REGOLAMENTO E PROGRAMMA per gli A s ili e G iardini d ’ infanzia
in Regolamenti per gli Oratori Festivi e per i Giardini d ’Infanzia, Torino, Silvestrelli & Cappelletto 1912.
Ca p o I.
A rticoli generali.
Lo scopo dei nostri Istituti Infantili, o Giardini d ’in fa n zia , non è so lo di togliere dai pericoli della giornata i bam bini, che non potrebbero altrim enti essere vigilati dai loro genitori ; m a di trattenerli p iacevolm ente, curandone, con ben ordinato in d i
rizzo, lo svolgim en to delle facoltà fisiche, in te llet
tuali, m orali e religiose. I bam bini sono fiori de
lic a tissim i, d elizia d ella fam iglia, d ella Chiesa e del Cuor di G esù; m a fiori che, senza le debite cure, possono facilm ente avvizzire, e non dare i desiderati frutti o darli ben am ari.
T occa q uindi a lla Maestra G iardiniera coltivare questi fiori preziosi, coltivarli con amore illu m i
nato, paziente, in stan cab ile, inspirato sempre a gli im m utabili prin cip ii d ella fede e d ella speranza in D io, che d isse « L asciate che i pargoli vengano a m e, poiché di e ssi è il regno dei cieli ».
Le Suore, q u indi, incaricate di sì n obile ufficio, non risparm ieranno n u lla, perchè i bim bi affidati a lle loro cure abbiano a crescere san i, in tellig en ti e buoni, abbiano a gettare, per così dire, le radici di q u e ll’ educazione fisica, 'intellettuale e morale ch e, coadiuvata q u an t’ è p ossib ile dalla fam iglia, con tin u ata poi n ella scu ola e da essi stessi, li accom pagnerà per tutta la vita.
Non m anchi la m assim a so llecitu d in e perehè vengano severam ente osservate le leg g i ig ien ich e , tanto riguardo al locale scolastico, quanto agli ab iti, a lla persona ed a ll’occupazione dei bam bini.
Si abbia sem pre presente che son o in d isp en sa
b ili aria sana e frequentem ente rinnovata, anche n ella stagion e in vern ale; luce copiosa, uniform e e non troppo viva ; riscaldam ento sufficiente, e, per quanto è p o ssib ile, a u gual num ero di gradi in tutti g li am bienti anche di p a ssa g g io ; debite d isin fezio n i a lle ritirate ed a lle aule ; nettezza scru
p olosa in tutto, specialm ente n ella persona, v alen dosi a ll’uopo d ella v isita di p u lizia fatta accura
tam ente ogni g iorn o; v ig ila n za oculata per non am m ettere, fra g li altri, bam bini am m alati o con eruzioni contagiose.
E sem pre dannoso lo svegliare i bam bini bru
scam ente, il lasciarli esp osti a lle correnti d ’aria, ferm i al so le, seduti in lu o g h i freschi, ecc. Se, per la p io g g ia , verranno a ll’A silo , co g li ab iti in zuppati, coi piedi bagnati si sacrificherà, a ll’uopo, la lezione, m a non si m anderanno m ai a posto, senza prim a averli fatti asciugare bene.
T anto n elle lez io n i pratiche, quanto n ei vari gio c h i, si useranno sem pre le debite precauzioni,
perchè i bam bini non si soffreghino g li occhi, e vitin o i rumori assordanti, non sollevin o polvere, non introducano corpi duri n el condotto uditorio, nelle cavità n a sa li.
Gli esercizi nel Giardino d ’infanzia siano brevi;
i sedentari siano alternati con qu elli di m ovim ento, e diretti sem pre a llo sviluppo dei varii organi ed a lla buona educazione di tutti i sen si.
Si abbia m olta cura d ell’ordinam ento d ella sco
laresca prim a di entrare n e ll’au la ; d e ll’in gresso ordinato, com e pure d e ll’u scita ; dei m ovim en ti d ella tavoletta, esegu iti senza far rum ore; del di
stribuire e raccogliere, ogni volta, i vari doni, i lavorucci, i quaderni per il disegno, le lavagnette, le m atite, ecc.
Per ciò che riguarda l ’educazione in tellettu ale dei bam bini, le Maestre Giardiniere avranno ognora presente che il segreto per tenere i bam bini attenti sta n e ll’interessarli piacevolm ente con lezion i og
gettive, a mo' d ’in telligen te conversazione materna, assecondandone sapientem ente il naturale bisogno di vedere, di m uoversi, di fare, ecc.
Quanto a ll’educazione m orale, si raccom anda ordine, pazienza, fermezza soave; il tutto condito sem pre da un vero sentim ento religioso.
Le principali occupazioni della giornata debbono incom inciare d a ll’invocazione di D io, e term inare col dargli grazie affettuose per i suoi doni. Le preghiere siano sem pre brevi, ma sem pre ben fatte s u ll’esem pio d ella Maestra, che procurerà di tenere i bam bini ra cco lti, e, nelle p o ssib ili d ivagazion i, di richiam arli co llo sguardo so llecito , e quasi sor
preso, più che severo.
D allo sbocciare dei fiori, dal gorgheggiare d egli u ccelli, d allo splendore del sole, dal rum oreggiare del tuono o dal balenare del lam po, ecc., com e dal racconto del bim bo obbediente, d ella m am m a buona, del babbo operoso, nonché d alla b ugia scoperta, del disu b b id ien te p unito, ecc., da tutto, insom m a, si prenderà occasione per ispirare n e lle anim e in fa n tili veraci sentim enti di riconoscenza e di amore verso Dio Creatore, Gesù Benedetto, la V ergine S S ., l ’A ngelo Custode, i gen itori, i com pagni, ecc.; veraci sentim enti di amore al bene, di orrore al m ale. Però si eviterà di spaventare i b am bini con racconti o fàvole paurose, com e pure d ’ingannarli con deduzioni e risposte, non basate su lla verità.
S ia durante i g io ch i, sia durante le lezio n i, le Maestre in v igileran n o, co lla m assim a so llecitu d in e, per prevenire e tener lontano dai bam bini ogni benché m inim o pericolo m orale non m eno che fìsico, e per istudiare l'in d o le m orale che n ei bam b in i si m anifesta spontaneam ente, soprattutto n el gioco libero. Quindi si adopreranno, con m aterne, saggie in dustrie, ad estirpare in loro le m ale erbe nascenti d ella g o lo sità , d ella finzione, d e ll’ira, d ella g elo sia e, talvolta, d ella vendetta, che si rivelan o troppo spesso e troppo presto in tanti bam bini.
U n ’idea im portantissim a da radicare n ei b am bini è il rispetto del diritto di proprietà. E ssi sono, in consciam ente, tutti proprietari, quando si tratta di roba lo ro ; com u n isti, quando si tratta di roba altrui. Le Maestre, adunque, procureranno di far loro intendere praticam ente ch e non è nostro, se non ciò ch e è stato da noi debitam ente guadagnato o ricevuto da ch i poteva liberam ente disporne.
Per correggerli dei loro fa lli si m ostreranno do
len ti sem pre, non m ai irritate, e inviteranno i piccoli colp evoli a farsi essi stessi giu d ici del loro fallo, dim odoché e ssi stessi sentano b isogn o di ripararvi, chiedersi reciprocam ente perdono, ecc.
S ia n e ll’istruire, sia n el divertire, sia n el cor
reggere useranno sem pre un tono di voce am ore
v o le, variandolo a tem po, con l ’espressione del volto, però senza esagerazione od affettazione di sorta. Infine, in tutta la loro opera educativa, così piccola in apparenza, e così grande in sé e n elle su e conseguenze, procureranno sem pre, non già di alzare il bam bino a loro, ma di abbassare se stesse al bam bino. A n ch e in questo è doveroso il precetto del D iv in R edentore di farci a m odo dei b am bini. A m aestre, tormate sui principii di edu
cazione lasciati, e co lla parola e c o ll’esem pio, dal nostro Ven. Fondatore e Padre, D. G iov. B osco, n on deve essere n ecessario raccom andare di aste
nersi assolutam ente dal percuotere e da tutto ciò ch e sappia di v io len to , di duro, di um iliante.
Si badi scrupolosam ente di non sforzare la de
bole in tellig en za in fan tile, e si procuri non abbiasi m ai a lam entare, n ei nostri A sili o G iardini d ’in fanzia, il doloroso spettacolo di quei S a g g i che, senza calcolare il perditem po d ella Maestra, son o u n a vera tortura fisica, in tellettu ale e m orale pei bam bini. Il pubblico, in con scio, batte le m ani;
le m am m e, soddisfatte n el loro am or proprio, go n golan o di g ioia, e i bam bini pagano tutto ; mentre la persona di m ente e di cuore si dom anda, an go
sciata, che sarà, dom ani, di tanti poveri cervellin i sì m iseram ente sfruttati. Ciò non to g lie che, a
tem po opportuno, s ’in seg n in o ai bam bini, com e è doveroso, alcune brevi poesie, facili canti e ben adatti esercizi g in n a stici, per l ’occasion e di qualche solen n ità, di v isite di persone autorevoli o bene
fattrici.
Capo II.
N orm e per l'accettazio n e dei bam bini.
L ’accettazione dei bam bini si farà nei m esi di settem bre e di aprile. In settem bre si accetteranno tutti i bam bini che hanno com piuto i tre anni o li com piranno entro il dicem bre d ello stesso anno ; in aprile q u elli che hanno com piuti i tre anni o li com piono prim a del term ine d e ll’anno sco la stico in corso. Non si accetteranno i bam bini oltre i sei an n i, ed in settem bre non si riam m etteranno neppur q u elli che li com piono prim a del term ine d ello stesso anno, essendo questi obbligati a fre
quentare le scu ole elem entari, in conform ità del regolam ento per l ’istruzione prim aria.
L ’A silo o Giardino d ’in fan zia, per v ia ordinaria, starà aperto da dieci a undici m esi.
Si farà vacanza nei giorni festivi e n el giorno in cu i si solen n izza Maria A u silia tr ic e , in tutti i giorni segnati dal calendario scolastico, tranne il gioved ì, se particolari m otivi non co n sig lia n o altri
m enti, e si m anterrà, dove esiste, la buona con suetudine di far vacanza n elle feste soppresse.
Perchè i bam bini siano accettati n e ll’a silo , i genitori o ch i per e ssi, presenteranno a lla Dire
zione :
a) Fede di n ascita e di battesim o;
b) attestato di vaccinazione o di sofferto vaiuolo;
c) attestato di sana com plessione, esente da m alattie in fettive.
Non si riceveranno bam bini forestieri se, oltre a lla fede di nascita e di battesim o, non presente
ranno una dichiarazione rilasciata, a tale scopo, dal Sindaco o dal Presidente. -
Com piuta l ’accettazione, la D irettrice trascriverà su apposito registro :
a) Nom e e cognom e del bam bino;
b) nom e e professione del padre;
c) nom e e cognom e d ella m adre;
d) la v ia e il num ero d e ll’abitazione.
I bam bini dovranno indossare un grem bialino uniform e che sarà d ella lunghezza d e ll’abito e, in via ordinaria, di color bianco e celeste per i bam bini, bianco e rosa per le bam bine. Per le occasion i straordinarie di v isite, feste, ecc., è de
sideràbile che abbiano tutti l ’ uniform e bianco.
Tutti porteranno un colletto di percalle bianco di u gu al fattura. A seconda d ella stagion e, in occa
sion e di u scita, porteranno in testa il berretto o il cappello di p aglia. Quando prenderanno parte a funerali avranno un segno di lu tto : i bam bini un nastro di m ussola nera al braccio sin istro ; le bam bine un nastro di m u ssola u gu ale, appuntato a lla sp alla sin istra, i cui capi scendano a lla lu n ghezza del grem bialino.
T utti i bam bini saranno provveduti di un cane-
strino, possib ilm en te di uguale forma, segn ato col nom e, contenente la n ecessaria quantità di pane per la m erenda. Per via ordinaria non è perm esso il com panatico; occorrendo di fare eccezion e, si procurerà ch e esso con sista in cib i asciu tti, per conservare m eglio la p u lizia. C iascun bam bino porterà il cestin o n ella stanza apposita o sp o g lia toio, perchè sia appeso a ll’attaccapanni.
T utti i bam bini, p ossib ilm en te, avranno i cap elli tagliati; e saranno calzati di scarpe.
La D irettrice, o chi per essa, nel ricevere i bam b in i dovrà avere particolar attenzione a lla p ulizia.
Osserverà, q u in d i, m inutam ente se h anno g li abiti ben rassettati, se sono provveduti di m occich in o, se sono netti n ella persona, specie nel capo, e, qualora alcuno m ancasse a queste con d izion i, deve avvertirne i parenti, affinchè si facciano prem ura di rim andarlo p ulito.
Sarà pure cura doverosa d ella D irettrice e di ciascu n a Maestra esam inare che i bam bini non abbiano nè a lla bocca, nè a lle m ani, nè a gli occhi alcu n m ale attaccaticcio, com e scorbuto, co n g iu n tiv ite, scabbia e sim ili. T rovandone leggero segno in alcuno, deve rim andarlo im m ediatam ente a casa, e non può più accoglierlo senza l ’attestato m edico, che assicu ri non esservi pericolo di con tagio per g li altri.
Ca p III.
D ire ttric e , M a e s tre , Sottom aestre, Inservienti.
L ’educazione dei bam bini è affidata ad una D i
rettrice, la quale sarà coadiuvata da maestre e sottom aestre il cui num ero sarà proporzionato a q u ello d elle risp ettive sezioni ed a q u ello dei bam b in i. Ogni sezion e non deve avere, ordinariam ente, più di cinquanta bam bini.
Spetta a lla D irettrice provvedere a che sian o conosciute ed osservate tutte le d isp o sizio n i del presente regolam ento, e si svolga il program m a delle rispettive sezion i, com pilato appositam ente pei nostri A sili o G iardini d ’infanzia.
La D irettrice in oltre:
a) terrà i registri d ’iscrizione e delle presenze giornaliere dei b a m b in i, notandone le assenze even tu ali ;
b) esigerà dai genitori i contributi, segnandoli su apposito registro, per rilasciarne ricevu ta agli in teressati, e farne il versam ento al tesoriere nel tem po stab ilito, m ediante regolare ricevu ta;
c) terrà la con tab ilità d e ll’A silo, circa l ’am m i
nistrazione degli alim en ti e le piccole spese su a ppositi registri, da presentarsi al Presidente, q u al
sia si v o lta ne ven ga inchiesta ;
d) avrà cura del m ob ilio e di tutto quanto riceve in con segn a, tenendo in conto corrente l ’inventario ;
e) custodirà le ch iavi dei locali e dei m obili d e ll’A silo ;
f) in fine d ’ anno preparerà una som m aria relazione s u ll’andam ento d e ll’A silo , e, se richiesta dal Presidente, g lien e darà copia.
Le Maestre e le Sottom aestre coadiuveranno la D irettrice e la suppliranno nelle attribuzioni ad essa affidate, ogni q u alvolta d alla m edesim a ne avranno incarico.
N ello svolgim en to del program m a, si atterranno a lle norm e che a ll’uopo darà la Direttrice, im por
tando som m am ente che vi sia una direzione unica.
Le Inservienti dipenderanno esse pure dalla D irettrice; dovranno esercitare n e ll’A silo tutti g li uffici del buon ordine; attendere alla prepara
zione e distribuzione dei cib i, a lla pu lizia ed al riscaldam ento dei locali ; curare la nettezza dei bam bini, accom pagnarli, occorrendo, alle loro case;
fare com m ission i e sim ili.
T utte poi si m ostreranno sem pre ossequenti verso i sign ori A m m inistratori, nonché verso ogni altra persona ch e si recasse a visitare l ’A silo ; tuttavia esse non dovranno togliersi al proprio ufficio per tener lu n g h i discorsi con ch icch essia .
In ogni tem po, non esclu so q uello della ricrea
zione, si raccom anda vivam ente ad ogn u n a di at
tendere con diligenza al proprio dovere, non occu
pandosi in lavori estranei, nè trascurando l ’a ssi
stenza dei bam bini, per intrattenersi in conversa
zion i e sim ili.
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N orm e disciplinari.
È proibito ogni castigo corporale, com e il per
cuotere i bam bini in q u alsiasi m odo, il costringerli a tenere p osizion i incom ode, ecc. Così pure è proi
bito il dar loro ca stig h i um ilian ti, il rinchiuderli al buio od anche so lo m inacciarli di ca stig h i di tal genere. O gnuna è tenuta ad usare coi bim bi m odi corretti e g en tili. Ove taluno si m ostri incor
reggib ile, sia cioè di disturbo perm anente e di danno a gli altri, le Maestre ne inform eranno la D irettrice, la quale avviserà ch i di ragione, per la sosp en sion e tem poranea, ed anche l ’esclusione asso lu ta del bam bino d a ll’ A silo , qualora fosse n ecessario.
Capo IV.
Capo V.
O ra rio e suo svolgim ento particolareggiato.
L ’orario sarà esposto su apposita tabella, affissa in lu ogo con ven ien te. T ale orario si potrà com pi
lare su queste basi : da settem bre a m aggio l ’in
gresso dei bam bini sarà alle ore 8 1/2 e l ’uscita alle ore 16; da m aggio al term ine d e ll’anno scolastico l ’entrata a lle ore 8 e l ’uscita a lle 17. Solo per m otivi speciali, per u n tem po determ inato, e colla debita approvazione, si potrà variare.
Le Maestre si troveranno puntuali a ll’ingresso dei bam bini n e ll’a silo , secondo il tem po fissato d a ll’orario. E sse li assisteran n o n el cortile, nel giardino o n ella sala di ricreazione, secondo la stagione, procurando che possano soddisfare ai loro b isogn i.
I bam bini devono, sem pre e dappertutto, essere separati d alle bam bine.
R ispettivam ente, a ll’orario estivo od invernale, al suono d ella cam panella si raduneranno tutti i bam bini, e, com inciando dai più gran d icelli, si m etteranno in ordine per l ’entrata n elle risp ettive classi.
Le lezion i debbono versare su lle varie m aterie secondo l ’ordine indicato dal relativo program m a, procurando sem pre che l ’insegnam ento sia dato in m odo am orevole e facile ; alternato da con ven ien ti esercizi g in n a stici, poiché i bam bini non reggono assolu tam en te ad una lu n ga ten sion e m entale, nè posson o stare lungam ente im m obili.
G ioverà pure, anzi è necessario a lla buona edu
cazione dei bam bini, l ’insegnam ento del canto, il quale, quando sia usato con m oderazione, è assai efficace a llo svilu p p o fisico e al bene m orale dei b am bini. A tal fine la Maestra si servirà di canzoncine d ’argom ento dilettevole e n ello stesso tem po ed u cativo; n e spiegherà prim a il sen so , poi le farà im parare a m em oria, senza soverchio sforzo da parte dei bam bini.
A lle ore 11 le rispettive sezion i dei bam bini, usciranno in fila per ordine di statura, e si por
teranno in cortile o n ella sa la di ricreazione.
Dopo qualche tem po libero si faranno esegu ire
I
g io ch i ordinati, o canti, con m ovim enti g in n a stici.
In tutti q u esti esercizi le Maestre avranno m as
sim a cura chè si m antenga il buon ordine.
A lle 11 1/2 si farà la distribuzione dei to v a g lio li, che i bam bini si allacceranno al co llo , aiutandosi vicen d evolm en te; si recheranno quindi, con ordine, in refettorio, dove la Direttrice farà recitare la preghiera d ’uso, com e in segn a il catech ism o:
« N el nom e del Padre, ecc. Signore, date la vostra santa benedizione a noi ed al cibo ch e ora prenderem o, per m antenerci n el vostro santo ser
v izio », segu ita d a ll’in vocazion e : Maria A u x iliu m , ecc., recitata in la tin o (se ne sp iegh i bene il senso e si procuri la recitino correttam ente). N el nom e del Padre, ecc.
Durante la refezione s ’in vigilerà, con paziente cura, perchè tu tti i bam bini prendano, con ven ien tem ente e n ella dovuta abbondanza, il cibo, abi
tuandoli a lla pratica delle p rin cip ali regole di urbanità, proprie dei bam bini educati. Term inata la refezione e lev a ti i to v a g lio li, si reciterà la preghiera : « N el nom e del Padre, ecc. Signore, v i ringraziam o del cibo ch e ci avete dato, fateci grazia di servircene sem pre in bene ; Maria A u x i
liu m , ecc. Nel nom e del P a d re» , ecc. Indi, n ello stesso ordine con cu i entrarono, i bam bini si por
teranno a lla ricreazione.
Durante la ricreazione le Maestre sorveglieranno attentam ente a ch e n essu n bam bino si assen ti, ed useranno grande d ilig en za per ovviare ad ogni in co n v en ien te; saranno am orevoli verso i bim bi, ed avranno per essi le debite prem ure, specie per i p iù piccol i e per i più deboli. E viteranno però
i
assolu tam en te di tenere i bam bini in braccio e, di baloccarli in q u alsiasi m odo, m em ori sem pre ch e ai bam bini si deve la m assim a riverenza.
A lle 13 Vi si riordineranno le sezion i, com e al m attino, procurando che possano soddisfare ai loro b isogn i prim a di entrare in classe.
Specialm ente n ella stagion e estiv a si procurerà che i bam bini riposino a lq u an to; in detto tem po si dovranno lasciare le finestre aperte, affinchè l ’aria si m antenga pura.
Dopo il riposo, si faranno uscire per circa una ora, intrattenendoli in g io ch i g in n a stici ; rientrati, la Maestra incom incierà la lezion e seg u ita dalla recita delle preghiere.
Tanto le preghiere del m attino, quanto quelle d ella sera, per i bim bi d ella terza sezion e co n si
steranno n ella recita del : « Vi adoro, Padre nostro, D io ti sa lv i, o Maria, Credo, A ngelo di D io », preceduta o seg u ita da una canzoncina sacra e term inata c o ll’in v o ca zio n e: Maria A u x iliu m , ecc.
(Il Pater noster e l ’A ve Maria, una volta al giorno sian o recitati in latin o, addestrando i bam bini a pronunciarlo bene).
A ll’ora sta b ilita d a ll’orario, secondo la stagion e, si farà la d isbribuzione del canestrino, e si con
durranno i bam bini al posto segnato per la me
renda; qu in d i, p u liti ed in buon ordine, si dispor
ranno pel ritorno a lle loro case, avvertendo di non lasciare senza la debita assisten za q u elli che, per q u a lsia si m otivo, dovessero ancora trattenersi n e ll’Istituto.
Si raccom anda a tutte m olta esattezza n e ll’osser
vanza di ciascu n punto del presente regolam ento,
ricordando che sarà considerata com e m ancanza l ’infrazione anche di uno solo.
PROGRAMMA.
N on si può, nè si deve, in un Program m a di A silo o Giardino d ’in fa n zia , precisare g li esercizi d elle lezion i giornaliere.
N e ll’A silo m oltissim e lezion i sono occasion ali.
Ad esem pio : la m aestra al m attino ha intenzione di condurre i su oi piccoli alu n n i a lla conoscenza di questa o di q u ella cosa; durante il giorno la scappata di un bim bo, la spensieratezza di un altro, o qualunque altra cosa che succeda di anor
m ale, costringe la m aestra a troncare il corso delle su e lezion i per correggere il bam bino e prevenire g li altri con raccontini m orali, con vignette, sp ie
ga zio n i, schiarim enti in proposito.
La m aestra deve afferrare qualunque occasione le si presenti, fo s s ’anche una so la parola, pur di educare l ’anim o dei suoi piccoli alu n n i, giacché prim o scopo d ella m aestra d ’A silo deve essere q u ello di educare il cuore dei b am bini, correggerne i d ifetti, e farvi sorgere d elle qualità buone. L ’istru
zion e non entra che in lin ea secondaria, ed a com pim ento d e ll’educazione. A questo fine m olto g io verà la conversazione: ma, perchè essa sia mezzo potente di educazione, d ev ’essere sem plice e fatta con lin g u a g g io essen z ialm ente m aterno; essa può aver argom ento, com e si è detto, da una dom anda, da un caso q u alsiasi ; però la maestra deve metter
tutta la su a arte educativa per richiam arvi sopra l ’attenzione dei bim bi, e indurli a farvi opportune riflessioni e ad esprim ere, in proposito con ven ien tem ente, i loro pensieri e sen tim en ti.
Ecco pertanto una lin ea di condotta, seguendo la quale, l ’opera di una m aestra d e ll’A silo o Giar
dino d ’in fan zia, potrà riuscire va n ta g g io sa ai p ic
coli a lu n n i, ch e noi vogliam o educare, ed educare per un futuro, ch e sarà tanto m igliore, quanto p iù perfetto verrà ad essere il presente.
Se z i o n e I.
C onversazioni religiose.
D io è nostro Padre. — Ogni bene ci viene da L u i. (questo argom ento dà occasione a diverse con v ersa zio n i; es. : su lla p io g g ia , su lla n ev e, su l fred d o, su l ca ld o , ecc.). — D io am a i bim b i, sp ecie i buoni. — Che cosa deve fare il bim bo buono, per piacere a Dio. — D io è dappertutto e vede tutto. — L ’A ngelo Custode. — Maria, Madre di Gesù e Madre nostra. P reghiam o che ci aiu ti ad im itare Gesù. — P reghiam o Gesù D io e U om o e la M adonna SS. a tener sani babbo e m am m a e a benedirci tutti.
S to ria Sacra. — G esù B am bino. — G esù nel presepio. — Gesù obbediente a Maria e a G iuseppe.
— Morte di G esù in croce. — D obbiam o am are Gesù ed essere buoni com e L ui.
D overi m o ra li.
Am ore ai genitori. — Am ore ai fratelli, ai com pagni, a lle m aestre (s’incom incerà a istilla re sen-
tim ento di riconoscenza verso le persone ch e s ’in teressano del loro bene). — Ordine e d iscip lin a (vantaggi ch e arrecano). — D ocilità ed obbedienza.
— Im itazione dei bim bi buoni. — Am ore alla virtù. — Orrore al m ale. — G entilezza e condi
scendenza, ecc.
Raccontini m o ra li. — La bim ba obbediente. — La m am m a am m alata. — Il pane d ella m erenda.
— Il sold o regalato al povero. — Il bim bo capric
cioso. — Il cagn olin o fedele. — La carità. — Maria accondiscendente. — La bugia. — La bim ba di buon cuore, ecc.
C onversazioni occasionali.
A spetto del cielo , d ella terra, d elle piante nelle varie stagion i. S ole, p ioggia, neve. — Am ore di m am m a. — G rem bialino pulito. — Il canestrino della m erenda. — Amor fraterno. — Il fiore alla m am m a, ecc.
L in g u a .
P rim e e sem p lici traduzioni del dialetto locale n ella lin gu a. — Parti principali del corpo um ano.
— V esti. — S u p p ellettili di casa e d e ll’A silo . — Cibi com uni, ecc.
D on i d i Froebel.
1° Dono. — P alla. — P a llin e colorate (colori sem p lici), forma, m ateria. — Si fa giuocare il bim bo con la palla, facendola portare in alto, in basso, ecc. — Si può far im itare a lla p allin a il m ovi
m ento d ella ruota, q u ello del cam panello, ecc.
Conteggio.
Si arriva fino al 10, per via di g iu o ch i interes
san ti colle steccolin e e coi b aston cin i, ecc.
L e z io n i d ’aspetto.
V ign ette. Si osserva che n ella prim a e seconda sezio n e, la presentazione d ella vign etta deve essere sem pre preceduta o segu ita da un raccontino m o
rale che la illu str i. Le v ign ette possono essere q u elle in d icate per la terza sezione.
L e sio n i oggettive.
A n im ali più com uni : ca vallo, cane, gatto, ecc.
— Frutta. — Arredi della scuola. — M obilio della cam era da letto.
Disegno.
La m aestra, com e esercizio di preparazione a l
l ’in segn am en to del d isegn o, fa disporre, sopra la ta v o lin a , in lin ea verticale, in lin ea orizzontale, in p o sizio n i diverse, un so lo bastoncino rispetto a lla ta v o lin a — p iù b aston cin i in relazione fra di loro.
T raforo e cucitura.
R ich ied en d olo circostanze particolari, m a con tutte le debite cau tele, si può far eseguire la cu ci
tura anche n ella prim a sezione. Va però fatta in com inciare verso la fine d e ll’anno, su cartoncini preparati, a fori m olto v isib ili e radi. Si fanno
eseguire specie di filze, che a bim bi, anche di tre anni e m ezzo, restano facilissim e. Gli agh i da ado
perarsi sono q u elli da lana senza punta, e il cotone quello da ricam o colorato, n. 20.
Tessitura.
È apparecchiata co lla carta ta gliata a fettucce largh issim e e intrecciata con steccoline, e si arriva a lla tessitu ra di quadrati.
P ie g a tu r a .
Si adoperano foglietti di carta colorata, e si fa piegare il foglietto a fazzoletto, a libro, ecc.
G innastica.
Modo di entrare e di uscire d a ll’aula. — Modo di alzarsi e sedersi : lentam ente, senza far rumore.
— Modo di stare n el banco: m ani dietro, testa alta, piedi u n iti su ll i predella (ciò per quanto è p o ssib ile a bam bini di tre an n i, che non possono star lu n go tem po n ella stessa posizione). — P o si
zione di riposo (senza nom inarla, ma dietro esem pio d ella m aestra). — P o sizio n e d elle m ani su l banco. — Braccia in alto. — V oltare le mani da dentro in fuori e viceversa, tenendo le dita allar
gate (dapprim a lentam ente, in d i sem pre più in fretta). — B attuta libera delle m ani in avanti, in alto. — Maniera di entrare e di uscire dal banco col m iglior ordine p o ssib ile. — P osizion e del braccio sin istro in avan ti, in alto, lo stesso col destro. — Guardare a sin istra, indi a destra, guar
dare in alto, in basso (sempre con lentezza). —
Leggera b attuta delle m ani su l banco. — L eggera battuta dei piedi.
Le lezio n cin e occasion ali e le con versazion i vanno alternate con q u esti ed altri m ovim en ti, oppure con canti relativi fa cilissim i, accom pagnati da fa
c ili m ovim en ti con m arcie a passo sem plice, a tem po di m arcia, tenendo le braccia libere, lu n go la persona con g io ch i ordinati, fuori dei b anchi.
Se z i o n e II.
C onversazioni religiose.
Dio creatore. — Am ore e riconoscenza a Dio Creatore. — La C hiesa, casa del S ignore, luogo sacro di raccoglim ento e di preghiera. — Gesù la
vorò, ancorché fosse D io e padrone del m ondo. — Gesù v o lle esser povero. — Gesù am a e benedice i fa n ciu lli. — G esù scaccia d alla C hiesa q u elli che n on v i stanno a dovere. — N atale. — Il P resepio.
— L ’ E pifania. — Gesù soffre e m uore in croce.
— T utti soffrono, anche i ricchi. — Mese di marzo.
— S. G iuseppe. — P asqua. — G esù risorto. — Mese di M aggio e la M adonna. — G esù ci v u o l bene e ci v u ole in Paradiso. — D obbiam o fare del bene, anche a ch i ci fa del m ale.
S to r ia S acra. — A n g eli buoni e A n geli cattivi.
— Adam o ed Eva. — Paradiso terrestre. — G esù, sua n ascita e fu ga in E gitto. — Morte d e g l’in n o cen ti. — Gesù obbediente a Maria e a S. G iuseppe.
— P a ssio n e di G esù. — Sua m orte e R isurrezione.
D overi m o ra li.
Am are e rispettare i gen itori. — R icon oscen za
fattori. — R isp etto ai vecch i, ai poveri, a g l’ infe
lic i. — Non far m ale neppure alle bestie. — U rba
n ità : salutare, essere garbati nei m odi, n el parlare.
— R ispettare la roba altrui. — D obbiam o prefe
rire il piacere dei com pagni al nostro. — D obbiam o essere bu on i con tu tti, anche con ch i, alle v olte, c i fosse stato cau sa ,di d isg u sti. — R ispetto verso le autorità.
R accon tin i m o r a li. — L ’uccellin o senza m am m a.
— La strenna del bim bo povero. — Il fan ciu llo eg o ista . — La m am m a lavora. — Il bim bo di buon cuore. — La povera vecch ia. — Tutti dobbiam o lavorare, ecc. — La Maestra può inoltre servirsi d i ogni conversazione o racconto indicato per la prim a sezion e, e form arne m ateria di n u ove con
versazioni e di n u ovi in segn am en ti.
Conversazioni occasionali.
Il 1° novem bre, festa di tutti i Santi. — Il giorno d ei morti : rispetto con cui si deve visitare il cam posanto. — L ’11 novem bre, com pleanno del Re. — Il 20 novem bre, com pleanno d ella R egin a Madre.
— L ’8 gen n àio, com pleanno d ella R egin a. — Il 9 g en n aio, anniversario d ella morte di V ittorio Ema
n u ele II. — Il 29 lu g lio o il 14 m arzo, anniversario d i U m berto I. — La n e v e . — La m am m a lavora.
— Il N atale. — II presepio. — La strenna. — Il carnevale. — Il m ese dei fiori. — La cilieg ia , ecc.
L a L in g u a .
La casa: parti di essa. — La fa m ig lia : su o i m em bri (s ’isp irin o sen tim en ti d ’affetto, di riconoscenza, ecc.
cina, refettorio. — F enom eni atm osferici (devono servire per parecchie con versazion i o lezioncine) : brina, rugiada, pioggia, neve, grandine, tem porale, fu lm in e, arcobaleno. — La prim avera: i fiori, mazzi di fiori, ecc.
Doni d i Froebel.
1° D on o: Colore (lim itarsi ai colori se m p lic i).
S i esercita n ei bim bi il sen so d e lla v ista : forma, superficie (lis c ia o ruvida); peso; m ateria; ( s i esercita il sen so del tatto): differenza con altri oggetti. Si fanno giuocare con e ssi e si fanno ese
guire diversi m ovim enti, avvertendo di far m ettere in esecuzione u n m ovim ento sem pre contrario a q u ello esegu ito prim a. Si può far im itare a lla p a llin a il m ovim ento del pendolo, del cam panello, ecc. ; ed anche q uello di qualche an im ale: il ca g n o lin o che corre, il top olin o disobbediente, ecc.
2° D ono. Si arriva alle differenze delle facce, a lla num erazione di esse, facendo notare o trovare prim a le som iglian ze e le differenze d ella sfera con la p alla di lana. Si esercita con questo secondo dono il bam bino alla destrezza d ella m ano.
3o D ono. Il terzo dono è una naturale progres
sion e del secondo, perchè m ostra il cubo d iv iso n elle su e tre dim en sion i : lu n gh ezza, larghezza, altezza; e la sc ia al bim bo la libertà di acquistare sem pre n u ove co g n izio n i, dopo ch e h a im parato d a lla Maestra a costruire ed a form are u n a figura con tutti g li otto p iccoli cubi in cui il terzo dono è su d d iv iso ; ad esem pio : la croce, la sed ia, la
scala, il letto, la tavola, ecc. N elle costru zion i la Maestra apparecchia il bam bino, con sem p lici rac con tin i, a lla form a d e ll’oggetto che v u o l far rap
presentare. Si parla d e lla m ateria del cubo e, me
diante la d iv isio n e di esso, si dà la prim a idea di frazione.
4° Dono. N egli u ltim i sei m esi i bim bi son o oc
cupati col quarto dono ; il cubo d iv iso in m attoni, m ediante i quali costruiranno: i p ilastri, il portico, il muro, la vasca quadrata del giardino, la torre, ecc.
Conteggio.
N um erazione p rogressiva: uno, due, ecc., fino al 20; poi regressiva: ven ti, d ician n ove, ecc ., fino a ll’uno.
S em p licissim i problem i di addizione. Es. : la m aestra d ice: Cinque dei più buoni bam bini (li nom ina) vengano qui, presso di me. V olessi rega
lare una m ela a ciascu n o di essi, quante dovrei averne? — II. D esidero vedere su in alto, 7 d ita : prendiam o q u elle d ella m ano sin istra e vediam o se bastano : non bastano : dobbiam o cercarle alla m ano destra. Quante ce ne dovrà prestare? (5+ 2).
— III. L ivia, d isegn a quattro astin e : Maria, d ise
gnane altre due di fianco, un p o ’ più lontano.
Quante sono ora? D u n q u e.4 + 2 quanto fa?
Idea in tu itiv a di lin ea orizzontale, verticale, ob liq u a: d e ll’an golo retto, acuto, ottuso.
L ez io n i d ’aspetto.
Vedi prim a sezione.
L ezio n i oggettive.
A n im ali p iù com uni : bue, vacca, a sin o , pe
cora, ecc. R icordare le cogn izion i date n e lla prim a sezion e, riguardo a gli an im ali che g ià si son fatti conoscere ai bam bini. — Frutta: pera, m ela, pesca, cilieg ia , ecc. — Mobili d ella cam era da letto. — U te n sili di cucina.
Disegno.
S i tracciano delle lin ee verticali, orizzontali su lla lavagn etta, toccando dapprim a u n solo quadretto, poi due, poi tre. Con queste due sp ecie di lin ee si form ano com b in azion i, com e: la scala a p iu oli, il ta v o lin o , la sedia, l ’arm adio, la croce, la torre co lla bandiera, ecc.
Per le lin ee curve si fanno eseguire alcu n i d i
segn i con g li a n elli : portici, arm adio, ecc.
Traforo e cucitura.
Su foglietti a quadretti di 7 mm. ciascu n o, tra
forano, su tutti i punti d ’ incontro, delle rette ; poi la lin ea verticale e orizzontale: in d i, su d ise
gno d ella m aestra, traforano com binazioni di dette lin ee, oggetti u su a li, ecc.
La cucitura deve andare di pari passo col d iseg n o ; perciò, su cartoncini preparati, esegu iscon o la lin e a verticale, in d i la orizzontale, com b in azion i, oggetti u su a li, ecc. Tanto la cucitura quanto il traforo, devono farsi esegu ire con m olto criterio da parte d ella m aestra, perchè è pericoloso affidare ai bam bini, senza la m assim a sorveglian za, a g h i e
punteruoli ; perciò n eg li A sili num erosi e m an
canti del m ateriale n ecessario, tali occupazioni si p osson o anche tralasciare.
Tessitura.
Si darà cogn izion e d e ll’ordito, delle strisciolin e, d e ll’ago. Si eseguiranno tessiture a un colore, a due, a tre, alternati.
P ie g a tu r a .
Si ripetono g li esercizi fatti eseguire n ella prima sezion e e si p assa a lla form azione d ella saliera, del ta v o lin o , del cappello, ecc.
P la stica .
C oll’argilla si fanno esegu ire : la palla e oggetti ch e abbiano questa forma, la cilieg ia , la mela, ecc.
Ginnastica.
Tutto com e n ella prim a sezione, richiedendo più ordine e più p recisione n ei m ovim enti ; più energia n e ll’alzarsi, n el sedersi ; più esattezza n ella p osi
zion e di attenti, n e ll’uscire ed entrare nel banco, ecc.
Marcie fuori del banco, intorno a lla c la sse ; fuori di classe, per 1, per 2, passo ordinario, in punta di piedi, dietro front (in m odo che il bim bo ultim o d ella fila venga ad essere il primo). Canti e m arcie.
G iochi ordinati associati al canto, gioch i liberi, fuori d e ll’aula, ecc., ecc.
Se z i o n e III.
Conversazioni religiose.
Il creato è opera di D io — O sservazioni su l creato e su stam pe — il Padre Celeste e il padre terreno — D io ci vede sem pre — Il buon bam bino am a G esù che s ’è fatto Uom o, per in segn argli ad essere buono e a fare il bene — M aggio e la Mamma celeste — D io g iu sto prem ia i buoni e ca stig a i cattivi, perchè vede tutto q u ello che pen
siam o, diciam o e facciam o di bene e di m ale.
S to ria Sacra. — Creazione degli A n geli — Crea
zion e del m ondo — Creazione di A dam o e di E va
— A dam o ed Eva nel paradiso terrestre — D isob bedienza di A dam o e di Eva — P rom essa del M essia — A dam o ed Eva esclu si dal P aradiso — N ascita di G esù Cristo — Gesù adorato dai pastori
— I Magi — Fuga in Egitto — G esù obbediente a Maria e a G iuseppe — Gesù si sm arrisce, ma non per fuggire di casa, com e i bam bini m on elli, ma per insegnare il bene — B attesim o di G esù e battesim o dei fa n ciu lli — Gesù am a e benedice i fan ciu lli — B ontà di Gesù verso g li uom ini — E gli guarisce i c iech i, i sordi ; fa del bene a tu tti, eppure lo fanno patire, lo m ettono in croce. Ci in segn a a far del bene, anche se si è m altrattati
— G esù condannato a m orte — P a ssio n e e morte di G esù — Istitu zion e d ella SS. E ucaristia — Confessione — S. C om unione — R isurrezione (Pasqua) — Gesù va in cielo (A scensione) — P en tecoste — Cresima.
D overi m orali.
A b b o n im en to al m ale e a ll’ignoranza — Grati
tu d in e — R etto g iu d izio — A b b o n im en to alla m enzogna, alle parolacce, a lla bestem m ia — R i
spetto a lle cose nostre e più ancora alle altrui — B ontà coi gen itori, coi fratelli, con tu tti, e com p assion e per ch i soffre — Ordine — D esiderio di piacere a g li altri per contentare Iddio, i genitori, le m aestre, ecc. — G entilezza e garbo n el cam m i
nare, n el parlare, n e ll’ operare in casa, a l l ’A silo, o vunque e sem pre.
R accontini m o ra li. — Il buon D io ci provvede di pane e di vestim en ta — Per la strada — L ’Epi
fan ia — La strenna — Il bim bo senza m am m a — Carità — D avanti a ll’im m agine d ella Madonna — A ch i regalerò il prim o flore del m io giard in o?
— Mamma, v o g lio proprio renderti contenta — L ’onom astico d ella m am m a, ecc. (vedi educazione dei sen si e lezion i di cose).
C onversazioni occasionali.
(Vedi prim a e seconda sezione).
L in g u a .
(Vedi lezion i d ’aspetto e lezion i oggettive).
Doni d i Froebel.
Io D ono. Si presentano anche le p allin e di co
lori com posti, si m oltip lican o g li esercizi, varian
d oli continuam ente, si fanno fare g iu o ch i di rap-
di lu ogo, esercitando il bim bo ad im itarle, a ricor
darle e q u in d i a idearne delle nuove.
2° D ono. Si fa la com parazione dei tre so lid i, pre
sentando gradatam ente prim a le som iglian ze, poi le differenze ; si fanno trovare : la superficie, g li a n g o li, g li sp ig o li. — Si guidano g li alu n n i a lla ri
cerca di oggetti a sso m ig lia n ti ai solid i. — S i con
ducono poscia, gradatam ente, a trovarne con or
d ine le proprietà, a num erarle con un lin g u a g g io proprio, m a adatto a ll’in telligen za del bim bo. — Si ripetono i giu och i fatti n ella seconda sezione, si m oltip lican o facendoli p iù com plicati, si creano g iu och i di rappresentazioni, ch e valgan o a ricor
dare idee g ià date e inducano l ’a lliev o a ll’ idea e a lla parola.
3o e 4° D ono. Le costruzioni sono precedute da con versazion i, segu ite da racconti. T alvolta sono fatte col terzo e quarto dono in siem e, e allora sono abbastanza com plicate. Es. : casa, croce, treno, ch iesa, cam panile, m u n icip io, ecc. I bim bi ven
gono poi apparecchiati e condotti a ideare da loro stessi d elle sem p lici costruzioni e a dare sp iega
zioni di esse.
Conteggio.
Si arriva a 50, e si fa la progressione e la re
gression e d ella num erazione per 1, 2, 3, 4, ecc., valen d osi di o ggettin i vari, e sotto forma di p ia cevole e divertente esercizio, cercando di tenere anim ata la conversazione, per non rendere n o io so questo stu d io.
Geometria.
Idea del trian golo, del rettangolo e del qua
drato.
L e z io n i d ’aspetto.
V ign ette: la preghiera, il suonatore girovago, il tem porale, la m am m a am m alata ; sono tutte scene che rappresentano fatti fam igliari, i q u ali educano il bam bino a g li affetti più g en tili, a lla correzione di difetti, ai sentim enti di pietà, di carità, di co
raggio, di perdono.
L ezion i oggettive.
Sostanze che si a sso m ig lia n o per lo stato d ella m ateria, m a che sono differenti n ella m ateria stessa:
zucchero e sale, caffè e cicoria, ecc.
A n i m a l i p i ù com u n i: C avallo, bue, vacca, asin o, pecora, cane, gatto, g a llo , g a llin a , p iccion i, cana
rino, p esci, ecc.
F r u t t a : L im one, arancio (agrum i), m ela, fico, n occiu ola, ecc.
A r r e d i della scuola: Crocifisso, ritratto dei So
vrani, banco, tavola, sedia, lavagn a, ecc.
Mobili della cam era: Letto (lettiera, p agliericcio, m aterasso, capezzale, gu an ciale, len zu ola, im bot
tita, catalogna, copriletto), tavolin o da notte, porta
catin o, brocca, cassettone, sedia, arm adio, im m a
g in i sacre, ecc.
Utensili d a cucina: F ornello o focolare, catena, m olle, paletta, soffietto, pentola, p aiu olo, padella, caffettiera, ram aiuolo, colabrodo, staccio, secch iello,
scopa, porta-im m ondizie, tavola, to v a g lia , salvietta, b ottiglia, b icchieri, piatti, posate (cu cch iaio, for
chetta, coltello).
I n d u m e n t i : Cam icia, calzon i, sottane, corpetto, calze, scarpe, veste (bam bine), m utande, calzon i, giu b b a, cappello (bam bini).
Corpi solidi: Marmo, legn o, ecc. — T ra sp a ren ti:
acqua, vetro. — L i q u i d i : olio, vin o, petrolio.
Fabbro-ferraio. — U ten sili : in cudine, m artello, lim a, m antice. — Lavori : c h ia v i, serrature, can
c elli, ecc.
F alegnam e. — U ten sili : sega, p ia lla , ch iod i, m artello. — Lavori : tavole, panche, persiane, ecc.
M uratore. — M ateriali: m attoni, calce, pietra, sabbia, acqua. — Lavori : case, palazzi, ecc.
D ivision e del tempo: Mesi d e ll’anno; giorn i d ella settim an a; aspetti d ella natura, secondo le stagion i.
Disegno.
Si arriva a lle oblique e a lle com b in azion i di esse, fatte su lla lavagn etta e su l quaderno : rettan
g o li, quadrati, greche, ecc. — L inee curve : varie form e di fiori e frutta.
Traforo e cucitura.
P el traforo com e n ella seconda sezione, con la differenza che i prim i esercizi i bam bini li fanno, applicando il cartoncino d ella cucitura sotto il fo
g lietto , preparando essi stessi il loro lavoro, in d i, su d isegn o d ella m aestra, traforano fiori e frutti, a n ch e in rilievo.
Per la cucitura com e n ella seconda sezione; ma, oltre a g li oggetti u su a li, si possono far cucire:
fiori, frutti, ecc.
Tessitura.
Si com in cia colla tessitura di prim a larghezza, e, dai quadrati e rettangoli, si va alle greche sem p lici e com plicate.
P ie g a tu ra .
Si arriva a far rappresentare, sem pre per mezzo di un fo glio, lin ee di carta colorata, oggetti u su ali, stelle, ecc.
F rastaglio.
Si abituano i bim bi a tagliuzzare sopra i fo
g lietti, piegati a trian golo e a rettangolo, la ver
ticale e l ’orizzontale. — C om binazioni. In seguito si possono im piegare i ritagli a lla creazione di forme artistich e; i più grandicelli li in co lla n o su cartoncini.
P la stica .
P alla, cubo, cilin d ro, sem p lici forme di oggetti, fiori e frutta, ecc.
E ducazione dei sensi.
E ducazione d ella v ista . — Percezione dei colori (polvere m escolata con acqua). — Colori sem p lici :
(gia llo e rosso), verde (giallo e azzurro), violetto (rosso e azzurro). — Gradazioni.
D el tatto. — Superfìcie: lisc ie , ruvide, scabre. — Senso term ico: caldo, freddo, ghiaccio, tiepido. — Forma, m ateria degli oggetti.
D e ll’udito. — Su on i, rum ori, oggetti sonori. — D irezione e forza dei su on i.
D el gu sto e d e ll’odorato. — D olce, salato, acido, am aro, agro. — Essenze p iù com uni.
G iardin aggio.
G ia rd in o . — È d iv iso in aiu ole coltivate a fiori : g ig li, rose, garofani, v io le m am m ole, v io le del pensiero, m argherite, ecc.
Orto. — A iu ola d iv isa in varie parti ; si co ltiv a a fa g iu o li, patate, in salata, ca v o li, prezzem olo, po
m idori, ecc.
P r a to . — O lio perenne, trifoglio, ecc.
Campo. — Frum ento, granoturco, canapa, lin o , segala. — L ezioncine a ll’aria libera su l m odo di lavorare la terra, su lla sem in agion e, su g li attrezzi adoperati dal con tad in o: zappa, van ga, rastrello, falce, aratro. — C onversazioni e osservazion i su lle piante, su i fiori. — Am ore e riconoscenza al buon Dio.
G innastica.
Tutto com e n ella seconda sezione. — Il num ero dei m ovim ento può essere prolungato. Le m arcie fuori d e ll’au la, anche a passo di m usica, si fanno
per 1, per 2, ecc. — Per 1 in fuori, per 2 in dentro, per 2 in fuori, per 4 in dentro, per 2 in fuori, per 2 in dentro, per 1 in fuori, per 1 in dentro, ecc.
Le m arcie per 1 e per 2, com e n ella seconda se
zione, si posson o associare anche al canto, ecc.
Fuori d e ll’aula corse libere, giu och i liberi.
Lunedì
MATTINO.
Marcia e canto Lezione oggettiva
O R A R I O S E T T I M A N A L E
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
i n v e r n a l e
.
POMERIGGIO.
Geometria Canto e gioco Lezione di cose Dono Frobeliano Marcia e canto Raccontino morale Dono Frobeliano Canto e marcia Lezione d ’aspetto Dono Fro beliano
Gioco di rappresentazione Lezione oggettiva
Costruzioni Gioco e canto
Lezione per l ’educazione dei sensi Dono Fròbeliano
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D isegno
Esercizio di memoria Tessitura
Raccontino educativo Traforo
Storia Sacra
Piegatura Marcia e canto
Cucito
Esercizio di memoria
Frastaglio R eligione
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O R A R I O S E T T I M A N A L E
MATTINO.
Marcia e canto Lezione oggettiva
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Geometria Canto e gioco Lezione di cose Dono Frobeliano
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arcia e canto Lavori di giardinaggio Dono Frobeliano
Gioco di rappresentazione Lezione d ’aspetto
Dono Frobeliano Canto e gioco
Lavori di giardinaggio Dono Frobeliano Marcia e canto
Lezione per l ’educazione dei sensi Dono Frobeliano
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E S T I V O .
POMERIGGIO.
Disegno
Esercizio di memoria
Tessitura
R accontino educativo Trafóro
Storia Sacra
Piegatura Canto e marcia
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O R A R I O G I O R N A L I E R O I N V E R N A L E .
ORE MATTINO OHE POMERIGGIO
8 1/2 93/4 Ingresso. 1 2 -131/2 Ricreazione libera 93/4-10 V isita di pulizia - Preghiera 131/2 14 Ordinamento in fila 10 - 101/2 Conversazione o lezione oggettiva 14 -141/2 Applicazione Froebeliana 101/2 11 Canto; ginnastica; doni Froebeliani 141/2 15 Ginnastica e giochi
11 -111/2 Giochi ordinati - Marcie 15 -151/2 R eligione o racconti ni educativi
111/2 -12 Refezione 151/2-16 Preghiera - U scita
8 - 93/4 93/4-10 10-101/2 101/211 11-111/2 111/2 12
O R A R I O G I O R N A L I E R O E S T I V O .
Ingresso - In giardino V isita di pulizia - Preghiera Conversazione o lezione oggettiva Canto; ginnastica; doni Froebeliani Giochi ordinati - Marcie
R efezione
12 -131/2 131/2 14 14 -15 15 - 151/2 151/2-16 16-161/2 161/2-17
Ricreazione libera Ordinamento in fila Riposo
G innastica e gioco
R eligione; racconti educativi A pplicazioni Froebeliane Merenda - U scita
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