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AUTISMO, GENITORI E FIGLI: LA SOLITUDINE DI CRESCERE UN BAMBINO SPECIALE

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Academic year: 2022

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https://www.ilcapoluogo.it/2020/12/18/autismo-genitori-e-figli-la-solitudine-di-crescere-un- bambino-speciale/

AUTISMO, GENITORI E FIGLI: LA SOLITUDINE DI CRESCERE UN BAMBINO SPECIALE

L’AQUILA – Vivere accanto alla disabilità è una sfida quotidiana. C’è qualcuno che ha costantemente bisogno di noi…ma ti ritrovi, spesso, ad essere solo. Quel noi diventa te, o meglio diventi tu: con le tue sole forze, le tue paure e quella sensazione asfissiante di non essere abbastanza per la persona che ami. C’è un sommerso da cui non riesci a uscire.

Dove può aggrapparsi un genitore di un bambino autistico? Mentre la vita di tutti va avanti, ogni giorno, essere genitori e affrontare la disabilità del proprio figlio sembra spesso costringerci a restare un passo indietro. Frenato da timori e angosce che non vanno via, nel buio della solitudine. La comprensione espressa a parole non può bastare, serve molto di più. Anche a L’Aquila.

“Esiste un sommerso. Sono realtà che non conosciamo, ne ignoriamo le dinamiche e le difficoltà. Le nostre vite vanno avanti tutti i giorni con piccoli e grandi drammi, ma non abbiamo idea di cosa ci sia oltre le nostre certezze, oltre la nostra ‘normalità'”. Abbiamo chiesto, allora, cosa c’è oltre la normale vita di tutti i giorni, quella di genitori e figli, all’educatrice Sara Salini.

“Ci sono famiglie per cui nulla è scontato, che devono impegnarsi fino ad arrivare al punto di rinunciare, per ottenere ciò che spetta loro di diritto. Sono le famiglie che hanno a che fare con lo spettro autistico, con la disabilità, o con difficoltà di cui si occupano i servizi sociali, spesso stracolmi di lavoro e quindi mai veramente attenti a qualcuno“.

“Ma noi sappiamo che queste situazioni esistono, quello che non sappiamo è cosa c’è nel quotidiano, cosa c’è oltre la superficie”.

All’inizio, nell’immediato post diagnosi, manca anche il sonno. E ne mancherà molto nel percorso di crescita del proprio figlio. Poi, si parte, cercando di mettere da parte le inquietudini e di offrire quanto abbiamo da dare a chi ha bisogno di noi.

“Le notti insonni dopo una diagnosi di disturbo dello spettro autistico di un figlio, il difficile percorso per accettarla. Il timore che il mondo non lo tratterà mai come vorreste, l’angoscia per come possa sentirsi, per ciò che sarà dopo di noi, il senso di colpa per sbagli mai fatti. Le trafile, lunghissime telefonate e giri di persone per poter avere un servizio di supporto, le terapie all’avanguardia fin troppo costose, un’insegnante che sia abbastanza paziente, una struttura che lo possa stimolare, un’organizzazione che non pensi solo a farsi la guerra con le altre. O ancora, dinamiche legali, giudici minorili, assistenti sociali, avvocati che ti trattano con sufficienza, milioni di telefonate per prendere

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Quasi una corsa a ostacoli cercare qualcuno che sappia darti ciò che ti serve: consigli e suggerimenti preziosi per non sbagliare. E poi orientarsi: tra la burocrazia, i costi spesso insostenibili per una famiglia, la ricerca della scuola giusta, tanti tentativi che andranno a vuoto. È soprattutto allora che si inizia a sentirsi soli.

Cos’è allora cioè che resta sommerso? Nascosto a molti?

“Il sommerso riguarda la solitudine. Perché peggio di avere una diagnosi nefasta, una situazione difficile in casa o gestire la disabilità, è il sentirsi soli nell’affrontarla, e la solitudine c’è, è palpabile. Servizi sociali, associazioni, le insegnanti e tutta la gente che orbita attorno a questo mondo… ma in fondo poi, si resta da soli con le proprie paure, perché nessuno alleggerisce davvero il peso che grava sulle spalle“.

Qual è il problema più grande?

“Le associazioni, le strutture pubbliche e private, le organizzazioni, sono fatte da persone e quello che manca è gente realmente preparata e interessata a dare supporto, aiuto concreto. Ci si perde piuttosto in azioni narcisistiche, volte a dimostrare la bravura personale rispetto ad altri, dimenticandoci che la madre e il padre che abbiamo davanti hanno bisogno di soluzioni urgenti, concrete immediate. Un’insegnante di sostegno, una terapia adeguata, un supporto legale e qualcuno che ci dica «tranquilli, andrà bene, si può fare così»”. Ci spiega la dottoressa Sara Salini.

Da dove bisognerebbe cominciare per aiutare e aiutarsi?

“C’è bisogno di scuotersi, c’è bisogno di vederlo questo sommerso, che venga in superficie, che lo guardiamo in faccia e capiamo il da farsi. Sarebbe auspicabile che queste famiglie abbiamo un percorso certo da seguire, gratuito, qualcuno a cui rivolgersi e delle risorse che possano seguirne passo passo il cammino già complicato. Non bastano più gli sguardi di compatimento, le frasi come “capisco”. L’aquila è un capoluogo di provincia, come di “provincia” – per certi ambiti – è la mentalità. Essere all’avanguardia significa muoversi all’unisono, smettendo di farsi la guerra per il predominio territoriale.

Soltanto attivando servizi che funzionano, che sono accanto alle famiglie si può cambiare qualcosa”.

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https://www.rete8.it/cronaca/laquila-dieci-anni-di-180-amici-focus-sulla-salute-mentale/

L’AQUILA, DIECI ANNI DI 180 AMICI: FOCUS SULLA SALUTE MENTALE

Dieci anni di attività per l’associazione del dottor Alessandro Sirolli. Un momento di riflessione ci sarà on Line per riflettere su tutte le problematiche

L’associazione 180 amici spegne le sue prime dieci candeline. 10 anni per i diritti nella salute mentale e ancora non basta.

Occasione per parlare dei problemi della salute mentale per i quali c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto per mancanza di investimenti, per mancanza di personale.

Non è un problema di oggi, spiega il dottor Alessandro Sirolli, medico psicologo e presidente dell’associazione. Si scontano anni di indebolimento della sanità e della medicina del territorio e ora con la pandemia queste cose sono ancora più evidenti.

Si è organizzata comunque una tre giorni da oggi e sino a sabato su piattaforma social. Le tre giornate avranno carattere celebrativo ma non solo, ci sarà un confronto in stile talk che ospiterà anche esponenti del Comune e della ASL.

La pandemia oggi rende ancor più gravi i problemi trascinati da tempo perché manca il contatto diretto col paziente e soprattutto anche per accedere ad una visita passa tempo e solo su prenotazione. Altro problema è che i centri hanno orari ridotti ma i problemi, dice Sirolli, non vanno in vacanza.

https://www.youtube.com/watch?v=RNHaeQQ7jPA

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https://www.ilpescara.it/attualita/artrite-reumatoide-psoriasi-appello-cure-covid.html

IN ABRUZZO QUASI 60 MILA PERSONE SOFFRONO DI ARTRITE

REUMATOIDE E PSORIASI, L'APPELLO PER NON FERMARE LE CURE IN TEMPO DI COVID

In Abruzzo sono circa 60 mila le persone che soffrono di artrite reumatoide (circa 6.500), di psoriasi (40 mila) di artrite psoriasica (tra 7 mila e 13 mila). L'Anmar (associazione nazionale malattie reumatiche) e l'Apfiafco (associazione psoriasici italiani amici della fondazione Corazza) lanciano la campagna "Resta in contatto con il tuo medico" al fine di scongiurare che questi pazienti siano lasciati senza cure.

L'interruzione della continuità terapeutica e il conseguente peggioramento delle patologie sono uno degli effetti collaterali della pandemia da Covid-19.

È senza dubbio la difficoltà dei pazienti con patologie croniche di tenere sotto controllo la propria condizione clinica, una situazione che si sta prolungando anche nella fase due della pandemia. A rischio anche i pazienti con malattie infiammatorie croniche reumatiche e dermatologiche che da mesi si recano sempre meno frequentemente in ospedali e ambulatori per visite di controllo o prime visite diagnostiche, con un riflesso importante in termini di tempi di accesso alle cure, mancata aderenza della terapia e aumento di riacutizzazioni e ricadute. La campagna, realizzata con il contributo non condizionante di Amgen, ha come scopo proprio di esortare i pazienti con artrite psoriasica, artrite reumatoide e psoriasi, a mantenere il contatto con il proprio medico di riferimento, senza trascurare l’aderenza alla terapia.

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) e della Simg (società italiana di medicina generale e delle cure primarie): i medici di famiglia rappresentano da sempre il punto di riferimento dei pazienti sul territorio e, ora, ricoprono un ruolo molto importante poiché possono colmare la lacuna che si è venuta a creare con la chiusura degli ambulatori, diventando la figura di raccordo tra il paziente e lo specialista.

Inoltre attraverso “Resta in contatto” le due associazioni puntano a sensibilizzare le istituzioni sanitarie sui rischi della mancata aderenza alla terapia e sulla difficoltà di accedere ai controlli specialistici e alle cure abituali.

«L’artrite reumatoide (Ar) è una grave malattia infiammatoria cronica autoimmune», spiega Marco Gabini, direttore della Uoc (unità operativa complessa) di Reumatologia dell'ospedale civile di Pescara, a valenza regionale e di segretario generale della Società Italiana di Reumatologia, «che colpisce principalmente le articolazioni e che riguarda circa 400 mila persone in Italia e presumibilmente 6.500 in Abruzzo. Si manifesta con dolore, gonfiore, rigidità al movimento e porta a una progressiva perdita della

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funzionalità delle articolazioni coinvolte. La diagnosi precoce permette di avviare tempestivamente una terapia che ha l’obiettivo di modificare la progressione dell’artrite ed evitare danni irreversibili alle articolazioni. Quando alla diagnosi precoce segue una terapia tempestiva si può perseguire l'obiettivo ideale di indurre la "remissione della malattia", con cui si raggiunge un recupero completo sia sul piano clinico che dal punto di vista lavorativo e sociale».

«La psoriasi», aggiunge Maria Concetta Fargnoli, responsabile dell’unità di Dermatologia, ospedale San Salvatore dell’Aquila, «è una malattia infiammatoria cronica immuno- mediata della pelle di cui soffre circa il 3% della popolazione, ossia un milione e 800 mila pazienti in Italia e 40 mila in Abruzzo, caratterizzata dalla presenza di chiazze rosse e squamose molto fastidiose, che possono interessare anche gran parte della superficie corporea e che impattano fortemente sulla qualità di vita dei pazienti. Diverse sono le opzioni terapeutiche, topiche e sistemiche, disponibili oggi per tenere sotto controllo la malattia. Circa il 15-30% degli psoriasici è affetto anche da artrite psoriasica, malattia che colpisce le articolazioni, e circa il 15% degli individui che soffrono di forme di artrite psoriasica svilupperà nel tempo anche la psoriasi. In Italia si stima che l’artrite psoriasica riguardi circa lo 0,5-1 % della popolazione, uomini e donne in egual misura, e in Abruzzo circa 7 mila-13 mila individui».

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https://www.abruzzonews.eu/iniziativa-natale-2020-per-senzatetto-piu-bisognosi- 610449.html

INIZIATIVA DI NATALE PER I SENZATETTO E PIÙ BISOGNOSI A PESCARA

PESCARA – Si chiama Caldo pensiero l’iniziativa di Natale a cura dell’associazione di volontariato Il Sorriso di Marinella. Un momento pensato per i senzatetto, per i bisognosi, in un periodo in cui è ancora più importante far sentire vicinanza e presenza.

Un Caldo pensiero, dunque, raccolto in una scatola, preparata con il cuore. Una scatola che contenga indumenti caldi, dando priorità ad accessori facili da inserire e che possano dare davvero sollievo, come guanti, sciarpe, cappelli.

“L’idea è proprio quella di offrire una coccola, fare in modo che anche chi ha difficoltà possa festeggiare il Natale – spiegano i volontari dell’associazione -. Quindi in relazione alla parte alimentare, l’invito è a inserire dolciumi, golosità che diano il senso di festa”.

Tante le adesioni in questi giorni da parte di cittadini ed aziende che in diversi modi hanno voluto dare il loro contributo, dal Conad Teate center alla fabbrica di biscotti e dolci Luigi D’Amico che ha donato duecento parrozzini, Le Farfalle Onlus che contribuisce con una fornitura di pannolini, ingrosso 3emme, il Banco alimentare, fino alla salumeria Berta del Mercato coperto di Porta nuova e Assiunion.

“Invitiamo anche ad accompagnare la scatola con un bigliettino. Per la sua creazione sarebbe bello coinvolgere bambini e ragazzi, per un messaggio dolce e di vicinanza”

dicono dall’associazione.

Sulla pagina Facebook del Sorriso di Marinella è pubblicato un video-tutorial per ispirare la creazione della scatola del Caldo pensiero. Una guida, per dare indicazioni pratiche, in relazione al suo contenuto e al confezionamento. “Non è necessario sigillare la scatola, penseremo noi alla preparazione finale” aggiungono dall’associazione.

Il punto di raccolta è la la psicolibreria I luoghi dell’anima in via di Sotto 120/8 a Pescara, in base agli orari di apertura, dal lunedì al venerdì dalle 16,30 alle 20; il sabato e la domenica dalle 10,30 alle 13,30 e dalle 15 alle 20. Info: Tel. 3388008599. Le scatole del Caldo pensiero verranno distribuite dai volontari del Sorriso di Marinella, in collaborazione con altre associazioni del territorio.

L’associazione Il Sorriso di Marinella è senza fini di lucro e opera nel settore del volontariato e della beneficenza, della tutela dei diritti civili e per il perseguimento di scopi

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di solidarietà sociale e promozione umana. Sostiene persone, animali e ambiente, sensibilizza la collettività sulle tematiche relative. Aiuta e conforta chi versa in situazioni di estrema povertà. Favorisce quindi il miglioramento delle condizioni di vita, sociali, economiche, sanitarie, scolastiche e culturali delle persone, promuovendo e realizzando progetti di solidarietà sociale ed internazionale. Tutela, sostiene e promuove i diritti degli animali in un’ottica di salvaguardia e prevenzione dei loro disagi. L’associazione è aperta a chiunque ne condivida scopi, orientamento e finalità. Ha un comitato etico con il compito di valutare che le iniziative proposte siano sempre coerenti ed in linea con i propri principi.

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https://www.chietitoday.it/attualita/panettoni-celiaci-diabetici-donazione-diritti-diretti.html

PANETTONI E PARROZZI PER CELIACI E DIABETICI: IL DONO DI DIRITTI DIRETTI

Panettoni e parrozzi per celiaci e diabetici: un segno di attenzione da parte dell'associazione Diritti Diretti dell'indimenticata fondatrice Simona Petaccia che li ha donati ad alcune strutture assistenziali di Chieti.

Ieri una delegazione di Diritti Diretti ha consegnato una fornitura di dolciumi, per un totale di 30 pezzi tra parrozzi e panettoni prodotti da un laboratorio artigianale della città, alla Fondazione San Camillo de Lellis, che li distribuirà alla mensa Centro S. Luisa, e alla Capanna di Betlemme di Chieti, che provvederà a donarli ad alcune famiglie in difficoltà con componenti diabetici o celiaci.

"Come amava ripetere Simona, l'accessibilità non attiene solo alla mobilità, ma è un concetto più ampio e significa dare a tutti l'opportunità di vivere una vita il più possibile senza impedimenti, di qualunque natura essi siano. Così, accessibilità vuol dire anche dare alle persone con specifiche esigenze o allergie alimentari la possibilità di mangiare in assoluta tranquillità cibi appositamente pensati per loro" spiegano da Diritti Diretti.

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http://www.zac7.it/index/zac7_2015/index_dx_css_new_2015.php?

pag=16&art=4&categ=CRONACA&IDX=30436

IL COVID-19 LA COSTRINGE A RESTARE A SULMONA PER NATALE DONA IL COSTO DEL BIGLIETTO AEREO AI BIMBI SOLI

Una bella storia di Natale che unisce Sulmona al Galles. Katrina è una ragazza del Regno Unito che vive e lavora in città da 7 anni e per la prima volta quest’anno, a causa delle restrizioni da Covid-19, non potrà tornare a casa per Natale e stare con la sua famiglia così ha deciso di donare la somma che avrebbe speso per il biglietto aereo a favore del nostro “babbo Natale Alpino” che la mattina del 25 dicembre porterà i doni natalizi ai bambini delle case famiglia, dopo l’iniziativa della letterina indirizzata al nostro Babbo Natale. “Katrina perdonaci perchè sappiamo benissimo che non hai fatto questo gesto per pubblicità, ma consentici anche di ringraziare pubblicamente chi come te, grazie alla sua generosità , ci permette di donare sorrisi e qualche momento di affetto a chi ne ha bisogno”- sottolineano dal gruppo Ana Sulmona che ha organizzato, come ogni anno, il

“Babbo Natale Alpino”. I bambini soli vivranno un Natale diverso anche grazie a persone sensibili e generose come Katrina.

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https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2020/12/17/natale-polizia-porta-doni-a-piccoli- ricoverati_0765db77-167a-49e5-aaee-4991fa47e36e.html

NATALE: POLIZIA PORTA DONI A PICCOLI RICOVERATI

PESCARA - La Polizia di Stato ha consegnato questa mattina doni di Natale ai degenti del reparto di Oncologia Pediatrica dell'ospedale di Pescara. A guidare la delegazione il questore Luigi Liguori, accompagnato dal segretario regionale del sindacato di Polizia Siap Alberto Ravanetti.

Grande emozione per i piccoli ricoverati nel vedere i doni consegnati dal personale in divisa. Per tanti bimbi è stata poi un'emozione unica indossare il cappello di ordinanza della Polizia di Stato. Alla cerimonia ha presenziato il personale medico e paramedico dei reparti di Oncologia Pediatrica ed Ematologia, coordinato da Patrizia Accorsi.

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https://www.ekuonews.it/17/12/2020/anvvfc-abruzzo-in-lutto-cermignano-perde-graziano-il- volontario-amato-da-tutti/

ANVVFC ABRUZZO IN LUTTO: CERMIGNANO PERDE GRAZIANO, IL VOLONTARIO AMATO DA TUTTI

TERAMO – Questa mattina (17 dicembre, n.d.r.) presso il nosocomio di Teramo, dopo una lunga battaglia contro il Covid19, Graziano Misantone ci ha lasciati. Un dolore immenso per tutta la comunità, una persona buona e sempre pronta ad aiutare gli altri. Graziano, di anni 42, per gli amici Ciccio, era volontario e socio fondatore dell’ANVVFC – Protezione Civile di Cermignano. Era stato anche volontario della Croce Rossa e della locale Pro Loco, storica figura a “Lu Sand’Andonje di Cermignano”, un punto di riferimento per tutta la comunità. “Qualsiasi attività svolta da oggi sarà a nome di Ciccio. Non ti dimenticheremo mai, hai lasciato un vuoto infinito! Ti vogliamo bene, aiutaci da lassù”, ha commentato il presidente dell’ANVVFC di Cermignano, Alessio Caforno. La delegazione Valli Teramane e tutto il comitato ANVVFC regionale Abruzzo, si stringe al dolore per laperdita del volontario più forte e gentile. “Una persona affettuosa e rispettosa, sempre pronta ad aiutare il prossimo”, è il ricordo del presidente regionale Italo Ferrante, che si stringe al dolore della famiglia.

Ciao Ciccio, che la terra ti sia lieve.

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https://www.terremarsicane.it/caccia-e-covid-wwf-enpa-lav-e-lipu-scrivono-a-conte-e- contestano-lordinanza-di-marsilio/

CACCIA E COVID. WWF, ENPA, LAV E LIPU SCRIVONO A CONTE, CHIEDONO DI IMPUGNARE L’ORDINANZA 108/2020 DI MARSILIO

Abruzzo – WWF Italia, ENPA, LAV e LIPU Birdlife Italia hanno indirizzato nei giorni scorsi a livello nazionale una lettera al presidente del Consiglio e ai Ministri competenti con la richiesta di impugnare l’Ordinanza n. 108 del 12 dicembre 2020 del Presidente della Regione Abruzzo che, in contrasto con le disposizioni contenute nel DPCM del 3 dicembre 2020 e con le norme sulla caccia, autorizza in una regione classificata come “arancione” i cacciatori a svolgere la loro attività non solo nel comune di residenza, ma in tutte le decine di comuni del loro Ambito Territoriale di Caccia. Uguale privilegio viene riconosciuto anche ai pescatori autorizzati a spostarsi nell’intera Provincia di residenza.

Il caso dell’Abruzzo non è isolato: atti dal contenuto sostanzialmente identico sono stati emanati dalle Regioni Toscana (Ordinanza n. 117 del 5/12/2020), Calabria (Ordinanza n.

94 del 7/12/2020) e Lombardia (Decreto n. 649 del 9/12/2020). “Mentre tutti i normali cittadini devono rinunciare ad una passeggiata in montagna o anche a svolgere una serie di attività economiche, i cacciatori possono muoversi liberamente su gran parte del territorio provinciale”, dichiarano le associazioni.

La caccia è una (discutibile) attività ludico-ricreativa che non è assimilabile ad attività professionale e che è assolutamente diversa, per scopo e funzioni, alla gestione della fauna, attività scientifica e regolata dall’art. 19 della legge 157 del 1992: articolo che esclude, anche in caso di eccezionali piani di controllo, il ricorso a operatori privati quali i cacciatori. Infatti, nell’Ordinanza della Regione Abruzzo tale piano è disciplinato in un punto autonomo e separato. L’illegittimità delle disposizioni di questi provvedimenti regionali è del tutto evidente perché risultano in contrasto con il DPCM in vigore e violano il principio secondo cui le Regioni non possono derogare “in peius” alle disposizioni nazionali poste a tutela della salute pubblica.

Il DPCM in vigore è stato emanato sulla base della dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale al fine di tutelare il primario interesse della salute pubblica:

consentire lo spostamento indebito fuori dal proprio Comune di decine di migliaia di cittadini, senza una reale motivazione, per esercitare un’attività ludica, appare una chiara violazione tanto del diritto alla salute quanto nel principio fondamentale di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione.

«L’Abruzzo, come le poche altre Regioni interessate – commenta Filomena Ricci, delegato

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Abruzzo del WWF – ha aggirato le restrizioni in vigore per fare ennesime concessioni ai cacciatori, dichiarando che vi sarebbe un presunto “stato di necessità per conseguire l’equilibrio faunistico-venatorio, limitare i danni alle colture, nonché il potenziale pericolo per la pubblica incolumità”. Affermazioni queste che andrebbero comprovate da dati oggettivi che possano dimostrare sia la reale sussistenza dei rischi asseriti che l’effettiva idoneità dell’attività venatoria a porre rimedio a tale emergenza. Del tutto assurdo poi che i provvedimenti regionali consentano tutte le forme di caccia previste dal calendario venatorio, compresa, per esempio, quella agli uccelli migratori o agli uccelli acquatici: in che modo questi animali determinano pericoli per l’equilibrio faunistico, le colture e la pubblica incolumità?».

La Legge sulla caccia (157/1992) ben chiarisce la funzione e gli obiettivi dell’attività venatoria, il cui esercizio non si può qualificare di pubblica utilità, essendo peraltro svolto sulla base di una concessione e in maniera subordinata rispetto al preminente interesse di conservazione della fauna selvatica, quale patrimonio indisponibile dello Stato. Ma questo il presidente Marsilio e alcuni suoi colleghi sembrano averlo dimenticato: non è ammissibile – scrivono le associazioni – che le Regioni si avvalgano, in maniera strumentale, di provvedimenti emanati in condizioni di emergenza al fine di consentire un’attività che dovrebbe essere limitata per ridurre i rischi sanitari e addirittura per attribuirle una funzione che non le appartiene.

Le Associazioni hanno chiesto quindi un intervento immediato del Governo per arginare tale illegittima tendenza filo-venatoria che porta le regioni ad emanare ogni anno provvedimenti puntualmente dichiarati illegittimi dai tribunali amministrativi o che non passano il vaglio della Corte Costituzionale determinando, oltre ai rischi per la nostra biodiversità, enormi sprechi di risorse pubbliche.

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https://www.abruzzolive.it/legambiente-stop-a-pesticidi-oltre-70-della-frutta-ne-contiene/

LEGAMBIENTE, STOP A PESTICIDI: OLTRE 70% DELLA FRUTTA NE CONTIENE

L’Aquila. Il dossier Stop Pesticidi, elaborato da Legambiente e presentato questa mattina nella diretta streaming trasmessa su www.legambiente.it, http://agricoltura.legambiente.it, www.lanuovaecologia.it e sui rispettivi canali social e realizzato in collaborazione con Alce Nero, ci dice che i pesticidi più diffusi negli alimenti in Italia sono Boscalid, Dimethomorph, Fludioxonil, Acetamiprid, Pyraclostrobin, Tebuconazole, Azoxystrobin, Metalaxyl, Methoxyfenozide, Chlorpyrifos, Imidacloprid, Pirimiphos-methyl e Metrafenone. Sono per la maggior parte fungicidi e insetticidi utilizzati in agricoltura che arrivano sulle nostre tavole e che, giorno dopo giorno, mettono a repentaglio la nostra salute. I consumatori stanno chiedendo prodotti sempre più sani e sostenibili ma il business dell’agricoltura intensiva sembra non voler cedere il passo. L’edizione 2020 del rapporto dell’associazione ambientalista fotografa una situazione che vede risultare regolare e privo di residui di pesticidi solo il 52% dei campioni analizzati. Senza dubbio, un risultato non positivo e che lascia spazio a molti timori in merito alla presenza di prodotti fitosanitari negli alimenti e nell’ambiente. Analizzando nel dettaglio i dati negativi, si apprende che i campioni fuorilegge non superano l’1,2% del totale ma che il 46,8% di campioni regolari presentano uno o più residui di pesticidi.

Cattive notizie anche in merito alla quantità di residui derivanti dall’impiego di prodotti fitosanitari in agricoltura: i laboratori pubblici regionali ne hanno trovato traccia in campioni di ortofrutta e prodotti trasformati in elevata quantità. Preoccupanti inoltre i dati del multiresiduo, che – è bene ricordarlo – la legislazione europea non considera non conforme a meno che ogni singolo livello di residuo non superi il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell’organismo umano.

Proprio il multiresiduo risulta essere più frequente del monoresiduo, essendo stato rintracciato nel 27,6% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 17,3% dei campioni con un solo residuo.

Come negli anni passati, la frutta è la categoria in cui si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari multiresiduo. Ad essere privo di residui di pesticidi è solo il 28,5% dei campioni analizzati, mentre l’1,3% è irregolare e oltre il 70%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più residui chimici. L’89,2% dell’uva da tavola, l’85,9% delle pere, e l’83,5% delle pesche sono campioni regolari con almeno un residuo. Le mele spiccano con il 75,9% di campioni regolari con residui e registrano l’1,8% di campioni irregolari.

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Alcuni campioni di pere presentano inoltre fino a 11 residui contemporaneamente.

Situazione analoga per il pompelmo rosso e per le bacche di goji che raggiungono quota 10 residui. Diverso il quadro per la verdura: se, da una parte, si registra un incoraggiante 64,1% di campioni senza alcun residuo, dall’altro fanno preoccupare le significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti come i peperoni in cui si registra l’8,1% di irregolarità, il 6,3% negli ortaggi da fusto e oltre il 4% nei legumi. Tali dati, se analizzati in riferimento alla media degli irregolari per gli ortaggi, che è dell’1,6%, destano preoccupazione. Ad accomunare la gran parte delle irregolarità è il superamento dei limiti massimi di residuo consentiti per i pesticidi (54,4%) ma non mancano casi in cui è stato rintracciato l’utilizzo di sostanze non consentite per la coltura (17,6%). Nel 19,1% dei casi, poi, sono presenti entrambe le circostanze. Le sostanze attive che più hanno determinato l’irregolarità sono l’organofosforico Chlorpyrifos nell’11% dei casi e il neonicotinoide Acetamiprid nell’8% dei casi. Altro dato da sottolineare è la presenza di oltre 165 sostanze attive nei campioni analizzati. L’uva da tavola e i pomodori risultano quelli che ne contengono la maggior varietà, mostrando rispettivamente 51 e 65 miscele differenti.

Tra i campioni esteri, la Cina presenta il tasso di irregolarità maggiore (38%), seguita da Turchia (23%) e Argentina (15%). In alcuni di questi alimenti non solo sono presenti sostanze attive irregolari, ma anche un cospicuo numero di multiresiduo. È il caso, ad esempio, di un campione di bacca di goji (10 residui) e di uno di tè verde (7 residui), entrambi provenienti dalla Cina. Degno di nota è anche un campione di foglie di curry proveniente dalla Malesia nel quale, su 5 residui individuati, 3 sono irregolari. Sul fronte dell’agricoltura biologica, su 359 campioni analizzati 353 risultano regolari e senza residui, ad eccezione di un solo campione di olive, di cui però non si conosce l’origine. Non è quindi possibile, allo stato attuale, sapere se l’irregolarità è da imputare a una contaminazione accidentale, all’effetto deriva o a un uso illegale di fitofarmaci. L’ottimo risultato è ottenuto, tra le altre cose, grazie all’applicazione di ampie rotazioni colturali e pratiche agronomiche preventive, che contribuiscono a contrastare lo sviluppo di malattie e a potenziare la lotta biologica tramite insetti utili nel campo coltivato.

“Serve una drastica diminuzione dell’utilizzo delle molecole di sintesi in ambito agricolo, grazie a un’azione responsabile di cui essere tutti protagonisti – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente -. Per capire l’urgenza di questa transizione, si pensi alla questione del glifosato, l’erbicida consentito fino al 2022, nonostante il 48% degli Stati membri dell’Ue abbia deciso di limitarne o bandirne l’impiego per la sua pericolosità; l’Italia inizi dalla sua messa al bando. Inoltre, per diminuire la chimica che ci arriva nel piatto è necessario adeguare la normativa sull’uso dei neonicotinoidi, seguendo l’esempio della Francia che da anni ha messo al bando i 5 composti consentiti dall’Ue, e approvare al più presto il nuovo Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”.

“Occorre liberare l’agricoltura dalla dipendenza dalla chimica – ha aggiunto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – per diminuire i carichi emissivi e favorire un nuovo modello, che sposi pienamente la sostenibilità ecologica come asse portante dell’economia made in Italy, diventando un settore strategico per il contrasto della crisi climatica. Riteniamo anche necessaria una svolta radicale delle politiche agricole

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pratica agricoltura sostenibile e biologica. Le risorse europee, comprese quelle del piano nazionale di ripresa e resilienza, vanno indirizzate all’agroecologia, in modo da accelerare la transizione verso una concreta diminuzione della dipendenza dalle molecole pericolose di sintesi, promuovendo la sostenibilità nell’agricoltura integrata e in quella biologica come apripista del modello agricolo nazionale, con l’obiettivo di giungere in Italia al 40 % di superficie coltivata a biologico entro il 2030”.

Legambiente torna a chiedere che l’Italia allinei le sue politiche al Green deal e a quanto previsto dalle strategie europee Farm to fork e Biodiversità che ambiscono a ridurre entro il 2030 del 50% l’impiego di pesticidi, del 20% di fertilizzanti, del 50% di antibiotici per gli allevamenti, destinando una percentuale minima del 10% di superficie agricola ad habitat naturali. Ritiene, inoltre, strategico approvare la legge sull’agricoltura biologica, ferma al Senato della Repubblica, come strumento per sostenere il settore. Altro aspetto da non trascurare è quello dell’etica del cibo e della legalità: se gli alimenti devono essere sani, lo deve essere anche il lavoro che li produce così come sono rilevanti i rischi per la salute dei braccianti non regolarizzati derivanti dall’esposizione diretta ai pesticidi, in assenza dei più elementari dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa vigente. Per questo è importante attuare misure specifiche rispetto al fenomeno del caporalato, sia attraverso politiche di prevenzione che di controllo e vigilanza e di assistenza, reintegrazione e inserimento socio-lavorativo dei braccianti sfruttati e approvare con la massima urgenza la normativa contro le aste al doppio ribasso di prodotti agroalimentari da parte della grande distribuzione.

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LUOGHI DEL CUORE FAI, EREMO DI SANT’ONOFRIO AL MORRONE AI PRIMI POSTI IN ITALIA

L’AQUILA – La classifica è ancora provvisoria, considerando che i risultati definitivi verranno annunciati tra febbraio e marzo, ma la decima edizione dei Luoghi del cuore, il censimento condotto ogni anno dal Fai (Fondi ambiente italiano) per individuare monumenti da non dimenticare e anzi valorizzare che si è concluso il 15 dicembre, vede al 7° posto in Italia l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone. Un successo straordinario del monumento simbolo del Centro Abruzzo che veicola l’immagine dell’intera regione in tutto il paese. Molto distante in classifica il secondo luogo del cuore abruzzese, le Grotte di Stiffe, che con 8.346 voti si piazzano al 22esimo posto.

Con più di 16mila voti, l’Eremo del XIII secolo, è il luogo più intimamente connesso alla vicenda di Pietro da Morrone, diventato papa con il nome di Celestino V e successivamente canonizzato come San Pietro Confessore.

Oasi di pace e di spiritualità, ospita la grotta che fu il primo umile rifugio dell’eremita. Al suo interno i pellegrini vi compivano un rito antico e “apotropaico” per guarire, come vuole la tradizione, dai dolori articolari giacendo per qualche istante sulla spelonca rocciosa che fu il giaciglio del santo eremita. È arroccato sulla parete rocciosa del Morrone che si erge perpendicolare sui resti del tempio italico di Ercole Curino, altro nume tutelare dell’Abruzzo antico.

Dal suo straordinario belvedere la vista domina la magnifica abbazia di Santo Spirito a Morrone, lo storico campo di prigionia 78 e l’intera Valle Peligna. È elettivamente il “luogo del cuore” degli abruzzesi per la densità delle vicende storiche e spirituali ad esso collegate.

LA CLASSIFICA DEI PRIMI DIECI ABRUZZESI 1 Eremo di Sant’Onofrio al Morrone (7° in Italia) 2 Grotte e cascata di Stiffe (22esimo in Italia) 3 Castello di Roccascalegna (43esimo) 4 Faro di Punta Penna (54esimo) 5 Borgo Universo (121esimo)

6 Chiesa della Santissima Trinità (124esimo) 7 Istituto Regina Margherita (159esimo)

8 Chiesa di San Nicola e borgo adiacente (223esimo) 9 Lago di Scanno (319esimo)

10 Cattedrale di San Michele Arcangelo (359esimo)

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