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231 dell'8 giugno 2001 recante “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art

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INTRODUZIONE

L'articolo n. 11 della legge 29 settembre 2000 n. 300, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre 2000 n. 250, ha attribuito una delega al Governo a emanare entro otto mesi dalla data di entrata in vigore della legge un decreto legislativo avente ad oggetto la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica che non svolgono funzioni di rilievo costituzionale con l'osservanza di una serie di principi e criteri direttivi.

Nel nostro ordinamento era presente un vuoto legislativo per quanto concerneva la responsabilità delle società che aveva già trovato una sua soluzione normativa in altri paesi comunitari, come ad esempio in Francia, Finlandia, Svezia, Portogallo, Olanda, Danimarca, Regno Unito, Irlanda.

Il Governo ha dato applicazione alla delega con l’emanazione del decreto legislativo n. 231 dell'8 giugno 2001 recante “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001.

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto perciò, nell’ordinamento italiano, la responsabilità amministrativa delle imprese, rappresentando una delle più significative e dibattute riforme introdotte nel nostro ordinamento nel corso di questi ultimi anni.

Uno degli aspetti più innovativi del provvedimento in questione è dato fatto che viene affidata al giudice penale la competenza di accertare la responsabilità degli enti. Questa scelta legislativa assicura all'ente le garanzie proprie del procedimento penale.

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Una volta passata in rassegna la letteratura in materia di responsabilità amministrativa delle imprese, l’elaborato in questione si occuperà di aspetti più pratici e applicativi della normativa.

In particolare, nel Capitolo Primo, l’elaborato tratterà dei principi generali, la ratio legislativa e tutte le principali disposizioni contenute in tale norma, soffermandosi in particolar modo:

- prima, sul D.Lgs. 231/2001 in generale, non tralasciando di parlare del campo applicativo del Decreto e dei potenziali autori dei reati;

- poi, sulle varie tipologie di reato che possono essere commessi dai soggetti interni all’azienda, che possono far incorrere l’impresa stessa nella responsabilità così come descritta del D.Lgs. 231/2001;

- e infine sull’Organismo di Vigilanza, quale organo societario in grado di permettere alla società di avvalersi della clausola esimente.

Concludendosi in tal modo il quadro giuridico di riferimento, nel Capitolo Secondo verranno trattati i Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo, previsti dal D.Lgs. 231/2001 per la prevenzione dei reati.

Si svolgeranno delle considerazioni riguardo alle interrelazioni tra il Decreto e il Sistema di Controllo Interno e si tenterà di inquadrare l’Organismo di Vigilanza nel più ampio contesto della Corporate e Control Governance. Detto questo verranno individuate le varie fasi di implementazione del Modello 231:

pianificazione, diagnostica, progettazione, predisposizione.

Nel Capitolo Terzo, infine, verrà presentata una analisi empirica circa l’adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, nelle società quotate all’S&P MIB 40.

Dopo aver effettuato una analisi sulla Control Governance delle 40 società quotate nel segmento di mercato di riferimento, l’indagine si è soffermata sull’applicazione del Decreto, più nei dettaglio, sull’Organismo di Vigilanza, tentando di individuare possibili collegamenti tra aspetti di Control Governance e applicazione del D.Lgs. 231/2001 all’interno delle società.

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In particolare si è tentato di individuare delle determinanti che potessero legare gli attori della Control Governance all’Organismo di Vigilanza.

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