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per le dorme del2, 2

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09-01-2021

LA STAMPA 1+11

LE DISEGUAGLIANZE

LE CONSEGUENZE SOCIALI DELL'EPIDEMIA

QUEL SOLCO TRA I RICCI E I PIU POVERI

CHIARA SARACENO

i i assodato che il Covid 19 sta al-

!H largando le disparità sociali.

J Nel pensare a come program- mare la ripresa occorre teneme con- to per evitare che chi è stato maggior- mente colpito venga lasciato ai mar- gini. Gli effetti della crisi occupazio- nale dovuta all'emergenza sanitaria si sono, infatti, in prevalenza riper- cossi sulle componenti già piùvulne- rabili del mercato del lavoro. - P:11

Chiara Saraceno, sociologa, ha insegnato all'Università di Torino.

E' professore di ricerca a Berlino IL COMMENTO

La crisi che scava un solco tra ricchi e poveri

CHIARA SARACENO

1F-3 assodato che il Covid 19 sta allargando le di- sparità sociali. Nel pen-

Jsare a come program- mare la ripresa occorre tenerne conto per evitare che chi è stato maggiormente colpito venga la- sciato ai margini con conse- guenze irreversibili.

Gli effetti della crisi occupa- zionale dovuta all'emergenza sanitaria si sono, infatti, in pre- valenza ripercossi sulle compo- nenti già piùvulnerabili del mer- cato del lavoro (giovani, donne e stranieri), sulle posizioni lavo- rative meno tutelate e nell'area del Paese che già prima dell'e- mergenza mostrava le condizio- ni occupazionali più difficili, il Mezzogiorno. A fronte di un ca- lo complessivo dell'occupazio- ne nel secondo trimestre dell'i, 9%, tra i giovani 15-34 il calo nello stesso periodo era stato del3, 2 %, per le dorme del2, 2

%, tra gli stranieri di entrambi i sessi e di ogni età del 5, 5 %. La piccola ripresa del terzo trime- stre è stata probabilmente vani- ficata dalle successive chiusure.

Si aggiunga la nuova, imprevi- sta, disuguaglianza tra chi ha una occupazione che può esse- re effettuata a distanza, quindi è più protetta sia dalle restrizio-

ni, sia dal contagio, ed invece chi ha una occupazione che può essere svolta solo in presen- za, quindi a rischio sia di conta- gio sia di perdita di lavoro nel ca- so di riduzione dell'attività. A parte le professioni sanitarie, questo secondo tipo di occupa- zioni — nel settore privato — è perlopiù abassa qualificaebas- sa remunerazione. I vari e suc- cessivi "ristori" hanno compen- sato solo in parte le perdite eco- nomiche di individui e fami- glie, oltre a creare, pur nell'allar- gamento delle forme di prote- zione, nuove forme di disegua- glianza tra più e meno protetti.

Per altro, anche la maggiore protezione offerta a chi può ac- cedere alla cassa integrazione sotto l'ombrello del divieto di li- cenziamento, non può nascon- dere il rischio che molti di costo- ro si troveranno senza lavoro, andando così ad ingrossare l'e- sercito dei disoccupati, quando il divieto non verrà più proroga- to e le aziende più o meno stre- mate non potranno riassorbirli.

Non stupisce che ad agosto, quando si pensava che il peggio fosse alle spalle, poco meno di un quarto (23%) delle famiglie intervistate nell'Indagine spe- ciale sulle famiglie della Banca d'Italia si aspettasse un forte peg- gioramento delle proprie condi- zioni economiche, dopo aver

toccato il 40% a maggio. Visto come sono andate le cose da ot- tobre in poi, è altamente proba- bile che si sia tornati alle percen- tuali di maggio. Del resto, osser- vatori come il Banco Alimenta- re, Caritas, Action AID, Save the children e altri stimano che la po- vertà assoluta sia raddoppiata, arrivando a sfiorare i tre milioni di famiglie. Ma c'è chi ha invece aumentato la propria ricchezza, in parte a causa del contenimen- to forzoso dei consumi. Secon- do uno studio di Ref del novem- bre scorso, solo nella prima me- tà del 2020, i risparmi delle fami- glie sono aumentati di ben 42 miliardi dieuro. Ma questo accu- mulo riflette situazioni asimme- triche, fra quanti hanno mante- nuto i loro redditi sostanzial- mente invariati, e hanno quindi aumentato la loro ricchezza, e quanti invece hanno subito in misura più immediata le conse- guenze della crisi, e hanno dovu- to usare i propri risparmi per fa- re fronte alle spese.

Le disuguaglianze sono au- mentate anche tra bambine/i e adolescenti per cause legate al- la loro propria esperienza. Il loc- kdown di questa primavera, la scuola a singhiozzo di questo primo quadrimestre, la didatti- ca a distanza imposta a tutti gli studenti della scuola seconda- ria superiore e, in alcune regio-

ni, anche di quella inferiore (in Campania e Puglia anche dal ni- do in su) hanno prodotto diffi- coltà per tutti. Ma per le bambi- ne/i e adolescenti in condizio- ne di svantaggio queste rischia- no di aggravare situazioni fragi- li e difficilmente recuperabili.

Eppure nulla è stato pensato e organizzato in modo sistemati- co per contrastare questo esito, né durante la lunga pausa esti- va dopo.

Non si può aspettare oltre.

Peri giovani e gli adulti senza la- voro o a rischio di perderlo oc- corre prevedere attività di for- mazione e consulenza che li indi- rizzino verso le opportunità che pure ci sono, o che è probabile si aprano. Per sostenere l'occupa- zione delle donne, cui la pande- mia ha ulteriormente ridotto le possibilità di conciliazione lavo- ro-famiglia, occorre rafforzare radicalmente l'offerta di servizi di cura di qualità e accessibili.

Per le bambine/i e adolescenti cui la pandemia rischia di ridur- re fortemente le possibilità di svi- luppo delle capacità occorre in- vestire nel rafforzamento delle opportunità educative, dal nido in su, in attività di accompagna- mento e tutoraggio, e in una di- dattica capace di farne fiorire le capacità, contrastando le disu- guaglianze che si trasformano in destino.

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