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Capitolo 5 Conclusioni e sviluppi futuri

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Academic year: 2021

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Capitolo 5 

 

Conclusioni e sviluppi futuri 

 

Lo scopo della tesi era quello di effettuare un monitoraggio delle prestazioni di  sistemi  di  controllo  operanti  in  impianti  di  tipo  multivariabile  (MIMO)  e  cioè  di  scoprire la presenza di anomalie di funzionamento e assegnare le cause indicando  le modalità di intervento. 

 

Limitatamente ai sistemi di controllo operanti su singole variabili (SISO) questa  problematica  ha  portato,  nel  corso  di  attività  precedenti,  allo  sviluppo  di  un  sistema automatico per il riconoscimento e l’assegnazione delle cause di anomalie  di  funzionamento.  Il  sistema,  denominato  PCU  (Plant  Check  Up),  è  in  grado  di  discriminare  tra  le  diverse  cause  (tuning  dei  regolatori,  presenza  di  attrito  nelle  valvole, disturbi esterni) a partire dai dati normalmente registrati sull’impianto e  non richiedendo alcun test invasivo. 

 

Il punto di partenza della tesi è stato quindi verificare la validità delle tecniche  utilizzate  dal  pacchetto  PCU  e  proporre  nuove  tecniche  e  test  per  l’estensione  ai  sistemi MIMO. 

 

E’  risultato  che  le  tecniche  impiegate  dal  pacchetto  PCU  (Cross‐Correlazione, 

Bicoerenza  e  Relay),  applicate  a  processi  MIMO,  hanno  correttamente  indicato  la 

presenza di attrito (o di disturbo) nei diversi loops.   

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Capitolo 5. Conclusioni e sviluppi futuri      F. De Mauro  E’  stata  valutata  la  possibilità  di  risalire  al  loop  sorgente,  cioè  quello  in  cui  l’attrito  è  stato  generato,  impiegando  gli  indici  calcolati  per  le  diverse  tecniche  come  parametri  il  cui  valore  sia  indicativo  della  lontananza  dalla  sorgente  della  non‐linearità  (si  ricorda  che  ad  oggi  non  esistono  tecniche  universalmente  accettate per queste valutazioni). Sulla base di una serie di simulazioni effettuate è  stato  verificato  che  questi  indici  non  mantengono  valori  con  un  andamento  costante,  in  grado  cioè  di  permettere  di  risalire  alle  origini  della  perturbazione,  dato che sono influenzati dai parametri del processo, dei regolatori e dell’attrito. 

 

Quindi,  poiché  l’uso  di  tali  indici  non  è  risultato  affidabile  in  generale  per  isolare il loop da cui proviene l’attrito, è stata analizzata la possibilità di effettuare  dei tests specifici sugli anelli in modo da dare conferma della presenza o meno di  attrito. 

Tra  questi  è  stato  proposto  un  test  che  consiste  nel  diminuire  i  guadagni  dei  regolatori  singolarmente,  misurare  la  frequenza  delle  oscillazioni  delle  variabili  controllate  e  confrontarla  con  quella  misurata  nella  configurazione  iniziale  (caso  base). Nel caso in cui la frequenza rimane costante, il test indica che la presenza di  un  disturbo  esterno  è  la  causa  delle  oscillazioni  registrate.  Se  la  frequenza  di  oscillazione  varia  rispetto  al  caso  base,  allora  la  causa  dell’anomalia  è  attribuita  alla  presenza  di  attrito:  soltanto  se  tale  variazione  è  legata  alla  diminuzione  del  guadagno  di  un  solo  regolatore,  allora  la  relativa  valvola  di  controllo  viene  indicata come sorgente della non‐linearità. Se, invece, la frequenza di oscillazione  è influenzata dal guadagno di regolatori diversi non si può risalire al loop affetto  da attrito.  

 

Dalle  simulazioni  effettuate,  in  generale,  è  risultato  che  il  test  proposto  non  è  sempre  valido,  dato  che  dipende  dal  tipo  di  processo  analizzato,  cioè  dalla  sua  dinamica e dall’entità dell’interazione presente. 

 

Un  risultato  importante  ottenuto  dal  lavoro  di  questa  tesi  è  stato  quello  di  identificare la presenza di oscillazioni alla stessa frequenza nelle variabili di anelli  di  controllo  adiacenti,  appartenenti  ad  uno  stesso  impianto,  come  una  chiara  indicazione della presenza di interazione, che causa la propagazione dell’anomalia  da  un  loop  all’altro.  Per  cui,  anche  quando  la  valutazione  dell’interazione  non  è  possibile  (ad  esempio,  in  mancanza  di  un  modello  del  processo),  dalla  semplice  osservazione delle frequenze di oscillazione si possono individuare i loops tra loro  interagenti,  in  modo  da  ricercare  soltanto  tra  questi  la  sorgente  dell’anomalia  registrata.    A questo proposito è stata proposta una nuova tecnica, basata sul valore di un  indice denominato ITD, che si calcola dai dati registrati sull’impianto e generati da  una variazione a gradino del set‐point dei loops esaminati. Questa tecnica richiede    132

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Capitolo 5. Conclusioni e sviluppi futuri      F. De Mauro  anche l’analisi delle prestazioni del regolatore, attraverso l’indice CPI: il suo valore  indica  se  un  retuning  del  regolatore  può  essere  favorevole  per  limitare  gli  effetti  dell’interazione oppure se è meglio usare un regolatore avanzato (ad esempio un  MPC). 

Dato che i valori dei due indici possono influenzarsi a vicenda, dai casi studiati  è risultato che in presenza di un tuning blando del regolatore l’indice ITD può non  interpretare  correttamente  la  reale  situazione  di  interazione.  Per  valutare  senza  riserve  l’interazione  del  sistema  in  esame  è  stata  proposta  una  procedura  automatica  di  analisi  che  distingue  una  risposta  lenta  (causata  da  un  tuning  blando) da una molto oscillante (causata da un tuning aggressivo). 

 

In  sostanza,  la  possibilità  di  effettuare  un  monitoraggio  di  sistemi  a  molte  variabili  in  modo  completamente  automatico  dai  dati  di  impianto  trova  delle  difficoltà considerevoli dovute alla mancanza di tecniche di validità generale. Una  valutazione dell’interazione esistente tra i diversi anelli di regolazione è un primo  passo per individuare la validità delle tecniche o dei test specifici proposti. 

I  due  indici  proposti  per  questo  scopo  (ITD  e  CPI)  dovranno  essere  testati  su  processi diversi e su dati di impianto in modo da poter confermare la validità e le  differenze  di  comportamento  tra  tuning  blando  e  aggressivo  evidenziate  nei  casi  studiati  in  questa  tesi.  La  difficoltà  di  separare  gli  effetti  del  regolatore  dall’interazione propria del processo dovrà portare alla definizione di nuovi indici  di prestazione globale per il sistema controllato nella sua configurazione attuale. 

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