• Non ci sono risultati.

Il segreto del bosco

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Il segreto del bosco"

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

edizioni dehoniane bologna

Il segreto

del bosco

(2)

Un venticello leggero soffiava lungo la battigia, alzando mulinelli di sabbia che giocavano a rincorrersi con le onde.

L’isolotto stagliato nella cornice turchina di una tiepida pri- mavera custodiva gelosamente le sue spiagge ancora spo- glie di ombrelloni e sdraio. Si percepiva però, dal fermento che covava in quelle distese di sabbia, una precoce stagione balneare. Un bell’uomo, appena sopra la cinquantina, osser- vava distrattamente giovani muscolosi che, armati di chio- di e martello, montavano cabine e chioschi. Teneva i gomiti appoggiati alla ringhiera sovrastante una delle spiagge. La sua mente però era lontana da quelle canotte rosse che si agitavano sulla sabbia come sciami di api operaie.

Che ne sarebbe stato di lui? Il sogno della sua vita, in fondo, si era realizzato. Un sogno senza pretese, certo. Tra- scorrere un’esistenza tranquilla, dedicandosi alle sue pas- sioni, senza l’assillo di lavorare. Era persino riuscito a sta- bilirsi in quel gioiellino della Liguria che, fin da bambino, gli era entrato nel cuore. Ma allora perché si sentiva così?

Non sapeva neppure lui come definire la sensazione che da tempo l’opprimeva. Rimorso? Cacciò quel pensiero come si trattasse di un’ossessione suicida. «Mi sa che stai invec- chiando!», pensò. «Il tipo da rimorsi tu?».

Tutto era cambiato da quando l’aveva incontrata. Se pri- ma passare da un’avventura all’altra rappresentava la nor- malità, adesso non gli importava più. Era caduto anche lui nella trappola più vecchia del mondo: si era innamorato.

Ma cosa poteva offrirle? La sua vita era stata solo un cumulo di sotterfugi, di inganni. Per un istante gli balenò l’idea di raccontarle ogni cosa. Era sicuro che avrebbe capito. For- se anche perdonato. Ma era disposto a rischiare fino a quel punto? Meglio vivere la giornata, assaporando fino in fon- do tutto ciò che la vita poteva ancora offrirgli. Aveva ragio- ne il saggio Lorenzo: «…di doman non c’è certezza».

(3)

Capitolo 1

«Allora, ci siamo tutti?», domandò Ginevra Olivieri, la giovane insegnante di lettere.

«Sì, prof, direi di sì», rispose Elsa, un’esile ragazzina con lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo.

«Bene, ragazzi, si parte!», esclamò la professoressa.

Era una serena mattinata d’aprile e la classe terza, rac- colta davanti al massiccio portale della scuola, si mise in marcia verso il bosco. Faceva parte della scuola secondaria di primo grado «M. Boccaccio». Data la retta piuttosto sala- ta, era diventata una vera e propria scuola d’élite a numero chiuso. D’altra parte, l’antico edificio situato al centro del paese non poteva ospitare più di una sezione.

La dirigente, Agata Lagorio, ne andava orgogliosa. Era infatti l’unico istituto del circondario che adottava una pro- grammazione ispirata a due leggende nell’ambito educati- vo: don Bosco e il pedagogista americano Dewey.

La scuola si trovava al centro di un antico paesino, Gril- lano, arroccato su una ridente collina dell’Alto Monferrato.

Un pittoresco castello con le sue mura si sporgeva sul piaz- zale di una chiesetta stretta tra frondose acacie. Come in un presepe permanente, casette in pietra o intonacate di rosa, bianco e ocra si stringevano attorno al maniero e alla pieve.

L’allegra brigata, attraversata l’unica strada che correva lungo il paese, poco trafficata e piuttosto stretta, costeggiò le mura del castello e, dopo poche centinaia di passi, im- boccò un sentiero erboso che conduceva al Castagneto, il secolare bosco del paese. Si stendeva nel fondovalle, inerpi- candosi per un vasto tratto lungo una collina prospiciente Grillano, in cima alla quale sorgeva un’altra borgata altret- tanto antica, Cremolino.

(4)

a Ovada, una moderna cittadina industriale che distava da Grillano pochi chilometri. Stretta fra due fiumi, si stende- va ai piedi della collina da cui Grillano faceva capolino. Un buon numero di allievi, nonostante in Ovada vi fossero una scuola statale e una privata, entrambe valide, frequentavano l’Istituto Boccaccio.

Accarezzati dai raggi di un sole un po’ sornione, fra una battuta scherzosa e l’altra, la squadra dei giovani esploratori, in tuta e zainetto, marciava a passo sostenuto verso il bosco.

«Ecco ragazzi, fermiamoci qui», esclamò Ginevra, ada- giando il suo zaino sul soffice manto erboso punteggiato qua e là da ciuffi di ranuncoli.

Il mormorio del ruscello che attraversava il Castagne- to si univa allo stormire delle fronde, perdendosi nell’aria come una soave melodia.

«Bene, avete tutto l’occorrente per il nostro laborato- rio?».

I ragazzi annuirono e si accovacciarono in cerchio sul prato.

Ginevra iniziò a leggere una poesia.

«Un lenzuolo sventolante fa eco al festoso cinguettio le colline bagnate

dal cielo di grano si appoggiano stanche su ricordi bambini di pietre scagliate, di corse nel vento Folate di emozion travolgono i sensi e un libeccio distratto ci sferza le guance, il volto

(5)

diventano vita pulsante nello scivolare del fremito Brividi di pace

attraversano i nostri sguardi conficcati nel silenzio delle stelle».

Terminata la lettura, la professoressa, seduta accanto ai ragazzi, esclamò: «In questi versi il poeta contemporaneo Tommy Gazzola comunica al lettore le sensazioni che la na- tura suscita nel suo animo. Distribuirò a ciascuno una copia della sua poesia. Da soli proverete a scriverne il commento.

Fatevi aiutare dall’atmosfera del bosco.

I ragazzi annuirono all’unisono.

«Bene. Rompiamo le righe. Ognuno trovi l’angolo del bosco che più lo invita alla concentrazione. Ma non allon- tanatevi troppo, chiaro? Il Castagneto lo conosciamo bene, ma è sempre meglio essere prudenti. Ci troviamo tutti a mezzogiorno in punto sotto il ponticello. Pranzeremo sulla riva del ruscello», concluse Ginevra.

I giovani allievi non se lo fecero ripetere due volte.

Come segugi sguinzagliati dal cacciatore, si sparpagliarono per il Castagneto.

(6)

Le autr ici L

Indice

Capitolo 1 ... pag. 6

Capitolo 2 ... » 9

Capitolo 3 ... » 11

Capitolo 4 ... » 14

Capitolo 5 ... » 16

Capitolo 6 ... » 19

Capitolo 7 ... » 21

Capitolo 8 ... » 23

Capitolo 9 ... » 26

Capitolo 10 ... » 28

Capitolo 11 ... » 30

Capitolo 12 ... » 33

Capitolo 13 ... » 35

Capitolo 14 ... » 38

Capitolo 15 ... » 42

Capitolo 16 ... » 44

Capitolo 17 ... » 47

Capitolo 18 ... » 49

Capitolo 19 ... » 52

Capitolo 20 ... » 54

Capitolo 21 ... » 58

Capitolo 22 ... » 61

Capitolo 23 ... » 64

Capitolo 24 ... » 66

Capitolo 25 ... » 69

Capitolo 26 ... » 73

Capitolo 27 ... » 76

Capitolo 28 ... » 79

Capitolo 29 ... » 83

Capitolo 30 ... » 86

(7)

Capitolo 34 ... » 100

Capitolo 35 ... » 102

Capitolo 36 ... » 105

Capitolo 37 ... » 107

Capitolo 38 ... » 110

Capitolo 39 ... » 112

Capitolo 40 ... » 116

Capitolo 41 ... » 119

Capitolo 42 ... » 121

Capitolo 43 ... » 123

Capitolo 44 ... » 126

Capitolo 45 ... » 129

Capitolo 46 ... » 134

Capitolo 47 ... » 138

Capitolo 48 ... » 141

Capitolo 49 ... » 144

Capitolo 50 ... » 147

Capitolo 51 ... » 150

Capitolo 52 ... » 152

Capitolo 53 ... » 155

Capitolo 54 ... » 159

Capitolo 55 ... » 162

Capitolo 56 ... » 166

Capitolo 57 ... » 171

Capitolo 58 ... » 174

Epilogo ... » 177

Gul liver

Come leggere storie ai bambini

Jacob Grimm - Wilhelm Grimm, Sette grandi fiabe tradotte da Antonio Gramsci Giorgia Montanari, 20 cose da fare prima di compiere 10 anni

Piret Raud, Trööömmmpffff o la voce di Eli Charles Perrault, Cinque grandi fiabe tradotte da Carlo Collodi

Giorgia Montanari, Natale in 10 quadri Giorgia Montanari, Kamal Leonte in viaggio tra i colori

Piret Raud, Emily e un mare di cose

Riferimenti

Documenti correlati

Esposizione in lingua Risoluzione corretta ma espressa in italiano o con meno del numero di parole richieste in lingua o espressa in lingua incomprensibile o matematicamente errata

Mit verbundenen Augen bittet David einen Zuschauer, in eine Kiste zwei Tauben, in eine andere zwei Kaninchen und in die letzte ein Kaninchen und eine Taube zu setzen.. Dabei soll

a) Poiché un alfiere si muove o su case bianche o su case nere possiamo sviluppare il calcolo separatamente nei due casi osservando le diagonali. Iniziamo dalle diagonali nere

Risoluzione corretta ma espressa in italiano o con meno del numero di parole richieste in lingua o espressa in lingua incomprensibile o matematicamente errata. 2 Pavimento

Risoluzione corretta espressa in lingua con meno del numero di parole in lingua richieste o espressa in italiano o errata 0.. 2 Date

• salgono sulla pesa Anna, Benedetta, Carlo e Donata rilevando come peso 208 kg. • scende Donata e al suo posto sale Enrico con il risultato di

Esposizione in lingua Risoluzione corretta ma espressa in italiano o con meno del numero di parole in lingua richieste incomprensibile o matematicamente errata. 2 Osservando …

Le due piastrellature sono formate da moduli quadrati che si ripetono simmetrici rispetto ai lati come da figure sottostanti. Nel tipo A ogni modulo segnato in colore comprende