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Distanza minima tra due autovelox

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Distanza minima tra due autovelox

Autore: Redazione | 26/08/2018

Multa per autovelox: cosa prevede la legge in materia di distanza tra rilevatori elettronici della velocità. Quando le postazioni di controllo della polizia sono troppo vicine tra loro e si prendono due multe.

Proponiamo di seguito alcuni suggerimenti per proporre un eventuale ricorso per multe elevate da due autovelox posizionati a breve distanza l’uno dall’altro.

Modalità di installazione e previsioni normative.

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Ti sarà infatti sicuramente capitato di ricevere una multa con la quale ti viene contestato il superamento del limite di velocità in un tratto stradale o autostradale rilevato attraverso un rilevatore autovelox. La situazione è ancor più complicata quando ti ritrovi di fronte due contravvenzioni elevate per infrazioni commesse a poca distanza l’una dall’altra. Facciamo una panoramica e un po’ di chiarezza sull’argomento, cerando di spiegare qual è la distanza minima tra due autovelox.

In cosa consiste un autovelox

Tutti gli automobilisti si saranno sicuramente imbattuti almeno una volta durante la guida in un autovelox. Ma in cosa consiste precisamente questo apparato? Si tratta di un congegno che permette di rilevare, in un determinato punto, la velocità di un veicolo e l’eventuale superamento del limite stabilito, con la possibilità di documentare l’infrazione anche fotograficamente e di emettere un verbale che sarà poi notificato al proprietario dell’auto.

Funzionamento dell’autovelox e tipologie di apparati

Conoscere le modalità di funzionamento di un autovelox e le diverse tipologie degli stessi, è fondamentale nell’ipotesi in cui tu voglia intentare un contenzioso con l’ente che ha rilevato l’infrazione per evitare il pagamento e l’applicazione delle eventuali sanzioni accessorie. Molto spesso le forze dell’ordine utilizzano l’autovelox a fotocellule, un impianto che rileva la velocità del veicolo in due successivi passaggi. Questa rilevazione permette di verificare la velocità in chilometri orari e stabilire se è stata o meno commessa un’infrazione. L’autovelox a fotocellule può essere dotato di una postazione fissa o essere di tipo mobile e, in entrambi i casi, permette di documentare l’avvenuto superamento del limite di velocità attraverso lo scatto di una fotografia. Negli ultimi anni, trovano sempre maggiore utilizzo gli autovelox funzionanti con il telelaser, sia per la maggiore comodità che per l’elevata precisione della rilevazione. Infine, l’altro autovelox presente soprattutto sulla rete autostradale è il tutor, oggetto recentemente di una sentenza che ne ha disposto il blocco del funzionamento, che si basa sulla rilevazione della velocità media di un veicolo in due punti per stabilire l’eventuale superamento del limite di velocità.

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Norme e criteri di installazione dell’autovelox

La domanda che sicuramente ti starai ponendo riguarda i criteri con i quali vengono installati gli autovelox sulla rete stradale e autostradale. Bisogna innanzitutto precisare che questi dispositivi possono essere utilizzati con una duplice finalità:

rilevare il superamento del limite di velocità;

rilevare le infrazioni commesse durante le manovre di sorpasso.

Circa l’installazione di questi dispositivi, l’attuale normativa [1] prevede che l’uso e l’impiego degli autovelox, per le finalità sopra indicate ed escludendo per ora il caso della rete autostradale, è previsto su strade extraurbane secondarie e su strade urbane a scorrimento veloce, purché siano individuate con apposito decreto del Prefetto. In particolare l’individuazione delle strade sulle quali poter installare gli autovelox è prevista sulla base di alcuni criteri ben precisi quali la pericolosità della strada o di un suo preciso tratto, il numero di incidenti che si verificano sullo stesso, e le condizioni del traffico stradale e planoaltimetriche che non permettono di poter effettuare l’immediato fermo del veicolo senza creare disagi e pericoli alla circolazione degli altri mezzi, il tutto senza pregiudicare la sicurezza e l’incolumità degli automobilisti e degli agenti che operano con l’ausilio dell’autovelox. Sul tema è intervenuta recentemente anche la Corte di Cassazione, la quale, in una sua sentenza ha precisato che l’utilizzo di autovelox è consentito su strade urbane solo se le stesse sono di scorrimento, o se sono costituite da due carreggiate separate e con almeno due corsie per senso di marcia o con una eventuale corsia riservata alla circolazione dei mezzi pubblici.

Qual è la distanza minima che deve intercorrere tra due autovelox?

La domanda è particolarmente interessante in quanto può riguardare il caso di un’automobilista che, in un tratto stradale relativamente breve, possa essere multato due volte per violazione del limite di velocità. Situazione ancor più paradossale nella circostanza in cui i due autovelox siano posti su un tratto stradale di competenza di due comuni confinanti.

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Che cosa prevede precisamente la normativa vigente su questo punto?

Prima di approfondire il tema della distanza tra due autovelox, bisogna innanzitutto precisare che cosa stabilisce la normativa in tema di posizionamento degli autovelox. La direttiva emanata dal ministro Minniti introduce alcune importanti precisazioni in merito al posizionamento degli strumenti di accertamento della velocità e della distanza delle segnalazioni obbligatorie. Partiamo da queste ultime.

Un primo obbligo inerente il posizionamento delle stazioni di rilevamento della velocità prevede che le stesse siano preventivamente segnalate agli automobilisti e devono essere ben visibili. Poiché la legge in vigore non specifica nel dettaglio quale debba essere la distanza tra la segnalazione e l’effettiva postazione di rilevamento, nella direttiva viene introdotto il principio che la distanza deve essere adeguata in relazione a quella che è la velocità predominante sul tratto stradale.

Escludendo i casi per i quali le condizioni morfologiche del territorio rendono necessaria una distanza diversa, è presumibile che ci si possa tranquillamente rifare alle distanze che sono attualmente indicate dall’art. 79, comma 3, Reg. per la collocazione dei segnali di prescrizione che stabilisce le seguenti distanze:

250 metri per autostrade e strade extraurbane principali;

150 metri per strade secondarie extraurbane e urbane a scorrimento;

80 metri per tutti gli altri tipi di strade.

Circa la distanza minima tra due autovelox, la recente direttiva stabilisce, per quanto riguarda l’azione di accertamento effettuata attraverso dispositivi che rilevano la velocità media di un veicolo, che la stessa può essere effettuata su tratti di strada che non risultino troppo brevi, poiché in quest’ultimo caso risulterebbero del tutto simili ad un sistema di rilevamento della velocità istantanea. Anche in questo caso sono previsti dei limiti ben precisi:

non inferiore a 500 metri se la velocità consentita non supera i 60 Km/h;

1000 metri per velocità non superiore ai 100 Km/h.

E per quanto riguarda gli autovelox a postazione fissa?

Uno dei quesiti che in qualità di automobilista ti poni con maggiore frequenza è a quale distanza possono essere collocati due autovelox a postazione fissa. La domanda non è assolutamente banale in quanto potresti correre il rischio di

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vederti elevare una doppia contravvenzione per aver superato il limite di velocità in un tratto di strada dove sono posti due autovelox. Per rispondere al quesito in modo preciso bisogna necessariamente rifarsi alla normativa più volte richiamata, la quale però sul punto è caratterizzata da un vuoto. La legge infatti non prevede alcuna distanza minima tra due autovelox. Sul punto si è anche espressa a più riprese la Corte di Cassazione, la quale ha evidenziato che le amministrazioni locali, come Comuni e Province, hanno ampia discrezionalità sulla collocazione dei dispositivi di rilevamento della velocità lungo le strade di propria pertinenza. Ne consegue, quindi, che l’automobilista si trova nella condizione in cui si può vedere notificata una doppia contravvenzione per aver percorso a velocità sostenuta un tratto di strada sul quale erano collocati due autovelox. In queste circostanze, l’unica possibilità per l’automobilista è quella di proporre un ricorso per aver ricevuto due contravvenzioni relative alla stessa fattispecie.

Ulteriori casi in cui è possibile proporre ricorso

Per proporre un ricorso contro un verbale di accertamento per superamento del limite di velocità, bisogna accertarsi innanzitutto che il dispositivo che ha rilevato la velocità del veicolo sia perfettamente funzionante e soprattutto che sia stato tarato nell’ultimo anno. Oltre a ciò, bisogna anche verificare che le strade su cui sono stati collocati gli autovelox rispondano ai requisiti elencati nella normativa e se vi sia stata l’autorizzazione all’utilizzo del dispositivo da parte del Prefetto e se vi sia stata idonea segnalazione.

Note

[1] La normativa attualmente in vigore è quella delle Disposizioni urgenti per garantire la sicurezza nella circolazione stradale contenuta nell'articolo 4 del Decreto Legge 121 del 2002, successivamente modificato in Legge 168 del 2002.

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