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(Rapporto Inps) Madri o lavoratrici? Scelta ancora troppo difficile

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Academic year: 2022

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(Rapporto Inps) Madri o lavoratrici? Scelta ancora troppo difficile

di Silvana Roseto (segretaria nazionale Uil)

Il Rapporto INPS 2017, reso noto in questi giorni, conferma un dato allarmante che già da tempo avevamo intercettato:

fare figli in Italia è un lusso alla portata di pochi.

Il Rapporto, infatti, sottolinea come le donne occupate prima della nascita di un figlio, dopo 2 anni dalla loro nascita, subiscono un taglio, pari al 35%, del salario e, ancor peggio, una donna su quattro, occupata, è costretta ad abbandonare il lavoro nei due anni successivi alla nascita, trend in aumento negli ultimi anni.

La maggior parte delle lavoratrici, soprattutto a tempo determinato, e quelle precarie non possono permettersi il lusso di avere un figlio. La mancanza di tutele certe, la scarsità dei servizi di cura e assistenza , la difficoltà di conciliare lavoro e vita privata aggrediscono inevitabilmente anche il tasso di natalità del nostro Paese, mai stato così basso dall’Unità d’Italia.

Diventare madre o più in generale genitore non è più una libertà per l’individuo, ma in queste condizioni di mancanza di sostegno efficace alla genitorialità diviene addirittura un costo.

E’ necessario investire sui servizi di welfare dedicati alle famiglie, ma ancor più compiere quella rivoluzione culturale nel riconoscimento della pari responsabilità di cura e assistenza anche per i padri. A partire dal riconoscimento del congedo parentale obbligatorio per i padri, che non può essere solo figurativo, come gli attuali 2 giorni, ma deve concretizzarsi in un numero maggiore di giorni, incentivando quindi, l’utilizzo della misura stessa.

Il rapporto INPS, infatti, certifica che, nonostante la presenza dell’istituto “ figurativo” per i padri lavoratori dipendenti, solo una percentuale bassissima ne usufruisce: su 230.000 mila nascite del 2015, solo 72.000 padri hanno utilizzato il congedo parentale obbligatorio.

La mancanza di politiche a sostegno della genitorialità si ripercuote anche e inevitabilmente su tutto il sistema previdenziale.

Sostenere e attivare politiche di conciliazione a favore della genitorialità rappresenta invece un’opportunità per un Paese che deve guardare al futuro, che diversamente rischierebbe il collasso.

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