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CAPITOLO 3 – IL PROGETTO

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Academic year: 2021

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Documento preliminare all’avvio della progettazione (Dpp) e progetto di un

nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 127

CAPITOLO 3 – IL PROGETTO

Giocare è una cosa seria! I bambini di oggi sono gli adulti di domani aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi aiutiamoli a diventare più sensibili un bambino creativo è un bambino felice! Bruno Munari, 1986

3.1 Introduzione al progetto

L’organizzazione spaziale e funzionale dei nidi e degli altri servizi educativi per l’infanzia deriva da una ricerca e una sperimentazione che in Regione Toscana ha impegnato

pedagoghi ed educatori molto più di quanto abbia interessato architetti e progettisti che nel prossimo futuro dovrebbero essere maggiormente sensibilizzati per dare un notevole contributo a migliorare, con le proprie competenze, il progetto e la costruzione.

Con la progettazione di un nido d’infanzia e di uno spazio gioco aziendali per l’Università di Pisa si vogliono raggiungere i seguenti obiettivi:

 Il nido è uno spazio formativo: insieme al parco è tra i primi luoghi esterni alla casa che siano frequentati dai bambini. Cominciano ad andarci quando ancora non parlano e la comunicazione con loro passa solo in parte attraverso il linguaggio. Inoltre il nido è il primo servizio collettivo dedicato alla loro formazione e influirà sensibilmente nella loro esperienza dell’ambiente domestico. Sicuramente contribuirà anche alla formazione di un

gusto per lo spazio, per i colori, per i materiali, gli oggetti e le decorazioni. Dovrà essere accogliente e allegro e allo stesso tempo semplice e sobrio;

 Il nido è uno spazio di relazione: nel nido avranno luogo i primi rapporti non familiari dei bambini. Cercheranno posto per giocare in gruppi più o meno numerosi oppure per

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incontrarsi tra pochissimi, quasi in privato. Saranno favorite le relazioni interpersonali tra bambini ed educatori, tra genitori, tra genitori ed educatori;

 Il nido è uno spazio creativo: i bambini devono innanzitutto scoprirlo per conoscerlo e conquistarlo. Poi lo vivranno intensamente fisicamente, con tutti i loro sensi. Insieme agli educatori inventeranno un gran numero di modi per usarlo, molti dei quali nemmeno previsti da chi ha realizzato il progetto;

 Il nido è lo spazio per le attività dei bambini: dovrà avere un’architettura attraente e caratterizzata e allo stesso tempo non disegnata per esercizio di stile in modo da accogliere e favorire le attività svariate e vitali che vi si svolgono, la formazione e il gioco dei bambini;

 Ambiente domestico e comunitario nel nido: gli ambienti del nido e della ludoteca dovranno, allo stesso tempo, riprodurre un’atmosfera domestica e accentuare gli aspetti che li rendono diversi dalla casa. Si tratta di due caratteri entrambi necessari tra i quali cercare un equilibrio. I bambini hanno bisogno di ritrovare nel nido il calore familiare che conoscono e d’altra parte è opportuno che siano valorizzati alcuni aspetti non domestici come la dimensione comunitaria nella quale potranno trovare stimoli positivi e complementari a quelli che ricevono a casa. Analogamente viene posto il problema di quanti elementi della struttura debbano essere a “scala di bambino” anziché rapportati alle misure degli adulti. L’attenzione dovrà essere orientata affinché non si arrivi a costruire un mondo artefatto che abbia pochi riferimenti con l’esterno ma si riesca a sperimentare un’integrazione tra il loro mondo e quello degli adulti.

In molti paesi europei le nursery aziendali sono ormai una realtà consolidata da anni e contribuiscono a determinare il livello culturale e organizzativo delle aziende che le ospitano. Negli Stati Uniti i Child Care Centers sono una presenza indispensabile in tutte le aziende medio-grandi e di un certo prestigio. Il nostro Paese sconta un grave ritardo culturale e organizzativo a riguardo anche se negli ultimi anni si sono fatti notevoli passi avanti e ora il problema della mancanza di nidi d’infanzia è al centro dell’interesse delle istituzioni

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competenti. Finalmente anche in Italia sempre più aziende si stanno accorgendo che sono molti i vantaggi che derivano da un nido interno alla propria struttura:

 Offre un servizio e un aiuto prezioso per quel personale con figli in età prescolare che devono conciliare vita professionale e responsabilità del genitore;

 È un incentivo a ridurre i lunghi periodi di assenza e le richieste di lavoro part time;

 È un servizio che aiuta a fidelizzare il personale, a stimolare l’attaccamento all’azienda creando un importante legame tra comunità e realtà professionale, tra famiglia e azienda;  Contribuisce a trasmettere un’immagine positiva e dinamica dell’azienda sia verso il

personale interno che verso la comunità sociale. Il ritorno di immagine è tanto maggiore oggi in Italia dove il nursery rappresenta ancora una novità.

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Durante la redazione del progetto per il nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa il primo e importante passo che è stato fatto è quello di aver valutato con attenzione il sito e le sue caratteristiche. L’area interessata ha una forma quasi quadrata ed è di

circa 2.500 mq all’interno di un complesso scolastico per la prima infanzia che ha una superficie di 10 mila mq che diventa di 15 mila mq se vi comprendiamo anche la scuola elementare.

Il progetto prevede anche la riqualificazione dell’area a verde attrezzato posta all’estremità Sud dell’area in modo che possa essere fruibile e accessibile sia dalla popolazione del quartiere ma anche dai bambini con i propri genitori all’uscita da scuola. All’estremità Sud dell’area sono stati ricavati 8 posti per il parcheggio per l’accesso da via Mariscoglio e con

intorno un vialetto pedonale ad anello che permette di arrivare, tramite un percorso protetto e diversificato da quello carrabile, alle scuole del complesso. Lo stesso percorso può essere sfruttato in sicurezza anche dalle persone anziane residenti nel quartiere per le passeggiate e nei periodi più caldi dell’anno per attenuare la calura frescheggiando all’ombra delle alberature perimetrali e delle tre grandi querce centrali grazie anche all’apertura dello spazio verso il viale

delle Piagge e verso il Fiume Arno.

Tra via Puglia e la scuola elementare è stato pensato lo sviluppo e la sistemazione organica del parcheggio esistente. Durante i sopralluoghi effettuati è stato notato un intenso traffico e la sosta “selvaggia” delle auto dei genitori per lasciare e riprendere i figli. Soprattutto per quanto riguarda il nido d’infanzia, non è possibile prevedere un area di fermata per affiancare l’auto e far scendere il bambino che entrerà da solo nella struttura come per le

elementari. È necessario un parcheggio comodo per permettere di scaricare carrozzina o passeggino agevolmente e accompagnare il piccolo fin dentro il nido. Per questo è stata modificata una parte del cortile della scuola elementare che non viene ad oggi utilizzata per realizzare in totale 45 posti auto che dovrebbero risolvere l’intasamento di via Puglia e delle strade limitrofe nei momenti di entrata e uscita.

All’interno dell’area di pertinenza dell’Università di Pisa è stata prevista la struttura del

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quello a forma di L perché risultato più rispondente alle caratteristiche sia del lotto che delle attività che devono svolgersi al suo interno, per massimizzare gli apporti solari e per avere una chiusura/filtro dalla strada principale e un’apertura verso il giardino protetto sfruttando la

visuale e lo spazio libero dai palazzi come cannocchiale ottico verso il viale delle Piagge e il Fiume Arno.

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L’ingresso principale è situato su via Puglia in corrispondenza delle ali della L

attraverso una superficie pavimentata e una zona ingresso e accettazione per la struttura. Posteriormente, dalla traversa di via di Nudo, si trova l’ingresso riservato al personale della cucina e ai fornitori con un piccolo parcheggio e un’area di carico e scarico in sicurezza senza

mai incrociare il percorso dei genitori e dei bambini.

Grazie alla presenza della scuola elementare, della scuola dell’infanzia e del nido comunali, la zona risulta essere molto ben raggiungibile con i mezzi pubblici grazie alle linee 13 e 14 urbane, la n.80 scolastica e la Linea ad Alta Mobilità LAM Blu a poche centinaia di metri. Per questo sono stati enfatizzati i percorsi pedonali dalle fermate dei bus agli ingressi del complesso nella speranza di stimolare i genitori ad un utilizzo razionale del mezzo pubblico a scapito di quello privato.

L’orientamento dell’edificio è stato studiato in modo da massimizzare i guadagni solari passivi con l’obiettivo di una riduzione dei costi di gestione per il riscaldamento e un incremento del comfort interno. L’edificio, pur essendo a forma di L ha il fronte principale lungo l’asse Est-Ovest con le sezioni e i laboratori con più affluenza esposti verso Sud in modo da ottenere, durante l’inverno la massimizzazione dei guadagni solari visto che i raggi

colpiscono le superfici verticali quasi perpendicolarmente penetrando in profondità attraverso le aperture illuminando e riscaldando le superfici interne. Durante l’estate la radiazione solare viene schermata attraverso il frangisole e le alberature a protezione della facciata e della copertura.

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Il progetto di un nido d’infanzia e ludoteca nasce dalla conoscenza delle necessità dei

bambini, delle famiglie e della comunità di riferimento. Ovviamente il punto focale è il bambino le cui esigenze si risolvono principalmente sul piano della cura, della socializzazione e dell’autostima.

Lo spazio nel quale viene accolto la mattina contiene punti fissi di riferimento; la sezione in cui risiede è rassicurante ma aperta al gioco; il luogo del riposo è confortevole e lo fa sentire protetto; le attrezzature sono sicure e accessibili; le finestre sono poste a un’altezza che non gli impedisce di osservare l’esterno. Queste sono alcune attenzioni riportate nella proposta progettuale ottenuta provando ad abbandonare, in alcuni casi, il punto di vista dell’adulto come unità di misura dello spazio e calandosi “nei panni” dei reali fruitori della struttura.

3.3.1 Ingresso, accoglienza e spazio distributivo

Dall’area parcheggio o dai percorsi pedonali si accede all’ingresso principale passando

dal piccolo piazzale esterno. L’ingresso è protetto da una piccola tettoia per ripararsi dalla pioggia e una bussola realizzata raddoppiando l’infisso consente di attutire lo sbalzo termico e

rende più sicuro il passaggio tra interno ed esterno. Il primo ambiente interno rappresenta la soglia del nido e della ludoteca, il punto del primo distacco dalla famiglia e l’introduzione in

una diversa comunità. Una parte è arredata in modo che i genitori si possano trattenere per il tempo necessario al primo adattamento dei bambini. L’atrio è lo spazio delle relazioni dei genitori, vi si troveranno i pannelli con le comunicazioni e sarà possibile avere informazioni attraverso l’apertura in diretta comunicazione con lo spazio degli educatori e del personale di

supporto.

Superato l’ingresso si accede alla “piazza” e alle due “strade” che rappresentano lo

spazio di mediazione e distributivo. Si è cercato il più possibile di evitare la somiglianza con i corridoi e assimilarli a luoghi urbani perché hanno, come questi, un carattere collettivo che favorisce le relazioni tra i bambini e tra loro e gli adulti. Dalla piazza, in posizione baricentrica per tutta la struttura così come è centrale nelle nostre città, partono le due strade come percorsi

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per la ludoteca e per il nido. Soprattutto le due strade sono realizzate adeguatamente larghe per poter essere utilizzate non solo come percorso ma come spazi aggiuntivi alla sezione e sono ricche di rientranze e trasparenze in modo da simulare le vetrine permettendo ispezioni verso le sezioni e i laboratori. La piazza viene utilizzata a seconda del programma pedagogico sia dal nido che dalla ludoteca, ovviamente in orari e periodi differenti. È anche l’ambiente collettivo di

tutta la struttura che viene usato per riunire tutti i bambini e i genitori in occasioni particolari come assemblee, feste di natalizie o di carnevale. Dalla piazza centrale si può accedere direttamente al giardino interno attraverso delle aperture esposte a Sud e una superficie lastricata protetta dalla copertura in legno lamellare della terrazza in modo da assolvere la funzione di filtro con il prato.

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Il nido è la prima struttura formativa con la quale il bambino entra in contatto e si articola secondo diversi ambiti principali: la vita delle singole sezioni, autonome e simili all’ambiente familiare e la vita nella “strada” e nella “piazza”, le sale comuni dove i gruppi di

bambini possono interagire in un modello sempre più simile a quello della vita sociale a cui si preparano. Nel nido è la sezione lo spazio che accoglie un particolare gruppo di bambini, lo spazio di riferimento più significativo in cui si ripetono i rituali della giornata educativa in cui ogni bambino ha la possibilità di avere oggetti e situazioni per riconoscersi e sentirsi riconosciuto. In questo senso la sezione è uno spazio importante che sostiene l’identità di singoli

bambini e del gruppo.

Il termine sezione designa sia il gruppo di bambini che forma una unità didattica, sia il modulo spaziale che organizza l’intero edificio scolastico: la sezione ospita solo una parte delle

attività che è previsto si svolgano nella scuola e deve perciò integrarsi con altri ambienti, raccordati tramite spazi distributivi, destinati anch’essi ad un uso assiduo e vario da parte dei bambini.

Dopo l’ingresso e gli spazi distribuitivi e di mediazione si accede all’unità pedagogica

principale: è progettata per ospitare un massimo di 20 bambini per un totale di due sezioni e 40 piccoli utenti. I bambini, dalla “strada” di accesso, trovano uno spazio adibito a spogliatoio con gli armadietti personali dove vengono svolte le prime funzioni pratiche. All’interno dello spazio principale, da un lato si trova l’area delle attività a tavolino e i servizi, dall’altro quella per il riposo e frontalmente l’accesso allo spazio esterno.

Tutti i nuclei sezione sono esposti verso il sole curando in particolar modo l’illuminazione naturale con ampie vetrate e il rapporto con l’esterno garantendo un accesso

diretto e dedicato sia al porticato che al giardino dalla parte principale e un ambiente più chiuso e in ombra per il riposo. Gli ambienti di pertinenza di ciascun gruppo di bambini sono articolati in diversi ambiti per le varie attività formative e per il gioco, per il pranzo, per il riposo e per la cura della persona.

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Tutti gli spazi componenti la sezione vengono progettati secondo le necessità dei bambini che la popoleranno, nel caso in esame viene esclusa la presenza dei piccoli (i lattanti) per precisa esigenza della committenza, pertanto per i medi e i grandi si è tenuto conto anche della capacità deambulatoria acquisita che consente loro di vivere diversamente lo spazio costruito in sintonia con lo sviluppo psicomotorio.

Lo spazio più grande, dove si svolge la maggior parte delle attività ludiche e formative, verrà variamente attrezzato a seconda del programma pedagogico e della composizione per età dei bambini. L’ambiente è progettato in modo che sia in relazione diretta con lo spazio esterno,

il porticato può addirittura essere delimitato in modo che sia di pertinenza esclusiva e riparato rispetto al giardino comune cosicché possa essere utilizzato per attività all’aperto protette dal

sole e dalla pioggia.

Gli ambienti interni sono maggiormente caratterizzati a causa della attività tramite arredi che consentono la definizione di più centri di interesse. L’articolazione dello spazio

inoltre, stimola gli interessi esplorativi del bambino che cominciano a manifestarsi fortemente in questa fascia di età. L’obiettivo è stato quello di poter essere in grado di poter allestire più angoli di attività possibili in modo da delimitare e definire, con gli arredi, dei microspazi funzionali tenendo conto che il gruppo di bambini è solitamente composto da 2-3 individui e che la durata di aggregazione è molto breve. La flessibilità che viene lasciata nella distribuzione degli arredi permette di configurare gli ambienti secondo le necessità, offrendo spazi adeguati sia per l’apprendimento individuale che per il lavoro in gruppi e la condivisione delle idee garantendo sempre il controllo dell’educatore.

Alla consumazione pasti si è ritenuto opportuno non dedicare uno spazio specifico collettivo ma lasciare che questi vengano consumati all’interno della sezione per più aspetti: favorire il legame tra i bambini della stessa sezione anche durante il pasto, evitare lo spreco di spazio utilizzabile solo per poco tempo derivante dal locale refettorio, evitare i disagi della grande mensa, possibilità del riutilizzo e impiego dei tavoli e dello spazio per le attività ordinate.

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Figura 3-4: esempio di consumazione pasti nella sezione medi e nella sezione grandi

In un’area distinta e protetta a lato di quella principale è stato pensato lo spazio per il

riposo dedicandogli un ambito strettamente monofunzionale arredato con culle e lettini per garantire un maggior controllo e in diretta comunicazione con la sezione. Non è stato pensato un dormitorio unico per tutto il nido d’infanzia per evitare i disagi psicologici delle grandi camerate

ed è stato realizzato uno spazio più raccolto perché meglio dominabile dal bambino favorendo un senso di sicurezza e tranquillità.

Figura 3-5: esempio di zona riposo sezione medi

Il momento del sonno acquista al nido una importanza particolare e richiede attenzione e sensibilità anche nei minimi particolari. La posizione supina del bambino rende il soffitto una superficie importante che può essere decorata e arricchita con oggetti che contribuiscono ad ottenere un effetto di movimento. In questo caso l’elemento di arredo non ha i requisiti di flessibilità, non viene riposto e impilato dopo il riposo perché si è preferito creare una sorta di bozzolo, un ambiente-tana morbido con colori caldi e accoglienti.

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La scelta dei bagni all’interno della sezione è guidata dalla necessità di mantenere il controllo dei bambini. Il nucleo dei servizi è composto dal fasciatoio e bagno. I wc sono separati da una nicchia mentre i lavabi, che possono essere utilizzati anche per i giochi, sono direttamente visibili dall’ambiente principale della sezione. Una grande vetrata ad angolo

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 139 3.3.3 Gli spazi per l’insegnamento specializzato e la Ludoteca

I bambini non possono trascorrere la loro giornata al nido utilizzando unicamente la sezione quindi sono stati previsti altri luoghi, funzionalmente definiti che consentono attività particolari e attrezzature tali da favorire esperienze ricche e varie, i laboratori.

I laboratori sono ambienti dedicati ad attività specifiche frequentati in tempi stabiliti da bambini guidati da un educatore. Possono essere utilizzati dal gruppo corrispondente a una sezione, oppure da gruppi meno numerosi o da bambini di diverse sezioni contemporaneamente. In questo caso sono stati pensati non per un unico uso ma come spazi adatti ad attività diverse che potranno successivamente variare a seconda del progetto pedagogico: psicomotricità, pittura, manipolazione, teatro ecc… allo stesso tempo si configurano come

piccoli laboratori particolarmente predisposti per valorizzare uno specifico aspetto dell’esperienza educativa e per offrire ai bambini quelle sollecitazioni che favoriscono l’apprendimento attraverso il fare. Compito del nido è infatti, oltre ad offrire relazioni affettive

sicure, anche opportunità di esperienze che diano ai bambini la gioia di scoprire e di crescere. Si tratta di qualcosa in più rispetto all’angolo allestito all’interno della sezione perché questi luoghi

consentono agli educatori di proporre con gradualità esperienze più finalizzate ed articolate rispetto a quelle quotidiane della sezione. È stato ritenuto che la presenza nel nido di alcuni spazi speciali che si aggiungono all’unità pedagogica classica e nei quali possono ruotare tutti i

bambini è una risorsa preziosa e rappresenta un aspetto qualificante del progetto educativo del servizio.

Nel laboratorio delle attività espressive (pittura e manipolazione) i bambini possono disegnare o dipingere con varie tecniche oppure manipolare e assemblare diversi materiali per qualità tattili e percettive. In uno spazio come questo trovano collocazione tavoli e cavalletti, vasche per la manipolazione con acqua e sabbia e tutto ciò che può servire per le attività dei bambini per travasare, assemblare e combinare. Gli scaffali saranno a giorno in modo da diventare dei veri e propri espositori delle diverse tipologie di oggetti, ben visibili e accessibili e disposti secondo un ordine ben preciso che oltre a una maggior comprensione e a mantenere l’ordine incoraggia nei piccoli a padroneggiare sempre di più lo spazio. Per le attività

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espressive, visto l’impiego di materiali particolari, sono previsti due laboratori separati per il

nido (posto subito davanti la blocco delle sezioni) e per la ludoteca, posto all’angolo opposto con il diretto accesso al giardino.

Altro laboratorio che si è pensato di inserire è quello della biblioteca, delle attività con i libri e del teatro. Per le prime è stato previsto un ambiente raccolto che favorisca la concentrazione e l’intimità, in uno spazio che consenta al bambino situazione di agio e

rilassatezza per sfogliare un libro o per ascoltare una storia. In questo spazio sono importanti le pareti che devono saper rievocare, attraverso dei disegni, i personaggi delle storie in modo da aiutarli a ricordare e sollecitarli nella comunicazione. Sempre nello stesso laboratorio è presente la zona per il teatro lo spazio per il gioco con i burattini. Uno spazio per muoversi verso l’immaginario, per dare volto e parola alle emozioni nel quale il bambino ha la possibilità di

assistere a piccoli spettacoli e di essere a seconda delle circostanze sia attore che spettatore. Anche questo laboratorio presenta un accesso diretto verso l’esterno in modo da poter espandere

il proprio spazio al di fuori della struttura nel caso in cui ce ne sia bisogno.

Figura 3-6: esempi degli spazi per il teatrino, travestimento e rappresentazione

Verso la strada esterna ma con un sistema di finestrature alte per garantire tranquillità ed evitare distrazioni è posizionata l’aula studio nella quale i bambini della ludoteca possono

portare a termine, seguiti dagli educatori, le attività a tavolino o i compiti per casa. Vi sono collocati dei tavoli con delle postazioni singole e in fondo è prevista una zona attrezzata a laboratorio informatico utilizzabile solo sotto il controllo del personale della struttura.

In fondo alla ludoteca, nella stanza più grande, è stata localizzata la piccola palestra, lo spazio per la psicomotricità con le attrezzature adeguate e un accesso al cortile esterno

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attraverso una superficie pavimentata che può essere utilizzata per gli esercizi all’aperto in

ambiente protetto.

Figura 3-7: esempio di spazio per la psicomotricità

Nella scelta degli spazi speciali è stato privilegiato quello dedicato al gioco simbolico per la centralità che esso ha nell’esperienza evolutiva. Viene scelta la piazza centrale sia per lo

spazio che per la possibilità della polifunzionalità dell’ambiente, si tratta di un gioco prevalentemente sociale che ha nel nido in particolare un territorio privilegiato. È importante la valorizzazione dell’attività ludica attraverso l’organizzazione de un luogo in cui ci sono esplicite

opportunità e che permetta più opzioni da parte dei bambini. Sarà allestito con una casina ben predisposta e attraente che consente l’assunzione di ruoli perché arricchita dal materiale per i

travestimenti e dalla presenza di oggetti della vita quotidiana che suggeriscono possibilità di azioni che consentono ai bambini di restare a lungo attivi nel gioco. L’area della simulazione della casa è da considerarsi uno degli spazi del gioco simbolico più ricercati e apprezzati dai bambini. Questa però non deve essere definita nei minimi particolari me ne deve solamente evocare la possibilità senza condizionare la potenziali invenzioni, creazioni e modificazioni che il gruppo di bambini intenderà apportarvi. All’interno di questo spazio la cucinetta è l’ideale per

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simulare l’ambiente domestico e per costruire uno spazio protetto dove nascondersi, inventare

storie e situazioni.

Figura 3-8: simulazione degli ambienti del gioco simbolico, la casa e la cucinetta

A prescindere dalla loro peculiare finalità che li orienta verso competenze diverse, questi spazi speciali sono comunque molto importanti anche dal punto di vista dello sviluppo sociale dei bambini. Infatti un contesto ben organizzato favorisce un clima sociale positivo e consente comportamenti di cooperazione riducendo le situazioni di conflitto che si generano quando i bambini devono contendersi gli oggetti o quando in uno stesso spazio avvengono contemporaneamente più attività. I bambini giocano più a lungo in una situazione predisposta, in spazi in cui trovano tutto quello che serve per il gioco e in cui possono stare in gruppi poco numerosi.

La presenza dei laboratori offre inoltre agli educatori uno stimolo per valorizzare nel loro lavoro veri e propri percorsi di attività che possono dar luogo a una vera e propria condivisione di progetti tra adulti e bambini e che testimoniano l’impegno e la competenza di

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Sono spazi necessari agli educatori e al personale di supporto per il lavoro di gestione e organizzazione e per i loro momenti di pausa. Sono composti da una segreteria che assolve anche alla funzione di accoglienza e accettazione collegata direttamente ad una saletta per riunioni o incontri con le famiglie e al nucleo degli spogliatoi e servizi. All’interno di questi ambienti trova collocazione l’archivio documentale inerente le attività del servizio.

3.3.5 La cucina

Mentre in tutti i nidi d’infanzia deve essere presente un locale per una cucina sterile non

in tutti è necessaria una cucina completa. Nel caso in esame una delle esigenze della committenza era proprio la realizzazione di un locale cucina completo. L’ambiente si trova al termine dell’ala Est della struttura, ha la possibilità di un accesso separato dal principale sia per

il personale che per i fornitori in modo da non incrociare mail il percorso dei bambini. Allo stesso tempo la zona è opportunamente connessa con lo spazio distributivo della scuola in modo che vi si possa entrare e uscire agevolmente con i carrelli per portare la biancheria o il pranzo alle sezioni. Si è scelto di riunire in un unico nucleo sia la parte della preparazione, della conservazione e della distribuzione dei pasti ma anche quella dello spogliatoio e dei servizi per il personale e la lavanderia del nido. Per lo spazio dedicato può essere impiegata oltre che per la produzione dei pasti per le due sezioni, anche per i ragazzi della ludoteca o delle attività estive organizzate dall’Università di Pisa per i figli del proprio personale e degli studenti.

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Froebel (1782-1852) nel 1840 utilizzava il giardinaggio nelle scuole come strumento di educazione dei bambini. Alla fine del XIX secolo c’erano giardini e orti in quasi tutte le scuole.

Dal 1930 inizia a scomparire questa idea ma adesso siamo di fronte a una inversione di tendenza in quanto le aree verdi offrono un’opportunità che non è facile trovare altrove: osservare e

monitorare i processi della natura insegnando ai bambini i principi dell’ecologia.

L’area esterna del servizio educativo è recintata, attrezzata a verde e di uso esclusivo dei bambini durante l’orario di apertura del servizio stesso e non è inferiore alla superficie interna messa a disposizione dei bambini. L’area esterna è organizzata e attrezzata come ambiente educativo in modo da consentire l’esplorazione libera e il gioco strutturato in relazione alle esigenze delle diverse età. Inoltre dispone di una zona coperta e pavimentata.

(art.20 Regolamento Regionale 433/2013)

Con la consapevolezza di aver proposto un progetto per un nido d’infanzia e ludoteca ad alta vivibilità è stata posta grande cura nello studio dell’articolazione degli spazi aperti la cui

valenza è fondamentale anche dal punto di vista didattico. Tutto questo è dimostrato dal fatto che tra i primi modelli educativi, diffusi a scala internazionale, vi fosse quello delle scuole all’aria aperta che, nate soprattutto per ragioni igieniche, volevano garantire la permanenza dei bambini all’aperto, al sole e nel verde (dal modello delle case di educazione in campagna

diffuse dapprima negli Stati Uniti e dai primi del novecento anche in Europa).

Un approccio sostenibile mira alla riduzione delle superfici impermeabilizzate e a una prevalenza delle aree verdi che svolgono un importante ruolo nel migliorare la qualità estetica non solo dell’area ma anche del paesaggio circostante. Il fattore vegetale, in questo caso,

contribuisce a limitare e ad annullare il ricorso al condizionamento estivo contrastando gli effetti delle isole di caldo dovute alle differenze di temperatura tra le aree diversamente urbanizzate con ombreggiamenti, scelta di materiali adeguati e superfici vegetali.

Soprattutto nei servizi per la prima infanzia, l’area destinata al giardino è considerata

parte integrante del progetto di architettura: il giardino è il luogo dove svolgere le attività ludiche, permette ai bambini di percepire il trascorrere delle ore del giorno e il passaggio da una stagione all’altra, stimolando le potenzialità percettive e la curiosità dei piccoli fruitori. Appunto

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per questo è stato previsto un ambiente complesso, variegato e stimolante da un punto di vista sensoriale, attraverso un’ampia gamma di materiali, specie vegetali, attrezzature e colori. La funzione del terreno scoperto svolge così un’importante funzione e contribuisce all’organizzazione spaziale: un’area verde e sicura, il porticato che offre un’estensione protetta dalle sezioni verso l’esterno e il giardino didattico integrano le dotazioni dell’edificio e ne

arricchiscono le modalità di fruizione.

I bambini che frequentano il nido e la ludoteca avranno un rapporto intenso e continuo con l’esterno per uscire a giocare o solo per guardare, per imparare a conoscere il tempo che

cambia e le stagioni che si susseguono. La superficie esterna di circa 950 mq, per un bambino piccolo, è sicuramente un grande luogo da scoprire e usare. Per questo scopo non è stato attrezzato più o meno casualmente con i giochi tipici dei giardinetti pubblici ma è stato creato un disegno organico con la struttura del nido e della ludoteca estendendone gli ambienti interni. Le altalene, che sono l’esempio classico dei giardini per bambini, in questo caso vengono sconsigliate ed evitate perché sono relativamente pericolose soprattutto per i più piccoli e possono essere usate da pochi bambini alla volta.

L’accesso al giardino è trattato in maniera analoga all’ingresso della struttura,

valorizzandone positivamente il significato di soglia e con una rientranza rispetto al filo del marciapiede che dà luogo a un piccolo spazio coperto di mediazione per stare al riparo dalla pioggia e all’ombra nelle giornate di sole.

La recinzione è sicura senza avere un aspetto costrittivo, si alternano le pareti del nido e della ludoteca con un grigliato metallico che viene schermato con delle siepi miste alte abbastanza da garantire la privacy ai bambini.

Gli ambiti diversi del giardino sono legati da un percorso che si dispiega sul terreno disponibile, un sentiero ricco di variazioni da percorrere durante la permanenza del bambino al nido in passeggino, a piedi o col triciclo. Tutti gli elementi inseriti nell’area esterna sono stati scelti con cura consapevolmente al ruolo che essi possono avere nella formazione dei bambini.

Appunto per questo è stato realizzato un percorso didattico denominato Le 4 stagioni nel quale alberi, arbusti, piante ornamentali e da frutto sono state selezionate considerando tutti

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gli stimoli e le sensazioni che possono offrire nello scorrere dei mesi: colori, odori, frescura, suoni con il vento e mutevolezza delle stagioni.

Figura 3-9: sezione percorso pedonale del giardino didattico Le 4 Stagioni

Il percorso suddiviso linearmente in quattro settori a simboleggiare le stagioni è strutturato secondo una sezione che prevede la pavimentazione, il prato, la bordura, gli arbusti, gli alberi, la siepe mista e la recinzione. Si parte dalla primavera nella quale dominano i colori e i profumi grazie al ciliegio, il pesco e il melo; segue l’estate con gli alberi da frutto con il fico, il giuggiolo il melograno e il cipresso; si passa all’autunno con l’olivo e l’acero e si conclude con l’inverno con i sempreverdi e gli alberi a foglie caduche, il pino, il sorbo e l’ontano.

In angolo sono collocati la fontana che fa scorrere l’acqua e un laghetto fittizio per ragioni di sicurezza, creato con una membrana a permeabilità ridotta che trattiene l’acqua dell’irrigazione. Al centro del giardino troneggia il grande albero, una quercia che negli anni

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Di seguito il dettaglio delle essenze e piantumazioni all’interno del giardino suddivise per stagioni:

Primavera arbusti: stagionali perenni

Nome: Prunus Avium

Nome comune: Ciliegio Dolce

Descrizione: Si possono coltivare dalla Sicilia ai piedi delle Alpi in terreni non soggetti a ristagni di umidità. Nei climi freddi vogliono esposizioni protette per evitare danni ai fiori provocati da piogge fredde o brinate tardive.

Foglie ovato ellittiche e seghettate ai margini. Fiori bianchi sbocciano ad aprile. Frutti rossi commestibili.

Nome: Prunus Persica Nome comune: Pesco

Descrizione: Vuole terreni a medio impasto o sciolti, ben drenati e non soggetti a ristagno di umidità.

Foglie lanceolate con margini seghettati verde vivo sopra e verde grigio sotto. Fiori rosa in primavera. Elevata produttività, frutti ben colorati commestibili di ottimo sapore.

Nome: Malus Comunis Nome comune: Melo

Descrizione: Sono tra i più diffusi alberi da frutto perché prosperano in tutti i climi e riescono in quasi tutti i terreni. Foglie ovali o ellittiche, seghettate ai margini, verde scuro sopra e chiare sotto. I fiori bianchi o soffusi di rosa ricoprono i rami spogli in aprile. Frutti gialli, verdi e rossi. La varietà scelta è il melo rosso.

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Estate arbusti: aromatiche e xerofile

Nome: Ficus Carica Nome comune: Fico

Descrizione: Rusticissimi, vivono e prosperano in tutti i terreni senza alcuna cura e trattamento di sorta. Temono solamente temperature molto basse (inferiori a -14 °C) che danneggiano i rami e talvolta anche il fusto. Foglie grandi circa 20-30 cm, sono trilobate verde intenso sopra e chiare sotto. La varietà scelta è il Brogiotto Nero con frutti rosso scuro o violaceo scuro.

Nome: Zizyphus Nome comune: Zizzolo

Descrizione: Grande arbusto o alberetto a foglia caduca, d’aspetto scultoreo, si trova soprattutto in climi miti o caldi. Si adatta a tutti i terreni purché ben drenati. È spinoso e ha il tronco spesso contorto. Le foglie sono ovali di un bel verde lucido. I frutti sono commestibili e verdi che a settembre, a maturazione, diventano marroni.

Nome: Punica Granatum Nome comune: Melograno

Descrizione: Di foglia caduca, vivono bene nei climi miti. I rami sono spinosi e le foglie lunghe e verde lucido che in estate si colorano giallo arancio. I fiori si hanno da giugno ad agosto e sono di colore rosso arancio.Il frutto è grosso, 10-12 cm, commestibile e rosso arancio in autunno.

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 149 Nome: Cupressus Sempervirens Pyramidalis

Nome comune: Cipresso Nero Toscano

Descrizione: Al cipresso comune tutti più o meno riconoscono il giusto valore paesaggistico. Forma colonnare compatta. Dai tempi più remoti è un classico del paesaggio mediterraneo nel quale svetta con la sua inconfondibile silhouette. Si adatta a tutti i terreni, anche asciutti e calcarei.

Autunno arbusti: stagionali

Nome: Olea

Nome comune: Olivo

Descrizione: Tipica pianta mediterranea, cresce lentamente ma vive a lungo. Ricco di storia e simbolismi è coltivato sia per la bellezza della forma che per i frutti. Resiste bene a siccità e a forti venti battenti.Le foglie sono persistenti, lunghe, strette e ovali. In estate sfoggia piccoli fiori profumati.

Nome: Acer Campestre Nome comune: Acero

Descrizione: Gli aceri sono alberi a foglia caduca che si adattano meglio a climi temperati. Interessanti per la loro rusticità, per il loro fogliame quasi sempre palmato che, in autunno assume colorazioni attraenti. Molto resistenti alle atmosfere inquinate. L’acero è un classico del nostro paesaggio agreste, ha ramificazioni dense e il tronco tortuoso. Piccole foglie verde scuro stellate che diventano gialle in autunno.

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Inverno arbusti: erbacee mediterranee

Nome: Pinus Pinea Italica Nome comune: Pino

Descrizione: Conifera tipica della flora mediterranea con chioma insolitamente piatta su un tronco alto e spoglio. Rami assurgenti, disposti a raggiera come le aste di un ombrello. Aghi lunghi verde scuro. Le pigne contengono pinoli commestibili. Si adatta a tutti i terreni, non teme né il caldo né il freddo, né il vento battente.

Nome: Sorbus Nome comune: Sorbo

Descrizione: Chioma a forma di cupola con pochi rami ascendenti. Sagoma compatta e modeste dimensioni. Corteccia grigio scuro, foglie caduche irregolarmente dentate che in autunno si colorano di giallo oro. In maggio fa fiori bianchi in coimbri, da agosto all’inverno numerosi frutti a forma dei pera di colore verde, poi rossa e infine bruna.

Nome: Alnus Glutinosa Imperialis Nome comune: Ontano

Descrizione: Gli ontani, alberi a foglia caduca, sono preziosi soprattutto per la capacità di adattarsi ai più vari tipi di terreno. Forma colonnare, di questa varietà è il più piccolo e contenuto della famiglia. Foglie finemente divise ai margini a strisce.

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 151 Centro del giardino

Nome: Quercus Robur

Nome comune: Quercia Comune o Farnia

Descrizione: Detta anche Farnia o Quercia Peduncolata, è molto rustica e adatta a tutti i terreni. La Quercia è un albero dal portamento maestoso ed elegante, con una chioma espansa, molto ampia e di forma globosa e irregolare. Può raggiungere un'altezza anche di 40 m. Il fusto è diritto e robusto ed alla base si allarga come per rafforzare la pianta; i rami con il passare del tempo divengono via via più massicci, nodosi e contorti. Le foglie, lunghe dai 7 ai 14 cm, sono decidue, di forma obovata con margini lobati (da 4 a 7 lobi per lato) e due vistose orecchiette alla base della foglia. La pagina superiore è di colore verde scuro, quella inferiore mostra un riflesso bluastro. Ogni esemplare porta fiori di entrambi i sessi, molto simili a quelli delle altre querce. I fiori maschili si presentano in amenti filiformi di colore giallognolo; quelli femminili sono da 1 a 3 su un lungo peduncolo. La fioritura avviene nel periodo di aprile-maggio. I frutti sono acheni, più precisamente ghiande. Esse sono lunghe fino a 4 cm, di forma ovale-allungata, con cupola ruvida e ricoperta di squame romboidali che le ricopre per circa un quarto. Il colore va dal verde chiaro al marrone con il procedere della maturazione. Crescono singolarmente o a gruppi di fino 4 ghiande su lunghi gambi (da 3 a 7 cm). Maturano l'autunno seguente alla fioritura.

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Subito dietro agli alberi abbiamo la siepe mista semilibera. Le siepi hanno non solo un compito estetico ma anche funzionale, delimitando spazi e proprietà, proteggendo dai rumori e dal vento e tutelando la nostra privacy. Hanno dunque anche la funzione di chiusura, separazione e protezione. Rappresentano infine, un ornamento importante per il giardino quando vengono utilizzate lasciando esprimere tutte le potenzialità estetiche delle specie vegetali che le costituiscono.

Figura 3-11: esempio di siepe mista semi libera viburnum tinus, cotone aster lacteus, forsythia

La siepe diventa anche ornamentale quando è composta da più specie che si completano e si mettono in risalto nelle loro dimensioni, nel loro portamento, nelle variazioni stagionali del loro fogliame. La disposizione delle specie avverrà con un mescolamento sistematico in modo da creare una sequenza vegetale ripetuta più volte fornendo unità all’intero giardino. Nel caso in

esame saranno nove le essenze che si ripeteranno quattro volte lungo la recinzione del giardino esterno della struttura. Di seguito il dettaglio delle essenze:

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Nome: Arbutus Unedo Nome:Cytisus X Praecox “Allgold”

Nome Comune: Corbezzolo Nome Comune: Ginestrone Giallo

Colore dominante: bianco e rosso Colore dominante: giallo

Descrizione: in autunno fiorisce e fruttifica, fiori bianchi molto decorativi e frutti rossi simili alle fragole.

Descrizione: foglie caduche piccole e rade sui rami arcuati e verdi in ogni stagione. Abbondanti fiori giallo oro in aprile-maggio.

Nome: Prunus Cerasifera “Pissardii” Nome: Laurus Nobilis

Nome Comune: Pruno Nome Comune: Alloro

Colore dominante: Rosso Colore dominante: verde

Descrizione: forma eretta, fogliame rosso scuro che arriva a diventare porpora scuro. Fiori piccoli, semplici, rosa a a primavera prima della comparsa delle foglie.

Descrizione: sempreverde a portamento eretto con foglie alterne, coriacee, con margini ondulati, molto aromatiche. Inflorescenza giallo crema a marzo-aprile.

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Nome: Viburnum Tinus Nome: Cotoneaster Lacteus

Nome Comune: Viburno o Laurotino Nome Comune: Cotoneaster o Cotonastro

Colore dominante: bianco e verde Colore dominante: verde e rosso

Descrizione: forma arrotondata, sempreverde, foglie di 10cm verde scuro e oblunghe, fiori bianco rosati in coimbri da novembre ad aprile.

Descrizione: sempreverde di forma arrotondata. Fogliame verde bronzeo con numerosi frutti rosso vivo a grappoli.

Nome: Forsythia X Intermedia “Linwood” Nome: Pittosporum Tobira

Nome Comune: Forsizia Nome Comune: Pitosforo

Colore dominante: giallo Colore dominante: verde

Descrizione: arbusti a foglia caduca di media altezza, molto rustici che vivono in tutti i terreni. Fiori grandi gialli a marzo prima della comparsa delle foglie. Portamento molto compatto.

Descrizione: fogliame coriaceo, allungato con estremità arrotondata, persistente, verde brillante, di forma arrotondata. Fioritura bianco crema con profumo d’arancio in aprile maggio.

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 155 Nome: Elaeagnus X Ebbingei “Gilt Gedge”

Nome Comune: Eleagno Colore dominante: giallo e verde

Descrizione: varietà sempreverde a grandi foglie con bordo giallo luminoso. Portamento a cupola regolare. Vegetazione vigorosa, foglie ovali di 8-10cm. In autunno fiori profumati bianco crema. Vive in tutti i terreni a qualsiasi esposizione.

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 156 3.5 Analisi funzionale progetto

Di seguito viene presentata la distribuzione planimetrica degli ASO in relazione alla proposta progettuale del nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa redatta

sulla base delle indicazioni del documento preliminare di avvio alla progettazione.

Le tabelle riassuntive indicano la composizione e descrizione degli ASO, la superficie utile a disposizione e il parametro rapportato agli utenti interessati (personale di supporto, educatori e bambini).

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 157 ASO 01 - MEDIAZIONE STRADA E PIAZZA INTERNA

Superficie mq 295

Assolve alle funzioni di distribuzione interna tra gli spazi rappresentando un luogo di relazione tra gli utenti e fulcro della distribuzione funzionale. Il suo essere un filtro, a metà tra strada tra interno ed esterno, caratterizza l'ambito spaziale rendendolo un ambiente multifunzionale e multisensoriale. la collocazione della piazza interna, in posizione baricentrica rispetto alla distribuzione degli ambienti, determina geometricamente e percettivamente il centro di relazione tra interno ed esterno

n° utenti 80

supeficie/utenti 3,69

ASO 02

ATTIVITÀ ORDINATE SEZIONI E AULE

Superficie mq 210

Le sezioni del nido d'infanzia e le aule della ludoteca sono spazi raccolti dove le attività possono essere svolte singolarmente e in piccoli gruppi. Sono gli ambienti serviti principali oltre a quelli esterni dove le funzioni educative e ricreative vengono esplicate in zone protette, sicure e climaticamente controllate. la relazione percettiva con l'ambiente esterno del giardino e l'esposizione solare mediata dal portico garantiscono la migliore fruizione.

n° utenti 80

supeficie/utenti 2,63

ASO 03 - ATTIVITÀ LIBERE PSICOMOTRICITÀ ELABORATORI

Superficie mq 93 I laboratori, prevalentemente dislocati nell'ala della ludoteca con l'aula dedicata alle attività psicomotorie, costituiscono l'ambito di relazione del complesso. Le attività vengono svolte in ambienti protetti e attrezzati massimizzando le componenti educative e ricreative legate allo sviluppo delle facoltà pratiche, di ricerca e arricchimento personale, pur in un contesto di forte relazione interpersonale che stimola alla collaborazione.

n° utenti 35

supeficie/utenti 2,66

ASO 04 - SERVIZI ATTREZZATURE E IMPIANTI

Superficie mq 101

É l'ambito degli spazi serventi: le attrezzature e gli impianti necessari al normale funzionamento del complesso secondo le esigenze della gestione e del benessere sono in relazione con l'esterno attraverso zona di carico e scarico e aree adibite a parcheggio di pertinenza del personale addetto

n° utenti 80

supeficie/utenti 1,26

ASO 05 - ORGANZIZAZIONE ACCOGLIENZA E UFFICI

Superficie mq 55 È l'ambito degli spazi serventi dediti alla gestione organizzativa del complesso e alle relazioni con utenti esterni: genitori, accompagnatori, fruitori del servizio di quartiere. Gli ambienti sono collocati in prossimità dell'ingresso e della piazza retrostante assolvendo la funzione di controllo dei flussi in ingresso e uscita dei movimenti e relazioni interni al complesso

n° utenti 80

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 158 ASO 06 - ACCESSI TRASIZIONI ESTERNE

Superficie mq 387 È l'ambito degli spazi serventi che filtrano l'accesso al complesso: rappresentano l'approdo pedonale e carrabile alla struttura relazionandosi con la viabilità di quartiere. Rendono, in relazione ad essa, accessibile il complesso da vari punti, in funzione della destinazione degli ambienti interni e del tipo di utenza: assistenti, dipendenti, manutentori, frequentatori, accompagnatori e bambini.

n° utenti 80

supeficie/utenti 4,84

ASO 07 - FILTRO ATRIO E PORTICO

Superficie mq 211 Questo ambito media e filtra il rapporto con l'esterno del complesso rivolto verso il giardino didattico genera uno spazio distributivo lungo lo sviluppo della struttura e che consente una fruizione dell'ambiente esterno mediata e protetta in condizioni climatiche sia estive che invernali. costituisce un elemento rilevante dal punto di vista del controllo passivo delle condizioni climatiche esterne, filtrando la luce solare diretta.

n° utenti 80 supeficie/utenti 2,64 ASO 08 - ATTIVITÀ ALL'APERTO SCHERMATURE VERDI E GIARDINO

Superficie mq 987 Il giardino "privato" attraverso la presenza di alberature che chiudono lo spazio verso il quartiere rappresenta un luogo all'aperto protetto sia dal clima naturale che da quello generato dalle condizioni urbane.

È l'ambito dove le attività libere possono essere svolte e condivise in relazione a utenti esterni, genitori, accompagnatori.

Le barriere, a Nord, proteggono la struttura dai venti dominanti invernali.

n° utenti 80

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nido d’infanzia e ludoteca aziendali per l’Università di Pisa a Cisanello - Marco Agostini 159 3.6 Scelta dei materiali, sostenibilità e risparmio energetico

La proposta progettuale è stata portata avanti cercando di considerare contemporaneamente più aspetti: quelli pedagogici che regolano gli spazi fruibili dai bambini, quelli dettati dal documento preliminare all’avvio alla progettazione e quelli della sostenibilità e del risparmio energetico. I materiali scelti ed elencati di seguito cercano di rispondere il più possibile a queste prerogative risaltando l’integrazione tra più sistemi.

3.6.1 La copertura in legno lamellare e l’impianto fotovoltaico

Per quanto riguarda il sistema di copertura in legno lamellare sono necessarie alcune considerazioni generali relative all’ambiente che giustifichino le scelte fatte nella redazione della proposta.

La novità tecnologica di questo materiale è di essere ottenuto mediante l’incollaggio di assi (lamelle) di legno di limitata larghezza e lunghezza, in modo da formare elementi strutturali ad ampia flessibilità compositiva e formale, non disgiunta da una certa validità estetica. Ulteriori vantaggi derivano dalla possibilità di una prefabbricazione che consente di ottenere un materiale con caratteristiche di omogeneità ed uniformità di resistenza superiore alla corrispondente essenza legnosa, nonché un migliore sfruttamento della materia prima con minore scarto di materiale.

Figura 3-14: caratteristiche del legno lamellare

La possibilità di curvare il legno lamellare con raggi di curvatura intorno ai cinque metri era impensabile con il legno tradizionale. Tale possibilità consente non solo di aumentare le tipologie strutturali, ma soprattutto di adattare gli elementi strutturali a prefissate esigenze.

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È una materia prima che si rinnova rapidamente, nelle regioni alpine cresce un metro cubo di legno al secondo che in un giorno corrisponde alla quantità di legno necessaria per costruire 2.160 case e in un anno al legno per 788.400 case. Italia, il legno per impieghi strutturali proviene solo da boschi europei o nordamericani dove è costantemente applicata la tecnica di rimboschimento controllato, la superficie boscata nella maggior parte dei paesi industrializzati e soprattutto in Europa è di nuovo in aumento poiché viene abbattuto meno legno di quanto ne cresca.

In termini di salvaguarda l’ambientale ogni albero sottrae all’atmosfera in media 6 kg di

CO2 al giorno, contribuendo così in maniera decisiva alla salvaguardia del clima. In pratica, ogni metro cubo di legname segato assorbe circa 250 kg di CO2. Per produrre un metro cubo di alluminio si liberano 22 tonnellate di CO2, per un metro cubo di legno segato solo 0,015 tonnellate.

Tra le qualità inconfutabili del legno lamellare vi é l'estrema leggerezza, infatti il suo peso specifico è di 500 Kg/mc contro i 2500 Kg/mc del cemento armato, ma con un rapporto resistenza/massa notevolmente più vantaggioso. Oltre alla capacità di sostenere grandi carichi e di rispondere adeguatamente ad ogni sollecitazione dinamica per via della sua estrema elasticità, il legno lamellare consente di ridurre gli oneri di fondazione o sottofondazione, e di ottimizzare i costi di trasporto, assemblaggio e montaggio del materiale.

Il legno è un materiale che se sottoposto all'azione di una sorgente di calore di sufficiente durata ed intensità, brucia, ma l'avanzamento del fuoco all'interno degli elementi strutturali è reso molto lento dalla formazione sulla superficie di uno strato carbonizzato che ne ritarda l'azione. Ciò permette, quindi, da un lato di affermare che il legno, ed quello lamellare in particolare, hanno un buon comportamento nei confronti del fuoco, da un altro lato di calcolare con precisione la resistenza di ogni elemento (norma UNI 9504). Ne risulta quindi, che se la struttura è correttamente dimensionata, si hanno livelli di rischio, nei confronti del fuoco, minori di una analoga in acciaio.

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Figura 3-15: resistenza al fuoco del legno lamellare

Il legno è completamente rinnovabile e riciclabile. La lavorazione non richiede le grandi quantità richieste nella produzione di altri materiali o manufatti, non solo nella fase produttiva ma anche nella fase della posa in opera. Il legno non produce emissioni o polveri o fibre nocive di nessun tipo e infine, qualsiasi manufatto in legno, anche quando è divenuto inutilizzabile può essere bruciato in apposite caldaie per la termovalorizzazione.

Il legno influisce positivamente sul sistema immunitario poiché assorbe le sostanze tossiche dall’atmosfera, riducendone la concentrazione fino a un quinto in poche ore. In uno

studio comparativo condotto in una scuola è risultato che il rivestimento in legno delle classi riduce notevolmente lo stress degli alunni e ne rallenta, tra l’altro, il battito cardiaco. Nel contempo diminuisce l’impegno relazionale richiesto dai ragazzi agli insegnanti. (fonte Rubner

Holzbau)

Oltre a queste particolarità la scelta è stata orientata anche dal fatto della possibilità di coprire luci più grandi senza l’ausilio di pilastri a separare gli spazi del nido d’infanzia e della

ludoteca, ad una velocità di installazione notevolmente limitata rispetto ad una copertura tradizionale data la realizzazione di buona parte della struttura fuori opera, ad una versatilità nell’armonizzarsi a qualsiasi soluzione architettonica e infine allo scopo educativo all’ecologia

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Sia per il nido che per la ludoteca la struttura è a doppia falda su livelli separati in modo da permettere una sorta di shed e illuminare così gli ambienti distributivi che risulterebbero bui. L’ultima falda è quella che copre la terrazza dove sono collocati gli impianti, ovviamente è

priva di isolante termico e si protende verso il giardino a costituire un riparo per la parte pavimentata.

Figura 3-15: particolare di una falda di copertura del nido d’infanzia

Sulle falde principali del nido e della ludoteca il manto di copertura è perfettamente integrato con il sistema fotovoltaico, l’obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio è stato quello

che integrasse sia la funzione primaria del tetto (impermeabilità, protezione) che l’impianto di produzione di energia elettrica. In modo da non dover pensare ai due sistemi separatamente con

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tutte le problematiche che ne potrebbero scaturire tipo: fornitori e installatori differenti, adattabilità di un sistema all’altro, manutenzione separata tra copertura e impianto. In questo

modo otteniamo la riduzione, fin dalla prima fase di progetto, delle possibili problematiche grazie alle interazioni tra l’impianto sovrastante e la copertura che ne diventa il supporto che

rende i due elementi un sistema unico.

Tra le varie soluzioni analizzate, quella che viene proposta nel progetto è una copertura in metallo con il sistema fotovoltaico che impiega moduli flessibili in film sottili di silicio amorfo. Il sistema è progettato secondo i canoni della separazione funzionale tra i materiali di copertura e l’impianto Fv per garantire il massimo livello di affidabilità nel tempo sia del

generatore Fv che della copertura stessa. Anche se in maniera minore di altre tecnologie, le celle di silicio amorfo subiscono una riduzione della producibilità all’aumentare della temperatura di esercizio. La ventilazione dei moduli garantisce un superiore rendimento proprio nei periodi di massima insolazione. La versatilità del sistema e dei suoi componenti lo rende applicabile su tetti con diverse geometrie e nel nostro caso il prodotto uscirà dalla fabbrica già con la curvatura adeguata per essere installato.

Figura 3-16: copertura con pannello Fv integrato

Il supporto dell’impianto Fv è costituito da una lastra in acciaio a protezione multistrato

che assicura una lunga durata in ogni condizione di esercizio, infrangibilità e un elevato livello di comfort termo-acustico. Le lastre sono costituite da una lamiera di acciaio zincato rivestito da una serie di stratificazioni protettive che la rendono inattaccabile alla corrosione e allo stesso

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tempo le conferiscono il potere fonoisolante di 28 dB. All’esterno c’è l’alluminio che riveste e protegge gli strati sottostanti e riflette il 90% delle radiazioni termiche solari evitando dannosi surriscaldamenti e contribuendo ad aumentare la producibilità. Al centro è presente un composto bituminoso che forma una barriera corrosiva chimicamente inerte ed elettricamente isolante. L’ultimo strato, quello interno, è di acciaio in modo da garantire infrangibilità,

resistenza meccanica al vento, pioggia grandine e neve.

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Figura 3-18: biocompatibilità pavimento in legno

3.6.2 Il pavimento in legno biocompatibile e l’impianto di riscaldamento

Lo studio del tipo di pavimentazione ci ha portato ad analizzare molti fattori e tipologie. L’idea era quella di utilizzare il legno ma le problematiche nelle quali si poteva incorrere a causa della destinazione d’uso destavano non poche perplessità. La proposta che viene fatta nel progetto riduce al minimo tutti questi aspetti e mette in luce un percorso con l’obiettivo della

realizzazione di un pavimento realizzato per durare, con una manutenzione semplice e fatto solo con prodotti e processi naturali che lo rendono quindi totalmente biocompatibile. Affinché possa essere definito così ci sono però delle prerogative irrinunciabili: devono essere biocompatibili la materia prima, i collanti, il sistema di posa e quelli di pulizia e manutenzione.

In primo luogo è fondamentale la provenienza del legname. Per questo sono stati scartati i legni esotici, in quanto è difficile risalire alla loro origine e spesso sono oggetto di esboschi incontrollati nei paesi meno sviluppati. Si prevede l’utilizzo di legni europei, provenienti da paesi che considerano questa materia prima un bene da coltivare e gestire come una risorsa prettamente rinnovabile senza tener conto il fatto che l’estensione delle foreste in

Europa, negli ultimi anni, sta aumentando.

Con il passare degli anni si sono sviluppate normative molto complesse e garantiste quali PEFC e FSC che, grazie a una serie di verifiche e a metodologie di taglio, controllo e riforestazione, assicurano la sostenibilità del sistema. Grazie a tutto questo è possibile selezionare i fornitori che aderiscono a queste normative e che considerano realmente il legno come una valore da proteggere, salvaguardare e gestire.

Le tavole di legno impiegate sono realizzate con una struttura a tre strati incrociati che mantengono inalterato il gusto e il piacere dei vecchi pavimenti e garantiscono al tempo stesso stabilità strutturale, resistenza alla torsione e all’imbarcamento e assenza di fessurazioni. Lo

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spessore. L’anima centrale è in legno resinoso di 7mm. Le plance sono profilate con un incastro

a maschio-femmina sui quattro lati per avere delle giunzioni precise.

Figura 3-19: assemblaggio tavole di legno, composizione strati

I collanti delle plance sono utilizzati in quantità ridotte e comunque sono viniliche e quindi privi di formaldeide, una soluzione necessaria per il percorso di biocompatibilità. Ugualmente per il trattamento, non viene fatto alcun uso di sostanze derivate dal petrolio ma si utilizza un processo di impregnazione di oli essenziali e di cere naturali che lasciano il poro aperto per far respirare il legno mantenendo inalterate le caratteristiche igrometriche della materia prima. Visto l’impiego in un nido d’infanzia e in una ludoteca e quindi una particolare destinazione d’uso, è stato verificato che questo processo garantisce un livello di resistenza alla macchia e all’usura paragonabile alle migliori vernici sintetiche e riduce a sole 24 ore la finitura

a sei mani che con il trattamento tradizionale richiederebbe una settimana.

Grazie alla struttura e alle dimensioni delle plance il sistema di posa ideale è quello flottante che evita completamente l’utilizzo di prodotti chimici pericolosi necessari a garantire l’incollaggio legno-cemento. La posa flottante verrà fatta su un sottofondo asciutto con un

materassino di 2-3mm che ha la funzione di isolamento termo-acustico. Le tavole sono incollate tra loro solo sugli incastri con una quantità irrisoria di colla vinilica priva di formaldeide che permette l’assenza totale di esalazioni tossiche e nocive sia in fase di applicazione che dopo la

Figura

Figura 3-1: planimetria generale e analisi dei flussi
Figura 3-2: orientamento dell’edificio e percorso del sole
Figura 3-3 pianta nido d’infanzia e ludoteca
Figura 3-6: esempi degli spazi per il teatrino, travestimento e rappresentazione
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