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Ufficio Stampa. Piazza Prampolini, Reggio Emilia tel. 0522/ fax. 0522/ Lunedì 14 dicembre 2009

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Ufficio Stampa

Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. 0522/456390-456840 - fax. 0522/456677

Lunedì 14 dicembre 2009

Le Amministrazioni aderenti al Cesfel: “Patto di stabilità insostenibile per gli enti locali della Regione con una stima di riduzione degli investimenti di oltre 500 milioni. Servono una moratoria, scelte condivise e la possibilità di pagare le opere in corso. Le nostre proposte per la Finanziaria 2010”

Gli Assessori al Bilancio o i loro delegati dei Comuni e Province dell’Emilia-Romagna aderenti al Centro Servizi finanza e investimenti Enti locali Emilia-Romagna (CeSFEL) – convenzione a cui aderiscono la maggior parte dei Comuni sopra i 30.000 abitanti e delle Amministrazioni provinciali della Regione, oltre che ANCI e UPI Emilia Romagna - si sono riuniti oggi nel Municipio di Reggio Emilia, dove il Centro ha sede, per l’approvazione del Programma e del Bilancio 2010 del Centro Servizi.

Il Presidente del Ce.SFEL e assessore al Bilancio del Comune di Ferrara Roberto Polastri ha illustrato, insieme al Coordinatore del Centro Marcello Marconi, le linee strategiche del Ce.S.F.E.L per il prossimo anno, che si possono così riepilogare:

1) consolidamento dei servizi forniti per far crescere le professionalità e ottimizzare la gestione finanziaria degli enti aderenti

2) rafforzamento della capacità degli enti di fare rete e sistema, con un supporto ad ANCI e UPI e uno sviluppo delle negoziazione congiunte delle forme di indebitamento, al fine di ottenere economie di scala e maggior potere contrattuale

3) supporto nella valutazione di piani economici finanziari e nello sviluppo di nuove forme di finanziamento e realizzazione degli investimenti tramite partnership pubblico private

4) attività di monitoraggio e supporto delle azioni anticrisi messe in campo dagli enti locali con l’attivazione di strumenti finanziari di sostegno a famiglie e imprese.

La riunione è stata poi l’occasione per fare il punto della situazione in merito alla situazione determinata dal Patto di stabilità interno sugli enti locali e formulare valutazioni e proposte per la Finanziaria 2010. Queste valutazioni sono state successivamente illustrate alla stampa dal vicesindaco e assessore al Bilancio Liana Barbati del Comune di Reggio Emilia, dal presidente del Cesfel e assessore al Bilancio del Comune di Ferrara Roberto Polastri, dal coordinatore del Cesfel e responsabile Finanza e Investimenti del Comune di Reggio Emilia Marcello Marconi, dai direttori di ANCI e UPI Regionali, Antonio Gioellieri ed Enrico Manicardi. All’incontro hanno partecipato anche gli assessori del Comune di Carpi Cinzia Caruso e del Comune di Forlì Emanuela Briccolani.

In particolare, è stata illustrata la proposta di protocollo d’intesa con la Regione Emilia Romagna, che verrà stipulato a breve, per l’introduzione di un Patto di stabilità territoriale. L’Emilia Romagna è infatti la prima Regione a statuto ordinario che si pone

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l’obiettivo di introdurre un Patto di stabilità territoriale che non sia solo compensatorio ma consenta margini di coordinamento della finanza pubblica a favore del territorio.

Sono poi stati analizzati nel dettaglio i contenuti nel DDL Finanziaria 2010 e le simulazioni elaborate dal Cesfel in materia di Patto di stabilità.

“Gli enti locali si trovano ormai in una situazione insostenibile e la riduzione forzata degli investimenti bloccherà molte opere che potrebbero dare prospettive di uscita dalla crisi economica”, ha detto Polastri. Sulla stessa lunghezza d’onda Manicardi, che ha spiegato come gli investimenti degli enti locali consentano la realizzazione del 70% delle opere pubbliche, mente i vincoli del Patto di stabilità e i minori introiti alle Province - derivanti in gran parte dal settore auto, in crisi, quindi dal calo d’imposta sulle assicurazioni e dall’aumento dell’evasione – non aiuteranno certo a dare impulso all’economia. “Con il Patto di stabilità regionale – ha detto Manicardi – si propone una nuova forma di federalismo, della quale si è detto interessato anche lo stesso ministro Tremonti”.

Gioiellieri ha invece sottolineato come gli apparati centrali dello Stato “mettono alcuni comuni in condizioni migliori, mentre altri rischiano il collasso”.

La situazione è tra l’altro destinata a peggiorare, se prevarrà un’interpretazione del Ministero dell’Economia secondo cui per il 2010 tutti gli enti dovranno ricalcolare il saldo 2007 sommando tra le entrate finali anche le entrate straordinarie (proventi da cessione di azioni e da alienazioni di immobili).

“Se questa interpretazione non sarà rivista con un apposito intervento legislativo – ha detto Barbati -, porterà all’impossibilità di rispettare il Patto per quegli enti, come il Comune di Reggio Emilia, che hanno avuto riscossioni straordinarie pari a circa 73 milioni nel 2007: si passerebbe infatti da un saldo 2007 negativo di 18 milioni a un saldo positivo di circa 55 milioni, chiaramente irraggiungibile, e quindi sarebbe impossibile rispettare il Patto di stabilità. Per il solo Comune di Reggio, l’importo della manovra effettiva 2010 passerebbe da 18 a 68 milioni.”

Gli amministratori pubblici presenti hanno preso atto del fatto che il Disegno di legge Finanziaria 2010, anche nella recente versione approvata in Commissione della Camera, non prevede nessuna novità rispetto agli obiettivi della Manovra Triennale 2008, confermati con la Finanziaria 2009.

La manovra imposta agli enti locali per il 2010 è per molti enti locali insostenibile, in quanto peggiora in maniera significativa i saldi effettivi da raggiungere rispetto al 2009. Ai Comuni con saldo negativo è infatti richiesto un miglioramento del 97% rispetto ai saldi 2007 mentre alle Province è richiesto un miglioramento dell’80%.

La manovra a carico del settore locale prevista dalla Manovra per il triennio 2009- 2011 appare eccessiva, proprio in virtù del maggior contributo al risanamento finanziario dato dagli enti locali. Ad esempio, a livello nazionale i Comuni sono passati da un deficit di 3,7 miliardi nel 2004 ad un deficit di 1,1 miliardi nel 2008 secondo i dati Istat – pari a solo il 2,6% circa del deficit totale della Pubblica amministrazione – o addirittura in avanzo secondo i dati Anci-Ifel rettificati dagli effetti delle decisioni statali. Sebbene il comparto di Comuni e Provincie sia tendenzialmente ormai in equilibrio avendo ormai azzerato il proprio deficit, la legislazione vigente prevede ulteriori pesanti manovre a carico di Comuni e Province, che si configurano di fatto come un contributo degli enti locali al deficit di altri settori della Pubblica amministrazione i quali registrano, a differenza degli enti locali, un deterioramento dei propri saldi. Pertanto, in assenza di significative correzioni apportate dalla Finanziaria in discussione alla Camera, si tradurrebbero, visto il blocco delle entrate e i sempre più difficili equilibri di parte corrente, in un taglio cumulato delle spese d’investimento.

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Sui Comuni aderenti al Cesfel, si stima per il 2010 un taglio del 36% rispetto al 2007 e per il 2011 anche pari al 61%, con i pagamenti di investimenti che si stima passerebbero dai 468 milioni del 2007 a 312 milioni del 2010 a 189 milioni del 2011 Da un’analisi su 12 Comuni sopra i 60.000 abitanti della Regione Emilia-Romagna aderenti al Cesfel, da una manovra di miglioramento per il 2009 originariamente prevista di circa 86 milioni, grazie allo sblocco previsto per il solo 2009 del 4% dei residui passivi per investimenti, di fatto la manovra si è potenzialmente ridotta di circa 50 milioni, e quindi viene stimata in circa 36 milioni effettivi.

Nel 2010 l’importo della manovra richiesta dalla vigente finanziaria passa, per i 12 Comuni analizzati, a un valore complessivo di circa 174 milioni, con una manovra in media di quasi 5 volte più pesante di quella del 2009.

Anche per le Province aderenti al Cesfel la Manovra è molto pesante, in quanto sono richiesti miglioramenti dei saldi pari a circa 48 milioni per il 2010 e di oltre 88 milioni nel 2011 contro residui passivi per investimenti per oltre 700 milioni.

Considerato che i 12 Comuni analizzati rappresentano circa il 38% del totale della popolazione regionale soggetta al Patto (Comuni sopra 5.000 abitanti) si può stimare come la manovra di miglioramento dei saldi richiesta al totale dei Comuni e quindi di fatto la riduzione rispetto al 2007 dei pagamenti per investimenti effettuati sarà nel 2010 di circa 458 milioni.

Considerando anche le Province, la riduzione degli investimenti degli enti locali della Regione imposta dall’attuale Finanziaria può essere stimata di oltre 500 milioni nel solo 2010.

Se si tiene conto che, per rispettare il Patto, molti enti già nel 2009 hanno dovuto bloccare o rallentare i pagamenti degli investimenti (tra questi anche il Comune di Reggio) la situazione è chiaramente insostenibile.

Questo significa bloccare la gran parte dei residui passivi per opere e investimento in corso, pari a circa 1,2 miliardi nei 12 Comuni analizzati e di un valore stimato, sempre sulla base della popolazione, di circa 3 miliardi nei Comuni della Regione soggetti a Patto.

Chiedere ai Comuni una manovra di almeno 5 volte superiore al 2009, con una riduzione degli investimenti media del 36%, e per alcuni enti un blocco quasi totale dei pagamenti delle opere pubbliche, non appare ragionevole, specie se si tiene conto dell’attuale fase di crisi economica e che gli investimenti locali rappresentano il 76% del totale degli investimenti delle Amministrazioni pubbliche.

IL CeSFEL propone allora una moratoria fino all’individuazione di nuove regole, con un invarianza rispetto ai saldi programmatici 2009. È infatti necessaria una revisione completa del meccanismo del Patto di stabilità, in quanto l’attuale meccanismo non è più sostenibile individuando una “Regola stabile” quale ad esempio quello della proposta Anci-Ifel di Golden Rule, così sintetizzabile:

- Raggiungere l’equilibrio di parte corrente, in modo da non creare deficit di parte corrente.

- Avere un limite stringente di indebitamento massimo, coerente con gli obiettivi fissati a livello Europeo: la soglia di equilibrio per i Comuni equivale ad un stock di Debito pari al massimo al 150% delle entrate correnti (la media dei Comuni Cesfel è solo del 88,3% a dimostrazione della virtuosità degli enti della Regione).

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- Esclusione del controllo diretto della spesa in conto capitale, che è controllata indirettamente attraverso l’introduzione di un limite all’indebitamento che impedisca agli Enti di spendere senza limiti per investimenti.

- Grazie a tale meccanismo, la possibilità di ricorso al credito viene legata alla reale sostenibilità del debito, eliminando la stortura del meccanismo attuale che non fissa limiti in base al livello dell’indebitamento in essere ma anzi spesso premia di fatto quegli enti che negli ultimi anni si sono indebitati di più, fissando obiettivi di miglioramento a partire da un anno base.

Infine, relativamente ai trasferimenti statali per i minori introiti ICI, gli Amministratori hanno sottolineato positivamente lo stanziamento aggiuntivo disposto per il 2009 per il mancato gettito dell’ICI sulla prima casa, ma hanno anche evidenziato la mancanza della copertura integrale per l’anno 2008 rispetto a quanto certificato. Rispetto alle certificazioni mancano ancora, a livello nazionale, circa 344-380 milioni, pari a circa il 10-11% del mancato gettito 2008.

Forte preoccupazione è stata poi manifestata per i contenuti della Comunicazione del Ministero dell’Interno del 2/12/09, che ha rideterminato in maniera iniqua e arbitraria i contributi statali a rimborso dei minori introiti relativi all’ICI conseguiti dai Comuni per effetto dei minori imponibili derivanti dalla autodeterminazione provvisoria delle rendite catastali dei fabbricati di categoria D.

Per il solo Comune di Reggio, ad esempio, si tratterebbe di dover rimborsare oltre 2,4 milioni rispetto a quanto già certificato, oltre a una minore entrata per i prossimi anni di quasi 1 milione annui.

Le proposte degli Enti aderenti al Cesfel per la Finanziaria 2010

In attesa di definire una revisione completa dei meccanismi del patto si propone:

1) Una moratoria fino all’individuazione di nuovi criteri condivisi, con l’invarianza rispetto ai saldi programmatici 2009 per gli enti con saldo negativo e un miglioramento del 30% per gli enti con saldo positivo. Non sono infatti sostenibili ulteriori manovre o sacrifici da parte degli enti locali.

2) Le eventuali risorse aggiuntive disponibili andrebbero concentrate sulla possibilità di pagare i residui per opere in corso (sbloccando una percentuale della differenza tra residui passivi e residui attivi) rispetto a miglioramenti indistinti dei saldi.

3) In ogni caso la possibilità di deroga ai limiti del Patto fissati dalla manovra per effettuare pagamenti in conto residui per opere in corso per l’importo corrispondente alla riduzione annuale dello stock di debito.

4) Pur auspicando come nuova base l’obiettivo programmatico 2009, se la base rimane il 2007 va richiesta anche per il 2010 la possibilità (opzione) di mantenere i vecchi obiettivi di saldo fissati prima dell’abrogazione del comma 8 dell’ art.77 bis della Finanziaria 2009, al fine di depurare la base di partenza 2007 dalle riscossioni straordinarie di alienazioni di azioni patrimoniali. In alternativa, si richiede il ritorno a una base di partenza su base pluriennale (anche di 5 anni) in modo da ridurre le anomalie.

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5) Abrogazione dell'articolo 9 del Dl 78-2009 che prevede l'obbligo in carico al funzionario, che rende esecutive le determine comportanti impegni di spesa, di accertare preventivamente che il programma di pagamenti sia compatibile con gli stanziamenti di bilancio e con le regole di finanza pubblica. La violazione di tale obbligo comporta responsabilità disciplinare ed amministrativa. La norma provoca contrasti e blocco delle spese di investimento anche necessari per motivi di sicurezza pubblica o per garantire almeno la manutenzione straordinaria del patrimonio comunale.

6) Riproporre anche per il 2010 le disposizioni previste dall’articolo 11 del Dl 159-2007, prevedendo il rimborso a carico dello stato delle penali di estinzione anticipata di mutui e prestiti.

7) Stabilizzazione delle entrate per trasferimenti dallo Stato, in particolare con il totale reintegro del mancato gettito ICI sulla prima casa e dei minori imponibili derivanti dalla autodeterminazione provvisoria delle rendite catastali dei fabbricati di categoria D.

Enti aderenti al Ce.S.F.E.L. Emilia Romagna

Comune di Carpi (MO) Comune di Imola (BO) Comune di Reggio Emilia Provincia di Piacenza Comune di Cesena Comune di Lugo (RA) Comune di Rimini Provincia di Ravenna Comune di Faenza (RA) Comune di Modena Comune di Sassuolo (MO) Provincia di Reggio Emilia Comune di Ferrara Comune di Parma Provincia di Bologna Provincia di Rimini Comune di Forlì Comune di Piacenza Provincia di Forlì-Cesena Unione “Terre d’Argine”

Comune di Formigine (MO) Comune di Ravenna Provincia di Modena Provincia di Pesaro e Urbino

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