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Strumento per sostenere i giovani volontari nella preparazione dell’esperienza di volontariato internazionale,con particolare attenzione alle competenze trasversali.

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Academic year: 2022

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preparazione dell’esperienza di volontariato internazionale,con particolare attenzione alle

competenze trasversali.

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Realizzato da FEC - Fundação Fé e Cooperação e Elidea Pubblicato nell’ottobre 2018.

Autori

Autori principali: Catarina António (FEC) & Massimo Dall’Olio (ELIDEA) Ringraziamenti:

Ana Patrícia Fonseca Daniela Peschiulli Chiara Marino Sara Bettinelli Pedro Franco Crediti:

Ricerca: FEC – Fundação Fé e Cooperação, Elidea, FOCSIV Editing, layout e infografica: Emanuel Oliveira Soeiro Foto di copertina: @ rawpixel on Unsplash

©FECQuinta do Bom Pastor Estrada da Buraca, 8 a 12 1549-025 Lisboa

Tel. (+351) 218 855 478 geral@fecongd.org www.fecongd.org

©ELIDEA Via Ancona, 37 00198 Roma

Tel. (+39) 06.45477657 elidea@elidea.it www.elidea.org

Salvo diversa indicazione, la presente pubblicazione può essere riprodotta in toto o in parte senza alcun permesso a fini non di lucro ed educativi, a condizione che siano menzionati e riconosciuti FEC, ELIDEA e il responsabile del progetto FOCSIV (focsiv@focsiv.it). Si prega di inviare a FEC, ELIDEA e FOCSIV una copia di qualsiasi materiale in cui è stato utilizzato il presente manuale. Per qualsiasi forma di riproduzione a fini commerciali, è richiesta la previa autorizzazione dei soggetti titolari dei diritti d’autore.

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Questo strumento è stato ideato nell’ambito del progetto

EaSY_Evaluate Soft Skills in Internacional Youth volunteering 2016-2-IT03-KA205-009012

Progetto della durata di 24 mesi finanziato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani nell’ambito del programma ERASMUS Plus, Partnership strategica KA2 - Cooperazione per l’innovazione e scambio di buone pratiche.

Coordinato da FOCSIV, il progetto mira a contribuire al processo di riconoscimento delle competenze derivanti dalle esperienze di apprendimento non formale in Europa, e in particolare le competenze trasversali maturate in esperienze di Volontariato internazionale giovanile.

La partnership del progetto è composta da FOCSIV (IT), Fundação Fé e Cooperação- FEC (PT) e The European Guild (FR), organizzazioni con lunga esperienza nel Volontariato internazionale giovanile e Elidea - Psicologi associati (IT), esperti in gestione e sviluppo delle risorse umane e consulenza di gestione.

Per ulteriori informazioni, visitare la piattaforma ufficiale del progetto.

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INDICE

1. Introduzione 6

1.1. Perché è stata elaborata questa guida? 6

1.2. A chi si rivolge questa guida? 6

1.3. Scopo della guida 8

1.4. La dimensione dell’apprendimento nel Volontariato 9

internazionale

2. Il progetto EaSY 11

2.1. Spiegazione del modello EaSY 13

3. La formazione pre-partenza 16

3.1. Il percorso di apprendimento 18

3.2. Come usare questa guida 22

3.3. L’approccio metodologico 23

3.4. Il ruolo degli animatori giovanili 26

4. Formazione EaSY: consigli pratici per l’attuazione 29

4.1. Attività n. 1 30

4.2. Attività n. 2 33

4.3. Attività n. 3 36

4.4. Attività n. 4 39

4.5. Attività n. 5 41

5. Conclusioni 46

6. Bibliografia 48

7. File allegati 49

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INTRODUZIONE

1.1. Perché è stata sviluppata questa guida?

“EaSY - Evaluate Soft Skills in Internacional Youth volunteering” è un progetto della durata di 24 mesi gestito da FOCSIV in collaborazione con le ONG FEC, LA GUILDE e il partner tecnico e scientifico ELIDEA – Psicologi Associati.

Lo scopo principale del progetto è di favorire la valutazione delle abilità trasversali derivanti da contesti di apprendimento non formale, in particolare da esperienze di Volontariato internazionale giovanile.

Uno degli strumenti più importanti del progetto è la presente Guida destinata agli animatori giovanili delle organizzazioni di invio dei volontari, che tratta il tema della formazione dei giovani prima della partenza per un incarico internazionale.

1.2. A chi si rivolge questa guida?

La Guida è stata sviluppata per gli animatori giovanili che assistono i volontari nella preparazione della loro esperienza

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7 indice

di volontariato internazionale. Progettata per integrare le sessioni di formazione pre- partenza esistenti, ha lo scopo di aiutare i volontari ad osservare se stessi ed ad ampliare il novero delle competenze che considerano acquisite durante una missione internazionale.

Aiutare i volontari ad apprendere l’auto- osservazione durante il periodo di volontariato e a considerare il Volontariato internazionale come un’esperienza di apprendimento onnicomprensiva (sia professionale che personale), è un elemento chiave dell’orientamento che deve essere fornito nel corso di una missione internazionale. Alle organizzazioni di invio spetta, infatti, il compito di fornire ai volontari le chiavi interpretative dell’esperienza,

sostenendoli nel considerare il periodo di volontariato internazionale come parte integrante del loro percorso di apprendimento.

Questo strumento è complementare alla Guida sviluppata da The European Guild a supporto delle sessioni di orientamento al rientro dalla missione estera dei volontari internazionali ed è parte, insieme al test online EaSY, del complessivo “processo di riconoscimento e valutazione EaSY per il Volontariato internazionale giovanile”.

@ Slava Bowman | Unsplash.com

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8 indice

1.3. Scopo della guida

Questo strumento ha lo scopo di aiutare gli animatori giovanili a sostenere i volontari durante la loro formazione, prima dell’esperienza di volontariato.

Sulla base dell’esperienza delle organizzazioni coinvolte nel progetto, questo strumento di facile utilizzo propone orientamenti ed attività ispirate a metodologie di apprendimento non formale da utilizzare durante la formazione pre-partenza dei giovani volontari.

Gli obiettivi principali del modello di formazione EaSY sono i seguenti:

• fornire agli animatori giovanili strumenti relativi alla valutazione delle soft skill da utilizzare durante la formazione pre-partenza;

• aiutare gli animatori giovanili a sostenere il processo di autoconsapevolezza del volontario in merito alle proprie competenze trasversali e preparare il giovane a sfruttare al massimo l’esperienza estera.

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9 indice

1.4. La dimensione dell’apprendimento nel Volontariato internazionale

Negli ultimi anni il numero di giovani con esperienze di volontariato internazionale è aumentato significativamente.

Nelle politiche educative, il volontariato internazionale è ormai comunemente riconosciuto come contesto di apprendimento non formale, riconoscendo valore all’apprendimento e alla formazione che si svolgono al di fuori dei contesti educativi tradizionali (es. scuole, università e simili).

Trattandosi di un apprendimento condotto in condizioni strutturate, queste esperienze internazionali sono ampiamente riconosciute per l’estremo valore formativo per i giovani, sia a livello professionale che personale.

In particolare, l’esperienza di volontariato internazionale aiuta i volontari a rafforzare quelle abilità (o soft skills) che fanno sì che gli individui si trasformino in membri attivi e produttivi delle loro comunità. Di conseguenza, il numero di programmi finanziati a livello nazionale ed europeo che offrono ai giovani l’opportunità di impiegare un periodo della loro vita in attività di solidarietà all’estero, è enormemente aumentato negli anni.

Ciò nonostante, il mercato del lavoro difficilmente riconosce tali competenze acquisite dai giovani, e questo perché non è sufficientemente consapevole dei programmi esistenti e delle

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10 indice

loro finalità, o non è in grado di riconoscere queste competenze o compararle oggettivamente.

Occorre tradurre la lingua del volontariato internazionale nella lingua del mondo del lavoro, per riconoscere ufficialmente l’indiscussa dimensione formativa del Volontariato internazionale.

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11 indice

2. IL PROGETTO EASY

Al fine di contribuire a riconoscere le competenze trasversali sviluppate attraverso le esperienze di Volontariato giovanile internazionale, collaborano a questo progetto FOCSIV, FEC e LA GUILDE, organizzazioni di lunga esperienza nel campo, e Elidea- Psicologi associati. Come parte del progetto, i partner hanno sviluppato un modello per la valutazione e la classificazione delle soft skill maturate attraverso il Volontariato giovanile internazionale.

Il modello è stato poi utilizzato per sviluppare strumenti di formazione specifici per gli animatori giovanili: il primo strumento è finalizzato a migliorare le soft skill durante la fase preparatoria alla missione di volontariato

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internazionale, e il secondo strumento è a sostegno e guida dei giovani volontari successivamente al rientro dalla loro esperienza. Inoltre, è stata creata una piattaforma interattiva per consentire ai giovani di valutare le proprie soft skill attraverso un test online, che aiuta i partecipanti a misurare le abilità trasversali sviluppate prima dell’esperienza e alla sua conclusione.

Grazie al test di valutazione online, i giovani saranno in grado di verificare le proprie competenze trasversali acquisite in modo più obiettivo ed efficace, utilizzando un codice condiviso a livello europeo e relativo al Volontariato giovanile internazionale.

Lo strumento di valutazione online è stato progettato per consentire ai volontari di misurare le loro soft skill attraverso un questionario.

È una piattaforma facile da usare e che i volontari stessi possono fare in autonomia.

La valutazione deve essere fatta prima della partenza per l’estero dei volontari e al loro rientro.

Questo test consente di misurare i punti di forza e le aree di miglioramento del volontario relativamente alle competenze trasversali considerate.

AUTOVALUTAZIONE (raccomandata)EASY

PARTENZA RIENTRO

AUTOVALUTAZIONE EASY

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13 indice

Gli animatori giovanili trarranno beneficio da questo strumento e dagli altri risultati del progetto, professionalizzando il loro ruolo e migliorando la capacità di guidare i giovani durante le esperienze internazionali (in particolare, attraverso la formazione pre-partenza, il monitoraggio, la valutazione finale e l’orientamento professionale). Allo stesso modo, il settore del volontariato internazionale acquisirà più competenze per offrire ai giovani esperienze altamente formative, utili per la loro futura vita professionale e di cittadini europei.

2.1. Spiegazione del modello Easy

Il progetto ha consentito lo sviluppo del Modello EaSY, che identifica le soft skill più significative maturate/maturabili dai giovani volontari internazionali durante la loro esperienza all’estero.

Si sono analizzati i principali studi europei sulle competenze trasversali dei volontari internazionali per comprendere meglio i diversi modelli europei di misurazione delle soft skill e le metodologie di approccio alle esperienze di volontariato.

@ Glenn Carstens-Peters | Unsplash.com

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Da questa ricerca sono state individuate 7 soft skill principali, maturate e/o maturabili dai volontari nel corso di un’esperienza all’estero.

La seguente tabella elenca le micro-competenze che descrivono ciascuna soft skill:

SOFT SKILL MICRO-COMPETENZE Comunicazione chiara • Comunicazione scritta

• Comunicazione chiara

Lettura del contesto e adattamento

• Lettura del contesto

• Adattabilità

• Adattamento della comunicazione

Followership - capacità di collaborare

• Collaborazione

• Sostegno al leader

• Pensiero critico Gestione della frustrazione

• Flessibilità mentale

• Tolleranza alla frustrazione

• Controllo emotivo

Creazione e mantenimento di buone relazioni

• Empatia

• Ascolto

• Creazione di relazioni Coordinamento di persone

• Mediazione

• Senso di iniziativa

• Coordinamento di piccoli gruppi

Organizzazione e gestione delle risorse

• Elaborazione delle informazioni

• Organizzazione dei dati disponibili

• Capacità di analisi

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15 indice

Queste 7 soft skill sono competenze trasversali che i volontari possono migliorare e/o acquisire durante le loro esperienze.

Si presume che l’essere consapevoli delle proprie soft skill offra ai volontari maggiori opportunità di identificare i loro obiettivi professionali e migliori le possibilità di raggiungerli alla fine dell’esperienza internazionale.

@ Dakota Corbin | Unsplash.com

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3. LA FORMAZIONE PRE-PARTENZA

La formazione pre-partenza è molto importante per le persone che saranno inviate in una missione internazionale.

È ampiamente riconosciuto che durante le missioni i volontari internazionali affrontano sfide culturali, personali, professionali e sociali. Per questo motivo è essenziale assicurarsi che essi abbiano interiorizzato gli obiettivi, i valori e le sfide del Volontariato e che possano adattarsi al nuovo ambiente e ottenere buoni risultati sin dall’inizio della missione.

Gli obiettivi principali dei corsi di formazione prima della partenza sono quelli di far sentire i giovani a proprio agio nel soggiornare in un paese straniero e di evitare, o almeno minimizzare, lo shock culturale, rendendo loro capaci di gestire eventuali ostacoli e sfide. Allo stesso tempo, la formazione pre- partenza dovrebbe fornire nozioni e chiavi interpretative che possano aiutare ciascun volontario a “leggere” positivamente l’esperienza, riconoscendo le proprie competenze in essere e lo sviluppo di quelle acquisite.

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Se gestita in maniera ottimale, la formazione pre-partenza riduce la probabilità di un rientro anticipato e contribuisce a mantenere integra la motivazione del volontario (es. motivazione alla missione di volontariato a servizio delle comunità ospitanti e non ad una vacanza).

La formazione pre-partenza mira a fornire ai volontari una serie di input e di elementi da considerare per sfruttare al meglio l’esperienza, sia a livello personale, sia professionale.

Dato che il Volontariato internazionale è un’esperienza di apprendimento a 360° gradi, è estremamente importante riflettere anche sullo sviluppo delle competenze personali sin dall’inizio del periodo di servizio, e aggiunge questo obiettivo tra le

finalità della formazione pre-partenza offerta. @ Matthew Smith | Unsplash.com

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3.1. Il percorso di apprendimento

Tutte le organizzazioni di invio hanno sviluppato modelli di formazione pre- partenza da utilizzare con i propri volontari, in cui vengono fornite informazioni utili e si valuta e si rafforza la motivazione.

Nel caso di programmi nazionali ed europei di Volontariato giovanile (es. Servizio civile Universale, Servizio Volontario Europeo, EU Aid Volunteers, European Solidarity Corps...), i contenuti della formazione sono specificamente disciplinati dai regolamenti.

Il presente documento è concepito per suggerire l’importanza di integrare un modulo specificamente basato sull’autovalutazione delle soft skill nei corsi di formazione esistenti.

La formazione va concentrata pertanto anche sul riconoscimento del valore aggiunto del Volontariato internazionale nella crescita personale del volontario, per rendere l’esperienza di Volontariato internazionale più gratificante per il giovane.

Questo modulo di formazione è erogato prima della partenza estera del volontario, ed è parte del più ampio percorso di formazione fornito dagli animatori giovanili dell’organizzazione di invio.

Gli obiettivi principali del percorso di apprendimento EaSY e del processo di riconoscimento e valutazione sono i seguenti:

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Sviluppare abilità riflessive

Lo sviluppo di capacità riflessive offre ai volontari la possibilità di considerare le proprie prestazioni come parte del proprio processo di apprendimento. Il concetto è fortemente legato all’

“apprendimento per esperienze”, cioè la capacità di “pensare a cosa si è fatto” e “cosa è successo” e decidere “cosa si farebbe diversamente la volta successiva”. Questa abilità richiede uno sforzo consapevole e un allenamento costante.

@ Mantas Hesthaven | Unsplash.com

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Incoraggiare l’autovalutazione delle soft skill Poiché le competenze trasversali sono naturalmente legate al Volontariato internazionale, è essenziale riconoscerle come obiettivi propri dell’esperienza di apprendimento e definire criteri di valutazione coerenti.

Riconoscere questi criteri fin dall’inizio dell’esperienza favorisce un apprendimento profondo e non superficiale, aiutando i volontari ad identificare le proprie aree di forza delle soft skill e le aree di miglioramento.

L’obiettivo della pratica di valutazione non è quello di assegnare una “votazione”, ma piuttosto di fornire ai volontari un’opportunità per riconoscere una buona (o scarsa) abilità nell’uso delle competenze trasversali.

La pratica aiuterà i giovani a fissare obiettivi realistici nella loro esperienza e ad avere un’opinione di sé più realistica.

@ Duy Pham | Unsplash.com

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Migliorare i feedback costruttivi periodici e il sostegno tra pari

L’abitudine all’autovalutazione aiuta i volontari ad interagire meglio con il feedback di altre persone, come ad esempio quello di mentori, supervisori di attività, animatori giovanili, colleghi e pari, sia durante la formazione che nel corso dell’esperienza di volontariato internazionale.

La pratica migliorerà il riconoscimento del volontariato come

“contesto di apprendimento”, in cui si riconosce il contributo rilevante alla crescita personale del volontario in tutti gli incontri e le esperienze.

@ rawpixel | Unsplash.com

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Ripercorrere l’esperienza e monitorare i propri progressi

Infine, la capacità di autovalutazione sulle soft skill fornirà ai volontari rientrati un aiuto concreto nel valutare l’esperienza complessiva di Volontariato internazionale, anche in termini di soft skill acquisite, ed a riconoscere i propri risultati e traguardi.

Inoltre, l’abitudine all’autovalutazione aiuterà i volontari a reinserirsi nella società d’origine, sfruttando al meglio le proprie capacità, pianificando le attività future e considerando possibili opportunità professionali.

3.2. Come usare questa guida Questa risorsa è progettata per supportare gli animatori giovanili delle organizzazioni di invio nella progettazione della formazione pre-partenza per i loro giovani volontari.

Non si tratta di una risorsa di formazione complessiva. Questi capitoli affrontano, infatti, solo il tema di come accrescere

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23 indice

l’autoconsapevolezza delle competenze trasversali e di quali metodologie impiegare per sostenere tale processo.

Si esortano gli animatori giovanili ad esplorare e contemplare i diversi aspetti trattati secondo i propri ritmi e interessi.

Gli animatori hanno la flessibilità di scegliere le attività che desiderano proporre al gruppo dei volontari e/o di adattare altri esercizi esistenti alle finalità di questa risorsa.

3.3. L’approccio metodologico

Vedo e dimentico.

Sento e ricordo.

Faccio e capisco.

Confucio

Questa risorsa formativa riunisce alcune attività esperienziali basate sull’approccio dell’Educazione allo sviluppo/

apprendimento partecipativo. Ci si concentra, pertanto, non solo sui contenuti, ma anche sulle modalità che contraddistinguono il processo di apprendimento dei giovani.

Secondo diversi studi educativi, più il processo di apprendimento è attivo e partecipativo, più duraturo e profondo sarà il risultato dell’apprendimento stesso.

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CONO DELL’APPRENDIMENTO Dopo due

settimane tendiamo a

ricordare

natura del coinvolgimento

Il 90% di quel che diciamo e facciamo

facendo praticamente

attiva simulando l’esperienza

reale facendo una rappresentazione

il 70% di quel che diciamo

facendo un discorso partecipando a una

discussione

il 50% di quel che sentiamo e vediamo

Vedendolo realizzato sul posto

passiva guardando una

dimostrazione guardando una mostra

guardando un film il 30% di quel che

vediamo guardando immagini

il 20% di quel che

sentiamo sentendo parole

il 10% di quel che

leggiamo leggendo

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25 indice

Il “cono dell’apprendimento” di Edgar Dale (1960) riportato qui sopra offre una chiara immagine di come l’apprendimento esperienziale e il coinvolgimento attivo possano influenzare positivamente l’apprendimento personale.

Le metodologie proposte, che prendono spunto da questi studi, sono le seguenti:

Gioco di ruolo

I partecipanti assumono ruoli diversi e lavorano da quella prospettiva alla risoluzione di uno stesso problema, considerato sotto vari punti di vista.

Simulazioni

Queste attività consentono ai partecipanti di provare i sentimenti delle persone coinvolte in una determinata situazione. Questa metodologia porta i partecipanti a mettere in pratica nuovi comportamenti e atteggiamenti in un contesto non rischioso e non giudicante.

Esercizi individuali

I partecipanti intraprendono questi esercizi da soli per imparare a scoprire i propri pensieri e sentimenti nei confronti di un determinato argomento o tema. Si incoraggia l’autoriflessione critica.

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Discussione e dibattito

Questa metodologia tradizionale consente di mantenere un atteggiamento aperto verso altri punti di vista e prospettive.

Gli animatori giovanili sono liberi di modificare ed adattare le attività al contesto formativo e alle esigenze del gruppo di volontari.

3.4. Il ruolo degli animatori giovanili

Il ruolo dell’animatore giovanile nei corsi di formazione pre- partenza è di guidare i volontari attraverso gli argomenti trattati e le attività proposte.

Si tratta principalmente di sostenere il processo di apprendimento del volontario perché sfrutti al meglio l’esperienza all’estero.

Grazie a diversi moduli formativi, gli animatori giovanili trasmetteranno informazioni utili e accompagneranno i volontari nelle settimane precedenti alla partenza: esplorando le loro motivazioni, rispondendo a domande e dubbi e sostenendoli nell’interiorizzare gli elementi fondanti di un’esperienza di Volontariato.

Inoltre, l’animatore giovanile dovrebbe rafforzare l’orientamento del volontario a guardare al futuro, al termine della missione internazionale, aiutandolo a riconoscere l’esperienza di

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volontariato come un’opportunità di apprendimento unica.

Tutti i partecipanti e i gruppi hanno bisogni formativi e interessi specifici. Gli animatori giovanili sono liberi di usare la propria creatività e immaginazione per rielaborare le attività proposte in modo appropriato, secondo il contesto e gli obiettivi.

Ecco alcuni consigli per esercitare al meglio il ruolo di animatore giovanile:

• Familiarizzare con l’attività prima di proporla al gruppo;

• Adattare l’esercizio alle caratteristiche (es. età) e alle dimensioni numeriche del gruppo di volontari da formare;

• Verificare la necessità di materiali specifici o dispense per l’attività e, in

caso affermativo, preparali in anticipo; @ Rakesh Shetty | Unsplash.com

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• Ogni gruppo lavorerà secondo il proprio ritmo, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi se si eccede o si riduce il tempo suggerito per l’attività;

• Alcune delle attività proposte possono essere di natura sensibile poiché sono legate a comportamenti personali e ad auto-percezioni, quindi non bisogna costringere i volontari a condividere le loro idee e occorre informare il gruppo che è assolutamente comprensibile non partecipare totalmente alle attività se non ci si sente a proprio agio;

• Essere attento e costruttivo nel dare feedback;

• Sollecitare i feedback da parte dei componenti del gruppo: i feedback tra pari sono accettati più volentieri;

• In caso di necessità, rendersi disponibili per un debriefing personale al termine della sessione;

• Mantenere semplice il messaggio principale e ripeterlo alla fine di ogni attività;

• Mostrarsi aperti all’apprendimento e divertirsi nel corso del processo.

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4. FORMAZIONE EASY:

CONSIGLI PRATICI PER L’ATTUAZIONE

Di seguito si propongono una serie di attività che possono essere utilizzate durante i corsi di formazione pre-partenza di giovani volontari internazionali per promuovere lo sviluppo delle capacità autoriflessive dei giovani e facilitare la valutazione delle soft skill nell’esperienza estera.

Gli animatori giovanili sono liberi di modificare e adattare le attività al contesto formativo e alle esigenze di apprendimento.

Al termine di questa fase di formazione pre-partenza, i volontari sono invitati a fare il test EaSY di autovalutazione online: il test è stato creato appositamente per sostenere il processo di autovalutazione delle soft skill al termine dell’incarico internazionale. Il test potrebbe essere effettuato anche prima della partenza, al fine di comprendere meglio le competenze trasversali di partenza di ciascuno.

@ Chang Duong | Unsplash.com

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4.1. Attività 1

Scopo dell’attività:

• Rendere le persone consapevoli delle proprie capacità e anche di ciò che non sono (ancora) in grado di fare

Tipo di attività: Esercizio individuale

Dimensione gruppo: Almeno 5 persone

Tempi: 40 minuti (divisi in due parti)

Materiale necessario: una lunga striscia di carta (5-10 metri) con una scala di misurazione da 1 a 10

Vantaggi per i gruppi:

• Restituisce una percezione chiara dell’esperienza di apprendimento in termini di competenze trasversali, in un ambiente non giudicante

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Vantaggi per le sessioni individuali:

• Consente di comprendere onestamente le capacità personali e scoprire le aree di forza e miglioramento Istruzioni

• Spiegare ai partecipanti che la scala di misurazione (1- 10) va usata per mostrare le abilità personali e che tutti i partecipanti dovrebbero giudicare onestamente da soli se hanno ancora bisogno di acquisire queste abilità (1) o se pensano di padroneggiarle già alla perfezione (10). Inoltre, spiegare che l’esercizio sarà ripetuto alla fine della formazione pre-partenza, per vedere se si sono avuti dei cambiamenti, sia perché le persone possono aver acquisito abilità o perché hanno scoperto di possedere capacità che ignoravano di avere;

• Spiegare che nessuno sarà giudicato per la valutazione ottenuta e che l’esercizio è principalmente per se stessi;

• Presentare al gruppo un’affermazione (vedere sotto gli esempi) e chiedere ai partecipanti di auto-valutarsi sulla base di una scala tra 1-10: se sono completamente d’accordo, si diano voto 10; se dissentono completamente, si diano voto 1. Oppure possono scegliere un voto nel mezzo (2-9);

• Chiedere ad alcuni membri del gruppo di spiegare perché hanno scelto quel numero sulla scala, ma non costringere nessuno ad esprimersi se non ne ha voglia;

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• Ripetere l’esercizio con diverse altre affermazioni;

• Al termine del corso di formazione, svolgere nuovamente l’esercizio e chiedere se qualcosa è cambiato rispetto alla prima volta.

Esempi di affermazioni:

• Sono molto bravo/a a collaborare

• Sono un/a leader naturale

• Sono bravo/a a dare feedback

• Sono bravo/a a ricevere feedback

• Sono bravo/a ad aiutare le persone

• Sono innovativo/a e mi vengono sempre in mente nuove idee

• Ho molta pazienza

• Sono bravo/a a parlare di fronte a un gruppo

• Sono bravo/a a pianificare

• Ho un buon senso dell’umorismo Esempi di domande per il debriefing:

• Durante la seconda volta rispetto alla prima, hai cambiato molte posizioni sulla scala di misurazione?

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• Hai acquisito consapevolezza di alcune qualità/abilità? Quali?

• C’erano dei campi in cui ti sei sottovalutato?

• C’erano dei campi in cui ti sei sovrastimato?

• Hai imparato di più su te stesso o sugli altri?

• È stato difficile scendere un po’ di livello (se ti è capitato)?

4.2. Attività 2

Scopo dell’attività:

• Aiutare i partecipanti a identificare e riconoscere le proprie aspettative, preoccupazioni e sentimenti prima di un’esperienza di volontariato;

• Incoraggiare i partecipanti ad esprimere le proprie aspettative, preoccupazioni e sentimenti;

• Condividere aspettative, preoccupazioni e sentimenti con altri partecipanti.

@ rawpixel | Unsplash.com

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Tipo di attività: Discussione e dibattito Dimensione gruppo: Massimo 30 persone Tempi: 90 minuti (divisi in due parti)

Materiale necessario: Lavagna o lavagna a fogli mobili;

Post-it; Penne; Carta; Dispense con le domande del colloqui Vantaggi per i gruppi:

• Aiutare i giovani a confrontarsi e comprendere le sfide degli altri.

Vantaggi per le sessioni individuali:

• Sensibilizzare e stimolare l’autoriflessione sugli ostacoli incontrati dai giovani quando intraprendono un nuovo progetto o attività.

Istruzioni

• Dividere il gruppo in coppie e spiegare: “Devi intervistare il tuo compagno supponendo che l’intervistato si sta preparando per un’esperienza di volontariato al di fuori del suo paese d’origine. Il tuo compito è di intervistarlo su ciò che farà durante l’esperienza e cosa spera di ottenere ed imparare. Devi scoprire come il tuo compagno si sta preparando all’esperienza e quali preoccupazioni, difficoltà od ostacoli si aspetta di incontrare durante il viaggio”;

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35 indice

• Dare ai partecipanti un copione dell’intervista (stamparla sulle dispense o scriverla su una lavagna a fogli mobili durante l’attività).

Possibili domande per il colloquio:

• Perché hai deciso di fare questa esperienza di volontariato?

• Cosa ti aspetti di ottenere ed imparare durante questa esperienza?

• Di cosa tratta esattamente la tua esperienza? Che cosa farai? Come sarà la tua vita quotidiana?

• Come stai vivendo questa fase preparatoria? Hai già tutte le informazioni sulla sede del servizio e sulle attività?

• Quale credi sarà la parte più difficile di questa esperienza?

Dopo che tutti i partecipanti sono stati intervistati, chiedere di presentare i loro risultati. Ogni partecipante presenta la persona che ha intervistato. Dedicare 30-40 minuti della sessione alle presentazioni;

Riportare sul muro con dei post-it le informazioni che emergono dalle presentazioni;

Lasciare 10-15 minuti alla fine delle presentazioni degli intervistati per il debriefing, i commenti e il riepilogo.

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Esempi di domande per il debriefing:

• Quali questioni presentate dai tuoi compagni ti hanno colpito di più? Perché?

• Tutti i viaggi hanno qualcosa in comune?

• Quali sono le più comuni preoccupazioni e difficoltà attese?

• Quali sono i consigli preparatori più utili?

4.3. Attività 3

Scopo dell’attività:

• Promuovere il lavoro di gruppo e leggere chiaramente la personalità di ogni partecipante, valutandone l’importanza per le relazioni di gruppo e il lavoro di squadra

Tipo di attività: Simulazione

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37 indice

Dimensione gruppo: Gruppi di almeno 7 persone Tempi: 30 minuti (almeno)

Materiale necessario: Musica; computer/radio; impianto audio; sala grande; abbigliamento scelto dai partecipanti

Vantaggi per i gruppi:

• Rafforzare le relazioni; fare qualcosa insieme, usando le capacità e le personalità di ciascuno

Vantaggi per le sessioni individuali:

• Conoscere meglio la propria personalità; riconoscere con chiarezza le proprie difficoltà nel lavoro di gruppo Istruzioni

• Dividere il gruppo in piccoli gruppi (Min. 7 partecipanti per gruppo);

• Dire ad ogni gruppo di scegliere una musica di loro gusto.

Tutti i membri del gruppo devono essere d’accordo nella scelta musicale;

• Ogni gruppo deve creare una coreografia che deve essere eseguita da tutti i membri del gruppo;

• Dare ad ogni gruppo uno spazio separato per provare la performance di ballo;

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• Quando è tutto pronto, ogni gruppo si esibisce davanti agli altri;

• Una volta terminate le esibizioni, condurre un debriefing coi membri di ciascun gruppo in plenaria.

Esempi di domande per il debriefing:

• È stato facile scegliere la musica? Chi ha preso la decisione finale nel gruppo?

• Cosa hai provato mentre preparavi la performance di ballo?

• Hanno partecipato tutti alla stesura della coreografia?

• Chi è che ha semplicemente seguito le “indicazioni” degli altri?

• Cos’hai provato a ballare davanti a tutti? Eri a tuo agio nel farlo?

• Chi guidava il gruppo? Perché?

• Ci sono stati conflitti durante l’attività? Se sì, che tipo di conflitti e come li avete risolti?

• Che cosa hai imparato su te stesso e sugli altri attraverso questa attività?

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39 indice

4.4. Attività 4

Scopo dell’attività:

• Mostrare le ripercussioni che hanno i piccoli errori sul risultato finale di un processo di comunicazione.

Tipo di attività: Simulazione

Dimensione gruppo: Almeno 10 persone Tempi: Dipende dimensioni gruppo

Materiale necessario: Sala grande Vantaggi per i gruppi:

• Aumentare le capacità del gruppo di comprendersi a vicenda, usando diversi mezzi di comunicazione (non verbale)

Vantaggi per le sessioni individuali:

• Acquisire maggiore consapevolezza sull’uso del proprio corpo come mezzo di comunicazione

@ Nate Greno | Unsplash.com

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Istruzioni

• Il gruppo forma un cerchio, con i partecipanti tutti in piedi e con le spalle rivolte verso il centro del cerchio;

• L’animatore sceglie un volontario nel cerchio e lo porta fuori dalla stanza (o lontano dal gruppo) e gli dice una frase che deve comunicare agli altri mimandola a partire dal primo al suo fianco;

• Per trasmettere il messaggio, il primo giocatore deve toccare la spalla del partecipante che ha a fianco per richiamarne l’attenzione e procedere con la performance di mimo (il secondo poi passa il messaggio al partecipante successivo seguendo la stessa struttura e così via);

• Esempio di messaggio: una persona che fa il bagno a un elefante...

• I partecipanti possono solo mimare il messaggio per trasmetterlo. Non è permesso usare alcuna comunicazione verbale;

• Alla fine, l’ultima persona del cerchio dirà ad alta voce ciò che ha capito del messaggio.

Esempi di domande per il debriefing:

• Cos’hai provato durante l’esercizio?

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• Quali sono state le maggiori difficoltà?

• Qual è stata la distorsione maggiore del messaggio?

• È stato facile passare un messaggio senza parlare?

• Chi ha frainteso il messaggio e l’ha passato male?

• Se stai andando in un paese in cui si parla una lingua diversa dalla tua, come pensi di risolvere i problemi di comunicazione?

• Che cosa hai imparato su te stesso e sugli altri attraverso questa attività?

4.5. Attività 5

Scopo dell’attività:

• Aumentare la consapevolezza della nostra identità culturale per avere un dialogo interculturale più proficuo.

Tipo di attività: Gioco di ruolo

Dimensione gruppo: Almeno 6 persone

@ Felix Mooneeram | Unsplash.com

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Tempi: Max. 60 minuti

Materiale necessario: Un’ambientazione con un tavolo e due sedie per ogni coppia al centro della stanza; Schede problema Vantaggi per i gruppi:

• Migliorare l’apertura del gruppo a conoscere meglio altre culture e lingue

Vantaggi per le sessioni individuali:

• Comprendere l’importanza del dialogo interculturale e le possibili sfide da affrontare

Istruzioni

• L’animatore prepara una serie di schede/fogli problema con diverse situazioni da utilizzare durante l’esercizio;

• In linea di massima, la lista dovrebbe comprendere problemi che i residenti affrontano a livello locale in un determinato paese, e che probabilmente si presenteranno ai volontari durante la loro missione, o situazioni in cui i volontari potrebbero ricevere richieste di aiuto durante la loro esperienza di volontariato;

• L’animatore divide i partecipanti in coppie: un membro della coppia interpreterà il residente locale, l’altro il volontario straniero. In sequenza, i membri di ciascuna

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coppia siedono uno davanti all’altro, attorno a un tavolo nel mezzo della sala. Tutti gli altri volontari assistono al gioco di ruolo in silenzio;

• Ogni residente locale preleva una scheda con la descrizione della situazione da risolvere. Il suo ruolo è quello di spiegare il problema a chi interpreta il volontario in 3 minuti e di ricevere da lui suggerimenti o possibili soluzioni;

• Il volontario e il residente locale possono usare solo le loro lingue madri e il linguaggio del corpo. Se si svolge questo esercizio fra persone che parlano la stessa lingua, l’ideale è chiedere a uno di loro (principalmente a quello che interpreta il ruolo del residente locale) di usare una lingua diversa. I partecipanti non possono usare nessun’altra lingua comune e non possono parlarsi prima di sedersi;

• Ogni coppia ha in totale 5 minuti per svolgere la simulazione;

• Se ch interpreta il volontario non raggiunge l’obiettivo o non è in grado di fornire alcun aiuto, il residente locale può presentare il problema in plenaria, e tutti i partecipanti possono fornire i loro spunti e suggerimenti;

• Tutte le coppie devono partecipare all’attività e cercare di trovare soluzioni alle schede problema.

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Esempi di possibili situazioni e problemi locali:

• Ho bisogno di un dottore in città e non so come arrivarci;

• Non ho acqua per lavarmi, cucinare o fare le pulizie;

• I miei bambini hanno fame e non ho cibo da dare;

• Mia moglie sta avendo un bambino e non c’è un’infermiera disponibile. Puoi aiutare il mio bambino a nascere?

• La mia famiglia mi ha sbattuto fuori di casa e non ho posto dove vivere;

• Mio padre mi costringe a sposare un uomo che non ho mai visto e ho bisogno di aiuto;

• Non ho soldi per andare a scuola, ma sono una persona intelligente e voglio continuare a studiare. Cosa dovrei fare?

Esempi di domande per il debriefing:

• Qual è stata la difficoltà più grande?

• Come ti sei sentito?

• Qual è stata la sfida più grande per te?

• È stato facile capire le somiglianze e le differenze culturali?

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• È stato facile risolvere un problema presentato in una lingua diversa?

• Se stai andando in un paese dove si parla una diversa lingua, quale pensi che sia la cosa più importante da considerare?

• Che cosa hai imparato su te stesso e sugli altri attraverso questa attività?

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5. CONCLUSIONI

Il tempo medio (in ore) di formazione fornito al volontario prima di un incarico internazionale è un indicatore che ha mostrato una crescita importante, poiché il numero di ore dedicate alla formazione pre-partenza è aumentato considerevolmente nel corso degli anni.

Riguardo ai contenuti formativi, si è notato che è aumentata l’attenzione ai rapporti umani e al lavoro di gruppo, al progetto e alla missione, mentre le informazioni sulle persone e sui contesti di vita hanno ancora minore rilevanza nelle ore di formazione complessive. Sfortunatamente, inoltre la maggior parte delle organizzazioni di invio non si concentra sulle soft skill necessarie ai volontari durante l’esperienza all’estero.

Il presente strumento di formazione intende rappresentare e colmare questa lacuna! Si vuole contribuire a fornire ai volontari chiavi interpretative utili e a sostenere loro nel considerare l’esperienza di Volontariato internazionale come parte del personale percorso di apprendimento e di crescita. Integrando un modulo sulla competenze trasversali sin dall’inizio del ciclo

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di Volontariato internazionale di un giovane, si offre ai volontari di crescere in capacità di auto-riflessione e consapevolezza, che li aiuterà ad ottenere il massimo dalla loro missione. Ecco perché questa formazione pre-partenza è una fase essenziale nel “processo di riconoscimento e valutazione EaSY”, che, a fine missione, consente il rilascio di un Report individuale che attesta e misura le competenze trasversali acquisite dal giovane attraverso l’esperienza di volontariato estero.

Infine, questa Guida intende riconoscere il ruolo sociale degli animatori giovanili delle organizzazioni di invio nell’accompagnare i giovani volontari internazionali lungo il percorso di apprendimento e il processo di riconoscimento e valutazione delle competenze trasversali.

@ Helena Lopes | Unsplash.com

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6. BIBLIOGRAFIA

• Strategies for Vocational Guidance in the Twenty-first Century, http://www.unesco.org/education/educprog/

tve/nseoul/docse/rstratve.html

• Portal do Marketing, http://www.portaldomarketing.

com.br/Dinamicas.htm

• http://blog.gazinatacado.com.br/3-dinamicas-de- grupo-para-melhorar-a-comunicacao-entre-a-equipe/

• http://www.dij.ceeak.ch/_downloads/Apostila- dinamicasDiversas-infanto-juvenis.pdf

• SALTO-YOUTH Resource Centres, https://www.salto- youth.net/tools/toolbox/tool/hotel-glocal.758/

• SALTO-YOUTH Resource Centres, https://www.salto- youth.net/tools/toolbox/tool/hotel-glocal.758/

• “Voluntariado: missão e dádiva” (2013), FEC & CIPAF- Centro de Investigação da Escola Superior de Educação de Paula Frassinetti

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7. DOCUMENTI ALLEGATI

• Presentazione PPT esplicativa per la formazione degli animatori giovanili

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Soft skills in international Youth volunteering”, co-finanziato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani responsabile del programma Erasmus Plus in Italia.

Il supporto della Commissione europea per la produzione di questa pubblicazione non costituisce un’approvazione dei contenuti che riflettono solo le opinioni degli autori e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni in essa contenute.

Riferimenti

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