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ASUGI sembrerebbe anche essere l’unica Azienda Sanitaria in Italia con più di 300.000 abitanti a non avere posti letto di degenza ordinaria per l’Oncologia, in nessuna delle proprie sedi ospedaliere

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Academic year: 2021

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Al Vicepresidente e Assessore alla Salute, Politiche Sociali e Disabilità, Cooperazione Sociale e Terzo Settore, Delegato alla Protezione Civile - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi

Al Presidente III^ Commissione Permanente, Tutela della Salute, Servizi Sociali, Alimentazione, Previdenza Complementare e Integrativa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Ivo Moras

Al Segretario III^ Commissione Permanente, Tutela della Salute, Servizi Sociali, Alimentazione, Previdenza Complementare e Integrativa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Mauro Negro

con preghiera di inoltro ai Componenti della Commissione

Al Direttore Generale

Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina Antonio Poggiana

Preg.mi destinatari,

alle scriventi organizzazioni sindacali sono state riportate, da parte di diversi iscritti, alcune anomalie nell’organizzazione della Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), sulla quale chiediamo una vostra verifica per quanto di competenza.

Una singolare peculiarità di ASUGI è data dal fatto che per due patologie ad elevata incidenza e prevalenza come malattie cardiovascolari e tumori vi sia un palese sbilanciamento nella

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dotazione organica specifica di personale medico. La rispettabile dotazione di oltre 50 Dirigenti Medici di Cardiologia contrasta nettamente con meno di 15 di Oncologia: vi è quindi una

incongruenza assoluta tra le risorse preposte e l’epidemiologia delle due patologie nella popolazione (prevalenza ed incidenza dei casi). Un veloce confronto con le altre due aziende sanitarie regionali, da questo punto di vista, è sufficiente a far ritenere più coerente il rapporto tra pazienti e personale medico presente nelle due discipline.

ASUGI sembrerebbe anche essere l’unica Azienda Sanitaria in Italia con più di 300.000 abitanti a non avere posti letto di degenza ordinaria per l’Oncologia, in nessuna delle proprie sedi ospedaliere. La disattivazione dei letti, presenti in passato da decenni all’Ospedale Maggiore di Trieste, sarebbe avvenuta per una carenza di personale medico ed infermieristico.

Risulta indispensabile ricordare che le risorse in Sanità devono essere sempre programmate secondo epidemiologia e bisogni, e soltanto così i pazienti possono avere le stesse opportunità, per poter essere seguiti adeguatamente vicino casa, vista la cronicità oramai delle cure

oncologiche come per quelle cardiologiche.

Non si tratta dell’unica incongruenza in ambito di programmazione ed organizzazione sanitaria in ASUGI, e potrebbero esservene altre. Ad esempio, anche per quanto riguarda

l’Odontostomatologia e la Psichiatria, sembra vi sia una netta discrepanza di risorse umane e strutturali, in rapporto alle altre aziende sanitarie, anche nazionali. Sono realtà strutturali che non appaiono omogeneamente in linea con standard di riferimento regionale, e che evidenziano una ingiustificata e incomprensibile sperequazione.

Sempre in ASUGI, a Trieste, pur dichiarando di non avere le risorse per attivare i posti letto di Oncologia, si prevede di attivare un secondo Centro trapianti allogenici di midollo osseo. Si tratta di attività previste per un bacino d’utenza di 2 milioni di abitanti: questa nuova struttura duplicherebbe quello attivo a Udine da 30 anni, moltiplicando i costi e riducendo la casistica minima richiesta per ciascun centro dagli enti di accreditamento, con rischi potenziali per i futuri pazienti. In alternativa, e in coerenza con le indicazioni ministeriali, potrebbe piuttosto essere stabilito un coordinamento regionale per una simile funzione.

E ancora, si perseguono espansioni immotivate nell’autorizzazione alla Dermatologia della prescrizione di trattamenti oncologici, in contrasto con la normativa nazionale e le indicazioni poste da AIFA che richiedono l’identificazione dei centri di prescrizione perfino tra le stesse oncologie Hub e Spoke, per la necessità di assicurare curva di apprendimento ed expertise.

In tutti questi esempi, coinvolgenti in prevalenza strutture universitarie (forse maggiormente tutelate), si impegnerebbero risorse pubbliche rilevanti in direzione sbagliata, prefigurando al tempo stesso maggiori costi e peggiori esiti.

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Queste sigle chiedono un cortese riscontro in merito a quanto evidenziato facendo presente che, in assenza di risposta, procederanno con le azioni atte a tutelare l’utenza ed il Servizio Sanitario, qualora necessario anche con un esposto alla Corte dei Conti.

AAROI-EMAC Alberto Peratoner ANAAO-ASSOMED Valtiero Fregonese

ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI Antonio Maria Miotti CISL MEDICI Nicola Ventrella

FASSID Stefano Smania FPCGIL Calogero Anzallo FVM Patrizia Esposito UIL MEDICI Stefano Vita

16 giugno 2021

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