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RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE

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RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE

Più contratti nelle aziende e più salario nelle retribuzioni Più contratti nelle aziende e più salario nelle retribuzioni Più contratti nelle aziende e più salario nelle retribuzioni Più contratti nelle aziende e più salario nelle retribuzioni

La riforma della contrattazione, sottoscritta da Cisl, Uil, da tutte le associazioni degli imprenditori e dal Governo conclude positivamente, per il mondo del lavoro, una discussione aperta da anni ed una trattativa avviata 8 mesi fa.

I risultati che abbiamo ottenuto sono due:

1- il contratto nazionale di lavoro sarà più certo e potrà garantire una migliore tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni;

2 – nelle aziende (o nei territori) ci sarà più spazio e forza per portare nelle buste paga dei lavoratori dipendenti i redditi realizzati con gli aumenti della produttività (nei quali oltretutto si pagheranno meno tasse e meno contributi).

CONTRATTO NAZIONALE PI CONTRATTO NAZIONALE PI CONTRATTO NAZIONALE PI

CONTRATTO NAZIONALE PI U’ CERTO E RETRIBUZIONI PIU’ GARANTITEU’ CERTO E RETRIBUZIONI PIU’ GARANTITEU’ CERTO E RETRIBUZIONI PIU’ GARANTITE U’ CERTO E RETRIBUZIONI PIU’ GARANTITE La riforma prevede che il contratto nazionale, per la parte salariale, garantisca in modo più efficace ed immediato, il recupero delle retribuzioni sulla inflazione in questo modo:

o il riferimento al Tasso di Inflazione Programmato (deciso dai governi) viene sostituito da un sistema più serio e sensibile, l’Indicatore Prezzi al Consumo Armonizzato;

o il contratto dura 3 anni e gli aumenti salariali partono dalla scadenza di quello precedente;

o i lavoratori che non hanno avuto aumenti salariali aziendali o territoriali durante il triennio di durata del contratto nazionale avranno un ulteriore aumento nazionale (elemento di garanzia).

CONTRATTO NAZIONALE CONTRATTO NAZIONALE CONTRATTO NAZIONALE CONTRATTO NAZIONALE

CONTRATTI AZIENDALI (O TERRITORIALI) PIU’ IMPORTANTI CONTRATTI AZIENDALI (O TERRITORIALI) PIU’ IMPORTANTI CONTRATTI AZIENDALI (O TERRITORIALI) PIU’ IMPORTANTI CONTRATTI AZIENDALI (O TERRITORIALI) PIU’ IMPORTANTI

Questi contratti diventano sempre più importanti per portare nella busta paga il reddito delle aziende determinato dall’aumento della produttività:

o vengono eliminati i vincoli sulla contrattazione aziendale

o gli aumenti salariali collegati alla produttività aziendale (o di un settore specifico in un ambito territoriale) beneficiano stabilmente della detassazione e della decontribuzione;

o si possono sviluppare gli enti bilaterali che forniscono ai lavoratori tutele ed assistenze.

Le nuove regole valgono anche per i lavoratori pubblici.

UNA RIFORMA STORICA UNA RIFORMA STORICA UNA RIFORMA STORICA UNA RIFORMA STORICA Questa riforma

o nasce da una comune volontà del sindacato che ha prodotto una piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil,

o si è consolidata con una lunga trattativa a cui hanno sempre partecipato tutte le organizzazioni sindacali,

o ha coinvolto il governo per estendere le nuove regole ai lavoratori pubblici e per rendere definitiva la detassazione e la decontribuzione.

Questa riforma è quindi un grande risultato del sindacato che propone, discute, tratta e realizza accordi che migliorano concretamente le condizioni dei lavoratori.

Indicatore prezzi, elemento di garanzia, detassazione: facciamo i conti. vedi retro

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RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE

facciamoci i conti facciamoci i conti facciamoci i conti

facciamoci i conti (giusti) (giusti) (giusti) in tasca (giusti) in tasca in tasca in tasca

La riforma ha effetti diretti sulla parte economica dei contratti nazionali ed in particolare sulla retribuzione contrattuale nazionale.

Sono stati dati molti numeri con cifre e risultati molto diversi. Ecco quelli che abbiamo fatto noi:

Indice di inflazione prevista sul quale si calcola Indice di inflazione prevista sul quale si calcola Indice di inflazione prevista sul quale si calcola

Indice di inflazione prevista sul quale si calcolano gli aumenti sano gli aumenti sano gli aumenti salariali del contratto nazionaleno gli aumenti salariali del contratto nazionalelariali del contratto nazionale lariali del contratto nazionale TIP, tasso inflazione programmata: lo stabilisce il governo. Usato per i rinnovi contrattuali

FOI, indice prezzi al consumo famiglie operai e impiegati. Usato per gli aggiornamenti contrattuali IPCA, indice prezzi al consumo depurato dagli energetici, è l’indice scelto con la riforma

Periodo TIP FOI IPCA

Variazione cumulata

2004 – 2008 9,09,0 9,09,0 11,111,111,111,1 11,311,311,311,3

Previsioni

2009- 2011 4,64,6 4,64,6 ---- 6,76,76,76,7

(Cnel ottobre 2008)

Nel periodo 2004-2008 l’IPCA, depurato dai prodotti energetici, ha segnato una inflazione maggiore di quella preventivata dal Governo e anche quella registrata a posteriori dal FOI.

La base su cui verranno calcolati i futuri adeguamenti delle retribuzioni all’inflazione è più adeguata e quindi migliorativa per i lavoratori.

Ma non solo: la riforma prevede che, se l’inflazione crescerà di più di quanto previsto dall’IPCA, ci sarà un adeguamento degli aumenti alla fine dei tre anni di vigenza del contratto.

Va anche considerato il fatto che, la crisi dei consumi, sta determinando una riduzione dell’inflazione

Elemento di garanzia Elemento di garanzia Elemento di garanzia Elemento di garanzia

E’ previsto per quei lavoratori nelle cui aziende o territori non si è fatto il contratto aziendale o locale. In questo caso viene stabilita e pagata una somma annua

Elemento di garanzia previsto dall’attuale contratto nazionale metalmeccanici industria

Importo annuo Importo annuo Importo annuo Importo annuo €€€€ 260260260 260

Detassazione e decontribuzione Detassazione e decontribuzione Detassazione e decontribuzione Detassazione e decontribuzione

Diventa definitiva. La tassazione dei premi aziendali è ridotta e fissata su l’Irpef al 10% (oggi di solito 27%) con un risparmio fiscale del 17%. La decontribuzione (riduzione dei contributi previdenziali senza impatto sul calcolo della pensione) lascia ulteriore salario netto in busta paga

esempio: lavoratore con retribuzione annua di € 24.000 con premio aziendale annuo di € 1.000

decontribuzione € 68 – detassazione € 158 nnnnetto in più in bustaetto in più in bustaetto in più in bustaetto in più in busta € 226 € 226 € 226 € 226 con premio aziendale annuo di € 2.000

decontribuzione € 68 – detassazione € 329 netto in più in busta netto in più in busta netto in più in busta netto in più in busta € 39€ 39€ 39€ 397777

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