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2 - NOTE STORICO-EVOLUTIVE DEL FIUME SERCHIO

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2 - NOTE STORICO-EVOLUTIVE DEL FIUME SERCHIO

2.1 Stato dell’arte sull’evoluzione del Serchio

La più recente ricostruzione dei paleoalvei del Serchio è stata fatta da Cosci (Fig. 2.1.1a,b) il quale indica che l’Auser, superata la stretta di Ponte a Moriano, dilagava nella Piana di Lucca diviso in più rami: il ramo più orientale scorreva nei piani di Saltocchio, Marlia, Segromigno, Zone, Porcari, Paganico e, dopo avere formato una grande ansa nell’area di Tassignano tornava a spingersi verso Sud, diviso in più rami, fino a lambire il perimetro orientale del medievale borgo fortificato di Bientina. Qui giunto, congiungeva le sue acque con quelle dell’Arno.

Facendo un passo indietro e ritornando nella Piana di Lucca l’Auser si biforcava per raggiungere, con il suo ramo occidentale gli abitati di Lunata, Capannori e Pieve S. Paolo. Da qui, con un corso serpeggiante si spingeva verso Toringo, Parezzana, Mugnano, Sorbano e Pontetetto per poi proseguire con andamento rettilineo verso Montuolo, risalire fino a Nozzano Vecchio e, formata un’ampia curva che superava a levante il castello di Nozzano, indirizzare il suo corso verso

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Un secondo ramo, visibile per un breve tratto, dai pressi di S.Angelo giungeva alla periferia Nord di Montuolo dove si innestava con un terzo ramo, quello più settentrionale, che distaccatosi dal primo ramo all’altezza di Sorbano tagliava per S. Concordio, S. Donato, S. Angelo, Nave e, con una inversione di rotta, scendeva poi verso Ponte S. Pietro e Montuolo per riunirsi pèoco dopo con il primo ramo che correva in direzione di Ripafratta.

Nei pressi della sopra citata località di S. Donato, da questo terzo ramo si distaccava un alveo che presumibilmente alimentava i fossi scavati a difesa lungo tutto il perimetro della imponente cinta muraria Lucchese.

Fig. 2.1.1b Ricostruzione dei paleoalvei del Serchio secondo Cosci(2005) sovrapposti su carta

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Regimazioni dal XV al XVIII secolo

Se vogliamo avere un quadro più dettagliato sulla dinamica evolutiva del Serchio almeno a partire dal XV sec. dobbiamo rifarci al libro dell’Estimo del Piviere di Compito, del 1412. Esso tratta più nello specifico l’attuale lago di Bientina, che chiama “lago di Sesto”(Fig. 2.2.1) e che corrisponde al lago formato dal ramo più orientale del PaleoSerchio.

Fig. 2.2.1 Mappa del XV sec. Lago di Bientina - (Archivio Storico di Lucca, Offizio sopra il

padule di Sesto, filza 46, mappa n.1). Si notano gli affluenti del Lago di Bientina provenienti da Nord e la centuriazione ancora esistente nella campagna circostante alla città di Lucca. (Archivio storico, Provincia di Lucca).

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Lo Ximenes (1782) riporta: "Fino al secolo XV secolo non fu che un'angusta e bassa palude. L'isola, che sorge nel di lui mezzo, oltrepassava allora la estensione di coltre 15 lucchesi, mentre presentemente non giunge mai a 2 quella porzione, che discoperta rimane". La limitata espansione del lago nel secolo XV (Fig. 2.2.2), probabilmente sotto la quota di 7 metri s.l.m. è connessa oltre che all 'interrotta alimentazione da parte della diramazione orientale del Serchio, anche al diverso andamento del corso dell'Arno, che passava con andamento a curve marcate vicino a Vicopisano ed a Bientina, lasciandosi a sud Calcinaia (Paderi, 1932).

Fig. 2.2.2 Rappresentazione dei due paduli di Bientina e Fucecchio nel XV secolo – (Archivio di Stato

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Contemporaneamente la depressione dell'alveo risultava maggiore dell'attuale e le fosse di comunicazione tra esso e il lago assicuravano ad esso un efficiente scolo (Arnolfini, 1782). Il Repetti (1833) descrive le relazioni geometriche tra il fiume e la pianura relative al 1430: “Io debbo astenermi da qualsiasi riflessione propria di un idraulico anzi che di uno storico; ma se è vero, che il pelo medio dell'acqua di questo Lago non è più che 20 braccia a un circa superiore al livello del mare Mediterraneo; se è provato, che il piano della città di Lucca, e le acque del Serchio al Ponte S. Pietro sono 30 braccia più alte dello stesso mare; se fu da geometri e da insigni matematici più d'una volta calcolato, che la livellazione del piano fra il Serchio ed il Lago di Sesto pende sensibilmente verso quest'ultimo; se questo calcolo a suo danno fu messo a prova dall'esercito fiorentino mentre nell'anno 1430 accampava nei contorni del piano di Capannori con intenzione di allagare la città assediata, restando invece il campo degli assedianti invaso dalle acque artificialmente dal Serchio deviate (Fig. 2.2.3; 2.2.4).

Fig. 2.2.3 Mappa del XV sec. Lago di Bientina - (Archivio di stato di Lucca, Capitoli 9) In questa

carta oltre a cogliere per intero la superficie del lago si notano i suoi affluenti e i borghi nati sulle colline circostanti (Montecarlo, Porcari, S.Maria in Monte).

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I sudditi del granducato, all'inizio del secolo XVI, costruirono numerose fosse di scolo ed un grosso muro che andava dai colli di Buti fino a Bientina, per meglio alimentare alcuni mulini. Il Cilecchio e la Serezza rimasero come emissari delle acque del lago che si rialzarono e inondarono le campagne lucchesi, inoltrandosi fino a Verciano, Pieve S. Paolo, Capannori presso la quota di m 15 s.l.m. (Paderi, 1932). Successivamente Cosimo I, volendo rendere coltivabile la zona meridionale del bacino bientinese fece racchiudere il lago con la costruzione dell’"argine grosso": una nuova imponente opera da monte a monte e, nel 1559 aveva impostato lo spostamento del corso dell'Arno portandolo a sud di Calcinaia. Gli interventi, causando notevoli danni alla Repubblica di Lucca, portarono ad un accordo col Granduca di Toscana e nel 1560 fu deciso di aprire a spese comuni una fossa più larga e profonda dell'antica Serezza che, terminata nel 1572, fu chiamata Serezza Nuova. La Repubblica di Lucca pose energie in un efficace rimedio inoltre con la rettifica del corso del Serchio dal ponte di M.S. Quirico al ponte di Moriano con lavori tra il 1562 e il 1588 riunendo tutte le acque del Serchio nel suo ramo occidentale, ed evitando che, dalla superficie, raggiungessero il lago di Bientina. Il regime del

Fig. 2.2.4 Mappa del 1500 di Leonardo da Vinci. Viene visualizzato il sistema di laghi-padule esistenti

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lago venne così modificato deprimendosi di circa quattro braccia; questi vantaggi ebbero comunque breve durata, dato che il livello del lago aumentò di nuovo a causa di una seconda deviazione fatta al corso dell'Arno nel 1579, per ordine del successore di Cosimo Francesco I (Fig. 2.2.5).

Fig. 2.2.5 Mappa del XVI sec. Lago di Bientina e Valdinievole occidentale - (Archivio di Stato di Firenze,

Miscellanea di Piante, n.470/c.) La carta raffigura il lago di Bientina e la campagna a Nord di questo. Si nota il lago di Sibolla contornato da un fitto bosco dal quale esce il Fosso Maggiore che termina nel lago di Fucecchio. Ad ovest si indirizza il Canale della Contessa che poi forma il laghetto di Altopascio, delimitato a valle da da un muro dal quale, simile ad un bottaccio, scaturisce una gora che alimenta il mulino del paese. Si sottolinea l’importanza del borgo di Altopascio, di Montecarlo e dell’Isola nel lago di Bientina.

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L’intervento conduceva il fiume direttamente da Montecchio a San Giovanni alla Vena. Per potere attuare quest'opera si dovette prolungare la Serezza da Vico a Riparotta, diminuendone così il rapporto di pendenza. Sorsero subito attriti sull’esercizio delle cateratte sulla Serezza a Vicopisano, passate in uso agli agenti delle fattorie medicee, i quali risultavano di fatto i padroni dello scolo del lago, impedendolo spesso. La divisione del possesso del lago tra Lucchesi e Fiorentini era fonte di continui problemi, esso, pur avendo gran parte nel territorio lucchese, aveva il suo sfogo verso l'Arno, in quello dei Fiorentini.

Di fatto per molti anni il lago mantenne o incrementò la sua notevole estensione e la situazione idraulica peggiorò in tutta la zona non solo nel territorio di Lucca ma anche in quello bientinese (straripamento del 1624) sia perchè i lavori eseguiti dai Lucchesi per porre rimedio agli straripamenti del Serchio non si rivelarono efficaci, sia perchè i Fiorentini non governavano bene le cateratte. In seguito alle sempre maggiori espansioni dello specchio lacustre nel 1665 venne costruita come nuovo emissario del lago la "nuova Serezza" rettificando ed allargando il canale Serezzina ed unendolo alla Serezza del 1560; ma ciò non fu idoneo a risolvere i problemi e, nel 1696 una nuova piena del Serchio si rovesciò nel lago "devastando la piana lucchese e recando sventure nella stessa Bientina" (Paderi 1932). Dopo l’inondazione e le minacce di Cosimo III, la Repubblica lucchese eseguì una nuova arginatura del Serchio nel 1702.

Ancora dopo tale intervento la situazione del lago rimase stazionaria o con una tendenza ad espandersi come dimostrato dallo Ximenes. Durante la reggenza di Pietro Leopoldo “si era verificato un fatto assai increscioso, specie per i Lucchesi, ma anche per i loro vicini di Bientina, con la costruzione quasi repentina, nel Novembre 1755, di una assurda diga sulla Serezza Vecchia, alla bocca del Lago, per ordine del Reggente Conte di Richecourt; ciò che, impedendo il naturale e libero defluire delle acque, grandemente accresciute a causa delle piogge insistenti, provocò improvvise e gravi inondazioni, specie in Lucchesia. Tale fatto dovette destare oltre tutto una certa impressione, tanto che la località conserva ancora il nome di "La Tura", come la diga venne chiamata. Al fatto stesso non debbono essere rimasti estranei forti contrasti che spesso si verificavano tra lo Stato di Lucca e il Granducato, proprio a causa di questioni inerenti alla regolamentazione ed all'uso delle acque del Lago, mentre si imputava ai Lucchesi di "fare scolare nel Lago di Bientina un grandissimo volume d'acque che a detto Lago non appartenevano e che producevano danni indicibili a tutta la pianura di Bientina”.

Nel 1763, allargando la Serezza del 1560 e modifìcandola alle estremità, fu dato al lago un nuovo emissario detto Canale Imperiale, che però non apportò vantaggi risolutivi; si riprese allora in esame il vecchio progetto di un canale che scaricasse direttamente al mare, sottopassando l'Arno in "botte". Questo progetto, che avrebbe reso lo scolo del lago indipendente dall'Arno e dal Serchio, non fu eseguito, poichè il Granduca concesse l'esercizio del Canale

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Imperiale ai Lucchesi e fece apporre loro delle cateratte allo sbocco dell'Ozzeri in Serchio, pensando con ciò di rimediare ai danni degli allagamenti per rigurgito del Serchio del 1786-87. Questi progetti saranno poi ripresi nel “Gran Progetto” di Nottolini che prevedeva sia la deviazione del Serchio nel Massaciuccoli con relativa bonifica, sia la costruzione di un nuovo emissario del lago di Bientina che attraversando la pianura di Lucca si sarebbe accostato alla riva sinistra del Serchio presso Cerasomma, proseguendo verso il mare e sfruttando parte dell’alveo abbandonato del Serchio, con complicazioni legate (oltre ai costi) alla necessaria collaborazione tra Lucca e Firenze. L'estensione del lago di Bientina sul finire del secolo XVIII (Fig. 2.2.6, 2.2.7), risulta essere all'incirca delimitata dalla quota di metri 8 s.l.m. ed il padule da quella di metri l0 s.l.m..

Fig. 2.2.6 Mappa del XVIII sec. (seconda metà). Territorio lucchese, sistema idrografico, rilievi ed

aree umide di Bientina e Massaciuccoli – (Archivio di Stato di Lucca, Deputazione sopra il nuovo Azzeri, 3, Memorie sopra il lago di Sesto o di Bientina, n.1).

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Nel 1787 il Granduca Leopoldo I riprese il vecchio progetto del Chiaccheri per la “botte” sotto l’Arno, ma nemmeno allora venne eseguito e per le difficoltà che sembrava presentare e per la spesa. Neppure il magistrato delle acque di Lucca lo pose in esecuzione quando gli fu presentato nel 1802, poichè lo ritenne insufficiente. Ripreso ancora nel 1842, fu poi approvato e giudicato il più adatto tanto che nel 1852 il Granduca Leopoldo II ne ordinò l'esecuzione affidandola al Manetti. La cartografia al 1850 mostra che lo specchio d'acqua, pur conservando estese paludi attorno fino alla quota di metri 9, si era ridotto alla curva di livello di metri 7 in relazione anche alla arginazione del Serchio del Nottolini. L'Arno venne deviato dall'antico letto e condotto nel nuovo, che sovrasta alla "botte", nel 1859 entrò in funzione l'emissario che permise il deflusso delle acque del lago al mare presso Calambrone. Seguono nel tempo l'arginatura del Rogio, dell'emissario e della Fossa Navareccia nei tratti compresi entro il padule. L'alveo del lago si

Fig. 2.2.7 Mappa del XVIII sec. Bacino del Bientina – (Archivio di Stato di Lucca, Acque e

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mantenne sempre paludoso anche all'inizio del secolo XX, tanto da indurre alcuni proprietari del terreno da bonificare a unirsi in consorzio nel 1907 ed a provvedere al sollevamento meccanico delle acque dai loro terreni, in attesa dei lavori che il governo doveva compiere nel bacino bientinese.

Nel 1915 vennero iniziati i lavori, già proposti ed approvati fin dal 1881, per l'approfondimento e allargamento dell'emissario, che furono portati a termine intorno al 1930. Una chiave di lettura è dunque quella della lotta per restringere la pertinenza delle acque, per mettere in sicurezza gli insediamenti altrimenti a rischio di alluvione o comunque paludosi (Lucca- Loch), per guadagnare spazio per l’agricoltura, e qui si inserisce il pensiero degli accademici toscani come scrisse Giorgio Spini: “La Toscana era ugualmente una delle zone più prospere dell'intera penisola, con le sue campagne ben coltivate, il suo tradizionale sistema di mezzadria che ignorava le miserie atroci delle plebi del Mezzogiorno, il suo patriziato colto e sinceramente" interessato al miglioramento agricolo, di cui era promotrice la gloriosa Accademia dei Georgofili".

I grandi interventi dell’800 mettono in relativa sicurezza idraulica la Pianura di Lucca (intendendo che non si ha più sistematica e generale devastazione da parte delle piene) pur permanendo e talora accrescendosi la vulnerabilità di un sistema fortemente antropizzato e oggettivamente sfavorito dalla geometria. La bonifica meccanica del ‘900 riduce ancora gli impaludamenti e a questo punto l’effetto delle acque liberamente fluenti e spesso divaganti nella pianura nel formare il paesaggio “geografico” (scenario ancora attuale in assenza di tutte le opere accennate) appare annullato.

Figura

Fig. 2.1.1a Ricostruzione dei paleoalvei del Serchio a piccola scala (Cosci,2005).
Fig.  2.1.1b  Ricostruzione  dei  paleoalvei  del  Serchio  secondo  Cosci(2005)  sovrapposti  su  carta
Fig. 2.2.1 Mappa del XV sec. Lago di Bientina - (Archivio Storico di Lucca, Offizio sopra il
Fig. 2.2.2 Rappresentazione dei due paduli di Bientina e Fucecchio nel XV secolo – (Archivio di Stato
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