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Bologna, 12 ottobre 2018

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Bologna, 12 ottobre 2018

Preg.me Assessore all’Agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli

Assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna Paola Gazzolo

Oggetto: emergenza fanghi generati da imprese agroalimentari

Da alcuni giorni le cooperative agroalimentari associate alle scriventi Organizzazioni ci segnalano con crescente preoccupazione, per non parlare di vero e proprio allarme, la difficoltà a collocare i fanghi generati dai propri processi produttivi.

Nel caso specifico si tratta di rifiuti costituiti da acque reflue che, a seconda delle caratteristiche, possono essere avviati direttamente a spandimento o presso depuratori autorizzati o ad impianti di compostaggio.

Questi rifiuti devono essere allontanati dalle imprese di produzione in considerazione degli obblighi di legge che limitano i quantitativi di rifiuti che è possibile tenere in deposito presso il sito di produzione, e della contestuale assenza/carenza di vasche di stoccaggio nelle aree aziendali.

Le cooperative agroalimentari, specialmente a seguito della campagna estiva, producono grandi quantità di fanghi e devono gestirli continuativamente per non mandare in blocco gli impianti produttivi.

Da qualche tempo ci giungono notizie allarmanti da parte di grandi imprese cooperative nostre associate che, in assenza di adeguate e rapide soluzioni, paventano rilevanti rischi sui processi produttivi con impatti potenziali anche sui livelli occupazionali.

Gli impianti deputati a trattare questi fanghi sono saturi e rifiutano ulteriori conferimenti.

A quanto ci risulta il problema sembra essere sorto in particolare a seguito della sentenza del TAR Lombardia (20 luglio 2018) che ha dichiarato illegittima la disposizione regionale (n.7076/2017) che permetteva lo spandimento di fanghi con caratteristiche in deroga rispetto ai valori limite imposti dalla normativa nazionale. Molte Regioni, avevano, infatti, stabilito valori-limite più ampi per alcuni parametri per lo spandimento dei fanghi in agricoltura, mentre oggi, nel timore che il

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Consiglio di Stato confermi l’illegittimità di tali disposizioni regionali i fanghi si stanno accumulando negli stoccaggi.

Ciò ha creato anche in Emilia Romagna un eccesso di fanghi rispetto alle potenzialità di recupero, circostanza che è stata accentuata anche dall’abbondante produzione vitivinicola di questa campagna. L’impiantistica per trattare i fanghi, ed eventualmente abbattere gli inquinanti, non è infatti adeguata. Il comparto del trattamento fanghi non ha avuto sviluppo proprio perché c’era la possibilità di spandere fuori Regione, anche in deroga. Come conseguenza, sono dunque arrivate molte richieste ad impianti dell’Emilia-Romagna che si sono velocemente saturati.

Il problema è quindi divenuto rilevantissimo con molte grandi imprese di trasformazione che da un lato non riescono a smaltire i fanghi generati e, dall’altro, non possono tenere stoccati questi rifiuti per limiti tecnici e normativi.

Sembra quindi quanto mai necessario trovare soluzioni veloci e tempestive per risolvere la situazione contingente e, nel contempo, programmare il futuro con interventi strutturali per rendere autosufficiente il sistema impiantistico regionale.

Nel brevissimo termine, considerato che il problema discusso interessa, in maniera più o meno intensa, buona parte del territorio nazionale, auspichiamo un rapido intervento di modifica da parte del Ministero dell’Ambiente dei limiti previsti per lo spandimento dei fanghi. Tuttavia, concentrando l’attenzione sul territorio regionale, le informazioni in nostro possesso ci suggeriscono che l’intervento ministeriale sopra menzionato sarà in grado di mitigare le criticità presenti in regione ER solo in modo parziale.

Appare quindi necessario un parallelo intervento della Regione Emilia Romagna che supporti il recupero dei fanghi in questione, ad esempio agendo sulle procedure e/o sui limiti di lavorazione dei pochi impianti disponibili sul nostro territorio.

Data la rilevanza della problematica in questione, riteniamo opportuno un incontro in grado di approfondire la questione stessa e condividere gli eventuali interventi che la Regione potrebbe adottare.

Sicuri di una vostra pronta attenzione alla questione riportata, porgiamo i nostri più cordiali saluti,

Confcooperative FedAgriPesca ER Legacoop Agroalimentare NordItalia

Carlo Piccinini Cristian Maretti

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