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TUTTOFABI Anno IV venerdì 8 giugno 2007

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Federazione Autonoma Bancari Italiani via Tevere, 46 00198 Roma - federazione@fabi.it Tel. (06) 8415751

Dipartimento Organizzazione

Ufficio Stampa – Immagine – Comunicazione - e-mail l.sileoni@fabi.viterbo.it

b.pastorelli@fabi.it

Per un’informativa puntuale e completa le strutture sono pregate di segnalare gli articoli che riguardano la

Fabi (in particolare quelli delle cronache locali) oltre che alla Federazione anche al curatore della rassegna.

TUTTOFABI

Anno IV – venerdì 8 giugno 2007 IL SOLE 24 ORE di giovedì 7 giugno 2007

POPOLARI. Il dialogo con i sindacati

Mazzotta: avanti con Bpm-Bper - L'ALTRA SUPERPOPOLARE.

Verona e Lodi nominano il consiglio di gestione e i board delle due banche controllate. La fusione sarà efficace dal primo luglio MILANO. Primi segnali di apertura fra le rappresentanze dei soci dipendenti e i vertici della Banca Popolare di Milano sul progetto di fusione con la Banca Popolare dell'Emilia Romagna. Dopo lo stop di martedì sera, quando l'associazione Amici della Bipiemme aveva manifestato parere contrario all'operazione chiedendo modifiche ad alcuni punti dello statuto e del regolamento del futuro gruppo, ieri mattina un incontro con il presidente Roberto Mazzotta sembra avere rasserenato il clima.

L'apertura di Mazzotta è arrivata al termine dell'incontro con una dichiarazione all'Ansa in cui il presidente della Bpm sottolineava come «la delibera assunta dall'associazione dei soci dipendenti non deve essere ne fraintesa ne strumentalizzata. Per me essa rappresenta una forte spinta a far meglio e a correggere alcuni elementi di rigidità statutaria che consentirebbero, ove migliorati, il più agevole avvio di un'operazione della quale tutti condividono la valenza strategica». Una dichiarazione cui ha fatto eco nel pomeriggio quella del segretario generale aggiunto della Fabi Lando Maria Sileoni e del segretario nazionale Matteo Valenti:

«Esprimiamo apprezzamento per la positiva evoluzione della vicenda»

hanno spiegato i due sindacalisti aggiungendo come «la consapevolezza del presidente Mazzotta della mancanza degli elementi minimi di garanzia

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che è indispensabile trovare negli accordi di fusione, evidenziata dall'Associazione, lasciano supporre la possibilità di superare l'impasse che ha fin qui caratterizzato il confronto». A non piacere all'Associazione sono alcuni punti come la governance, giudicata «immutabile» a causa di quorum assembleare straordinariamente elevati che ne rendono improbabili possibili modifiche ma anche le modalità di partecipazione dei soci alle assemblee. Il mancato esplicito riferimento alla possibilità di utilizzare la videoconferenza non piace all'associazione, che evidenzia le difficoltà per i soci milanesi di partecipare alle riunioni che si terranno a Modena. Particolari giudicati comunque risolvibili, ma che impongono una nuova fase di trattativa fra i due istituti nei prossimi mesi per limare statuto e regolamento.

Se la Superpopolare che nascerà dall'unione Bpm-Bper è ancora in alto mare, quella tra la Popolare Verona-Novara e la Popolare Italiana è ormai in rampa di lancio. In vista dell'avvio del nuovo Banco Popolare, fissato per il prossimo primo luglio, i due consigli hanno designato i componenti del comitato di gestione del nuovo Banco. Al vertice vi saranno Divo Gronchi (presidente) e Fabio Innocenzi (vice presidente e consigliere delegato), affiancati da Franco Baronie, Alfredo Cartello, Vittorio Coda, Luigi Corsi, Domenico De Angelis, Maurizio Di Maio, Enrico Fagioli Marzocchi, Maurizio Faroni, Massimo Minolfi, Roberto Romaninjacur.

Le due banche reti (Popolare Lodi Spa e Popolare Verona Spa) saranno

presiedute, rispettivamente da Enrico Perotti e Alberto Bauli.

R.Fi-

da Finanza&Mercati del 08-06-2007 Bpm-Bper, Mazzotta raffredda le polemiche

Clima più sereno tra i soci-dipendenti e i vertici della Bpm in merito alla fusione con la Bper. Dopo il parere contrario espresso martedì 6 giugno dall’Associazione Amici della Bipiemme (che ha richiesto alcune modifiche allo statuto e al regolamento della futura Banca Popolare delle Regioni) ieri il presidente di Milano, Roberto Mazzotta, ha tranquillizzato i rappresentanti dell’ente: «La delibera dell’Associazione in relazione al progetto di aggregazione non dev’essere nè fraintesa nè strumentalizzata.

Rappresenta per me una forte spinta a far meglio e a correggere alcuni elementi di rigidità statutaria che consentirebbero, ove migliorati, il più agevole avvio di un’operazione della quale tutti condividono la valenza strategica e la forza industriale». Così il segretario generale aggiunto della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha espresso «apprezzamento sull’evoluzione della vicenda». Intanto si chiuderà il 12 giugno la due diligence sui due istituti, in vista del piano industriale che verrà presentato a ottobre. In merito alla nuova struttura, è probabile che «finanza, ict, operation e sviluppo organizzativo» faranno capo al dg Fabrizio Viola (dg Bpm), mentre al condirettore Ettore Caselli (dg Bper) saranno affidate le deleghe

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su «risorse umane, politiche creditizie e commerciali». Ieri in Borsa sia Bpm che Bper hanno perso oltre il 2 per cento.

IL GIORNALE venerdì 08 06 2007

Popolare Milano, disgelo tra Mazzotta e sindacati di Redazione - venerdì 08 giugno 2007, 07:00

da Milano - Segnali di apertura fra i soci-dipendenti e i vertici della Bpm sulla fusione con Bper. Dopo lo stop di martedì sera quando l’associazione amici della Bipiemme aveva manifestato parere contrario all’operazione, ieri mattina un incontro con il presidente Roberto Mazzotta è sembrato rasserenare il clima. Al termine della riunione Mazzotta ha sottolineato come «la delibera assunta dall’associazione dei soci dipendenti non deve essere né fraintesa né strumentalizzata. Per me rappresenta una forte spinta a far meglio e a correggere alcuni elementi di rigidità statutaria».

Alla dichiarazione ha fatto eco nel pomeriggio quella del segretario generale aggiunto della Fabi (il sindacato più rappresentativo in Bpm) Lando Maria Sileoni e del segretario nazionale Matteo Valenti:

«Esprimiamo apprezzamento per la positiva evoluzione della vicenda». I due hanno spiegato che gli ultimi sviluppi «lasciano supporre la possibilità di superare l’impasse». A non piacere all’associazione (che raggruppa la maggior parte dei circa 6000 soci-dipendenti ed esprime la maggioranza dei consiglieri) sono alcuni punti come la governance, giudicata

«immutabile» a causa di quorum assembleari straordinariamente elevati che ne rendono improbabili modifiche ma anche le modalità di partecipazione dei soci alle assemblee. Intanto si va chiarendo la struttura di vertice. Secondo gli allegati all’accordo tra i due istituti, citati dall’agenzia Radiocor, il direttore generale della superpopolare Fabrizio Viola (oggi dg Bpm), avrà deleghe su «finanza, informatica, operations, sviluppo organizzativo e large corporate». Al condirettore generale Ettore Caselli (dg Bper) sono invece affidate le deleghe su «risorse umane, politiche creditizie e area commerciale».

MF - Mercati Globali - Numero 114, pag. 6 del 8/6/2007 Bpm-Bper, Mazzotta apre ai dipendenti-soci

Roberto Mazzotta tende il ramoscello d'ulivo agli azionisti della Bpm e cerca di ricucire dopo la contestazione dell'operazione di fusione con la Bper da parte dell'associazione Amici della Bpm, che raggruppa la maggioranza dei soci dipendenti. ´La delibera assunta dall'associazione', ha detto ieri il presidente della Popolare di Milano, ´non deve essere né fraintesa né strumentalizzata. Per me rappresenta una forte spinta a far meglio e a correggere alcuni elementi di rigidità statutaria che consentirebbero, ove migliorati, il più agevole avvio di un'operazione della quale tutti condividono la valenza strategica e la forza industriale'.

L'associazione, martedì scorso, ha approvato una delibera in cui si

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chiedono modifiche in tema di governance, partecipazione dei soci alle assemblee (con l'introduzione della videoconferenza) e deleghe operative al piano di aggregazione con la Bper approvato dai consigli delle due banche. Secondo Mazzotta ´bisogna considerare che negli ultimi cinquant'anni i soci dipendenti hanno sempre rappresentato un fattore importante di difesa della banca e dei valori della cooperativa. Pensare che proprio adesso, in un'occasione tanto importante, possano dimenticare le loro tradizioni è sbagliato. D'altra parte è ben comprensibile che i rappresentanti dei lavoratori non possano che guardare con interesse all'unica aggregazione bancaria che viene realizzata senza costi sociali e senza esuberi'. Nel cda che ha approvato l'accordo quadro la proposta portata avanti da Mazzotta aveva ottenuto 12 voti su 19, con cinque consiglieri contrari e due astenuti.

L'ARENA/Verona venerdì 08 giugno 2007

BANCHE. Domani si riuniscono a Lodi . Decolla la nuova Bpl - Bpi, assemblea dei soci - per decidere su Fiorani

Ammontano a circa 2.400 le richieste giunte dai soci della Bpi a partecipare all’assemblea di domani a Lodi che dovrà votare l’azione di responsabilità contro l’ex ad Gianpiero Fiorani dell’ex vicepresidente Desiderio Zoncada, dell’ex presidente Giovanni Benevento, degli ex consiglieri Francesco Ferrari e Osvaldo Savoldi e degli ex sindaci Aldino Quartieri e Roberto Araldi per fatti connessi alla fallita scalata della Banca Antonveneta.

I soci hanno tempo fino a oggi per effettuare la richiesta all’assemblea che voterà con l’ormai collaudato sistema di voto elettronico. Il voto favorevole al momento appare scontato sia per il comune atteggiamento dei sindacati che per la volontà diffusa fra gli stessi lodigiani, un tempo serbatoio di consensi per Fiorani, di voltare pagina. In una nota le segreterie di Coordinamento di Dircredito, FABI, Falcri, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl, pur giudicando l’azione «tardiva e parziale» hanno invitato ad approvare la proposta «senza esitazioni». L’altro ieri peraltro i rappresentanti del territorio lodigiano sono risultati la maggioranza del consiglio della nuova Banca Popolare di Lodi, la società per azione che, dopo la fusione con il Banco Popolare Verona e Novara, sarà al di sotto della holding comune banco Popolare. La Nuova Bpl avrà il controllo delle filiali dell’area lombarda e il compito di garantire i legami con il territorio.

Da sottolineare inoltre che lo stesso Fiorani, il quale ha da alcune settimane impostato una strategia di difesa più aggressiva, in una sua lettera ai vertici della banca ha provocatoriamente invitato a procedere nell’azione contro di lui. Proprio il cambio dell’atteggiamento di Fiorani aveva indotto il consiglio a chiedere ai soci l’avvio dell’azione adducendo

«iniziative allarmanti» dell’ex banchiere tra cui il trasferimento di beni a famigliari e missive alla banca con caratteri di ultimatum chiamando anche

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in causa l’attuale presidente Piero Giarda e il suo comportamento nel corso della vicenda Antonveneta quando già ricopriva cariche all’interno del gruppo.

Il Sole 24 Ore Radiocor 07 06 2007 20:02

Bpm-Bper: Fabi, Mazzotta trovera' strada per soddisfare dipendentisoci

Milano, 07 giu - "Non credo che il presidente di Bpm Roberto Mazzotta rinegoziera' tutto con Bper, ma in ogni modo trovera' la strada per soddisfare le richieste dell'Associazione dei dipendenti-soci, almeno su alcuni punti". E' l'opinione del segretario generale aggiunto del sindacato Fabi, Lando Maria Sileoni, dopo l'incontro tra i dipendenti-soci Bpm e Mazzotta in merito al progetto di fusione con Bper, bocciato due giorni fa dal direttivo dell'Associazione. Ppa-Y- (RADIOCOR)

Il Sole 24 Ore Radiocor 07 06 2007 20:03

Bpm-Bper: Fabi, Mazzotta trovera' strada per soddisfare dipendentisoci

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 giu - In precedenza, in un comunicato firmato insieme al segretario nazionale Matteo Valenti, Sileoni aveva sottolineato che la Fabi esprime "apprezzamento per la positiva evoluzione della vicenda". "L'importanza del progetto di fusione nello scenario attuale del sistema creditizio - si legge - insieme alla consapevolezza del presidente Mazzotta della mancanza degli elementi minimi di garanzia che e' indispensabile trovare negli accordi di fusione, evidenziata dall'Associazione, lasciano supporre la possibilita' di superare l'impasse che ha fin qui caratterizzato il confronto". Ppa-Y- (RADIOCOR

MF - DirCredito – FD - Numero 114, pag. 19 del 8/6/2007 Ccnl bancari: si annuncia una sospensione meditativa - Sul tavolo contrattuale un convitato di pietra: il governo, che minaccia la Cig

per le banche.

Autore: Giampaolo Paiardi

Non è semplice descrivere il clima di apertura del tavolo negoziale per il rinnovo del Ccnl di settore, che, è bene ricordarlo, diversamente dalla storia ha celebrato per la prima volta la presenza di tutte le nove organizzazioni sindacali (DirCredito, Fabi, Falcri, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Silcea, Sinfub, Ugl Credito, Uilca/Uil) del credito. Con formula molto irrituale l'avvio del confronto ha subito un inatteso stop.

Anche alla luce dei recenti avvenimenti la diagnosi del settore sinteticamente presentata dalla presidenza del Comitato affari sindacali e lavoro (Casl) dell'Abi, nella regia del dr. Innocenzi, si è soffermata richiamando l'attenzione del tavolo alla preventiva analisi di due nuovi elementi di scenario, per i quali non è stata nascosta l'urgenza di un

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confronto che possa aiutare a definire meglio i contorni cui si dovrà intonare e ispirare il rinnovo del Ccnl, anche per i potenziali e pesanti effetti che possono produrre. Sfruttando le sensibilità delle parti, l'Abi ha quasi imposto, come pregiudiziali propedeutiche e preparatorie all'avvio del confronto per il rinnovo del Ccnl, l'analisi congiunta di due scottanti temi che incombono e condizionano la campagna contrattuale. Il primo, relativo al provvedimento governativo di estensione della riduzione del cuneo fiscale al settore bancario e assicurativo, che non pare ancora aver escluso, fra le soluzioni esplorate e praticabili, il recupero del minor gettito fiscale mediante l'applicazione della Cassa integrazione guadagni (Cig) anche al settore creditizio. Il secondo, esplicitamente rivolto a confrontarsi per misurare tutti gli effetti dell'accelerazione del processo di ristrutturazione del settore, che, con l'operazione UniCredit-Capitalia, già preceduta dalla nascita di Ubi Banca e Intesa, San Paolo, e ora seguita anche dalla Banca Popolare delle Regioni, vede strutturalmente modificati gli assetti del settore bancario e dell'Abi stessa. Inutile nascondere le gravità delle ripercussioni che i due argomenti possono scaricare sul tavolo negoziale per il rinnovo del Ccnl condizionando pesantemente soprattutto la dimensione economica delle attese delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. L'introduzione nel settore creditizio dell'istituto della Cassa integrazione guadagni, molto familiare nel mondo industriale domestico, rischia di compromettere seriamente la tenuta e il funzionamento del ´Fondo esuberi'. Il Fondo esuberi, costruito con encomiabile lungimiranza dalle parti sociali come indispensabile e innovativo rimedio curativo della crisi del settore, nasce proprio come strumento alternativo alla Cassa integrazione e soprattutto anche migliorativo nel trattamento economico. Il Fondo esuberi, alimentato da contribuzioni ordinarie e straordinarie del settore, senza quindi alcun intervento pubblico, ha garantito l'uscita dal mondo del lavoro di decine di migliaia di lavoratori bancari a condizioni economiche di assoluto livello.

Non è quindi comprensibile, né giustificabile, l'applicazione al settore del credito della Cassa integrazione guadagni, istituto decisamente pericoloso se si deve recuperare la credibilità del sistema dopo i noti scandali, poco elegante in rapporto alla delicatezza dell'attività svolta, allarmante sulla tenuta dei livelli di servizio e dell'utenza, notoriamente in grado di garantire trattamenti economici di peggiore livello rispetto al trattamento sin qui garantito dal Fondo esuberi. L'insensibilità governativa si è già spinta nel dettare condizioni fiscali peggiorative sui trattamenti garantiti dal Fondo esuberi del settore, ma l'applicazione della Cassa integrazioni guadagni rischia di dare il colpo mortale definitivo. Il Fondo esuberi che ha il pregio di aver affrontato la crisi del settore, senza infierire sui lavoratori e senza reclamare risorse pubbliche, dovrebbe trovare maggiori riconoscimenti legislativi e forme di tutela in grado di estendere il felice esperimento del settore bancario, delle Bcc e degli esattoriali, anche a

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tutti gli altri settori. Con riferimento alla seconda fase del processo di ristrutturazione del settore in corso non preoccupano tanto le strategie industriali espresse, peraltro attese, tutte sviluppate e intonate alla crescita dimensionale domestica e cross border, ma, diversamente, i pesanti riflessi sulla tenuta dei livelli occupazionali. Sul tema sono di assoluto rilievo le indicazioni fornite dall'Abi, che denuncia, per le operazioni di concentrazione in corso, la riduzione numerica da 11 a 6 dei grandi gruppi domestici, in pochi mesi.

Ancor più preoccupante e allarmante il dato dimensionale del surplus di lavoratori stimato nel 5-6% del totale dei lavoratori attualmente occupati (320 mila circa). Una dichiarazione espressa dalla delegazione trattante dell'Abi su contenuti e richieste della piattaforma presentata per il rinnovo del Ccnl di settore è espressiva del clima che dovrà essere affrontato.

Infatti, uno dei più autorevoli rappresentanti dei grandi gruppi della delegazione Abi, senza tentennamenti e con estrema anche se sgradita franchezza, ha dichiarato che ´le distanze sono siderali', sottendendo anche la scarsa disponibilità datoriale al confronto negoziale senza modificare valore e contenuto delle richieste sindacali. Le richieste dell'Abi di avviare riflessioni compiute sui temi sopra indicati rimarcano con chiara evidenza la componente economica sottesa e le gravi ipoteche che simili problemi possono riflettere anche sulle attese economiche del settore con l'avvianda campagna per il rinnovo del Ccnl. Sono pertanto stati fissati i prossimi appuntamenti, che prevedono:

• per il giorno 8 giugno 2007: confronto bilaterale sul tema Cassa integrazione guadagni e dintorni;

• per il giorno 20 giugno 2007: confronto bilaterale sull'impatto del nuovo processo di concentrazioni sul sistema - previsioni di scenario e piattaforma per il rinnovo del Ccnl.

IL GAZZETTINO OnLine Giovedì, 7 Giugno 2007

I sindacati da Saccomanni, la Falbi protesta: «Draghi ci vuole ridurre ad Authority» Bankitalia, via al confronto sulle sedi Roma - Riparte il confronto sulla futura Banca d'Italia, più leggera e con meno sedi. Oggi i sindacati e il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, si reincontreranno per discutere la riorganizzazione dell'istituto e l'ipotesi di tagli delle filiali. E' il primo faccia a faccia dopo lo sciopero del 31 maggio cui, secondo la Falbi, avrebbe aderito oltre il 50\%

dei dipendenti.

La Falbi, che a maggio aveva rotto le trattative con la Banca di fronte

«all'impossibilità di proseguire il confronto», ha deciso di partecipare all'incontro insieme alle altre sigle sindacali (Cida, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil, Falbi, Fabi e Sibc-Cisal).

La posizione del sindacato rispetto al progetto di riforma di Draghi – ha spiegato Leone - resta la stessa: «i 2500 lavoratori che dovrebbero essere

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trasferiti sono pronti a partecipare e a condividere qualunque progetto di potenziamento dell'Istituto, ma resta la loro totale indisponibilità ad accettare la chiusura anche di una sola sede».

Per il sindacato le chiusure di 59 filiali rappresentano «un vero a proprio atto di abbandono del territorio e avranno la conseguenza di togliere ai cittadini la possibilità di usufruire di servizi essenziali come l'accesso alla centrale rischi, la Tesoreria provinciale e la movimentazione del contante».

Secondo la Falbi Draghi vuole trasformare la Banca d'Italia in un'authority.

Il sindacato continua ad opporsi al progetto. Dopo che le competenze in materia monetaria sono state trasferite alla Banca centrale europea alla Banca d'Italia è rimasto un ruolo di vigilanza sul settore creditizio, oltre che il ruolo di centro studi di politica economica. Rispetto ai tempi di Fazio, il governatore Draghi ha anche ridotto le competenze in materia bancaria eliminando le contestate funzioni di indirizzo che l'istituto centrale aveva nei confronti delle fusioni e aggregazioni bancarie. La nuova Banca d'Italia ha bisogno di una struttura più snella, come del resto ha già fatto la Bundesbank.

IL CITTADINO venerdì 8 giugno 2007

Quotidiano del lodigiano e del sud di Milano - Per l’assemblea stigmatizziamo ogni forma di pressione

Le Segreterie di Coordinamento di Dircredito, Fabi, Falcri, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl del Gruppo Banca Popolare Italiana, in merito alla notizia riportata mercoledì 6 giugno scorso da “Il Cittadino”, relativa a presunte pressioni sul personale affinché partecipi all’Assemblea del 9 giugno esprimendo il voto in una direzione ben precisa, stigmatizzano ogni forma di pressione che comprima la libera volontà del socio dipendente.Infatti, un conto è invitare alla consapevolezza del momento ed al libero esercizio dei propri diritti di socio, cosa che le sottoscritte Organizzazioni sindacali hanno fatto con un comunicato stampa pubblicato da questo giornale nella stessa giornata di oggi, altro sarebbe imporre la partecipazione sotto ricatto, oltretutto con indicazioni di voto da “eseguire”.

Non possiamo però non rilevare, con l’occasione, che simili sospetti su tali pressioni, purtroppo, non sarebbero nuovi nella storia della nostra Banca, come dovrebbe ben sapere l’autore dell’esposto alla Procura in quanto ex amministratore delegato della Banca Popolare Italiana.Le Segreterie di Coordinamento di Dircredito, Fabi, Falcri, Fiba/Cisl, Sinfub, Ugl del Gruppo Banca Popolare Italiana

APCOM 07-06-2007 18:03

BANKITALIA/ INCONTRO SINDACATI SU RIORGANIZZAZIONE VIGILANZA - Lunedi nuova riunione con le sei sigle per interventi

filiali

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Roma, 7 giu. (Apcom) - La Vigilanza della Banca d'Italia si rinnova: dagli attuali tre servizi a cui si aggiunge l'ispettorato, secondo il progetto di riorganizzazione discusso oggi nell'incontro tra il direttore generale, Fabrizio Saccomanni, ed i sindacati (sei delle sette sigle sindacali interne all'istituto) si passerà a quattro servizi, oltre all'ispettorato.

I quattro servizi (Normativa e politiche di vigilanza; Rapporti esterni e affari generali; Supervisione gruppi bancari; Supervisione intermediari specializzati) e l'ispettorato, a quanto si apprende da fonti sindacali, faranno capo al direttore centrale per l'area vigilanza bancaria e finanziaria, funzione ricoperta attualmente da Anna Maria Tarantola. Così come la segreteria del Cicr, distaccata presso il Tesoro, la segreteria amministrativa d'area e il coordinamento d'area e collegamento filiali, servizi non toccati dalla riorganizzazione.

"Il nuovo modello organizzativo - si legge nel documento della Banca consegnato ai sindacati - riflette le diverse missioni della vigilanza, di regolamentazione, di supervisione e di controllo, in base alla complessità dei rischi, con attenzione alle relazioni tra banche e utenti". L'obiettivo della riorganizzazione della vigilanza è quello di migliorare la capacità di presidiare l'evoluzione dei mercati bancari e finanziari e l'emergere di nuovi rischi, ma anche quello di "assicurare al risparmio forme efficaci di tutela in relazione allo sviluppo e alla crescente complessità dei mercati e dei prodotti". Nonché migliorare l'efficacia, ridurre i costi dei controlli e rafforzare le forme di collaborazione e migliorare l'unitarietà e il coordinamento dell'azione di Vigilanza", assicurare la flessibilità organizzativa necessaria ad assumere eventuali nuovi compiti di controllo e razionalizzare la gestione interna. L'incontro di questa mattina, protrattosi nel pomeriggio, ha visto al tavolo i rappresentanti di sei sigle sindacali: Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Uib-Uil, Fabi, Sibc e Sindirettivo-Cida. La Falbi, che aveva dichiarato interrotto il negoziato sulla riorganizzazione della Banca opponendosi alla chiusura delle 59 filiali periferiche, e aveva scioperato il 31 maggio scorso, è stata invitata ad un incontro separato.

L'argomento filiali verrà affrontato, con le sei sigle sindacali, lunedì prossimo, quando i vertici di via Nazionale incontreranno nuovamente le organizzazioni sindacali per esaminare quali interventi apportare alla rete territoriale.

MF - Denaro & Politica - Numero 113, pag. 5 del 7/6/2007 Bankitalia, nuovo round con i sindacati su vigilanza e

ristrutturazione Autore: Alessandro Pianetti

Nuova tappa per la trattativa sul progetto di ristrutturazione di Bankitalia.

Quello di oggi sarà il quinto incontro del tavolo congiunto tra i sindacati e il direttore generale di Palazzo Koch, Fabrizio Saccomanni, e soprattutto il primo contatto all'indomani della relazione annuale del governatore. Il

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clima resta sospeso anche perché rischia di acuirsi la spaccatura tra la Falbi e le altre sigle (Fabi Cida, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Sibc Cisal) che, a differenza del sindacato guidato da Luigi Leone, hanno aderito al piano di lavoro proposto da Saccomanni lo scorso 17 maggio e soprattutto non hanno hanno scioperato il 31 maggio in occasione della relazione di Draghi. Tanto che ieri in una lettera firmata dal responsabile delle relazioni sindacali, Paolo Piccialli, l'istituto centrale ha informato la Falbi che gli altri sindacati hanno chiesto di far partecipare al tavolo solo chi aveva dato

´formale adesione al piano di lavoro concordato'. Non a caso, il nuovo faccia a faccia si terrà su tavoli separati. In ballo, oltre al piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di 59 sedi su 97, fermamente contestato da Leone, oggi ci sarà anche il progetto per assegnare un nuovo assetto al servizio di vigilanza, dopo che nelle settimane scorse è stato rivisto il servizio studi. Leone, intervenuto ieri nel corso di un convegno sulla riorganizzazione di Bankitalia, continua a denunciare il progetto di Draghi sottolineando l'assenza di un piano industriale. ´Si vuole tagliare i costi delle periferie ma si aumentano quelli dell'amministrazione centrale', e sul destino della vigilanza è stato altrettanto chiaro. ´Anche in questo caso, così come per il servizio studi, il piano servirà a costituire cinque servizi rispetto all'attuale ispettorato e ai due servizi'. In sintesi, la Falbi rimprovera al piano di voler trasformare l'istituto in un'Authority. (riproduzione riservata)

LA REPUBBLICA/ Palermo venerdì 8-6-07

Gli arrestati, 16 e 14 anni, sono figli di persone perbene, dicono i poliziotti. I sindacati dei cassieri: "Situazione drammatica" - Banche, baby rapinatori scatenati - Due presi in via Serradifalco,

colpo da 130 mila euro a Balestrate - Portati in manette in commissariato hanno detto solo i nomi Alla notizia, la madre del

più piccolo è stata colta da malore SALVO PALAZZOLO

Sono giovanissimi e già rapinatori scatenati. Ieri mattina, un quattordicenne e un sedicenne sono stati bloccati dai poliziotti del commissariato Zisa appena usciti dall´Antonveneta di via Serradifalco.

Avevano in mano un sacchetto con il bottino, 5.000 euro. In quegli stessi momenti, a Balestrate, altri due ragazzi facevano irruzione al Banco di Sicilia: urlando e brandendo un temperino hanno portato via 130 mila euro. Sapevano che le casse erano state da poco rifornite di contante dal furgone blindato. È il 38esimo colpo dall´inizio dell´anno, il più remunerativo per i rapinatori. «La situazione è ormai diventata incresciosa», denunciano Gabriele Urzì, rappresentante Sicurezza della Fabi, e Giuseppe Angelini, dell´osservatorio Sicurezza del Banco di Sicilia.

«Ancora più increscioso che non si prendano provvedimenti adeguati».

Sono giovanissimi e già rapinatori dallo sguardo di ghiaccio. «Siamo

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rimasti davvero sorpresi dall´atteggiamento dei due ragazzi - dice uno dei poliziotti dell´Investigativa di Zisa - si sono mossi con freddezza. E quando sono stati ammanettati si sono limitati a dire i loro nomi, come fossero pregiudicati di lunga data. Poi si sono chiusi in un silenzio pesantissimo». Ma i due ragazzi non hanno alcun precedente penale.

L´anno scorso, il più piccolo è stato bocciato in terza media, e ha abbandonato gli studi. Nonostante i rimproveri del padre, che fa il camionista. L´altro rapinatore è un sedicenne disoccupato. Entrambi arrivano da corso dei Mille, sono figli di gente umile. «Tutte persone perbene», precisano in commissariato. La madre del quattordicenne è scoppiata in lacrime quando le hanno comunicato che il figlio era stato arrestato. Adesso, i due baby malviventi sono al centro di prima accoglienza del Malaspina. E i poliziotti stanno riesaminando tutti gli ultimi casi di rapina in cui le telecamere hanno ripreso all´opera gruppi di giovanissimi. In via Serradifalco i poliziotti di Zisa erano appostati in modo discreto da qualche ora. Come ogni mattina, nelle banche della zona.

«Dopo gli ultimi colpi sono stati istituiti dei servizi mirati», spiegano dal commissariato. I due giovanissimi sono arrivati a bordo di uno scooter, si sono guardati attorno e nel giro di pochi secondi si sono infilati all´Antonveneta. Unica protezione, un cappellino. Il quattordicenne ne indossava uno con visiera, griffato. Doveva tenerci molto, perché lo sistemava spesso. L´altro aveva un più economico berretto di lana. Hanno urlato che erano armati, ma in realtà in tasca non avevano nulla. Il cassiere ha avuto timore che i ragazzi afferrassero la forbice sul bancone, ha preso subito le banconote che c´erano in cassa e le ha consegnate. I poliziotti erano già fuori, appostati davanti allo scooter dei rapinatori. Si profilano più difficili le indagini sul colpo alla filiale di Balestrate del Banco di Sicilia. I due giovanissimi che sono fuggiti con 130 mila euro indossavano pure loro cappellini: qualche indicazione importante potrebbe arrivare dai filmati a circuito chiuso dell´istituto di credito. «È stato davvero facile portare a termine il colpo e fuggire indisturbati - denunciano Urzì e Angelini - la filiale di Balestrate non è infatti dotata di un servizio fisso di guardiania armata». Anche in questo i giovanissimi rapinatori hanno dimostrato una certa freddezza: hanno atteso che il metronotte andasse via per intervenire. I sindacati vanno all´attacco: «Gli 800 milioni di euro che le banche dichiarano di spendere ogni anno per la sicurezza sono pochi, visti gli utili stratosferici che dichiarano». Urzì e Angelini sostengono che quei soldi sono «spesi male». Le banche non replicano. Ma la sequenza delle rapine, che la Fabi ha raccolto in un elenco, è davvero impressionante: nei primi sette giorni di giugno i colpi sono stati già quattro.

GIORNALE DI SICILIA – GIOVEDI’ 7 GIUGNO 2007

CRONACA DI PALERMO – COLPO DA 5 MILA EURO E NUOVO

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ALLARME DELLA FABI. ENNESIMA RAPINA AL BANCO DI SICILIA:

DUE BANDITI NELL’AGENZIA DEL POLICLINICO.

Rapina all'agenzia del Banco di Sicilia del Policlinico. Intorno alle 10,30 due banditi a volto scoperto hanno fatto irruzione nei locali della filiale.

Facendo intendere di essere armati, anche se non hanno mostrato pistole o coltelli, sono riusciti a portare via tutti i contanti, circa 5 mila euro. La filiale, fanno notare i sindacati, è sprovvista di guardiania armata ed è dotata solo di un servizio parziale di sorveglianza armata a orario, anche se differenziato. Ma i malviventi hanno atteso che l'agenzia fosse incustodita e sono entrati in azione.

Subito dopo avere arraffato il denaro, i rapinatori sono fuggiti. Non è chiaro che mezzo abbiano usato, nessuno li ha visti uscire dal Policlinico.

L'allarme è scattato immediato, ma quando sono arrivate le prome auto della polizia, i banditi si erano già dileguati. Gli agenti della scientifica hanno svolto accertamenti nella banca per rintracciare eventuali impronte digitali: le indagini sono state condotte dalla sezione antirapine della squadra mobile. Con questo assalto salgono a 37 i colpi dall'inizio dell'anno nel Palermitano, di cui sette falliti solo per casualità. «Ad oggi è dimostrato che solo il 12 per cento delle agenzie rapinate era dotata di metronotte - dicono Gabriele Urzì, rappresentante della sicurezza Fabi, uno dei sindacati dei bancari, e Giuseppe Angelini dell'Osservatorio sicurezza del Banco di Sicilia -. Ciò significa che le agenzie non presidiate sono ormai una sorta di bancomat del crimine. A questo punto intervenga anche il prefetto, sensibile al problema».

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