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1.3. Dall’installazione dell’industria SALOV alla definizione del suo stato attuale.

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21 1.3. Dall’installazione dell’industria SALOV alla definizione del suo stato attuale.

Nei primi anni del ‘900 si avviò una nuova urbanizzazione delle aree periferiche, caratterizzata dalla privatizzazione dei terreni demaniali e dallo sviluppo del quartiere Varignano lungo il canale Burlamacca, dove vennero localizzate le strutture industriali ed artigianali dell’epoca fra cui anche l’attuale SALOV.

Dalle ricerche storiche dello scrittore F. Bergamini risulta che:

– nel 1906 “si lavora all’installazione dello stabilimento “Oleificio Lucchese al Solfuro” (l’odierna SALOV), presso il Varignano” 17

– nel marzo 1907 “le seguenti fabbriche, installate recentemente nella zona periferica del Varignano, chiedono che si istituisca un raccordo ferroviario con la stazione, per facilitare il trasporto dei loro prodotti: Vetraria, Oleificio Lucchese al Solfuro, Società Amburghese per la melolina.” 18

– nel 1920 “il vecchio stabilimento “Oleificio Lucchese al Solfuro” viene ampliato e passa sotto la denominazione di “Soc. An. Toscana Raffineria Olii” (S.A.T.R.O.).” 19

A modificare l’assetto viario della zona furono determinanti l’apertura dell’autostrada Firenze-mare del 1932 e la realizzazione del cavalcavia ferroviario. Quest’ultimo in particolare, permetteva la comunicazione diretta fra il centro di vita sociale, situato in corrispondenza dell’antico borgo e lungo le fasce litoranee, e il centro lavorativo del quartiere Varignano. Con l’avanzare degli anni e con lo sviluppo della città questo collegamento diverrà obsoleto e inadeguato: gli stabilimenti industriali installati si ritroveranno ad essere

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F. Bergamini, Le mille e una…notizia di vita viareggina 1169/1940. 18

F. Bergamini, op.cit. 19

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22 inglobati in zone prevalentemente residenziali e di accesso al centro storico e si perderà l’unicità dello scopo primario di interazione da un lato (comunicazione) e di separazione dall’altro (funzione) fra ambito abitativo e ambito lavorativo, tanto ricercato nella modellistica degli urbanisti dell’età moderna.

Con il passare degli anni lo stabilimento “S.A.L.O.V.” nuova denominazione del vecchio S.A.T.R.O., continuò ad ampliarsi.

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23 La Società per Azioni Lucchese Olii e Vini (S.A.L.O.V.), nata dalla fusione dei laboratori di alcuni commercianti lucchesi, era dotata di una propria raffineria, possedeva 20 carri cisterna per i trasporti ferroviari ed un motoveliero in grado di effettuare trasferimenti rapidi per la commercializzazione dell’olio raffinato nello stabilimento di Viareggio. 20 Era proprietaria di numerosi marchi di olio di grande prestigio già noti ed apprezzati in tutto il mondo. All'esportazione di olio si aggiunse, inoltre, quella del buon vino toscano di qualità prodotto in una cantina di proprietà della società stessa in Poggibonsi. Oggi l'azienda opera in tutto il mondo ed è il principale esportatore italiano di olio di oliva.

Già negli anni '40, S.A.L.O.V. era una società di dimensioni ragguardevoli, con un giro di affari in costante espansione, i cui marchi principali erano: FILIPPO BERIO, ampiamente distribuito in Nord America, FRANCESCONI, già nota negli Stati Uniti, FORTUNA FONTANA distribuito in Brasile ed in Argentina. Al contempo la S.A.L.O.V. espandeva il proprio lavoro anche sul mercato nazionale, fornendo oli sfusi a diversi piccoli confezionatori e confezionando il proprio prodotto. Insieme all'olio di oliva ed al vino si producevano saponi di eccellente qualità ottenuti dai derivati dell'olio di oliva.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la crescita della società ebbe un forte rallentamento e perse lo stabilimento di vinificazione andato distrutto per eventi bellici. Alla fine della guerra, con la ricostruzione il lavoro riprese rapidamente concentrandosi solo sull'olio di oliva.

A meta' degli anni '50 andò affermandosi anche in Italia il consumo di oli da seme e la S.A.L.O.V. entrò con successo anche in questo settore con una nuova marca GRAZIA. Per tanto fin da allora la gamma di produzione della S.A.L.O.V. comprendeva tutti gli oli vegetali alimentari. Risale all'anno

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24 1959 il lancio del marchio SAGRA in Italia per oli di oliva e di semi improntati ai più elevati criteri di qualità e controllo. SAGRA, attualmente uno dei più importanti brand a livello nazionale, nasce dall'esperienza e dalla passione per l'olio extra vergine del Signor Eugenio Fontana, figlio del fondatore e presidente della S.A.L.O.V.. Fu così che meno di quindici anni dopo la fine della guerra S.A.L.O.V. fu capace di affermarsi come un'azienda leader nella produzione di oli di oliva di qualità, in Italia e nel Mondo.

Nel corso degli anni '60 la diffusione degli studi dietetici che affermarono la superiorità dell'olio di oliva e degli oli vegetali nei confronti dei grassi animali (Seven Country Study) portarono ad un boom nei consumi degli oli di oliva anche da parte delle popolazioni non mediterranee. La S.A.L.O.V ha tratto beneficio da questa grande opportunità per una grande crescita della propria produzione e delle proprie esportazioni verso il Nord America con i marchi Filippo Berio e Francesconi, che cominciarono ad affermarsi come leader indiscussi.

Nel corso degli anni '70 ed '80 la S.A.L.O.V. si afferma come uno dei maggiori produttori di oli di oliva sia in Italia, con il marchio SAGRA, che all'estero. Negli Stati Uniti, il maggior mercato di consumo, al di fuori della Comunità Europea, la S.A.L.O.V costituisce una propria azienda distributrice la S.A.L.O.V. North America Corporation.

La storia della S.A.L.O.V. è anche la storia della Famiglia Fontana. Dino Fontana nato nel 1873 era uno dei soci fondatori ed ha guidato la società fin dal 1919. Alla sua scomparsa è passato alle redini il figlio Eugenio che in 40 anni di attività ha portato la S.A.L.O.V. ad un grande sviluppo di produzione e fatturato. Oggi la S.A.L.O.V. à ancora gestita dai figli di Eugenio Fontana, Dino, Pier Luigi, Antonio e Alberto che lo hanno sempre seguito nella conduzione dell'azienda. 21

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25 Analizzando le carte topografiche di Viareggio è possibile ricostruire la crescita volumetrica dello stabilimento industriale nel tempo.

Nel secondo dopoguerra lo stabilimento deve essere in parte ricostruito per i danneggiamenti e in parte distruzioni subite durante i bombardamenti. Successivamente si individuiamo due principali fasi di espansione, testimoniate anche dalla struttura edilizia:

1. fase (anni ‘50): edifici in muratura annessi alle strutture presenti ed estensione verso la via di Montramito.

2. fase (anni ‘80): edifici in struttura leggera a saturazione delle aree ancora disponibili ed estensione dietro la parte esistente, lato canale. Annessione al sito del casale contadino su via Montramito.

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26 PRIMA ESPANSIONE SECONDA ESPANSIONE 1 2 2 3 4 4 4 5 5 5 6 STATO INIZIALE

Evoluzione dell’edificato dell’azienda, foto satellitare.

Alla sua installazione (stato iniziale, 1920), lo stabilimento era costituito esclusivamente da un grande edificio in muratura (1) con annessi magazzini e laboratori (2) all’interno dei quali avvenivano le principali attività di produzione e confezionamento. Risalgono allo stesso periodo la casa del custode e gli uffici amministrativi prevalentemente addetti alla distribuzione del materiale grezzo in ingresso, e del prodotto lavorato in uscita (3).

La prima espansione (anni ‘50) avviene grazie all’acquisizione dei terreni agricoli retrostanti al sito iniziale. Vengono costruiti edifici in muratura di mattoni con struttura di copertura in travi di legno e manto in coppi (4). Questi nuovi corpi di fabbrica sono destinati esclusivamente alla lavorazione, e sono necessari per rispondere alle maggiori esigenze di produzione dell’azienda che ha acquisito popolarità anche all’estero.

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27 Il Piano Regolatore Generale del 1971 mostra l’azienda quasi invariata rispetto alla situazione precedente. Unico ampliamento riguarda la costruzione di un edificio sul perimetro dell’area di proprietà Salov.

La seconda espansione (anni ‘80) interessa nuovi terreni agricoli retrostanti e vede la costruzione di edifici con struttura leggera in acciaio, travi reticolari e pannelli di copertura e di parete (5): sono veri e propri capannoni industriali in parte chiusi, per la lavorazione, in parte aperti per le operazioni di carico e scarico merci. Inoltre, viene acquistato anche il vecchio casolare agricolo (6) che dopo essere ristrutturato sarà destinato agli uffici amministrativi, tutt’oggi presenti.

Il PRG del 1987 (tutt’oggi in vigore) attesta quest’ultimo stato di fatto.

Il vecchio casolare ristrutturato, sede degli uffici amministrativi e direttivi. Negli ultimi anni sono state effettuate ristrutturazioni in particolare riguardanti i vecchi magazzini (2) più a ovest, ora destinati ad ufficio, e il casolare (6) che accoglie al piano terra gli uffici amministrativi e al piano superiore gli uffici dei dirigenti.

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28 Lo stato attuale, vista da via della Circonvallazione.

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29 Particolare, vista lungo il Canale Burlamacca.

Figura

Foto satellitare.

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