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CAPITOLO QUINTO: CONCLUSIONI 5.1 limiti e spunti futuri

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Academic year: 2021

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CAPITOLO QUINTO:

CONCLUSIONI

5.1 limiti e spunti futuri

Senza dubbio l'impatto di ansia e depressione su pazienti con BPCO, sulle loro famiglie e, più in generale, sulla società è significativo.

Molte domande restano attualmente da approfondire con ulteriori studi. Sarà necessario chiarire qual è la prevalenza di ansia e depressione nella BPCO secondo il DSM IV e il DSM V, quali sono i primi predittori di ansia e depressione in pazienti affetti da BPCO, se esistono differenze di genere nella prevalenza di ansia e depressione. Ancora, bisognerà valutare in che modo l'ansia e la depressione influenzano costi, qualità della vita e aderenza al trattamento, indagare i criteri diagnostici standardizzati e tutti gli strumenti disponibili per valutare ansia e depressione e infine comparare l’efficacia dei diversi modelli di trattamento nella BPCO.

Si è analizzata la diversa incidenza nei due sessi per quel che riguarda la correlazione tra ansia e depressione nella BPCO; soprattutto si è indagata l’efficacia nella riduzione del corredo sintomatologico delle patologie sopracitate a seguito di un programma riabilitativo, composto da riabilitazione polmonare e colloqui motivazionali.

Questi ultimi si sono dimostrati di straordinaria importanza per quel che riguarda il cambiamento delle attitudini comportamentali, in particolare la riduzione dell’abitudine al fumo, fattore eziopatogenetico assolutamente rilevante nella BPCO.

Il primo limite rilevabile nel nostro studio è la mancanza di un campione di controllo non sottoposto al medesimo trattamento riabilitativo del campione di ricerca.

Un secondo limite del presente studio, rilevato anche dalla revisione della letteratura, è da imputare alla non omogeneità del campione per quanto riguarda il sesso. Si dovrebbe pertanto andare ad indagare in questo senso, cercando di selezionare campioni adeguati (omogenei per sesso).

Un ulteriore limite da sottolineare per quanto riguarda il nostro studio è l’assenza di una valutazione della qualità della vita dei pazienti afferenti al

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campione oggetto di studio. Tale variabile meriterebbe invece attenzione in quanto, come si rileva in letteratura, si dimostra molto importante per comprendere l’efficacia del trattamento riabilitativo operato nei pazienti affetti da una malattia cronica come la BPCO.

Alla luce di tutto il lavoro svolto non si può non sottolineare che, essendo il fumo la prima causa di BPCO, è necessario che si mettano in atto programmi volti alla cessazione di tale comportamento, per ridurre cosi l’insorgenza della BPCO e l’incidenza delle esacerbazioni in pazienti che già hanno sviluppato la malattia.

A tale proposito va chiaramente evidenziata l’importanza del trattamento dei pazienti all’interno di percorsi riabilitativi che comprendano incontri di counseling motivazionale.

Il counseling motivazionale, inizialmente impiegato nell’ambito del trattamento delle dipendenze da alcolici, si è rivelato essere molto utile in tutti quei casi in cui è necessario interrompere la messa in atto di un comportamento non di salute che, se reiterato nel tempo, possa condurre all’insorgenza di patologie .

Ciò detto, possiamo perciò sottolineare come il colloquio motivazionale si riveli utile se utilizzato per ridurre o abbandonare l’abitudine al fumo che interessa i pazienti affetti da BPCO, soprattutto aiutandoli a connettere i propri sintomi fisici al fumo stesso.

Essendo un intervento atto a fare emergere la motivazione al cambiamento del soggetto, il counseling motivazionale risulta efficace nell’ottenere cambiamenti negli stili di vita individuali e nel mantenimento di comportamenti di salute nel tempo.

È ottimo da applicare nell’ambito della prevenzione primaria e in ambito ambulatoriale per incoraggiare i pazienti a compiere scelte decisive per la propria salute.

Tramite il colloquio motivazionale si riesce inoltre a innalzare il livello di autoefficacia del paziente in modo tale da renderlo in grado di far

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emergere il suo potenziale e portarlo ad essere consapevole della necessità di un cambiamento e a sentirsi in grado di metterlo in atto.

Proprio grazie a questa caratteristica il colloquio motivazionale si dimostra utile del trattamento dei pazienti con BPCO che si trovano in una condizione di scarsa autoefficacia che li porta così a valutare , all’interno della cosiddetta “bilancia decisionale”, come molto più gravosi i costi rispetto ai benefici del cambiamento del proprio comportamento.

Grazie alla relazione empatica, alla riflessione, alla legittimazione dello stato d’animo e al sostegno dell’autoefficacia del paziente, elargiti senza giudicarlo, si riesce così afar si che si diriga verso il cambiamento e la messa in atto di comportamenti di salute.

Trattato con il colloquio motivazionale il paziente riuscirà ad intraprendere un percorso di consapevolezza critica gestione delle proprie risorse

cognitive e a sviluppare la propria autoefficacia modificando così i propri comportamenti, nel caso della BPCO smettendo o comunque riducendo la pratica del fumo e ad avere una maggiore aderenza terapeutica.

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