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4. ALFABETIZZAZIONE SANITARIA: UNA DETERMINANTE

DELLA SALUTE INFLUENZATA DAI MASS MEDIA

4.1

DAGLI ANALFABETI AGLI

ANALFABETI SANITARI

Gli italiani sono sempre più disinteressati alla lettura, con un livello di istruzione al di sotto della media europea, ma al quarto posto in Europa nel mercato dei videogiochi e al terzo nel mondo per la percentuale di abitanti che ricorrono alla chirurgia estetica.

Secondo l’Istat oltre il 60% di loro non legge nemmeno un libro all’anno, mentre più del 70% si informa quasi esclusivamente guardando la televisione.

Nei paesi più sviluppati, stando alle stime ufficiali, solo l’1% della popolazione è analfabeta; il linguista Tullio De Mauro ha, però, recentemente spiegato che circa il 70% degli italiani si trova sotto il livello

di comprensione di un testo scritto, di lunghezza e difficoltà media. De Mauro si pone un interrogativo: “Quanti hanno la possibilità di

ragionare sui dati di fatto, partecipare alle scelte collettive e documentarsi sul senso di quelle scelte? ”

Chi è disinformato non ha la possibilità di avere un ruolo partecipativo nelle scelte che lo riguardano, e questo riguarda anche le scelte sulla sua salute. Secondo una stima, circa 1/3 della popolazione italiana rientra in una delle categorie degli analfabeti che si distinguono in:

› Analfabeti: persone che non sanno né leggere né scrivere.

› Analfabeti di ritorno: persone che non praticando la lettura né la scrittura disimparano quanto appreso.

› Analfabeti funzionali: persone che leggono e scrivono in modo talmente limitato da non riuscire a compiere le funzioni di base per essere cittadini a pieno titolo.

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› Semianalfabeti: persone con un bassissimo livello di istruzione.

Molte delle persone in queste condizioni non hanno i mezzi comunicativi e informativi per effettuare scelte consapevoli sulla propria salute. Si tratta degli “analfabeti sanitari”.

4.2

L’

IMPORTANZA DELL

ALFABETIZZAZIONE SANITARIA

Uno degli obbiettivi principali del questionario, è stato quello di valutare la capacità della popolazione di poter effettuare scelte consapevoli sulla propria salute: cioè di verificare il loro livello di alfabetizzazione sanitaria, o “health literacy”.

Per health literacy si intende la capacità degli individui di ottenere e comprendere le basilari informazioni sulla propria salute, necessarie per accedere correttamente alle prestazioni sanitarie e a condurre uno stile di vita sano.

La Professoressa Annalaura Carducci dell'Università di Pisa, fondatrice insieme al prof. Calamusa dell’OCS, nella sua pubblicazione

“Alfabetizzazione sanitaria: le parole che aiutano il cittadino nelle scelte” ne spiega cosi l’importanza:

“L’alfabetizzazione sanitaria deve essere a tutti gli effetti considerata un

determinante di salute, poiché è dimostrata la sua influenza sugli stili di vita sani, sull'adesione alle terapie e sull'appropriato accesso ai servizi sanitari”.

Esiste una associazione diretta, documentata, fra una limitata health literacy e un cattivo rapporto con la propria salute, come ad esempio una scarsa conoscenza delle proprie condizioni, un uso ridotto dei servizi per la prevenzione, un tasso più alto di prestazioni sanitarie non appropriate e di ospedalizzazione.

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Le fasce con maggiori bisogni di salute hanno, però, minori livelli di alfabetizzazione sanitaria: gli anziani, ad esempio, spesso devono gestire stati patologici cronici e hanno bisogno di rapportarsi molte volte con il sistema sanitario.

Dovrebbe quindi essere uno degli obbiettivi prioritari delle istituzioni promuovere iniziative per aumentare soprattutto nelle fasce più sensibili il livello di consapevolezza del proprio stato di salute.

Un buon livello di alfabetizzazione sanitaria è raggiungibile in tre stadi successivi di acquisizione di abilità e competenze: l’accesso alle informazioni, e la loro comprensione; il coinvolgimento attivo nella valutazione delle informazioni; il raggiungimento della piena consapevolezza ed autonomia decisionale, definito come “empowerment”. Questo concetto, che rappresenta la meta ideale, è definito come:

“la piena consapevolezza nelle scelte e il coinvolgimento personale e comunitario responsabile e partecipato nella definizione di strategie per la salute”.

4.3

A

UMENTARE IL LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA

In un paese come l’Italia, che ha ancora un’alfabetizzazione sanitaria insufficiente, sarebbe importante promuovere iniziative tendenti alla creazione di una “corretta cultura del farmaco”, per ovviare ai tanti problemi correlati all’uso dei medicinali.

Si pensi al problema del rispetto della posologia, del dosaggio, della prevenzione, dell’automedicazione, dell’abuso di farmaci, delle reazioni avverse non segnalate, della corretta conservazione dei farmaci e del controllo della data di scadenza del farmaco stesso.

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Interventi specifici per aumentare il livello di alfabetizzazione sanitaria dovrebbero essere effettuati a più livelli, ma concentrati su due fronti principali:

› I cittadini da un lato;

› Il sistema degli operatori della sanità e le istituzioni dall’altro.

Lo scopo è di promuovere un’informazione chiara e coerente, assicurare la qualità e l’accessibilità delle informazioni, ed educare al consapevole uso

delle notizie diffuse dai mass media. Il primo passo sta nell’educare i cittadini a saper trovare, comprendere, e

valutare correttamente le informazioni riguardanti la salute ed il suo mantenimento. In Italia l’educazione alla salute rientra molto poco nei programmi scolatici, mentre invece andrebbe promossa, e parallelamente si potrebbero studiare percorsi conoscitivi dedicati agli adulti. Altri mezzi informativi potrebbe essere ad esempio: dizionari dei termini tecnici, guide per saper parlare col proprio medico o per sapere riconoscere ed evitare le frodi, indicazioni su come cercare correttamente le informazioni sulla salute attraverso il web. L’altro fronte è quello degli operatori sanitari: quest’ultimi andrebbero opportunamente preparati a valutare il grado di comprensione del cittadino e ad utilizzare un linguaggio semplice, dando informazioni corrette, utili ed equilibrate, tenendo conto del livello di alfabetizzazione sanitaria di chi si trovano davanti.

Sarebbe importante fornire testi scritti sulla salute, con un buon grado di leggibilità e di comprensibilità, in modo che siano accessibili anche alle persone con basso livello di istruzione. In questo senso si potrebbe promuovere l’uso di parole semplici e frasi brevi, come previsto nel processo di semplificazione dei testi chiamato “plain language”.

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Negli Stati Uniti diverse istituzioni sono obbligate, già da diversi anni, all’uso di tale strumenti. In Italia indagini condotte su materiali informativi delle aziende sanitarie, sui moduli di consenso informato o sui foglietti illustrativi dei farmaci da banco, dimostrano che tale pratica sia ancora molto lontana. Si potrebbe valutare anche un processo di facilitazione dell’accessibilità alle istituzioni sanitarie. Le strutture sanitarie hanno un’organizzazione complicata e la loro distribuzione sul territorio è spesso complessa e poco conosciuta. Istruzioni chiare e una cartellonistica comprensibile potrebbero far molto per facilitare l’accesso ed evitare disagi ed errori.

Un’altra questione importante ma poco discussa, sarebbe lo stabilire dei precisi criteri di qualità delle informazioni, nella comunicazione di massa: oggi rappresenta la fonte principale delle notizie, ed ha quindi un ruolo determinante nel diffondere informazioni e nell’influenzare atteggiamenti e comportamenti. Gli errori e le distorsioni sono però frequenti, e questo può portare a errate convinzioni che causano scelte sbagliate, anche riguardo la salute.

Ecco perché sarebbe importante elaborare un vero e proprio sistema della qualità, che coinvolga i principali mezzi (Tv, internet e stampa), le istituzioni e gli operatori della salute; un sistema vincolato ad otto precisi criteri, proposti dall’OCS in collaborazione con il gruppo multidisciplinare “Leggere Ascoltare la Salute”, in una pubblicazione del 2003: Correttezza,

Completezza, Attendibilità, Utilità, Comprensibilità, Equilibrio, Indipendenza.

Questi criteri possono essere applicati sia per la costruzione di messaggi corretti ed efficaci, sia per educare il pubblico a “ragionare” le notizie diffuse dai media.

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Le istituzioni dimenticano troppo spesso il ruolo del cittadino nel determinare il successo di qualunque modello organizzativo: soltanto quando le possibilità di accesso e comprensione alle informazioni sarà omogeneo si potrà parlare di equità e di uso razionale delle risorse sanitarie. Tutto questo richiede indubbiamente un grande impegno e la dedizione di tutti gli attori coinvolti per giungere ad un vero e proprio cambiamento culturale. E’ ormai necessario aumentare le azioni in tal senso, valutarne gli esiti e ripartire dalle conoscenze acquisite per nuove azioni.

4.4

L’

INFLUENZA DELLA TELEVISIONE

Tra i mezzi di comunicazione di massa, il più diffuso è la televisione. In Italia è vista dal 92,4% della popolazione, e rappresenta, ancora oggi, il

principale mezzo di influenza. La Tv è in grado di condizionare acquisti, opinioni e stili di vita, attraverso la diffusione delle immagini, che è il suo punto chiave. Il politologo e giornalista Giovanni Sartori nel suo libro “Homo Videns” spiega come l’uomo moderno creda, ormai, solo in ciò che vede.

L’uomo non legge e non ascolta più, si limita a guardare: ma chi guarda la Tv senza ricorrere ad altri mezzi informativi è probabile che abbia una visione distorta della realtà, e una conoscenza lacunosa, bastata su un “sapere per immagini” artificioso. Quando informa, la tv lo fa in modo sintetico, fornendo notizie “predigerite” che vengono assimilate passivamente senza la costruzione di un punto di vista o di un opinione. I messaggi più penetranti della televisione, sono quelli della pubblicità, in grado di condizionare idee e comportamenti, per promuovere la vendita di un dato bene di consumo. Gli effetti possono essere a breve o a lungo termine e agiscono modificando gli schemi cognitivi di rappresentazione della realtà; La loro efficacia si basa infatti sul ruolo fondamentale rivestito dalle emozioni nel funzionamento della mente.

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Gli spot sono studiati per suggestionare la percezione di un prodotto, legandolo a uno stato emozionale positivo, e anticipando la rielaborazione consapevole e razionale. In questo modo riescono inconsciamente a influenzare atteggiamenti e pensieri, persuadendo all’acquisto. Spesso la pubblicità attrae l’attenzione verso prodotti che, se consumati, possono causare gravi danni alla salute, come ad esempio il tabacco, le bevande alcoliche ed i cibi grassi, suggerendo stili di vita pericolosi per la salute. Esiste anche una relazione, tra i riferimenti più o meno espliciti in fiction, film e reality show, ed il consumo di alcol, tabacco e droghe.

Sarebbe dunque opportuno stabilire un codice di regolamentazione chiaro e coerente, con precisi criteri di qualità come proposto dal Prof. Calamusa e dalla Prof.ssa Carducci. I mezzi di comunicazione, se disciplinati correttamente, ed in particolare la TV, potrebbero rivestire un ruolo primario nella promozione di stili di vita sani (campagne sulla corretta alimentazione) e nella prevenzione dei comportamenti nocivi per la salute (campagne contro l’uso di sigarette).

Negli Stati Uniti si è cominciato ad utilizzare le tecniche di comunicazione commerciale “emozionale” anche in ambito sanitario; alcuni interventi che educano gli adolescenti sui pericoli del tabacco usano spot televisivi diver-tenti e taglienti: invece di spiegare i rischi per la salute associati al consumo di tabacco in modo razionale, queste pubblicità provocano i ragazzi e associano forti emozioni ad un comportamento particolare, in questo caso “non usare tabacco”. Questo nuovo stile nella comunicazione dei servizi pubblici può rivelarsi molto più efficace rispetto a quella tradizionale, basata su fatti e razionalità.

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4.5

P

OST

-

TRUST ERA

:

L

ERA DELLA FIDUCIA INCONDIZIONATA AI POST DI INTERNET

Si può considerare la diffusione di internet, dopo quella della carta stampata e quella della televisione, la terza grande rivoluzione nella storia della comunicazione.

Inizialmente collegarsi al web permetteva solo la navigazione tra i siti, e l’uso delle e-mail e dei motori di ricerca per trovare informazioni, ma da diversi anni ciò si è evoluto in maniera rivoluzionaria: oggi ci troviamo in piena era del Web 2.0, l’era dei servizi internet collaborativi e della condivisione delle informazioni tra gli utenti. Appartengono a questa generazione di servizi i blog, i forum, le chat, i siti come You Tube e Wikipedia, ed i Social Network come Facebook e Twitter; sono queste tutte applicazioni che in qualche modo mettono per la prima volta la fonte e l’utente sullo stesso livello.

L’interattività è dunque una grande risorsa del web, ma è anche un suo grande limite: il fatto ad esempio che chiunque possa immettere in rete ciò che crede, rende la sua affidabilità del tutto relativa; spesso ci si può imbattere in notizie incomplete o completamente false, che possono creare paure ed ansie inutili.

Può anche succedere che delle notizie vengano ritenute vere solo perché vengono ripetute molte volte, come avviene spesso nei Social Network. Fidarsi troppo delle informazioni sulla salute lette sul web può essere controproducente: molte persone, in base a quanto scoperto navigando, criticano o addirittura contestano apertamente il proprio medico su diagnosi e cure; altre ancora decidono di acquistare farmaci on line, mal consigliati da blog e forum.

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Il sito che risulta più consultato per le ricerche sui farmaci e sulla salute è Wikipedia (http://www.wikipedia.org/).

Wiki è una parola hawaiana che significa “rapido”, e che oggi identifica un sito web nel quale si può aggiungere, modificare, o cancellare i contenuti. Proprio questa è la principale caratteristica di Wikipedia che è un enciclopedia collaborativa, online e gratuita; pubblicata in 285 lingue differenti, è uno dei siti più visitati al mondo, con circa 60 milioni di accessi al giorno. Grazie anche alla “predilezione” dei motori di ricerca per questo sito (è frequente che Wikipedia sia tra le prime voci di ricerca in motori come Google) rappresenta oggi il principale strumento di consultazione della nostra epoca.

Quando parla di argomenti controversi come farmaci e salute è però molto rischioso affidarsi ciecamente a questa fonte: nella ricerca di informazioni sui farmaci Wikipedia può essere un punto di partenza, o una fonte di informazione aggiuntiva, da confrontare con altre fonti possibilmente ufficiali. Non deve mai essere l’unica risorsa: nessuno può infatti imporre a Wikipedia di pubblicare rapporti rigorosi ed esaurienti sui medicinali. Per cui, se i consumatori dipendono solo da articoli incompleti sui farmaci rischiano di essere male informati su importanti questioni di sicurezza, come gli eventi avversi, le controindicazioni, le interazioni con altri medicinali o il loro uso in gravidanza.

Wikipedia può essere fonte di pericolo per la salute dei consumatori, quando è usata come esclusiva fonte di informazione sui farmaci senza ulteriori approfondimenti né il ricorso al medico. In futuro però potrebbe essere un promettente mezzo per coinvolgere i consumatori nella gestione della loro salute, e stimolare la loro curiosità. La condivisione di osservazioni ed esperienze può essere una possibilità di aumento di potere decisionale del cittadino su scelte che riguardano la sua salute.

(10)

4.6

I

L FARMACO NELL

ERA DELLA E

-

COMMUNICATION I Moderni servizi di internet possono essere utilizzati al servizio del

cittadino, per aiutare ad informarlo sulla salute.

Ad esempio il Ministero della Salute ha creato un canale ufficiale su You Tube (http://www.youtube.com/user/MinisteroSalute), sul quale posta periodicamente video divulgativi con tema il mantenimento della salute. Esistono poi siti di facile accesso ed interattivi che possono essere utilizzati efficacemente per informarsi, come la sezione salute del sito del corriere della sera (http://www.corriere.it/salute/). Questo sito è diviso in varie sezioni, tra cui uno sportello sul cancro, una sezione dedicata alla cardiologia, una parte dedicata ai video sul mondo della salute, e una parte che mette in contatto con vari esperti del settore medico.

E’ presente sul sito anche un dizionario medico: si possono digitare in questa sezione tutte parole che riguardano la salute, scegliendo se visualizzare il risultato come testo ed immagini o solo come immagini, favorendone la comprensione per chi ha problemi di lettura. La parte più interattiva del sito è quella dedicata al corpo umano, dove è presente la figura stilizzata di un uomo: muovendo col mouse sulle varie sezioni del corpo compaiono collegamenti che spiegano l’ubicazione e la funzione dei vari organi e apparati.

Il sito in molte parti è esplicativo e semplice da comprendere, ma in alcune voci utilizza un linguaggio forse un po’ troppo tecnico, che ricorda quello dei foglietti illustrativi; ad esempio nella voce “antiinfiammatori” vengono utilizzate alcune parole difficilmente comprensibili ai più, come “proliferazione istiocitaria” o “fenomeni essudativi”.

Nel complesso comunque il sito si dimostra attendibile e si può utilizzare

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Il sito possiede anche la sua versione facebook, sul quale vengono postate le notizie sulla salute, e che consente un altro grado di coinvolgimento pubblico.

I social network come facebook e twitter si stanno sempre più trasformando

in “social media”, cioè mezzi di comunicazione sociali. Stanno diventando cioè luogo di informazione e divulgazione, e potrebbero

essere utilizzati per l’educazione della salute, come fa da alcuni anni un Pediatra spagnolo di Madrid. Questo medico ha avuto l’idea di creare un “gruppo” su facebook (El médico de mi hij@), sul quale risponde, aiutato da altri dieci pediatri, a chiunque ponga domande riguardanti la pediatria. Questo è davvero un metodo innovativo, che gli da la possibilità di stare vicino ai suoi pazienti: il punto forte di questo gruppo, che conta oramai 8000 iscritti, sta nel fatto che fornisce informazioni di qualità e di origine sicura.

In tempi in cui la popolazione è particolarmente avida di informazioni, iniziative come questa potrebbero rappresentare un ottimo mezzo di divulgazione sanitaria partecipativa.

4.7

L’

ANALFABETISMO INFORMATICO

:

I RISCHI PER LA SALUTE L’uso di internet è diffusissimo tra i giovani, ed è molto diffuso anche nelle fasce di età media, ma non tutti hanno la possibilità di collegarsi alla rete. La maggioranza degli anziani vi accede molto poco, perché sprovvisti di pc, oppure ignoranti in materia di “computer literacy” (alfabetizzazione informatica).

Inoltre per saper navigare, è necessaria una conoscenza, anche minima dell’inglese. Da i dati Istat del 2012 risulta che in Italia solo il 17% degli over 65 utilizza il web, mentre tra gli over 75 solo l’3,8%. L’analfabetismo informatico esclude, come l’incapacità di leggere e scrivere escludevano qualche decennio fa.

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La Tv rimane per ora il mezzo più accessibile e comprensibile: grazie all’unione di audio e video può essere infatti facilmente compresa, inoltre utilizza un linguaggio relativamente semplice e alla portata di tutti. Anche in molte farmacie troviamo oggi schermi e monitor dove passano varie informazioni, principalmente pubblicitarie.

In futuro si potrebbe pensare di creare nelle farmacie postazioni video interattive, che diano informazioni sui farmaci, coadiuvando il farmacista. Questi “totem” potrebbero aiutare a divulgare notizie corrette sul mondo del farmaco, aiutando l’“uomo videns” a informarsi con un mezzo che gli è familiare.

La diffusione di internet mette l’uomo in connessione con un flusso infinito di informazioni, in certi casi persino con troppe: un eccesso che mette in discussione la veridicità delle notizie (spesso contraddittorie), e riduce la

capacità di riflessione, come se la mente diventasse un contenitore inerte. I temi di salute non sfuggono a tutto questo, anzi risultano tra i

maggiormente cliccati e discussi in rete, dove però bisogna avere una certa esperienza e senso critico per poter scegliere siti affidabili e sicuri.

E' necessario ad esempio verificare la data dell'ultimo aggiornamento o la data di copyright per assicurarsi che il sito contenga informazioni aggiornate; inoltre è bene controllare la provenienza delle informazioni che devono essere accompagnate da referenze esplicite e, se possibile, da links di pubblicazioni scientifiche.

Informarsi attraverso il web può servire ad acquisire maggiore consapevolezza del proprio stato di salute, ma le informazioni tratte da un qualsiasi sito che tratti di argomenti quali i farmaci e la salute non devono mai sostituirsi al consiglio del medico.

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4.8

I

PERICOLI DELL

ACQUISTO DI FARMACI ONLINE

Per la legge italiana ovunque si dispensi e si venda un farmaco deve esserci

un farmacista. Le nuove tecnologie di scambio e di commercio, quali l’e-commerce potrebbero cambiare questa “regola d’ oro”. In Italia la

vendita di farmaci attraverso internet è ancora vietata, ma in molti altre nazioni ha ormai preso piede.

La Pfizer, azienda produttrice di un noto farmaco per la disfunzione erettile, il Viagra, ha da poco aperto un sito internet per la vendita diretta del farmaco. Le motivazioni sono state il calo delle vendite, e una ricerca che dimostrato come la parola chiave “buy Viagra” viene cliccata, in tutto il mondo, 24 milioni di volte l’anno; resta obbligatoria la ricetta per l’acquisto, che andrà inviata tramite la rete, ma la prospettiva del

superamento del passaggio dalla farmacia è a dir poco inquietante. E’ chiaro che se questa pratica si diffonderà, potrebbe essere messa in

discussione la funzione stessa del farmacista di dispensatore di farmaco al pubblico.

Sta di fatto che la vendita on line di farmaci è in aumento: in particolare i social network come Facebook e Twitter sono diventati negli ultimi tempi la sede virtuale privilegiata per la vendita illegale di farmaci. Recentemente mente oltre ai farmaci “performanti”, come gli anti-impotenza e gli steroidi, sta aumentando la vendita di integratori a base erboristica di dubbia composizione ed efficacia, di anoressizzanti e di antidepressivi. Nei Paesi emergenti, il fenomeno si è esteso anche ai farmaci salvavita, come gli antimalarici, gli antitubercolari e gli antivirali per la cura dell'Aids. I punti di forza della rete sono la praticità, la convenienza e l’anonimato: molte persone effettuano l’acquisto on line dopo che il medico gli ha negato un farmaco, specie nel caso degli anti-impotenza.

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Quello del Web è un mercato molto pericoloso, soprattutto per quanto riguarda i farmaci: acquistandoli su internet è quasi certo imbattersi in farmaci contraffatti; alcune stime parlano di almeno 100 mila morti l’anno, in tutto il mondo, a causa di questi medicinali alterati. In Italia il fenomeno della diffusione di questi farmaci è pressoché nullo, se ci si rivolge ai canali ufficiali autorizzati come la farmacia; se invece ci si rivolge ai canali non autorizzati alla vendita dei farmaci c’è circa una probabilità su due di incappare in un medicinale contraffatto, falso o di scarsa qualità. Ci sono poi altri rischi: la maggior parte delle e-pharmacies sono siti fasulli che rubano i dati sensibili o i codici dei conti bancari.

Riconoscere i farmaci contraffatti ed i prodotti non certificati è più difficile di quello che si pensi, perché non basta fare attenzione alla confezione esterna e leggere quello che c’è scritto. Infatti, la pericolosità dei prodotti contraffatti e illegali può riguardare aspetti più nascosti che non la semplice confezione esterna.

Il farmaco, a differenza di molti altri prodotti che ogni persona può acquistare liberamente utilizzando le proprie conoscenze, non va scelto unicamente da chi lo deve utilizzare, ma insieme ad una persona nella quale si ripone massima fiducia, che deve essere il proprio medico curante, con il controllo del farmacista.

Non avere il contatto diretto né il confronto con un medico o un farmacista implica non conoscere o sottovalutare gli effetti collaterali di un farmaco o quelli dovuti all’uso contemporaneo di altri medicinali.

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