UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA
Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere Corso di laurea in Archeologia
TESI DI LAUREA
SANTUARI E LUOGHI DI CULTO NELL’UMBRIA PREROMANA
RELATORE:
dott. Lisa ROSSELLI
CANDIDATO: Laura GHERARDI
II ANNO ACCADEMICO 2012/2013
INDICE
INTRODUZIONE p. V
1. I CONFINI DELL’UMBRIA PREROMANA p. 1
2. 2. L’UMBRIA SETTENTRIONALE
2.1 Il territorio e il popolamento più antico p. 5
2.2 Gubbio: i santuari a controllo delle vie di comunicazione p. 6
2.2.1 Loc. Nogna p. 8
2.2.2 Monteleto p. 8
2.2.3 Bottaccione: unica attestazione di un santuario dedicato a Iuppiter p. 9
2.2.4 Un bronzetto sul Monte Catria p. 9
2.3 Due casi di macellazioni rituali: Monte Ingino e Monte Ansciano p. 10 2.4 San Pietro in Vigneto presso Gubbio, unica attestazione di una statua di
Cupra
p. 13
2.4.1 Le tre figure di divinità: Marte Cyprio e Cupra? p. 14
2.5 Umbertide: il santuario d’altura di Monte acuto p. 19
2.5.1 La fortificazione p. 20
2.5.2 Il santuario p.21
2.5.3 La stipe: bronzetti umani ed animali p. 22
2.6 I santuari dell’Umbria settentrionale p. 23
3. LA VALLE UMBRA
3.1 Il territorio e il popolamento più antico p. 25
3.2 La Lega Umbra p. 26
3.3 Collemancio di Cannara: il santuario di Urvinum Hortense p. 27
3.3.1 Storia degli scavi p. 28
3.3.2 Il santuario p. 30
3.3.4 La decorazione e la datazione p. 33
3.3.5 Un tempio dedicato a Ercole? p. 35
3.4 I culti delle acque ad Assisi p. 36
3.4.1 Il cosiddetto tempio «della Minerva» p. 37
3.4.2 Resti di un ninfeo monumentale p. 38
3.4.3 Arenta, un nome per la dea Cupra p. 39
3.4.4. La stipe votiva di Colle S. Rufino p. 39
III
3.4.5 Il Marte, ipotesi di lustratio agri p. 42
3.5 Attestazioni di culto a Mevania p. 43
3.5.1 Il complesso di via Properzio p. 44
3.6 Il santuario del Nomen Umbro presso Spello p. 45
3.6.1 Una via Triumphalis tra Hispellum e Mevania p. 49
3.6.2 Lucius Falius Tinia pretore di Hispellum p. 52
3.7 Foligno l’iscrizione per il dio Supunna p. 54
3.7.1 Tracce di santuari nel territorio fulignate p. 55
3.7.2 Supunna, dio dei Fulignates? p. 56
3.8 La stipe di Spoleto e tracce di altri luoghi di culto p. 58
3.8.1 Il colle della Rocca e il culto preromano p. 59
3.8.2 Proseguimento del culto p. 60
3.8.3 Altri luoghi di culto a Spoleto p. 61
3.9 I santuari della Valle Umbra p. 62
4. L’UMBRIA APPENNINICA
4.1 Il territorio e il popolamento p. 65
4.2 Le fonti del dio Clitunno p. 67
4.2.1 La frequentazione nelle varie epoche p. 68
4.2.2 Accenno alla geomorfologia delle Fonti p. 70
4.2.3 Aspetti naturalistici e resti architettonici nelle sorgenti p.73
4.3 Colfiorito – Plestia p. 74
4.3.1 Il santuario della dea Cupra p. 77
4.3.2 Il santuario del Monte di Pale p. 78
4.3.3 Terrecotte architettoniche tra Pale e Ponte Santa Lucia p. 78
4.3.4 Il sito di Monte Prefoglio p. 79
4.4 Una stipe a Nocera p. 79
4.4.1 La stipe votiva dispersa di Monte Pennino p. 81
4.5 Colle Mori presso Gualdo Tadino p. 82
4.5.1 Il ripostiglio di Gualdo Tadino p. 84
4.5.2 Colle Mori: la Tadinum umbra p. 85
4.5.3 Il santuario di Colle Mori p. 87
4.6 L’iscrizione di Fossato di Vico p. 87
4.7 Breve accenno a San Giovanni Profiamma – Forum Flaminii p.89
4.8 I santuari dell’Umbria appenninica p.89
5. L’UMBRIA MERIDIONALE
IV
5.1 Il territorio e il popolamento più antico p. 92
5.2 Todi, il cosiddetto «Marte» p. 94
5.2.1 Il «Marte» di Todi p. 94
5.2.2 Santa Maria in Camuccia p. 96
5.2.3 Un santuario preromano sulla Rocca p. 97
5.2.4 I «Nicchioni» p. 98
5.3 Attestazioni nel territorio di Baschi p. 99
5.4 Il distretto di Amelia p. 100
5.4.1 La necropoli di Pantanelli p. 101
5.5 La Grotta Bella presso Amelia e la sua ricchissima stipe votiva p. 103
5.5.1 Bronzetti a figura umana e animale p. 106
5.5.2 Una classe di votivi in piombo p. 107
5.5.3 Il contagio di Roma, cambiamento di votivi e il modellino fittile di edificio templare
p. 109
5.5.4 Aes rude e documentazione numismatica p. 111
5.6 Un santuario di confine tra Amelia e Todi - S. Maria in Canale p. 113
5.6.1 I resti del tempio p. 116
5.6.2 Un tempio basato sulle regole vitruviane p. 120
5.6.3 L’iscrizione Vetter 229 A-B p. 121
5.7 Monte Torre Maggiore di Cesi p. 123
5.7.1 Una coppia di templi a Monte Torre Maggiore p. 123
5.8 La Fonte Feronia a Narni p. 126
5.8.1 La Fonte Feronia p. 127
5.8.2 Il cunicolo p. 128
5.8.3 L’introduzione del culto di Feronia p. 130
5.9 Accenno a Calvi p. 131
5.10 I santuari dell’Umbria meridionale p.131
6. L’UMBRIA SABINA
6.1 Il territorio e il popolamento più antico p. 134
6.2 Ancarano di Norcia p.134
6.3 Villa san Silvestro a Cascia p.136
6.4 I santuari dell’Umbria sabina p.137
7. LE ZONE LIMITROFE
V
7.1 Accenno sull’Umbria «etrusca» p. 138
7.1.1 Perugia p. 142
7.1.2 Orvieto p. 142
7.2 Il Lago Trasimeno p. 143
7.2.1 I bronzi votivi conservati a Castiglione del Lago p. 143 7.2.2 I luoghi di culto di Colle Arsiccio e Pasticcetto nei pressi di Magione p. 145
7.2.3 La stipe di Mandoleto p. 148
7.3 L’insediamento di Monte Primo di Pioraco nel territorio camerte p. 151 8. ACCENNO SULLA RELIGIONE E SUL PANTHEON UMBRO
8.1 Le Tavole Iguvine p. 154
8.2 Il pantheon umbro tra le Tavole Iguvine e i confronti con Roma p. 158 8.3 Il rito e il sacrificio secondo le Tavole Iguvine p. 161
8.4 Lo spazio rituale p. 165
8.5 Il calendario p. 166
8.6 La dea Cupra p. 168
8.7 Il dio Clitunno e il culto delle sue acque p. 184
9 CONCLUSIONI
9.1La religiosità umbra p. 188
9.2 Il cambiamento al contatto con Roma p. 196
9.3 L’epoca romana p. 201
ABBREVIAZIONI p. 205
FONTI LETTERARIE p. 207
BIBLIOGRAFIA p. 208
VI INTRODUZIONE
Sebbene il popolo degli Umbri sia comunemente incorniciato entro la VI regione augustea, in questa tesi sono stati presi in considerazione i confini del popolo di età preromana seguendo gli stessi anche per il periodo di sovrapposizione e della successiva definitiva conquista romana;
l’arco cronologico analizzato va grossomodo dal V al I sec. d.C.
Il termine cronologico iniziale coincide, di fatto, con una cesura importante nella storia regionale ovvero con i primi sviluppi in senso urbano delle principali comunità umbre. Passo importante all’interno della storia dell’Umbria è la concessione della cittadinanza romana, a tutto il popolo
umbro, nel 90 a.C. che sancisce il definitivo ingresso della regione nello stato romano con il precedente e conseguente adeguamento agli standard di Roma. Il termine finale si colloca all’interno della pax augustea che destruttura definitivamente l’unità politica del popolo umbro e
ne reinventa una nuova.
L’indagine si è svolta tramite uno studio capillare di tutti i santuari ed i luoghi di culto indipendentemente dalla categoria e dal periodo di frequentazione, non tralasciando lo studio delle principali città e del popolo che vi si sviluppa. L’assenza di una moderna ricostruzione
scientifica globale sul tema in questione ha reso difficile la ricerca sistematica, rendendo necessaria una parte composta di sezioni divise per aree topografiche. Sono stati analizzati anche quattro luoghi di culto in zone limitrofe a quella umbra cogliendone le differenze e le somiglianze. È stato infine fatto un lavoro di rielaborazione e di sintesi di tutto il materiale raccolto in cui si è cercato di intravvedere le caratteristiche cultuali di questo popolo ed eventuali divinità venerate.
Il primo capitolo ha come oggetto la zona dell’Umbria settentrionale e lo studio della principale
città del distretto, dei suoi santuari e delle sue peculiarità. Importantissima la città di Gubbio che si mostra molto vivace dal punto di vista cultuale ed offre un quadro variegato anche nelle manifestazioni del culto.
Il secondo capitolo affronta la Valle Umbra ovvero la zona che, dividendosi dalla Valle Tiberina, si addentra fino a Spoleto lambendo il Preappennino e più a sud confina con la piana di Terni.
Qui si assiste al proliferare di insediamenti che daranno luogo alle future città di epoca romana.
VII In questo distretto si collocano alcuni grandi santuari umbri e, soprattutto, il santuario federale collocato presso Spello.
Il terzo capitolo si occupa dell’Umbria appenninica, ovvero di quelle comunità che si sviluppano sulle coste dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Da questa zona provengono le famose lamine
di Colfiorito e di Fossato di Vico che ci portano il nome di una delle maggiori divinità umbre.
Sempre nell’Appennino doveva situarsi il luogo di culto della divinità principale del Pantheon
umbro, il dio Clitunno.
Nel quarto capitolo si analizza la parte più florida dal punto di vista materiale. L’Umbria
meridionale dimostrerà anche significative spinte evolutive che condurranno alla nascita di comunità urbane capaci di colloquiare con le contermini città etrusche da cui prendono spunti e modelli come il celebre «Marte» di Todi. È proprio questo distretto, forse il più evoluto, che si dimostra la sostanziale riluttanza del modello cultuale romano simboleggiato dalle figurine in piombo tipiche del distretto di Amelia. Sempre qui si trova forse uno dei templi utilizzati per la famosa pratica della aruspicina.
Il quinto capitolo si occupa di un distretto a cavallo tra l’Umbria e la Sabina. Il santuario di Norcia mostra delle peculiarità e una vitalità non dimostrate altrove.
Vengono poi analizzati alcuni luoghi di culto non direttamente riconducibili al popolo umbro. Si analizza in breve la parte umbra di matrice etrusca, le differenze con l’Umbria vera e propria. Si accenna al noto Lago Trasimeno e se ne analizza alcuni siti. Il sito di Castiglione del Lago mostra caratteri tipicamente etruschi. Colle Arsciccio e Mandoleto hanno contatti puntuali sia con il popolo umbro che con quello etrusco. Monte Primo di Prioraco simile ai santuari d’altura
umbri mostra caratteristiche proprie.
Infine si cerca di fare uno studio sulla religiosità umbra, non prescindendo dalle Tavole Iguvine, documento principe dell’identità umbra. Si cerca di individuare un Pantheon umbro, le manifestazioni di culto quali il rito ed il sacrificio, un eventuale calendario rituale.
Si analizzano inoltre due delle principali divinità umbre delle quali si ha notizie certe di santuari e luoghi di culto.
Dopo aver raccolto tutti questi elementi si conclude dividendo per cronologia il materiale raccolto ed individuando i cambiamenti scaturiti prima dal contatto con Roma e dopo la definitiva conquista.