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. RESOCONTO DELLA SEDUTA DI AUDIZIONE I COMMISSIONE CONSILIARE SPECIALE DEL 11/03/2019 -ore 16.00

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RESOCONTO DELLA SEDUTA DI

AUDIZIONE I COMMISSIONE CONSILIARE SPECIALE DEL 11/03/2019 -ore 16.00

ARGOMENTO: “Gestione Contabile Amministrativa del Consorzio Idrico Terra di Lavoro” Chiarimenti

INTERVENUTI:

On.le Antonio del Monaco – Deputato;

Dott. Vincenzo Piscitelli – ex Revisore del Consorzio idrico Terra di Lavoro;

Dott.Ciro Pesacane – Gestione idrica della Regione Campania .-

Sono presenti i Consiglieri:

Ciarambino Valeria (M5S) – Presidente della Commissione;

Viglione Vincenzo – (M5S) -

Assistono alla seduta il Dirigente UD StortiGiuseppe il Funzionario AP Cacchio Maria Carmela IL Funzionario PO Russo Fabiola, il Responsabile. Uff. CAT. C – Sorrino Giovanni.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE CIARAMBINO

La seduta ha inizio alle ore 16.10

PRESIDENTE (Ciarambino): Buonasera a tutti e benvenuti all’audizione odierna avente ad oggetto: “Gestione contabile e amministrativa

del Consorzio idrico Terra di Lavoro – Chiarimenti”. Abbiamo inteso svolgere l’audizione anche a seguito di segnalazione e sollecitazione ricevuta dall’onorevole Antonio Del Monaco, Deputato, anche per competenza territoriale, perché viene da quei territori in cui il Consorzio esiste.

Voglio ringraziare il dottor Vincenzo Piscitelli, l’ex Revisore del Consorzio, Antonio Del Monaco, il consigliere Viglione che è qui presente, e per conto della gestione idrica della Regione Campania il dottor Pesacane.

Devo dire che purtroppo non abbiamo nessun rappresentante del Consorzio idrico, avevamo convocato il Presidente, abbiamo ricevuto una telefonata proprio nell’imminenza della Commissione segnalandoci problematiche di carattere personale che hanno ostacolato la partecipazione. Ho chiesto che mi venga inviata una giustificazione formale di assenza, trattandosi di una convocazione istituzionale.

Peraltro, ritengo che mancando la voce di chi oggi dirige il Consorzio sarà necessario, con molta probabilità, convocare un’audizione in prosieguo.

Vediamo cosa emerge dall’audizione odierna e poi valutiamo.

Faccio un inquadramento della questione e poi lascio la parola al generale Del Monaco che è richiedente l’audizione.

Già nel maggio scorso l’onorevole Del Monaco ha chiesto l’intervento della Commissione per la Trasparenza al fine di fare chiarezza su quanto riportato in un rapporto a firma proprio del professor Piscitelli, che è qui presente, afferente nella sua qualità di allora revisore, Presidente del collegio dei revisori, con riguardo alla situazione contabile del Consorzio. Il rapporto è stato inviato il 21 aprile scorso, quindi circa un anno fa, al Presidente della Regione ed è rimasto privo di riscontro, a quanto ne sappiamo.

Abbiamo convocato – oggi – anche il Presidente della Giunta regionale, poiché è titolare dei poteri sostitutivi, come si evince dalla nota del Prefetto di Caserta proprio in

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risposta al rapporto di Piscitelli, che diceva appunto di non poter intervenire perché i poteri sostitutivi erano in capo al Presidente della Giunta.

Abbiamo convocato la direzione generale Ciclo Integrato delle Acque della Regione Campania, il Presidente e il legale rappresentante del Consorzio idrico e il direttore generale del Consorzio idrico e appunto l’ex Presidente del collegio dei revisori.

Le funzioni del Consorzio sono contemplate nello Statuto agli articoli 2 e 9. Il Consorzio idrico è un Ente che riunisce i Comuni della Provincia di Caserta per l’esercizio unitario di tutte le funzioni amministrative relative alla gestione dei servizi pubblici circa la captazione, il sollevamento, il trasporto, la distribuzione di acqua per uso potabile e per usi diversi, circa la raccolta, il trattamento, la depurazione, il riuso e lo scarico delle acque reflue, circa i servizi di fognatura, l’utilizzo delle risorse idriche secondo criteri finalizzati al risparmio e ancora altro. In particolare, il Consorzio determina la tariffa conformemente alla normativa vigente, predispone e approva il programma degli interventi e del relativo Piano finanziario, sceglie la forma di gestione di ciascun servizio, controlla il servizio reso dal gestore e amministra i beni strumentali ad esso affidati dagli Enti per l’esercizio dei servizi pubblici.

Il 16 aprile 2018, con una nota a propria firma indirizzata al Prefetto di Caserta, l’allora Presidente del collegio dei revisori dei conti uscente elenca ed evidenzia le gravi criticità riscontrate nell’esercizio del proprio mandato, chiedendo il commissariamento del Consorzio.

Le criticità riguardano l’esistenza di gravi squilibri finanziari in continuo peggioramento, è una situazione incandescente, tali da mettere in dubbio i presupposti di continuità aziendale.

In particolare: mancata convocazione dell’Assemblea e mancata approvazione del Bilancio 2016; una gravissima situazione contabile al 2017, con oltre 16 milioni di perdita di esercizio, a cui si somma l’esistenza di debiti scaduti e non pagati (11 milioni ad Enel e 100

milioni ad Acqua Campania); esistenza di Comuni consorziati inadempienti per milioni di euro, come il Consorzio di San Marcellino, Mondragone, Villa di Briano, San Cipriano di Aversa e altri, inadempienze che non solo incidono sulla tenuta finanziaria del Consorzio, ma ledono i Comuni adempienti che chiaramente non possono beneficiare di attività che potrebbero essere espletate se il Consorzio fosse in equilibrio; impossibilità dei soci morosi ad esprimere voto e relativa impossibilità a ricoprire cariche istituzionali; illegittimità nelle convocazioni assembleari del 12 e del 20 aprile, nel corso delle quali si è costituito il nuovo CDA e il nuovo collegio dei revisori. Tra le fattispecie di mala gestio, a titolo esemplificativo, è descritta quella relativa al Comune di Frignano, costretto a pagare la somma di 1 milione 200 per due volte, una volta al Consorzio che avrebbe dovuto destinare la somma al soddisfacimento del credito ad Acqua Campania, un'altra volta ad Acqua Campania dopo che il Consorzio aveva destinato la somma ad altro.

All’esito di questa descrizione il Presidente uscente chiede al Prefetto di Caserta di sospendere gli organi ordinari e di procedere al commissariamento. Il Prefetto, con una nota che abbiamo qui allegata la propria competenza e individua altri soggetti, tra cui il Presidente della Regione Campania e il Presidente del CDA quali organi competenti in grado di adottare provvedimenti in via sostitutiva, sollecita il Presidente del CDA ad attivare tutte le iniziative necessarie e adottare i provvedimenti per il rispetto degli organi normativi in capo al Consorzio.

Se non c’è nulla da aggiungere in questa fase lascerei la parola al Presidente del Consorzio che è l’autore della nota, di cui vi ho letto alcune sintesi, per inquadrarci più compiutamente la problematica.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Ringrazio la Presidente della Commissione dell’invito e la

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ringrazio anche per aver fatto la sintesi del mio esposto, tutto ciò che ha raccontato la Presidente è indicato nel mio esposto. Ho portato agli atti anche documenti a supporto, come allegati, che avevo indicato nell’esposto al Prefetto, appunto a supporto di ciò che diceva l’Onorevole.

Volevo porre l’attenzione su un aspetto che va al di là delle questioni che forse avete potuto vedere dalla stampa, dalle notizie che si sono divulgate negli ultimi mesi, perché a mio avviso la questione centrale non deve ricadere sull’opportunità o meno dell’attuale governance che esiste attualmente al Consorzio, ancorché legittimamente nominata con Assemblea, ma sull’opportunità o meno dell’esistenza dello stesso Consorzio. È qui che vorrei concentrarmi, su quest’aspetto. Se noi ripercorriamo tutto l’esposto che ho fatto, in realtà parte delle inadempienze che sono indicate, vedi la mancata approvazione dei Bilanci 2016 e 2017, ad oggi paradossalmente per il ritardo o l’assenza – direi – di intervento sia da parte del Prefetto sia da parte del Presidente della Regione, hanno consentito l’Assemblea consortile e quindi anche il CDA di sanare queste inadempienze. Ad oggi abbiamo un Bilancio approvato del 2016 e del 2017, mentre alla data del mio esposto non era nemmeno stata convocata l’Assemblea. Questo fatto già era sintomatico di grave inadempienza. Ovviamente, adesso non possiamo più rimarcare questi aspetti che sono contemplati nell’esposto.

L’aspetto che continua ad esistere, indipendentemente dall’esposto, è la deficitarietà dell’Ente che è strutturale. Il Consorzio ha chiuso il Bilancio 2016 e 2017, con il parere del nuovo collegio dei revisori, perché sostanzialmente mi sono rifiutato nell’esprimere il parere e a questi ultimi due Bilanci, in perdita, nel 2016 circa 8 milioni di euro, contro i 7 milioni di euro del 2017. Tra l’altro, non potevano altrimenti i nuovi revisori, insieme al CDA, di fronte al mio esposto dove dichiaravo una perdita del solo 2016 pari a 16

milioni di euro. Azzerare la perdita sarebbe stato per loro un atto rilevantissimo, perché ci avrebbero dovuto spiegare i 16 milioni di euro dove erano andati a finire.

Innanzitutto vorrei solo dire perché il Consorzio è strutturalmente in perdita, in realtà a fronte di costi sostenuti per l’acquisto della materia prima, in questo caso l’acqua, da Acqua Campania prima e adesso Regione Campania, il 50 per cento di queste risorse in realtà si perde nella rete, quindi acquistiamo 100 metri cubi di acqua, pachiamo a 1 euro o 100 euro, faccio per dire, ma ne vendiamo la metà, l’altra parte si perde lungo la rete. Capite bene che una situazione del genere crea un dissesto strutturale, salvo un forte intervento della Regione oppure del Governo centrale con un’operazione di investimento sulla rete idrica, solo così si potrebbero recuperare questi deficit strutturali. La perdita del Consorzio in realtà non è del 2016 o del 2017, si trascina da anni.

Immaginate che se ad oggi il Consorzio dovesse cessare la propria attività, riscuotendo tutti i crediti e pagando tutti i debiti del Consorzio, mancherebbero all’appello circa 40 milioni di euro, i 40 milioni di euro non sono altro che la sommatoria di tutte le perdite gestionali che si sono avute nel corso degli anni. È un problema di governance, quindi di chi amministra, ma non vorrei lanciare una freccia a favore degli attuali amministratori, ma in realtà pongo la questione dal punto di vista dell’esistenza strutturale. È chiaro che vedendo i nominativi, i componenti, più volte ho rimarcato all’Assemblea di avere delle nomine con criteri di professionalità e competenza, indipendentemente dagli aspetti politici, ma in realtà queste mie richieste sono state mute, non hanno avuto alcun seguito, però legittimamente l’Assemblea ha eletto il nuovo CDA. Al di là delle competenze e delle professionalità, che sicuramente si possono migliorare nella gestione, resta il fatto che oggi, pure se viene il padre eterno ad amministrare il Consorzio, senza un intervento forte sulla rete

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idrica, il Consorzio continuerà per anni a generare perdite.

PRESIDENTE (Ciarambino): Con riguardo a questo elemento, che è un elemento di criticità abnorme, e c’è uno spreco anche della risorsa idrica che non è infinita, sono state fatte delle segnalazioni e delle richieste alla Regione Campania da parte del Consorzio? La manutenzione della rete sarebbe di competenza della Regione.

(Intervento fuori microfono)

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Prima era di proprietà del Consorzio, adesso è stata ceduta tutta la rete, ivi compresa la manutenzione.

Ovviamente non basta, perché c’è un'altra parte della rete che è di proprietà comunale, lì occorre un intervento da parte dei Comuni strutturali, con finanziamenti regionali, europei o governativi.

Vengo alla questione centrale, che va al di là dell’esposto. Cosa accade nel momento in cui il Consorzio ha approvato questi due Bilanci, 2016 e 2017, in forte perdita? Sulla base della legge finanziaria 2014, per la spending review anche, si è stabilito che a partire dal 2017 allorquando le aziende speciali o aziende controllate da Enti pubblici chiudono il Bilancio in perdita, ed è il caso del nostro Consorzio, e nei quattro anni precedenti al 2017 lo stesso Ente ha pubblicato, quindi ha approvato Bilanci in perdita, in questo caso il Prefetto per gli Enti Locali e il Presidente della Regione per il Consorzio avrebbe dovuto, entro sei mesi dall’approvazione del Bilancio, che nel nostro caso è avvenuto a giugno, sciogliere l’Ente, quindi metterlo in liquidazione, decorsi questi sei mesi tutti gli atti sarebbero nulli.

Il Presidente della Regione negli ultimi sei mesi, avendo quest’Ente strutturalmente in perdita, perché non ha rispettato il dettame normativo della legge finanziario 2014?

Nel caso in cui il Presidente della Regione non dovesse intervenire, come non lo sta facendo, chi ha i poteri sostitutivi del Presidente della Regione? In questo caso l’unico organo che sostituisce il Presidente della Regione, di fronte all’inadempimento dello stesso, è il Governo o – meglio – si interviene con decreto su proposta del Ministro di competenza, nel nostro caso è il Ministro dell’Ambiente, quindi il ministro Costa.

Al di là dell’esame, che in realtà non spetta nemmeno – immagino – a noi in questa sede, nemmeno di instaurare il contraddittorio, perché sono dati pubblici, sono dati definitivi, pubblicati, quindi non si possono modificare, chiederei semplicemente il rispetto della legge, il rispetto della legalità. Dal punto di vista professionale tutto ciò che stanno facendo adesso, paradossalmente è nullo, perché già entro dicembre 2018 il Presidente della Regione avrebbe dovuto sciogliere il Consorzio.

Poi mi chiedo: queste perdite strutturali del Consorzio, alla fine, su chi ricadono?

PRESIDENTE (Ciarambino): I Comuni che sono adempienti non hanno intrapreso nessun tipo di azione?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Avevamo due tipologie di Enti consorziati, quelli a contatore generale, dove l’acqua si dava al Comune e poi il Comune provvedeva alla distribuzione e incassava la tariffa, e poi altri Enti dove noi distribuivamo direttamente agli utenti. Con il passare del tempo i Comuni a contatore generale sono usciti, infatti adesso sono circa 56 Comuni contro un centinaio che erano dal 2013, anche perché non pagavano sostanzialmente, quindi prendevano l’acqua e poi, così come il Consorzio non pagava ad Acqua Campania, anche il Comune, anzi in alcuni casi, dove io li ho rilevati, Acqua Campania ha agito direttamente nei confronti dei Comuni, come nel caso di Frignano, il Comune consorziato pagava ad Acqua

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Campania, non comunicava l’avvenuto pagamento al Consorzio e di conseguenza anche le posizioni debitorie e creditorie risultavano falsate. Più volte ho chiesto una ricognizione adeguata dei crediti e i debiti sia nei confronti di Acqua Campania sia nei confronti dei Comuni consorziati.

Poi, c’è l’altra parte dei Comuni che garantisce – dico una parola impropria – la continuità, perché non c’è la continuità aziendale ad oggi, che sono gli utenti finali, sono i Comuni dove il Consorzio distribuisce l’acqua agli utenti finali.

Come fa il Consorzio a sopravvivere nel tempo, nonostante generi perdite, che negli ultimi due anni, 2016 e 2017, parliamo di 14 milioni di euro? in che modo sopravvive?

Semplicemente, sembra strano, non pagando i grandi creditori.

Se noi prendiamo Enel e Acqua Campania che assorbono il 60 per cento dei costi, non pagando loro si utilizza la liquidità semplicemente per pagare i dipendenti, qualche fornitore, ovviamente senza alcuna regola, nemmeno temporale e cronologica, e ovviamente assolvere a quelli che sono impegni politici.

PRESIDENTE (Ciarambino): I dipendenti riescono a pagarli?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: I dipendenti sì, se non in alcuni casi ricorrendo all’anticipazione di cassa. Se analizziamo i Bilanci degli ultimi anni, a fronte di un pagamento costante, più o meno costante dei dipendenti, assisti ad un aumento esponenziale dei debiti verso i grandi creditori i quali evidentemente bloccati dall’agire nei confronti del Consorzio in quanto trattasi di servizio pubblico essenziale. Enel e Acqua Campania fino ad un certo punto possono intervenire per interrompere sia la corrente sia l’alimentazione di acqua, perché stiamo parlando di un servizio pubblico essenziale. Tutto questo sembra mascherare quella che è la perdita strutturale, ma chi si

accorge che in realtà in un anno ho pagato tutti i dipendenti, ma i debiti verso Acqua Campania e verso Enel sono aumentati di 10 milioni di euro, questo nessuno lo sa.

PRESIDENTE (Ciarambino): Di quanti dipendenti parliamo?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Nel 2017 erano circa 60 dipendenti. Durante la mia presenza non sono state fatte assunzioni, se non nell’aver agito attraverso incarichi intuito personam, ci sta tutto nella gestione amministrativa di un Ente, poi si può valutare l’opportunità o meno rispetto a determinate scelte, perché ci sono alcuni adempimenti obbligatori, immagino al modello 231, però sono soltanto rispetto della normativa formale, perché anche lì c’è l’organismo di vigilanza, c’è l’organo interno di controllo, però è chiaro che di fronte a questa condizione strutturalmente deficitaria non denunciano. È questo il punto.

Lo dico con onestà professionale, non porrei l’attenzione sulle singole fattispecie di inadempienza da parte dell’attuale CDA, perché anche se ci sono non spetta a me in questa fase denunciare o stabilire se esistono delle responsabilità o meno. La questione che porrei sul tavolo è l’esistenza o meno di quest’Ente, in realtà alla fine, se noi la vogliamo dire dal punto di vista politico, questo è per antonomasia il carrozzone politico che è sempre esistito.

Ho fatto quest’esperienza dal 2014 grosso modo e dopo sei mesi mi vennero a parlare dicendomi: “Lei non è interessato a questioni politiche?”. Lo dico non con cattiveria, loro sono inconsci di dove vivono. Il fatto di essere nominati CDA o revisori o consulenti, vivono la propria posizione come un’azienda a sé stante, ma non si rendono conto di vivere in una realtà, com’è il Consorzio, che in realtà oggi si può nascondere, ma domani tutto ricadrà sui cittadini.

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PRESIDENTE (Ciarambino): Sono soldi sottratti ai cittadini, perché non pagare Acqua Campania significa che Acqua Campania non paga la Regione.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Si vantano del fatto che hanno tariffe generalmente basse, però se consideriamo che questi presunti 40 milioni di euro in realtà andrebbero ripartiti tra i Comuni consorziati e i Comuni consorziati per ripianare queste perdite a livello locale non hanno alternativa, se non aumentare le imposte, bene, me li togli dalla tariffa, ma aumenti l’Imu e la tassa sull’occupazione pubblica, le risorse da qualche parte devono uscire.

Auspico un intervento da parte della Regione che pone fine a questo calvario dal punto di vista finanziario, perché sono perdite insostenibili, però laddove il Presidente della Regione per opportunità politica e anche perché l’attuale schieramento del CDA paradossalmente è, vuoi o non vuoi, dello stesso schieramento del Presidente della Regione, quindi non interviene, ma questo non può assolvere la funzione del rispetto della legge, perché sarebbe assurdo.

PRESIDENTE (Ciarambino): La relazione che lei ha trasmesso al Prefetto, l’ha mandata anche agli organi inquirenti?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico:

Assolutamente, al Capo Gabinetto, al Presidente della Regione, di tutto e di più.

PRESIDENTE (Ciarambino): Anche in Procura?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Sì, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

PRESIDENTE (Ciarambino): Perfetto, quindi ne sono già a conoscenza. Se non ci sono interventi, sentirei la Regione, poi facciamo qualche approfondimento. Con riguardo alla Regione, vorrei chiedere anzitutto qual è la competenza della Regione sul Consorzio e poi se in virtù di queste comunicazioni così pesanti e pregnanti, quali provvedimenti ha adottato la Regione e se non li ha adottati, perché.

Partiamo dalle competenze della Regione.

Anche rispetto alla questione posta, ovvero la legge di Bilancio 147 del 2013, che appunto è la legge di stabilità 2014, che dice che il conseguimento di un risultato economico negativo per due anni consecutivi, rappresenta giusta causa ai fini della revoca degli amministratori.

In caso di mancato avvio della procedura di liquidazione, entro il predetto termine – dice in un comma successivo – i successivi atti di gestione sono nulli e la loro adozione comporta responsabilità erariale dei soci. È abbastanza pesante come questione.

Visto che lei rappresenta la Regione in questo Consesso, se ci illustra cortesemente le competenze della Regione, visto che questa questione vi è stata segnalata dal Presidente del collegio dei revisori formalmente, con una nota che a me ha fatto rabbrividire, e immagino anche a voi. Che tipo di adempimenti avete messo in opera? E con riguardo alle previsioni di Bilancio, perché non si è intervenuti?

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

Voglio chiarire due o tre passaggi importanti per la discussione. La Regione fa questo lavoro da anni, ma non lo dovrebbe fare, come ben sapete, siamo l’unica Regione d’Italia che gestisce. La Regione si è dotata di un Ente, che è l’Ente Idrico Campano che dovrebbe mettere ordine in questo settore e dovrebbe individuare i gestori del casertano, del napoletano e così via. C’è un soggetto, negli ultimi due anni, che ha un ruolo non da poco.

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PRESIDENTE (Ciarambino): Di fatto l’EIC non sta ancora operando.

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

L’Ente Idrico ha sostituito l’Ato, il famoso Ato 2 Volturno. Per ora ancora la Regione Campania si trova a fare questo lavoro che non dovrebbe fare, cioè di fornire l’acqua all’ingrosso ai Comuni, tramite i sistemi regionali della ex CAS e tramite i sistemi di Acqua Campania.

La Regione ha messo in atto tutto, penso che il Presidente del collegio di revisori lo sa, abbiamo fatto decreti ingiuntivi, abbiamo fatto di tutto per incassare i soldi. Di solito a un moroso, quando tu incassi i soldi, se non ti dà i soldi gli stacchi, ma certamente non puoi staccare l’acqua, perché l’acqua è un bene comune, è un bene importante, prezioso e certamente non puoi staccare.

Addirittura nel 2012 la Regione ha fatto una forzatura ancora più forte, si è ripresa le adduzioni che aveva. Il CTL nasce che la CAS aveva fatto delle adduzioni di grossi tubi di acqua che dovevano fornire ai vari Comuni e li avevano dato in gestione a questi Consorzi dei Comuni, che è una cosa anche interessante, perché i Consorzi dei Comuni che pubblicamente gestiscono l’acqua, è una cosa molto bella, significa che l’acqua è completamente pubblica ed è gestita dai Comuni.

Essendo che non venivamo pagati, da anni, non siamo mai stati pagati, nel 2012 abbiamo pensato di riprenderci queste condotte che erano in una situazione abbastanza precaria e stiamo anche intervenendo per aiutare i Comuni che non prendevano acqua, ci sono alcuni Comuni, proprio dovuto alla mala gestione di questi tubi, che avevano problemi ad avere acqua.

Sulle reti comunali, ci tengo a precisare, la Regione non c’entra niente. Da un po’ di anni c’è la tariffa che si prepara, all’interno di quella tariffa c’è anche il Piano di investimento per i Comuni, significa che quando si fa la tariffa, nella tariffa prevedi anche un Piano di

investimento per riparare le perdite. È chiaro che se si è fatta, se voi avete avuto, e immagino di sì, negli anni precedenti la tariffa approvata, ci doveva stare anche una parte di investimenti ed è chiaro che lì si doveva intervenire, perché è vero quello che dice l’ex Presidente che i Comuni purtroppo perdono tanta acqua. Ci troviamo dinanzi ad una situazione abbastanza drammatica in tutta la Regione, molto caratterizzata nel casertano dove i Comuni, perché non sono dotati di una rete comunale sufficientemente manutenuta, che perdono acqua a morire, ed è un delitto contro la natura, pensate due anni fa, quando abbiamo avuto la famosa emergenza del 2017, avevamo problemi con le sorgenti, non erano basse come nelle altre Regioni d’Italia, ma avevamo il problema delle perdite. Sui grossi acquedotti della Regione le perdite sono sempre contenute, perché quando un tubo nostro perde fa talmente di quei danni che devi intervenire subito, invece purtroppo è la gestione dei Comuni, c’è questa “gestione”

dove alla fine si perde acqua a morire.

Come Regione abbiamo fatto di tutto, abbiamo fatto decreti ingiuntivi, personalmente ho partecipato ad una riunione in prefettura perché il Consorzio ha due grossi debitori: noi, che sono oltre 100 milioni, e poi anche l’Enel.

Perdonateci, più di fare i decreti ingiuntivi, più di chiedere il commissario ad acta al Tar, se vogliamo estremizzare si dovrebbe andare a chiudere l’acqua, ma pure se me lo dicesse il padre eterno, non lo farei nemmeno sotto tortura il chiudere l’acqua ad una comunità.

Essendo che il Consorzio dei Comuni, l’ex Presidente lo sa, è un Consorzio dei Comuni dove solitamente ci sono anche i Comuni con le quote, abbiamo aggredito ingiustamente, ma per responsabilizzare anche i Comuni, i Comuni che avevano questo servizio, che aderivano al Consorzio, dovevano sapere.

Trovo che come direzione abbiamo fatto di tutto per poter incassare. Devo dire la verità, la cosa più complicata è incassare.

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Lei mi diceva dei numeri, dei Bilanci che lei ha fatto, la voce “acquisto acqua” c’era in questo Bilancio?

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Le perdite derivano dal costo sostenuto per l’acquisto, quindi con le fatture che arrivano, e l’incapacità dei ricavi, quindi delle vendite, di coprire i costi.

Questo è l’aspetto economico.

Dal punto di vista finanziario invece i costi o erano 100 o 200 o 300 era lo stesso, tanto non si pagavano. È questo il punto.

Da un lato c’era l’iscrizione legittima del costo di competenza, la perdita strutturale generava la perdita di esercizio, tutto questo accompagnato dall’aspetto finanziario dei due grandi creditori che non riscuotevano e non riscuotono mai, che consente la sopravvivenza del quotidiano del Consorzio.

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

È chiaro che noi abbiamo messo in atto tutto quello che possiamo fare.

PRESIDENTE (Ciarambino): Dottor Pesacane, non c’è un potere sostitutivo della Regione nei riguardi degli organi del Consiglio di amministrazione?

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

A questo non so rispondere, mi interesso di fornire l’acqua. Ricordo che molti anni fa, prima del 2000 c’era il Prefetto, la prefettura di Caserta spesso e volentieri consorziava. Il Consorzio è come gli Enti Locali, c’è una forma consortile dove la prefettura commissariava.

Non stiamo davanti alla prima volta, forse il Presidente dell’ex Consiglio lo sa che è stata commissariata per anni dalla prefettura.

Abbiamo fatto di tutto. È chiaro che oggi siamo davanti anche all’Ente Idrico Campano che è un soggetto che speriamo in breve tempo normalizzi questa situazione. Devo dire che la questione è molto complessa e complicata, molti Sindaci a volte hanno paura di uscire dal

Consorzio perché non sanno chi fa la gestione, se fanno la gestione.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: In realtà scrissi al Difensore Civico della Regione. Il Difensore Civico con molta cordialità rispose, mi diede un appuntamento, il giorno in cui venni all’appuntamento fu revocato dal Tribunale. Lo stesso giorno, ero al sesto piano. Tentai un altro incontro con il nuovo, l’ho visto, abbiamo discusso della problematica e lui semplicemente mi chiese: sul Consorzio, in quanto Ente che svolge attività economica rilevante, il Difensore Civico non ha poteri sostitutivi degli Enti Locali perché è un Ente che svolge attività economica rilevante. Attività economica rilevante significa che le entrate non sono rappresentate dai tributi, come normalmente accade in un Ente Locale, ma da tariffe di stampo privatistico. Mi disse: mettiti nei panni dei revisori degli Enti Locali e vedi, a seguito di queste inadempienze quali sono gli obblighi cui è sottoposto l’Ente Locale nei confronti del Consorzio. Li ho trovati gli obblighi. In realtà, le perdite consortili da Statuto vanno ripartite tra i Comuni e i Comuni li devono prevedere nel proprio Bilancio.

Questo è successo qualche mese fa, non c’è stato ancora il tempo per conferire di nuovo al Difensore Civico, però un intervento, da parte della Regione, sui Comuni consorziati è possibile ed ha ad oggetto, a mio avviso, la copertura delle perdite ripartite.

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

Lei sa che abbiamo avuto un avvicinamento di direzione, con il vecchio direttore generale e con l’avvocatura stavamo affrontando questo tema, che sta diventando un tema imbarazzante economicamente. Sul settore idrico ci sono delle grandi utenze che non pagano, uno è il CTL.

(Intervento fuori microfono)

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PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

Anche la Gori, però stanno pagando. Rateizzi e fai entrare qualcosa, qui stiamo davanti ad una difficoltà totale di noi come uffici, insieme al nostro concessionario, di poter affrontare questo tema.

È chiaro che come Regione, se uno cerca di pagare, la finanziaria introdotta molti anni fa, se un Comune che è stato distratto vuole pagare, tu gli vai incontro, cerchi di non fare un default, sappiamo benissimo cosa significa il dissesto comunale, specialmente nel casertano, molti Comuni del casertano vanno sul dissesto proprio sull’idrico e il dovere istituzionale è di dargli una mano, ma quando riesci a dialogare, nel caso non siamo riusciti a dialogare.

Mi impegno personalmente, domani vedrò il mio Vicepresidente, perché questo tema è un tema per noi abbastanza pesante economicamente.

PRESIDENTE (Ciarambino): Dottor Pesacane, non ero a conoscenza di questa norma, ma è di una gravità inaudita questa norma e non è immaginabile che voi non ne siate a conoscenza, è la legge di stabilità 2014, si dice con chiarezza assoluta che laddove c’è un risultato negativo per quattro dei cinque esercizi pendenti, dal 2017 in poi, si deve procedere alla liquidazione, e c’è la nullità del atti con il danno erariale in capo ad un altro debitore.

L’adozione degli atti di gestione comporta una responsabilità erariale.

(Intervento fuori microfono)

PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

La Provincia, fino a qualche anno fa, aveva un ruolo. La Provincia aveva un ruolo abbastanza determinante.

DEL MONACO, Deputato: Prima la Provincia era dentro, tanto è vero che è rimasto qualcosa della Provincia, lo stipendio che prende il Presidente. Il Presidente prende lo stesso stipendio dell’Ente di maggiore

rappresentatività, ed era la Provincia, oggi che non c’è più la Provincia, lo stipendio del Presidente non dovrebbe essere quello del Presidente della Provincia, ma dovrebbe essere quello del Comune e un esempio potrebbe essere quello di Marcianise, ma non è così, perché il Presidente continua ancora a prendere quello stipendio.

Mi rendo conto che da povero cittadino che pago l’acqua, come pago tutti i tributi, mi rendo conto che si sta perpetrando e cronicizzando una truffa nei miei danni, ai danni dei cittadini.

Pago l’acqua, c’è chi la paga o chi si tiene i tributi per sé e non la paga proprio, chi la paga e poi il Consorzio non paga, ma se li tiene per sé. Che fine fanno questi soldi?

I contenziosi il Consorzio li vuole, perché quei contenziosi gli servono per dare consulenze.

Sarebbe opportuno veramente andare a vedere, e questa cosa l’ho detta già anche alla Finanza: i Bilanci, le consulenze e gli appalti.

Sono tre cose cui andare a vedere per rendersi conto di quello che c’è. È impossibile che per oltre dieci anni il Presidente è sempre lo stesso e il Vicepresidente è sempre lo stesso, addirittura abbiamo il Presidente dell’Assemblea che non potrebbe essere il Presidente dell’Assemblea.

È possibile che non riusciamo ad uscirne fuori da questa situazione? E dal punto di vista del Consorzio non c’è nessuno, è completamente assente.

PRESIDENTE (Ciarambino): Visto quello che sta emergendo, forse non è un caso.

DEL MONACO, Deputato: Quando ho letto quella norma, quella della finanziaria 2014 mi sono detto: è possibile che una cosa del genere può sfuggire al Presidente della Giunta regionale quando è stato anche sollecitato per ben due volte sulla storia, oltre che tutte le attività che sono avvenute in loco e anche compresa la Finanza che è andata a fare dei sopralluoghi.

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Addirittura so che poco tempo fa hanno fatto un bando per avere ulteriore personale. Stiamo scherzando? A leggere queste cose rabbrividiamo.

Se c’è un centesimo pubblico lo devo custodire più dei miei soldi, i miei soldi li posso anche sperperare, ma il denaro pubblico va salvaguardato. È una truffa al danno del cittadino.

PRESIDENTE (Ciarambino): Presidente, prego.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Volevo rimarcare l’aspetto della legge finanziaria che può essere stata una leggerezza, una leggerezza in merito alla non attenzione rispetto alla normativa, e ci sta tutta, perché hanno subito quest’esposto al Prefetto e già nell’esposto al Prefetto, la mancata convocazione dell’Assemblea per l’approvazione del Bilancio, è essa stessa un inadempimento grave. Di fronte a questi inadempimenti, il loro unico obiettivo è stato di approvare in fretta e furia i Bilanci, ovviamente trascurando altri aspetti normativi che sono più rilevanti rispetto alla mancata approvazione del Bilancio.

(Intervento fuori microfono)

DEL MONACO, Deputato: Una sola domanda e poi chiudo, riferita proprio al Bilancio, vedo che hanno approvato il Bilancio 2016-2017, con 8 milioni per il 2016 di debito e 7 milioni nel 2017, poi il Presidente mi dice, visto che era lui in carico in quel periodo, che non ha approvato questi Bilanci, che solo nel 2016 erano 16 milioni. All’improvviso si sono dimezzati.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico:

Fortunatamente i 16 milioni di euro che ho indicato nell’esposto, ho la documentazione ufficiale che ho allegato agli atti, all’esposto,

non sono valori stimati. La perdita è di 16 milioni, tuttavia, nell’esposto indicavo una dicitura che tecnicamente andata messa perché il Bilancio non era definitivo ed era quella del preassestamento. Di solito quando si chiude il Bilancio si elabora una situazione contabile provvisoria, poi dalla situazione contabile provvisoria si operano con delle scritture di assestamento. Tutte le operazioni a cavallo di due esercizi devono essere rettificate e o integrate nella situazione provvisoria. A quel punto la situazione contabile, dopo le scritture di assestamento, diventa definitiva.

Quello che è certo è che la perdita preassestamento, sono 16 milioni di euro. È evidente che, ancorché trattasi di un valore privo di scritture di assestamento, l’anomalia che si evince passando dalla perdita da 16 milioni a 7 milioni resta comunque e andrebbe anche questa chiarita. Mi trovo d’accordo con lei. Anche se c’è la critica: hai indicato 16 milioni a senza scritture di assestamento? Sì, ma potevano essere tutte le scritture di assestamento del mondo, ma da 16 milioni non si passa a 8, quindi qualche manovra contabile è stata fatta, un piccolo miracolo contabile, un po’ di finanza creativa non guasta mai.

(Intervento fuori microfono)

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Già trattasi di una questione a mio avviso poco rilevante ai fini di ciò che stiamo trattando, perché o 16 o 8 non cambia la sostanza del problema, resta sempre lo stesso. È chiaro che nascondere 10 milioni di euro di perdita può essere indicativo di altre situazioni. Gli organi competenti saranno poi loro a valutare.

(Intervento fuori microfono)

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Leggendo la convocazione, in prima battuta, ho chiamato anche l’Onorevole, mi è parsa strana la convocazione anche agli organi del Consorzio,

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perché pensavo che le audizioni fossero fatte per parti. Alla fine, riflettendo, devo porre sul tavolo questioni di rispetto della legge.

PRESIDENTE (Ciarambino): Sarebbe stato loro interesse fare chiarezza laddove c’erano argomenti che la sconfessavano.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Dovevano sconfessare la legge finanziaria 2014? Non credo.

PRESIDENTE (Carambino): La parola al consigliere Viglione.

VIGLIONE: Grazie Presidente e grazie anche agli intervenuti. In assenza dell’interlocutore principale, cerchiamo di fare delle considerazioni che poi ci auguriamo di poter suffragare, poi è una proposta che lancio alla presidenza, se è possibile continuare l’audizione nella speranza che il Consorzio possa fornire delle delucidazioni non tanto in ordine alle violazioni che sono state bene esposte dall’ex Presidente Piscitelli, quando fa riferimento ad una serie di inadempienze che dovrebbero scaturire in qualche modo nella liquidazione del Consorzio. Chiaramente il problema è che – è una riflessione che sottopongo anche al dottor Pesacane – già una volta ci siamo trovati ad affrontare la problematica di alcune strutture che sono attualmente in capo a chi si occupa del servizio idrico integrato sulla Provincia di Caserta e in quella sede ravvisammo i ritardi che si stanno protraendo in ordine all’approvazione dell’attuale legge di riordino del servizio idrico in Campania che prevede la realizzazione di un Ente d’ambito distrettuale, che si chiama “Terra di Lavoro” di nuovo. Nelle more del passaggio, crediamo che tutto quello che oggi è in capo a quello che è il Consorzio Terra di Lavoro in futuro dovrà essere in capo all’altro Ente che subentra in questa gestione. È una considerazione anche per ottenere degli

elementi di chiarimento anche su questi elementi.

Se ho capito bene, prima stavo dando un’occhiata sia allo Statuto sia ad alcuni documenti che sono presenti sul sito del Consorzio, alcuni Comuni potrebbero rientrare sia nell’Ente sia nel Consorzio, perciò la richiesta era per capire: questi Comuni alla fine faranno capo solo dell’Ente distrettuale oppure fanno comunque capo al Consorzio? Poi, se ne chiede la liquidazione, qualcuno si deve far carico della gestione del servizio. Questo è per chiarire gli elementi di chi deve essere parte dell’Ente d’ambito distrettuale che riguarda la gestione del servizio idrico, in rapporto a quello che è lo stato attuale del Consorzio.

L’altro elemento, se lei ha degli elementi su cui possiamo ragionare, prima si parlava di un 50 per cento dell’acqua acquistata che viene persa attraverso un problema di reti. È stato fatto qualche intervento in passato, per quello che riguarda la Regione, che a lei risulti? Questo è un elemento di cui abbiamo parlato spesso, le reti fatiscenti, il problema di perdita di gran parte della risorsa idrica che viene poi destinata agli acquedotti. Quello che riguarda i Comuni, contrariamente riguarda i Comuni, lo conosciamo bene, se non altro lo vedo in maniera del tutto personale, quando mi trovo ad attraversare le strade del Paese, un giorno sì e l’altro pure ci sono delle perdite che un po’

derivano dal fatto che le reti sono vecchie e un po’ il traffico territoriale con l’estensione urbanistica aumenta, cambia, cambia connotazione, il manto stradale comunque ha degli ammaloramenti per la vetustà che si porta dietro e chiaramente tutto questo si ripercuote come danneggiamenti che poi magari comporta la perdita della risorsa idrica e comporta chiaramente anche il dispendio del Comune per intervenire e far riparare il danno.

In ordine a quella che è la rete in capo alla Regione, a lei risulta che negli ultimi anni, negli ultimi due o tre anni, la Regione ha fatto qualche tipo di intervento da questo punto di vista?

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PESACANE, Acquedotti Regione Campania:

Prima chiarisco la questione dell’Ente Idrico Campano. L’Ente Idrico Campano è un Ente dove i soci sono i Sindaci, non sono membri gli acquedotti o i gestori, sono i Sindaci della Regione Campania.

L’Ente Idrico Campano ha previsto cinque distretti a Provincia, un po’ ha rivoluzionato la vecchia legge che era degli Ato, l’Ato 2 che prevedeva la Provincia di Caserta e la Provincia di Napoli e ci sono cinque distretti, il distretto di Caserta dove sono i rappresentanti dei Comuni eletti dai Sindaci, dove c’è un portavoce e c’è anche un coordinatore di distretto che se non sbaglio attualmente è il Comune di Caserta, prima era il Comune di Santa Maria Capua Vetere.

L’Ente Idrico ha potere di controllo sui gestori.

L’Ente Idrico dovrebbe fare il Piano d’ambito, una volta fatto il Piano d’ambito dovrebbe individuare il gestore o i gestori dei cinque distretti, un distretto in house, se c’è un distretto pubblico oppure in gara e così via.

Oggi come oggi, i Sindaci sono parte integrante dell’Ente Idrico e sono parte integrante del distretto di Caserta, sono autonomi e dovrebbero essere gli Enti deputati, per i cittadini di Caserta, di controllare quello che succede nella zona della Provincia di Caserta.

La Regione Campania, quando ha riacquisito alcune condotte, sta intervenendo, perché abbiamo trovato delle situazioni abbastanza imbarazzanti, stiamo rifacendo dei tratti di condotta perché alcuni Comuni non erano serviti, per esempio, tra poco partirà un lavoro sulla zona Life, che era una condotta che si scassava, i Comuni restavano senza acqua per un giorno intero, l’abbiamo dovuta rifare e stiamo progettando alcuni interventi sull’adduzione. Sulle reti comunali no.

Tengo a precisare, non voglio entrare nel merito dell’adduzione che gestiva il CTL, sennò non ce lo prendevamo un'altra volta, ma le perdite sulle adduzioni sono sempre limitate nei numeri, sono numeri bassissimi. Quando

erroneamente si dice che si perde il 50 per cento dell’acqua, non è sulla grande adduzione, è sempre dovuto purtroppo alla rete comunale perché la grande adduzione, per la caratteristica che ha, se perdi, io ho una perdita, intervengono i pompieri, perché è la condotta che trasporta acqua non al suo palazzo, ma ad interi Comuni e quando c’è una perdita abbastanza forte e consistente il problema sono i Comuni, i Comuni del casertano, che sono Comuni che hanno una rete comunale abbastanza fatiscente, sono Comuni urbanizzati un po’ male, molti Comuni non hanno nemmeno i tracciati della rete idrica comunale. Sulle reti idriche comunali potremmo scrivere e potremmo parlare ore intere, sappiamo benissimo che in Regione Campania, se vogliamo soffermarci sul casertano, si è fatto ben poco.

Ultimamente, con la nuova normativa, quando fai la tariffa dell’acqua, metti una parola investimento, l’investimento è dovuto a quello che investi per recuperare le perdite. Passa la parola “investimento” se poi quei soldi realmente li spendi per dare l’acqua a quel palazzo.

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Non so se avete copia del mio esposto con gli allegati, magari vi potrei girare quello. Rispetto a tutti i documenti, quello che resta ancora in piedi è la questione dell’Enel. Parlo del 2015, il 25 giugno 2015, fu nominato un commissario ad acta, il dottor Infante, era un magistrato della Corte dei Conti, il quale l’unico soggetto con cui poteva interloquire era il Presidente del collegio dei revisori, in quanto in quella fase lui sostitutiva l’Assemblea e il CDA, ma non il collegio dei revisori. Dal sottoscritto voleva capire se il Consorzio aveva risorse per poter ripianare il debito e in caso contrario dimostrare il perché non poteva riparare, con una comunicazione.

Gli feci una comunicazione dove sancivo l’impossibilità, da parte del Consorzio, di poter adempiere all’obbligazione. Mi dice: a questo

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punto devo agire nei confronti dei Comuni e agendo nei confronti dei Comuni, questa ripartizione del debito può generare anche dissesti per i singoli Comuni. Il magistrato mi disse che non si voleva prendere questa responsabilità di scrivere al Prefetto e di chiedere la verifica dei Bilanci comunali laddove veniva prevista la copertura di questo debito, salvo che non glielo indicavo io come Presidente del collegio dei revisori. Scrivo con lui al Prefetto, è questa la nota, chiedo al Prefetto di verificare lo stato di dissesto dei Comuni, con l’elenco di tutti i Comuni, e anche questo tentativo è morto appena nato. Feci anche da spalla al magistrato per dire di agire, ed era nel 2015.

Da norma il rinnovo del collegio dei revisori avviene in sede di approvazione dell’ultimo Bilancio del triennio di competenza, loro invece hanno nominato i revisori prima dell’approvazione del Bilancio, se l’avessero dovuto approvare con me, in quella data secondo la norma bisognava rinnovare il collegio, è chiaro che il parere sul 2016 e 2017 non l’avrebbero mai avuto. Pur inadempiente, avrei potuto fare ricorso e dire: io scado quando approvano il Bilancio di mia competenza, in quella sede bisogna rinnovare, così come dice la normativa. Non ho fatto niente, ho detto:

andate avanti, io faccio altro.

(Intervento fuori microfono)

PISCITELLI, Ex Presidente Collegio dei Revisori del Consorzio Idrico: Agli atti ho anche la ripartizione per i Comuni.

DEL MONACO, Deputato: Oltre a farvi denunciare ciò che è stato denunciato, vale a dire questa situazione, questa truffa nei confronti dei cittadini che si sta lasciando andare e quindi diventare continuativa nel tempo. Tra l’altro leggo che ultimamente il Tar ha chiesto di pagare subito i 22 milioni di euro di debiti all’Enel.

Chiaramente quello che vorrei denunciare a questo tavolo, alla Presidenza, è l’assenza di chi doveva essere presente qui e darci delle spiegazioni. Se non abbiamo la possibilità di dare delle spiegazioni o quantomeno di far quadrare i Bilanci o dare indicazioni perché siamo in perdita o in debito o in dissesto e continuiamo ad andare avanti, lasciando tutto alle spalle, vuol dire che o c’è incoscienza o c’è superficialità o purtroppo se esiste una situazione del genere potrebbe essere voluta e a quel punto mi preoccupo, perché se è voluta vuol dire che c’è qualcosa che non va e allora chiaramente questa cosa va denunciata, va denunciata in maniera chiara. Non posso pensare che per 11 anni, Presidente e Vicepresidente sempre lì, possa essere una questione di superficialità, non posso pensare che possa essere una questione di essere sbadati, se invece è una questione di volontà, affinché tutto questo avvenga, va denunciato e vanno presi dei provvedimenti.

PRESIDENTE (Ciarambino): Ringrazio tutti i presenti e ringrazio anche per i temi pregnanti che sono stati posti sul tavolo, molto critici.

Trovo davvero disdicevole l’assenza di una qualunque rappresentanza del Consorzio idrico che avrebbe avuto il dovere di venire a rispondere alle istanze legittime che questa Commissione pone, nel pieno esercizio della propria mission istituzionale e nell’interesse dei cittadini, per fare chiarezza rispetto alle criticità che sono emerse.

Ritengo assolutamente necessario convocare un’audizione in prosieguo rispetto a quella odierna. La caratteristica di questa Commissione è la sua caparbietà, non ci fermiamo rispetto ad un’assenza, siamo anche disponibili ad andare noi al Consorzio idrico, se il Consorzio idrico non viene da noi, pur di acquisire gli elementi di conoscenza indispensabili.

Ritengo che quello che abbiamo acquisito in termini di conoscenza sia sufficientemente grave e critico da essere trasmesso alla

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Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti, poi integreremo con gli elementi di conoscenza che verranno da successive audizioni. Sinceramente, da quello che ho ascoltato oggi, possiamo anche valutare di convocare i Comuni che fanno parte del Consorzio, eventualmente anche l’EIC per quelle che sono le loro responsabilità, il debito che ricade in quota sui Comuni, la carenza del servizio in virtù delle situazioni debitorie così critiche. Valuteremo questi elementi e convocheremo una nuova audizione dove certamente convocheremo un rappresentante del Consorzio idrico.

Chiedo al Presidente Piscitelli di farci avere la sua relazione, così come trasmessa, con gli allegati annessi che ci servono per poter fare una relazione compiuta alla Procura e personalmente anche alla Regione Campania che come Commissione Trasparenza richiameremo ai suoi doveri in virtù degli elementi di conoscenze acquisiti oggi, Vi ringrazio.

I lavori terminano alle ore 17.30.

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