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Fabrizio Magioncalda (VTG): contingentare le merci pericolose creerà meno appeal sul mercato per la modalità ferroviaria

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numero 241 - 7 Maggio 2020

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Fabrizio Magioncalda (VTG): contingentare le merci pericolose creerà meno appeal sul mercato per la modalità ferroviaria

Le interviste sulla crisi

Il mondo ferroviario è in grosso fermento; l’Europa spinge per la conversione modale e per un’ac- celerata specie da parte degli stati maggiormente in ritardo.

Ne abbiamo parlato con Fabri- zi Magioncalda, manager della Succursale Italiana di VTG Rail Logistics Deutschland GmbH, uno dei più grndi costruttori e noleggiatori di carri ferroviari.

Magioncalda, come vede la situazione in Italia?

I segnali non sono incoraggianti, pur- troppo; o meglio, a fronte di dichia- razioni politiche, specie da parte del ministro dei trasporti, che pongo- no obiettivi importantissimi quali ad esempio il raggiungimento del c.d. 30/30 (ovvero + 30 % di merci sulla ferrovia en- tro il 2030), dall’altra assistiamo a prese di posizione che non possono che preoccu- pare fortemente noi operatori del settore.

E per operatori intendo sia le IF, che gli spedizionieri ferroviari, che gli operatori intermodali, che i detentori di carri merci ferroviari.

A cosa si riferisce in particolare?

È di qualche giorno fa una preoccupantis- sima presa di posizione ufficiale da parte del gestore dell’Infrastruttura Ferroviaria Italiana (RFI), che sostanzialmente, e sulla base di analisi del rischio di cui al momen- to nulla si sa, andrebbe a contingentare la quantità di merci pericolose che potranno

circolare sulla rete ferroviaria italiana nel prossimo futuro.

Per alcuni tratti di linea ferroviaria si con- gela la possibilità di sviluppare traffici ul- teriori fissando nell’esercizio 2017/2018 (?!?) il numero massimo di treni traspor- tanti merci pericolose che sarà permesso.

Quindi, su certe linee, si sostiene ci sia una saturazione tale che non può essere superata perché vi sono rischi..

Esattamente. Ma senza specificare i ri- schi, però. Dico di più. Il documento, in maniera fin troppo chiara, sostiene che la misura potrà applicarsi anche a linee e tratte ulteriori rispetto a quelle ad oggi ufficialmente già individuate, dichiaran- do che per quelle che successivamente si troveranno nella medesima condizione

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si renderà necessaria una rimodulazione simile per i traffici già programmati o da programmarsi.

Si assisterebbe, in sostanza, ad un vero e proprio congelamento alla situazione at- tuale (anzi, a quella dell’esercizio 2017- 18) e ciò sembra precludere a un qual- siasi tipo di conversione modale utile al raggiungimento degli importanti obiettivi Europei di cui s’è discusso.

Ma anche senza scomodare l’Europa, l’im- pegno ambientale e tutti gli altissimi idea- li che stanno alla base di questa necessità di conversione; lo Stato, con la c.d. “cura del ferro”, si è impegnato e si impegna ad erogare il “ferro-bonus” per favorire lo shifting modale (vincolando peraltro i beneficiari alla conferma, se non addirit- tura all’incremento, dei volumi di traffico dichiarati nei due anni successivi alla data di ottenimento del bonus), dall’altra Rete Ferroviaria sembra voler porre dei limiti a tale sviluppo…

Mi faccia fare l’avvocato del diavolo: nel caso di “saturazione” delle linee, si sarà certamente prevista la possibilità che le

IF studino e pianifichino itinerari alterna- tivi..

Anche immaginando la possibilità di ag- girare l’ostacolo utilizzando per lo stesso trasporto da A a B un percorso “alterna- tivo”, non vedo come ciò non possa che creare pericolose distorsioni del mercato a favore di altre modalità di trasporto.

A più KM da percorrere non possono che corrispondere più costi per la traccia e quindi meno appeal sul mercato per la modalità ferroviaria.

E parlando di sicurezza: non è plausibile che allungando i viaggi non si faccia che aumentare il rischio di incidenti piuttosto che il contrario?

Ed ancora: su quali basi è possibile sotto- scrivere accordi ed impegni con fornitori e clienti senza le necessarie garanzie che i trasporti saranno poi effettivamente ef- fettuati alla condizioni (anche commercia- li) originariamente pattuite?

Tutte domande cui il gestore dell’infra- struttura, spero, vorrà rispondere a breve.

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