Bibliografia in Medicina Umana 1.6
1.6 BIBLIOGRAFIA IN MEDICINA UMANA
Molte sono le note bibliografiche in medicina umana che riguardano la valutazione e l’utilizzo della tiamina nei pazienti cardiopatici.
Il primo lavoro di Seligmann et al(72), a cui noi ci siamo ispirati con il nostro lavoro, è del 1991. Gli Autori hanno ipotizzato che la terapia con furosemide a lungo termine nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia è associata ai segni clinici significativi dati dal deficit di tiamina attraverso la perdita urinaria. Basandosi sui risultati ottenuti da 23 pazienti cardiopatici hanno dimostrato una escrezione urinaria della tiamina molto alta rispetto al gruppo di controllo, inoltre nei pazienti trattati con tiamina per via endovenosa nel periodo di una settimana sono stati trovati dei miglioramenti di classe di insufficienza cardiaca (New
York Heart Association), della EF% e della pressione sistolica e diastolica.
Shimon et al(74) , hanno continuato nel 1995 l’investigazione della tiamina come inotropo positivo, che migliora la contrattilità cardiaca e la frazione di eiezione (EF%). Questo lavoro è stato eseguito su 30 pazienti con ICC da moderata a grave, trattati con furosemide da 1 a 2 mg/kg da almeno 3 mesi.
I risultati del lavoro sono: l’uso della tiamina trifosfato (TTP) endovena ha provocato l’abbassamento del TPP nell’urina e l’aumento della EF% da 28% a 32%.
Le conclusioni della ricerca stabiliscono che l’aggiunta della tiamina ndovena migliora la EF%.
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Zenuk et al(89) riportano uno studio effettuato con lo scopo di rivalutare l’influenza di due livelli diversi di furosemide, da 1 mg/kg a 2‐3 mg/kg, in 25 pazienti cardiopatici. Il 98% dei pazienti in terapia con alte dose di diuretico presentava un deficit di Tiamina, rispetto al 57% dei pazienti con livelli più bassi (1 mg k/ g) di furos mide. e
I ricercatori ritengono, come dimostrato dai dati ottenuti anche in altri 7 lavori(17,72,74,52,56,86,87) pubblicati negli anni 1980‐1997, sempre sul deficit della Tiamina nei pazienti cardiopatici con terapia a lungo termine di furosemide, che
c’è una netta correlazione tra la patologia cardiaca, terapia e livelli della tiamina, e una correlazione tra il deficit e le dosi dat della terapia. i
Rieck et al(67) hanno dimostrato in 6 pazienti umani sani, che l’uso del furosemide a dosi crescenti aumenta la diuresi di oltre 100 ml/h, e causa quindi un significativo aumento nella perdita della tiamina, sempre in correlazione positiva con le dosi di furosemide. In conclusione ritengono che all’uso del diuretico, sarebbe indicata l’aggiunta PO della tiamina, per limitare al minimo la perdita della vitamina. Pfitzenmeyer et al(64) hanno confrontato lo stato della tiamina in 35 pazienti anziani ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca con altri 35 pazienti anziani affetti da altre patologie. Il primo gruppo è stato poi diviso in modo casuale in gruppo CF1 (pazienti trattamenti con tiamina, 200 mg al giorno per 7 giorni), e gruppo CF2 (senza l’aggiunta della tiamina). E’ stato esaminato l'effetto del trattamento con la tiamina nel corso di insufficienza cardiaca.
Dal lavoro è risultato che una carenza di tiamina è stata riscontrata più frequentemente in classe 4 che in classe 3. Alcuna differenza significativa è stata osservata per lo stato di tiamina in pazienti che ricevono trattamento furosemide rispetto a quelli senza trattamento furosemide. Anche se il trattamento con tiamina ha consentito un significativo miglioramento dei livelli plasmatici della tiamina, il decorso della cardiopatia non è stato significativamente diverso tra i 2 gruppi. Quindi gli autori concludono che per valutare la necessità di integrazione tiaminica in pazienti affetti da insufficienza cardiaca occorrono ulteriori studi, in accordo anche con un altro studio di Leslie et al (55).
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Brady et al(16) valutano la prevalenza della carenza di tiamina nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia che sono trattati con diuretici. Dalla prova biochimica risulta una carenza di tiamina in 8 di 38 (21%) pazienti, un inadeguatezza tiaminica è stata trovata in 10 dei 38 pazienti (25%). La carenza di tiamina tendeva ad essere più comune nei pazienti con scarsa frazione di
eiezione ventricolare sinistra.
Le conclusioni sono che la carenza della tiamina può verificarsi in una sostanziale percentuale di pazienti con insufficienza cardiaca congestizia. Insufficienza nell’ apporto dietetico può anche contribuire ad un aumento del rischio di carenza tiaminica.
Härdig et al(47) hanno valutato 41 pazienti in ospedale per insufficienza cardiaca e 34 anziani che vivono a casa. Non è stata consentita la supplementazione di vitamine.
Osservavano che nei pazienti trattati con furosemide esisteva una notevole riduzione di tiamina trifosfato nel sangue intero.
Le conclusioni del lavoro furono che i pazienti anziani con insufficienza cardiaca trattati con furosemide presentavano un ridotto deposito sotto forma di tiamina trifosfato, ma non di tiamina difosfato. Questa alterazione è, secondo gli autori, probabilmente non espressione di una vera e propria carenza di tiamina, ma piuttosto di un alterato metabolismo della stessa, fino ad ora non indagato.
Suter et al(78) hanno proposto un lavoro effettuato su 149 pazienti con lo scopo di valutare se la terapia a lungo termine con furosemide può portare non solo ad una maggiore escrezione urinaria e di elettroliti, ma anche di vitamine idrosolubili. In questo studio prospettico hanno valutato l'effetto di ricovero in ospedale e lo stato biochimico generale delle vitamine in soggetti di età superiore ai 50 anni.
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Solo i livelli della tiamina sono peggiorati durante il ricovero in ospedale dei pazienti. I cambiamenti nell’ attività della transchetolasi nel sangue
intero e il coefficiente di attività durante la degenza ospedaliera, erano correlati con la dose cumulativa di furosemide e con la durata della terapia. I loro dati suggeriscono che gli anziani ricoverati in ospedale sono a maggior rischio di carenza della tiamina, in particolare quando sono sotto trattamento diuretico.
Bibliografia in Medicina Umana 1.6 55 E' possibile che una bassa dose di supplementazione di tiamina contribuisca a prevenire lo sviluppo di uno stato subclinico di Beri‐beri umido nei soggetti più anziani sotto terapia con furosemide. Sica(75) precisa nel suo articolo che l’insufficienza cardiaca in corso di Beri‐ beri sicuramente migliora e beneficia della supplementazione della tiamina; non è chiaro secondo gli autori se la supplementazione di tiamina offre vantaggi in altre forme di insufficienza cardiaca. Nonostante ciò, non è irragionevole per pazienti con insufficienza cardiaca, prendere di routine dei concentrati multivitaminici che contengano la tiamina.
In conclusione, nel campo della medicina umana sono state eseguite oltre 30 ricerche, delle quali qui sopra sono state citate solo quelle più recenti e rilevanti.
L’aggiunta della tiamina PO nei pazienti cardiopatici in una terapia con furosem eid è molto frequente nella medicina umana.
E’ ancora in discussione se l’integrazione tiaminica porti ad un miglioramento del decorso delle cardiopatie.