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Ètutto un complesso di cose informazioneL’altrainformazioneL’altra

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Academic year: 2022

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Il gap generazionale fra i giovani veterinari e noi cinquantenni è dovuto al fatto che il sistema legislativo, in cui siamo cresciuti, prevedeva il veterinario quotidiana- mente impegnato a prendere decisioni confidando sulla propria capacità di discer- nimento e non su percorsi obbligati preconfezionati, catalogati e codificati.

C’erano le autorizzazioni sanitarie, il direttore del mattatoio, il veterinario condot- to, la controvisita.

In questa fase di onnipotenza, ci poteva anche essere chi denunciava terrorismo e baronia, ma tutta l’attività basava i propri fondamenti sull’esperienza, la cultura, la professionalità e il buon senso.

A partire dagli anni ’90, con le norme verticali, già si scorge quello che più tardi sarebbe avvenuto.

Si comincia con l’autocontrollo, l’abolizione del rinnovo del libretto sanitario sosti- tuito da cattedratici corsi di formazione, si va avanti con gli ausiliari al triage del- l’ante mortem, per finire con l’Autorità Competente, entità ascetica indefinibile.

I giovani non hanno assistito a tutte queste trasformazioni e ben si adattano alle novità, si armonizzano, mettono crocette, classificano con asettici punteggi, misu- rano pendenze, capienze, tendenze in nome di un’omogeneità, che trasforma tutto in vuota espressione burocratica, dove manca l’aderenza alla realtà, la compren- sione delle diversità di situazioni tra piccola e media impresa.

Così, se da una parte si predica tanto sulla tutela dell’economia marginale e sulla conservazione dei metodi tradizionali, dall’altra si stravolge senza discriminare il vecchio sistema pretendendo anche nei piccoli insediamenti rurali impianti moder- ni con box per i vitelli, abolizione della museruola (e diarree a go go) o si passa alla cancellazione dei mattatoi a capacità limitata comprensoriali capaci di rispon- dere alle necessità di un’utenza territoriale.

Al loro posto o gli stabilimenti riconosciuti o i carrozzoni ambulanti con i giostrai della morte (infelicemente definiti moduli operativi mobili) o i mattatoi aziendali che sfruttano deroghe sovrapponibili a quelle concesse dalla Legge Regionale sul- l’agriturismo con il virtuosismo dei fraseggi della fornitura diretta, del commercio al dettaglio, della cessione occasionale, del livello locale, delle piccole quantità che nessuno ha mai definito.

Giocando proprio sui piccoli quantitativi tutto è concesso: una piccola discarica a cielo aperto con lo smaltimento dei sottoprodotti e dei reflui in concimaia, una pic- cola macellazione in un non meglio definito «Luogo pulito al riparo da polveri e insetti» (tanto si sa, la Salmonella è vanitosa, vuole le luci della ribalta e disdegna le imprese di poco conto con i loro sommari dettami igienico sanitari), una picco- la spesa con disattesa del costo del servizio su base oraria per la vigilanza, un pic- colo maltrattamento con la macellazione effettuata da personale non professioni- sta, una piccola illegalità, con la clandestinità formalizzata dalla notifica del mat- tatoio fai da te e da un buon sistema di autocontrollo inespugnabile, che tutto copre e legittima.

Questo non è che il modo politicamente corretto per abbandonare le piccole attivi- tà in pasto alla grande impresa, maliarda Maga Circe, che a volte, per troppa avi- dità, ingrassa con putridi oli i suoi porci, tramutandone le carni in cibo per veleno- si banchetti.

Qui tacet consentire videtur.

È tutto un complesso di cose che fa sì che io mi fermi qui o forse ho voglia di far la pipì.

È tutto un complesso di cose

Pensieri critici di

Caterina Pennesi

informazione L’altra informazione L’altra

42_42_pennesi_42_42_pennesi 16/03/11 15.35 Pagina 35

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