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Academic year: 2021

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Abstract italiano

La tesi di Dottorato “Sistemi economici in cambiamento: insediamenti, strade, mercati e commerci nella Toscana tra eta imperiale e altomedioevo” si basa su un lavoro di schedatura che ha interessato tutti gli insediamenti in vita tra I secolo e X secolo d.C. nel territorio della Regione Toscana e di tutta la cultura materiale (con particolare riferimento alla ceramica) che poteva offrire indizi commerciali; ci riferiamo, ad esempio, alla sigillata africana, alle anfore, oppure alle ceramiche sottoposte ad analisi archeometriche e di cui conosciamo il luogo di estrazione delle materie prime.

Le basi teoriche su cui prende spunto il lavoro di analisi sono quelle dei Sistemi, in cui ogni elemento (naturale o antropico) è legato a tutti gli altri da profonde connessioni ed è vincolato al Sistema stesso. Lo sviluppo economico di un determinato insediamento umano non può essere letto in modo puntuale, ma contestualizzandolo all'interno del paesaggio e delle vicende storiche del tempo in cui vive.

Da un punto di vista quantitativo, gli insediamenti subiscono, in linea generale, una flessione tra I e VII secolo e un incremento tra VIII e X. Nella prima fase si osservano due momenti di vera e propria frattura: si tratta del III e del VI secolo. Nel primo caso si tratta di una crisi legata al crollo quantitativo della piccola proprietà rurale, con la scomparsa di praticamente tutte le case e fattorie; la crisi economica, con una forte inflazione, produsse infatti un processo di accentramento della proprietà in mano a pochi grandi proprietari terrieri. Per il VI secolo invece la crisi è più generalizzata e interessa tutte le fasce sociali, con l'abbandono di ville e grandi trasformazioni (verso il basso) dei principali centri rurali, ma anche delle città. La fine del sistema economico di sfruttamento delle campagne tipico dell'età romana non coincide però con la fine dei commerci: ancora nel VI secolo e addirittura nel successivo, si avranno discrete quantità di merci provenienti dall'Africa, a testimonianza di una profonda aritmia tra i cambiamenti insediativi e quelli commerciali.

Nel lavoro proposto emergono i veri e propri colossi del mondo rurale: si tratta di quelli che vengono genericamente definiti come insediamenti secondari e che rappresentano il motore del mondo rurale. Grandi o piccoli insediamenti, che genericamente nascono vicino alle strade romane e ai corsi d'acqua, con funzione di poli industriali, luoghi di mercato in cui si potevano comprare le merci provenienti dall'Africa, dalla Gallia, dall'Oriente, ma anche dove i grandi e piccoli produttori potevano vendere il proprio surplus agricolo. Questi insediamenti sono luoghi che non hanno il rango urbano, ma che svolgono il ruolo delle città.

Dal VII secolo e più marcatamente dall'VIII si andranno ad affermare invece nuove forme di colonizzazione delle campagne toscane, con in evidenza i villaggi di altura. Questi tipi di insediamenti, che daranno poi vita alle aziende curtensi e ai castelli, saranno legati ad altri circuiti economici, attratti più che altro dalle attività minerarie e meno ai grandi circuiti stradali e delle idrovie.

Le vicende commerciali della regione vedranno invece l'affermazione di nuovi circuiti di scambio, più limitati nello spazio, e che mostrano la tendenza all'agglomerazione, probabilmente con l'obiettivo di collaborare per il rifornimento di materie prime e per il trasporto verso i mercati principali. Tale fenomeno, che sembra essere una iniziativa indipendente delle aziende (libero quindi dall'influenza statale) nasce nel VI secolo e sembra confermarsi per tutta l'età longobarda. Il modello dei “trust” si pone quindi in completa antitesi sia con il funzionamento del mercato romano, caratterizzato dai mercati insostenibili, sia con la volontà di accentramento delle ricchezze tipico della fase carolingia.

Oltre alla teoria dei Trust, è interessante osservare il fenomeno delle imitazioni della sigillata africana, che dal III secolo in poi, va a drenare mercato ai prototipi. Il fenomeno in questione mostra una evidente presenza di libero mercato nel mondo romano.

I modelli teorici dell'economia moderna, se adattati ad un mondo meno globalizzato da un punto di vista delle comunicazioni, possono essere applicati al mondo antico e mostrano evidenti capacità di spiegazione di fenomeni complessi.

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English abstract

The PhD thesis “Changing of economic systems: settlements, roads, markets and trades in Tuscany between the imperial age and the early middle ages” relies on a classification which affected all settlements between the first century and the tenth century A.D. in Tuscany and finds (with particular reference to thepottery) that could offer commercial evidence; we refer, for example, the ARS, the amphorae, or ceramics for which we know the place of extraction of raw materials (through archaeometrical analysis).

The theory behind this work is the systemic, in which each element is linked to all the others by deep connections and is bound to the same System. The economic development of a settlement can not be analyzed alone, but contextualizing it within the landscape and the historical events of the time in which it lives.

From a quantitative point of view, the settlements are subjec,t in general terms, a decline between I and VII century and an increase between VIII and X. In the first phase we observe two fracture's moments: in the third and sixth centuries. In the first case it was a crisis of the small rural property, with the abandonment of the majority of rural homes and farms; the economic crisis, with high inflation, in fact, produced a process of centralization of property in the hands of a few large landowners. For the sixth century however the crisis is more generalized and affects all levels of society, with the abandonment of villas and the impoverishment of the major rural towns and cities. The end of the typical Roman age rural economic system does not coincide with the end of the trade: even in the sixth century and even into the next, we observe large quantities of goods from Africa, reflecting an irregular rhythm among the settlements and trades.

In the proposed work, we can see the "giants" of the rural world: they are generally defined as secondary settlements and representing the engine of the rural world. Large or small settlements, which generally are born near the Roman roads and waterways, with industrial centers, market places where the inhabitants could buy goods from Africa, from Gaul, from the East Mediterranean, but also where large and small producers could sell their agricultural surpluses. These settlements are places that do not have the urban status, but which play the role of cities.

Between the seventh and the eighth century, moving into new rural settlements, such as the hilltop villages. These settlements, which will become curtis and castles, will be linked to other economic circuits, attracted by mining activities and less to big road circuits and waterways.

In the same period, are created new circuits of trade, more limited in space, and which show a tendency to agglomerate, probably with the aim of working for the supply of raw materials and for transport to the main markets. This phenomenon, which seems to be an independent initiative of the companies (free by state influence) was founded in the sixth century and seems to be confirmed for the whole of the Lombard period. The model of "trust" stands in complete contrast with both the functioning of the Roman commerce, characterized by unsustainable markets, and with the intention of centralization of richness, typical of the Carolingian period.

In addition to the Trust theory, it is interesting to observe the phenomenon of the ARS imitations, which from the third century, conquest the market of the prototypes.

The phenomenon in question shows a clear presence of the free market in the Roman world.

Theoretical models of the modern economy, if adapted to a less globalized world from the point of view of communications, can be applied to the ancient world and show clear explanatory power of complex phenomena.

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