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Osservatorio sulle partite IVA Sintesi dei dati di marzo 2015

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Osservatorio sulle partite IVA Sintesi dei dati di marzo 2015

Nel mese di marzo 2015 sono state aperte 51.914 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell’anno precedente si registra una leggera flessione (-2%).

La distribuzione per natura giuridica delle aperture di partite IVA evidenzia che la quota relativa alle persone fisiche è pari al 70,2%; le società di capitali raggiungono il 22,7%, le società di persone si attestano al 6,4% mentre la percentuale dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari allo 0,7%. Rispetto al marzo 2014 si rileva un calo di aperture per le persone fisiche e le società di persone (rispettivamente pari a -5,9% e -1,2%); le società di capitali mostrano invece un sensibile aumento (+11,9%) che conferma il trend positivo registrato negli ultimi due anni, legato alle recenti norme civilistiche che facilitano l’apertura di società a responsabilità limitata.

Riguardo alla ripartizione territoriale, il 42,2% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,2% al Centro ed il 35,5% al Sud ed Isole; il confronto con il corrispondente mese dell’anno precedente mostra le flessioni più marcate nella Provincia Autonoma di Bolzano (-14,2%), nelle Marche (-10,1%) e in Umbria (-9%), mentre gli aumenti più evidenti si sono registrati in Valle d’Aosta (+19%), Campania (+5,9%) e Molise (+1,3%).

La classificazione per settore produttivo evidenzia, come di consueto, che il commercio registra il maggior numero di aperture di partite Iva (24% del totale), seguito dalle attività professionali (12,4%) e dall’agricoltura (10% del totale). Rispetto al marzo 2014, tra i principali settori, gli incrementi più significativi si rilevano nel trasporto/magazzinaggio (+12,4%), nel settore delle attività immobiliari (+10%) e nelle “altre attività di servizi” (+9,5%); di contro, si osserva un calo del 18% per le attività finanziarie e per quelle professionali.

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 63,6%

delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 45,3% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni e il 35,6% a soggetti tra 36 e 50 anni. Rispetto a marzo dello scorso anno emerge un calo di aperture nelle classi di età più giovani e un aumento di aperture nelle classi di età più anziane (dal -13% della classe più giovane al +17% della più anziana).

A marzo 2015 complessivamente 14.633 soggetti hanno aderito al regime fiscale di vantaggio o al regime forfetario 1 (il 28% del totale delle nuove aperture). La possibilità di opzione tra i due

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Entrambi i regimi esonerano i contribuenti dal pagamento di Iva ed Irap. Il regime di vantaggio, in vigore fino al 2014,

limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati e può essere mantenuto per cinque anni, con l’eccezione dei soggetti

giovani che, fino al compimento del 35° anno di età, possono mantenerlo anche oltre i cinque anni. Il nuovo regime

forfetario, introdotto a partire dal 2015, può essere invece riconosciuto senza limiti di tempo e fissa l’aliquota di

imposta al 15% del reddito determinato forfetariamente sulla base di una percentuale dei ricavi/compensi (che varia in

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regimi è stata prevista del decreto “milleproroghe” (DL 192/2014) ed è valida solo per l’anno in corso, in quanto da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario. I dati disponibili rappresentano la somma delle adesioni ai due regimi in considerazione della circostanza che la modulistica attualmente in uso non consente ancora di identificare il regime scelto.

Roma, 11 maggio 2015

base all’attività esercitata). I requisiti per poter aderire o rimanere nei due regimi sono differenti, ad esempio il tetto

massimo di ricavi/compensi è 30.000 euro per il regime di vantaggio, mentre per il regime forfetario varia tra 15.000 e

40.000 euro in base all’attività esercitata.

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