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Storia degli italiani che a Salò si schierarono dalla parte sbagliata

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«la Repubblica» 19 giugno 2017

Storia degli italiani che a Salò si schierarono dalla parte sbagliata

In un saggio di Mario Avagliano e Marco Palmieri le vicende di coloro che dopo l'8 settembre aderirono alla mussoliniana Repubblica sociale

Lo fecero per convinzione ideale, per patriottismo ma anche per proteggere la famiglia Concetto Vecchio

Cosa spinse migliaia di uomini e donne, spesso giovanissimi, ad aderire, a fascismo caduto, alla Repubblica sociale di Salò? Lo fecero per un'estrema convinzione ideale, per patriottismo, per fede nel Duce, certo; ma anche per "proteggere la famiglia"; "per non perdere il posto";

"per evitare l'internamento ideale", come emerge dal campione di motivazioni riportato da Ma- rio Avagliano e Marco Palmieri in L'Italia di Salò 1943- 1945, edito da Il Mulino. Un saggio rigo- roso che fa i conti con questi italiani che decisero di combattere dalla parte sbagliata, per met- tersi, dopo il Ventennio, e i disastri della guerra, ancora una volta al servizio di Mussolini.

A lungo la Rsi fu un tabù per gli studi storici. Da un lato i reduci diedero vita a una storio- grafia spesso di parte o apologetica. Nel campo antifascista si negò ogni dignità a coloro i qua- li, dopo l'8 settembre, militarono nella rifondazione fascista: i fascisti, durante la guerra civile, li avevano etichettati come banditi, fuorilegge e animali.

Ma a pesare, nella valutazione del campo antifascista, c'erano le indicibili violenze di cui gli aderenti alla Rsi si macchiarono contro la popolazione civile e i partigiani nel crepuscolo della loro esperienza. Avagliano e Palmieri mettono in fila le impressionanti cifre, tratte dall'Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia 1943- 45: furono uccisi 23662 civili per un totale di 5626 episodi violenti e criminali. A questa macabra contabilità i militari della Rsi contribuirono nella misura del 20 per cento.

Ora l'approccio degli autori è scientifico e cerca di fornire delle risposte con una prospettiva storica. «Perché molti giovanissimi compirono quella scelta, che tipo di esperienza vissero sotto le armi coloro che combatterono per Salò, cosa sapevano della Resistenza, e come la giudica- vano?»: una congerie di motivazioni che Giorgio Bocca definì, con un'espressione icastica, «la pentecoste dei diversi». Quindi questo libro è anche un'indagine sugli italiani. «Ritornato dalla Francia quale fuoriuscito ritenni opportuno – confessa Luigi, classe 1892, di Lumezzane – ade- rire alla Rsi perché avevo otto figli e mi si disse che solo con l'iscrizione avrei potuto trovare il modo di sostenerli».

IL SAGGIO

Mario Avagliano e Marco Palmieri, L'Italia di Salò 1943-1945, Il Mulino (pagg.496)

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