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1 GIORNO 29 Novembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro

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1° GIORNO – 29 Novembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria.

Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

Il Vangelo liquida in poche righe il dialogo che ha cambiato il mondo. Ma non credo che sia superficialità da parte di chi racconta, ma imbarazzo. Sì, imbarazzo perché è irraccontabile quella manciata di istanti. Cosa avrà provato?

Cosa avrebbe voluto? E Giuseppe? Cosa gli avrebbe raccontato? Il Vangelo tace, segnala solo un turbamento, una sorta di tradimento dell’espressione facciale. Uno sguardo perduto nel vuoto. Fisso su un orizzonte troppo oscuro per essere davvero visto. Eppure dall’apice di questa vertigine carica di paura e di adrenalina. Maria dice “Eccomi”.

Sono qui. Adesso. E l’espressione più bella di tutta l’umanità. E l’affermazione di chi dichiara di esistere non nel ricordo di ciò che è passato, né nei progetti di ciò che dovrà accadere domani, ma qui ed ora, in questo istante. Il primo vocabolo della nostra fede è quest ’Eccomi. Dovremmo impararlo a pronunciare ogni mattina. Davanti a tutte le circostanze. Nell’ora della gioia, come in quella del dolore: Eccomi. Sono qui, voglio affrontare, mi voglio fidare.

Non capisco tutto ma metto ciò che posso, cioè metto ciò che sono ora.

Ma la tentazione che potremmo vivere è quella di pensare che ad ogni gesto totale, appassionato, vero, gratuito, bello, corrisponda un risultato immediatamente positivo. Maria compie tutto questo e di tutta risposta si ritrova un promesso sposo deluso, un paese con il dito puntato, una precarietà totale. Se avesse dovuto giudicare la verità di quel rischio da ciò che ha ottenuto immediatamente, Maria avrebbe dovuto dichiarare il fallimento della sua impresa, la bancarotta della speranza, il pignoramento di quel poco che si portava appresso. Ma va avanti. In

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silenzio continua, contro ogni evidenza. Accetta perché ciò che ha nel grembo è oggettivo, non è il frutto delle sue fantasie, è un bambino. È il figlio di Dio. Questo Dio sconosciuto ora è nascosto in Lei.

Preghiera:

Santa Maria, Vergine del Sì. Tu che con la tua consapevole incoscienza ci insegni a pronunciare gli eccomi decisi della vita, aiutaci a riconoscere ciò che vale il rischio da ciò che non lo vale. Fa che riusciamo di nuovo a prendere sul serio ciò che il nostro cuore intuisce, e liberaci dalla tentazione di calcolare tutto, perché tolte le debite prudenze, i calcoli sono quasi sempre troppo stretti per contenere la vita.

Santa Maria Vergine dell’Eccomi, donna esperta di quell’audacia che in tempi non sospetti ha dato inizio a quel genio femminile dell'impresa, che solo secoli dopo la storia si sarebbe acce ni di possedere. Trova anche per noi finanziamenti a fondo perduto della Grazia, e aiutaci a pianificare strategie di intervento intrise di Fede e di Carità.

Lasciaci provare i turbamenti e le vertigini di ciò che Dio ci comanda ma riscattaci dalla tentazione di rimanere al chiuso delle nostre depressioni. Convincici che la vertigine della paura dura solo un’istante se abbiamo il coraggio di cominciare il viaggio, e che se anche chi ci vuole bene non capisce tutto di noi, si può comunque andare avanti.

Santa Maria donna del primo Sì, fa che se diciamo un no è solo per affermare di più il Sì della nostra vita, e che seppur circondati da migliaia di compromessi possiamo mantenerci coerenti a quel contratto che con la nostra nascita abbiamo stipulato con la storia. Contratto che con il nostro battesimo e cresima abbiamo intriso di impegni forti, tali da non lasciare la storia uguale a come l’abbiamo trovata. E come te, possiamo un giorno sentirci degni di stare al mondo perché non abbiamo disertato la nostra fetta di impegno, il nostro irripetibile Sì. Amen

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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2° GIORNO – 30 Novembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria.

Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

Una delle cose che colpisce di Maria è la sua capacità di reagire, di mettersi in movimento, di non rimanere ferma e immobile come tante volte ce la immaginiamo noi nelle nostre chiese, nelle edicole sacre lunghe le strade, sui muri di tutta la cristianità. Maria cammina sempre. E con andatura veloce, almeno così riferisce l’evangelista Luca:

“si alzò e andò in fretta”. La troviamo quasi sempre affaccendata ma non solo nelle cose da fare ma anche nel mettere da parte gli eventi nel suo cuore, in quella parte di se stessi dove tutto attende di rivelarsi nel suo senso più profondo.

L'Azione e la Grazia sono un binomio che in lei si riassume in un equilibrio perfetto. Per questo non mi piacciono quelle tele che la ritraggono troppo assorta, quasi spaesata, ferma e inchiodata in una devozione sdolcinata che è più dei frustati che degli umili. Qualcuno dovrebbe ritrarla in questo slancio di movimento che dall’annuncio dell’angelo Gabriele la ritroviamo in strada, in viaggio, in cammino. Come ogni madre non ha mai smesso di affaccendarsi per i figli, e per tutta la durata della storia correrà qua e là, in aiuto e soccorso di ogni figlio che il Signore gli ha affidato come da testamento sulla croce. Quasi sempre, però, mi sono domandato come mai l’evangelista insista su questo particolare dell’andatura: “in fretta”. Penso che dietro questa apparente “fretta” ci fosse la voglia di esorcizzare la tentazione di rimanere troppo tempo a crogiuolarsi nei pensieri, nell’onore di aver ricevuto una vocazione così grande, nella preoccupazione di non avere tutte le forze necessarie per fare ciò che il Signore le domandava. Agisce immediatamente correndo a fare qualcosa per qualcun altro. Assume quella posizione di servizio che il Figlio, anni dopo, avrebbe assunto ai piedi dei discepoli, costringendoli ad imparare

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che la più alta forma di autorità è il servire gli altri e non l’usarli. E invece noi preferiamo ore ed ore di soliloqui fatti dentro la nostra testa o davanti ad amici che devono solo ascoltarci senza diritto di replica. A noi piacciono troppo le parole e poco i viaggi. Siamo più per le teorie che per i cambiamenti. Noi il mondo lo vogliamo salvare a colpi di seminari e conferenze, di convegni e ragionamenti. La nostra stessa vita sembra un interminabile foglietto di istruzioni con scritto sopra “precauzioni prima dell’uso”, uno di quei foglietti che normalmente nessuno legge perché scritti troppo in piccolo e perché dicono a volte cose scontate di semplice buon senso. Quando si tratta di noi, queste precauzioni diventano l’80% della nostra esistenza e il resto accade nonostante noi. Corre Maria, e corre nei giorni più belli ma anche più fastidiosi della gravidanza, i primi tre mesi. Non sapremo mai quanto quel viaggio fosse stato tollerato da Giuseppe, o da Anna e Gioacchino, suoi genitori. Il Vangelo non ci dice nulla a tal proposito. Di certo sappiamo che arrivò a casa di Zaccaria dalla cugina Elisabetta, e per la prima volta nella storia qualcuno sussultò di gioia per quella vita che si portava nel grembo. Un grande profeta dei nostri tempi, don Tonino Bello, c’ha fatto notare come quel pellegrinaggio di Maria fatto sino a casa della cugina, fosse stata la prima processione del Corpus Domini della storia. Realmente e non in promessa, attraverso i passi di questa donna, Gesù compiva la sua prima traversata per quelle vie che da grande avrebbe percorso in lungo e in largo. Così Maria viene benedetta dalla cugina Elisabetta e riceve l’onorificenza di essere “beata fra tutte le donne” -, onorificenza che ancora si porta addosso e che noi nel pregare l’Ave Maria, ripetiamo.

Preghiera:

Santa Maria, Madre sempre in cammino, raggiungi in fretta anche le nostre case. Sono piene di problemi e di preoccupazioni e tante volte invece di essere luoghi di amore sono solo ricettacoli di divisioni e di sofferenze. Fa che tante donne smettano di soffrire a causa di chi li ama di amore egoistico e benedici tutti con la Grazia di sperimentare l’amore di una madre, che se a volte non è quella che ci ha partoriti, almeno sia quella che si è caricata di traghettarci per un po’ tra i flutti dell’esistenza. Dovremmo essere un po’ tutti madre, perché questo dono così speciale di prendersi cura della vita è una delle clausole che ci fa cristiani. Fa che ogni donna che riceve il dono di diventare madre nella carne abbia il coraggio di investire tutta sé stessa in questa grande esperienza della maternità.

E insegna a tutti noi che ogni istante di vita seppur nelle difficoltà vale più del nulla e della morte.

Santa Maria, Madre sempre in cammino, metti un po’ di fretta anche nei nostri ragionamenti che molto spesso si perdono dietro la retorica e non puntano mai a cantierizzare i sogni e le decisioni. Lascia che i fallimenti possano accadere non per sbaglio ma per tentativi, e facci comprendere che è meglio sbagliare che non provarci proprio.

Santa Maria, tu che sei benedetta fra tutte le donne, dall’alto della tua dignità ricordaci che siamo chiamati a regnare dai piedi degli altri, e che finché non comprendiamo che il servizio è l’unica modalità di investimento di ciò che siamo, proveremo ancora molto spesso il gusto dell’insoddisfazione pur tra i successi mondani e i traguardi esteriori. E convincici che non c’è cosa più bella al mondo che far sussultare di gioia la vita a volte troppo stanca degli altri, e che solo questa gioia può far tornare a battere il cuore delle speranze seppellite. Toma a salutare anche noi, specie in quelle notti dove tutto sembra perduto e i nostri occhi non scorgono vie d’uscita. Te lo chiediamo anche per quegli anziani che pare aspettino solo un treno che sembra da troppo tempo in ritardo e che affogano i loro discorsi nel passato perché nessuno ha il coraggio di prenderli in considerazione nell’oggi.

Santa Maria, Madre sempre in cammino, se ti è possibile devia verso la strada di casa nostra e magari se ci trovi al balcone dei nostri pensieri invitaci a scendere e a seguirti, perché così almeno sperimenteremo il tuo passo e capiremo verso dove è sempre meglio andare. Amen

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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3° GIORNO – 1° Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

Le manie di grandezza dei potenti fanno sì che Gesù nasca fuori Nazareth, fuori dalla cerchia di parenti di Maria e di Giuseppe. Essi sono in viaggio perché un decreto di Cesare Augusto aveva ordinato un censimento di tutta la terra, e ciascuno tornava nella propria città natale a farsi registrare. Non era questione di sondaggi ma questione di tasse. Anche allora c’era chi sentiva l’urgenza di contare, di catalogare, di quantificare la massa di gente straniera sottomessa dalla forza di Roma. Giuseppe e Maria vanno a Betlemme. Essa è una città conosciuta. È là che 1000 anni prima è nato il grande re Davide. Al tempo di quel re Israele era un popolo libero, ora, invece, il paese è occupato e loro risultano più profughi che cittadini. Il Figlio di Dio nasce durante uno di quei “viaggi della speranza” che tanti stranieri ancora oggi fanno per vedersi riconosciuto un lavoro, una dignità, un po’ di soldi per vivere. Gli stessi viaggi che fecero tanti dei nostri nonni e genitori verso l’America, la Germania, l’Australia...

Maria è silenziosa, non si registra né un lamento, né una richiesta. Li immagino così lungo la via: silenziosi, pensosi ma anche sereni; sta per nascere un bambino. Povero Giuseppe, chissà come si sarà sentito a non poter offrire un posto almeno caldo, se non decoroso, per far nascere questo bambino Figlio del Mistero. Le porte delle locande ad una ad una gli si chiudono in faccia. Nessuno rischia a dare un metro quadro a questa famiglia povera e in difficoltà. Così il bambino nasce in una stalla e viene deposto in una mangiatoia. Era una maniera un po’

spartana di far nascere un bambino e proteggerlo in una incubatrice un po’ improvvisata. Quanto coraggio e quanta semplicità riuniti in una essenzialità che lascia poco spazio alla fantasia. Dovremmo imparare anche noi da loro la stessa semplicità e la stessa essenzialità. Solitamente se non abbiamo tutto pianificato, tutto calcolato e tutto assortito di confort, nemmeno ci mettiamo a fare qualcosa. Ecco perché normalmente facciamo molto poco e quel

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poco ci riesce anche male, perché leghiamo le nostre azioni e le nostre scelte alle circostanze. “Se io avessi quella cosa, allora studierei bene!” “Se io vivessi lì, allora potrei fare bene quella cosa!” “Se io guadagnassi un buon stipendio, allora potrei sposarmi, potrei fare un figlio!” ... Maria e Giuseppe sono la dimostrazione di come ci si possa arrangiare comunque puntando lo sguardo sull’essenziale. In fin dei conti dopo l’essenziale il resto risulta superfluo, o per lo meno se c’è è un bene, ma se manca ci si arrangia comunque. E l’essenziale è il fatto che Maria e Giuseppe si vogliono bene, tutto il resto s’aggiusterà un po’ alla volta. I semplici sono anche i più pazienti perché non hanno fretta di chiudere le questioni, comprendono che saper aspettare è la prima arma vincente di ogni sfida,

PREGHIERA:

Santa Maria, donna esperta dell’essenziale, insegnaci l’arte dell’arrangiarsi, che non consiste nel fare i furbi ma nel reinventarsi continuamente una via d’uscita lì dove si incontrano solo ostacoli e difficoltà. Facci comprendere che molto spesso le cose più belle della vita accadono in momenti inopportuni e togli da noi la paura di non avere soluzioni a lungo termine. Basta poco per accontentarsi comunque, e per lasciare che niente vada perduto.

Santa Maria, donna esperta dell’essenziale, donaci la grazia di comprendere il valore della povertà, che non è

tanto privarsi dei beni quanto del- l’usarli nel migliore dei modi, senza sprechi e senza eccessi. Facci vivere con questa povertà almeno per il ricordo continuo di chi manca anche dell’essenziale per vivere. Lascia che alla scuola tua e di Giuseppe impariamo il valore di osare la vita anche senza l’assicurazione di tutti i confort necessari.

Manda angeli a svegliare i pastori moderni, quelli che la società chiama “precari”. Ai tuoi tempi un pastore non era ben visto dalle autorità e la sua parola non valeva nemmeno sotto giuramento, eppure a loro il Signore affida il primo comunicato stampa dell’Incarnazione. Forse perché i più poveri e i più semplici tendono a dire la verità senza troppa retorica e senza secondi fini. E anche a quell’epoca dare la notizia ai media ufficiale avrebbe destato troppe attenzioni nei palazzi dei potenti.

Santa Maria, donna esperta dell’essenziale, quando hai lasciato che la gente si avvicinasse alla culla di Tuo Figlio avrai sicuramente sperimentato lo stupore per l’attrazione esercitata da tanta debolezza e fragilità. E così hai imparato che ciò che c’è in apparenza non sempre corrisponde alla sostanza. Ora lascia che comprendiamo anche noi che Dio non è un Dio imparziale, ma un Dio schierato, uno che sceglie gli ultimi e le situazioni più disperate per manifestarsi. E siccome la maggior parte di noi è figlio di questa debolezza disperata, ricordaci che Dio è qui ed ora, deposto nella povertà estrema delle mangiatoie di ciò che siamo noi, in attesa che troviamo il coraggio di inginocchiarci come i pastori e di riconoscerlo.

Santa Maria, donna dell’essenziale, quando i problemi e le preoccupazioni sembrano bandirci da tutte le locande della storia, facci spazio almeno tu nella stessa stalla dov’è nato il fautore di ogni storia e permettici come bambini di affacciarci a quella mangiatoia per fissare il volto dell’autore della vita. E così ringraziare il cielo, perché tutti quegli ostacoli ci hanno privato di tanto, ma ci hanno permesso di guardare in faccia il nostro Destino, Cristo Tuo Figlio, che vive e regna con il Padre e lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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4° GIORNO – 2 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

C’è aria di festa a Gerusalemme, un po’ come quelle feste patronali che ancora ci sono nei nostri paesi. Danze, balli, bancarelle, profumi di cibi venduti per qualche soldo. Da sempre le feste della povera gente si somigliano, sono fatte di rituali sempre identici: azioni religiose e azioni di fraternità, e a volte anche di superstizione. Ma questo è il prezzo da pagare alla mancanza di educazione alle cose vere che i sacerdoti molto spesso non fanno.

Forse ci è più comoda la gente ignorante, ma è contro quella prassi diffusa del Vangelo che registra continuamente Cristo che “insegna alle folle”, ne prova continuamente compassione per quell’ignoranza che non li fa essere liberi.

Nel bel mezzo di questa festa, la famiglia di Maria e Giuseppe vive la prima contestazione del Figlio di Dio, la prima sferzata di un Gesù adolescente che comincia a venir fuori nella sua personalità. È la stessa esperienza che tanti di noi hanno fatto, quando all’affacciarsi della gioventù abbiamo cominciato a contestare per sentirci addosso la sensazione che eravamo vivi. Che eravamo noi. Che eravamo diversi da tutto il resto del mondo. Non so se questo lo sentisse anche Gesù dentro di sé, di certo però nelle parole di Maria si leggono le preoccupazioni e le lamentele di una madre che soffre perché si sta accorgendo che il figlio non è più sotto il controllo del suo amore, in quella logica di prevedibilità che in anni di simbiosi si viene a creare tra madre e figlio. Ad un tratto Maria si sveglia da quel sonno sostenuto che forse l’aveva un po’ illusa, facendole pensare magari che quel bambino non le sarebbe mai stato tolto, che non l’avrebbe mai visto soffrire e un giorno anche morire. Tornano nella sua mente le parole di Simeone: “un giorno anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Ma prima di quelle parole così nuove, così fresche e così contestanti che Gesù rivolge ai suoi genitori, c’è l’esperienza ancora più oscura dello

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smarrimento. Maria e Giuseppe dopo una giornata di cammino si accorgono che hanno dimenticato Gesù a Gerusalemme. Lo perdono. Proprio loro che lo hanno salvato da sempre, che lo hanno nascosto in Egitto, che lo hanno cresciuto con sacrificio, ad un certo punto lo perdono, vittime, forse, di quella calata di attenzione che ogni tanto accade anche nella nostra vita. Quante volte, infatti, capita anche a noi di perdere di vista la cosa più importante per cui viviamo, e andiamo avanti non solo una giornata, ma per anni senza minimamente guardarci intorno e cercare dov’è andato a finire il senso di tutto. È l’esperienza di chi dà per scontato che le cose importanti della vita ci sono sempre, anche senza la nostra cura ed attenzione. È l’errore più diffuso tra noi, perché ha alla base una forma di disattenzione esistenziale. Neanche Maria e Giuseppe sono immuni, seppur per un piccolissimo tratto, da questa mancanza di attenzione. I tre giorni che seguiranno saranno fatti di angosciosa ricerca. Sì, perché almeno loro hanno avuto il coraggio di tornare indietro, di rimettersi a cercare, di non farsi vincere dalla disperazione. E alla fine hanno ritrovato ciò che avevano perduto. Noi invece quando abbiamo il coraggio di ammettere a noi stessi che abbiamo perso la cosa per cui vale la pena vivere, continuiamo a camminare come se niente fosse, fingendo che tutto sia uguale comunque. Così diventiamo esperti nelle maschere, nella finzione, nella menzogna, specie con noi stessi e con chi ci ama. È vero si può anche perdere di vista il senso, ma si può anche rimettersi a cercarlo. È questo che ci insegnano i passi di questi giovani genitori, sempre audaci e stupiti allo stesso tempo. Perché loro hanno continuamente il coraggio di meravigliarsi, di lasciarsi inondare dallo stupore. Sono arrabbiati per quel gesto di Gesù ma sono orgogliosi nel vederlo capace di parlare con intelligenza in mezzo ai dottori del tempio. Arrabbiati e stupiti. Ma alla fine lo stupore ha la meglio anche sull’incomprensione.

PREGHIERA:

Santa Maria, donna sollecita nel tornare indietro, insegnaci a lasciare le tabelle di marcia da parte, e aiutaci nel saper perder tempo nel tornare indietro a cercare ciò che d’importante abbiamo perduto. Facci capire che non ha senso raggiungere nessun traguardo se alla fine arriviamo soli, dopo aver perduto, a causa della nostra

egoistica disattenzione, la stima e il bene degli altri. Inculca nei nostri sguardi, sempre alla ricerca di successi da raggiungere, traiettorie più umane fatte anche di soste e di inversioni di marcia. E ricordaci che ciò che vale nel viaggio della nostra vita è come lo facciamo questo viaggio, e non fin dove arriviamo.

Santa Maria, donna sollecita nel tornare indietro, ascolta le preghiere preoccupate di tante mamme e di tanti papà che non comprendono le scelte dei figli e che li cercano continuamente nei loro silenzi e nelle porte

sbattute. Muovi a compassione questi figli troppo convinti che il bene dei loro genitori è dovuto, ed è per sempre.

E apri vie di dialogo lì dove si usano parole solo per ferire.

Santa Maria, donna sollecita nel tornare indietro, fatti compagna anche di quei genitori che i figli li hanno persi veramente, perché la morte li ha troncati senza diritto di replica, e che si aggirano disperati nelle regioni del ricordo e del passato. Sussurra loro che questo è l’unico caso in cui bisogna cercare in avanti e non indietro, e che ciò che hanno perduto in realtà li precede.

Santa Maria, donna sollecita nel tornare indietro, spalanca gli occhi delle nostre disattenzioni e mettici nel cuore quella santa inquietudine di chi neppure per un istante vuole perdere di vista ciò per cui vale la pena vivere e forse anche morire. Amen.

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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5° GIORNO – 3 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

Cana di Galilea. È il debutto di Cristo davanti alle folle. Da quel giorno in poi il suo ministero sarà intriso di segni straordinari e parole intense. Folle grandissime lo seguiranno, rimarranno affascinati dal suo insegnamento e dai miracoli compiuti. Quelle stesse folle che poi lo lasceranno solo il giorno della sua morte. Forse, qualcuno di essi qualche tempo dopo sarà in piazza a gridare “Crocifiggilo”, “Crocifiggilo”. È la triste fine dell’audience. Quando le cose si complicano, quando il vento dei potenti cambia, cambia anche l’umore delle masse. Ma oggi, a Cana di Galilea, le folle sono fatte di amici e parenti. C’è festa per un matrimonio. C’è la gioia e l’adrenalina dell’amore che si compie tra due persone che si amano. Si ride, si scherza, si balla, si mangia. In mezzo a tutta questa gioia rumorosa, Maria allunga lo sguardo, e scorge il rischio di un fallimento. Viene a mancare il vino. Non è una mancanza di poco conto. Il vino è la bevanda della gioia, il nettare che favorisce lo stare assieme, senza tante preoccupazioni e chiusure. Oggi abbiamo trasformato questa bevanda in un’arma contro noi stessi. La usiamo come anestetico per quelle depressioni che non riusciamo a superare. In principio era la gioia, oggi è diventato un pericoloso antidolorifico, consumato soprattutto in fasce giovanili sempre più precoci. L’ennesima prova di come sappiamo pervertire la bontà delle cose. Ai tempi di quel famoso matrimonio a Cana, il vino era ancora principalmente il segno della gioia. Senza gioia niente vale la pena. Che senso ha fare una cosa, lavorare, amare, e magari anche sacrificarsi eroicamente per qualcuno o per qualcosa senza gioia? Dare e basta. Vivere e basta.

Occuparsi delle cose e basta. Tutto questo non ci rende felici. Solo la contropartita della gioia rende vero e umano quello che siamo e che facciamo. Ma i serbatoi della gioia rischiano molto spesso di prosciugarsi, di rimanere

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screpolati sotto l’onda d’urto degli scirocchi delle nostre fatiche. Urge allora riempirli di nuovo. Cercare fonti a cui attingere scorte nuove e di prima qualità. Ecco che Maria vede ciò che gli altri non riescono a vedere. Si accorge che in questa festa della vita sta mancando il vino della gioia. E subito importuna Gesù: “Non hanno più vino”. E l’affermazione supplichevole di chi ha a cuore il finale della storia e non di chi usa la vita e la festa degli altri solo per ingozzarsi per poi andare via. Ma Gesù pare indifferente a questa richiesta. In cuor suo, però, Maria sa che il Figlio non le negherà mai qualcosa. Così smuove i servi a mettersi in ascolto delle indicazioni del Figlio. Da questo momento in poi si stabilirà il protocollo tipo di ogni Grazia, che è fatto di intercessione, di atti possibili e di stupefacenti risultati finali. Si, perché Cristo non fa mai un miracolo senza usare il possibile di chi gli sta di fronte.

È come se Egli avesse bisogno innanzitutto di tutto quello che riusciamo a fare da noi stessi, e in aggiunta ci mette il Suo impossibile. Senza il nostro possibile non accade nemmeno l’impossibile di Dio. Di fatto, l’intrallazzo dei servi che riempiono obbendientemente le otri d’acqua, fa sì che quell’acqua diventi vino, e non un vino qualsiasi ma un vino Doc (dove Doc non sta per “di origine controllata” ma “di origine cristiana”). Sono i miracoli causati dalla Madre, l’unica che “il dimandar precorre” diceva Dante. L’unica che ha gli occhi fissi su di noi e sulle nozze della nostra vita.

PREGHIERA:

Santa Maria, donna del vino buono, vieni a partecipare alle nozze della nostra vita, e siediti anche tu a consumare ciò che siamo riusciti a preparare con le nostre scelte. Porta con te Gesù e la Sua comitiva, e se per caso ti accorgi che la troppa ansia di far bene ci toglie le scorte di gioia, supplica ancora una volta Tuo Figlio perché provveda.

Santa Maria, donna del vino buono, comanda anche a ciascuno di noi di metterci ad ascoltare le istruzioni per l’uso dettate da Cristo. E anche se certe cose ci sembrano troppo semplici e banali perché abbiano un risultato, donaci quell’umiltà necessaria per obbedire comunque, perché solo il rischio di mettere in pratica ottiene la Grazia.

Fa che abbiamo anche noi otri da riempire con l’acqua del nostro possibile, e se per caso non ne abbiamo abbastanza, spingici a cercare aiuto ai nostri amici. So che al momento giusto qualcuno disposto a venire ad aiutarci lo troveremo e se così non fosse vieni tu stessa a riempire acqua alle fonti.

Santa Maria, donna del vino buono, fatti vicina a tutti quei marciapiedi che raccolgono tanti nostri fratelli e sorelle vittime della società, della loro storia, o di qualche ingiustizia, e cercano in un vino di bassa qualità la soluzione ai loro problemi. Riscalda un po’ le loro notti passate all’aperto e abbatti quei muri di indifferenza che molto spesso ci costruiamo per non vederli e per non parlar loro. Molto spesso non vogliono soldi ma solo attenzione. E noi con la scusa di non assecondarli nel loro alcolismo gli neghiamo anche un semplice sorriso.

Santa Maria, donna del vino buono, quando cadiamo nel brutto affare di chi vive senza più gioia, suscita in noi quell’antica nostalgia seppellita nei ricordi di quando sapevamo ancora sognare, e ruba un po’ di colori a quel cielo dove tu siedi come Regina. E nel grigiore di certe giornate riversa un po’ di sfumature di colore. Sono le tinte forti e tenui di chi ci vuole veramente bene, di chi ci sorride, di chi ci ascolta, di chi ci soccorre, di chi ci ama. E a ciascuno di loro ridai cento volte tanto in bene, sorrisi, ascolto, soccorso e amore... e in più la Vita Eterna. Amen Canto del Tota pulchra

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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6° GIORNO – 4 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

La scena è abbastanza quotidiana. Basta che Gesù prenda a parlare e intorno a lui gli si radunano decine e decine di persone. È l’attrazione per chi parla dicendo cose Vere, più che cose accattivanti. Così anche oggi lo ritroviamo in una casa, cinto dalle mura di una folla che non permette più ingressi. E già abbastanza bello vedere Gesù che insegna dove gli capita. Non ha predilezione per un luogo preciso. Barche, spiagge, case, templi, strade, piazze.

Ogni luogo è ideale per dire. Forse c’è dietro l’indicazione nascosta a considerare ogni luogo e ogni tempo della nostra vita come probabili luoghi della rivelazione. Come probabili cattedre da cui imparare qualcosa. Troppo spesso rinchiudiamo “le cose di Dio” nel tempio, anzi, sovente, ci capita di rinchiuderle nelle sagrestie, in quei luoghi dove la roba, seppur sacra, viene stivata, conservata, riposta devotamente. Non comprendendo che il Vangelo è sprovvisto di sagrestie, di luoghi dove i cassetti si chiudono; al massimo si parla di atri d’ingresso al tempio, e mi pare di ricordare che i mercanti schierati a far commercio una mattina non se la sono vista bene neanche loro... Di fatto rimane da apprendere per noi la dura lezione che le cose importanti che il Vangelo proclama per la nostra vita, sono come lo slogan di una pubblicità di qualche tempo fa: “ogni momento è quello giusto...”.

Ma torniamo a Gesù, prigioniero in questa casa popolare, che se anche forse non è stata costruita con gli incentivi statali, è popolare almeno per la mole di gente che la riempie. Qualcuno lo interrompe. L’argomento sembra serio.

C’è gente fuori che lo cerca. Non è gente qualunque. È Maria con una fetta di parenti appresso: “Tua madre e i tuoi fratelli sono fuori e vogliono parlarti”. Gesù non accetta raccomandazioni, nemmeno se si tratta della propria madre e dei propri parenti. Stende la mano è capovolge le leggi della consanguineità. Parenti di Gesù non sono chi

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l’ha partorito, o quelli che portano lo stesso cognome. Parenti sono coloro che hanno il coraggio di ascoltare la Parola di Dio e di metterla in pratica. A primo acchito, pare che Maria esca da questa storia un po’ maltrattata, ma in realtà Gesù sta elogiando esattamente Lei, perché è Madre non in virtù soltanto del fatto che l’ha portato nel grembo, ma innanzitutto perché quella gravidanza è frutto di un ascolto attento e pieno di fede. Quella stessa fede che sa che quando Dio parla non costruisce favole con morali connesse, ma fatti e storie concrete. Così Maria è alla fine della traiettoria tracciata dalla mano di Gesù. E lei la vera discepola che ha diritto ad essere anche Madre.

Madre perché discepola e non discepola perché madre. Questo a ricordarci che Dio può pronunciare parole fatte di carne su ciascuno di noi, a cominciare dalla parola che ci ha strappati dal nulla e ci ha fatto esistere. Ma se questa parola non ha orecchi per essere ascoltata, e volontà per essere attuata, poco conterà quanti legami di sangue sono certificati nei nostri registri di battesimo. Nel giorno del nostro giudizio finale ci sentiremo dire: “Non vi conosco...”. E nessun “ma” e nessun “però” potranno contraddire l’incontrovertibile prova del DNA delle nostre azioni.

PREGHIERA:

Santa Maria, donna che ascolti e metti in pratica, facci passare da spettatori a protagonisti della nostra fede. Fa che ci riscattiamo da quella logica troppo passiva di guardare il Mistero senza sentircene coinvolti fino alle midolla.

Rendici disponibili ad ascoltare per poi agire e non ad ascoltare per poi dimenticare. Lascia che la mano stesa di Gesù indichi anche noi, che seppur sempre vittime di tante cadute almeno ci sforziamo di provarci.

Santa Maria, donna che ascolti e metti in pratica, stura gli orecchi a chi li ha piene di altre storie e di altri insegnamenti. Lo sappiamo che a volte il vangelo è troppo esigente ma non conosciamo altra Verità che possa farci davvero liberi se non quella di Cristo, che ci annuncia liberazioni fatte a colpi di amore. Amore per sé stessi, amore per gli altri, amore per Lui.

Santa Maria, donna che ascolti e metti in pratica, fai accadere di nuovo l’accalcarsi della gente che ascolta Gesù.

Lascia che qualcuno possa parlare con le Sue parole, e ridesta nei cuori gli stessi sentimenti e le stesse commozioni di quando era Tuo Figlio a parlare alla gente. Ci mancano le case stracolme di queste folle e se le nostre Chiese soffrono di troppi banchi vuoti mettici nel dubbio che forse stiamo annunciando noi stessi e le nostre idee e non Gesù Cristo. Solo la Verità attira e lascia il segno, le altre cose durano il tempo di una giornata di sole, e alla sera ci lasciano di nuovo soli.

Santa Maria, donna che ascolti e metti in pratica, tu che tante sere ti sarai domandata se avessi fatto la cosa giusta, aiutaci a non aver paura di verificarci, di fare ancora una volta la nostra professione di fede davanti ai nostri dubbi e insicurezze. E anche se a volte Cristo ci sembra troppo irraggiungibile, dacci l’audacia di mandare avanti qualcuno a ricordargli che siamo fuori ad aspettarlo. È la preghiera degli amici che molto spesso supplisce alla nostra aridità spirituale. E ancora una volta Egli stenderà la mano sui Suoi, stabilendo parentele nuove, magari chiedendo loro di stringersi un poco. E farà posto anche per noi che da troppo tempo non ci fermiamo ad ascoltarlo, e che oramai è giunta l’ora di prenderlo davvero sul serio. Amen

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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7° GIORNO – 5 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

È finito il tempo delle feste. È finito il tempo dei fiumi di gente che acclamano Gesù come Messia. Presso la croce c’è un manipolo di gente. Un misto di soldati, scribi e parenti stretti. Anche i discepoli sono scappati tutti. Neanche loro, “gli amici”, “i suoi”, come il Vangelo li chiama, hanno retto il colpo della paura di essere uccisi.

Fortunatamente ce n’è almeno uno. Il più piccolo. È Giovanni. La sua adolescenza passata dietro a quest’uomo meraviglioso che è Gesù lo rende più forte, più coraggioso, più determinato di ogni rischio. Gli altri avrebbero tacciato questa sua audacia con il titolo di pericolosa imprudenza. Ma in realtà l’imprudenza di questo ragazzino, rende legale la deposizione testamentaria di Cristo. La sua presenza fa sì che l’eredità più preziosa del Maestro non vada perduta, non diventi demaniale, ma venga passata con atto esplicito e consapevole a lui e di conseguenza a ciascuno di noi. Sotto quella croce, in quel primo pomeriggio oscuro della storia che noi chiamiamo Venerdì Santo, Gesù converte la propria madre da proprietà privata a possesso di tutta l’umanità. Sotto quella croce, la maternità di Maria si allarga fino ad abbracciare ogni uomo e ogni donna di tutti i tempi e luoghi. “E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa”. Non possiamo più vivere bene senza fare entrare veramente questa nuova Madre nelle nostre case. Senza sentire la responsabilità di spalancare le porte di ciò che siamo alla maternità di questa donna. Perché essa rappresenta la modalità che Dio ha scelto per rendere più sopportabile l’ora sempre desta della croce. Senza di lei, che conficcata sotto le nostre croci ci ricorda di chi siamo figli, rischiamo di credere al buio delle temporanee eclissi che di tanto in tanto oscurano la nostra esistenza. E credere ad esse può essere troppo pericoloso, specie quando gettiamo la spugna, rischiando di farle diventare definitive più che momentanee.

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La sofferenza di questa madre trafitta dal dolore più grande che qualcuno possa provare, cioè la morte di un figlio, l’abilita a comprendere ogni singolo frammento dell’umana sofferenza. La rende credibile davanti a quei perché senza risposta che gettano nella disperazione molti di noi. È Madre perché ci ha partoriti con doglie dolorose sotto la croce del nostro Fratello maggiore. Ella soffre, ma da quella sofferenza nasce la Chiesa, nasciamo noi, nasce ogni tentativo di essere felici. E Giovanni è lì accanto a Lei, e aspetta assieme ad Ella la fine di questo parto, i tre giorni più lunghi della storia.

PREGHIERA:

Santa Maria, Madre sotto la croce, abbassa il tuo sguardo verso i nostri volti e riconosci nei nostri occhi la somiglianza con Cristo. Siamo noi quel sogno di Dio che molto spesso abbiamo rovinato o nascosto dietro scelte sbagliate e strade senza uscita. Siamo noi quelli fatti ad immagine e somiglianza di quel Dio che un giorno ti rese madre.

Santa Maria, Madre sotto la croce, occupati di ciascuno di noi, con la stessa cura e la stessa dedizione che hai avuto nei confronti di Gesù. Esponiti anche per noi alla sofferenza di amare un figlio, e se è vero che l’amore di una madre è più forte di ogni cosa, facci sperimentare questa forza che ci riscatta persino dalla morte.

Santa Maria, Madre sotto la croce, conficcati sui calvari di tanti nostri fratelli e sorelle che da anni soffrono in letti di ospedali o in giacigli diventati prigione. Fa che non maledicano mai la vita, e seppur nelle difficoltà e nel lungo patire trovino la forza di resistere alla tentazione di farla finita. Abilita ciascuno di noi ad accompagnarti in queste soste e spronaci a non disertare la compagnia a questi nostri fratelli crocifissi.

Santa Maria, Madre sotto la croce, affretta il passare della luna sulla traiettoria del sole, e ricordaci continuamente che il buio, come la croce, sono solo momenti passeggeri di un giorno senza tramonto. E se le eclissi di senso durano di più delle nostre forze, prendici fra le tue braccia e stringici al tuo petto così da sentire il battito accelerato del tuo cuore. Ci accorgeremo così che ogni singolo battito è uno slancio di amore per ciascuno di noi e per ciascun uomo di ogni tempo e di ogni dove. E troveremo la forza di rialzarci e ricominciare, certi che la tua maternità non ci lascerà mai soli. Forse era questo che intendevi quando confidasti che alla fine il Tuo Cuore Immacolato trionferà. E il trionfo della tua maternità. E il trionfo di Dio.

Santa Maria, Madre sotto la croce, noi che nell’Ave Maria ci raccomandiamo per l’ora della nostra morte, facci compagnia specialmente in quell’ultima ora, quando nessuno di chi ci ama potrà riempire quell’isolamento e la paura per l’ignoto oscurerà le nostre speranze. Tu che sei chiamata la “porta dei cieli”, spalanca le tue braccia anche per noi e conducici mano nella mano verso Tuo Figlio. Così che guardandolo finalmente faccia a faccia capiremo chi siamo e la nostra inquietudine troverà finalmente la pace. Amen

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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8° GIORNO – 6 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

È sabato, nel Vangelo di oggi. Ed è ancora buio. Riposo e oscurità. Pausa e mistero. Sono queste le tinte forti del racconto della resurrezione di Cristo. Non è mezzogiorno. È l’alba, e le tenebre sembrano ancora abbastanza nette all’orizzonte. E a parte i passi di Maria di Magdala, non si sente nessuno. Un inizio molto soft. Poi lo stupore e lo sgomento. La pietra del sepolcro è ribaltata. Il pensiero non va a una cosa bella ma a uno sfregio da parte dei nemici di Gesù. L’ennesimo, anche dopo la morte. Così i passi di Maria diventano veloci e svegliano i discepoli addormentati nel cenacolo. Anche loro corrono ma oltre alla constatazione di un’assenza, non trovano nulla: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”. Vanno via anche loro. Maria rimane lì, disperata due volte. Piange e il suo dolore è troppo forte perché qualcuno la possa consolare. Capita anche a noi, a volte, di soffrire così tanto da non vedere più niente con chiarezza. Il dolore ha questo di brutto:

sbiadisce la realtà, la confonde, la rende irriconoscibile. Ma ecco che l’irrompere di una domanda distoglie Maria dal pianto: “Donna perché piangi? Chi cerchi?”. È tipico di Gesù fare domande. Sono quegli interrogativi che ti rendono consapevole di ciò che ti sta capitando. Solo dopo questa consapevolezza si può ricevere una risposta.

Non c’è cristianesimo senza domande serie. E non c’è cristianesimo senza risposte altrettanto serie. Poi una parola, un nome pronunciato con una dolcezza irripetibile, unica, conosciuta: “Maria”. Solo Gesù, il Maestro, poteva pronunciare così il suo nome. Si sente chiamare per nome e in quell’istante lo riconosce. È bellissimo come il Vangelo ci suggerisca che alle nostre miriadi di domande, Gesù risponde con un’unica risposta: pronunciando il nostro nome. Come un atto di creazione. Come un comando che ci strappa dal dolore e dalla disperazione e ci fa

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tornare a vivere, a respirare, a vedere. Egli ci sveglia dai nostri sonni chiamandoci per nome. Ma la grande assente di questo racconto è un’altra Maria: la Madre. Ma è solo un’assenza apparente, perché dove c’è il Figlio, lì c’è

sempre la Madre, e viceversa. Maternità e figliolanza non sono concetti giuridici, ma sono legami a prova di morte.

Dico questo per sfatare nell’animo di qualcuno la paura di eccedere troppo nei confronti di Maria. L’attaccamento a questa donna è l’attaccamento a Cristo stesso. E raggiungere l’Essenziale attraverso una scorciatoia di Grazia.

Lei c’è anche quando non c’è. E il mistero della Madre. Visibile nel dolore, nascosta nella gioia. Costante nell’esserci.

PREGHIERA:

Santa Maria, donna presente\assente, apri il nostro cristianesimo all’imprevisto della risurrezione. Ricordaci che non serve a nulla crogiolarci nei nostri venerdì santi, se non esistono anche sepolcri scoperchiati. Facci comprendere che solo a partire da quell’assenza spiazzante tutto ha inizio, e rassicuraci che seppur ci vediamo soli, in realtà non lo siamo mai veramente

Santa Maria, donna presente\assente, noi che quando stiamo bene ci scordiamo di chi ci ama, fa che nel momento della prova sperimentiamo comunque la loro consolazione. E fa che il dolore che ci accade, non sia solo una ferita, ma un’occasione di approfondimento della nostra esistenza. Rendici migliori e non solo feriti. E quando stanchi, come il Cristo morto, scenderemo dalle croci delle nostre battaglie quotidiane, prendici sul tuo grembo, come Pietà sollecita a raccogliere i nostri corpi e le nostre anime straziati da tanti fallimenti.

Santa Maria, donna presente/assente, ricordati anche di tutti quelli che come Maria Maddalena hanno talmente tanto gli occhi pieni di lacrime da non riuscire a vedere più nulla. Calma il loro pianto, e sussurra nei loro cuori domande profonde. E nel silenzio dopo la tempesta, fa che tuo Figlio pronunci il loro nome.

Santa Maria, donna presente per sempre, quando varcheremo le porte del Regno di Dio, e saremo inondati dalla Luce senza tramonto dell’Eterno, fa che ogni istante della nostra storia sia riscattato dal buio. E chiunque avremo incontrato lungo i nostri giorni, compresi quei volti che di sfuggita scorgiamo nelle nostre giornate, nelle metropolitane, in fila alle poste, tra i marciapiedi del centro, intenti a guardare fuori da un finestrino, o con lo sguardo perso nel vuoto, possano salvarsi uno ad uno sperimentando quella luce e quel calore che fa vivere l’universo intero: l’Amore. E lascia che possano vivere in comunione con noi per il resto dell’eternità. Amen Canto del Tota pulchra

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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9° GIORNO – 7 Dicembre Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

Guida: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale si è degnato di nascere dalla Vergine Maria. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore.

Tutti: Ave, Maria...

INVITO ALLA PREGHIERA

Vergine Santa e Immacolata,

a Te, che sei l’onore del nostro popolo

e la custode premurosa della nostra città, ci rivolgiamo con confidenza e amore.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Il peccato non è in Te.

Suscita in tutti noi un rinnovato desiderio di santità:

nella nostra parola rifulga lo splendore della verità, nelle nostre opere risuoni il canto della carità,

nel nostro corpo e nel nostro cuore abitino purezza e castità, nella nostra vita si renda presente tutta la bellezza del Vangelo.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

La Parola di Dio in Te si è fatta carne.

Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:

il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni, la forza consolante della speranza orienti i nostri passi, il calore contagioso dell’amore animi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio, dove è la vera gioia.

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!

Ascolta la nostra preghiera, esaudisci la nostra supplica:

sia in noi la bellezza dell’amore misericordioso di Dio in Gesù,

sia questa divina bellezza a salvare noi, la nostra città, il mondo intero. Amen.

Meditazione:

I sentieri di queste riflessioni attorno al Vangelo, giungono finalmente alla loro meta. Quando si pensa ad un dogma, come quello dell’immacolata concezione di Maria, si assume un atteggiamento di chi si arrampica sulla cima di una montagna e ad un tratto vede l’immenso orizzonte davanti a sé. Non c’è da capire nel senso stretto di analizzare, c’è da constatare, da contemplare. I dogmi non negano la ragione, le chiedono solo di iniziare in silenzio, contemplando il panorama di una verità immensa, troppo grande per qualsiasi nostra unità di misura. Chi crede non ha paura di questa vertigine, anzi né prova un intimo piacere misto a gratitudine. Per i cristiani oggi il panorama è questo, aperto sull’immensa figura di Maria, sugli orizzonti della sua maternità, sui colori puliti della sua anima e della Sua Immacolata perfezione. Questa sosta mariana in mezzo al cammino d’avvento ci ricalibra le direzioni e ci aggiusta il tiro.

Le parole splendide di Alda Merini, ci suggeriscono versi utili a dar voce a questa donna meravigliosa. Sono le parole di Maria versate nella poesia. Sono i versi di un annuncio che percorre tutta la storia sino alla fine. Sono le parole di una madre.

Lasciate che la morte abiti nel mio cuore,

lasciate pure che del vento della mia giovinezza e dei miei grandi amori stellari

non rimanga più nulla,

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lasciatemi nella prigione del dolore.

L’amore di Dio

era una grande prigione

entro la quale ho cantato i miei alleluia, la mia giovinezza,

l’attesa di questo figlio.

Ma ora ogni suo chiodo mi strappa la carne.

Pensavo che i Profeti

avrebbero avuto misericordia di una povera madre,

ma invece non è così.

La morte odora di fresco,

la morte è una seconda resurrezione, la morte è un giardino immenso.

Ma per entrare in questo giardino bisogna conoscere il senso della morte.

Nessuna donna come me

si è vista strappare le viscere dal cuore, la carne dal suo sentimento.

Come dire a Dio Supremo

che il mio amore era fatto di carne, che il mio amore era fatto di lacrime, che il mio Gesù

è nato su un trono di luce, che è cresciuto

nel più grande degli anfiteatri, che è il re di tutta la terra?

Qualsiasi madre direbbe la stessa cosa, ma questo era il Dio vero,

ma questo era veramente il Messia.

L’ora della verità mi è sopra ed è un tremendo terremoto, ma mio figlio risorgerà e la sua resurrezione avvolgerà l’universo.

Mio figlio è veramente il Messia, mio figlio è il Re dei Re.

(Alda Merini, da: Magnificat, un incontro con Maria, Frassinelli 2002).

Canto del Tota pulchra Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem.

Tu honorificentia populi nostri.

O Maria,

Virgo prudentissima.

Ora pro nobis.

Ad Dominum Iesum Christum.

Tota pulchra es, Maria.

Et macula originalis non est in Te. Tu laetitia Israel.

Tu advocata peccatorum.

O Maria.

Mater clementissima.

Intercede pro nobis.

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