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Gruppo Solidarietà

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Academic year: 2022

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FINANZIARIA 2006

PROPOSTE PER IL SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE CON UN COMPONENETE NON AUTOSUFFICIENTE

Il Ministero delle Solidarietà Sociali ha verificato che, nel corso del 1999, due milioni di famiglie italiane sono scese sotto la soglia di povertà a fronte del carico di spese sostenute per la cura di un congiunto non autosufficiente.

Una ricerca svolta nel 2003 da C.A.P.P., C.G.R., C.G.I.L. ed I.S.T.A.T. ha messo in luce che il 30% della popolazione italiana a più basso reddito comprende al suo interno il 42% di persone con disabilità gravi.

Il Libro Bianco sul Welfare del Ministero delle Politiche Sociali nel 2003, Anno Europeo delle persone con disabilità, aveva annunciato un Piano nazionale per la non autosufficienza senza alcun seguito.

La pensione d’invalidità civile nel 2005 ammonta a 233,87 euro al mese e riguarda anche le persone in situazioni molto gravi. Solo il 6% dei titolari di queste prestazioni economiche fruisce della maggiorazione pari a 536,00 euro (il famigerato milione di lire al mese), cioè quelli con più di 60 anni di età. L’indennità di accompagnamento nel 2005 è pari a 443.83 euro al mese e riguarda le disabilità più gravi. Entrambe le prestazioni economiche non subiscono aumenti da oltre vent’anni (se si escludono le ridicole perequazioni automatiche annuali).

Questi importi sono un insulto alla decenza!

Per quanto sopra chiediamo a tutte le forze politiche d’impegnarsi per realizzare i punti di seguito esposti:

1. FONDO PER LE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

L’attivazione del Fondo potrebbe essere realizzato utilizzando anche l’8 per mille che i contribuenti italiani volessero destinare a tale scopo. Sarebbe una grande misura di civiltà.

2. RADDOPPIO DELLE PRESTAZIONI ECONOMICHE AGLI INVALIDI CIVILI

Tali prestazioni hanno importi ridicoli. Per gli invalidi civili gravi e gravissimi la pensione dovrebbe essere parificata a quella di cui godono gli ultrasessantenni. L’indennità di accompagnamento dovrebbe essere raddoppiata soprattutto se si tiene conto che nei nuclei dove vive una persona disabile non autosufficiente la situazione economica è molto precaria per i seguenti motivi:

a) mancato reddito della persona disabile;

b) secondo mancato reddito del familiare che la assiste;

c) aggravio di spese derivate dalla disabilità (spese sanitarie non mutuabili, trasporti speciali, costi di attrezzatura varia, manutenzione ausili, modifiche bagni e abitazione, etc.);

d) costi umani altissimi e qualità della vita pessima.

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3. CONTRIBUTI FIGURATIVI AI FAMILIARI CHE ASSISTONO PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

Nei casi di persone disabili gravi non anziane, bisognose di assistenza diurna e notturna, spesso chi assiste (genitore, coniuge, sorella o fratello, figlio, persona convivente) per 10, 20 o 30 anni, rinuncia ad un'attività lavorativa e quindi si trova sprovvisto sia di una entrata economica, sia di copertura previdenziale. Nel quadro dei provvedimenti volti a valorizzare la famiglia, sarebbe molto importante provvedere a dare a queste persone, che sacrificano la propria esistenza per assistere un familiare, una copertura previdenziale che le tuteli.

In questi casi sarebbe importante anche un contributo economico e la realizzazione di servizi di sollievo che consentano momenti di riposo a chi se ne prende cura.

4. DEDUCIBILITA’ E/O DETRAIBILITA’ TOTALE DELLE SPESE ASSISTENZIALI

Nel caso di persone non autosufficienti di qualsiasi età sarebbe importante sostenere le famiglie prevedendo la totale detraibilità e/o deducibilità delle spese relative all’assistenza personale e la fiscalizzazione degli oneri sociali relativi al personale che presta assistenza.

Sarebbe altresì importante prevedere le stesse agevolazioni fiscali per le spese assistenziali (attualmente l’agevolazione riguarda solo la quota sanitaria) sostenute dai famigliari in caso di ricovero in strutture residenziali o diurne.

5. IMPOSTA NEGATIVA PER PERSONE FISCALMENTE NON CAPIENTI

Le persone con disabilità gravi, spesso non hanno redditi da cui detrarre le spese normalmente detraibili e/o deducibili da un contribuente che produce reddito. Il risultato di questa situazione è quello di agevolare chi ha di più e di penalizzare coloro che si trovano in condizioni più disagiate. Tale sperequazione potrebbe essere superata prevedendo un meccanismo di “imposta negativa” a favore di coloro che fiscalmente non sono capienti. In altre parole si tratterebbe di compensare le persone non capienti con un rimborso pari alle detrazioni e/o deduzioni di cui potrebbero avvalersi se avessero redditi fiscalmente apprezzabili.

Udine, 12 ottobre 2005

I.Chiandetti

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