La necropoli delle Ripaie
L’ampia area cimiteriale delle Ripaie26 è situata nella zona a sud di Volterra, esterna al
pianoro dove sorge il centro abitato, nella zona oggi interamente occupata dal nuovo campo sportivo. Proprio lì, nel 1969, durante i lavori per la costruzione del nuovo complesso sportivo di Volterra, le ruspe portarono alla luce i primi reperti archeologici che giacevano a circa un metro di profondità dal piano di calpestio. Fu grazie al tempestivo intervento di Enrico Fiumi, allora direttore del Museo Etrusco Guarnacci ed Ispettore onorario della Soprintendenza, che si poté attuare un accurato e celere recupero di detti materiali per sottrarli all’incombente distruzione dei mezzi meccanici. Ovviamente, date le circostanze, non fu possibile eseguire uno scavo scientifico e regolare. Il recupero dei reperti da parte del Fiumi e di alcuni suoi collaboratori durò qualche mese, ma purtroppo non poté escludere anche il lavoro notturno di scavatori clandestini. In seguito, la Soprintendenza effettuò numerosi ed accurati saggi di scavo nelle zone limitrofe. Sarebbe stato un progetto del Fiumi purtroppo improvvisamente scomparso, effettuare un’analisi dettagliata dei materiali recuperati, per fornire elementi utili a delineare ed a completare il quadro della protostoria volterrana. Tali propositi del Fiumi sono stati raccolti da Gabriele Cateni, ultimo direttore del Museo Guarnacci, il quale ha dedicato tre pubblicazioni27 ai
materiali e agli studi fatti sulla necropoli delle Ripaie, conformemente agli scopi che si era proposto il Fiumi. La tipologia delle tombe rinvenute è divisibile in due gruppi principali: a) sepolture in semplici buche di terra a poca profondità dal piano di campagna con ossa combuste contenute in ossuari biconici di impasto con ciotola-coperchio; b) pozzetti cilindrici con muretto a secco rivestito di pietre con all’interno ossuario e ciotola-coperchio sormontato da una lastra di copertura. Se analizziamo i materiali, si nota che una serie di tombe è caratterizzata dalla presenza del solo ossuario con ciotola-coperchio, prive dei materiali di corredo (tombe A, D, D1, E, E1, F, I1, L, P, R, Z, con deposizione in semplice buca). Un’altra serie di sepolture è caratterizzata dalla presenza del solo ossuario con ciotola a cui è associato un corredo assai povero (tombe T, Q, V, L1, H1, C1, G1, C), del IX secolo a.C. . Dall’analisi dei materiali si conferma la presenza a Volterra di un aspetto culturale largamente unitario corrispondente alla prima fase villanoviana (Volterra I). Accanto a questi reperti di prima fase, sono state ritrovate anche sepolture che attestano
26 FIUMI 1969; FIUMI 1976, pp. 80-84; ROSSELLI 2007, pp. 56-57.
un momento più avanzato nel quadro dell’aspetto culturale villanoviano. Sono le tombe classificate con le sigle R1, S1, I, ed esposte nella sala I del Museo Guarnacci. Due di queste tre tombe, la S1 e la I sono quelle che interessano maggiormente questa ricerca perché nel loro corredo sono presenti oggetti in oro o in bronzo dorato. Il tipo di sepoltura è in un grosso ziro di impasto bruno-rossastro, all’interno del quale si trova l’ossuario biconico con ciotola-coperchio. Il corredo, molto ricco, si compone principalmente di armille, asce a cannone, rasoi semilunati, fibule a sanguisuga e navicella, armi in ferro.
La Tomba S1
Tomba a pozzetto semplice, scavata il 21 giugno 1969 ed esposta nella sala I del Museo Guarnacci28. E' composta da un cinerario biconico monoansato con ciotola rovesciata per
coperchio, privo di decorazioni, raccolto in frantumi e poi restaurato29. Il corredo è
particolarmente ricco (si compone di quattro frammenti di lamina di bronzo rivestita con foglia d’oro, un’armilla in bronzo dorato a canna vuota, due fibule incomplete con ambra, una fibula in bronzo ad arco ingrossato e lunga staffa, due fibule a navicella, un arco di grande fibula a navicella, due rotelle in bronzo con cannelletto centrale - forse capocchie di aghi crinali - uno spillo con catenella in bronzo e frammenti vari) e si data al tardo VIII secolo a.C. .
Fibula ad arco foliato con staffa a disco
− Soggetto: quattro laminette di bronzo rivestite con foglia d'oro.
− Numero di inventario: Ts1/1, Ts1/2, Ts1/3, Ts1/4.
− Misure: lungh. arco 5,1 cm., largh. disco 4,7 cm..
− Stato di conservazione: conservata in quattro frammenti.
− Provenienza: da Volterra, necropoli delle Ripaie, tomba S1.
− Descrizione: delle quattro laminette, due sono dei piccoli frammenti, di forma trapezoidale30, mentre le altre due, più grandi, sono di forma ovoidale e abbastanza ben
conservate31. Su di esse si può leggere bene il repertorio figurativo. La decorazione
28 FIUMI 1976, pag. 82; CATENI 1988, pag. 33; ROSSELLI 2007, pag. 60. 29 CATENI 1988, tav. 7; CATENI 2006, pag. 38, tav. 3,2.
30 Num. Inv. Ts1/4 e Ts1/5, delle dimensioni di 2,05x0,9 cm. e 1,2x0,5 cm. 31 Num. Inv. Ts1/2 e Ts1/3, delle dimensioni di 4,7x3 cm. e 5,1x2,7cm.
delle sottilissime lamine d’oro dal bordo puntinato è eseguita a sbalzo, formata da cerchi concentrici intorno a cuppelle, motivi a esse e sequenze di punti.
− Commento e confronti: queste laminette, che rivestivano oggetti di bronzo, come si desume dalle numerose ossidazioni sulla parte posteriore del reperto, appartenevano ad una fibula ad arco foliato con staffa a disco, di esclusiva pertinenza muliebre. Di questa rara tipologia di fibula ad arco foliato di bronzo, con staffa a disco placcata d’oro e ornata a sbalzo (tipo Sundwall C I γ b32) sono noti solamente altri due
esemplari, entrambi provenienti dell’Etruria Meridionale33. Una fibula scavata dalla
tomba 140 di Poggio Selciatello-Tarquinia34 databile intorno alla metà dell’VIII secolo
a.C.; l’altra dalla tomba 23M di Narce35 risalente all’ultimo quarto dello stesso secolo.
In esse possiamo riconoscervi il precedente tipologico delle grandi fibule a disco d’apparato della tomba Regolini-Galassi e della tomba vulcente di Ponte Sodo36.
− Datazione: seconda metà VIII secolo a.C. .
Armilla
− Soggetto: armilla in bronzo dorato. − Numero di inventario:
− Misure: diametro cm. 8,8.
− Stato di conservazione: buono.
− Provenienza: da Volterra, necropoli delle Ripaie, tomba S1.
− Descrizione: armilla in bronzo dorato, del tipo a canna vuota, con le estremità sovrapposte e costolate. E' ottenuta da una sottile lamina di bronzo ripiegata ad anello, decorata da una fascia di linee longitudinali parallele da cui si dipartono due serie contrapposte di triangoli campiti a tratteggio obliquo. Le tracce della doratura sono sparite quasi del tutto, ma ancora visibile rimane la decorazione ad incisione che l’oggetto presenta su tutta la superficie. La decorazione incisa è del tipo geometrico (triangoli).
− Commento e confronti: l’armilla in bronzo dorato è del tipo a canna vuota, modello tipico dell’età del ferro, che poi in pieno periodo Orientalizzante verrà sostituito dai 32 SUNDWALL 1943.
33 CRISTOFANI-MARTELLI 1983, pag. 28. 34 HENCKEN 1968, pag. 141, fig. 128 j-k-l. 35 STRØM 1971, pag. 66, n. S31.
bracciali in oro ad anello rigido (poco frequenti) e dalle pregevoli realizzazioni dei bracciali a fascia elastica. Le armille a capi sovrapposti, meglio note in bronzo fuso, sono attestate in un arco di tempo piuttosto lungo, almeno dal VII a tutto il VI secolo a.C.37 . I bracciali (armillae) generalmente, ma non necessariamente, a coppia, si
portavano ai polsi, sull’avambraccio e sulla parte alta delle braccia.
− Datazione: tardo VIII secolo a.C. .
La Tomba I a ziro
Esposta nella sala I del Museo Guarnacci, è composta da un grosso ziro in terracotta di cui si è ritrovata solo una parte di orlo38. Il corredo è formato da due morsi da cavallo in
bronzo, una fibula a navicella che porta inseriti nell’arco pezzi di osso e ambra, un’altra simile e incompleta, tre grandi fibule a navicella mancanti di staffa e ardiglione, una fibula ad arco ribassato priva di staffa, l’arco di una piccola fibula in ambra, frammenti di cinturone in lamina di bronzo, una fusaiola troncoconica, una piccola fibula a sanguisuga, due prive di staffa ed ardiglione e dei frammenti di lamina in oro39, che sono l’unico
reperto aureo. Il corredo si data verso la fine dell’VIII secolo a.C. . Laminette auree
− Soggetto: laminette auree.
− Numero di inventario: T I/17.
− Stato di conservazione: molto lacunoso.
− Provenienza: da Volterra, necropoli delle Ripaie, tomba I.
− Descrizione: diversi frammenti di laminette, variamente assemblati.
− Commento e confronti: queste esilissime fogliette auree dovevano adornare il costume della defunta per il rito funebre e per il seppellimento, ma potevano anche essere usate in vita, durante occasioni particolari o solenni cerimonie. Durante il IX e soprattutto l’VIII secolo a.C. si verifica quindi in Etruria una progressiva affermazione dei metalli nobili, principalmente lavorati in sottili lamine per i rivestimenti.
37 FALCONI AMORELLI 1982, n°82-87, pp. 82 ss. ; Patrimonio disperso 1989, n°68, pag. 65. 38 CATENI 1988, pp. 33-34; FIUMI 1976, pp. 83-84.