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Democrazia e Diritti Sociali, 2/2020

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Democrazia e Diritti Sociali, 2/2020

Democrazia e Diritti Sociali

(e-ISSN 2610-9166) 271

C. C

ASTELLI

, D. P

IANA

, Giusto processo e intelligenza artificiale , Roma, Maggioli, 2019, 138 pp.

Il volume di Castelli e Piana propone un’accurata analisi del sistema organizzativo della giu- stizia, dei suoi tempi, in Italia decisamente troppo lunghi, soprattutto quella civile, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista delle garanzie e dei vantaggi che essa apporterebbe se ammi- nistrata attraverso l’utilizzo di algoritmi.

L’intelligenza artificiale si definisce come un insieme di metodi scientifici volti alla riprodu- zione di abilità cognitive dell’essere umano attraverso una macchina. L’intelligenza artificiale con- sente infatti di svolgere e risolvere compiti ad elevato livello di difficoltà in maniera meccanizzata.

Il robot non sostituisce l’uomo, ma apporta un contributo e una innovazione al lavoro di avvocati, magistrati e tutti coloro che operano nel settore giustizia. Ovviamente, il fine resta invariato: la tutela del principio del giusto processo.

Tuttavia, ci si domanda se le garanzie ad un giusto processo restino intatte a seguito dell’uti- lizzo diffuso della tecnologia in questo campo. Oggi l’uso di questo strumento va ben oltre il feno- meno della dematerializzazione della pubblica amministrazione e, nel settore dell’amministrazione della giustizia, ha comportato una serie di modifiche alle regole processuali, le quali hanno accolto il telematico al fine di snellire la documentazione cartacea e di garantire una maggiore efficienza e al contempo una riduzione dei costi del sistema giustizia.

Da un punto di vista qualitativo si fa riferimento ai dati di uno studio dell’ufficio bilancio della Camera dei Deputati dal quale emergono notevoli differenze nelle varie regioni italiane. In particolare, i dati dimostrano che i Tribunali del Sud Italia hanno un tasso di liquidazione dei giudizi pendenti ben superiore a quello dei Tribunali del Nord; mentre, per quanto concerne i tempi, emerge una posizione più favorevole del Nord rispetto al Sud.

Viene poi affrontato il problema della relazione che intercorre tra la decisione del giudice e

quella della macchina e si rileva che la possibilità di sostituire l’uomo con la macchina è tutt’altro

che remota. L’idea del giudice macchina è sempre più concreta, ma resta di vitale importanza la

prospettiva dell’interazione uomo-macchina, nell’ambito della quale il giudice umano resta l’unico

soggetto responsabile della decisione adottata. In particolare, la prospettiva dell’interazione uomo-

macchina conferisce rilievo all’utilizzazione delle banche dati, nelle quali possono essere reperiti i

precedenti sia di merito che legittimità.

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Recensioni

Democrazia e Diritti Sociali

(e-ISSN 2610-9166) 272

Altra necessità impellente su cui si soffermano gli Autori del volume è quella di una giustizia predittiva capace sia di fornire un quadro esauriente degli orientamenti giurisprudenziali che pos- sono trovare applicazione al caso concreto che pende dinanzi al giudice, sia di far conoscere alle parti il plausibile esito della controversia, inducendole a non avviare un lungo e oneroso giudizio e a trovare un accordo transattivo.

Particolare attenzione è dedicata all’applicazione degli algoritmi all’attività giurisdizionale, senza che da questi possa derivare una lesione dei principi dello Stato di diritto, quali in particolare il diritto al giusto processo e il diritto di difesa. Gli Autori si domandano infatti se la tecnologia possa garantire il principio di uguaglianza, considerato che il giusto processo non si riduce all’ap- plicazione meccanica della legge, ma richiede al giudice di valutare le cosiddette “variabili di conte- sto” che caratterizzano ogni singola fattispecie. Il tema centrale, dunque, resta quello dell’intera- zione tra l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale, al fine di offrire al sistema giustizia un valido supporto in termini di equità e di efficienza allo stesso tempo.

In conclusione, gli Autori osservano che l’intelligenza artificiale si presenta come fonte di conoscenza avanzata e che, nel suo combinato con il sistema giustizia, essa si declina come poten- ziamento della cognizione del giudice umano. In questa prospettiva, la diffidenza nei confronti di robot privi di empatia cede il posto alla maggiore fiducia che è possibile nutrire nei confronti di uomini che, con l’ausilio delle macchine e degli algoritmi, sono capaci di prendere decisioni non solo migliori, ma anche più rapide. Ed è proprio in questa direzione che deve muovere la tecnologia, ossia quella di un supporto e un potenziamento dell’umanità della decisione. Tutto ciò è possibile alla sola condizione che sia l’uomo a governare la macchina e non il contrario.

R

OSSELLA

P

INELLI

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