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Comune di Castel San Pietro Terme

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Academic year: 2022

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(1)

R 7

committente

Comune di Castel San Pietro Terme

Provincia di Bologna

RAPPORTO AMBIENTALE - PROCEDURA DI VAS

(D.Lgs. 152/2006 e ss. mm.)

progettisti

EMME.PI. Immobiliare srl

Via Albertoni 3, 40138 Bologna

Comparto produttivo "Ca' Bianca 5"

DESIGN OUTLET ITALIANO

01 - 2014

data

(2)

premessa ... 2

a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;... 4

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; ... 61

c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;... 62

d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.

228. ... 64

e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; ... 65

f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; ... 66

g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;... 99

h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; ... 100

i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare;... 102

j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. ... 103

(3)

PREMESSA

Il piano/progetto analizzato, è sottoposto alla procedura ambientale denominata VAS (Valutazione Ambientale Strategica) secondo il Decreto Legislativo n° 4 del 16 Gennaio 2008 "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale"

che prevede che tutti i Piani/progetti e le loro varianti siano soggette a Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Il presente documento rappresenta il rapporto ambientale che, come previsto dal Decreto 4/2008 (art.

13), è la relazione utile alla individuazione, descrizione e valutazione degli impatti significativi sulle componenti ambientali coinvolte nelle attività previste dal piano/programma o sue varianti.

Nel caso specifico viene analizzata la FASE 1 del Piano Particolareggiato relativo al progetto del Comparto Produttivo “Cà Bianca 5” in località Poggio Piccolo di tipo commerciale Comune di Castel San Pietro (BO).

Al momento dell’attuazione della FASE 2 del Piano Particolareggiato, il presente documento verrà implementato con le necessarie integrazioni.

Secondo l’art. 13 del D.lgs. 4/2008 nel rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso. L'allegato VI al presente decreto riporta le informazioni da fornire nel rapporto ambientale a tale scopo, nei limiti in cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. Per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell'ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di altre disposizioni normative.

Seguendo l’allegato VI del D.lgs 4/2008 il Rapporto Ambientale viene redatto considerando i seguenti contenuti:

a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma;

c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

(4)

e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori.

Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;

g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;

h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste;

i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare;

j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

Si pone in evidenzia che la pianificazione vigente prevede per l’area di studio una destinazione di tipo produttivo in senso generale.

La proposta presentata (di tipo esclusivamente commerciale) rappresenta di per se stessa una miglioria in relazione ai possibili impatti sulle diverse componenti ambientali se non altro derivanti dai flussi di traffico che sono quasi esclusivamente di tipo leggero.

Di seguito vengono esaminati i singoli punti evidenziati in precedenza.

(5)

a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;

L’area oggetto di intervento è ubicata nel comune di Castel San Pietro Terme (provincia di Bologna), a nord del capoluogo, con accesso dalla Strada Provinciale Colunga.

In particolare l'area è situata a nord della via Emilia e della Autostrada, in prossimità del casello di Castel San Pietro.

L'area risulta delimitata a N e W dalla via Colunga, a E dalla via San Carlo e dal confine con il Comune di Castel Guelfo, a Sud dal comparto produttivo Cà Bianca.

Ad W l'area risulta confinante con terreni agricolo di altra proprietà.

L'area risulta attraversata con andamento N-S, dallo Scolo Sestola, di proprietà demaniale.

Tale Scolo riceve le acque bianche del comparto.

Per un tratto lungo il lato W corre un elettrodotto ENEL MT.

L’area è collocata nella zona di pianura a nord del capoluogo. Il paesaggio è prettamente agricolo, con campi a colture estensive e rade alberature, caratterizzata essenzialmente dal reticolo stradale e dal sistema dei canali di scolo e di irrigazione.

In prossimità dell'area, ad E, scorre il Canale di Medicina.

L’area ha una superficie territoriale reale di 135.791 mq. a destinazione industriale e commerciale come definito all'art. 22.2.3 delle NTA del PRG vigente.

L’impianto urbanistico di progetto è ordinato secondo un prevalente orientamento N-S e E-W.

I due fronti principali sono rivolti verso la via San Carlo e verso la rotonda di collegamento tra la San Carlo e la via Colunga.

Dalla rotonda, come previsto dal PRG vigente, deriva la strada principale di accesso e distribuzione del comparto. Un secondo accesso è previsto da sud, attraverso la viabilità dell’adiacente zona produttiva, e sarà prevalentemente riservato alla logistica e al personale dell’outlet.

CONTESTO TERRITORIALE SERVITU' E VINCOLO REALI.

L'area risulta delimitata a N e W dalla via Colunga, a E dalla via San Carlo.

In adiacenza a tali strade si determina una fascia di rispetto individuata dagli elaborati di PRG, mediamente di 30 m. di profondità.

L'area è attraversata, con andamento N-S, dallo Scolo Sestola di proprietà demaniale, che sottopassa la San Carlo con un tubo diam. 800.

(6)

Il PTCP prevede interventi di riqualificazione dell'ambito produttivo San Carlo nell'ambito del progetto delle Reti Ecologiche.

Gli interventi previsti nell'intorno del PUA riguardano il Parco lungo il Canale di Medicina, la realizzazione di connessioni ecologiche di area vasta, la valorizzazione della S.P. San Carlo, e interventi di mitigazione d'ambito.

Di questi i primi due non interessano le aree del PUA, il terzo interessa aree limitrofe al PUA ed in parte aree già oggetto di cessione alla Provincie di Bologna, che ha già attuato parte degli interventi previsti.

Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione, il PUA prevede la realizzazione di fasce di verde alberate sia sul confine W che lungo la San Carlo e in prossimità della rotatoria di collegamento, dove il progetto prevede le aree verdi di maggiore consistenza, integrate con le modeste depressioni inerbite che fungono da vasche di laminazione.

La scelta delle essenze alberate è coerente con le indicazioni del progetto di Reti Ecologiche.

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Con il piano particolareggiato si propone di realizzare una prima fase di intervento, per una superficie utile massima di 17.200 mq., più un magazzino/laboratorio esterno di circa 800 mq. Trattandosi per buona parte di “materiali ingombranti”, in base alla normativa commerciale vigente la superficie di vendita totale sarà pari a 4.500 mq., sotto al limite del 5% previsto dalla norma. Il taglio dei singoli negozi, compreso il maggiore negozio multibrand, sarà inferiore a 1.500 mq. di SV. e varia da un minimo di 100 mq. ad un massimo di 1.400 mq. di superficie utile.

Nell’outlet saranno anche previsti locali di ristorazione, un centro servizi e informazione, uno spazio giochi per i bambini, la direzione e uno spazio completamente dedicato ai designer italiani e alle autoproduzioni di design che potrà essere utilizzato sia per produrre in un laboratorio interno, sia per esporre e vendere alla clientela finale creando un ulteriore motivo di attrazione per il centro.

La superficie fondiaria dell’outlet, compresi gli spazi aperti fra i negozi (pari a circa un terzo dell’area), è di circa 24.000 mq. più il magazzino, mentre la viabilità, i parcheggi pubblici e pertinenziali, e il verde di standard sono reperiti all’esterno. Essendo il centro quasi interamente sviluppato su un piano, e trattando prevalentemente materiali ingombranti, il limite dei 20.000 mq. può essere rispettato solo con questa interpretazione della St, pena l’impossibilità di realizzare il progetto per via ordinaria.

A questo fine si chiede l’approvazione del PUA in variante all’art. 22.2.3 delle NTA, in modo da rendere efficace per tutti questa interpretazione più estensiva della norma, per non penalizzare l’insediamento delle attività commerciali “ingombranti”.

Il complesso commerciale è orientato quasi N – S come l’adiacente insediamento produttivo di Cà Bianca. I due lati più lunghi (circa 200 metri) hanno caratteristiche diverse:

• quello a ovest è adiacente ai parcheggi e comprende i due ingressi del pubblico: uno minore a nord e quello principale al centro, protetto e caratterizzato da un’ampia pensilina, da cui si accede direttamente alla piazza centrale interna;

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• l’altro fronte principale si affaccia sulla S.P. 19 S. Carlo, con uno sviluppo lineare complessivo di oltre 200 metri per un’ altezza costante inferiore a 6 metri. E’ questo il fronte che più caratterizza l’immagine esterna del compIesso commerciale. Il progetto ha previsto di sviluppare la parte centrale su due livelli, per un fronte di circa 50 metri, destinando la parte superiore alla zona della ristorazione (food - court). La copertura della food court ha un andamento più libero e si conclude con un elemento architettonico che costituisce il totem pubblicitario del complesso commerciale, con un’altezza massima di 25 metri, in analogia ad altre insegne commerciali già presenti nell’area (Outlet di Castelguelfo e COMET).

La parte inferiore del corpo centrale è aperta, per creare una continuità visiva e funzionale fra l’ampia area verde esterna e la piazza lineare interna, lunga circa 100 metri e di larghezza variabile (15 – 30 metri), che costituisce il cuore del complesso commerciale. La piazza è circondata da un porticato della profondità di 4 metri, su cui affacciano le vetrine dei negozi. Nel porticato confluiscono le strade pedonali interne, di larghezza costante pari a 10 metri, parzialmente protette da pensiline della profondità di 2,5 metri. Le strade portano a due piazze minori di forma irregolare di circa 900 mq. ciascuna, al cui interno sono previsti due negozi temporanei di circa 130 mq.

I negozi sono raggruppati in sei isolati – tre a nord della piazza principale e tre a sud – con un mimimo di cinque negozi ed un massimo di dodici, tutti affacciati con vetrine continue sulle strade e sulle piazze pedonali interne. Solo tre negozi, dedicati all’arredo del giardino, hanno un affaccio verso il parco esterno. Il cuore dell’attrazione commerciale si sviluppa nella parte finale della piazza centrale, su cui affacciano tre grandi negozi plurimarca (un’ancora di quasi 1.500 mq. di SV e due negozi di alta gamma), la zona della ristorazione e gli altri servizi (baby-land, ateliers di progettazione).

I servizi igienici per il pubblico sono collocati all’interno dei due settori, a nord e a sud della piazza, e nella zona della ristorazione, mentre il magazzino a servizio di tutti i negozi è collocato nell’angolo sud – est.

Due dei sei isolati comprendono negozi che trattano merci non ingombranti (complementi di arredo e casalinghi), gli altri quattro trattano solo materiali ingombranti.

All’esterno il complesso si caratterizza per una prevalenza di pieno; la pannellatura sarà caretterizzata dal disegno geometrico dei pannelli e da una graffatura predisposta nel getto.

Viabilità

Il progetto prevede un accesso principale a doppio senso di marcia, innestato sulla rotatoria esitente sulla S.P. Colunga, che pertanto si articolerà su quattro bracci, come previsto dal PRG.

Il progetto prevede la realizzazione di fasce di verde alberate sia sul confine W che lungo la San Carlo e in prossimità della rotatoria di collegamento, dove il progetto prevede le aree verdi di maggiore consistenza,

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All'interno delle zone di parcheggio si realizzano percorsi pedonali protetti attrezzati per garantire la piena accessibilità all'utenza disabile.

La viabilità principale sarà completata, nella seconda fase, da una strada perimetrale che divide i parcheggi dalle zone esterne a verde e connette con l'accesso secondario dal comparto Ca Bianca.

Anche tale viabilità è dotata di marciapiedi e pista ciclabile.

Tale accesso secondario è destinato principalmente all'accesso degli addetti e delle merci e comporterà la realizzazione di un ponte carrabile sopra la vasca di laminazione del comparto Ca Bianca.

La strada perimetrale connette anche il parcheggio previsto oltre lo Scolo Sestola superato da un ponte carrabile.

Verde pubblico.

Il verde circonda il comparto su tre lati, con funzione di protezione ambientale verso le aree agricole esterne e di protezione della qualità ambientale interna rispetto alla viabilità esterna.

Per la sua caratterizzazione prettamente ambientale, il trattamento delle aree verdi è di tipo naturalistico, con ampie superfici a prato e macchie di alberature. Le vasche di laminazione sono concepite come depressioni inerbite, dotate di alberature e protette da siepi perimetrali.

Il sistema di laminazione, basato su un collettore interrato di grande diametro, consentirà di limitare a casi episodici l'allagamento delle zone destinate.

L'ampio spazio verde privato tra lo Scolo Sestola e la San Carlo, è attrezzato come “piazza – giardino” solo parzialmente pavimentato, connesso con l'ingresso laterale del complesso e con la Food Court da un ponte pedonale.

La viabilità principale di accesso è affiancata da fasce di verde alberato, da marciapiedi pedonali e da una pista ciclabile.

Lungo lo Scolo Sestola, su entrambi i lati, all'interno della fascia di tutela idraulica, è prevista una viabilità di servizio per le attività di manutenzione dello Scolo.

Sostenibilità energetica

Nell'ambito del progetto è prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico di dimensioni minime pari a quelle prescritte dalla normativa vigente e pertanto pari a 80 KW per il primo lotto.

Tale previsione potrà essere soddisfatta con installazione sia sulle coperture degli edifici che con la realizzazione di pensiline sui parcheggi pertinenziali.

Di seguito si riporta l’inquadramento dell’area di studio e la planimetria di progetto.

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Inquadramento territoriale

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Planivolumetrico

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Zonizzazione e standard

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Organizzazione degli spazi commerciali

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Documentazione fotografica

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Obiettivi del piano e Rapporti con altri piani e programmi

Le aree di intervento sono destinate dal P.R.G. del Comune di Castel San Pietro Terme nella Variante Generale al P.R.G./V.G. vigente, approvato dalla Giunta Provinciale con delibera n. 112 del 17 aprile 2001 e successive varianti specifiche, come zona "Pie" - zona produttiva di espansione, attuabile mediante strumento urbanistico preventivo.

Le aree sopra citate sono altresì destinate dal P.S.C. – R.U.E. adottato dal C.C. in data 01/08/2013 in regime di salvaguardia come zona "ASP_AN 1.1- Ambiti produttivi sovracomunali di sviluppo a conferma di previsioni previgenti”.

Il PSC adottato ha confermato tale previsione, classificando l’area come ambito polifunzionale di trasformazione, rinviando alla normativa attuativa vigente.

Lo stesso PSC ha riconosciuto l’area di S. Carlo come un nuovo polo funzionale, alla luce della presenza dell’outlet di Castelguelfo e del possibile insediamento di un complesso commerciale e sportivo a ridosso del casello A14.

Il PP è conforme al PRG/VG, fatta salva una parziale variante all’art. 22.2.3, punto g) delle norme di attuazione, in quanto deroga dal limite di 2 ha. previsto per la superficie territoriale dell’area commerciale, trattandosi in prevalenza di materiali ingombranti.

Si richiede altresì deroga per quanto riguarda l’altezza di una porzione di fabbricato a due piani contenente gli spazi di ristorazione e per l'altezza dell’elemento architettonico che costituisce il totem pubblicitario del complesso commerciale.

Il calcolo della Su tiene conto sia dei criteri fissati nell’allegato normativo del PRG/VG, che dei criteri, del tutto differenti e più restrittivi, previsti dal PUE adottato. A questi si conforma il calcolo della Su nel presente PP.

Sull’area sono ammesse funzioni produttive con un indice Uf pari 0,90 mq/mq di superficie fondiaria, al netto della viabilità, dei parcheggi e del verde.

Nella zona Pie adiacente alla via Colunga sono anche ammesse (punto g dell’art. 22.2.3 delle NTA) le funzioni commerciali al dettaglio non alimentari, con strutture di vendita medio – piccole (fino a 1.500 mq. di SV) per una superficie commerciale non superiore al 5% della Su realizzabile. Si può realizzare un’“area commerciale integrata” di livello inferiore, con St non superiore a 2 ettari e una superficie di vendita fino a 5.000 mq.

Alla luce di questa normativa è stata sviluppata la proposta di insediare nell’area di Poggio Piccolo un

“Design Outlet Italiano”, interamente dedicato al tema dell’arredo per la casa, l’ufficio, il giardino e tutti gli ambienti del vivere quotidiano.

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Tale previsione è limitata alla superficie di vendita massima prevista dal vigente PRG e concentrata nel lotto 1 di progetto.

Tuttavia ai sensi della legislazione regionale le funzioni commerciali destinate alle merci ingombranti possono beneficiare del calcolo della superficie di vendita nella misura del 10% di quella effettiva.

La superficie commerciale di vendita di progetto è quindi pari a mq. 4.500.

Nel lotto 1 è anche prevista una superficie destinata a logistica per circa 850 mq.

Il Piano Particolareggiato di iniziativa privata è esteso all’intero comparto, ma è suddiviso in due fasi di attuazione:

• La fase 1 è interamente destinata ad ospitare le funzioni commerciali ammesse nelle zone Pie (art.

22.2.3, punto g), nei limiti del 5% di SV della Su realizzabile. Questa prima fase è oggetto della convenzione urbanistica.

• La fase 2, di successiva attuazione, è prevista con funzione prevalentemente produttiva, come più precisamente specificato all’art. 3, con l’indicazione della viabilità e degli standard.

Nella prima fase di attuazione si prevede di realizzare solo il primo lotto di intervento.

I parametri edificatori massimi previsti, risultano dalla tabella seguente:

Superficie Fondiaria mq.

Superficie Utile mq. Superficie di vendita mq.

FASE 1 - Commerciale 55.986 18.000 4.500

FASE 2 - Produttivo 48.055 43.250 0

TOTALE 104.041 93.637 4.500

Gli standard urbanistici sono stati calcolati considerando per i parcheggi pertinenziali il parametro di 1 posto auto ogni 16 mq. di superficie di vendita, previsto dalla normativa regionale per le grandi strutture di vendita non alimentari. Tale scelta, che eccede il parametro previsto dal PRG (1 P.A. ogni 20 mq. di SV), punta ad assicurare al nuovo complesso commerciale il massimo della funzionalità nelle giornate di punta.

Per le aree produttive il parametro dei parcheggi pertinenziali è di un mq. ogni 3 mq. di Su, e sarà costituito dai piazzali e dai parcheggi privati interni o esterni al lotto.

Risultano le seguenti tabelle:

STANDARD

Parcheggi Verde

(22)

PROGETTO

Parcheggi

Pubblici Parcheggi

Pertinenz. Verde

Mq. P.A. P.A./mq mq.

FASE 1 8.386 297 396 10.855

FASE 2 3.618 132 14.417 11.112

TOTAL

E 12.004

429 396 29.972

Per quanto riguarda il rapporto con gli strumenti di Pianificazione, si riportano di seguito le analisi relative al confronto con i seguenti piani:

- PRG-PSC (strumento comunale)

- PTCP (strumento provinciale)

- Piano di Tutela delle Acque (strumento regionale)

- Piano di Gestione di Qualità dell’Aria (strumento regionale)

- Piano Stralcio di Bacino per il Rischio Idrogeologico (strumento regionale)

- Zonizzazione acustica (strumento comunale)

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PRG-PSC

Le aree di intervento sono destinate dal P.R.G. del Comune di Castel San Pietro Terme nella Variante Generale al P.R.G./V.G. vigente, approvato dalla Giunta Provinciale con delibera n. 112 del 17 aprile 2001 e successive varianti specifiche, come zona "Pie" - zona produttiva di espansione, attuabile mediante strumento urbanistico preventivo.

Le aree sopra citate sono altresì destinate dal P.S.C. – R.U.E. adottato dal C.C. con delibera n. 72 in data 01/08/2013 in regime di salvaguardia come zona "ASP_AN 1.1- Ambiti produttivi sovracomunali di sviluppo a conferma di previsioni previgenti”.

Il PP è conforme al PRG/VG, fatta salva una parziale variante all’art. 22.2.3, punto g) delle norme di attuazione, in quanto deroga dal limite di 2 ha. previsto per la superficie territoriale dell’area commerciale, trattandosi in prevalenza di materiali ingombranti.

Si richiede altresì deroga per quanto riguarda l’altezza di una porzione di fabbricato a due piani contenente gli spazi di ristorazione e per l'altezza dell’elemento architettonico che costituisce il totem pubblicitario del complesso commerciale.

Il calcolo della Su tiene conto sia dei criteri fissati nell’allegato normativo del PRG/VG, che dei criteri, differenti e più restrittivi, previsti dal PUE adottato. A questi si conforma il calcolo della Su nel presente PP.

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PRG vigente

PRG - Zone Pie, zone produttive di espansione.

USI AMMESSI [...]

f) pubblici esercizi; attrezzature per attività motorie in ambienti chiusi (palestre, ecc.) (cat. 2dell'art. 2, L.R.

46/88);

g) funzioni commerciali al dettaglio (cat. 2 dell'art. 2, L.R. 46/88), esclusivamente nella zona Pie del capoluogo e nella zona Pie adiacente alla SP Colunga, limitatamente al settore merceologico non alimentare, e a strutture di vendita medio-piccole (superficie di vendita compresa tra 250 e 1500 mq); in entrambe le zone Pie la Su commerciale non può superare il 5% della Su realizzabile e non può costituire aree commerciali integrate (art.1.8 della Del.CR 1253/99) che eccedano il livello inferiore (St = 2ha;

superficie di vendita = 5000 mq).

[...]

INTERVENTI AMMESSI

interventi di nuova costruzione previa approvazione di piano particolareggiato di iniziativa pubblica o privata esteso all'intera area individuata nelle tavole di piano con l'individuazione dei comparti destinati alle funzioni produttive e dei comparti destinati alle funzioni direzionali e/o commerciali (dove ammesse); il piano particolareggiato deve rispettare le seguenti condizioni:

[...]

• per i comparti destinati a funzioni direzionali e/o commerciali:

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• aree da cedere gratuitamente:

- aree per i percorsi veicolari o ciclo-pedonali previsti dal presente piano;

- aree per i percorsi veicolari o ciclo-pedonali previsti dal pp;

- parcheggi pubblici in misura non inferiore a 40 mq/100 mq di Su;

- verde pubblico (o attrezzature indicate nelle tavole di piano, dove individuate graficamente) in misura non inferiore a 60 mq/100 mq di Su;

• gli edifici esistenti all'interno della zona possono essere oggetto di intervento secondo le specifiche previsioni del piano particolareggiato.

PRESCRIZIONI a) parcheggi privati:

1 - negli interventi di nuova costruzione di edifici industriali artigianali e direzionali ricreativi devono essere previsti parcheggi privati nella misura di 1 mq di parcheggio ogni 3 mq di Su (cfr. L. 122/89);

2 - negli interventi di nuova costruzione di edifici per il commercio al dettaglio, devono essere previsti parcheggi pertinenziali in quantità non inferiori a:

- esercizi di vicinato non alimentari:

1 mq ogni 3 mq di Su (L.122/89);

- esercizi con superficie di vendita fra 250 e 400 mq:

25 mq ogni 40 mq di sup. di vendita (esercizi non alimentari);

- esercizi con superficie di vendita fra 400 e 800 mq:

25 mq ogni 25 mq di sup. di vendita (esercizi non alimentari);

- esercizi con superficie di vendita fra 800 e 1500 mq:

25 mq ogni 20 mq di sup. di vendita (esercizi non alimentari); le quantità di parcheggio risultanti non possono comunque essere inferiori a 1mq ogni 3 mq di Su (L.122/89);

b) distanze:

- distanza minima degli edifici dai confini di zona: non inferiore alla metà dell'altezza dell'edificio e comunque non inferiore a 5 m;

- distanza minima fra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti: 10 m;

- distanza minima degli edifici e di atri manufatti dalle strade destinate alla viabilità urbana di scorrimento e alla viabilità extraurbana: vedi artt. 23.2.2. e 23.2.3 (cfr. tavole di piano);

- distanza minima degli edifici e di atri manufatti dalla linea ferroviaria: vedi art. 23.2.1;

c) altezze:

- altezza massima del fronte degli edifici: non superiore a m 11,50 eccetto strutture particolari (silos, serbatoi idrici nonché magazzini verticali; per questi ultimi l'h max è fissata in ml 14,50 misurata all'intradosso utile della struttura portante, ecc.); altezza massima degli edifici a destinazione direzionale, anche pertinenziali l'attività produttiva: ml 25,00 solo per le zone Pie ad Est del Canale di Medicina.

Nel caso di edifici produttivi l’altezza massima viene misurata all’intradosso delle travi di copertura.

d) prescrizioni di tutela ambientale:

- le acque piovane dovranno essere convogliate negli invasi (con capacità corrispondente a 500 me per ogni ha di superficie impermeabilizzata), individuati nelle tavole di piano, destinati al contenimento dei picchi di piena, o in altri da individuarsi, all'interno o all'esterno del comparto, previo parere favorevole dell'Ente od Ufficio preposto alla tutela idraulica, con il quale dovranno essere definite le caratteristiche funzionali degli invasi e concordati i criteri di gestione; l'ubicazione dell'invaso in zona esterna al comparto é consentita anche se non espressamente previsto nelle destinazioni di zona;

- le opere idrauliche di cui al punto 1) risultano elemento condizionante per la sostenibilità ambientale delle nuove previsioni e devono, quindi, essere realizzate contestualmente agli interventi edificatori;

- le attività industriali comportanti rischi di incidenti rilevanti, definite dal DPR n.175/88, sono assoggettate alle disposizioni della L.R. n. 13/91;

- la sostenibilità ambientale dell'intervento, per gli aspetti legati alla depurazione dei reflui, dovrà

(26)

PSC

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(28)

RUE

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PTCP

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Indirizzi e prescrizioni del PTCP per l’area

Tav. 1 – IV. Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali Via Colunga e via S. Carlo sono classificate come “viabilità storica (art. 8.5)”

Tav. 2 B – Tutela delle acque superficiali e sotterranee Non risultano vincoli sull’area.

Tav. 3 – Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità

L’area è indicata come “Principale area produttiva (art. 9.1) – aree urbanizzate e aree pianificate per usi prevalentemente produttivi negli ambiti produttivi di rilievo sovracomunale”.

Fra gli elementi per le politiche attive l’area è inserita in un “ambito produttivo di rilievo sovracomunale, suscettibile di sviluppo per funzioni miste produttive, logistiche e del commercio non alimentare (art. 9.1)”.

Tale ambito è “candidabile anche come nuovo polo funzionale per funzioni integrate ricreative, commerciali e del tempo libero (art. 9.4)”.

La S.P. 19 S. Carlo è classificata nella “grande rete” della viabilità di interesse nazionale/regionale (art.

12.12), mentre la S.P. 31 Colunga è classificata come “viabilità extraurbana secondaria di rilievo provinciale e interprovinciale (art. 12.12)”.

Parallelamente alla S.P. 19 S. Carlo è indicato un “corridoio della rete ecologica da realizzare (art. 3.5)”. Per questo si rinvia alla successiva tav. 5.

Norme tecniche

Art. 9.1: al punto 2 (D) l’area di S. Carlo è compresa nel gruppo B) “Ambiti produttivi con potenzialità di sviluppo strategiche”, ed in particolare nel sottogruppo B2) “ Ambiti produttivi suscettibili di sviluppo per funzioni miste…e del commercio non alimentare”, ben distinto dal gruppo A) “Ambiti produttivi consolidati”.

Punto 6 (I): l’ambito S. Carlo “è candidabile, in presenza di precise ipotesi imprenditoriali, anche per ospitare poli funzionali integrati per funzioni di attrazione nei termini di cui all’art. 9.4”.

Art. 9.4, punto 9 (D): l’ambito di S. Carlo è individuato fra i cinque ambiti specializzati per attività produttive di livello comunale, che possono ospitare nuovi poli funzionali. Al punto 10 si precisano le modalità per la presentazione della domanda di polo funzionale, che deve infine essere oggetto dell’accordo territoriale fra i comuni, che stabilisce l’entità massima della SV ammissibile.

Art. 12.12 e 12.13: lo standard di riferimento per la S.P. 19 S. Carlo è la categoria B, anche se in prima fase è previsto un adeguamento funzionale (già realizzato) ad una corsia per senso di marcia, senza “punti di conflitto”, privilegiando le soluzioni rotatorie a raso, anch’esse già realizzate. La fascia di rispetto da prevedere negli strumenti urbanistici è fissata in 60 metri nei tratti esterni ai centri abitati.

(38)

Tav. 4 B: Assetto strategico funzionale delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità collettiva La linea del servizio ferroviario metropolitano SFM è prevista con frequenza di 30 minuti.

Dalla stazione SFM la linea di TPL che si svolge sulla S.P. 19 S. Carlo, è classificata come “principale linea locale TPL, a media frequenza (art. 12.8.2)”.

Tav. 5: Reti ecologiche

L’ambito S. Carlo è individuato, ai fini della rete ecologica, come “interferenza con aree urbanizzate e aree pianificate (art. 3.5)”. In particolare viene segnalata una “interferenza con infrastrutture viarie di progetto” in corrispondenza dello svincolo fra la S.P. 19 S. Carlo e la S.P. 31 Colunga, oggi realizzato.

Parallelamente alla S.P. 19 S. Carlo è indicato un “corridoio della rete ecologica provinciale (art. 3.5)”.

Il PTCP definisce le linee guida per la progettazione e la realizzazione delle reti ecologiche (ALL. 1).

Art. 3.5 - Punto 11: Quando le direzioni di collegamento ecologico si affiancano a tratti della viabilità, questi devono essere realizzati con le caratteristiche di corridoi infrastrutturali verdi, realizzando fasce laterali di vegetazione di ampiezza adeguata, caratterizzate da continuità e ricchezza biologica. L’art. 12.6 al punto 5 individua in 30 metri l’ampiezza media di tale fascia per le strade extraurbane principali.

(39)

Piano di Tutela delle Acque

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), conformemente a quanto previsto dal D. Lgs. 152/99 e dalla Direttiva europea 2000/60 (Direttiva Quadro sulle Acque), è lo strumento regionale volto a raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione, e a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo.

La Giunta Regionale ha approvato il Documento preliminare del PTA nel novembre 2003, dopo un lavoro svolto in collaborazione con le Province e le Autorità di bacino ed il supporto tecnico e scientifico dell'ARPA regionale, delle ARPA provinciali, e di esperti e specialisti in vari settori (nonché di Università regionali), e coordinato dal Servizio regionale competente – in collaborazione con altri settori regionali (tra cui in particolare l'agricoltura e la sanità).

Il Piano di Tutela delle Acque è stato approvato in via definitiva con Delibera n. 40 dell'Assemblea legislativa il 21 dicembre 2005. Sul BUR - Parte Seconda n. 14 del 1 febbraio 2006 si dà avviso della sua approvazione, mentre sul BUR n. 20 del 13 febbraio 2006 si pubblicano la Delibera di approvazione e le norme.

Nelle pagine seguenti si riportano alcuni stralci del documento con particolare riferimento agli obiettivi che il PTA propone per la corretta gestione del “sistema acqua”.

Gli Obiettivi

Con il PTA devono essere adottate le misure atte a conseguire i seguenti obiettivi (entro il 2016):

- mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici superficiali significativi dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato “buono” (allegato 1);

- mantenimento, dove esistente, dello stato ambientale “elevato (allegato 1);

- mantenimento o raggiungimento degli specifici obiettivi di qualità per i corpi idrici a specifica destinazione.

I principali obiettivi sono di due tipi:

qualitativi (scala di bacino)

- riduzione delle concentrazioni degli inquinanti negli scarichi civili e industriali;

- aumento della capacità depurativa dei corsi d’acqua;

- potenziamento ed estensione delle aree naturali (es. parchi fluviali).

quantitativi

- ridurre il fabbisogno idrico nelle zone meno favorite da disponibilità naturali;

- risparmiare e razionalizzare l’uso della risorsa idrica;

Azioni da mettere in campo:

(40)

- mantenere ed estendere le aree naturali del corso d’acqua;

- ridurre la pressione sulle aree di ricarica dell’acquifero.

Aspetti quantitativi:

- ridurre il fabbisogno idrico nelle zone meno favorite da disponibilità naturali attraverso opportune scelte insediative o colturali;

- risparmiare e razionalizzare l’uso della risorsa idrica con particolare rilievo per il riuso e la riduzione delle perdite;

- favorire l’impiego di risorse idriche alternative (es. C.E.R.).

L’attività di progetto non risulta in contrasto con tale strumento di pianificazione in virtù delle specifiche caratteristiche dell’insediamento per il quale non si evidenziano attività di tipo idroesigente.

Si ritiene viceversa che il progetto presentato (di tipo esclusivamente commerciale) presenti condizioni ampiamente migliorative rispetto allo scenario ad oggi vigente che può prevedere nell’area un insediamento di tipo produttivo inteso in senso generale. Infatti quest’ultima destinazione risulta potenzialmente caratterizzata da un impatto sulla componente acqua sicuramente maggiore in quanto virtualmente contraddistinto da attività con possibili utilizzi consistenti della risorsa idrica per i processi produttivi.

(41)

Piano di Gestione di Qualità dell’Aria

ll nuovo quadro normativo (D. Lgs. 351, DM60 eDM261, L.R. 3/99) delinea una serie di attivita' per la Pianificazione e la Gestione della qualita' dell'aria che, in virtu' della delega regionale, devono essere svolte dalle Province.

Poiche' le scelte e le azioni del Piano Provinciale di Gestione Qualita' dell'Aria della Provincia di Bologna sono destinate ad avere una ricaduta sull'assetto del territorio e ad apportare modifiche al PTCP ed ai piani di settore, si e' ritenuta integralmente applicabile, per l'adozione e l'approvazione del PGQA, la disciplina prevista dalla L.R. n. 20/2000.

L'approvazione del PGQA prevede quindi le seguenti procedure:

La Giunta provinciale approva i documenti preliminari (costituiti da quadro conoscitivo, documento preliminare e Valutazione di sostenibilita' ambientale e strategica).

• La Giunta provinciale approva i documenti preliminari (costituiti da quadro conoscitivo, documento preliminare e Valutazione di sostenibilita' ambientale e strategica).

• Il Presidente della Provincia provvede a convocare la conferenza di Pianificazione, alla quale partecipano la Regione, i Comuni, le Comunita' montane e gli altri enti locali del proprio territorio. Al termine della conferenza di Pianificazione la Regione e la Provincia possono stipulare un accordo di pianificazione.

• Gli uffici provinciali provvedono alla stesura dei documenti del Piano (costituito da: Relazione, Norme di attuazione, Valutazione di sostenibilita' ambientale e strategica), tenendo conto delle osservazioni e delle proposte rispetto ai documenti preliminari espresse dalla Provincia, dagli enti partecipanti alla conferenza e dalle associazioni economiche e sociali.

• Il Consiglio provinciale adotta il Piano.

• Il piano adottato e' depositato presso il Consiglio provinciale e gli enti territoriali per 60 giorni dalla pubblicazione sul Bur dell'avvenuta adozione. Durante questo periodo e' possibile esprimere osservazioni.

• Il Consiglio provinciale decide sulle osservazioni e approva il Piano.

• Il Piano entra in vigore dalla data di pubblicazione sul Bur.

Il Consiglio provinciale il 10 ottobre 2007 ha approvato definitivamente il Piano di Gestione della Qualità dell'Aria con DELIBERA N.69 - I.P. 4143/2007 - Tit./Fasc./Anno 11 .3.2.2.0.0/7/2006

Il Piano descrive in modo unitario per tutta la provincia le strategie e le azioni per migliorare stabilmente la qualità dell’aria.

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Il Piano disegna un quadro di insieme delle azioni da attuare sul territorio. Queste azioni sono rivolte ai settori che, in modo diretto o indiretto, contribuiscono alle emissioni di inquinanti in atmosfera:

• mobilità, urbanizzazione e attività produttive.

Per il singolo cittadino l’obiettivo del Piano non è di porre limitazioni alla circolazione ma di dare una maggiore offerta di trasporto pubblico e altre modalità sostenibili, perché è indubbio che il modo più efficace per migliorare la nostra aria è diminuire le emissioni, a cominciare da quelle dei trasporti.

Il Piano metterà i cittadini in condizione di scegliere come muoversi e quindi di scegliere quanto e come contribuire all’inquinamento dell’aria.

Per gli enti locali il Piano indica le linee guida per l’evoluzione del trasporto pubblico (sia bus che treno), oltre a indirizzi ai Comuni per la pianificazione del proprio territorio, cioè per le scelte sulle nuove costruzioni e sulle strutture di servizio al trasporto pubblico (stazioni e fermate).

Per le imprese il Piano intende definire limiti più restrittivi alle emissioni in atmosfera e protocolli speciali per la gestione delle aree commerciali/industriali e la movimentazione delle merci.

Alcune azioni hanno l’obiettivo di migliorare l’informazione sulla qualità dell’aria e ottenere un maggiore coinvolgimen to dei cittadini nelle azioni di risanamento.

Piano di Risanamento-Mantenimento-Azione

Per contenere le emissioni degli inquinanti che superano il valore limite di legge - PM10, ossidi di azoto (NOx), benzene - sono state individuate 50 azioni raggruppate in 3 categorie. Riportiamo qui solo le principali:

Mobilità: l’obiettivo è favorire lo spostamento dal trasporto privato verso altre forme di spostamento ambientalmente sostenibili: a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici, con sistemi di condivisione dell’auto privata (car pooling) e di noleggio auto a tempo (car sharing). In particolare è decisiva la piena attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano [SFM].

Urbanizzazione: l’obiettivo è guidare l’espansione insediativa verso la sostenibilità attraverso la scelta di costruire prioritariamente in prossimità di fermate SFM e favorendo un’edilizia attenta al risparmio e all’efficienza energetica.

Attività produttive: l’obiettivo riguarda limitazioni per impianti di combustione e provvedimenti di tipo autorizzatorio o volontario (certificazione ambientale EMAS, aree industriali ecologicamente attrezzate). Altre azioni riguardano la regolamentazione degli orari di consegna delle merci, al fine di sgravare dal traffico pesante le aree centrali della città già congestionate, e sistemi per razionalizzare la distribuzione delle merci, tra cui l’uso condiviso di furgoni (van sharing) e infrastrutture di smistamento (piattaforme logistiche).

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DOVE L’ARIA È MIGLIORE (PIANO DI MANTENIMENTO)

Per alcuni inquinanti - ossido di carbonio (CO), piombo (Pb) e anidride solforica (SO2) non esiste un rischio di superamento del valore limite sull’intero territorio provinciale. In questi casi il Piano mira a mantenere buona la qualità dell’aria, basandosi su uno sviluppo controllato di tali aree.

QUANDO C’È UN’EMERGENZA (PIANO D’AZIONE)

In caso di episodi acuti il Piano d’Azione individua provvedimenti di limitazione della circolazione dei veicoli più inquinanti, in particolare quelli a gasolio. In attesa della realizzazione di tutte le opere previste, serve a contenere le emissioni di inquinanti e le conseguenze sulla salute. Questo tipo di provvedimento è portato avanti insieme ai Comuni con il coordinamento della Regione attraverso l’Accordo di Programma per la Qualità dell’Aria. Tutto il territorio provinciale è a rischio di superamenti del valore medio giornaliero di PM10.

La zonizzazione riguarda l’intero territorio provinciale e mira a catalogarne ogni porzione in funzione delle caratteristiche di qualità dell’aria e delle peculiarità rispetto alle azioni contenute nei Piani.

Emerge infatti chiaramente dal nuovo impianto normativo la necessità che la questione “qualità dell’aria”

diventi uno degli argomenti di forte valutazione nell’ambito delle attività di pianificazione a tutte le scale e per tutte le zone del territorio. Il decreto prevede infatti Piani di tre tipologie dipendentemente dal livello di qualità della zona:

• Piani di Risanamento

Si applicano nelle zone in cui si supera il valore limite (VL) nprevisto dal DM60/02;

• Piani di Azione

Si applicano nelle zone in cui esiste un rischio di superamento della soglia di allarme/valore limite previsti dal DM60/02;

• Piani di Mantenimento

Si applicano nelle zone in cui non esiste il rischio di superamento del valore limite previsto dal DM60/02.

Pertanto, qualunque sia il livello di qualità dell’aria di un determinato territorio, sarà necessario tenere conto delle indicazioni contenute nel corrispondente Piano.

La zonizzazione del territorio, a norma del DM 261/02, deve essere fatta per ogni inquinante; e il citato decreto riporta una serie di indicazioni e criteri utili alla definizione delle zone.

(44)

• Bologna (R6): contiene anche Sasso Marconi, Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Angola Emilia, Calderara di Reno, Castel Maggiore, Granarolo dell’Emilia, Castenaso, Ozzano, San Lazzaro di Savena, Pianoro;

• Imola (R7): contiene anche Mordano, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Castel S. Pietro Terme.

La zona a maggiore criticità (zona A) è rappresentata dai due agglomerati a cui si aggiungono i Comuni di Bazzano, Crespellano, Monteveglio, mentre la zona a minore criticità (zona B) è rappresentata da tutti i restanti Comuni.

Questa proposta di zonizzazione tende perciò a semplificare molto il problema della qualità dell’aria individuando ambiti di estensione spaziale almeno comunale (tutti i limiti sono confini amministrativi).

Questa scala analitica è conforme agli indirizzi di monitoraggio e valutazione del nuovo quadro normativo, in quanto non si focalizza su fenomeni locali ma mira a individuare i macroproblemi utili ad una gestione delle azioni di stampo sovracomunale e sovraprovinciale, quali Piani di sviluppo economico, Piani Territoriali regionali e Piani regionali dei trasporti.

Tuttavia riteniamo che questo approccio non sia sufficiente quando si devono mettere in campo azioni di scala molto più locale, il cui impatto ed efficacia dipendono criticamente dalle specifiche condizioni territoriali.

La zonizzazione infatti non rappresenta un punto di arrivo, ma il quadro conoscitivo sulla base del quale deve essere impostato il Piano di Risanamento e/o di Azione e/o di Mantenimento. Questi Piani devono contenere l’indicazione di azioni concrete – e dunque fattibili - da realizzare sul territorio a breve, medio, lungo termine.

(45)
(46)

Facendo infatti un’analisi di dettaglio della cartografia è possibile osservare quanto segue:

BENZENE

Si vede bene come per l’inquinante in definitiva il superamento del limite interessi entro il Circondario solo il centro storico di Imola, mentre sul restante territorio si è presupposto un valore entro il limite, seppur sopra la soglia di valore superiore (SVS).

OSSIDI DI AZOTO (BIOSSIDO D’AZOTO)

Come si è detto per gli ossidi di azoto espressi in termini di NO2, la criticità (superamento del limite) si estende all’ampiezza dell’intero agglomerato, mentre sul restante territorio le uniche situazioni potenzialmente critiche sono legate al traffico, pertanto relative alle aree che si sviluppano lungo le principali direttrici viarie.

POLVERI (PM10)

Per questo inquinante si registra una criticità nell’intero agglomerato, mentre sul territorio restante del Circondario si presuppongono, come per il benzene, valori superiori comunque al valor soglia superiore.

SO2, CO e Pb

I valori di questi inquinanti sono per tutto il territorio del circondario e il limitrofo ben inferiori ai limiti di legge,

(47)

Al fine di eliminare le criticità riscontrate e raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa europea oltre che nazionale, il PGQA prevede una serie di azioni su mobilità, attività produttive e stabiliti secondo Piani di azione e di Risanamento.

Le aree ove debbano essere realizzati piani di risanamento e gli obiettivi previsti sono contenuti al Titolo II delle Norme del PGQA, art. 2.2 e 2.1 di seguito riportati.

ART. 2.2 (P) ZONE DI APPLICAZIONE

1. La zonizzazione provinciale della qualità dell’aria recepita nel quadro conoscitivo del PTCP (RELAZIONE), individua le zone caratterizzate dal superamento dei valori limite di qualità dell’aria di PM10, NO2/NOx e Benzene, sulle quali agisce il Piano di Risanamento.

2. Il Piano di Risanamento per il PM10 agisce su un’unica zona coincidente con l’intero territorio provinciale in virtù delle caratteristiche di alta diffusività e di formazione secondaria proprie dell’inquinante.

3. Il Piano di Risanamento per NO2/NOx agisce sugli agglomerati di Bologna e Imola in quanto aree caratterizzate dal superamento del valore limite, così come definiti dalla zonizzazione della Provincia (rif.

Quadro Conoscitivo cap. 3)

4. Il Piano di Risanamento per il benzene agisce sui centri storici come delimitati dagli strumenti di pianificazione comunale dei Comuni, in quanto aree caratterizzate dal superamento del valore limite.

ART. 2.3 (P) OBIETTIVI PER IL RISANAMENTO

1. Ai sensi del DM 60/2002, devono essere raggiunti i seguenti obiettivi di qualità dell’aria:

a. PM10: media annuale di 40 μg/m3 in vigore dal 1 gennaio 2006; media giornaliera di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno, in vigore dal 1 gennaio 2006;

b. NO2/NOx: media annuale di 40 μg/m3 da raggiungere entro il 31 dicembre 2010; media oraria di 200 μg/m3 da non superare più di 18 volte l’anno, da raggiungere entro il 31 dicembre 2010;

c. Benzene: media annuale di 5 μg/m3 da raggiungere entro il 31 dicembre 2010.

Con l’emanazione del DLgs 155/2010, viene effettuata la richiesta di una nuova zonizzazione del territorio che risulti, come per altro previsto anche dalle direttive europee, maggiormente in linea con le eventuali variazioni delle criticita sugli inquinanti atmosferici rilevati.

La Regione Emilia-Romagna, quindi, con la collaborazione di Arpa, ha effettuato una valutazione dei trend degli inquinanti, delle pressioni e delle fonti emissive, predisponendo una proposta di nuova zonizzazione

(48)
(49)

L’area di studio si trova all’interno della zona IT08103 pianura est.

L’attività di progetto non risulta in contrasto con tale strumento di pianificazione in virtù delle specifiche caratteristiche dell’insediamento per il quale non si evidenziano attività caratterizzate da emissioni in atmosfera ad eccezione del flusso veicolare indotto.

Si ritiene viceversa che il progetto presentato (di tipo esclusivamente commerciale) presenti condizioni ampiamente migliorative rispetto allo scenario ad oggi vigente che può prevedere nell’area un insediamento di tipo produttivo inteso in senso più generale. Infatti quest’ultima destinazione risulta potenzialmente caratterizzata da un impatto sulla componente atmosfera sicuramente maggiore in quanto virtualmente

(50)

Piano Stralcio di Bacino per il Rischio Idrogeologico

Il Piano stralcio è stato approvato:

- per il territorio di competenza, dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna con deliberazione n. 567 del 7 Aprile 2003, pubblicata nel BUR della Regione Emilia-Romagna n. 70 del 14 Maggio 2003.

- per il territorio di competenza, dal Consiglio della Regione Toscana con deliberazione n. 114 del 21 Settembre 2004, pubblicata nel BUR della Regione Toscana n. 43 del 27 Ottobre 2004.

Modifiche ai sensi dell'art. 20 comma 5 delle norme di piano:

Comitato Istituzionale n. 2/3 del 28/05/2004 Comitato Istituzionale n. 2/9 del 25/07/2005 Comitato Istituzionale n. 2/3 del 13 /12/2006 Comitato Istituzionale n. 1/11 del 23/04/2008 Comitato Istituzionale n. 1/11 del 25/02/2008

Area di intervento

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(52)

Si riporta la norma di interesse.

art. 20 (controllo degli apporti d’acqua)

1. Al fine di non incrementare gli apporti d’acqua piovana al sistema di smaltimento e di favorire il riuso di tale acqua, per le aree ricadenti nel territorio di pianura e pedecollina indicate nelle tavole del “Titolo II Assetto della Rete Idrografica” i Comuni prevedono nelle zone di espansione, per le aree non già interessate da trasformazioni edilizie, la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque piovane per un volume complessivo di almeno 500 m3 per ettaro di superficie territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto.

2. I sistemi di raccolta di cui al comma precedente, ad uso di una o più delle zone di espansione, devono essere localizzati in modo tale da raccogliere le acque piovane prima della loro immissione nel corso d’acqua o collettore di bonifica ricevente individuato dall’Autorità idraulica competente.

Essi possono essere inoltre previsti negli strumenti urbanistici come interventi complessivi elaborati d'intesa con l'Autorità idraulica competente.

Le caratteristiche funzionali dei sistemi di raccolta sono stabilite dall’Autorità idraulica competente con la quale devono essere preventivamente concordati i criteri di gestione.

3. L’adozione, nei terreni ad uso agricolo, di nuovi sistemi di drenaggio che riducano sensibilmente il volume specifico d’invaso, modificando quindi i regimi idraulici, è subordinata all’attuazione di interventi compensativi consistenti nella realizzazione di un volume d’invaso pari almeno a 100 m3 per ogni ettaro di terreno drenato con tali sistemi e al parere favorevole, espresso sulla base di un’idonea documentazione in cui sia dimostrato il rispetto di quanto previsto dal presente comma, dell’Autorità idraulica competente. Ai fini dell’applicazione del presente comma, i sistemi di “drenaggio tubolare sotterraneo” e di “scarificazione con aratro talpa” sono da considerare come sistemi che riducono sensibilmente il volume specifico d’invaso.

4. I Comuni ricadenti nelle aree di applicazione del presente articolo, dettano norme o comunque emano atti che consentono e/o promuovono, anche mediante incentivi, la realizzazione di sistemi di raccolta delle acque piovane anche nelle aree edificate.

5. I Comuni ricadenti nelle aree di applicazione del presente articolo e il cui territorio è in parte interessato da tratti non arginati dei corsi d'acqua principali, sulla base del quadro conoscitivo di cui all'art. 21 comma 3, possono individuare le parti di territorio che recapitano direttamente nei corsi d'acqua principali Reno, Idice, Savena, Quaderna, Zena, Sillaro e Santerno e proporre l'esclusione dal campo di applicazione dell'art.20. L'Autorità di Bacino decide in merito a tali proposte con atto del Comitato Istituzionale sul parere del Comitato tecnico.

6. Il valore minimo dei volumi previsti nei commi 1 e 3 del presente articolo può essere modificato con delibera del Comitato Istituzionale su conforme parere del Comitato Tecnico.

Tale prescrizione è stata recepita. Si rimanda ai capitoli successivi per le specifiche.

(53)

Area di intervento

(54)

Area di intervento

(55)

L’area non presenta vincoli e/o limitazioni.

(56)

Zonizzazione acustica

L’area di studio si trova nel comune di Castel San Pietro, mentre alcuni recettori sono ubicati nel Comune di Castel Guelfo.

La classificazione acustica del territorio del Comune di Castel San Pietro è stata adottata con Delibera Consiglio Comunale n. 72 del 01.08.2013 - adozione del PSC RUE e Classificzione acustica.

La classificazione acustica del territorio del Comune di Castel Guelfo è stata approvata con Delibera Consiglio Comunale n. 33 del 20.04.2009 e modificata con delibera di C.C. n. 3 del 1/01/2010.

Nelle figure successive si riporta uno stralcio delle tavole.

L’area di intervento è classificata in zona V di progetto. Tale zonizzazione appare coerente con le destinazioni d’uso previste.

Comune di Castel San Pietro

(57)
(58)
(59)

Comune di Castel Guelfo

(60)
(61)

Si riporta anche la scheda di VALSAT e di Indirizzo Progettuale dell’area di intervento riguardante l’esposizione all’inquinamento acustico.

L’area è collocata in zona V di progetto ed è interessata in parte dalle fasce di rispetto stradale delle strade provinciali SP19 e SP31.

(62)

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma;

Ad oggi l’area risulta di tipo agricolo ed ubicata al margine nord dell’area produttiva del cosiddetto comparto San Carlo. La pianificazione vigente indica per il sito di intervento una destinazione di tipo produttivo a completamento del polo esistente.

Dal punto di vista ambientale l’evoluzione del sito è legata alla previsione esistente di zona produttiva, che sia per tipologia che per dimensioni appare potenzialmente, per le valutazioni espresse in precedenza, maggiormente impattante rispetto alla proposta presentata.

L’area appare già compromessa dal punto di vista della “qualità ambientale” in senso generale, in quanto è appunto inserita nel contesto del polo produttivo di San Carlo.

(63)

c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;

L’area di intervento è ad oggi un’area agricola ubicata in adiacenza del comparto produttivo San Carlo.

I principali segni del territorio sono essenzialmente le aree produttive e le infrastrutture, viarie adiacenti o ubicate nelle immediate vicinanze.

Non sono presenti emergenze di tipo paesaggistico ambientale.

Le aree interessate dall’impatto del comparto, in virtù della tipologia di insediamento proposto (esclusivamente di tipo commerciale) sono quelle ubicate nelle immediate adiacenze del sito di intervento.

Come specificato in precedenza, si ritiene che il progetto presentato presenti condizioni legate all’impatto ambientale migliorative rispetto allo scenario ad oggi vigente che può prevedere nell’area un insediamento di tipo produttivo inteso in senso più generale.

Sulla base di tali indicazioni si ritiene che le esternalità prodotte siano minori rispetto a quelle potenzialmente previste dagli strumenti di pianificazione vigente e che siano circoscritte alle immediate vicinanze del sito.

L’unico aspetto da analizzare con maggiore estensione territoriale è quello riguardante la rete viaria che viene interessata in maniera più estesa almeno fino al raggiungimento delle principali infrastrutture.

In specifico, attraverso uno studio di dettaglio allegato al progetto, si è ritenuto necessario verificare la capacità di assorbimento della rete attuale e di progetto dei flussi veicolari indotti considerando i tratti compresi tra l’area di studio e la rete principale: A14

Le aree ubicate nelle immediate vicinanze del sito di progetto non sono contrassegnate da particolari caratteristiche di pregio in quanto non sono presenti particolari emergenza ambientale e/o paesaggistica.

Si riporta l’inserimento dell’area su foto aeree da cui si evincono i ragionamenti esposti.

(64)

Area di intervento

(65)

d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.

Si rimanda alle considerazioni precedenti e seguenti.

Il perimetro di intervento è escluso da specifici vincoli ambientali con particolare riferimento a quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.

(66)

e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

Il Piano non risponde direttamente a nessun obiettivo di protezione ambientale stabilito a livello internazionale, comunitario, ecc.

Come specificato in precedenza, si ritiene che il progetto presentato (di tipo commerciale) presenti condizioni legate all’impatto ambientale ampiamente migliorative rispetto allo scenario ad oggi vigente che può prevedere nell’area un insediamento di tipo produttivo inteso in senso più generale.

I vari aspetti ambientali sono stati affrontati nel corso della progettazione del comparto che ha cercato di minimizzare i potenziali impatti attraverso analisi specifiche e scelte progettuali che possono essere così indicate in via esemplificativa:

- analisi dei flussi veicolari e verifica della capacità della rete viaria (con particolare riferimento al sistema delle rotatorie esistenti e di progetto);

- progettazione delle aree verdi interne al comparto al fine di mitigare/compensare gli impatti generati;

- analisi acustica e verifica degli impatti sui recettori presenti;

- analisi delle reti dei sottoservizi (verifiche e indicazione degli interventi), in accordo con gli enti gestori, al fine di rendere sostenibile l’intervento di progetto;

(67)

f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;

Come specificato in precedenza, la procedura di verifica ambientale a cui è sottoposto l’intervento di progetto è la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) secondo il D.lgs 4/2008. In particolare viene redatto il Rapporto Ambientale secondo l’art. 13 del D.Lgs 4/2008 e s.m.i.

Le principali tematiche ambientali approfondite nel seguente documento (e suoi allegati) sono analizzate attraverso lo schema metodologico seguente.

1. CARATTERIZZAZIONE STATO ATTUALE

- analisi dei flussi di traffico attuali: esecuzione di rilievi di campo specifici, utilizzo dei dati bibliografici esistenti e degli strumenti urbanistici specifici (Piano del Traffico);

- verifica del reticolo stradale esistente – capacità, livelli di servizio, sicurezza;

- caratterizzazione delle sorgenti di impatto acustico esistenti e ricostruzione del clima acustico in funzione dei potenziali recettori presenti nell’area di intervento;

- analisi, caratterizzazione e verifica della componente aria: utilizzo degli strumenti di Pianificazione esistenti (Piano di risanamento della qualità dell’aria – report ARPA)

- analisi e verifica del sistema dei sottoservizi (reti fognarie e depurazione, reti acquedottistiche, gas, energia): linee esistenti, criticità;

- invarianza idraulica – stato attuale di impermeabilizzazione del suolo e caratterizzazione dei potenziali recettori (fogne bianche, canali di bonifica consorziali, ecc…) in termini di criticità idraulica;

- geologia ed idrogeologia – stato dei terreni, vulnerabilità della falda, vincoli, ecc..

- inserimento urbanistico, ecologia e paesaggio: caratterizzazione stato attuale;

2. CARATTERIZZAZIONE STATO FUTURO

- flussi di traffico stimati dalle attività insediabili;

- verifica delle previsioni infrastrutturali presenti negli strumenti di pianificazione;

- verifica del reticolo stradale di previsione in termini di capacità, livelli di servizio, sicurezza, sosta;

- stima e caratterizzazione delle sorgenti di impatto acustico previste dagli interventi stimate sulla base dei flussi di traffico attesi e delle attività insediabili;

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- geologia ed idrogeologia – verifica dell’intervento previsto in termini di compatibilità con suolo e sottosuolo;

- modifica del sistema ecologico paesaggistico ed inserimento nel contesto esistente;

- risorse energetiche: verifica dei possibili utilizzi di fonti energetiche alternative che siano compatibili con le esigenze specifiche del comparto;

Come specificato in precedenza, in linea generale, si ritiene che il progetto presentato (di tipo commerciale) presenti condizioni ampiamente migliorative rispetto allo scenario ad oggi vigente che prevede nell’area un insediamento di tipo produttivo inteso in senso più generale.

Come previsto dalla proposta progettuale presentata si prevedono attività caratterizzate da basso impatto ambientale a differenza dello scenario vigente che può prevedere usi di tipo produttivo potenzialmente caratterizzati da impatti maggiormente significativi sulle componenti ambientali.

Riferimenti

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