Corso di Storia greca 2018-19 Lezione 16/04/2019
La società greca
1. oikos/polis
Oikos: non solo casa
Il termine oikos, casa, da cui origina etimologicamente e intorno a cui ruota concettualmente l’economia per i Greci, copre vari importanti significati:
• casa come luogo di abitazione (oikos/oikìa): spazio fisico e simbolico in cui si esplica la vita della famiglia allargata e che risponde pienamente sia dal punto di vista funzionale, sia dal punto di vista delle gerarchie e dei ruoli sociali, alle logiche relative.
• casa come famiglia (nucleare): composta dal capofamiglia, la sposa (eventualmente la concubina), i figli e la servitù, di cui fanno parte
essenzialmente gli schiavi che, in quanto tali, sono beni della casa, da un lato, e possono essere considerati, dall’altro, membri della famiglia anche in senso affettivo.
• casa come proprietà (beni) (Od. 4, 318: i Proci “divorano” la casa di Odisseo, Plut, Mor, 22 d-e): in tal senso oikos estende il suo significato fino ad inglobare i campi e la loro produzione, nonché le attività
produttive che la famiglia svolge (con correlato fardello di guadagni, eredità, debiti, crediti, ipoteche, ecc.)
• edificio religioso principale o tesoro del tempio
«…Dalla città quelli uscirono e presto arrivarono alla campagna di Laerte bella, ben lavorata…
Qui egli aveva casa e tutt’intorno vi sorgevano capanne, dove mangiavano e riposavano e passavano la notte i servi obbligati al lavoro che per lui si curavano della sua
campagna…
(Odisseo) trovò il padre suo nel giardino ordinato, a zappare una pianta (Hom., Od., XXIV, 205 ss.)
L’oikos come spazio misto, abitativo-produttivo:
le più antiche case absidate
82 COMMUNITIES OF PLACE
meters long but extended to 15.9 meters in the ninth century by the addition of an apse (Map 4.3). In the eighth century this building was replaced by an adjacent apsidal structure with a courtyard (Unit IV.5), measuring 20.2 meters in length, which was destroyed along with the rest of the settlement ca. 750.
Similar “chiefly” dwellings have been recognized at Zagora, Emborio, Eretria, and Phaistos on Crete. In some cases, it is argued, ritual functions were eventu- ally assumed by temples that were usually constructed over, or close to, the now defunct ruler’s house. At Eretria, however, the mid-eighth-century apsidal house (Building 1) that has plausibly been identified as a ruler’s dwelling seems to have continued in use even after the construction ca. 725 of a monumental temple adjacent to it (Figure 4.2). At Phaistos, a temple (the so-called “Rhea Temple”) was constructed, at the end of the seventh century, above a courtyard complex that included a large reception room with a hearth (room AA), storage facilities, and a kitchen area (room EE).
The political and administrative hub of the polis in the Classical period was the agora. The word originally meant an “assembly” or “gathering” (from the Greek verb ageirein: “to gather together”) and it is in this sense that it is gener- ally employed in the Iliad. In the Homeric assembly, the people (laoi) throng together in an open space while the elders sit on polished stones in a circle;
Map 4.3 Plan of Unit IV-1, phase 2 at Nikhoria. Source: William A. McDonald, William D.E. Coulson and John Rosser, Excavations at Nichoria in Southwest Greece, vol. 3: Dark Age and Byzantine Occupation (Minneapolis: University of Minnesota Press, 1983). P. 36, fig.
2.22. Used by permission of University of Minnesota Press wall B
wall X
wall D
wall Y
wall E wall Z
wall X wall G
wall F
wall F
wall X
wall H wall Ca
wall C wall A
b
A B C
D E
F
c d
f g
i e
h
ROOM 3
ROOM 1 ROOM
2
stone base
stone base storage
pits paved
circle
G H
side entrance
mudbrick 1
mudbrick 2
main entrance COURTYARD
mudbrick 3 a
N
Le residenze fuori città di tarda età
classica
L’oikos di città
Oiko-nomìa, la buona e accorta amministrazione della casa
La casa, come unità produttiva, comprende quanto necessario al lavoro domestico (soprattutto filatura e tessitura e preparazione del cibo) anche terreni e infrastrutture agricole (depositi e strumenti di stoccaggio, granai, frantoi, macine, presse, cantine, forni), stalle, ovili, porcili e altri ricoveri per animali e per la lavorazione dei prodotti derivati.
Essa rappresenta quindi un sistema produttivo-relazionale che si orienta, in termini economici, al fine dell’autarchia dell’oikos e in questa prospettiva lo scambio è inteso come puro elemento di compensazione di una produzione tesa all’autosufficienza e all’autoconsumo.
La buona realizzazione di questo ideale è affidata alla gestione del proprietario e capo dell’oikos, il kyrios.
Il kyrios
La casa ha un padrone e i suoi abitanti sono soggetti a un capo. Per entrambi i concetti la parola è la medesima (kyrios). Il kyrios guida e governa i membri dell’oikos, che hanno, fra loro, statuti diversi:
• persone la cui esistenza sarà sempre sottoposta all’autorità di una tutela (prima di tutto paterna, poi anche maritale), nei confronti dello Stato come della famiglia (moglie, figlie: libere per statuto civile ma “minori” come figura giuridica);
• persone che restano sottoposte all’autorità paterna fino alla
maggiore età (figli maschi minorenni: di condizione libera, destinati essi stessi a creare un nuovo oikos, una volta adulti sono
considerati coadiutori e sostituti del kyrios );
• persone di condizione non libera;
• eventualmente personale subordinato di condizione libera,
ancorché socialmente inferiore (balie, braccianti, salariati), che però
resta organicamente esterno all’oikos (anche perché legato a una
sua famiglia);
Oikos come organo essenziale della comunità sociale
L’oikos è una realtà istituzionale della società greca (Aristotele, seguito dai primi studiosi della società greca di età moderna, lo pone alla base della polis), un’entità autonoma dallo Stato (polis) quanto a fini, regole, ideali, sistema religioso. Esso rappresenta un sistema valoriale e relazionale che si estende:
orizzontalmente (al proprio interno, con rapporti affettivi e gerarchici, ma anche con una rete di altre famiglie e case di parenti, amici, vicini): regole di comportamento, alleanze, accordi, obblighi formali e di convenienza;
verticalmente (con gli antenati, con i potenziali discendenti ma anche con gli dei e i demoni protettori della casa e delle sue sostanze): sistema di riti e pratiche religiose che hanno come sede la casa e, soprattutto, il suo focolare.
Oikos e polis
Con lo Stato (polis) l’oikos intrattiene un rapporto dialettico, che distingue e rispetta le pertinenze specifiche. Tuttavia la difesa degli interessi della famiglia (oikos) in quanto tale, è considerato
interesse pubblico, ed ha valore politico: ciò vale soprattutto in ambito patrimoniale, strettamente legato alla capacità politica degli aventi diritto di cittadinanza: p.es. i processi per successione
ereditaria o per assegnazione di una epikleros (figlia ereditiera) ad Atene sono graphai, cause pubbliche, quel che noi diremmo diritto penale, e non dìkai,
vale a dire cause di diritto privato.
Valore “politico” della vita familiare
«…riguardo poi al marito e alla moglie, ai figli e al padre, alla virtù di ciascuno di essi e alle loro reciproche relazioni, quale è giusta, quale non è giusta, in che modo bisogna cercare il bene e fuggire il male, è necessario esaminarlo nei discorsi sulle forme di costituzione.
Perché, siccome ogni famiglia è parte dello stato e le persone di cui si parla sono parte della famiglia e siccome si deve considerare l'eccellenza della parte in rapporto all'eccellenza del tutto, bisogna educare figli e mogli tenendo d'occhio la forma di costituzione, se è vero che ha importanza per la perfezione dello stato che i ragazzi e le donne siano moralmente perfetti. E, in realtà, deve avere importanza, perché le donne sono la metà degli esseri liberi e dai ragazzi vengono su quelli che parteciperanno alla vita politica.»
Aristotele, Politica, I 1260 b 20.
I punti di riferimento e di
orientamento valoriale dell’oikos
Esterno Maschile
Lo spazio esterno, inteso come spazio del lavoro dei campi o di altro tipo, ma anche ambito relazionale extra-familiare, è un quadro concettualmente maschile per il mondo greco. La vita all’aria aperta, ha per essi connotazione maschile (fuorché a Sparta). Il ruolo di rappresentare e mettere in relazione l’oikos con lo spazio esterno spetta all’uomo, al quale si assegnano le attività orientate in questo senso. L’uomo non è fatto per stare nel chiuso delle pareti domestiche e infatti, in condizioni normali, non ci rimane mai molto (Senoph., Economico 7,3). Oltre che del il lavoro fuori casa, l’uomo è responsabile dei doveri verso la collettività (militari, politici, religiosi) e intrattiene quella rete di contatti e relazioni che sono destinate a rendere più prospero, potente, stimato lui stesso e la sua casa. In quest’ottica, p.es., egli può
“dare” una parte della sua casa (sua figlia) a un altro oikos allo scopo di consentirne la prosecuzione (matrimonio)
Spazio esterno: spazio di Ermes (di traffici, commerci, contatti e parola, ma anche imbrogli). L’Erma della famiglia sta fuori dalla soglia di casa e ne protegge l’accesso
Interno Femminile
Lo spazio domestico, come spazio chiuso, protetto da una copertura, è percepito e connotato dai Greci come spazio eminentemente femminile. La donna, è generalmente concepita nel suo ambiente quando è in casa e, in linea di principio, da quest’ambito non dovrebbe uscire. La cura del focolare è tipicamente femminile. Ed è sinonimica della funzione stessa della componente femminile (riproduzione). “Fuoco spento” = famiglia estinta.
Spazio interno (casa al di qua della soglia):
spazio di Estia (focolare, come omphalos centro spirituale della casa, luogo religioso di contatto fra presente, passato e futuro, divinità infere e divinità supere).
Dicotomia sistemica fra interno ed esterno/Dialettica fra maschile e
femminile
Gender 499
3 2 1 9
4
8
(a) (b)
5 6
Figure 25.1 Farmhouses in the chora of Metaponto: (a) Cugno del Pero, sixth century bc; (b) Fattoria Fabrizio, fourth century bc, perhaps built on the plan of a sixth-century house on the site
Source: After Adamesteanu (1974) and Carter (2006: 139, fig. 4.3).
Figure 25.2 Zagora, Andros Source: After Coldstream (1977: 307, fig. 97).
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364 Jan Paul Crielaard
settlements defended by a straight fortification wall across the neck of a promontory or peninsula (e.g. Zagora on Andros [figure 18.3], Vroulia on Rhodes); separate fortified enclaves within the settlement area (possibly at Miletus [figure 18.4a], Corinth and Eretria); and the city enceinte enclosing most of the settled area (Smyrna, Oikonomos on Paros, Pythagorion on Samos, Gortyn on Crete). The last-mentioned type of fortification became increasingly dominant from the seventh century onwards.
It was also adopted by settlements that started out with a different defensive system.
Fortification walls almost always consisted of a mudbrick superstructure built upon a foundation of large stones. Sometimes rectangular towers or bastions were added – often just one, usually flanking a gate (Zagora [figure 18.3], Oikonomos, Minoa on Amorgos, “Melie”). For the rest, there is little standardization in design or con- struction techniques. Only in the course of the seventh century were important improve- ments made: large rectangular or polygonal stones were used to make tightly fitted walls, while gates and towers became more strategically placed.
Houses
Road
Wall
Bastion
Road Gate
Cliff
Figure 18.3 Zagora on Andros: hypothetical reconstruction of the settlement and its fortification wall (later eighth century)
Source: Cambitoglou et al. (1991: 25, fig. 5).
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Polis – Politeia
Una polisemia “speculare”
POLIS
• Dimensione
insediativa: città
• Dimensione socio-
politica: comunità dei cittadini;
• Dimensione politico- istituzionale: Stato (di tipo cittadino)
POLITEIA
• Dimensione formale:
appartenenza a una
polis
(in termini giuridici=diritto di cittadinanza)• Dimensione socio-
politica: comunità degli aventi diritto; corpo
civico;
• Dimensione politico- istituzionale:
costituzione
Cosa possiamo chiamare polis?
“La polis è in certo qual modo una comunità di cittadini (koinonìa ton politon) … un insieme
sufficiente ad assicurare a se stesso indipendenza e autonomia d’esistenza . ”
Aristotele , Politica, III 1276 b
La koinonìa ton politon
Ø Polis appare descritta come un organismo che implica una comunità umana
Ø Società politica = koinonia (comunità) basata sull’idea di un’appartenenza/società fondata su basi non genetiche ma sue proprie (appunto: politiche) che si esprime in forme empiricamente definite
εἴπερ γάρ ἐστι κοινωνία τις ἡ πόλις, ἔστι δὲ
κοινωνία πολιτῶν πολιτείας,…
L’appartenenza alla polis (politeia)
La società-polis ha caratteristiche particolari e differenti da quelle di tipo tribale (basate sul
concetto di appartenenza per parentela, reale o fittizia).
- È strutturata intorno a una nozione peculiare di appartenenza: la “cittadinanza” (politeia) - È basata non sul principio di autorità o sulla subordinazione, ma su una delega condizionata e soprattutto su una sua propria ricerca di forme di mediazione e razionalità collettiva (politike)
La “visibilità” dell’appartenenza alla polis
La società politica basata sull’idea dell’appartenenza (politeia) esprime questo aspetto essenziale in forme empiricamente rilevabili e definite:
- la condivisione, all’interno di un assetto ben strutturato, di ruoli e doveri a cui corrispondono benefici concreti (“club” o azionariato societario:
Ampolo 1996)
- “società della vergogna” ed esteriorizzazione in comportamenti e forme esplicite di ruoli e valori
- “solidarietà meccanica ” e concezione della collettività come un’unità organica
- sanzione sacrale collettiva (culti, giuramento)
“ Far parte”: valore e implicazioni dell’appartenenza
• Diverse dimensioni in cui si dimostra
l’appartenenza: privata/pubblica/sacrale
• Appartenenza attraverso l’inserimento in una delle “articolazioni del corpo civico”
• Oikos (famiglia nucleare)
• Organizzazioni a base parentelare (o pseudo tali):
ghenos (famiglia in senso lato) e tribù (phylai);
fratrie (phratriai)
• Organizzazioni a base territoriale: demi, obai ecc.
• Altre tipologie di organizzazioni “private” a sfondo politico o religioso: hetaireiai, thiasoi, eranoi, ecc.
• Compresenza di definizioni obbligazioni e relative
Ripartizioni interne del corpo civico
(Demost., Contro Eubul., 25-26)
«…Avete dunque ascoltato le testimonianze dei miei parenti, dei membri della mia phratria, di quelli del mio demo, di quelli del mio genos:
testimonianze qualificate che vi permetteranno di comprendere se l’uomo che porta a suo favore sia un cittadino o uno straniero…per mio padre, quando era in vita, e per quanto riguarda me, oggi, ci sono tutte le prove che ciascuno di voi può invocare: quella dei frateri (phrateres), quella dei parenti (oikeioi), quella dei membri del demo (demotes), dei membri del genos…»
La polis come organizzazione
statuale differente dalla concezione moderna
• Principio di identità-appartenenza (politeia = autonomìa)
• Principio non necessariamente territoriale di identità (non Athenai ma hoi Athenaioi; non Syrakousai ma hoi
Syrakosioi; non Korinthos ma hoi Korinthioi)
• Concetto di comunità dei cittadini (koinonia)
• Eleutherìa: rapporto fra la libertà collettiva/libertà individuale
• Concezione non specializzata dei poteri: partecipazione diretta e visione organica dello stato (livello sacrale/
religioso)
1. Il centro della polis:
il cittadino (polìtes)
La polis, comunità di uomini liberi
• Eleutherìa = libertà
• La libertà, nell’uomo, in generale, i n d i c a c h e e g l i n o n è condizionabile, quanto alle proprie scelte di vita, da altre entità, singoli soggetti o gruppi: per esempio egli non si concepisce né come suddito né come “soggetto”
allo Stato.
• In particolare, la libertà del cittadino “discende” dalla libertà della polis a cui appartiene
• Autonomìa =
autodeterminazione
• Nell’uomo libero, membro di una comunità civica, questa condizione implica la sua capacità di aderire liberamente alle regole che
caratterizzano questa comunità e le componenti che la definiscono (si tratti di norme di comportamento, pratiche di culto, obblighi di frequenza ecc.) I caratteri distintivi della “libertà” dell’uomo tuttavia sono diversi dai nostri.
Per il mondo greco il problema della libertà soggettiva (diritti individuali inalienabili) non si pone se non in termini molto limitati. La libertà dell’individuo viene concepita all’interno e in relazione a contesti di carattere sociale (famiglia, comunità locale) o politicamente organizzati (polis)
La libertà dell’uomo nell’universo
“centrato” della polis
Essere libero, nel mondo greco, non significa automaticamente essere membro effettivo e di pieno diritto della propria comunità.
Esistevano infatti vari livelli di condizione sociale e politica, concepiti anche
“gerarchicamente”.
Al centro di questo sistema (o se si vuole al vertice) stava il polites (plur. politai =
cittadini): maschio adulto, libero,
rispondente a categorie che variano sulla base dell’assetto costituzionale (vd. Arist., Pol. III, 1275 a-b).
Il polites è dunque un uomo libero, adulto, dotato di pienezza di diritti nella propria comunità politica.
Non tutti gli uomini adulti e liberi erano politai.
Gerarchie e diritti nell’universo della polis
Politai con pienezza di diritti
Soggetti con diritti condizionati: giovani/
anziani (fra i politai).
Con diritti occasionali e limitati: stranieri residenti(metoikoi).
Con radicale minorità di diritti:
donne (astynai);
uomini non politai (atimoi; poveri; ecc.).
Senza diritti: schiavi
Quali sono gli aspetti della libertà civile
La libertà riconosciuta ai cittadini IN QUANTO TALI riguarda:
• appartenenza: in quanto effetto dell’appartenenza alla polis e ai suoi organismi costitutivi e/o paralleli la libertà si manifesta = esercita nel prendere parte ad essi.
• diritti: esercizio dei diritti positivi-obbligazioni che caratterizzano la condizione di polites
• prerogative: la qualità di cittadino implica delle
differenze – generalmente concrete e visibili – rispetto agli
altri (quelli che non la detengono). Queste possono riguardare
vari campi (comportamenti, accesso, possesso ecc.)
Quali sono i diritti dell’uomo libero (in quanto cittadino)
• “Far parte”: mostrare e dimostrare la propria appartenenza alla comunità civica (sul piano sacrale, anagrafico, giuridico, politico)
• Farsi ascoltare: il diritto di parola in ambito politico
• Esercitare il potere: attraverso le magistrature
• Possedere: il diritto alla terra nella forma del lotto originario e altri beni mobili
• Tutelare: la difesa in armi della città
Ma c’è cittadino e cittadino
(Arist., Pol., III, III, 3; 6)