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Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per singoli compiti lavorativi.

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vertebrale nel settore edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo

e per singoli compiti lavorativi.

Proposta di un metodo semplificato

per la valutazione del rischio nelle imprese edili

Edizione 2013

vraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo e per singoli compiti lavorativi. Edizione 2013

INAIL - Direzione Centrale Comunicazione Piazzale Giulio Pastore, 6 - 00144 Roma dccomunicazione@inail.it

www.inail.it ISBN 978-88-7484-???-?

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Il sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nel settore edile: schede di rischio per mansione, per settore produttivo

e per singoli compiti lavorativi.

Proposta di un metodo semplificato

per la valutazione del rischio nelle imprese edili

Edizione 2013

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Pubblicazione realizzata da INAIL

Direzione Regionale Basilicata

in Collaborazione con Edilcassa di Basilicata

Comitato scientifico del progetto MMC nelle imprese edili lucane:

Giovanni Colafemmina (*) Giorgio Di Leone (**) Giuseppe Di Stasi (*) Enza Mangione (***) Sergio Nicoletti (***) Francesco Pantone (***) Salvatore Riccardi (*) Alessandro Romeo (*) Giuseppe Satriani (*) Rosa Simini (*)

Coordinatore progetto nelle imprese edili lucane Sergio Nicoletti

(*) INAIL - Direzione Regionale Basilicata (**) SNOP

(***) Edilcassa di Basilicata

Network dei Medici Competenti e Responsabili aziendali del Servizio Prevenzione e Protezione che hanno collaborato al progetto:

Silvano Aulicino Donato Bulfaro Antonio Cervellino Salvatore Colafiglio Anna D’Ambrosio Maria Rosaria De Nicoli Di Pierri Carmelina Donadio Giovanni Fatigante Rocco Gerardo Vito Gerardi Vincenzo Marsiglia Vincenzo Matera Francesco Morelli Lucio Morelli Annunziata Oriolo Giuliano Paterino Raffaele Popolizio Pietro Ragone Giovanni Rubino Vincenzo Rutigliano Michele Santoro Nicola Zuardi Emanuele Vizziello Vassilios Vassiliou

Consulente informatico Francesco Francomagro informazioni

INAIL - Direzione Regionale Basilicata Via Vincenzo Verrastro, 3/C - 85100 Potenza basilicata@inail.it

www.inail.it

Edilcassa di Basilicata Via A. Maria di Francia 32/B 75100 Matera

Info@edilcassadibasilicata.it

La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo. È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte.

Tipolitografia INAIL – Milano, ottobre 2013

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Il settore edile si caratterizza per la notevole dispersione della forza lavoro in imprese di piccole e piccolissime dimensioni e per una notevole variabilità delle modalità di lavorazione e, di conseguenza, delle modalità di esposizione ai diversi rischi professionali;

queste circostanze rendono particolarmente difficoltosa la valutazione e la gestione dei rischi e la stessa stima delle conseguenze della esposizione ai diversi rischi professionali.

Queste considerazioni sono ancor più vere per i rischi di natura ergonomica: nonostante la consapevolezza che le patologie muscoloscheletriche sono responsabili di assenteismo, disabilità fisica e malattie professionali (la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro stima che le patologie del rachide lombo-sacrale interessino oltre il 46% dei lavoratori edili europei), sono ancora poche le iniziative nel settore volte a favorire una corretta gestione dei rischi.

Su queste basi è nata la collaborazione fra la Direzione Regionale di Basilicata dell’INAIL e la Edilcassa di Basilicata concretizzatasi, fra l’altro, in un progetto di prevenzione dedicato al rischio di sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale, con la finalità di individuare strumenti operativi semplici ed efficaci per la valutazione e per la gestione del rischio, superando così le difficoltà legate alle caratteristiche intrinseche del settore. Il progetto ha consentito di effettuare un’analisi dettagliata dei diversi rischi professionali (Movimentazione Manuale dei carichi, trasporto manuale, traino e spinta), di stimare la prevalenza (fra i lavoratori delle imprese edili iscritte ad Edilcassa) delle patologie correlate a questi rischi e di condurre una iniziativa di formazione ed informazione per gli operatori edili, finalizzata ad una migliore gestione del rischio. Questa pubblicazione vuole mettere a disposizione dei tecnici del settore i risultati dettagliati relativi alla valutazione dei rischi, con la finalità di agevolarne la valutazione e di favorirne la corretta gestione.

Vito Sante Linsalata – Direttore Regionale INAIL di Basilicata Vincenzo Iacovino – Presidente di Edilcassa di Basilicata

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Questo manuale riporta una esperienza esemplare di studio e di intervento preventivo condotta nel sud del nostro Paese in un comparto, quello dell’edilizia, in cui il rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide si presenta al contempo come rilevante e di complessa analisi per la molteplicità delle condizioni di lavoro in cui esso può manifestarsi.

Già da molto tempo infatti è stato evidenziato come la tematica della Movimentazione Manuale di Carichi (MMC), che pure rappresenta un titolo specifico del D.lgs. 81/08, è, nel settore edile, di difficile svolgimento in particolare laddove si tratti di valutare il rischio attraverso le metodiche indicate dalle norme internazionali e dalle norme e Linee Guida nazionali sulla materia.

Buona parte di questi atti normativi e di indirizzo infatti utilizzano una metodica (Revised Niosh Lifting Equation- RNLE) la cui applicazione nel settore risulta particolarmente complessa. Proprio la consapevolezza di questa complessità ci fa dire che non è possibile lasciare ai soli datori di lavoro la responsabilità di colmare queste lacune: è necessario che tutto il sistema istituzionale disegnato dal D.lgs. 81/08 fornisca strumenti ed ausili che facilitino il loro compito di valutazione dei rischi, anche per tentare di spostare le poche risorse disponibili dalla valutazione del rischio alla ricerca attenta e costante delle soluzioni. In questo senso l’INAIL ha fornito già diversi contributi importanti, di cui è testimonianza l’attivazione di un sito web dedicato alle problematiche delle costruzioni: http://www.prevenzionecantieri.it.

In linea con questo intento era stato suggerito di condurre studi esemplari di “pre- valutazione” di alcune principali attività e compiti di movimentazione manuale al fine di ottenere risultati indicativi e generalizzabili da “socializzare”, attraverso adeguati canali di comunicazione e di informazione, presso tutti i potenziali fruitori (Datori di lavoro, RSPP, Medici Competenti, RLS, Organi di Vigilanza, Operatori INAIL), con l’obbiettivo di facilitare il compito degli operatori della prevenzione interessati all’applicazione sul campo. Tale suggerimento era però rimasto finora sulla carta.

L’iniziativa della Direzione Regionale di Basilicata dell’INAIL e di Edilcassa di Basilicata, i cui risultati sono riportati in questo manuale, è diretta a colmare, in modo significativo, questo vuoto. Utilizzando in modo creativo la versione più aggiornata della metodica RNLE per compiti di movimentazione complessi, messa a punto dall’Unità di Ricerca EPM, l’esperienza condotta ci consegna una serie di dati e di risultati, articolati per compito, mansione e settore, di assoluto interesse e ricaduta operativa, non solo riguardo all’entità stimata del rischio da MMC in molte comuni attività del settore edile ma anche su alcuni aspetti organizzativi del lavoro che finora erano solo presunti e non così analiticamente documentati.

L’articolazione dello studio e la numerosità del campione studiato sono, a nostro parere, di adeguata significatività, ma si può concordare con gli autori che un suo allargamento, per tipologia di compiti studiati e per numerosità di campionamento, sarebbe oltremodo auspicabile. Come operato con questo manuale, l’arricchimento dell’esperienza potrebbe arrivare a fornire un ricco database di

“pre-valutazioni” di compiti e mansioni in edilizia comportanti attività di movimentazione manuale di carichi da consegnare a tutti coloro che, per legge o per iniziativa, devono e vogliono attuare interventi di prevenzione del rischio di sovraccarico biomeccanico.

Da ultimo si vuole sottolineare come questo manuale rappresenti una concreta testimonianza di come si possa, con risorse limitate ma con grande volontà ed intelligenza e con adeguate sinergie,

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gestire studi ed interventi di prevenzione complessi, anche in settori produttivi finora considerati

“difficili”: le ipotesi formulate per tracciare un profilo di rischio per mansione lavorativa e per fornire alle imprese un supporto alla valutazione di questo specifico rischio sono il risultato dell’attività di persone che non si arrendono di fronte alle difficoltà e alle quali testimoniamo la nostra vicinanza intellettuale e la nostra amicizia.

EnricoOcchipinti

Direttore EPM – Unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento – Fondazione Don Gnocchi – Università degli Studi – Fondazione Policlinico Cà grande - Milano

Natale Battevi

Centro di riferimento lombardo per le Patologie Muscoloscheletriche

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INDICE

INTRODUZIONE 9

MATERIALI E METODI 11

I RISULTATI DEL PROGETTO: UNA VISIONE D’INSIEME 17

IL RISCHIO DI SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NELLE DIVERSE MANSIONI 20

Muratore settore Nuove Costruzioni Civili 22

Muratore settore Ristrutturazioni 24

Muratore altri settori produttivi 26

Muratore tutti i settori 28

Manovale settore Nuove Costruzioni Civili 30

Manovale settore Ristrutturazioni 32

Manovale altri settori produttivi 34

Manovale tutti i settori 36

Carpentiere e ponteggista settore Nuove Costruzioni Civili 38 Carpentiere e ponteggista settore Ristrutturazioni 40

Carpentiere e ponteggista altri settori produttivi 42

Carpentiere e ponteggista tutti i settori 44

Idraulico tutti i settori 46

Piastrellista tutti i settori 48

Intonacatore tutti i settori 50

Cartongessista tutti i settori 52

Capo Cantiere tutti i settori 54

Mansioni varie tutti i settori 56

IL RISCHIO DI SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NEI DIVERSI COMPITI 58

Movimentazione con Pala o Badile 60

Movimentazione con secchio 62

Movimentazioni e trasporto sacchi 64

Gestione Materiali di risulta 66 Carico e scarico di attrezzature dal camion o dal furgone 68 Murature in mattoni o tufi: movimentazione materiali e posa in opera 70

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Murature e controsoffittature in cartongesso: posa in opera 72 Ponteggi: movimentazione materiali e posa in opera 74 Casseri: rimozione, pulizia e posa in opera 76 Armatura: movimentazione ferri e posa in opera 78 Movimentazione e posa in opera di rete elettrosaldata e gabbie 80 Movimentazione e trasporto trabattello 82 Uso continuato di martello demolitore 84 Uso continuato di altri attrezzi vibranti (scanalatrice, flex, ecc.) 85 Posa in opera di pavimentazioni 86 Posa in opera di pavimentazione stradale 88 Movimentazione e trasporto pacchi (pavimenti, rivestimenti, tegole, ecc.) 90

Montaggio recinsioni e cancelli 92

Finiture interne: posa in opera di arredo camino 94 Demolizione tetto: movimentazione e trasporto travetti, tavole, ecc. 96 Tegole e coppi: rimozione e posa in opera 98

Infissi: rimozione e montaggio 100

Rimozione e posa in opera di sanitari 102 Posa in opera di caloriferi, caldaie, macchine condizionatrici 104 Attivazione cantiere: recinsione, tracciamenti, messa in sicurezza, ecc. 106 Allacciamenti alla rete fognaria 108 Assemblaggio e movimentazione di strutture in legno (coperture) 110 Cantieristica stradale: movimentazione materiali vari 112

Impermeabilizzazioni 114

Posa in opera di manufatti in cemento armato 115

Posa in opera di rivestimenti 116

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NELLA

SINGOLA IMPRESA EDILE 117

PROSPETTIVE FUTURE DEL PROGETTO 135

Bibliografia 138

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9 Le patologie muscoloscheletriche sono da diversi anni all’attenzione del mondo scientifico, in quanto responsabili di assenteismo, disabilità fisica, malattie professionali (MP). Rispetto a queste ultime, l’INAIL nel 2011, ha evidenziato come le malattie osteoarticolari e muscolo tendinee siano state responsabili di oltre 30.000 denunce di MP (pari al 65 % di tutte le denunce di MP) con un incremento del 165,7 % rispetto al 2007 (4). In particolare, nel settore edile, le patologie del rachide lombo-sacrale interessano oltre il 46 % dei lavoratori europei (6, 7, 8).

A fronte di questi dati sull’importanza del problema, il settore edile si caratterizza per la notevole dispersione della forza lavoro in imprese di piccole e piccolissime dimensioni e per una notevole variabilità delle modalità di lavorazione e, di conseguenza, delle modalità di esposizione ai diversi rischi professionali, circostanze che rendono particolarmente difficile sia la valutazione del rischio che la stima delle conseguenze dell’esposizione ai diversi rischi professionali. Infatti, per quanto si possa descrivere qualunque cantiere come una successione ordinata di fasi lavorative note, dalla recinsione del cantiere, ai tracciamenti per gli scavi fino alla sistemazione finale degli esterni ed eventualmente degli spazi verdi (il riferimento è evidentemente ad una nuova costruzione), tutto ciò non è sufficiente a definire un ciclo produttivo che faccia da base per la valutazione dei rischi, perché in ogni cantiere sono diversi i singoli parametri che concorrono alla valutazione: per il caso specifico del sovraccarico della colonna vertebrale, sarebbe necessario standardizzare entità dei pesi, modalità di movimentazione, tipologia di percorso, durata dell’attività, ecc.. Da qui la difficoltà di valutare i rischi (e non solo quelli ergonomici) in maniera oggettiva e la conseguenza che, nella maggior parte dei casi, la valutazione dei rischi in edilizia si limita alla classica stima dei due parametri “probabilità dell’evento” e “magnitudo dell’evento” (con qualche dubbio di legittimità per quei rischi professionali per cui il D.lgs. 81/08 individua una specifica norma tecnica di riferimento). Queste difficoltà sono state ben evidenziate in un’indagine condotta fra le imprese edili lucane nel 2009 (13) i cui risultati possono essere riassunti in poche considerazioni:

- lo strumento di valutazione largamente prevalente in edilizia (in oltre il 50 % dei casi) è l’autocertificazione (consistente in una semplice “dichiarazione” di aver proceduto all’analisi, senza alcun riferimento ai criteri ed agli strumenti utilizzati);

- nei casi in cui è stato redatto un formale Documento di Valutazione dei rischi, la stima del rischio Movimentazione Manuale dei Carichi è stata effettuata nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 75 %) con una metodica diversa dalla norma tecnica citata nel D.lgs 81/08, valutando i parametri

“probabilità dell’evento” e “gravità delle conseguenze”; inoltre, in nessun caso la stima dei due parametri è stata effettuata sulla base di elementi oggettivi (riferimento a banche dati loco-regionali o ai dati biostatistici forniti dal Medico Competente con la relazione sanitaria);

- i Documenti di Valutazione dei rischi che in qualche modo fanno riferimento al metodo NIOSH (e quindi alla norma tecnica UNI ISO 11228), si limitano quasi sempre alla stima di uno o più

“compiti semplici”, senza l’integrazione dei singoli compiti in un unico Indice di Sollevamento Complesso, con una evidente sottostima del rischio.

- nel complesso si ricava la sensazione che la valutazione dei rischi (e probabilmente non solo del rischio MMC) sia finalizzata più ad un adempimento formale che ad un reale percorso di gestione del rischio stesso.

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Da queste premesse è nata la collaborazione fra l’Edilcassa di Basilicata e la Direzione Regionale dell’INAIL, con la finalità di individuare strumenti operativi semplici ed efficaci per la gestione del rischio e superare le difficoltà legate alle caratteristiche intrinseche del settore edile.

Per la gestione del progetto sono stati successivamente coinvolti la Società Nazionale degli Operatori della Prevenzione (SNOP) e l’unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento (EPM – CEMOC - Fondazione IRCCS Cà Granda - Ospedale Policlinico di Milano).

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MATERIALI E METODI

L’algoritmo utilizzato per la valutazione del rischio MMC è il Variable Lifting Index (VLI), relativo a quelle situazioni in cui compiti molteplici e con caratteristiche ergonomiche diverse (compiti variabili) si susseguono nella giornata lavorativa (5, 17). Come è noto, l’Indice di Sollevamento (IS) introdotto dal NIOSH nel 1993 (18) è il risultato del rapporto Peso Movimentato/Peso Raccomandato, quest’ultimo calcolato sulla base del valore parametrico di 8 determinanti di rischio: altezza delle mani all’inizio del sollevamento, dislocazione verticale del peso durante l’azione di movimentazione, distanza orizzontale del peso dal corpo, dislocazione angolare (rotazione del tronco sul bacino), utilizzo di uno o di entrambi gli arti durante l’esecuzione del gesto lavorativo, numero di soggetti coinvolti nel sollevamento, qualità della presa, frequenza e durata dell’attività di movimentazione manuale dei carichi.

Nel caso di più compiti, l’indice di sollevamento complessivo è ottenuto sommando all’IS del compito più sovraccaricante, il contributo degli altri compiti, contributo proporzionato alle caratteristiche ergonomiche intrinseche del compito (espresse dall’ISIF = Indice di Sollevamento Indipendente dalla Frequenza) ed al progressivo incremento di frequenza che ciascun compito aggiuntivo comporta: se l’incremento di frequenza attribuibile al singolo compito è prossimo a zero, il suo contributo è nullo. Uno stesso oggetto, movimentato con modalità diverse, configura (ai fini del calcolo) compiti diversi, la cui frequenza di movimentazione è una frazione della frequenza (globale) di movimentazione dell’oggetto stesso: un oggetto movimentato con frequenza globale di un sollevamento al minuto da sei diverse posizioni (tre altezze e due distanze orizzontali) e depositato in sei diverse posizioni (tre altezze e due distanze orizzontali), delinea 36 diversi compiti, ciascuno con una frequenza inferiore a 0,03 sollevamenti al minuto. Ne deriva una progressiva diluizione della frequenza nei diversi (sub-)compiti che ne può rendere ininfluente il contributo ai fini del calcolo dell’Indice globale. Di qui la necessità di un algoritmo che, attraverso una semplificazione con regole standardizzate, salvaguardi il contributo dei singoli compiti al calcolo del sovraccarico globale.

Il VLI raggruppa tutti i pesi movimentati in 5 categorie, utilizzando il peso medio (ponderato all’interno della categoria) e la frequenza cumulativa di ciascuna categoria per le fasi successive. Inoltre, il contributo dei singoli determinanti di rischio è semplificato dalle seguenti regole:

1) il numero di persone impegnate nel gesto lavorativo e l’uso di un solo arto sono variabili da attribuire all’intera classe di peso;

2) la dislocazione verticale è eliminata come fattore di ponderazione (ma va censita la posizione delle mani a fine sollevamento);

3) la posizione in altezza delle mani (all’inizio ed alla fine del sollevamento) è ridotta a due soli scenari: ottimale ed inadeguata (alta o bassa, con identico valore di ponderazione);

4) la distanza orizzontale del peso dal corpo è ridotta a tre sole circostanze: vicina, intermedia e lontana;

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5) per la dislocazione angolare del tronco sul bacino sono previste due sole possibilità, da attribuire all’intero scenario di movimentazione: assente o presente (se più del 50 % delle movimentazioni comportano una rotazione superiore a 45°);

6) la presa del carico è valutata sempre come inadeguata.

Ne deriva che sono possibili solo 6 diverse geometrie di movimentazione (termine utilizzato per descrivere le diverse combinazioni di altezza del peso da terra e di distanza del peso dal corpo) e poiché gli altri determinanti di rischio sono fissati per ciascuna classe di peso, la frequenza di movimentazione (dell’intera classe di peso) può essere diluita, al massimo, fra 6 compiti diversi. Ne deriva che qualunque sia la distribuzione di partenza di masse da movimentare e di diverse modalità di movimentazione, tutti gli scenari si riducono a 30 compiti diversi (5 classi di peso x 6 scenari di movimentazione). Infine, tutti i compiti così delineati sono raggruppati in 6 categorie omogenee (per l’impatto ergonomico) in base al valore dell’ISIF (che considera tutti i determinanti di rischio ad eccezione del fattore frequenza/durata), ricavando 6 diverse aggregazioni di compiti ed altrettante frequenze cumulative. Il VLI si ottiene sommando all’IS dell’aggregazione di compiti più sovraccaricante, il contributo degli altri raggruppamenti di compiti, contributo proporzionato alle caratteristiche ergonomiche delle singole aggregazioni (espresso dall’ISIF, omogeneo per i diversi raggruppamenti) ed al progressivo incremento di frequenza che ciascun raggruppamento aggiuntivo comporta.

Le semplificazioni introdotte dal VLI hanno il grande valore aggiunto di rendere più intuitivo il riconoscimento dei singoli determinanti di rischio e soprattutto delle diverse geometrie di movimentazione, facendo riferimento a punti di repere corporei facilmente individuabili: le ginocchia e la linea mammillare delimitano l’area ottimale in altezza, mentre l’area critica si posiziona sotto il livello dei piedi o sopra l’altezza del capo; la posizione leggermente arretrata dei gomiti permette di individuare la posizione “vicina” della distanza orizzontale, mentre la lunghezza delle braccia in estensione individua il confine ultimo della posizione “lontana” e, quindi, dell’inizio dell’area critica.

Per il rischio trasporto, sono state utilizzate le tabelle di Snook e Ciriello (5, 15), che individuano sia la massa totale trasportabile (in un minuto, in un’ora ed in un giorno) che il peso (trasportabile) raccomandato, sulla base di alcuni determinanti di rischio: genere del soggetto che effettua il trasporto, altezza delle mani durante le operazioni di trasporto, distanza percorsa, frequenza e durata delle attività di trasporto. L’indice di esposizione (Itrasp) è dato dal rapporto fra il peso effettivamente trasportato ed il peso raccomandato (o fra la massa totale effettivamente trasportata nell’intervallo di tempo considerato e la massa totale raccomandata per lo stesso intervallo di tempo): il peso (e/o la massa totale) raccomandato va individuato selezionando, fra i diversi scenari definiti dalle tabelle, quello più simile alla situazione in esame. Il metodo non prevede un algoritmo che consenta di integrare in un unico indice di valutazione il contributo di trasporti multipli (pesi diversi, distanze diverse, scenari di frequenza e durata diversi), per cui, in presenza di trasporti multipli nella stessa giornata, l’indice di esposizione globale è dato dal compito con l’indice più alto. Ne consegue che gli indici di esposizione per il trasporto possono sottostimare il rischio reale, perché non valutano il contributo al sovraccarico globale di tutti gli altri eventuali compiti con indice di esposizione più basso. Si aggiunga che le tabelle di Snook e Ciriello sono relative al trasporto in piano, in assenza di ostacoli sul percorso, con l’oggetto tenuto con

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entrambe le mani ed in assenza di trasporto a spalla o sulla regione lombare, e che, conseguentemente, la norma tecnica ISO 11228 individua ciascuno di questi fattori aggiuntivi come responsabili di “rischio presente” anche per masse trasportate rientranti nei limiti tabellati per la popolazione lavorativa adulta.

Per il rischio traino e spinta, non è stata effettuata una rilevazione con dinamometro delle forze utilizzate, in quanto i parametri di riferimento utilizzati dalle tabelle di Snook e Ciriello (forza iniziale e forza di mantenimento) sono relativi ad attività di traino e spinta su percorso piano e rettilineo, senza ulteriori variazioni di accelerazione, successive all’avvio del traino o della spinta;

queste condizioni operative teoriche non sono mai presenti nei cantieri edili, caratterizzati da percorsi raramente rettilinei, necessariamente su pavimentazione irregolare, con frequenti dislivelli più o meno rilevanti e quindi con variazioni continue della forza applicata lungo tutto il percorso.

Le eventuali rilevazioni della forza sarebbero state di fatto non confrontabili con i valori di riferimento proposti dalle tabelle. Si è preferito censire i determinanti di rischio (frequenza e durata dell’attività, distanza, presenza di eventuali dislivelli e/o ostacoli, tipo di attrezzo utilizzato e materiale trasportato) per ricavare almeno una stima operativa delle condizioni di esposizione al rischio.

I Medici Competenti (MC) ed alcuni Responsabili dei Servizi aziendali di Prevenzione e Protezione (RSPP) sono stati coinvolti, nella prima fase del progetto, in un modulo di formazione specifica, organizzato dalla SNOP in collaborazione con l’unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento (EPM), finalizzato alla conoscenza del rischio e degli strumenti di valutazione appropriati. Nell’ambito del modulo di formazione è stato elaborato un modello di mappatura del rischio MMC, trasporto manuale e traino e spinta, che raccoglie tutte le informazioni relative ai diversi determinanti di rischio, così come individuati dalla norma tecnica ISO 11228 (la figura della successiva pagina 15 mostra l’ultima versione del modello di mappatura utilizzato), e che è stato successivamente utilizzato dagli operatori per effettuare la rilevazione del rischio, avendo a riferimento le attività svolte in una giornata lavorativa (e più precisamente della giornata precedente la rilevazione). Ai fini del calcolo del VLI, non sono state considerate le “geometrie in area critica”, così come previsto dal metodo, in quanto indicative di rischio elevato, anche con valori di VLI rientranti nei limiti dell’accettabilità; analogamente, per il rischio trasporto sono stati censiti tutti quei determinanti di rischio non considerati dalle tabelle di Snook e Ciriello (trasporto a spalla o con un solo arto o su percorso accidentato), ma individuati dalla norma tecnica ISO 11228 come fattori responsabili di “rischio presente” anche per masse trasportate rientranti nei limiti tabellati per la popolazione lavorativa adulta.

Per quanto riguarda i singoli determinanti di rischio, in linea di massima sono stati utilizzati i parametri indagati e riferiti dai singoli operatori edili: si consideri che per molti materiali (sacchi di cemento o di malta, mattoni forati) il peso è dichiarato dal fornitore. Per altri compiti è stata effettuata una verifica sul campo, per accertarne la validità. Per la movimentazione di materiali con pala o badile, la descrizione dei compiti analizzati (rilevabile nella scheda dedicata) evidenzia che l’attività riguarda prevalentemente la movimentazione di sabbia per la preparazione di malte varie e la movimentazione di materiali di risulta. Il peso riferito è relativo sia al materiale movimentato che all’attrezzo utilizzato.

Sono stati riferiti pesi molto diversi per gli attrezzi, da un minimo di 1 Kg circa per le pale in alluminio fino a 3,5 Kg per le pale in ferro (pesi che corrispondono ai valori reali verificati con misurazioni sul campo). Per la movimentazione di materiali con secchio, la descrizione dei compiti analizzati (rilevabile

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nella scheda dedicata) evidenzia che l’attività riguarda prevalentemente la movimentazione di malte varie e di materiali di risulta. Il peso riferito è relativo sia al materiale movimentato che all’attrezzo utilizzato. Per quanto riguarda i pesi riferiti dagli operatori per i materiali movimentati (prevalentemente sabbia e materiali di risulta, nel caso della movimentazione con badile e prevalentemente materiali di risulta e malta, nel caso della movimentazione con secchio), è stata effettuata una verifica sul campo dei pesi riferiti: il confronto fra pesi misurati e pesi riferiti dagli operatori è mostrato nella tabella successiva.

Detriti + pala Sabbia + pala Detriti + secchio

Malta + secchio in alluminio in ferro in alluminio in ferro

Pesi rilevati (Kg) 3,7 - 4,8 5,9 - 6,7 4,2 - 5,1 6,1 - 6,9 9 – 12,5 14,5-17,5 Pesi riferiti (Kg)

media 4,39 6,36 4,59 6,5 10.8 15,6

dev. St. 0,32 0,54 0,28 0,71 1,74 2,20

La soluzione di rilevare i dati relativi ad una giornata lavorativa ha consentito di superare le difficoltà legate all’estrema variabilità delle condizioni di esposizione al rischio, tipiche del settore edile, impostando la valutazione del rischio su una rilevazione campionaria dei compiti e dei parametri ergonomici che sono alla base della valutazione. Sono pervenute in tutto 358 schede di mappatura, relative ad altrettante giornate lavorative di operatori edili. Sono risultate inutilizzabili 18 delle 358 schede, perché incomplete.

Per la gestione delle schede di rilevazione è stato realizzato un software dedicato (denominato MMC81.08) che, utilizzando gli schemi e le formule citate, consente di effettuare la stima dell’indice di esposizione di ciascuna attività e di un’intera giornata lavorativa; il software inoltre ha consentito di utilizzare i dati raccolti per un’analisi dettagliata dei singoli determinanti di rischio (pesi movimentati, geometrie di movimentazione, frequenza, ecc.), dei diversi compiti lavorativi, delle diverse mansioni dell’edilizia, dei diversi settori produttivi.

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I RISULTATI DEL PROGETTO: UNA VISIONE D’INSIEME

L’algoritmo utilizzato in questo progetto è un tentativo di dare basi solide alla valutazione dei rischi, poggiandola su una stima statistica relativa a giornate di lavoro “reali”: ovviamente la qualità della stima dipende dalle dimensioni del campione e lo studio proposto può soffrire di una scarsa rappresentatività; un allargamento della base campionaria ad altre realtà territoriali potrebbe consentire di realizzare una vera e propria mappatura dei molteplici compiti lavorativi caratteristici del settore, con l’obbiettivo di mettere a disposizione delle imprese delle “prevalutazioni” del rischio per i singoli compiti lavorativi, declinate eventualmente sulla base di alcuni parametri specificamente aziendali: tipo di settore, tipo di mansione, superfici o volumi interessati dai lavori, ecc. Ciò consentirebbe di raggiungere due risultati concreti: facilitare l’assolvimento all’obbligo normativo della valutazione del rischio e nel contempo spostare l’attenzione e le risorse sugli aspetti di gestione del rischio.

Per quanto riguarda il merito della valutazione, la lettura delle schede relative alle singole mansioni evidenzia un’esposizione importante e significativa ai diversi rischi valutati, addirittura superiore ai valori espressi dagli indici sintetici (VLI ed Indice di Rischio per il Trasporto Manuale), che non possono tener conto di tutti quei determinanti di rischio aggiuntivi che caratterizzano l’edilizia (geometrie critiche, trasporto a spalla, condizioni oggettive di disagio ambientale, ecc.).

Distribuzione di frequenza delle diverse giornate lavorative in funzione del VLI

MMC ass.

VLI

< 0,85

VLI = 0,85-0,99

VLI = 1-1,99

VLI =

2-2,99 VLI>3

Totale giornate analizzate

Mansioni

CARPENT.-PONTEGG. 1 12 0 31 16 5 65

MURATORE 5 10 5 70 54 15 159 MANOVALE 5 2 2 25 28 6 68

IDRAULICO 0 0 2 6 1 0 9

PIASTRELLISTA 1 0 1 3 2 1 8

INTONACATORE 0 0 1 1 1 3 6

CAPO CANTIERE 0 0 0 5 1 2 8

CARTONGESSISTA 0 0 0 8 0 0 8

Mansioni varie 3 1 0 1 1 3 9

Settori

NUOVE COSTRUZ. CIVILI 6 10 9 82 63 15 185

RISTRUTTURAZIONI 4 6 0 59 33 16 118

OPERE DI URBANIZZAZ. 0 2 2 1 3 2 10

NUOVE COSTRUZ. INDUSTR. 4 7 0 4 1 1 17

CANTIERISTICA STRADALE 1 0 0 4 4 1 10

Tutti i settori e tutte le mansioni 15 25 11 150 104 35 340

4,4% 7,4% 3,2% 44,1% 30,6% 10,3%

Ridistribuzione delle giornate in funzione del VLI corretto per la presenza di geometrie in area critica (classificate a rischio molto alto)

15 22 8 95 65 135

4,4% 6,5% 2,4% 27,9% 19,1% 39,7% 340

La tabella precedente riepiloga i dati relativi al rischio movimentazione per le singole mansioni ed i singoli settori produttivi ed evidenzia che (con una corretta interpretazione dei dati

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che tenga conto delle geometrie critiche) solo il 13,2 % delle giornate analizzate si caratterizza per un rischio assente o accettabile o incerto; nel restante 86,8 % delle giornate il rischio è certamente presente e si colloca in fascia di rischio medio nel 19 % dei casi ed elevato nel 40 % dei casi.

Analogamente, per il rischio trasporto, la tabella successiva riassume la distribuzione di frequenza delle 340 giornate analizzate ed anche in questo caso una corretta interpretazione dei dati (che tenga conto delle criticità non previste dalle tabelle di Snook e Ciriello) evidenzia che il rischio è presente nel 45 % delle giornate analizzate.

Distribuzione di frequenza delle diverse giornate lavorative in funzione dell’I

trasporto Trasp. ass. Itrasp

< 0,85

Itrasp =

0,85-0,99 Itrasp >1 Totale giornate analizzate

Mansioni

CARPENT.-PONTEGG. 15 18 2 30 65

MURATORE 73 30 16 40 159 MANOVALE 28 13 3 24 68 IDRAULICO 0 1 2 6 9

PIASTRELLISTA 3 1 0 4 8

INTONACATORE 3 0 2 1 6

CAPO CANTIERE 2 2 1 3 8

CARTONGESSISTA 0 1 2 5 8

Mansioni varie 5 1 1 2 9

Settori

NUOVE COSTRUZ. CIVILI 59 37 20 69 185

RISTRUTTURAZIONI 45 24 9 40 118

OPERE DI URBANIZZAZ. 8 2 0 0 10

NUOVE COSTRUZ. INDUSTR. 11 4 0 2 17

CANTIERISTICA STRADALE 6 0 0 4 10

Tutti i settori e tutte le mansioni 129 67 29 115 340

37,9% 19,7% 8,5% 33,8%

Ridistribuzione delle giornate in funzione dell’Itrasp corretto per la presenza di criticità non previste dalle tabelle di Snook e Ciriello (e classificate a rischio presente)

129 41 18 152 37,9% 12,1% 5,3% 44,7% 340

Un’ultima considerazione riguarda l’impianto generale del progetto. Il D.lgs. 81/08 individua una serie di figure, all’interno delle aziende, con compiti e responsabilità finalizzate alla tutela della sicurezza e della salute degli operatori (Medico Competente, Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, Datore di Lavoro, Preposti, ecc.); ed individua una rete di enti e strutture extra-aziendali che dovrebbero agevolare o indurre comportamenti adeguati della rete operativa intra-aziendale. Il sistema delle imprese ha affrontato il suo compito con la massima attenzione agli aspetti formali (anche per la presenza, nell’impalcato legislativo, di un sistema sanzionatorio) piuttosto che ad un reale miglioramento degli standard di prevenzione. Ne deriva che gli strumenti proposti dal D.lgs. 81/08 per tutelare la salute e la sicurezza degli operatori (DVR, riunione periodica, attività di formazione/informazione, sorveglianza sanitaria, gestione dei rischi, gestione delle idoneità difficili, ecc.) si rivelano troppo spesso dei contenitori vuoti o riempiti con materiale finalizzato solo all’adempimento formale delle norme. Questo progetto ha consentito di avviare un’attività di valutazione del rischio (MMC, Traino e Spinta e Trasporto Manuale), una rilevazione epidemiologica sulla prevalenza dei disturbi e delle patologie correlate al rischio ed un’attività di formazione e informazione finalizzata alla

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19

prevenzione (19). Nel complesso si è delineato un modello di gestione globale del rischio, aderente nello spirito e nella forma al D.lgs. 81/08. Ciò si è reso possibile perché una parte della rete extra- aziendale (Ente paritetico territoriale, INAIL, una società scientifica ed un IRCCS) ha proposto alle imprese edili una propria progettualità ed un proprio modello di attuazione del D.lgs. 81/08.

L’apertura di altri “cantieri” simili, dedicati ai diversi rischi professionali, potrebbe consentire, nel tempo, non solo la mappatura dei rischi ma un vero e proprio progetto nazionale dedicato alla prevenzione delle Malattie Professionali in edilizia.

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IL RISCHIO DI SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELLA COLONNA VERTEBRALE NELLE DIVERSE MANSIONI DELL’EDILIZIA

Nelle pagine successive sono presentati i dati relativi al rischio di sovraccarico biomeccanico della colonna vertebrale nelle diverse mansioni dell’edilizia. Per alcune mansioni (di più frequente riscontro: Muratore, Manovale e Carpentiere-ponteggista) è stato possibile elaborare i dati differenziati per i diversi settori produttivi (Nuove costruzioni civili, Ristrutturazioni, altri settori: Cantieristica stradale, Nuove Costruzioni industriali ed Opere di urbanizzazione), ed una scheda riepilogativa per tutte le giornate analizzate. Il ridotto numero di giornate analizzate per le altre mansioni non ha consentito un’analoga differenziazione. Va precisato che la maggior parte delle aziende non ha una specializzazione produttiva, per cui l’attribuzione ad uno specifico settore è da riferirsi alla tipologia di cantiere operativo al momento dell’intervista.

Nell’ordine sono presentati i seguenti dati:

a) Composizione di una giornata lavorativa che riassume la durata dell’esposizione ai diversi rischi professionali: poiché uno stesso compito può esporre a rischi professionali diversi (come è evidente nel caso di un operatore che prima movimenta dei laterizi per trasferirli su una carriola, successivamente spinge la carriola ed infine movimenta nuovamente i laterizi per spostarli alla destinazione definitiva, magari con un breve percorso di trasporto manuale), la somma dei minuti di esposizione ai diversi rischi professionali è superiore alla durata di una giornata lavorativa. Il rischio di Sovraccarico Biomeccanico degli Arti Superiori non è stato oggetto di una rilevazione finalizzata e standardizzata: i dati riportati sono relativi a quelle schede in cui il rilevatore segnala il rischio per la presenza di movimentazione di pesi inferiori ai 3 Kg e con frequenza significativa.

b) Analisi dei determinanti di rischio che concorrono alla determinazione del VLI: pesi movimentati, numero di sollevamenti effettuati, frequenza di sollevamento, scenario di durata e geometrie di movimentazione rilevate: per quest’ultimo parametro sono state censite tutte le geometrie rilevate, comprese quelle in area critica che, come è noto, non concorrono alla determinazione del VLI. Il metodo, infatti, considera queste geometrie come responsabili di sovraccarico “eccessivo” e ne prevede la rimozione prima di effettuare la valutazione (eventualità non percorribile nel caso di una valutazione a posteriori, come è il caso di queste rilevazioni). Ne consegue che le stesse non sono state considerate ai fini del calcolo del VLI (non essendo previsto un coefficiente di modulazione che ne stimi il contributo), e che quindi lo stesso indice sintetico sottostima, in qualche misura, il rischio reale che, in presenza di movimentazioni in area critica è da considerarsi sempre elevato.

c) Valori del VLI (media, deviazione standard, minimo e massimo) e distribuzione di frequenza delle giornate analizzate in funzione del VLI rilevato, secondo la classica distinzione di rischio assente, rischio accettabile (VLI < 0,85), rischio incerto (per valori di VLI > 0,85 ed inferiori ad 1), rischio presente di livello basso (per VLI > 1 ed inferiori a 2), rischio presente di livello medio (per VLI >

2 ed inferiori a 3) e rischio presente di livello alto (per valori di VLI > 3). Per una corretta interpretazione del dato, vengono fornite due distribuzioni di frequenza, la prima con i valori di VLI calcolati in base ai determinanti di rischio censiti, la seconda attribuendo alle giornate con geometrie di movimentazione in area critica un rischio elevato (VLI > 3).

d) Analisi dei determinanti di rischio per il trasporto manuale (durata del compito, numero di percorsi effettuati, pesi trasportati, massa totale trasportata nel singolo compito e nella giornata), distanza percorsa.

e) Valori dell’Itrasp calcolato sia sui singoli pesi trasportati che sulla massa totale trasportata e distribuzione di frequenza delle giornate analizzate in funzione dell’Itrasp rilevato, secondo la distinzione fra rischio assente, rischio accettabile (Itrasp < 0,85), rischio incerto (per valori di Itrasp >

0,85 ed inferiori ad 1), rischio presente (per Itrasp > 1). Nel caso di trasporti multipli (pesi diversi e/o condizioni operative diverse) l’indice di esposizione è relativo al compito più sovraccaricante.

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21

f) Analisi dei determinanti di rischio non considerati dalle tabelle di Snook e Ciriello (trasporto a spalla o con un solo arto o su percorso accidentato), ma individuati dalla norma tecnica ISO 11228 come fattori responsabili di “rischio presente” anche per masse trasportate rientranti nei limiti tabellati per la popolazione lavorativa adulta.

g) Analisi dei determinanti di rischio relativi al traino e spinta: durata del compito e dell’attività nella giornata, numero di percorsi effettuati, altezza delle mani, distanza percorsa.

h) Analisi dei determinanti di rischio aggiuntivi (presenza di ostacoli e presenza di dislivello durante il percorso) non previsti dalle tabelle di Snook e Ciriello.

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MURATORE

settore delle nuove costruzioni civili Giornate di lavoro censite: 70

Composizione della giornata lavorativa (in minuti) media dev st. min max Durata dei compiti con rischio MMC 432 116 0 540 Durata dei compiti con rischio Trasporto 185 213 0 540 Durata dei compiti con rischio Traino e spinta 43 109 0 450 Durata dei compiti con Sovraccarico Biomeccanico arti sup. 50 114 0 480 Durata delle altre attività 41 106 0 540 Durata delle attività equivalenti a pausa 17 48 0 300 Durata pausa pranzo 9 21 0 60 Durata della giornata lavorativa 505 33 450 585

La somma dei minuti di esposizione ai diversi rischi professionali è superiore alla durata di una giornata lavorativa, perché uno stesso compito può esporre a rischi professionali diversi (come è evidente nel caso di un operatore che prima movimenta dei laterizi per trasferirli su una carriola, successivamente spinge la carriola ed infine movimenta nuovamente i laterizi per spostarli alla destinazione definitiva, magari con un breve percorso di trasporto manuale)

Determinanti di rischio per la Movimentazione

Manuale dei carichi media dev st. min max

Pesi movimentati (Kg) 12,6 8,6 2,8 60,0 Massa totale movimentata in una giornata (Kg) 1450 1.378 46,5 6375

Sollevamenti effettuati in una giornata 184,9 205,3 3 850 Frequenza di movimentazione rilevata 0,4 0,6 0,01 3,2

Breve Media Lunga Totale Scenario di durata dell’attività di MMC 1 0 68 69

B = Durata breve: la durata di ogni compito di MMC e/o trasporto e/o traino e spinta è inferiore a 60 min, seguito da un periodo di altre attività senza sovraccarico della colonna vertebrale di durata almeno uguale.

M = Durata media: la durata non è breve e la durata di ogni compito di MMC e/o trasporto e/o traino e spinta è inferiore a 120 min seguito da altre attività senza sovraccarico della colonna vertebrale di durata uguale o superiore al 30 % del compito con sovraccarico della colonna vertebrale

L = Durata lunga: la durata dell’attività lavorativa non è breve e non è media.

Geometrie di movimentaz.

rilevate

Distanza del peso dal corpo

Vicina(<40 cm) Media(41-50 cm) Lontana(51-63 cm) Critica(>63 cm) Totale 10 0 0 0 Critica

(>175 cm)

Altezza del peso da terra

Geometrie 1,7% 0,0% 0,0% 0,0% rilevate

100 44 5 0 Alta

(126-175 cm)

597

16,8% 7,4% 0,8% 0,0% Totale

125 47 6 3 Ottimale

(51-125 cm)

Geometrie

20,9% 7,9% 1,0% 0,5% In area

165 58 9 4 Bassa

(0-50 cm)

critica

27,6% 9,7% 1,5% 0,7% 38

12 9 0 0 Critica (< 0 cm)

Pari al 2,0% 1,5% 0,0% 0,0% 6,4 %

Rischio MMC: distribuzione di frequenza delle 70 giornate analizzate in funzione del VLI e valori di VLI rilevati (per le giornate con rischio MMC presente)

Numero (e %) di giornate lavorative con VLI pari a Valori di VLI rischio

assente

< 0,85 Rischio acc.

0,85 - 0,99 Rischio inc.

1 - 1,99 Rischio basso

2 - 2,99 Rischio medio

>3 Rischio elev.

Media (dev. St.)

Min max

1 4 4 29 28 4 2,0 0,7

1,4% 5,8% 5,8% 42,0% 40,6% 5,8% 0,7 3,6 (Ri)-Distribuzione di frequenza delle 70 giornate analizzate in funzione del VLI corretto per le giornate con geometrie di movimentazione in area critica (a cui è stato attribuito un rischio elevato)

1 4 2 25 22 16

1,4% 5,7% 2,9% 35,7% 31,4% 22,9%

(24)

23

Determinanti di rischio per il trasporto manuale media dev st. min max Durata dei compiti di trasporto manuale (min) 167,6 101,7 15 360

Pesi trasportati (Kg) 15,4 9,3 3,5 60,0 Massa totale trasportata per compito 204,3 252,1 14,5 1240 Numero percorsi effettuati per compito 15,8 19,0 1 80

Distanza percorsa (metri) 10,0 10,0 2 60 Distribuzione di frequenza delle 70 giornate analizzate in funzione dell'Itrasp calcolato sul peso

trasportato e valori di Itrasp rilevati nelle giornate con rischio trasporto presente

Numero (e %) di giornate lavorative con Itrasp pari a Valori di Itrasp Rischio

assente

< 0,85 Rischio accettabile

0,85 - 0,99 Rischio incerto

>1 Rischio presente

Media (dev. St.)

Min max

30 13 10 17 1,1 0,4

42,9% 18,8% 14,5% 24,6% 0,5 2,7

Distribuzione di frequenza delle 70 giornate analizzate in funzione dell'Itrasp calcolato sulla massa totale trasportata e valori di Itrasp rilevati nelle giornate con rischio trasporto presente

Numero (e %) di giornate lavorative con Itrasp pari a Valori di Itrasp Rischio

assente

< 0,85 Rischio accettabile

0,85 - 0,99 Rischio incerto

>1 Rischio presente

Media (dev. St.)

Min max

30 40 0 0 0,15 0,01

42,9% 58,0% 0,0% 0,0% 0,16 0,83

Rischio trasporto: determinanti di rischio non previsti dalle tabelle di Snook e Ciriello

T r a s p o r t o P e r c o r s o

a Spalla con 1 arto Accidentato. con Dislivello

Numero compiti 53 15 28 16

% sul totale 39,6% 11,2% 20,9% 11,9%

Rischio traino e spinta: determinanti di rischio dei 17 compiti censiti

media dev.St. min max

Durata (minuti) 215,3 111,9 60 360

Altezza Mani (cm) 74,4 13,3 50 90

Numero Operazioni 10,8 8,4 1 30

Distanza percorsa (metri) 54,4 38,1 5 120

percorsi accidentati percorsi con dislivello

numero 3 4

% 17,6% 23,5%

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MURATORE

settore ristrutturazioni Giornate di lavoro censite: 73

Composizione della giornata lavorativa (in minuti) media dev st. min max Durata dei compiti con rischio MMC 431 119 0 570 Durata dei compiti con rischio Trasporto 175 209 0 570 Durata dei compiti con rischio Traino e spinta 37 92 0 420 Durata dei compiti con Sovraccarico Biomeccanico arti sup. 93 177 0 540 Durata delle altre attività 19 53 0 240 Durata delle attività equivalenti a pausa 20 54 0 360 Durata pausa pranzo 11,1 23,0 0 60 Durata della giornata lavorativa 499 51 240 600

La somma dei minuti di esposizione ai diversi rischi professionali è superiore alla durata di una giornata lavorativa, perché uno stesso compito può esporre a rischi professionali diversi (come è evidente nel caso di un operatore che prima movimenta dei laterizi per trasferirli su una carriola, successivamente spinge la carriola ed infine movimenta nuovamente i laterizi per spostarli alla destinazione definitiva, magari con un breve percorso di trasporto manuale)

Determinanti di rischio per la Movimentazione

Manuale dei carichi media dev st. min max

Pesi movimentati (Kg) 12,4 8,6 3,5 60 Massa totale movimentata in una giornata (Kg) 1498 1183 102,5 6207

Sollevamenti effettuati in una giornata 161 142 5 790 Frequenza di movimentazione rilevata 0,40 0,39 0,01 2

Breve Media Lunga Totale Scenario di durata dell’attività di MMC 0 3 69 72

B = Durata breve: la durata di ogni compito di MMC e/o trasporto e/o traino e spinta è inferiore a 60 min, seguito da un periodo di altre attività senza sovraccarico della colonna vertebrale di durata almeno uguale.

M = Durata media: la durata non è breve e la durata di ogni compito di MMC e/o trasporto e/o traino e spinta è inferiore a 120 min seguito da altre attività senza sovraccarico della colonna vertebrale di durata uguale o superiore al 30 % del compito con sovraccarico della colonna vertebrale

L = Durata lunga: la durata dell’attività lavorativa non è breve e non è media.

Geometrie di movimentaz.

rilevate

Distanza del peso dal corpo

Vicina(<40 cm) Media(41-50 cm) Lontana(51-63 cm) Critica(>63 cm) Totale 34 9 0 0 Critica

(>175 cm)

Altezza del peso da terra

Geometrie 4,4% 1,2% 0,0% 0,0% rilevate

101 33 8 8 Alta

(126-175 cm)

771

13,1% 4,3% 1,0% 1,0% Totale

165 57 20 16 Ottimale

(51-125 cm)

Geometrie

21,4% 7,4% 2,6% 2,1% In area

167 69 39 30 Bassa

(0-50 cm)

critica

21,7% 8,9% 5,1% 3,9% 112

8 7 0 0 Critica (< 0 cm)

Pari al 1,0% 0,9% 0,0% 0,0% 14,5 %

Rischio MMC: distribuzione di frequenza delle 73 giornate analizzate in funzione del VLI e valori di VLI rilevati (per le giornate con rischio MMC presente)

Numero (e %) di giornate lavorative con VLI pari a Valori di VLI rischio

assente

< 0,85 Rischio acc.

0,85 - 0,99 Rischio inc.

1 - 1,99 Rischio basso

2 - 2,99 Rischio medio

>3 Rischio elev.

Media (dev. St.)

Min max

1 2 0 36 24 10 2,1 0,3

1,4% 2,8% 0,0% 50,0% 33,3% 13,9% 0,9 5,0 (Ri)-Distribuzione di frequenza delle 73 giornate analizzate in funzione del VLI corretto per le giornate con geometrie di movimentazione in area critica (a cui è stato attribuito un rischio elevato)

1 2 0 17 17 36

1,4% 2,7% 0,0% 23,3% 23,3% 49,3%

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