RELAZIONE TECNICA IN MERITO ALLA NON SIGNIFICATIVITÀ DELL’INCIDENZA SULLA RETE NATURA 2000
VERIFICA ASSOGETTABILITÀ ALLA PROCEDURA DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi art. 20 del D. Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.,
art. 13 L.R. 4/2016
Aplus S.r.l.
Via San Crispino, 46 35129 Padova (PD)
Redatto da:
Inerti del Piave Srl Sede legale:
Via Barca II, 9 31058 Susegana (TV) Sede operativa:
Via Lovadina (Loc. “Gabbiano”) 31025 Santa Lucia di Piave (TV) Ditta proponente:
ECOconsulting S.r.l.
Piazzetta Giordano Domenico Beotto, 7 31010 Cimadolmo (TV)
SOMMARIO
1. PREMESSA ... 3
2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 4
2.1.1 Ingresso rifiuti... 6
2.1.2 Lavorazione e accumulo del materiale risultante... 6
2.1.3 Piano di Bonifica Acustica ... 7
2.1.4 Piano di adeguamento ai disposti del PTA della Regione Veneto ... 8
2.2 DURATA DELL'ATTUAZIONE DELL'INTERVENTO (COSTRUZIONE, FUNZIONAMENTO, DISMISSIONE, RECUPERO) ... 9
3. LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO ... 10
3.1 DISTANZA DAI SITI DI RETE NATURA 2000 ... 11
3.1.1 ZSC IT3240030 “Grave del Piave ‐ Fiume Soligo ‐ Fosso di Negrisia” ... 13
3.1.2 ZPS IT3240023 “Grave del Piave” ... 14
4. VERIFICA DELLA PRESENZA DI ELEMENTI NATURALI ... 15
5. EMISSIONI IN ATMOSFERA, PRODUZIONE RIFIUTI, SCARICHI IDRICI, ALTERAZIONE PAESAGGISTICA, TRAFFICO, RUMORE ... 16
5.1 ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI DERIVANTI DAL PROGETTO (ESCAVAZIONI, DEPOSITO MATERIALI, DRAGAGGI, ETC.) ... 16
5.2 EMISSIONI IN ATMOSFERA ... 16
5.3 PRODUZIONE DI RIFIUTI ... 16
5.4 SCARICHI IDRICI ... 17
5.4.1 Acque reflue industriali ... 17
5.4.2 Acque meteoriche ... 17
5.5 ALTERAZIONE PAESAGGISTICA ... 17
5.6 TRAFFICO ... 17
5.7 RUMORE ... 17
6. ILLUSTRAZIONE DEI MOTIVI CHE HANNO CONDOTTO A CONSIDERARE LA NON SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI SUI SITI NATURA 2000 ... 19
7. FONTI BIBLIOGRAFICHE CONSULTATE ... 20
7.1 ASPETTI GENERALI ... 20
7.2 FAUNA ... 20
7.3 EFFETTI DEL RUMORE SULLA FAUNA SELVATICA ... 21
7.4 FLORA E VEGETAZIONE ... 21
INDICE TABELLE
Tabella 2.1. Elenco CER autorizzati ... 4Tabella 2.2. Aree di lavorazione e stoccaggio ... 6
Tabella 3.1. Distanza minima dell’area di intervento rispetto ai siti Rete Natura 2000 ... 12
INDICE FIGURE
Figura 3.2. Lay‐out dell’impianto ... 5
Figura 3.1. Inquadramento territoriale su scala vasta ... 10
Figura 3.2. Fotografia aerea dell’area dello stabilimento e dell’area di progetto ... 11
Figura 3.3. Ubicazione dell’area di intervento rispetto ai siti di Rete Natura 2000 più limitrofi ... 13
Figura 4.1. Estratto dell’Elaborato “Carta delle Invarianti” del PAT del Comune di Santa Lucia di Piave ... 15
1. PREMESSA
La presente relazione tecnica viene redatta conformemente a quanto previsto dall’Allegato A, paragrafo 2.2 della D.G.R.V. n. 1400 del 29 agosto 2017 recante “Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/Cee e D.P.R. 357/1997 e ss.mm.ii. Approvazione della nuova "Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative", nonché di altri sussidi operativi e revoca della D.G.R. n. 2299 del 9.12.2014”, al fine di definire la rispondenza alle ipotesi di non necessità della valutazione di incidenza in merito alla domanda di “Verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., e dell’art. 13 della L.R. 4/2016” presentata dalla ditta Inerti del Piave S.r.l., per il proprio sito produttivo ubicato in Via Lovadina (località Gabbiano) – 31025 Santa Lucia di Piave (TV).
L’azienda, nel sito produttivo di Santa Lucia di Piave, svolge infatti l’attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi inerti con produzione di materie prime, tramite operazioni R13 ed R5, in forza del decreto di autorizzazione all’esercizio del Dirigente della Provincia di Treviso n° 813/2008 del 03/12/2008, per il recupero dei codici CER 101311, CER 170101, CER 170107, CER 170904.
Essendo l’autorizzazione in scadenza nel 2018, l’azienda ha presentato domanda di rinnovo senza modifiche con prot. provinciale n. 46703 del 01/06/2018. Con Prot. 2018/0055001 del 28/06/2018 la Provincia di Treviso ha avviato il procedimento di rinnovo, comunicando contestualmente la necessità di avviare la procedura prevista dall’art. 13, LR 4/20161 in quanto l’impianto ricade al punto z.b) dell’Allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/06 “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/g, mediante operazioni …. da R1 a R9,…”.
Il presente documento è stato redatto su dati e informazioni fornite dalla committenza.
1 Con decreti 513/2018 del 09/11/2018 e 482/2019 del 06/12/2019 della Provincia di Treviso è stata prorogata la validità della autorizzazione vigente fino al 03/12/2020 e la scadenza dei termini per l’attivazione della procedura di screening di VIA.
In data 14/10/2020 la ditta ha richiesto un’ulteriore proroga dei termini pari ad 80 giorni in risposta alle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria e dalle limitazioni imposte al settore e agli enti interlocutori, specialmente nel periodo di marzo e aprile 2020.
2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Nell’impianto di recupero sono trattate le seguenti tipologie di rifiuti, come da autorizzazione:
Tabella 2.1. Elenco CER autorizzati
CER Descrizione
10 13 11 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 101309 e 101310
17 01 01 Cemento
17 01 07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106
17 09 04 Rifiuti misti dall’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alla voce 170901, 170902, 170903
L’impianto è autorizzato per il trattamento di 30.300 tonnellate/anno di rifiuti.
La ditta è autorizzata a svolgere le seguenti operazioni di recupero (All. C Parte IV D.Lgs. 152/06):
• R13 – Messa in riserva funzionale alle operazioni di recupero;
• R5 – Attività di recupero di rifiuti inerti speciali non pericolosi per la produzione di materie prime secondarie per l’edilizia, mediante fasi meccanicamente e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata.
Le materie prime secondarie esitate dal trattamento sono destinate alla realizzazione di riempimenti, di reinterri, di rilevati e sottofondi stradali, ferroviari e portuali, piazzali industriali, con eluato conforme a quanto previsto in Allegato 3 DM 05.02.1998 e s.m.i. e aventi caratteristiche di cui alla Circolare del Ministero Ambiente e Tutela del Territorio 15/07/2005 n. UL/2005/5205 e s.m.i.
Nella figura seguente è indicata l’ubicazione dell’impianto all’interno dell’area più estesa di lavorazione degli inerti di proprietà della ditta.
Il percorso dei mezzi in arrivo all’impianto di recupero rifiuti è indicato in rosso nella planimetria. Il suolo su cui si muovono i mezzi non è pavimentato ed è costituito da ghiaia fine.
Figura 2.1. Lay‐out dell’impianto
L’impianto occupa una superficie complessiva pari a circa 8000 mq, suddivisa in aree distinte in base alla destinazione, come di seguito indicato.
Tabella 2.2. Aree di lavorazione e stoccaggio
Destinazione area Superficie
[mq] Destinazione area Platea deposito rifiuti in attesa di lavorazione
Platea impermeabilizzata destinata al conferimento, deposito e lavorazione dei rifiuti non pericolosi, nella quale è presente l’impianto mobile di frantumazione e riciclaggio inerti
1.000,00 Calcestruzzo armato a bordi rialzati
Platea per stoccaggio rifiuti del processo di recupero da smaltire ad alte ditte
Platea impermeabilizzata per l’alloggiamento dei cassoni dei rifiuti esitati
80,94 Calcestruzzo armato a bordi rialzati
Area deposito MPS in attesa di omologa
Area di stoccaggio della materia prima in attesa di omologa
735,00 Strato separatore permeabile costituito da geotessile (TNT)
Area deposito MPS
Area di stoccaggio della materia prima 2.913,00 Strato separatore permeabile costituito da geotessile (TNT)
Area rimanente 3.036,00 Strato separatore permeabile costituito
da geotessile (TNT)
L’attività prevede le seguenti fasi principali:
• ingresso rifiuti: ricevimento dei rifiuti autorizzati al recupero
• lavorazione in impianto di macinazione e selezione
• accumulo dei materiali risultante in attesa della caratterizzazione chimica (test di cessione) e qualitativa (certificazione CE)
• deposito definitivo del materiale in attesa di vendita.
2.1.1 Ingresso rifiuti
I rifiuti arrivano presso l’impianto sia con mezzi di proprietà della ditta Inerti del Piave, sia di proprietà di ditte terze autorizzate.
Un addetto esegue il controllo della relativa documentazione (formulario, codici, e autorizzazioni del mezzo). Successivamente effettua una verifica di accettabilità dei rifiuti mediante un esame visivo. Se il rifiuto proviene da un’attività di costruzione e/o demolizione e sono prelevati dalla ditta stessa, un tecnico si reca preventivamente sul luogo di provenienza per accertarne le caratteristiche ed esaminare il materiale, il quale viene nuovamente sottoposto ad un esame a vista all’arrivo in impianto.
Il rifiuto viene poi pesato, viene compilata la corrispondente documentazione e si procede alla bagnatura tramite getti d’acqua al fine da limitare la diffusione delle polveri.
I rifiuti vengono quindi scaricati in cumuli, suddivisi per codice CER e ogni partita è numerata e distinta.
Le percentuali relative delle diverse tipologie di rifiuto trattate variano di anno in anno a seconda della quantità e della tipologia di demolizioni a cui l’Azienda presta il servizio di ritiro materiale. Ad ogni modo recentemente la quota prevalente è rappresentata dal CER 170904, rifiuti misti dall’attività di demolizione, che in riferimento all’ultimo triennio si aggira tra il 75% e l’85% circa del totale.
2.1.2 Lavorazione e accumulo del materiale risultante
Una volta chiusa la partita di accumulo di materiale omogeneo, questa può essere avviata alla lavorazione.
La lavorazione consiste in:
• Prima selezione per eliminare materiali non conformi (ad esempio pezzi di legno, plastica metallo, ecc.) che vengono accumulati in cassoni dedicati distinti per CER;
• Con un escavatore il materiale viene portato alla tramoggia di alimentazione dell’impianto di frantumazione. In presenza di blocchi di grandi dimensioni viene montato un frantumatore sull’escavatore per una prima riduzione grossolana della pezzatura.
La frantumazione viene eseguita con un trituratore per riciclaggio inerti a lame rotanti che consente di sminuzzare il materiale e ridurne la pezzatura alle caratteristiche desiderate. Il funzionamento si basa sull’azione di macine rotanti a bassa velocità che permettono la presa e la successiva frantumazione del materiale. La granulometria desiderata viene scelta variando l’interasse delle macine. Il materiale lavorato cade su un nastro trasportatore inclinato che lo fa passare attraverso un sistema automatico di deferrizzazione e in seguito lo deposita all’esterno della macchina. La macchina è dotata di un motore Diesel che garantisce l’energia necessaria al suo funzionamento. Il macchinario è in grado di spostarsi grazie alla struttura mobile caratterizzata da due cingoli ed è radiocomandato.
Il vantaggio di questa tipologia di trituratori, rispetto ai frantumatori tradizionali, è di avere un minore impatto sonoro, di eliminare pressoché totalmente la formazione di polveri, ha un ingombro ridotto e un consumo ridotto di carburante.
• Il materiale frantumato viene depositato con l’ausilio di una pala nell’area destinata alla materia prima secondaria in attesa di omologa. Tutto il materiale derivante dal trattamento è caratterizzato mediante prove chimiche e fisiche (test di cessione e prove specifiche finalizzate ad attribuire la classificazione CE al materiale da commercializzare).
2.1.3 Piano di Bonifica Acustica
Le principali sorgenti di rumore presenti all’interno dell’area di attività della ditta Inerti del Piave Srl sono costituite dall’impianto di lavorazione degli inerti naturali, sorgente principale ed esterna all’area di pertinenza dell’impianto di recupero dei rifiuti non pericolosi, dall’impianto di frantumazione dei rifiuti inerti e in minima parte dal transito dei mezzi.
È stato redatto un piano di bonifica acustica e relazione previsionale di impatto acustico riguardante l’intera attività comprendente gli impianti di lavorazione inerti naturali e di recupero rifiuti inerti (cfr.
“Piano di bonifica acustica e relazione previsionale di impatto acustico – 03.04.2020” a cura del Tecnico Competente Dott. Ing. Robis Camata).
Come evidenziato al § 5 del documento sopra citato, al fine di limitare l’impatto acustico generato dall’impianto di frantumazione e vagliatura inerti naturali e garantire il rispetto dei limiti assoluti di emissione ed immissione a confine di proprietà oltre che il rispetto del criterio differenziale entro i ricettori circostanti, sono stati individuati alcuni interventi di mitigazione acustica da realizzare direttamente sulle sorgenti sia dell’impianto di trattamento rifiuti non pericolosi che dell’impianto di lavorazione inerti naturali, adiacente all’impianto di recupero dei rifiuti.
In particolare, gli interventi prevedono quanto segue:
Impianto di lavorazione di inerti naturali. Installazione di pannellature laterali sandwich fonoassorbenti e fonoisolanti da installare perimetralmente sui 4 lati della struttura metallica dell’impianto. Le
pannellature dovranno essere installate dalla quota di +3,5 m da terra (per consentire ove necessario il passaggio dei camion sottostanti) e dovranno essere estese in altezza fino a +2 m oltre la sommità del vaglio.
Le pannellature saranno fissate con unioni bullonate (pertanto smontabili) alla struttura portante di montanti e traversi metallici, già presente attorno alla struttura dell’impianto esistente. In tal modo non verranno realizzate strutture che comportino l’incremento di volume rispetto a quello dell’attuale impianto.
Impianto di lavorazione di inerti naturali. Realizzazione di pannellature mobili fonoassorbenti e fonoisolanti con pannelli sandwich da posizionare perimetralmente alla macchina nelle varie posizioni nelle quali vengono svolte le lavorazioni all’interno dell’area (lo spostamento della macchina è consentito solo per pochi metri e quindi comunque anche lo spostamento delle pannellature mobili di schermatura acustica sarà di pochi metri).
Le pannellature dovranno essere di altezza non inferiore a +3,5 m da terra e comunque sbordare di almeno 1‐1,5 m in altezza oltre la sommità della zona di vagliatura rifiuti inerti di edilizia e posizionate sui lati nord e ovest mantenendo libero il lato est e sud per consentire le lavorazioni e l’accesso per il carico del materiale – lati distanti rispetto al confine della proprietà e dei ricettori.
Tali pannellature sui lati nord e ovest si svilupperanno per tutta l’area lavorazione rifiuti inerti e saranno posizionate a non più di 2 m dalla zona di lavoro e fissate alla macchina con bullonature che le rendano eventualmente rimovibili in caso di spostamento della macchina.
In alternativa verranno posizionati dei terrapieni di altezza non inferiore a 4 m da terra sui lati ovest e nord della zona lavorazioni, terrapieni che non verranno rimossi e che fungano da barriera di schermatura acustica per le lavorazioni dell’impianto rifiuti.
2.1.4 Piano di adeguamento ai disposti del PTA della Regione Veneto
È stato presentato, contestualmente alla domanda di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di recupero di rifiuti non pericolosi, un piano di adeguamento ai disposti del Piano regionale di Tutela dell’Acque, inerente la gestione delle acque meteoriche di dilavamento ricadenti all’interno dell’area di pertinenza dell’impianto.
Attualmente le platee impermeabilizzate sono dotate di un sistema di raccolta delle acque superficiali servito da un impianto di trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia così costituito:
• una vasca di accumulo;
• un vano di sedimentazione;
• un vano di disoleazione con filtro a coalescenza;
• un comparto per la filtrazione a quarzite e a carboni attivi.
Le acque meteoriche di prima pioggia trattate e le acque di seconda pioggia tal quali sono quindi scaricate su suolo previo passaggio in un pozzetto di campionamento.
Il progetto di adeguamento proposto prevede l’inserimento di un ulteriore impianto di depurazione in continuo per la rimanente frazione di seconda pioggia, attualmente non trattata. Nello specifico l’impianto verrà installato a valle dello scolmatore lungo la linea che costituiva il by‐pass nella precedente configurazione.
Il nuovo impianto proposto dall’azienda risulta in grado di trattare l’intera portata di pioggia in ingresso (pari a 200 L/s per ettaro di superficie pavimentata) e prevede i seguenti step di trattamento:
• Dissabbiatura, tramite sedimentazione;
• Disoleazione, tramite flottazione delle particelle oleose non emulsionate con la loro cattura tramite cuscini oleoassorbenti e filtro a coalescenza.
Il processo del trattamento, strutturato e dimensionato secondo quanto sopra descritto, è in grado di garantire il rispetto della capacità depurativa adeguata al raggiungimento dei limiti per il recapito sul suolo di cui tab. 4 dell’allegato 5 al D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i..
Si rimanda al documento “ADEGUAMENTO PIANO TUTELA ACQUE VENETO ai sensi art. 39 PTA” del 30/07/2019 per la descrizione particolareggiata e per i calcoli di dimensionamento.
2.2 DURATA DELL'ATTUAZIONE DELL'INTERVENTO (COSTRUZIONE, FUNZIONAMENTO, DISMISSIONE, RECUPERO)
Il progetto in esame non prevede una fase di cantierizzazione in quanto tutte le apparecchiature e gli impianti sono già presenti nel sito.
La durata delle dotazioni è stimata in almeno ulteriori 15 anni e la loro dismissione consisterà nello smontaggio della strumentazione e nel loro eventuale conferimento per il recupero presso ditte specializzate.
Per quanto riguarda il progetto di adeguamento ai disposti del PTA e il piano di bonifica acustica, gli interventi saranno realizzati conformemente alle tempistiche prescritte dall’autorità competente e prevederanno una breve fase di cantiere con durata di poche settimane.
3. LOCALIZZAZIONE DELL’AREA DI PROGETTO
L’insediamento è localizzato nel comune di Santa Lucia (TV) in Via Lovadina, località Gabbiano, in un’area ubicata in golena sinistra del fiume Piave. L’impianto di recupero rifiuti è adiacente ad un impianto di lavorazione inerti (a nord, sud e ad est), entrambi inseriti in un’area di pertinenza della stessa società proprietaria. Esso confina ad ovest con un’area in cui è attivo un impianto ricreativo di tiro a volo.
L’impianto è raggiungibile dalla S.P. 34, percorrendo Via Lovadina in direzione sud per circa 2 km. La strada provinciale n. 34 si collega alla S.P. 92, che permette l’accesso al casello A27 Treviso Nord, distante circa 18 km. La S.P. 34 si collega anche alla S.P. 165 che permette l’accesso al casello A27 di Conegliano, distante circa 12 km.
Percorrendo la S.P. 34 per circa 3 km in direzione ovest è possibile raggiungere la S.S. 13 “Pontebbana”.
Figura 3.1. Inquadramento territoriale su scala vasta
Figura 3.2. Fotografia aerea dell’area dello stabilimento e dell’area di progetto
3.1 DISTANZA DAI SITI DI RETE NATURA 2000
Con la Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee 79/409/CEE del 2 aprile 1979 (ora abrogata dalla Direttiva n. 147 del 30 novembre 2009) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, nota come direttiva “Uccelli”, vengono istituite le ZPS (Zone a Protezione Speciale). Si tratta di aree dotate di habitat indispensabili a garantire la sopravvivenza e la riproduzione degli uccelli selvatici nella loro area di distribuzione. Allo scopo di salvaguardare l’integrità di ambienti particolarmente importanti per il mantenimento della biodiversità, il Consiglio della Comunità Europea ha adottato la Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nota come direttiva “Habitat”. Questa direttiva dispone che lo Stato membro individui dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) con le caratteristiche fissate dagli allegati della direttiva che, insieme alle aree già denominate come zone di protezione speciale (ZPS), vadano a costituire la rete ecologica europea coerente di Zone Speciali di Conservazione (ZSC), denominata Rete Natura 2000.
Natura 2000 è una rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità sul territorio dell’Unione Europea per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Le aree denominate ZSC e ZPS nel loro complesso garantiscono la presenza, il mantenimento e/o il ripristino di habitat e specie del continente europeo, particolarmente minacciati di frammentazione e di estinzione.
Al di là del numero e della tipologia degli organismi protetti, la rete Natura 2000 permette agli Stati membri di applicare il concetto innovativo di tutela della biodiversità riconoscendo l’interdipendenza di elementi biotici, abiotici e antropici nel garantire l’equilibrio naturale in tutte le sue componenti. I due tipi di aree, SIC e ZPS, possono essere distinte o sovrapposte a seconda dei casi.
I siti della rete vengono monitorati grazie ad attività di gestione e ricerca che forniscono dati oggettivi su cui basare progetti di sviluppo economico compatibili con la conservazione. La conoscenza scientifica diventa così occasione di sviluppo sostenibile oltreché garanzia di conservazione.
L’attuazione della Direttiva “Habitat” in Italia (attraverso il D.P.R. n. 357 del 8 settembre 1997) prevede l’individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria, avviata dal Ministero dell’Ambiente con il programma
“Bioitaly” nell’ambito del regolamento europeo “Life”. La Regione Veneto ha partecipato al programma, che si è concluso nel 1997, individuando 156 siti sul proprio territorio. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di siti già sottoposti a diverse forme di protezione, perché indicati nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento come luoghi adatti all’istituzione di parchi e riserve naturali, aree di tutela paesaggistica e ambiti di particolare interesse naturalistico.
La realizzazione nel Veneto della Rete Natura 2000 è stata affidata al Segretario Regionale per il Territorio (Deliberazione della Giunta Regionale n. 3766 del 21 dicembre 2001). Le indagini per l’individuazione dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale sono state approfondite con analisi tecnico‐scientifiche effettuate da un gruppo di esperti incaricati. In seguito ai successivi studi e censimenti da una parte e provvedimenti e comunicazioni della Corte di Giustizia della Comunità Europea e del Ministero dell’Ambiente dall’altra, l’elenco dei siti e le relative perimetrazioni sono stati rivisti e aggiornati. Allo stato attuale nella Regione del Veneto sono presenti 128 Siti Natura 2000, di cui 102 Siti di Importanza Comunitaria e 67 Zone di Protezione Speciale che complessivamente coprono circa il 23 per cento del territorio regionale.
Sono di seguito riportati i siti Rete Natura 2000 più limitrofi all’area in esame, ricadenti in un intorno di 5 km dal perimetro dell’area di intervento.
Tabella 3.1. Distanza minima dell’area di intervento rispetto ai siti Rete Natura 2000
SITI DI RETE NATURA 2000 DISTANZA MINIMA
(1)
DIREZIONE
ZSC IT3240030 “Grave del Piave ‐ Fiume Soligo ‐ Fosso di Negrisia” 20 m Sud
ZPS IT3240023 “Grave del Piave” 20 m Sud
Note:
(1) Distanza minima dal perimetro esterno dell’area di pertinenza dell’impianto di gestione rifiuti non pericolosi
Figura 3.3. Ubicazione dell’area di intervento rispetto ai siti di Rete Natura 2000 più limitrofi
3.1.1 ZSC IT3240030 “Grave del Piave ‐ Fiume Soligo ‐ Fosso di Negrisia”
Le informazioni sulle caratteristiche del sito ZPS denominato “Grave del Piave”, sugli habitat naturali e sulle specie animali e vegetali presenti nel sito sono state raccolte, analizzate ed elaborate a partire da:
Formulario standard redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – Direzione Conservazione della Natura in data 04.2006 e aggiornato 12.2019;
Cartografia degli habitat e degli habitat di specie disponibile per il sito in esame e approvata con DGR 4240/08;
Altri studi e pubblicazioni scientifiche sull’area (vedere bibliografia).
Il sito ZSC “Grave del Piave ‐ Fiume Soligo ‐ Fosso di Negrisia” interessa i comuni di Breda di Piave, Cimadolmo, Crocetta del Montello, Farra di Soligo, Follina, Giavera del Montello, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Miane, Moriago della Battaglia, Nervesa della Battaglia, Ormelle, Pederobba, Pieve di Soligo, Ponte di Piave, San Biagio di Callalta, Santa Lucia di Piave, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Susegana, Valdobbiadene, Vidor, Volpago del Montello.
Il sito ha un’estensione di 4752 ha distribuiti sui numerosi comuni lungo il corso del Fiume Piave ed incontra una rete di altri affluenti, fiumi e canali. Il biotopo si sviluppa linearmente lungo il Fiume Piave, comprendendo la fascia riparia adiacente, allargandosi tuttavia in vari tratti a comprendere anche le aree golenali. L’ampiezza degli allargamenti alle aree golenali è variabile, si va dai 200‐300 metri tra Susegana e Nervesa della Battaglia ai 3 km tra Cimadolmo e Maserada sul Piave.
Il sito ricade nella regione biogeografica continentale con quote comprese tra i 10 e 240 m s.l.m.
La Scheda Natura 2000 riporta come caratteristici del sito la presenza di saliceti riferibili al Salicion eleagni (Salicetum elagni) e al Salicion albae a cui sono frequentemente associati, nelle zone a substrato maggiormente stabilizzato, arbusti eliofili ed elementi dei Querco‐Fagetea. Sono presenti tratti di canneto ed elofite (Phragmition) e praterie xeriche su substrati ghiaiosi e sabbiosi, altrove infrequenti, riferibili ai Festuco‐Brometea con ingressione di specie mesofile dove il terreno è meno drenato.
Il sito riveste anche importanza per l’avifauna e la fauna interstiziale.
3.1.2 ZPS IT3240023 “Grave del Piave”
Le informazioni sulle caratteristiche del sito ZPS denominato “Grave del Piave”, sugli habitat naturali e sulle specie animali e vegetali presenti nel sito sono state raccolte, analizzate ed elaborate a partire da:
Formulario standard redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio – Direzione Conservazione della Natura in data 06.1996 e aggiornato 12.2015;
Cartografia degli habitat e degli habitat di specie disponibile per il sito in esame e approvata con DGR 4240/08;
Piano di Gestione del sito;
Altri studi e pubblicazioni scientifiche sull’area (vedere bibliografia).
Il sito interessa i comuni di: Crocetta del Montello, Giavera del Montello, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Moriago della Battaglia, Nervesa della Battaglia, Ormelle, Pederobba, Ponte di Piave, San Biagio di Callalta, Santa Lucia di Piave, Sernaglia della Battaglia, Spresiano, Susegana, Valdobbiadene, Vidor, Volpago del Montello.
Per la descrizione delle caratteristiche del sito si rimanda alla precedente descrizione della ZSC IT3240030
“Grave del Piave ‐ Fiume Soligo ‐ Fosso di Negrisia”.
4. VERIFICA DELLA PRESENZA DI ELEMENTI NATURALI
Nella figura seguente è riportato un estratto della Carta delle Invarianti del PAT del Comune di Santa Lucia di Piave, da cui si evince che l’area in esame (contornata in rosso) è inserita parzialmente nella “buffer zone” di un’area nucleo della rete ecologica. Si evidenzia, inoltre, la presenza di un filare a ovest dell’impianto.
Legenda:
Figura 4.1. Estratto dell’Elaborato “Carta delle Invarianti” del PAT del Comune di Santa Lucia di Piave
5. EMISSIONI IN ATMOSFERA, PRODUZIONE RIFIUTI, SCARICHI IDRICI, ALTERAZIONE PAESAGGISTICA, TRAFFICO, RUMORE
5.1 ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI DERIVANTI DAL PROGETTO (ESCAVAZIONI, DEPOSITO MATERIALI, DRAGAGGI, ETC.)
Il progetto non prevede di per sé attività di cantiere in quanto tutte le attrezzature sono già presenti e operative nel sito in esame.
Il progetto di adeguamento dell’impianto di trattamento delle acque meteoriche ricadenti nelle platee impermeabilizzate prevede una breve fase di cantiere necessaria alla posa della vasca di trattamento della seconda pioggia.
5.2 EMISSIONI IN ATMOSFERA
Nell’attività di recupero dei rifiuti non pericolosi in esame non sono presenti punti di emissione in atmosfera di tipo convogliato.
Possono comunque essere prodotte emissioni diffuse derivanti da processi di combustione dei motori delle macchine di movimentazione e di polveri derivanti dal materiale lavorato.
Al fine di limitare la possibile produzione di polveri dai cumuli di materiale, la ditta adotta la prassi di bagnatura dei cumuli e delle aree di transito, soprattutto nel periodo estivo: una autobotte si muove nell’impianto bagnando i percorsi dei mezzi più volte al giorno all’occorrenza e 4 getti ad ampio raggio installati in punti fissi bagnano i cumuli di stoccaggio.
Inoltre i mezzi in movimento all’interno dell’area in oggetto sono sottoposti all’obbligo di ridotta velocità di transito e il piazzale viene periodicamente pulito con motoscopa per l’asportazione delle polveri depositate.
Sul lato ovest dell’area di pertinenza dell’impianto di gestione dei rifiuti è presente inoltre una barriera arborea con altezza media di circa 12 m e integrata alla base da arbusti di altezza variabile tra i 3 e i 5 m.
Per quanto riguarda l’impatto delle emissioni da veicoli, i mezzi e gli impianti sono sottoposti a regolare manutenzione periodica, prassi che ne ottimizza il funzionamento e minimizza la produzione di inquinanti dal processo di combustione.
5.3 PRODUZIONE DI RIFIUTI
Dalla attività di recupero R5 dei rifiuti non pericolosi possono essere generati rifiuti di legno, metalli e materiali misti.
La maggior parte dei rifiuti generati (circa 80‐85%) è costituito da metalli ferrosi CER 191202, estratti dalle strutture armate. Possono essere generati, inoltre, rifiuti dalle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di macchine operatici ed impianti.
I rifiuti generati dallo stabilimento sono gestiti in modalità di deposito temporaneo.
In rifiuti non pericolosi (famiglia CER 190000) sono stoccati in cassoni scoperti, mentre i rifiuti pericolosi derivanti dalle manutenzioni sono stoccati in area pavimentata e coperta.
5.4 SCARICHI IDRICI
5.4.1 Acque reflue industrialiL’attività non comporta la produzione di acque reflue industriali.
5.4.2 Acque meteoriche
Come evidenziato in Tabella 2.2, le aree adibite a deposito e lavorazione dei rifiuti non pericolosi e le aree adibite a stoccaggio dei rifiuti esitati dal processo di recupero sono dotate di pavimentazione in cls armato e bordi rialzati al fine di impedire il ruscellamento delle acque meteoriche ivi ricadenti.
Tali platee sono dotate di un sistema di raccolta delle acque superficiali, servito da un impianto di trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia, descritto al § 2.1.4.
Il progetto di adeguamento al PTA Veneto prevede inoltre l’inserimento di un impianto di depurazione per la rimanente frazione di seconda pioggia.
5.5 ALTERAZIONE PAESAGGISTICA
L’area di pertinenza dell’impianto di gestione rifiuti non pericolosi si inserisce all’interno di un complesso produttivo; gli impianti e le apparecchiature utilizzate nel processo di recupero sono già presenti e operative.
Si evidenzia che gli impianti aziendali di pertinenza dell’impianto di gestione rifiuti (piazzole impermeabilizzate e impianto di trattamento delle acque meteoriche esistente) sono stati realizzate in forza dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Santa Lucia di Piave n. 60 del 17/08/2010.
Gli interventi in progetto relativi al Piano di Bonifica Acustica e il progetto di adeguamento al PTA Veneto saranno sottoposti, se necessario, ad appropriata valutazione paesaggistica.
5.6 TRAFFICO
Il traffico veicolare deriva prevalentemente da:
conferimento dei rifiuti;
spedizione dei materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto;
invio a recupero o smaltimento dei rifiuti prodotti;
manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti;
La circolazione giornaliera di mezzi tra tutte le attività, ovvero recupero rifiuti e lavorazione inerti, è stimabile in circa 40‐50 mezzi / giorno, considerando sia quelli di proprietà e che di terzi per conferimento rifiuti o ritiro di materiale.
5.7 RUMORE
Le principali sorgenti di rumore presenti all’interno dell’area di attività della ditta Inerti del Piave Srl sono costituite dall’impianto di lavorazione degli inerti naturali (adiacente all’impianto in esame), sorgente principale, dall’impianto di frantumazione dei rifiuti inerti e in minima parte dal transito dei mezzi.
La zona sede dello stabilimento e dei ricettori circostanti, ai sensi del Piano di Classificazione Acustica approvato dal Comune di Santa Lucia di Piave, è classificata come Classe III “Aree di tipo misto”.
Si evidenzia che è stato redatto un piano di bonifica acustica riguardante l’intera attività (“Piano di bonifica acustica e relazione previsionale di impatto acustico” del 03/04/2020 a cura del Tecnico Competente Dott.
Ing. Robis Camata), comprendente quindi sia gli impianti di lavorazione inerti naturali e che l’impianto di recupero dei rifiuti non pericolosi.
Al fine di limitare l’impatto acustico indotto all’ambiente esterno e ai ricettori, sono stati individuati I seguenti interventi di mitigazione acustica da realizzare direttamente sulle sorgenti dell’impianto di impianto di trattamento rifiuti inerti:
• Realizzazione di pannellature mobili fonoassorbenti e fonoisolanti con pannelli sandwich del tipo RWP Wallsound o similare sp. 50 mm – indice del potere fonoisolante Rw ≥ 30‐32 dB, da posizionare perimetralmente alla macchina nelle varie posizioni nelle quali vengono svolte le lavorazioni all’interno dell’area (lo spostamento della macchina è consentito solo per pochi metri e quindi comunque anche lo spostamento delle pannellature mobili di schermatura acustica sarà di pochi metri).
• In alternativa verranno posizionati dei terrapieni di altezza non inferiore a 4 m da terra sui lati ovest e nord della zona lavorazioni, terrapieni che non verranno rimossi e che fungano da barriera di schermatura acustica per le lavorazioni dell’impianto rifiuti.
6. ILLUSTRAZIONE DEI MOTIVI CHE HANNO CONDOTTO A CONSIDERARE LA NON SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI SUI SITI NATURA 2000
Si è valutato che il progetto in esame non genera effetti significativi negativi sui siti di rete Natura 2000 considerati in quanto:
Il progetto proposto non prevede l’utilizzo di risorse appartenenti ai siti di rete Natura 2000; l’area di progetto è esterna ai siti di rete Natura 2000;
L’intervento non comporta l’inserimento di elementi estranei al paesaggio o la frammentazione dell’ambito d’appartenenza né l’eventuale interruzione di processi ecologici ed ambientali dell’area in quanto gli impianti e le apparecchiature necessarie alle operazioni di recupero dei rifiuti non pericolosi sono già presenti e operative all’interno di un sito industriale esistente; le strutture fisse (platee impermeabilizzate e impianto di trattamento delle acque di prima pioggia) sono state realizzate in forza dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Santa Lucia di Piave.
L’attività non comporta la produzione di acque reflue di tipo industriale; le acque meteoriche di dilavamento delle piazzole impermeabilizzate sono attualmente trattate, per la quanto riguarda la frazione di prima pioggia, in idoneo impianto di trattamento; il progetto di adeguamento ai disposti del PTA della Regione Veneto prevede inoltre l’inserimento di un ulteriore impianto di trattamento in continuo per la rimanente frazione di seconda pioggia, comportando un miglioramento rispetto alla situazione attuale;
In base alle caratteristiche delle potenziali emissioni diffuse generate dalle attività dell’impianto di gestione dei rifiuti non pericolosi, si ritiene i fenomeni di dispersione atmosferica rendano del tutto trascurabile l’effetto sulle specie vegetali presenti nei siti più prossimi all’area dell’impianto; il progetto in esame non prevede inoltre l’attivazione di ulteriori fonti di emissioni né di tipo diffuso né di tipo convogliato;
Per quanto riguarda l’impatto acustico, mentre può essere escluso a priori qualsiasi effetto sugli habitat naturali e sulle specie vegetali, non altrettanto si può fare per le specie animali. Tuttavia, come evidenziato nel documento “Valutazione previsionale di impatto acustico – Revisione 0 – Febbraio 2021” allegato all’istanza, si ritiene che in virtù del fatto che il progetto non prevede l’aggiunta di nuove sorgenti sonore e comprende altresì interventi di bonifica acustica volte a migliorare il clima acustico attuale, le specie che frequentano i siti di rete Natura 2000 non subiranno effetti negativi peggiorativi rispetto allo stato attuale;
Considerata la natura del progetto proposto (rinnovo dell’autorizzazione) e gli interventi migliorativi previsti, si ritiene che i limiti spaziali massimi sottesi dagli effetti siano circoscritti all’area dell’impianto e delle immediate vicinanze e non possano incidere negativamente sugli ambiti in cui possono essere presenti habitat o popolazioni di specie in diretta connessione con i siti Rete Natura 2000 più prossimi.
7. FONTI BIBLIOGRAFICHE CONSULTATE
7.1 ASPETTI GENERALI
Attraverso il Veneto – Pubblicazione realizzata con il cofinanziamento dell’Unione Europea – FEAOG Sezione Orientamento e edita da Veneto Agricoltura.
APAT, 2005. La rinaturalizzazione e il risanamento dell’ambiente per la conservazione della biodiversità. Progetto interagenziale “Aree naturali protette e conservazione della biodiversità”
Unità di progetto “Tecniche di ripristino ambientale”.
Assunto R. Il paesaggio e l’estetica. Napoli, Giannin editore, 1973.
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Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Vicenza
Piano di Assetto del Territorio del Comune di Camisano Vicentino
7.2 FAUNA
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7.3 EFFETTI DEL RUMORE SULLA FAUNA SELVATICA
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7.4 FLORA E VEGETAZIONE
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G. Busnardo ‐ Piccola guida per riconoscere 100 fiori dei boschi e delle siepi del Veneto ‐ Veneto Agricoltura 2010.
T. Schauer, C. Caspari ‐ Guida all’identificazione delle piante – Zanichelli 1991.
M. Ferrari, D. Medici ‐ Alberi e arbusti in Italia ‐ Manuale di riconoscimento, Edagricole 2003.
R. Gellini, P. Grossoni ‐ Botanica forestale ‐ Cedam 1997.
G. Dalla Fior ‐ La nostra flora ‐ editrice Monauni 1985.
R. Del Favero ‐ C. Lasen, La vegetazione forestale del Veneto, Progetto editore 1993.
E Banfi, F. Consolino ‐ Conoscere e riconoscerete tutte le specie più diffuse di alberi e ornamentali ‐ De Agostini 1996.
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M. Bon, F. Scarton – Atti 3° convegno faunisti veneti – Rovigo 14‐15 ottobre 2000.
G. Rallo, M. Pandolfi – Le zone umide del Veneto. Guida alle aree di interesse naturalistico e ambientale. Regione Veneto. Franco Muzzio Ed. Padova 1988.
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P. Corona, G. Carraro, L. Portoghesi, R. Bertani, M. Dissegna, B. Ferrari, M. Marchetti, G. Fincati, A. Alivernini – Pianificazione forestale di indirizzo territoriale: Metodologia e applicazione sperimentale all’Altopiano di Asiago – Regione del Veneto, Piccoli Giganti Edizioni 2010.
Padova, 23 febbraio 2021
Redatto da: Verificato da:
Ing. Amb. Francesco Bettin – Aplus S.r.l.
Dott. Agr. Stefano Schiavon – Aplus S.r.l.