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Il rischio da agenti biologici nelle Aziende sanitarie: un convegno per fare il punto della situazione

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Academic year: 2022

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Il rischio da agenti biologici nelle Aziende sanitarie:

un convegno per fare il punto della situazione

Dr. Riccardo Falcetta

Si è svolto a Torino nelle giornate del 14,15 e 16 Settembre il Convegno, organizzato dalla Segreteria Regionale ANAAO – AssoMed, sindacato della Dirigenza Medica, del Piemonte, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi della Provincia di Torino, sul “Rischio da agenti biologici nelle Aziende sanitarie, nelle attività produttive e nei servizi”.

Tale Convegno ha adottato, per la prima volta, una formula aperta, privilegiando un approccio interdisciplinare all’argomento e mettendo a confronto non solo i medici (legali e del lavoro) con gli altri operatori sanitari, ma coinvolgendo gli avvocati, i magistrati ed il mondo assicurativo.

Il Convegno, che aveva come obiettivo prioritario quello di compiere un primo passo verso una costante e periodica verifica dei problemi posti da un argomento, il rischio da agenti biologici, in continua evoluzione, ha visto la partecipazione di circa duecento cinquanta operatori provenienti da varie esperienze.

Numerosi gli spunti di ragionamento e di riflessione, anche preoccupanti e gravidi di implicazioni future.

Il Rischio da agenti biologici, cioè da Virus e batteri, risulta essere uno dei temi fondamentali quando si parla della salute degli operatori sanitari a tutti i livelli (cioè a partire dal chirurgo fino all’ausiliario).

Il problema, dopo lunghi anni di sottovalutazione, le cui cause sono da ricercarsi anche, ma non solo, nell’assenza di una normativa univoca sull’argomento, è stato riproposto dal D.Lvo 626/94 e s.m.i. , dal momento che uno dei titoli di tale decreto è dedicato, appunto, al rischio da Agenti Biologici.

Tale tematica assume, se possibile, un peso ancora maggiore rispetto ad altri rischi presenti in ambiente ospedaliero, inteso come ambiente di lavoro, per il fatto che coinvolge direttamente, oltre alla salute dell’operatore, anche la salute del paziente e, quindi, di tutti quei cittadini che, per i più svariati motivi, vengono a contatto con le strutture sanitarie.

Si è posto l’accento su un problema etico: infatti, concetto sottolineato a più riprese da vari relatori, la salute dell’operatore sanitario ha lo stesso valore di quella del paziente e viceversa.

Pertanto se è corretto affermare, come principio generale, che la salute dei lavoratori ha, comunque, il primato sul bene prodotto quando si parla di

Specialista in Medicina del Lavoro Segreteria Regionale Piemontese ANAAO ASSOMED

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normali attività produttive (ad esempio la produzione di lavatrici), tanto più tale concetto vale nelle attività sanitarie allorquando oltre alla salute dell’operatore deve essere tutelata anche la salute del paziente che, nel caso del rischio da agenti biologici, può essere vittima ma anche serbatoio dell’infezione.

Infatti un accento particolare è stato posto dai vari relatori intervenuti su concetti quali la valutazione del rischio, che si è rivelato un argomento particolarmente spinoso e di non facile soluzione, ovvero le misure preventive da porre in essere (Dispositivi di protezione individuale, addestramento del personale, utilizzo di strumenti intrinsecamente sicuri ecc). per ridurre o abbattere il rischio per l’operatore e, quindi anche per il paziente, per quanto tecnicamente possibile.

Sottolineato da diversi relatori è emerso un preoccupante allarme per la carenza di cultura della prevenzione in questo settore specifico.

Molti relatori hanno messo in evidenza la necessità di recuperare in pieno tale cultura della prevenzione, intesa come modo di approcciare i vari problemi in maniera corretta, tenendo conto delle esperienze passate, in modo da evitare errori prevedibili nel futuro.

Infatti solo la prevenzione primaria, cioè l’eliminazione o riduzione del rischio alla fonte, risulta essere vincente nei confronti di questo rischio specifico, ma anche di altri numerosi rischi in ambito lavorativo e non.

Tale cultura, assai diffusa fino a prima dell’era antibiotica, come stanno a dimostrare tutta una serie di normative applicate in modo rigido e puntuale (procedure chiare, disinfezioni accurate sia durante che dopo l’atto medico ecc.) sino all’immediato secondo dopoguerra, è stata non proprio abbandonata, ma considerata troppo frequentemente pleonastica, usando come alibi, vero o presunto, la presenza salvifica delle sostanze antibiotiche.

In buona sostanza il problema del rischio da Agenti biologici non potrà essere affrontato ed effettivamente ridimensionato se non si riduce la sua presenza solo a quei casi legati all’imprevedibilità dell’evento a rischio.

Da queste considerazioni deriva, come già sottolineato, la necessità di operare un sforzo congiunto tra operatori di varie discipline, sanitarie e non, per rispettare nella sostanza, e non solo nella forma, come ancora oggi succede troppo frequentemente, la norma costituzionale che indica la tutela della salute come un diritto del cittadino (sia esso operatore che paziente) ed un dovere dello Stato.

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