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PREVENZIONE E SICUREZZA PREVENZIONE E SICUREZZA NEI LABORATORINEI LABORATORID. Lgs 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i.DPIDispositivi di Protezione Individuale

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(1)

PREVENZIONE E SICUREZZA PREVENZIONE E SICUREZZA

NEI LABORATORI NEI LABORATORI

D. Lgs 9 aprile 2008 n. 81 e s.m.i.

DPI

Dispositivi di Protezione Individuale

Beatrice Gorelli

Dipartimento di Scienze della Vita

Per gli studenti del Corso di Laurea in Scienze Biologiche

27 ottobre 2014

(2)

I DISPOSITIVI PROTEZIONE INDIVIDUALE

DPI

Il D.Lgs 81/08 definisce come Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”.

Art. 74

Art. 74

Definizioni

Definizioni

(3)

• a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non

specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore

• b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio;

• c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e del personale del

servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico;

• d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali;

• e) i materiali sportivi;

• f) i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione;

• g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.

Non sono dispositivi di

protezione individuale

(4)
(5)

I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

D.Lgs 81/08 Art. 75 Art. 75 Obbligo di uso

Obbligo di uso

(6)

D.Lgs 81/08 Art. 76 Art. 76 Requisiti dei DPI

Requisiti dei DPI

1. I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475 e successive modifiche.

2. I DPI devono inoltre:

a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;

b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;

d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità.

3. In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti.

(7)

LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE NDIVIDUALE

D.Lgs. 15/8/1991 n.277 "Attuazione della direttiva n. 80/1107/CEE, n.

82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 83/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizioni ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell'art.7 della legge 30 luglio 1990, n.212" (relative integrazioni)

D.Lgs. 4/12/1992 n. 475 "Attuazione della direttiva 89/686/CEE del

Consiglio 21 dicembre 1989, in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale" (relative integrazioni) Responsabilità del fabbricante

D.Lgs. 19/9/1994 n. 626 "Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,

90/395/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro" (relative integrazioni)

D.M. 2 maggio 2001 “Criteri per l'individuazione e l'uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)”.

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D. Lgs 4/12/1992 n. 475 D. Lgs 4/12/1992 n. 475

Il D.Lgs 475/92 stabilisce quelle che sono le

responsabilità del fabbricante e fornisce le

indicazioni per capire cosa è un DPI, le categorie di

divisione e la procedura di certificazione CE.

(9)

Art. 4 Art. 4

D. Lgs 475/92 D. Lgs 475/92

I DPI vengono suddivisi in tre categorie.

Appartengono alla prima categoria i DPI di progettazione

semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità nella progettazione dei quali deve deve

presupporsi che la persona che usa i DPI abbia la possibilità di presupporsi che la persona che usa i DPI abbia la possibilità di valutarne l'efficacia e di percepire, prima di riceverne

valutarne l'efficacia e di percepire, prima di riceverne

pregiudizio, la progressiva verificazione degli effetti lesivi pregiudizio, la progressiva verificazione degli effetti lesivi -azioni lesive prodotte da strumenti meccanici o prodotti detergenti

-contatto o urto con corpi aventi temperature non superiori a 50°C

-urti e vibrazioni lievi non capaci di compromettere organi vitali e produrre lesioni permanenti

-raggi solari e fenomeni atmosferici quotidiani

Un esempio di dispositivo appartenente a questa classe sono gli indumenti impermeabili per la protezione dalla pioggia, i camici ospedalieri.

(10)

Appartengono alla seconda categoria i DPI di progettazione che non rientrano nelle altre due categorie.

Appartengono alla terza categoria i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare la persona da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente nella progettazione dei quali deve deve presupporsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità di presupporsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità di

percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi - apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol, gas irritanti, pericolosi, tossici, ecc.

- protezione contro le aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti - apparecchi di protezione isolanti ( alte tensioni elettriche, ecc.) - per attività in ambienti con alte temperature

-per la salvaguardia della caduta dall’alto Art. 4

Art. 4

D. Lgs 475/92 D. Lgs 475/92

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Tabella riassuntiva sugli obblighi di legge del fabbricante Prima categoria Seconda categoria Terza categoria

Documentazione

tecnica Documentazione

tecnica Documentazione

tecnica Dichiarazione di

conformità CE

(autocertificazione)

Attestato di

certificazione CE

(organismo certificato)

Attestato di

certificazione CE (organismo

certificato) Nota informativa Dichiarazione di

conformità CE Controllo della produzione (organismo di controllo)

Marcatura CE Nota informativa Dichiarazione di conformità CE Marcatura CE Nota informativa

Marcatura CE

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le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di

revisione e di disinfezione. I prodotti di pulizia, di manutenzione o di disinfezione consigliati dal fabbricante non devono avere nell'ambito delle loro modalità di uso alcun effetto nocivo per i DPI o per

l'utilizzatore;

le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione dei DPI;

gli accessori utilizzabili con i DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati;

le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di utilizzazione

la data o il termine di scadenza dei DPI o di alcuni dei loro componenti;

il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto dei DPI;

il significato della marcatura;

se del caso, i riferimenti delle direttive applicate conformemente;

nome, indirizzo, numero di identificazione degli organismi notificati che intervengono nella fase di certificazione dei DPI.

La nota informativa

La nota informativa preparatapreparata e rilasciata obbligatoriamente dal fabbricante deve e rilasciata obbligatoriamente dal fabbricante deve contenere, oltre al nome e all’indirizzo del fabbricante le seguenti informazioni:

contenere, oltre al nome e all’indirizzo del fabbricante le seguenti informazioni:

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Certificazione CE Certificazione CE

Il marchio di certificazione europea, garanzia di conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza, è costituita dalla sigla CE seguita dalle ultime due cifre dell’anno di apposizione.

Per i DPI di seconda e terza categoria, per i quali è previsto l’attestato di certificazione rilasciato da un organismo notificato, si appone anche il contrassegno numerico identificativo dell’organismo di controllo.

La marcatura CE deve essere apposta sia sul DPI che sull’imballaggio e può essere accompagnata dai pittogrammi indicativi della destinazione d’uso.

0000

marcatura di

conformità n° di riconoscimento dell’Organismo Notificato

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(15)

• Occhiali a stanghette;

• Occhiali a maschera;

• Occhiali di protezione contro i raggi x, i raggi laser, le radiazioni ultraviolette, infrarosse

• Schermi facciali;

• Maschere e caschi per la saldatura ad arco (maschere a mano, a cuffia o adattabili a caschi protettivi).

Dispositivi di protezione Dispositivi di protezione

degli occhi e del viso

degli occhi e del viso

(16)

Occhiali con protezione laterale Maschera con schermo antiappannante monouso

Per l’esposizione a gas o polveri proteggere gli occhi con occhiali a maschera;

per l’esposizione a spruzzi proteggersi con occhiali a visiera

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Determinazione del filtro Determinazione del filtro

• Filtri per la saldatura e tecniche connesse UNI-EN 169

• Filtri ultravioletti UNI-EN 170

• Filtri infrarossi UNI-EN 171

• Occhiali di protezione laser UNI-EN 207

• Occhiali per regolazione laser UNI-EN 208

In presenza di radiazioni ottiche le classificazioni diventano più complesse distinguendo la tipologia di filtro necessaria per garantire la protezione in base alla radiazione stessa

(18)

Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998:

“norma” è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie”.

In Italia l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) è un’associazione privata senza scopo di lucro che partecipa in rappresentanza dell’Italia all’attività

normativa degli organismi internazionali di normazione ISO e CEN.

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Le norme, oltre che da numeri, sono identificate da sigle.

Dalla sigla si può

capire da chi è stata elaborata ed il proprio livello di validità.

Le principali sigle che caratterizzano le norme sono:

– UNI: contraddistingue tutte le norme nazionali italiane e nel caso sia l’unica sigla presente significa che la norma è stata elaborata

direttamente dalle Commissioni UNI o dagli Enti Federati;

– EN: identifica le norme elaborate dal CEN (Comité Européen de

Normalisation). Le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri CEN e la loro sigla di riferimento diventa, nel caso dell’Italia, UNI EN. Queste norme servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è consentita l’esistenza a livello nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto;

– ISO: individua le norme elaborate dall’ISO (International Organization for Standardization). Queste norme sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può decidere se rafforzarne ulteriormente il ruolo adottandole come proprie norme nazionali, nel qual caso in Italia la sigla diventa UNI ISO (o UNI EN ISO se la norma è stata adottata anche a livello europeo).

(20)

Dispositivi di protezione Dispositivi di protezione

delle vie respiratorie delle vie respiratorie

FACCIALI FILTRANTI

Realizzati con un solo elemento (filtrante) di copertura per il naso e la bocca che può essere dotato di valvola di aspirazione.

SEMIMASCHERE

Realizzata con un elemento di copertura per il naso e la bocca al quale è possibile

applicare un filtro intercambiabile a seconda delle necessità; è sempre dotata di valvola di aspirazione.

MASCHERA INTERA

Realizzata con un elemento di copertura dell'intero volto al quale è possibile applicare un filtro intercambiabile a seconda delle necessità; è sempre dotata di valvola di

aspirazione.

ELETTRORESPIRATORI

Realizzato con un apparecchio elettrico a batteria che convoglia l'aria filtrata nella zona destinata alla respirazione e circoscritta o da una semimaschera o da una maschera intera o da un cappuccio o da un casco completo

(21)

Facciali filtranti con e senza valvola

di aspirazione Semimaschera con filtri per gas e vapori

Maschera completa con filtri per gas e vapori

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MASCHERE/SEMIMASCHERE ANTIGAS A FILTRO:

• Sono costituite da un

elemento facciale completo o da una semimaschera equipaggiati da uno o più mezzi filtranti,

eventualmente intercambiabili. I filtri o le cartucce filtranti

possono essere anche combinati in modo tale che il dispositivo possa proteggere il lavoratore da più agenti inquinanti gassosi o addirittura da inquinanti gassosi e da aerosol liquidi o solidi.

• Un filtro combinato va usato solo in presenza contemporanea dei due inquinanti e non per uno solo dei due tossici.

Semimaschera con filtri per gas e vapori

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Esempio di filtri per la protezione da gas e vapori Esempio di filtri per la protezione da gas e vapori

Classe Capacità Limite di utilizzo

1 bassa 1000 ppm

2 media 5000 ppm

3 alta 10000 ppm

Classificazione dovuta alla diversità del carbone attivo impiegato nella cartuccia!

Classificazione in base alla capacità (durata) del filtro!

Tipo Colore Protezione

AX marrone Gas e vapori organici con punto ebollizione

< 65°C

A marrone Gas e vapori organici con punto ebollizione

> 65°C

B grigio Gas e vapori inorganici (cloro, idrogeno solforato, acido cianidrico)

E giallo Gas acidi (acido cloridrico, anidride solforosa)

K verde Ammoniaca e derivati

Speciali

blu-bianco Ossidi di azoto (NO-P3) rosso-

bianco

Mercurio (Hg-P3)

SX violetto Sostanze specificamente indicate

(24)

La classificazione dei respiratori La classificazione dei respiratori filtranti contro le particelle prevede filtranti contro le particelle prevede

una suddivisione in base una suddivisione in base

all'efficienza di abbattimento che all'efficienza di abbattimento che

essi hanno:

essi hanno:

Classe Efficienza

FFP1-P1 Filtri di bassa efficienza FFP2-P2 Filtri di media

efficienza

FFP3-P3 Filtri di alta efficienza

La simbologia P1, P2, P3 si applica ai filtri di ricambio per le maschere in gomma, mentre FFP1, FFP2, FFP3 si riferisce ai facciali filtranti (respiratori senza manutenzione).

Le prove superate dai due tipi di respiratori sono identiche e definiscono prodotti con pari prestazioni di efficienza filtrante.

I filtri di media ed alta efficienza si caratterizzano, inoltre, in base alla capacità di trattenere solo particelle solide o insieme solide e liquide.

La presenza, sul DPI, del simbolo S è specifico per aerosol solidi e liquidi a base acquosa, SL se specifico per aerosol solidi e liquidi.

Facciali filtranti con e senza valvola di aspirazione

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Condizioni che escludono a priori l'utilizzo di respiratori con filtro:

1) Concentrazione di ossigeno nell'ambiente < 17 % 2) Presenza di un inquinante in concentrazione

immediatamente pericolosa per la vita

3) Soglie olfattive degli inquinanti aeriformi superiori ai valori di TLV

4) Inquinante sconosciuto dal punto di vista qualitativo

Il verificarsi di una di queste condizioni determina la

scelta obbligata di un respiratore di tipo isolante.

(28)

RESPIRATORI ISOLANTI RESPIRATORI ISOLANTI

AUTONOMI AUTONOMI

I DPI isolanti autonomi si distinguono principalmente per:

• quantità di aria compressa o di ossigeno compresso stoccati all'interno della bombola.

• durata limite di impiego che non sarà fissa ma varierà a secondo della portata di aria che viene inspirata

dall'utilizzatore.

Ricordiamo che la portata di aria inspirata dipende dal

grado di affaticamento dell'operatore stesso (10 l/min a riposo, fino a 60 l/min in condizioni di lavoro gravoso)

• I DPI in questione possono funzionare a depressione ma presenteranno un limite di utilizzo a causa delle possibile infiltrazioni di inquinante, o a

sovrappressione, in tal caso non presentano limiti di

utilizzo in riferimento alla concentrazione di inquinante

presente nell'ambiente.

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RESPIRATORI ISOLANTI NON RESPIRATORI ISOLANTI NON

AUTONOMI AUTONOMI

I DPI isolanti non autonomi presentano:

• tempi di durata maggiori

• limiti di impiego se funzionano a depressione

• problemi inerenti alle distanze percorribili con il tubo di alimentazione dell'aria compressa

• Necessitano di estrema attenzione onde evitare qualsiasi tipo di attorcigliamento o rottura dello stesso

Aria da Aria da respirare respirare

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DPI per la DPI per la

protezione delle protezione delle

mani mani

I guanti proteggono la mano solo per un tempo definito, in funzione dello spessore che hanno, espresso dal numero di identificazione del livello di prestazione.

Devono essere utilizzati ogni volta che l’organo in questione è sottoposto al rischio di contatto con agenti inquinanti.

I materiali costituenti i guanti devono essere idonei agli agenti con i quali dovranno venire a contatto e non devono provocare disturbi di alcun genere all’utilizzatore.

Per la tipologia della maggior parte dei rischi caratteristici dei laboratori di tipo chimico/biologico, la protezione delle mani viene data da guanti monouso.

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Guanti contro Rischi Guanti contro Rischi Chimici e Microbiologici Chimici e Microbiologici

Il grado di protezione viene espresso dal tempo impiegato dal liquido pericoloso ad impregnare lo spessore del dispositivo e filtrare internamente entrando a contatto con la pelle. La classificazione va da 1 a 6 ed è stabilita in base a tempi di permeazione crescenti (da t >10 minuti per la classe 1 fino a t >480 minuti per la classe 6).

• Si distingue: contatto semplice da contatto

potenziale connesso con operatività

(37)
(38)

Guanti contro rischi termici:

Guanti contro rischi termici:

calore calore

I guanti che proteggono da rischi termici (calore) vengono identificati dal pittogramma di riferimento e da una serie di 6 cifre indicanti rispettivamente il superamento, da parte del dispositivo, di prove di resistenza a:

Infiammabilità

calore da contatto

calore convettivo

calore radiante

piccoli spruzzi di materiale fuso

grandi quantità di materiale fuso

I livelli di prestazione sono espressi da una serie di numeri da 1 a 4 per ogni prova (delle 6 sopra menzionate) alla quale è stato sottoposto il guanto. La presenza di una x in sostituzione del livello di prestazione stabilisce che il guanto non è stato provato per quel particolare test

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• I guanti che proteggono da rischi dovuti al freddo vengono contraddistinti con il pittogramma di

riferimento seguito da 3 cifre che indicano rispettivamente la resistenza a:

• · freddo per convezione,

• · freddo per contatto,

• · impermeabilità all'acqua

• I livelli di prestazione sono espressi da una serie di numeri da 1 a 4 per ogni prova (delle 3 sopra

menzionate) alla quale è stato sottoposto il guanto

• La presenza di una x in sostituzione del livello di prestazione stabilisce che il guanto non è stato provato per quel particolare test

Guanti contro rischi Guanti contro rischi

termici: freddo

termici: freddo

(40)

• In generale la protezione che un guanto determina in presenza di un pericolo meccanico è espressa da un pittogramma

specifico, indicante la protezione dai rischi meccanici, e da una serie di 4 numeri che identificano le prestazioni dello stesso mezzo protettivo sottoposto a test specifici:

resistenza all'abrasione =4 livelli

resistenza al taglio da lama =5 livelli

resistenza allo strappo =4 livelli

resistenza alla perforazione =4 livelli

• Le 4 cifre devono essere riportate di seguito al pittogramma sulla confezione che contiene ogni singolo

guanto.

Guanti contro Rischi Guanti contro Rischi

meccanici

meccanici

(41)

• Il livello di prestazione di questo tipo di guanti è unico e si aggiunge

eventualmente ai 4 livelli di protezione sopra descritti.

• Attenzione!! Non proteggono le mani da operazioni particolari (es. la macellazione) in cui l’impatto è sicuramente maggiore.

Guanti e proteggi braccia resistenti al taglio da Guanti e proteggi braccia resistenti al taglio da

impatto

impatto

(42)

Il livello di prestazione di questo tipo di guanti è unico e si aggiunge eventualmente ai 4 livelli di protezione sopra descritti. Tali guanti permettono lo scarico immediato di cariche elettrostatiche e garantiscono un minimo isolamento elettrico da contatti accidentali con apparecchi non perfettamente isolati

Guanti antistatici

Guanti antistatici

(43)

Consigli utili

Prima di ogni uso i guanti devono essere controllati e ispezionati per evidenziare le eventuali malformazioni o danni

i guanti devono essere tolti ogni volta che si toccano parti del laboratorio che non devono essere contaminate

i guanti devono essere lavati prima di toglierseli per eliminare la possibilità di contatto dell’inquinante con la pelle

i guanti devono essere rovesciati mentre vengono tolti

le mani devono essere lavate ogni volta che i guanti vengono tolti

in caso di versamento sui guanti è necessario toglierseli e lavarsi subito le mani

i guanti non monouso devono essere sostituiti periodicamente in funzione della frequenza di utilizzo e del loro livello di prestazione riportato nella nota informativa

(44)

Dispositivi di protezione individuale dell'Udito

Inserti auricolari: la denominazione inserti deriva dal fatto che vengono posizionati all'interno del canale uditivo esterno o posti nella conca del padiglione auricolare.

(45)

Dispositivi di protezione Dispositivi di protezione

individuale dell'Udito individuale dell'Udito

b) Super - auricolari (riutilizzabili): sono costituiti da piccoli

tamponi, di gomma morbida, che chiudono semplicemente

l'apertura del canale uditivo e vengono mantenuti alle

orecchie da una striscia elastica aderente alla testa o da un

archetto che garantisce una tenuta costante di chiusura del

meato acustico esterno

(46)

Dispositivi di protezione Dispositivi di protezione

individuale dell'Udito individuale dell'Udito

c) Cuffie : sono costituite da due grossi auricolari riempiti di materiale plastico schiumoso o da liquido e mantenuti insieme da una staffa serra - auricolari.

d) Tipi speciali:

per situazioni particolari possono essere utilizzatecuffie per comunicazione

protettori sensibili al livello

protettori per la riduzione attiva del rumore

incorporano dispositivi elettroacustici concepiti per sopprimere parzialmente il suono in arrivo

elmetti acustici

(47)

DPI per la protezione di

DPI per la protezione di piedi e gambe

In caso di lavorazioni che comportano rischi per il piede e le gambe devono essere utilizzate scarpe di sicurezza che hanno caratteristiche tecniche in funzione del tipo di pericolo presente:

 schiacciamento

 perforazione della suola

contatto con materiali incandescenti

 caduta di oggetti

 urti con ostacoli fissi

 scariche elettriche

 contatto con prodotti chimici

 scivolamento, ecc.

Nelle tipiche lavorazioni di saldatura e/o taglio di metalli, è poi necessario far uso di ghette e/o gambali per la protezione delle gambe!!

(48)

Protezioni particolari

Il puntale della scarpa è rinforzato in metallo in caso di rischio di schiacciamento, e tutte le superfici, bordi e spigoli sono arrotondati e lisci;

le scarpe possono essere a sfilatura rapida;

la suola è dotata di lamina antiforo, in caso di rischio di perforazione della pianta del piede;

in alcune situazioni è possibile inserire una protezione metatarsale;

nel caso di lavorazioni comportanti rischio di vibrazioni è possibile utilizzare suole con potere smorzante.

(49)

• indumenti di protezione da pericoli derivanti da aggressioni meccaniche

• indumenti di protezione da pericoli di natura termica

• indumenti di protezione per squadre antincendio (Vigili del Fuoco)

• indumenti di protezione da pericoli di natura chimica

• indumenti per uso particolare

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

PER L'INTERO CORPO

PER L'INTERO CORPO

(50)

DPI per la protezione del DPI per la protezione del

corpo corpo

Occorre ricordare che gli abiti da lavoro

vengono classificati DPI solo se hanno la

funzione di proteggere da un rischio

specifico.

(51)
(52)

• Questi indumenti vengono suddivisi in due classi:

TRASPIRANTI (generalmente DPI di 2a categoria)

• Devono impedire o ritardare il passaggio del contaminante per il tempo necessario affinché l’operatore possa liberarsi dell’indumento.

• Adatti per contatti accidentali con prodotti che non abbiano particolari caratteristiche di pericolosità.

• Possono essere indossati anche per l’intero turno di lavoro.

IMPERMEABILI (DPI di 3a categoria)

• Non devono permettere in alcun modo tanto la penetrazione quanto la penetrazione quanto la permeazione

permeazione di prodotti chimici pericolosi.

• Il loro impiego è ridotto spesso al tempo necessario per l’esecuzione dell’operazione.

• Sono particolarmente adatti per situazioni in cui l’operatore è destinato a venire a contatto diretto con il prodotto (getti e/o gocciolamenti).

Indumenti di protezione da rischi chimici Indumenti di protezione da rischi chimici

Le materie prime utilizzate per la confezione di indumenti di

terza categoria devono rispondere a precisi requisiti fisici

e di barriera in conformità alle Norme Europee vigenti.

(53)

principali test a cui sono sottoposte le materie prime principali test a cui sono sottoposte le materie prime

per quanto riguarda i requisiti fisici

• Resistenza all’abrasione

• Resistenza allo scoppio

• Resistenza alla flessione

• Comportamento al calore

per quanto riguarda i requisiti di barriera

• tasso di penetrazione

• tasso di permeazione

• tempo di passaggio

(54)

Dopo ogni test i risultati vengono

classificati a seconda delle prestazioni ottenute in modo da poter confrontare diverse materie prime avendo come

riferimento il medesimo test e le

medesime condizioni di temperatura, pressione ed umidità.

Classe 6

Classe1

(55)

Test di prova per la protezione Test di prova per la protezione

chimica chimica

• I metodi di prova per la protezione

chimica prevedono due importanti test sulla materia prima:

• il test di penetrazione chimica (EN368)

• il test di permeazione chimica (EN369)

(56)

il test di penetrazione chimica (EN368)

Canaletto di supporto Canaletto di supporto

Materiale assorbente Materiale assorbente per misurare il liquido per misurare il liquido penetrato

penetrato

Bicchiere per misurare il liquido Bicchiere per misurare il liquido respinto

respinto

Becco versatore Becco versatore

Materiale di Materiale di prova prova

45°

45°

> >

(57)

• Un’esposizione ad un liquido

potenzialmente pericoloso in queste

quantità (10 ml) e per questa durata (10 secondi) può simulare il contatto con uno schizzo occasionale di liquido

sull’indumento mentre l’operatore,

soprattutto nei casi di emergenza, può sicuramente venire a contatto con il

contaminante per ben più tempo ed in una

quantità notevolmente superiore.

(58)

Test di permeazione chimica (EN369)

Livello di Riempimento

Serbatoio con sostanza chimica di prova

Materia Prima Materia Prima da testare

da testare Flusso Continuo di Flusso Continuo di liquido di riferimento liquido di riferimento

Rilevatore Analitico

(59)

curva di permeazione

Regime d’equilibrio

1.0

Tempo di passaggio (EN 369)

Tasso di permeazione (g/cm2*min.)

Tempo (min) Max. 480’

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Manipolazione dell’azoto liquido

Ustioni da contatto: il gas è conservato, in forma liquida, a temperature molto Ustioni da contatto basse (-190°C)

Asfissia: dovuta ad eventuali fuoriuscite del fluido in forma liquida o gassosa dal Asfissia contenitore per cui l’azoto risultasse presente nell’aria in quantità superiori alla sua normale concentrazione (circa il 78%)

Lesioni oculari: dovuti a contatto con liquidi o vapori criogeniciLesioni oculari

I principali rischi sono:

Particolare attenzione va rivolta a tutte le operazioni che contemplano l’uso diretto del liquido. I rischi più frequenti si hanno nelle operazioni di travaso e nelle operazioni di immersione ed estrazione di oggetti dal liquido a causa della produzione di schizzi dovuti alla variazione della temperatura del liquido criogeno.

Queste sono operazioni da svolgere sempre lentamente, prevedendo l’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale.

(61)

DPI nella manipolazione dell’azoto liquido

 Visiera o occhiali per la protezione da spruzzi (conforme alla norma EN166)

 Grembiule per la protezione da prodotti criogenici a protezione dagli schizzi (DPI II categoria conformi alle norme EN511-EN420-EN-388)

 Calzari a protezione del piede e del polpaccio

 Guanti di protezione per la manipolazione di prodotti criogenici composti da materiali isolanti dal freddo, idrorepellenti e di misura larga in modo da poterli sfilare in caso di penetrazione di azoto liquido (DPI II categoria conformi alle norme EN-511-EN420-EN388)

(62)

DPI nella manipolazione dell’azoto liquido

Operazioni di trasporto del

criogeno

Operazioni di travaso e/o di prelievo del

criogeno

• guanti resistenti al freddo

• visiera o occhiali

• grembiule

• calzature

• guanti resistenti al freddo

• calzature

(63)

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 77 Art. 77

Obblighi del datore di lavoro Obblighi del datore di lavoro

1. Il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI:

a) effettua l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;

b) individua le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi individuati e valutati, tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI;

c) valuta, sulla base delle informazioni a corredo dei DPI fornite dal fabbricante e delle norme d'uso, le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e le raffronta con quelle individuate alla lettera b);

d) aggiorna la scelta ogni qualvolta intervenga una

variazione significativa negli elementi di valutazione.

(64)

2. Il datore di lavoro, anche sulla base delle norme d'uso, individua le

condizioni in cui un DPI deve essere usato, specie per quanto riguarda la durata dell'uso, in funzione di:

• a) entità del rischio;

• b) frequenza dell'esposizione al rischio;

• c) caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore;

• d) prestazioni del DPI.

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 77 Art. 77

Obblighi del datore di lavoro

Obblighi del datore di lavoro

(65)

3. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori i DPI conformi ai requisiti previsti dall'art. 76

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 77 Art. 77

Obblighi del datore di lavoro

Obblighi del datore di lavoro

(66)

4. Il datore di lavoro:

a) mantiene in efficienza i DPI e ne assicura le condizioni d'igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie;

b) provvede a che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;

c) fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori circa l’uso dei DPI;

d) destina ogni DPI ad un uso personale e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, prende misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari utilizzatori

;

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 77 Art. 77

Obblighi del datore di lavoro

Obblighi del datore di lavoro

(67)

• 4. Il datore di lavoro:

• e) informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge;

• f) rende disponibile nell'azienda ovvero unità produttiva informazioni adeguate su ogni DPI;

• g) assicura una formazione adeguata e organizza, se

necessario, uno specifico addestramento circa l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI.

• 5. In ogni caso l'addestramento è indispensabile:

• a) per ogni DPI che, ai sensi del D.Lgs 472/92, appartenga alla terza categoria;

• b) per i dispositivi di protezione dell'udito.

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 77 Art. 77

Obblighi del datore di lavoro

Obblighi del datore di lavoro

(68)

1. I lavoratori si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro nei casi ritenuti necessari.

2. I lavoratori utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all'informazione e alla formazione ricevute e all'addestramento eventualmente organizzato

3. I lavoratori:

a) hanno cura dei DPI messi a loro disposizione;

b) non vi apportano modifiche di propria iniziativa.

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 78 Art. 78

Obblighi dei lavoratori

Obblighi dei lavoratori

(69)

• 4. Al termine dell'utilizzo i lavoratori seguono le procedure aziendali in materia di

riconsegna dei DPI.

• 5. I lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi

rilevato nei DPI messi a loro disposizione.

D.Lgs 81/08

D.Lgs 81/08 Art. 78 Art. 78

Obblighi dei lavoratori

Obblighi dei lavoratori

(70)

Conservare con cura i DPI

(vedi nota informativa rilasciata nota informativa rilasciata dal fabbricante)

dal fabbricante)

Grazie per l’attenzione!

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