, mese per mese, sul sito del Comune.

Detta documentazione ha la finali- tà di rendere edotti gli Inzaghesi circa lo stato di gestione e l’impatto sull’ambiente della discarica.

La Commissione ha presenziato a tutte le operazioni di Collaudo ef- fettuate da A.R.P.A. durante le fasi di preparazione e impermeabilizza- zione dei nuovi bacini di raccolta rifiuti.

Per ognuna delle fasi di collaudo ha redatto e pubblicato sul sito comu-

nale una relazione tecnica correda- ta di fotografie. Ha esaminato i dati di analisi periodiche delle acque, aria, rumori, odori ed è intervenuta in caso di mancato rispetto della convenzione.

Sono stati inoltre effettuati control- li, con preavviso e senza preavviso, e indagini alla fonte sui conferi- menti provenienti da bonifiche e su alcuni fornitori.

La Commissione ad oggi può quin- di assicurare ai cittadini che la si- curezza ambientale è garantita e continuerà ad operare affinché continui ad esserlo nel futuro.■

Per la commissione Elio Mandelli

RACCOLTA DIFFERENZIATA

IN ARRIVO L’ “ECUOSACCO”

Per migliorare ulteriormente il sistema di raccolta

differenziata sarà introdotto in via sperimentale anche a Inzago l’ecuosacco,

già adottato in diversi comuni della nostra zona, fra cui Vaprio D’Adda e Cassano D’Adda.

Che cos’è l’ecuosacco?

È un sacco di misura ridotta rispetto l’attuale che il più delle volte viene consegnato semivuoto a testimonianza di quanto

i cittadini siano ormai consapevoli della necessità di differenziare la raccolta che va oltre il 70%!

Ma, con l’ecuosacco si potrà ulteriormente migliorare questa percentuale sensibilizzando anche quei cittadini un po’ meno consapevoli della necessità di ridurre i rifiuti indifferenziati incentivando comportamenti più virtuosi.

Prima di procedere all’attuazione del progetto verrà attuata una campagna informativa sulle modalità di raccolta e su come ben differenziare i rifiuti.

Nelle foto alcuni momenti delle operazioni di collaudo effettuate da A.R.P.A. e presenziate dalla Commissione di Controllo Discariche.

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Salvaguardare l’ambiente naturale e sociale, una scelta politica strategica

“La madre terra è generosa, puoi tagliarle un braccio e continuerà a darti i suoi frutti, puoi tagliarle una gamba e ancora ti nutrirà, ma se la colpisci al cuore morirà”. Queste parole che i vecchi di una popolazione andina riv olgono ai loro giovani suonano c ome monito per tutti noi, un monito raccolto dal papa che pro- viene da quella par te del mondo e che già nella scelta del nome ha v oluto ispirarsi a ideali di umiltà, di rispett o e di amor e per tutto il creato. Nell’enciclica “Laudato si’” indi- ca ancor di più la str ada da percorrere rivol- gendosi a “ogni persona che abita questo pia- neta affinchè si asc olti tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. Il papa infatti insiste sulla relazione fra ambiente umano e ambiente naturale sottolineando come gli effetti più gr avi di tutt e le aggr essioni ambientali li subiscano maggiorment e la gente più povera. “Un approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale…”

La sua visione è quella di “un’ecologia integra- le”, dove la cultura ecologica non può ridursi solo a rispost e urgenti e par ziali ma dev e essere una pratica di vita, un pensiero, un pro- cesso educativo, una politica che diano luogo a una vera rivoluzione culturale.

Nuovo Progetto Inzago sente e fa suo il f orte appello di papa Francesco, d’altra parte la sua visione è sempre stata improntata alla salva- guardia dell’ambiente naturale e umano fin dai primordi, nei suoi valori fondanti espressi dall’originario Progetto Inzago e portati avan- ti in quasi 10 anni nella continuità della figura del sindaco Calvi. Un processo non semplice bensì irto di difficoltà rappresentate anche dalla sopravvivenza di un c erto modo di far politica che tende all’opposizione più che alla collaborazione. All’individualismo e al perso- nalismo più che al la voro di gruppo per il bene comune. Eppure alcuni risultati siamo riusciti a raggiungerli: le politiche per il rispar- mio energetico e per le ener gie rinnovabili, l’istituzione del PLIS a tut ela del paesaggio agricolo, il progetto dell’Ecomuseo, le politi- che sociali e di inclusione, le iniziative cultura- li e ricreative per offrire a tutti occasioni di svago e di crescita personale...

Siamo consapevoli di essere solo all’inizio e che molto resta da fare, ma insieme ai tanti cittadini che condividono questa nostra visio- ne continueremo affinché Inzago sia davvero un bene comune.

NUOVO PROGETTO INZAGO

riccardo.dagostino@comune.inzago.mi.it

Ma quanto ci è “caro”

il gemellaggio?

Dallo scorso agosto il nostro Comune è uffi- cialmente gemellato con il paese di Buccino!

Per chi non lo sapesse Buccino è un C omune del sud Italia, in provincia di Salerno.

Cosa ci lega a Buccino? È il luogo dove è nato Quintino di Vona, martire patriota fucilato il 7 settembre 1944 ad Inzago nella II guerr a mondiale.

Ammirevole aver pensato e realizzato tale ini- ziativa con cerimonia ufficializzata a Buccino dal nostro “Primo Cittadino”, da due assessori, dal presidente del Consiglio Comunale e dal presidente dell’ANPI. Il gemellaggio por terà benefici economici e sociali, permetterà scambi turistici e cultur ali. Ma quali spese sono state imputate al nostro Comune per permettere al nostro Sindaco di andare fino a Buccino ad ufficializzare questo momento?

Quanti Inzaghesi sanno do ve è collocata la lapide dedicata a Quintino di Vona in paese?

Quanti sanno in quali c ondizioni decorose è mantenuta?

Poniamoci davvero queste domande. È stato solo per questa occasione che la Giunta si è ricordata di Quintino di Vona ed ha fatt o

“risorgere” la lapide a lui dedicata, quando per il resto dell’anno è dimenticata: risulta essere il retro del locale rifiuti del chiosco bar in piaz- za Maggiore.

Per la preparazione del gemellaggio ci è volu- to circa un anno, come è stato dichiarato alla stampa dagli stessi organizzatori. Tutta l’ope- razione avrà visto l’impiego di personale comunale stipendiato, per il disbrigo di necessarie autorizzazioni e c onseguenti spese.

Sarà l’operazione gemellaggio la risposta alle richieste rivolte alla Giunta Calvi, disattese per mancanza di tempo e di risorse da dedicar e?

Sarà forse per il gemellaggio , tanto “caro” al nostro Sindaco, che non si trovano né tempo, né soldi per un pr esidio di Polizia locale nei fine settimana? O per ché non si riesc e ad organizzare il taglio degli alberi secchi lungo la pista ciclabile? Sarà per ché siamo c osì impegnati in queste “proficue e remunerati- ve” attività sociali, che non si tr ovano mai le risorse necessarie a sistemare Piazza Maggio- re, caratterizzata dal un cantiere a cielo aper- to, “delimitato” in modo discutibile per l’inc o- lumità dei viandanti? M a quali sono le v ere priorità?

CENTRO DESTRA PER INZAGO

centro.destrainzago@gmail.com

In movimento

Sono iniziate, in vista delle pr ossime elezioni amministrative, i primi mo vimenti da par te delle forze politiche locali e di alcuni cittadini in varie forme organizzati per la c ostituzione delle liste elettorali.

Non vogliamo ora fare valutazioni politiche su tali iniziative, ancora troppo abbozzate, quan- to riflettere su alcuni aspetti gener ali. Farsi eleggere e mantenere la credibilità è difficile.

Un sindaco, non vive di immagine e promesse, ma deve concretamente gestire servizi.

Quindi, e innanzitutto, governare che cosa? E poi, con chi? Più v olte abbiamo sottolineato come il ruolo del C omune sia cambiato negli ultimi anni, e come risulti superata la predi- sposizione di programmi basati sul binomio problemi/soluzioni o più in generale sul con- cetto generico di “sviluppo”.

Le trasformazioni economico/sociali, istituzio- nali (città metropolitana) o territoriali (TEM) già avvenute o in c orso di realizzazione, rendono necessario un salto di qualità nella gestione della “cosa pubblica”, di fronte a bilanci sempre più risicati, mancanza di fondi provenienti dallo Stato, che fa cassa tagliando i bilanci dei Comu- ni, ed una inc ertezza assoluta sulle gestione delle entrate (vedi tassa sulla casa) che rischia- no di portare alla definitiva trasformazione del significato più profondo del comune stesso.

Da cosa partire, dunque? Innanzitutto serve un progetto per l’ordinario del comune, anche per la gestione delle c ose più semplici, consi- derando il fatt o che le tr asformazioni non sempre o non solo sono go vernate dagli amministratori locali e che occ orre fare delle scelte: quali servizi e per chi e a che costi, argo- mento strettamente legato alla pr essione fiscale, molto accresciuta nel nostro comune.

Diventerà imprescindibile non pensare alla condivisione (vera) di servizi con comuni limi- trofi, nonché ripensare alla governance dei servizi pubblici locali gestite dalle partecipate.

Sono solo alcune questioni, qui accennate, la cui attuazione non può pr escindere dalla competenza e impegno degli amministratori, e proprio per questo è necessario uno sforzo profondo per far emer gere coloro (e ce ne sono) che hanno interesse a condividere idee e passioni, senza le quali si rischia poi di per- dere per strada buona parte della compagnia, come successo nell’attuale maggior anza, troppo impegnata a sognar e il borgo delle Ville per occuparsi dei suoi abitanti.

Non serviranno trasformismi, acrobazie politi- che o scimmiottamenti di sc enari nazionali, quanto credibilità e sano realismo, purtroppo merce sempre più rara nel panorama odierno.

IL CENTRO SINISTRA CON GLI INZAGHESÌ

cesare.pirola@comune.inzago.mi.it

GRUPPI CONSILIARI

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Un fium da gént

Ga sém anca quést’an è apèna cumincià al més e tüc giumò ca spécium la fèsta dal paées, la riva a utùbar inséma a l’autün

e urmai da tanti an l’è una tradisiun.

Na vooeúlta l’éra dumò in piasa, ga stava tüscós lì, i bèsti, i giostar,i banchit e forsi l’éra asée inscì, poeù è cresüü i cà, la gént, i laurà

e anca la nostra fèsta la duvüü cambià.

Sabat e dumeniga fina al lunedì,

gh’è in gir un fium da gént ca la va a finì lì, al centro dal paées propri in sü la piasa.

per ritruà i parént e bévan una tàsa.

Per chi è nasüü a insàc e poeù l’è andà via Questa l’è l’ucasiun per sta in cumpagnia E tanti ca sa rigordum da quand sérum bagai In da chi dì chi l’è facil d’incuntrai.

Per la Festa del paèes sa ritroevan chi, chi l’è ca pot fa un salt per un ùra o tüt al dì, in fund in fund a sém sémpar un po’ paisan

e ga pias truàs in piasa almén un voeùlta a l’an.

Giuseppe Sala Alla nostra festa

del paese c’è veramente un fiume di persone che vengono

a festeggiare e gira e rigira si ritrovano tutti in piazza, magari

incontrando persone che da anni

non vedevano.

ANTONIOBARZAGHI

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