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αξονικόι αξονικόι Assialità: nuova strategia di interpretazione Assialità: nuova strategia di interpretazione e fruizione dell’Acropoli di Atene e fruizione dell’Acropoli di Atene

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αξονικόι

αξονικόι

Assialità: nuova strategia di interpretazione

Assialità: nuova strategia di interpretazione

e fruizione dell’Acropoli di Atene

e fruizione dell’Acropoli di Atene

Andrea Cicconetti 896408 Andrea Cicconetti 896408 Relatore prof. arch. Pier Federico Mauro Caliari Relatore prof. arch. Pier Federico Mauro Caliari correlatrice arch. Sara Ghirardini correlatrice arch. Sara Ghirardini Tesi di laurea magistrale Ambiente Costruito Interni Tesi di laurea magistrale Ambiente Costruito Interni Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni, aa 18|19 Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni, aa 18|19

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Indice

Indice

AbstractAbstract

Atene Atene

.1.1 Introduzione alla città Introduzione alla città 1.1 Il mito 1.1 Il mito

.2.2 Evoluzione del Parco Archeologico Evoluzione del Parco Archeologico

.2.1.2.1 Età micenea Età micenea

Le mura e le caveLe mura e le cave Il quartiere Ceramico Il quartiere Ceramico

.2.2 Età arcaica .2.2 Età arcaica

Antica Antica Agorà Agorà Opere sotto Pisistrato Opere sotto Pisistrato Teatri di Dioniso Teatri di Dioniso

.2.3 Età Classica ed Ellenistica.2.3 Età Classica ed Ellenistica

Opere sotto PericleOpere sotto Pericle

I Propilei I Propilei L’Eretteo L’Eretteo Il Partenone Il Partenone .2.4 Età Romana .2.4 Età Romana

Agorà RomanaAgorà Romana Biblioteca di Adriano Biblioteca di Adriano 66 12 12 14 14 18 18 20 20 24 24 30 30 32 32 38 38 42 42 46 46 52 52 58 58 66 66 70 70 72 72 76 76

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.2.5 Età Ottomana

.2.5 Età Ottomana

.2.6 I sentieri di Dimitris Pikionis .2.6 I sentieri di Dimitris Pikionis .3 Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli .3 Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

.3.1 Il Vecchio e Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene .3.1 Il Vecchio e Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene .3.2 I lavori di Nikolaos Balànos

.3.2 I lavori di Nikolaos Balànos .4 Proposta progettuale

.4 Proposta progettuale

.4.1 Analisi dello stato di fatto e motivazione .4.1 Analisi dello stato di fatto e motivazione .4.2 Nuove assialità

.4.2 Nuove assialità

Assi di superficieAssi di superficie Assi spaziali Assi spaziali

.4.3 Nuovi suoli .4.3 Nuovi suoli

.4.4 Piante di analisi e di progetto .4.4 Piante di analisi e di progetto .4.5 Sezioni .4.5 Sezioni .5 Conclusioni .5 Conclusioni .6 Bibliografia e sitografia .6 Bibliografia e sitografia 84 84 94 94 102 102 106 106 112 112 114 114 116 116 124 124 126 126 138 138 144 144 154 154 162 162 164 164 166 166

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Abstract

Abstract

Questa tesi propone un progetto di

ridisegno per l’Acropoli di Atene, principale sito turistico della città. Attualmente lo stato in cui versa è disorganico, presentandosi inve-ro come un cantiere a cielo aperto, disponibile, in parte, alla visita dei turisti.

Alcune aree dell’Acropoli non sono di fatto accessibili, i materiali recu-perati nel tempo durante gli sca-vi archeologici sono accumulati ai margini dei percorsi, e la struttura del Vecchio Museo ora in disuso nasconde completamente le tracce dei resti dell’Acropoli micenea, ar-caica e classica che si trovano sotto di esso.

Nasce così, dalla considerazione di questo contesto, l’intenzione fonda-trice del progetto.

Il rapporto diretto con l’antico si vincola nella composizione archi-tettonica con la proposta di un nuo-vo ordine, mantenendo uno stretto contatto nei confronti dell’inesti-mabile testimonianza storica che questa area archeologica offre.

Il progetto quindi spoglia l’Acropo-li, fornendo una chiave di lettura dello spazio unica.

Una serie di assi ridefiniscono il flusso turistico, accompagnando il visitatore lungo la nuova superficie che, articolandosi attorno e all’in-terno delle tracce delle rovine, as-sume l’intento di rendere visibili i segni del passato.

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Introduzione alla città

Introduzione alla città

Metropoli cosmopolita e capitale

della Repubblica Ellenica, Atene conta oltre 660 mila abitanti, ed ol-tre 4 milioni come Grande Atene, agglomerazione urbana che include anche il Pireo. Sorge nella pianura dell’Attica e comincia la sua esten-sione dalle pendici del monte Par-nete, dove sono locati ora i borghi Kifisià e Marousi, fino ad arrivare alla costa, nei borghi di Glyfada e Palaio Faliro, del porto del Pireo. La storia di questa città, nonché culla della civiltà occidentale e ma-dre della democrazia, nasce tra i racconti di una antica leggenda.

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Introduzione alla città

Introduzione alla città

Il mito

Il mito

E’ il terzo millennio avanti Cristo, e le Moire, dee del destino ineluttabi-le, dichiararono fruttuoso il destino di una città nascente. A seguito di questa profezia due divinità entra-rono in conflitto per la sua custo-dia, Atena e Poseidone.

Non trovando alcun punto d’incon-tro tra i due, Atena propose, come previsione della futura democrazia, di far decidere al popolo della città il vincitore, ovvero la futura divini-tà protettrice.

Vennero tutti riuniti sull’Acropoli, dove Atena e Poseidone avrebbe-ro poi concesso al popolo un dono ciascuno, per averne il favore: Ate-na fece Ate-nascere un ulivo dal terreno e Poseidone invece un cavallo.

La folla, avvicinatasi, dovette fare una scelta: seguire il simbolo della pace, della serenità e della pruden-za, ovvero l’ulivo, o quello del co-raggio, della forza e della guerra, il cavallo?

La leggenda narra che la decisione venne proposta dal più anziano del popolo, che scelse i doni più certi e duraturi provenienti dalla pace dell’ulivo, rispetto al potere e pro-babili ricchezze di una incerta vit-toria in guerra.

Il popolo unanime lo seguì, e da lì quindi la città prese il nome di Ate-ne.

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Sotto la custodia di Atena, fin quan-do la popolazione seguì i suoi prin-cipi, la città si sviluppò secondo il destino predetto dalle Moire, dive-nendo sempre più prestigiosa col passare del tempo, vincente nelle guerre e grembo di eminenze acca-demiche e filosofiche.

Quando invece i valori principi come la pace, la prudenza e diplo-mazia non vennero più rispettati, la città intraprese un nuovo sentiero destinato alla sottomissione ed al declino.

Il Partenone, tempio sorgente sull’Acropoli, dedicato alla dea Ate-na, testimonia parte di queste leg-gende con le statue del suo frontone orientale.

a pagina 10: a pagina 10: foto di Rainer Unkel foto di Rainer Unkel in basso:

in basso:

ricostruzione del frontone eorientale del Partenone ricostruzione del frontone eorientale del Partenone

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Evoluzione del Parco Archeologico

Evoluzione del Parco Archeologico

Età Micenea

Età Micenea

1600 a.C.-600 a.C.

1600 a.C.-600 a.C.

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Età Micenea

Età Micenea

Le mura e le Cave

Le mura e le Cave

Secondo testimonianze archeologi-che, la nascita della civiltà avvenne attorno all’altura dell’Acropoli, con la presenza di gruppi stanziati nelle grotte delle sue pendici in età neo-litica, ampliatisi durante il periodo Elladico e spostatisi invece anche sulla sommità del colle, attorno al palazzo reale, il Megaron, nell’età Micenea. In questo ultimo periodo i pelasgi, complesso delle popolazio-ni greche preellepopolazio-niche, costruiro-no il pelarghikon attorcostruiro-no al centro abitato, ovvero una cinta muraria composta da pietre megalitiche.

Attorno a questa cinta cominciò a svilupparsi un percorso circolare che collegava le grotte e i nascituri santuari, il Peripatos. Percorrendo-lo era inoltre possibile raggiungere le antiche tre fonti d’acqua, che per-misero lo sviluppo della civiltà sulla cima del colle: la fonte Clepsydra e la fontana Micenea nel lato setten-trionale e la fonte di Asclepio nel lato meridionale.

Poco prima dell’inizio del X secolo avanti Cristo venne attribuita a Ce-crope la fondazione della città come Atene, con suo futuro regno e la cui tomba fu poi collocata nel tempio ionico Eretteo, sull’Acropoli.

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a destra e in basso: a destra e in basso: cave attorno al colle dell’Acropoli cave attorno al colle dell’Acropoli a destra: a destra: resti della cinta muraria micenea resti della cinta muraria micenea

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Età Micenea

Età Micenea

Il Ceramico

Il Ceramico

Nei periodi successivi, ovvero du-rante il Medioevo ellenico, l’inse-diamento abitativo si diffuse nelle aree attorno al colle dell’Acropoli, andando a fondare quelli che sono oggi i quartieri del Ceramico, dive-nuto centro delle principali attività commerciali e artigianali, e dell’an-tica Agorà, luogo ospitante i princi-pali edifici religiosi, civili e pubblici.

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Il primo, posizionato a nord-o-vest rispetto l’Acropoli, è ad oggi suddiviso in due aree separate dal tracciato del fiume Eridano: una comprendente le principali attività commerciali ed artigianali del tem-po; l’altra invece destinata a fun-zione cimiteriale, riconosciuta oggi come necropoli.

Presenta due porte al suo interno, la prima è la Porta del Dyplon, e nel-la zona a sud-ovest nel-la Porta Sacra. Durante le cerimonie delle Pana-tenee, festa religiosa in onore del-la dea Atena, del-la Porta del Dipylon diveniva punta di partenza della Processione Panatenaica, che attra-versando l’Agorà, aveva come punto

d’arrivo l’Acropoli. a pagina 26:a pagina 26:

resti del quartiere del Ceramico resti del quartiere del Ceramico in alto:

in alto:

planimetria del quartiere Ceramico planimetria del quartiere Ceramico

La Porta Sacra diveniva invece luo-go di passaggio della processione dei Misteri Eleusini, rito religioso che partiva dall’Agorà per arrivare al Santuario di Eleusi. Adiacente all’area del quartiere è ora presente il Museo Archeologico del Cera-mico, contenente prevalentemente vasi, urne e corredi funerari della necropoli.

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Età Arcaica

Età Arcaica

600-500 a.C. 600-500 a.C.

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Età Arcaica

Età Arcaica

L’antica Agorà

L’antica Agorà

La seconda, ovvero l’antica Agorà, era invece una piazza in cui si ritro-vavano i cittadini ateniesi e rappre-sentava il centro religioso, politico e sociale di Atene.

Gli scavi dell’area archeologica che vediamo oggi cominciarono al ter-mine del diciannovesimo secolo, e continuarono nel 1931 con le cam-pagne di scavo della Scuola Ame-ricana di Studi Classici di Atene, che richiese la demolizione di 360 residenze moderne per portare alla luce i resti dell’antica Agorà, resti che purtroppo non si conservarono in buone condizioni.

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inaugurata nel 2012, ospitante una moltiplicità di sculture calligrafiche e figure idealizzate di dei e mortali. Con la Battaglia di Platea del 479 avanti Cristo, vinta dall’alleanza greca formatasi tra Sparta, Atene, Corinto e Megara, la guerra contro l’impero persiano cessò, e i lavori poterono continuare.

Temistocle fece circondare la cit-tà con una cinta muraria di circa 6 chilometri, aggiungendo nell’affac-cio settentrionale dell’Acropoli un muro di contenimento, composto dai resti di edifici distrutti. Circa venti anni dopo Cimone fece co-struire le mura del Pireo e del Fa-lero per concludere l’opera di Temi-stocle.

Ciò che è quindi visibile attualmen-te sono il Tempio di Efesto e la Stoà di Attalo, ricostruita interamente come riproduzione dell’origina-le, divenuta poi Museo dell’Antica Agorà.

Esso presenta al visitatore diver-si reperti archeologici disposti per suddivisioni cronologiche e tema-tiche riguardanti principalmente il funzionamento della democrazia ateniese:

al piano inferiore si trovano scul-ture onorifiche e accessori dediti al funzionamento delle istituzioni de-mocratiche, come gettoni di voto, clessidre, kleroterion e ostrakon, ovvero le schede elettorali, mentre al piano superiore vi è la mostra

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37 a pagina 35:

a pagina 35:

planimetria dell’antica Agorà planimetria dell’antica Agorà a sinitra:

a sinitra:

riproduzione della Stoà di Attalo, ad oggi museo riproduzione della Stoà di Attalo, ad oggi museo in basso:

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vista sulla Stoà di Attalo e dell’Acropoli dal Tempio di Efesto vista sulla Stoà di Attalo e dell’Acropoli dal Tempio di Efesto

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Età Ellenistica

Età Ellenistica

Le opere sotto Pisistrato

Le opere sotto Pisistrato

Sotto il dominio di Solone e Pisi-strato, nel sesto secolo a.C. vennero costruiti ai piedi dell’Acropoli il san-tuario di Dioniso Eleutereo, il tem-pio dedicato a Zeus, un ginnasio e lo stadio, seguiti successivamente dalla nuova rete stradale, fognaria e idrica della città.

Allo stesso tempo, la Pnice, collina situata ad ovest dell’Acropoli, di-venne sede dell’assemblea popolare per volere di Clistene, e prese vita il porto del Pireo grazie ai lavori di Temistocle, divenuto però vittima degli attacchi persiani degli anni successivi.

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Nel quinto secolo avanti Cristo, lungo il Peripatos, venne affiancato al corrispettivo Santuario il Teatro di Dioniso. Questo fu il teatro più importante e il più utilizzato duran-te tutta la storia della drammaturgia ateniese.

Nel 310 avanti Cristo, per volere di Licurgo, ci fu un cambiamento ra-dicale dei materiali, non più lignei ma lapidei, e di forme ora curvili-nee. Sopra di esso fu eretto un mo-numento coregico, in prossimità di una cavità naturale che si trovava sulla parete esterna rocciosa, suc-cessivamente regolarizzata da tagli geometrici.

a destra: a destra: resti del Tempio di Zeus resti del Tempio di Zeus

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Età Arcaica

Età Arcaica

Il teatro di Dioniso

Il teatro di Dioniso

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45 a sinitra:

a sinitra:

vista sul Teatro di Dioniso vista sul Teatro di Dioniso in basso:

in basso:

ingresso del monumento coregico, ad oggi Cappella Panagia Spiliotissa ingresso del monumento coregico, ad oggi Cappella Panagia Spiliotissa

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Età Classica ed Ellenistica

Età Classica ed Ellenistica

500 a.C.-80 a.C. 500 a.C.-80 a.C.

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A seguito dell’armistizio stipulato nel quinto secolo avanti Cristo, tra l’ambasciatore ateniese Callia e gli inviati di Araserse I, e soprattutto grazie a Pericle, Atene e l’Acropoli raggiunsero il loro picco nello svi-luppo edilizio. Sul colle fu costruita una cinta muraria più alta rispetto all’altezza delle mure cimoniane, ampliando così la superficie dell’A-cropoli, la cui nuova forma è quella visibile attualmente. Vennero am-pliati i Propilei, venne costruito il Partenone, principale tempio dedi-cato ad Atena, e vennero infine ag-giunti dei nuovi terrazzamenti che, facendo da podio per le strutture presenti, suddividevano il percorso dei fedeli indirizzandoli tra il Par-tenone, l’Eretteo e il Santuario di Pandione.

a pagina 48: a pagina 48:

L’Acropoli di Atene, Leo Von Klenze, 1834 L’Acropoli di Atene, Leo Von Klenze, 1834

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Età Classica ed Ellenistica

Età Classica ed Ellenistica

I Propilei

I Propilei

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zione dei Pelasgi che avrebbe edifi-cato queste mura.

Durante l’epoca della tirannide pi-sistratea, verso l’anno 600 a.C., suc-cessivamente al periodo chiamato medioevo ellenico e poco dopo la seconda grande colonizzazione gre-ca, reperti archeologici testimonia-no che la porta vide una successione di modifiche che la trasformarono in un ingresso monumentale simile a quello che conosciamo oggi, ma con orientamento e spazialità mol-to diverse.

Dopo le invasioni dei Persiani e la distruzione dell’Acropoli da parte di Serse avvenuta durante la seconda invasione ci fu un periodo di rina-scita grazie alla guida illuminata di I Propilei erano l’ingresso

monu-mentale all’Acropoli; nati come elementi difensivi della cittadella, divennero nel tempo simboli di si-gnificato religioso poiché attraver-so di essi si svolgeva la processione panatenaica (i giochi panatenaici erano competizioni sportive che fa-cevano parte di una ampia serie di feste religiose) per raggiungere la sacra Acropoli.

Si ipotizza che in epoca tardo elladi-ca, durante il dominio della civiltà micenea, un antichissimo Megaron, sito alla sommità dell’altura, venisse difeso da una robusta porta difensi-va. Il complesso difensivo prevede-va un primo muro esterno chiama-to “Pelargikòn” o “Pelasgicòn” nomi che evocavano i miti sulla

popola-Pericle, come descritto preceden-temente. Fu incaricato della rico-struzione l’architetto Mnesicle che ridisegnò i propilei, e progettò un nuovo edificio atto ad accogliere la processione panatenaica, la princi-pale funzione religiosa del tempo.

Furono costruite lunghe rampe ad andamento bustrofedico (un pro-cedimento “a nastro”, con un anda-mento che ricorda quello dei solchi tracciati dall’aratro in un campo) che culminavano nel nuovo tempio di Atena Nike.

a pagina 53: a pagina 53: ricostruzione dei Propilei in epoca Periclea ricostruzione dei Propilei in epoca Periclea a pagina 56,57: a pagina 56,57: vista sull’ingresso ed interno dei Propilei vista sull’ingresso ed interno dei Propilei

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Età Classica ed Ellenistica

Età Classica ed Ellenistica

L’Eretteo

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Il tempio consisteva infatti in un corpo principale orientato est-o-vest, suddiviso in due aree, una orientale e una occidentale, sepa-rate tra loro e caratterizzate da una differenza di quota di circa 3 m tra i rispettivi piani di calpestìo; la sala orientale, probabilmente dedicata ad Athena, si raccordava infatti con il piano dell’Acropoli subito a est e sud del tempio, mentre i vani ad occidente, destinati al culto di Po-seidon-Erechtheus, di Boteus e di Efesto, si aprivano direttamente su un ampio spazio a nord e sull’area identificata come il Pandroseion a ovest.

Troviamo poi l’Eretteo che era un tempio di stilo ionico, costruito tra il 420 e il 406 a.C.

Progettato probabilmente da Pe-ricle, fu costruito dagli architetti Philokles e Archiloco, e destinato a contenere il nucleo culturale per eccellenza dell’Acropoli.

Come i Propilei, non si presentava come un unico edificio, ma come un complesso di strutture, con tutte le conseguenze che questo compor-tava, come la difficile orografia, o la presenza di vincoli che la concer-tazione di culti e attestazioni sacre ponevano.

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Al corpo principale rettangolare si aggiungono numerosi elementi annessi, come la Loggia delle Ca-riatidi (gruppo di statue femminili che rappresentano le Korai, giovani ragazze dalla capigliatura ondulata e vesti drappeggiate, che rendono tributo alla tomba del Re Cecrope). La planimetria interna dell’edificio principale ricalca quello del tempio di Atena Polias, antico Tempio co-struito attorno al 520 a.C. e distrut-to successivamente nel 480 a.C. dai persiani. Questa caratteristica è una chiara attestazione di fedele ripresa dei culti nel nuovo tempio che in-tende porsi quindi come una cor-retta ripresa della ritualità arcaica.

a pagina 59 e in alto: a pagina 59 e in alto:

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Età Classica ed Ellenistica

Età Classica ed Ellenistica

Il Partenone

Il Partenone

Il Partenone, infine, è il più impor-tante tempio greco dedicato alla dea Atena presente sull’acropoli di Atene. Il suo nome deriva dall’epite-to riferidall’epite-to alla dea Atena che indica il suo stato di nubile e vergine, e al mito della sua creazione, per parte-nogenesi, dal capo di Zeus.

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Venne progettato da Callicrate ed Ictino, e nacque come sostituto del Partenone Tardoarcaico o Pre-Par-tenone, che non fu mai edificato, a causa del Sacco Persiano del 480 a.C. La pianta infatti si rifà a quest’ul-timo, essendo octastilo periptero ed avente 17 colonne nel lato lun-go, ma le proporzioni mutavano in funzione della cella e dell’ex-voto. All’interno del Partenone si erge-va la monumentale statua di culto crisoelefantina, ricoperta di oro ed avorio, alta 12 metri, raffigurante Atena Parthénos e ospitata nella cella orientale.

a pagina 65: a pagina 65: Partenone, Frederic Edwin Church, 1871 Partenone, Frederic Edwin Church, 1871 a destra: a destra: Partenone, di Gorham P.Stevens, 1938 Partenone, di Gorham P.Stevens, 1938

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Età Romana

Età Romana

80 a.C.-300 d.C. 80 a.C.-300 d.C.

Con l’avvento del dominio romano, la città fu testimone della nascita di nuovi simboli, come i monumenti eretti in favore di Agrippa ed Augu-sto, sul ponte temporale che lega il 30 avanti Cristo e il 2 dopo Cristo. A seguito, sotto l’impero di Giulio Cesare, vennero ricostruiti i Propi-lei, che facevano da ingresso dell’A-cropoli, tramite l’aggiunta di una nuova scalinata, e sotto il dominio di Traiano venne edificato il mo-numento di Filopappo, sul colle a sud dell’Acropoli, e per finire con Adriano venne aggiunta la bibliote-ca, posta nella nuova Agorà.

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Età Romana

Età Romana

Nuova Agorà

Nuova Agorà

Quest’ultima sorgeva ad un cen-tinaio di metri dal quartiere del Ceramico, a cui era direttamente collegata, ed assunse un carattere commerciale e residenziale. In vista di ciò il Ceramico rimase presente come centro culturale di Atene.

in alto: in alto:

planimetria della Biblioteca di Adriano e della Nuova Agorà planimetria della Biblioteca di Adriano e della Nuova Agorà a pagina 74:

a pagina 74:

resti della Nuova Agorà resti della Nuova Agorà

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Età Romana

Età Romana

Biblioteca di Adriano

Biblioteca di Adriano

A poca distanza dall’Agorà Roma-na si trova la Biblioteca di Adriano, complesso del 132 avanti Cristo, che si ipotizza possa aver avuto sco-pi culturali, didattici o amministra-tivi, tipo archivio o catasto. Inteso quindi come edificio culturale dalle multifunzionalità, metteva in con-nessione la parte politica della città, con il culto imperiale e con il pecu-liare carattere culturale di Atene. Era costituito da un grande recin-to murario di forma rettangolare che circondava un enorme cortile accessibile da un ingresso situato nel lato ovest. Il cortile era adibito a giardino e al centro trovava po-sto una lunga vasca. Probabilmen-te, sul modello del templum Pacis, costituiva anche una sorta di museo all’aperto.

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Età Romana

Età Romana

Odeon di Erode Attico

Odeon di Erode Attico

Ultimo grande edificio pubblico co-struito nell’antichità, collocato sul Peripatos, fu l’Odeo di Erode Attico. Dedicato alla moglie Aspasia Annia Regilla questo teatro fu completato nel 161 dopo Cristo. Era diretta-mente collegato alla stoà di Eueme-ne, costruita nel 159 avanti Cristo, che ora faceva da portico coperto di passaggio per il pubblico.

La parte superstite della facciata, dall’altezza di 28 metri, è ad oggi una delle forme architettoniche più distintive di Atene.

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Età Ottomana

Età Ottomana

500 d.C.-1687 500 d.C.-1687

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Tra il 270 e il 340 dopo Cristo, a causa del volere dell’imperatore Costantino però, parte dei beni e tesori della città vennero spostati a Costantinopoli.

Nel sesto secolo dopo Cristo i templi greci vennero trasformati in chiese cristiane. Sotto l’impero bizantino il commercio continuò a svilupparsi, anche grazie alle rotte di mercato con le Repubbliche marinare italia-ne, ma a seguito della caduta di Co-stantinopoli, nel 1453, Atene cadde sotto il controllo dell’Impero otto-mano, e fu soggetta ad un periodo di particolare declino, dove infatti i templi e chiese restanti furono tra-sformati in moschee.

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L’area della Colmata Persiana venne di fatto coperta nascondendo così i santuari esistenti. Nel 1456 all’in-terno del Partenone venne costru-ita una piccola moschea, mentre i danni osservabili tutt’oggi vennero causati da un attacco dei veneziani nel 1687.

a destra,: a destra,: vista sul Partenone, J. Stuart e N.Revett, 1787 vista sul Partenone, J. Stuart e N.Revett, 1787

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La serenissima infatti bombardò il Partenone, divenuto momentanea polveriera, distruggendone com-pletamente il tetto e gran parte dell’interno.

Solo nel 1832, dopo 10 anni di guer-ra, il popolo greco dichiarò la sua indipendenza sconfiggendo l’impe-ro ottomano, ed Atene divenne ca-pitale del nuovo Stato Greco.

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Dal ventesimo secolo dopo Cristo Atene subì una espansione demo-grafica molto forte, prima a segui-to della guerra tra greci e turchi, e successivamente negli anni ‘50 e ‘60 dopo l’avvenimento della Seconda Guerra Mondiale, andando così a conformare il tessuto urbano che conosciamo oggi.

a destra, rispettivamente: a destra, rispettivamente: Atene 1880-1920 | A tene 1921-1950 | Atene 1951-2010 Atene 1880-1920 | A tene 1921-1950 | Atene 1951-2010

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I sentieri di Dimitris Pikionis

I sentieri di Dimitris Pikionis

A seguito di questi ultimi eventi

l’antica topografia di Atene venne riportata alla luce, divenendo sog-getto di diversi scavi e restauri, de-limitando così le aree archeologice dell’antica Agorà, dell’Agorà roma-na, dei colli adiacenti all’Acropo-li, come il colle della Pnice e delle Muse e degli importanti percorsi che le collegavano. La valorizzazio-ne di questi ultimi, comprese le aree di accesso al Filopappo e all’Acro-poli, venne affidata, nel 1953, a Di-mitris Pikionis, importante archi-tetto greco impegnato nello studio e valorizzazione del territorio.

Il suo progetto consisteva nel-la identificazione di un percorso principale che congiungesse l’api-ce della collina del Filopappo con

l’ingresso dell’Acropoli, creando un anello chiuso nei pressi dell’Aeropa-go, punto di convergenza di sentie-ri secondasentie-ri, dal quale il visitatore avrebbe potuto avviarsi nell’ingres-so dei Propilei. Un ulteriore per-corso era stato pensato sulla colli-na delle Ninfe, suddiviso in tre vie, direzionate verso il monumento del Filopappo, verso la terrazza del bel-vedere e alla Pnice, concludendosi con un’area di sosta rialzata rispetto al livello stradale, al fianco delle an-tiche mura.

Il lavoro di D. Pikionis non aveva solo l’obbiettivo di trasformare una strada carrabile in pedonale, ma puntava ad una perfetta comunio-ne tra natura ed artificio, collegan-do l’urbano con l’antico, il costruito

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con la natura, ideando un sentiero che congiungesse il nuovo con il vecchio accompagnato da una im-portante presenza di verde locale, dove il paesaggio diventava un di-rettore artistico alla ricerca di una perfetta armonia tra questi elemen-ti.

Questi ultimi fondamentali valori sono stati parte del processo creati-vo del progetto di tesi, che propone un contatto tra antico e nuovo, tra architettura e verde, mantenendo un rapporto armonioso in cui non viene però riproposta la ciclicità storica, creando dunque nuovi se-gni distinguibili ma riconducibili ai valori tradizionali del luogo.

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a destra: a destra: planimetria dei due percorsi principali planimetria dei due percorsi principali a pagine 96,100: a pagine 96,100: disegni di studio disegni di studio

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Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

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Considerando dunque l’Acropoli di oggi come frutto di quei ultimi due millenni di storia si può constatare come il suolo, assieme al suo stato di conservazione, abbia subito di-verse trasformazioni.

A causa di ciò i lavori di recupe-ro e cura dell’area cominciarecupe-rono nel 1830, dopo il riconoscimento dell’indipendenza di Atene, grazie all’architetto e pittore tedesco Leo von Klenze, che fece demolire tut-te le aggiuntut-te di epoca medievale avviando un completo restauro dei monumenti.

E’ da sottolineare, per importanza a livello progettuale di questo lavoro di tesi, l’alterazione di suolo causata dai due attacchi dell’impero

ache-menide, ovvero persiano, avvenuti tra il 480 a.C. e il 479 a.C.

Furono danneggiate innumerevoli statue ed idoli, e gli ateniesi, a te-stimonianza di questi conflitti, de-cisero di non restaurare, ma bensì di conservare i resti mutili delle sculture, accumulandoli nell’area meridionale dell’Acropoli, sotto il Partenone, dando vita a quella che oggi viene riconosciuta come Col-mata Persiana. Essa, per gli storici, simboleggia inoltre il passaggio dal periodo arcaico a quello classico.

Questa porzione di terreno venne riscoperta nel 1863 dagli archeologi Ludwig Ross e Panagiotis Kavva-dias, che tramite gli scavi permisero di portare alla luce parti delle antica mura micenee assieme a quelle di supporto, della fondazione del Par-tenone e dei resti del santuario di Pandione.

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Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

Il Vecchio e Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene

Il Vecchio e Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene

Con il contemporaneo ritrovamen-to dei resti delle sculture ed idoli si è dovuto trovare un nuovo spazio in cui conservarli, e qui, nel 1874 vede aprirsi le porte al pubblico l’Antico Museo dell’Acropoli. Esso sorgeva sul suo terreno sacro, nell’area della Colmata Persiana. La costruzione di questo edificio fu inizialmente considerata una grave anomalia, un male necessario che comunque ro-vinava la purezza delle rovine clas-siche.

L’edificio, progettato da Panagis Kalkos, fu concepito come una co-struzione umile e come risposta a una necessità pratica urgente. La sua costruzione semplice compren-deva una forma stereometrica con facciate senza ornamenti, costruite

con semplici murature in pietra che richiamavano l’architettura tradi-zionale.

Negli anni ‘50 fu parzialmente de-molito e ristrutturato, riducendo il numero delle sale ma ampliando-ne la volumetria. Il livello del tetto piatto comunque rimase progettato per essere inferiore a quello del-lo stidel-lobate del Partenone, poiché quest’ultimo doveva continuare a svettare in uno splendido isolamen-to senza ostacoli.

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A causa del crescente numero di ritrovamenti e dello spazio ridot-to messo a disposizione da quesridot-to museo si dovette però trovare una nuova sede conservativa.

Venne così indetto un concorso che risultò nella vincita del progetto di Bernard Tschumi, inaugurato nel 2009. Il Nuovo Museo dell’Acropoli di Atene, situato sull’insediamento arcaico nel quartiere di Makryian-ni, a meno di 300 metri a sud-est del Partenone, offre quindi nuove sale espositive si trova all’ingresso di una rete di percorsi pedonali che collegano i principali siti archeolo-gici e monumenti dell’Acropoli.

Questa posizione consente un dia-logo tra i suoi spazi espositivi gli edifici dell’Acropoli, e lascia inoltre il Vecchio Museo in uno stato di di-suso, chiuso ai visitatori ed in man-canza di un progetto di rifunziona-lizzazione.

a destra: a destra: varie viste sul Vecchio Museo dell’Acropoli varie viste sul Vecchio Museo dell’Acropoli

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a sinsitra: a sinsitra: vista aerea dell’Acropoli, relazione vista aerea dell’Acropoli, relazione tra Vecchio e Nuovo Museo tra Vecchio e Nuovo Museo in basso: in basso: vista sull’Acropoli dall’interno vista sull’Acropoli dall’interno del Nuovo Museo di B. Tschumi del Nuovo Museo di B. Tschumi

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Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

Considerazioni sullo stato attuale dell’Acropoli

I lavori di Nikolaos Balànos

I lavori di Nikolaos Balànos

Ultima menzione importante è da attribuire a Nikolas Balanos, archi-tetto greco, a cui vennero affidati i lavori di restauro dell’Acropoli di Atene negli anni 1885-1909. Il suo fu un intervento importante poi-ché, per legare insieme gli elementi fratturati dei monumenti, utilizzò giunti di ferro solo parzialmen-te proparzialmen-tetti da piombo o coperti da malta di cemento. Il suo lavoro di “anastilosi” fu apprezzato dal pun-to di vista estetico, ma criticapun-to per l’uso abbondante del ferro che in poco tempo portò all’ossidazione e rigonfiamento degli elementi me-tallici aggiunti, con successiva frat-turazione dei marmi.

a sinsitra: a sinsitra:

architrave sostituto della Sala del Tesoro del Partenone architrave sostituto della Sala del Tesoro del Partenone

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Proposta Progettuale

Proposta Progettuale

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Proposta Progettuale

Proposta Progettuale

Analisi dello stato di fatto e motivazione

Analisi dello stato di fatto e motivazione

creando  così  una nuova chiave di lettura sulla sua percorribilità. Nel rispetto della conservazione dei re-perti e dell’importanza del luogo questo studio è stato pensato nell’ot-tica della totale reversibilità.

Allo stato attuale, superato l’ingres-so dei Propilei, il percorl’ingres-so di visi-ta viene subito direzionato verso il centro dell’Acropoli, passando tra il Partenone ed i resti del Tempio di Atena, fiancheggiante l’Eretteo. Su questo percorso si trovano due diramazioni, una prima che porta sull’affaccio meridionale, offrendo una via di percorrenza sul lato op-posto del Partenone, e una secon-da, generata dal bordo dei resti del Tempio di Atena, che porta all’Eret-teo.

Il progetto parte dall’analisi del-la situazione attuale in cui versa del-la conservazione dell’Acropoli, per raggiungere il suo scopo, ovvero lo studio di riqualificazione dell’intero sito.

Si propone un nuovo disegno che permetta al visitatore di godere in tutta la sua spettacolarità ciò che l’area archeologica offre, accompa-gnandolo attraverso un nuovo per-corso tematico e materico pensato per evidenziare al meglio i diversi reperti presenti sul territorio, molti fino ad ora inaccessibili.

Il progetto nasce sullo studio e rivelazione degli assi generato-ri dell’architettura del sito,  da cui prendono vita  forme e disegni,

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L’accesso principale e le due di-ramazioni si riuniscono nell’area orientale dell’Acropoli, parzialmen-te delimitata dalla non più accessi-bile struttura del vecchio museo.

pagina 115: pagina 115: ingresso dell’Acropoli con vista sul Partenone ingresso dell’Acropoli con vista sul Partenone

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Da un punto di vista materico l’in-gresso dei Propilei consiste in una pedana lignea, mentre il percorso che porta al centro dell’Acropoli è in cemento, e viene delimitato uni-camente dalla roccia viva del col-le, anch’essa calpestabicol-le, e diffusa sulla gran parte dell’area. Parte del resto del sito è invece ricoperto da un sottile e consumato strato di pietrisco. Le aree non calpestabili ed escluse alla visita sono prevalen-temente zone di raggruppamento dei resti degli scavi o aree dedite ai lavori di restauro, lo strato superfi-ciale attorno ad esse non è curato ed ha permesso la crescita di bassa vegetazione incolta.

Con il progetto di tesi vado a mo-dificare lo stato di conservazione attuale dell’Acropoli,  tenendo in considerazione la fine dei lavori di restauro ad ora in atto, rimuoven-do innanzitutto la struttura del vec-chio museo, ed in seguito propo-nendo degli scavi e nuovi percorsi all’interno del volume della colmata persiana. In questo modo si porte-rebbero alla luce i resti archeologici delle vecchie mura, dell’antico San-tuario di Pandione e della fonda-zione del Partenone, aggiungendo infine, secondo gli studi sviluppati, uno strato superficiale calpestabile distribuito su quasi l’intera area del sito, riqualificando i percorsi attuali e offrendo inoltre l’opportunità di ripercorrere anche le aree ad oggi non accessibili.

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a pagina 120: a pagina 120: ingresso dei Propilei ingresso dei Propilei a destra: a destra:

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Nuove assialità

Nuove assialità

Il progetto di tesi si basa su una

scansione dei percorsi e nuove aree dovuta alla presenza di assi, che fungono da chiave di lettura per il nuovo disegno. Questi assi sono stati classificati in base al loro ruo-lo nel progetto, e sono stati quindi suddivisi in diverse categorie.

Alcuni di essi si presentano come tracciati materici sul piano di calpe-stìo, altri invece si elevano e vanno a creare nuove differenze di altezza e volumetria nell’area dell’Acropoli.

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Nuove assialità

Nuove assialità

Assi di superficie

Assi di superficie

Gli assi ospitati nel terreno sono suddivisi in verticali, obliqui ed orizzontali, ed includono a loro vol-ta delle ulteriori classificazioni.

Come si nota dallo schema, gli assi generati dai volumi sono gerarchiz-zati in base alla loro influenza sul percorso, e sono distinguibili inol-tre per differenza materica.

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I primi tracciati sono gli assi ver-ticali, poiché vanno a scandire in maniera costante la percorrenza dell’area a partire dai Propilei, as-sumendo maggior peso avvicinan-dosi al Partenone, contrapponen-dosi alla lettura orizzontale data dai percorsi esistenti. Sono generati dai bordi esterni di natura verticale dei volumi esistenti, e si differenziano tra loro per composizione materia-le, facendo notare il passaggio da quelli nati dalle forme del Parteno-ne, a quelli dell’Eretteo e dei Propi-lei.

Tra gli assi verticali, quelli con mag-gior importanza, sono quelli nati dai limiti del Partenone. Essi sono composti da grandi pietre dalla pre-cisa forma parallelepipeda, di colore

chiaro, avvicinandosi così alla natu-ra del marmo Pentelico utilizzato per la costruzione del Partenone. Questi segni vengono inoltre pro-iettati sul suolo dell’Acropoli, al di fuori dei limiti esterni del volume, fermandosi in punti focali, come la posizione della Statua di Atena Pro-machos, i terrazzamenti o il Santua-rio di Pandione, scandendo ulte-riormente lo spazio, introducendo ed accompagnando il visitatore nei nuovi percorsi.

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Seguono successivamente gli assi generati dai bordi dell’Eretteo e dei Propilei, caratterizzati e da pietre più piccole e dai bordi meno precisi, i cui colori sono più scuri e ripren-dono le pietre utilizzate nei percorsi di D. Pikionis.

Gli assi verticali di importanza mi-nore sono quelli proiettati dalle partizioni interne dei Propilei e dal lato orientale del Tempio romano di Roma e Augusto. Questi tracciati sono composti da pietre di dimen-sione ancora minore, e forme più frastagliate, i cui colori si ricollega-no al percorso d’introduzione dei Propilei, avente pietre tendenti al rosso terracotta e giallo senape.

Gli assi obliqui si suddividono in due categorie, quelli classificabili come tracciati a terra e quelli che inseriscono la presenza di un nuo-vo nuo-volume.

I primi derivano uno dallo schema di studio di C. A. Doxiadis, creando un prolungamento della scalinata d’accesso del Partenone, indicando-ne l’invito a terra, e l’altro dai bor-di esterni del nuovo perimetro del Santuario di Zeus Polieus.

Essi sono composti, come gli assi orizzontali analizzati nel seguito, da pietre di dimensione ulteriormente minore, poco lavorata, il cui colore si riconduce a quello del suolo ospi-tante, non cercando quindi un di-stacco netto da esso.

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Gli assi orizzontali, come anticipato, rappresentano i segni di importan-za minore nello schema di genera-zione del progetto; caso eccezionale quelli nati dal limite meridionale del Partenone poiché generano una differenza nelle quote.

Questi segni assumono le caratte-ristiche degli assi obliqui, quindi pietre di dimensioni minori e co-lore simile al terreno. Caratteristica degna di nota è quella assunta dagli assi generati dal vecchio Tempio di Atena, dove da un lato creano l’in-vito per la nuova percorrenza nelle sue rovine, e dall’altro una separa-zione tra il nuovo suolo, analizzato successivamente, e terreno morbi-do, ospitante la nuova vegetazione.

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137 Riferimenti materici dei sentieri di D. Pikionis

Riferimenti materici dei sentieri di D. Pikionis utilizzati per la composizione degli assi utilizzati per la composizione degli assi

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Nuove assialità

Nuove assialità

Assi spaziali

Assi spaziali

L’altra tipologia caratterizzante gli assi è la formazione di nuovi volu-mi. Questi assi nascono prevalente-mente sui nuovi ordinamenti obli-qui ed orizzontali.

Il primo volume, per quanto riguar-da gli assi obliqui, sorge nell’area compresa tra gli assi centrali dello schema di Doxiadis, e si interrompe con l’incrocio degli assi verticali.

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Questo volume, in pianta trape-zoidale, includendo inoltre il pic-colo prolungamento verso la fine del Partenone, suggerisce la prima suddivisione dei percorsi tra il lato centrale e quello settentrionale, ed ospita una piantumazione bassa e medio-alta di vegetazione medi-terranea, la quale riprende i dipinti di K. F. Schinkel. Questo volume si affaccia sull’area d’ingresso dell’A-cropoli e si interrompe a seguito dell’intersezione con un successivo asse verticale proiettato dal limi-te del Parlimi-tenone, permetlimi-tendo un passaggio tra il percorso centrale e quello settentrionale.

All’interno di esso, a segnare la fine dell’asse orizzontale che lo attraver-sa, generato dal bordo esterno delle

fondazioni Sud del vecchio Tempio di Atena, è presente un faro circola-re, il quale ricalca la posizione del-la ormai scomparsa Atena Proma-chos.

Generato sempre dallo studio di Doxiadis, sulla traiettoria che na-sce dal centro dei Propilei e finina-sce sul bordo superiore dell’Eretteo, è presente un secondo volume: un muro, ospitante bassa vegetazione mediterranea, che introduce il per-corso direzionato verso l’Eretteo, delimitando parzialmente l’area a settentrione nella quale sono pre-senti i resti dell’Arreforio e la par-te soprastanpar-te la sorgenpar-te micenea, caratterizzata da un cambiamento materico del suolo.

Nella zona più elevata dell’Acropo-li, ovvero quella piccola porzione di area ospitante i resti del Santuario di Zeus Polieus, sorge un terzo vo-lume, generato dai limiti del recinto del santuario stesso. Questa area of-fre un punto di vista unico sull’in-sieme dell’Acropoli mantenendo intatti i resti archeologici ospitati, non rendendo più calpestabile lo strato di roccia naturale sottostante. Osservando il lato occidentale si potrà percepire il cono ottico, for-mato dal Partenone ed Eretteo, al centro del quale si trova l’ingresso dei Propilei, velato dietro la nuova vegetazione mediterranea.

Adiacenti a questa nuova terrazza si trovano due muri che, seguendo la discesa naturale del terreno, porta-no all’ingresso del nuovo cammina-mento inserito nella Colmata Per-siana, in seguito analizzata.

Questi muri vengono generati dagli assi obliqui che riprendono il bordo esterno del Santuario di Pandione, che fa così da soglia per il nuovo percorso sottostante.

Questo santuario, precedentemente situato al di sotto del museo in di-suso, verrebbe riportato alla luce, rivelando così i limiti delle sue fon-dazioni, come riportato anche nei disegni di C. Papoulias.

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Gli assi orizzontali invece vanno ad assumere più valore, rispetto ai cor-rispettivi materici, nella parte sud orientale dell’Acropoli, dove si nota una frammentazione degli assi ver-ticali.

L’asse generato dal bordo inferiore del Partenone va infatti a delimita-re l’adelimita-rea sopraelevata dell’Acropoli, mantenuta all’atezza del suo crepi-doma, rispetto a quella della Col-mata Persiana sottostante, portata a quota sufficiente per rendere possi-bile la vista dei resti archeologici. In questa area infatti è presente un percorso musealizzato nel quale è possibile osservare, tramite appositi scavi nel suolo, alcune sezioni del-le antiche mura micenee, parti dei

muri di ritenzione costruiti succes-sivamente e parte della fondazio-ne del Partenofondazio-ne, che diventa così muro divisorio tra le due quote. Le mura micenee inoltre, in vici-nanza del Santuario di Pandione, delimitano con la loro forma una nuova area di sosta caratterizzata da alcune sedute, parzialmente in ombra grazie ad un ulivo adiacente. Queste panche in pietra, come quel-le proposte da D. Pikionis, offrono un punto di vista unico sul Parte-none, e la possibilità di osservare la natura delle nuove mura aggiunte in epoca Periclea, le quali hanno al-largato l’area dell’Acropoli. Queste ultime ospitano, in appoggio sulla parte superiore, una passerella

li-gnea che ripropone il giro periferi-co esterno ad ora perperiferi-corribile, periferi-con ingresso nel lato estremo orientale dell’Acropoli ed arrivo nel lato occi-dentale del Partenone.

La nuova direzionalità e suddivi-sione della percorrenza di visita dell’Acropoli nasce quindi dalla co-esistenza di questi assi.

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Nuovi suoli

Nuovi suoli

Come ulteriore studio del suolo

viene proposta una soluzione mira-ta alla protezione dello strato roc-cioso dell’Acropoli, suddivisa in tre categorie, che dipendono dall’anda-mento del terreno sottostante. Que-ste categorie si differenziano tra lastre di pietra, una copertura del suolo sintetica e vegetazione.

La prima categoria è rappresentata dall’utilizzo di lastre di pietra per lo più rettangolari, scandite da una matrice distanziale di 30 cm, il qua-le spessore varia da 60 cm a 120 cm. Queste lastre vengono utilizzate laddove il terreno offre la possibilità di creare uno strato piano: nell’area attorno il lato occidentale dell’Eret-teo; sulla piccola terrazza che indi-ca la vista verso il Tempio di Atena Nike; la parte orientale

dell’Acropo-li; il percorso principale nella Col-mata Persiana, con unica eccezione la sezione adiacente la parte della fondazione del Partenone in quanto leggermente pendente.

Questa nuova superficie in pietra si ricollega inoltre all’area interna del Partenone, dalla quale viene rimos-sa la piattaforma cementizia attua-le. Verranno costruiti parzialmente i setti murari della cella per svelare la situazione originale.

Si nota così l’assenza delle lastre del pavimento della cella nei punti in cui si trovava la moschea dell’impe-ro Ottomano, e verranno riposizio-nati i rocchi della base delle colon-ne ioniche colon-nella sala del tesoro.

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Contiguo al muro di separazione, troverà spazio un piedistallo ligneo, il quale alzerà il visitatore, offrendo un punto di vista sopraelevato sul pavimento originale della cella. Questa sala viene infine ricollega-ta al piano ad ovest tramite la ri-costruzione parziale della scalina-ta originaria d’ingresso, che verrà ulteriormente prolungata nel lato lungo superiore.

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La seconda categoria comprende quelle parti di superficie rocciosa che sono troppo irregolari, e ven-gono ricoperte quindi da uno strato sintetico, composto da stabilizzan-te e resine, che ripropone un colore del terreno naturale. Questo strato è presente in gran parte sull’area oc-cidentale e dell’acropoli e nella di-scesa che porta al Santuario di Pan-dione, sottolineando così anche la differenza materica tra i due suoli calpestabili. Incluse in questo piano sintetico esistono zone specifiche che ospitano dei segni che ripren-dono il pattern di D. Pikionis. In questa aree non sarà più presente il nuovo pavimento, ma sarà possibi-le calpestare lo strato naturapossibi-le della roccia sottostante.

Queste zone sono di fatto aree di

so-sta che offrono un panorama unico sull’architettura dell’Acropoli. Sono caratterizzate dalla presenza di un ulivo e delimitano porzioni di ter-reno più morbido.

Si trovano all’interno dello scavo della colmata persiana, nel suo lato meridionale, e vicino alle antiche fonti, nel lato settentrionale.

Un’area la si troverà immediata-mente dopo l’ingresso, sull’apice Nord-Ovest dell’Acropoli, locata in uno spazio ad oggi non percorribile. Questa zona difatti è collocata nella vicinanza della sorgente Clepsydra.

La successiva si troverà nei pressi dell’Eretteo, sopra l’antica fontana micenea, mentre l’ultima si troverà collocazione nella Colmata Persia-na.

La terza ed ultima categoria riguar-da le aree verdi, introdotte in punti specifici dell’Acropoli.

Basandosi sui dipinti di K. F. Schin-kel, e sul progetto delle nuove su-perfici, sono state designate delle aree specifiche adibite alla crescita di vegetazione mediterranea bassa e medio alta.

Come anticipato nella descrizio-ne degli assi volumetrici, la prima area verde è quella ospitata nel tra-pezio centrale che divide i percorsi tra Eretteo e Partenone; la seconda,

maggiore, si presenta nella parte su-periore orientale dell’Acropoli.

Aree minori sono state disposte nella parte settentrionale ad ovest dell’Eretteo, sopra la sorgente mi-cenea, ospitante inoltre l’ulivo e la parte inferiore ad occidente, sotto i resti del Santuario di Artemide Brauronia e della Calcolteca.

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I resti archeologici dell’Acropoli infatti creano delle limitazioni im-portanti all’espansione delle nuove superfici, che si sviluppano attorno ad essi, formando dei naturali re-cinti. Questo gesto architettonico è stato ripetuto per tutte le rovine presenti rinvenute nell’area, come per l’appunto il Santuario di Ar-temide Brauronia e la Calcoteca a sud, i volumi a nord, come l’Arre-forio, il Santuario di Zeus Polieus, il Santuario di Pandione e le vecchie mura nella Colmata Persiana.

a pagina 150, in alto: a pagina 150, in alto: stato d ifatto stato d ifatto

area della nuova superficie lapidea, area della nuova superficie lapidea,

prevalmentemente in piano, ed aree verdi evidenziate prevalmentemente in piano, ed aree verdi evidenziate a pagina 150, in basso:

a pagina 150, in basso: stato di fatto stato di fatto

area del rivestimento sintetico, aree verdi evidenziate area del rivestimento sintetico, aree verdi evidenziate a pagina 151:

a pagina 151:

zoom sull’incontro delle superfici con intersezione zoom sull’incontro delle superfici con intersezione degli assi di progetto

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Piante di analisi e di progetto

Piante di analisi e di progetto

A seguire: A seguire:

Pianta dello stato di fatto Pianta dello stato di fatto Pianta d’analisi delle rovine Pianta d’analisi delle rovine Pianta dello stato di progetto Pianta dello stato di progetto Sezioni di progetto Sezioni di progetto

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Conclusioni

Conclusioni

Una volta entrati nell’Acropoli

quindi non ci si troverà più di fron-te ad un percorso obbligato, ma il visitatore sarà libero di girare in tut-te le aree che la compongono, per-correndo i nuovi tratti scanditi dai nuovi assi, passando da zone di so-sta e riposo, a rialzi con nuovi punti di vista per arrivare fino ai livelli in-feriori e più antichi.

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Bibliografia

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Sitografia

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Figura

foto di Rainer Unkelfoto di Rainer Unkel in basso:

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