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Interni 20 settembre 2010

La Sardegna vuole diventare capitale della ricerca in Italia

LA REGIONE HA INVESTITO QUESTANNO 200 MILIONI NELLINNOVAZIONE SCIENTIFICA. PER FAVORIRE LOCCUPAZIONE ED EVITARE FUGHE ALLESTERO

Un radiotelescopio tra i più tecnologicamente avanzati al mondo per studiare l’origine dell’universo attraverso le onde radio, un centro di ricerca e di calcolo capace di mappare la sequenza del genoma in una settimana, un gruppo di scienziati che ha da poco individuato il gene che regola la sclerosi multipla. Non siamo in un distretto universitario degli Stati Uniti, ma in Sardegna, dove nella ricerca, nell’innovazione e nell’educazione quest’anno sono stati investiti 200 milioni di euro, più che in ogni altra regione italiana.

La risposta della Sardegna alla crisi economica e occupazionale è una scelta controcorrente: non tagliare ma incrementare i fondi alla ricerca, in particolare nei settori dell’astrofisica, della biomedica, della conservazione degli alimenti, dello studio di malattie gravi. In tutto il territorio nazionale gli investimenti annui destinati alla ricerca di base sono pari a 70 milioni di euro. La Regione ha portato i fondi destinati a questo settore da 20 a 35 milioni l’anno e ha aggiunto 50 milioni (in parte provenienti dall’Europa) per le borse di studio e i progetti dei singoli ricercatori e alti 185 milioni, sempre attraverso un cofinanziamento europeo, per l’innovazione e la competitività. Il ministero dell’Istruzione infine ha programmato di contribuire con 25 milioni per il potenziamento delle infrastrutture scientifiche.

Giorgio La Spisa, assessore regionale alla Programmazione e al bilancio, spiega i motivi di questa scelta: «Di fronte a una crisi che frena il nostro sistema economico e sociale, bisognava individuare i fattori davvero importanti per lo sviluppo. Per noi uno di questi fattori è la persona. Pur dovendo ridurre molte spese quindi, abbiamo deciso di aumentare i finanziamenti nell’educazione e nella ricerca scientifica. L’obiettivo è anche di riportare e trattenere in regione i nostri ricercatori e attrarne da tutto il mondo. Per fare questo e per mantenere infrastrutture avanzate come il Sardinia Radio Telescope e il Crs4, che competono con i migliori centri internazionali, servono soldi».

La Sardegna è diventata un modello per la ricerca grazie soprattutto ai suoi poli tecnologici e scientifici molto avanzati. Come il Crs4, il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori della Sardegna inizialmente diretto dal Nobel Carlo Rubbia, dove lavorano 170 persone, tra ricercatori e collaboratori, non solo sardi, ma provenienti dalle altre regioni

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Interni 20 settembre 2010

italiane e da altri Paesi. Si tratta di un centro di ricerca e di calcolo che fa parte del Parco tecnologico di Pula, vicino a Cagliari, e che è considerato uno dei più avanzati al mondo nella biotecnologia e nello studio del genoma. I suoi scienziati sono in grado di sequenziare un genoma a settimana e hanno l’obiettivo di arrivare nei prossimi mesi ad analizzarne uno al giorno. Un risultato molto importante, visto che in passato per decifrare la sequenza del primo genoma ci sono voluti 12 anni, dal 1991 al 2003. È qui che lo scorso maggio è stato individuato il gene che regola la sclerosi multipla, che in Sardegna colpisce 160 persone ogni 100 mila abitanti: il tasso di incidenza più alto d’Italia. Sempre qui è stato realizzato il primo sito Internet italiano.

Un altro centro d’eccellenza sardo è il Sardinia Radio Telecope, che ha base a San Basilio, a nord di Cagliari. È il più sofisticato impianto d’Europa e tra i più tecnologicamente moderni al mondo. Il progetto è stato elaborato in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana e serve a studiare l’origine dell’universo attraverso le onde radio.

«La ricerca è una delle basi dell’innovazione – sottolinea Gianluca Cadeddu, direttore generale del Centro regionale di programmazione –, per questo abbiamo deciso di puntare sulle persone che ci lavorano e che la fruiscono, siano essi ricercatori, imprenditori, cittadini. Da noi è stato creato un sistema che fa dialogare Giunta regionale e consulenti scientifici, scegliendo le priorità e coordinando il settore». A gestire tutto c’è Sardegna ricerche, l’agenzia regionale per la ricerca, che mette in contatto scienziati e aziende. «Tra il parco di Pula e il polo di Porto Conte, che si occupa di biotecnologie e tecnologie alimentari, hanno sede una settantina di imprese che operano nei settori scientifici e tecnologici».

Oggi e domani a Cagliari 700 esperti tra ricercatori, politici ed economisti discuteranno di ricerca e innovazione come spinte per lo sviluppo economico. Ci saranno anche il premio Nobel Luc Montagnier e il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

Cristina Bassi

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