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• Capitolo 2 - DOCUMENTO PRELIMINARE ALL’AVVIO DELLA PROGETTAZIONE (Dpp)

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Academic year: 2021

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_________________________________ INDICE

PREFAZIONE

pag. 3

Capitolo 1 - FASE INFORMATIVA

1.1 - L’Ippoterapia: pag. 7

Storia ed espansione delle strutture Intervista alla Dott.essa A.Ravioli

1.2 - Contesto territoriale pag. 14

Barbaricina e San Rossore: “Evoluzione storica e loro legame con l’Ippica”

Il Progetto del “Parco Equestre”

Capitolo 2 - DOCUMENTO PRELIMINARE ALL’AVVIO DELLA PROGETTAZIONE (Dpp)

2.1 - Premessa: Il Dpp pag. 41

L’Analisi del Valore (value analysis) La valutazione Economico-Finanziaria Le Fasi Operative

2.2 - Il Dpp del progetto in studio pag. 49

Premessa Obbiettivi Vincoli Le Norme

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Le Classi d’Esigenza L’Analisi Funzionale Modelli d’Aggregazione

Preventivazione dei costi globali

Capitolo 3 - Il Progetto

3.1 - Il Piano Strutturale della zona ippica pag. 122 3.2 - Sviluppo degli ambienti e normative inerenti pag. 135 3.3 - Materiali, il Legno Lamellare pag. 168

3.4 - Conclusioni pag. 208

Indice delle Tavole di Progetto

pag. 209

BIBLIOGRAFIA

pag. 212

RINGRAZIAMENTI

pag. 217

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3 PREFAZIONE

L’idea di progettare un Centro di Ippoterapia, o Riabilitazione Equestre, nel Comune di Pisa nasce da varie considerazioni.

Innanzitutto va prestata attenzione alla scarsa presenza su territorio nazionale di centri prettamente specializzati per questo tipo di attività, e quindi di una conseguente mancanza di un quadro normativo che dia delle linee guida per la loro realizzazione. Fino ad oggi infatti questa terapia ha avuto pochi riconoscimenti, ma grazie all’operato di associazioni di volontariato, che ritagliandosi un po’ di spazio all’interno di centri ippici preesistenti ne hanno dimostrato l’effettiva validità, si è arrivati ad una nuova considerazione di questa particolare tecnica di approccio con individui mentalmente o fisicamente inabili, e conseguentemente la necessità di realizzare centri specializzati in materia, in modo da poter lavorare con maggiore sicurezza e specificità con i soggetti in cura. Nasce da qui il bisogno di strutturare anche un quadro normativo specifico in materia, quadro che nel corso della stesura della tesi si vedrà prendere forma dall’intreccio di più fonti: - Intervista alla Dott.essa A. Ravioli (responsabile del centro “Il Paddock” a Bologna);

- La normativa scolastica (riadattata per la presenza di alunni esclusivamente disabili);

- La normativa sportiva;

- Norme per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Cercando così di arrivare a fornire un buon punto di partenza perché un domani questo tipo di riabilitazione per disabili possa contare su centri e quadro normativo proprio, senza dover continuare ad appoggiarsi ad altri.

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Ma, oltre ai perchè della scelta di questo progetto come argomento di tesi, importante è la scelta del luogo in cui inserire questa struttura, che va ben al di là del semplice essere pisana. Nei secoli è sempre stato forte infatti il legame fra Pisa ed il mondo equestre e questo grazie anche alla presenza del quartiere di Barbaricina e del parco di San Rossore, che vedono fin dalla nascita una crescente tradizione ippica che si è andata però arrestando negli ultimi decenni (ricordiamo in merito che c’è stato un tempo in cui Barbaricina era addirittura indicata come Il Paese dei Cavalli). Per riaffermare questo legame dal Comune di Pisa è partito il progetto di un Parco Equestre, il cui intento è quello di risvegliare antichi valori legati all’ippica e condividerli con chi non li ha potuti vivere in prima persona. Questo è stato argomento di tesi di una laureanda della facoltà di architettura di Firenze, e proprio il lavoro da lei svolto sarà il punto di partenza per l’ambientazione del Centro ippoterapico, in modo che i suoi utenti si trovino nel cuore del mondo equestre e ne entrino attivamente a far parte. Con questo intento il progetto verrà realizzato nel più rigoroso rispetto della tradizione architettonica presente in zona: le strutture ricettive e didattiche verranno realizzate secondo le tipologie delle vecchie case coloniche, mentre l’area sportiva delle scuderie e dei maneggi manterrà fede a quelle già esistenti nell’area che nel corso dei secoli hanno subito ristrutturazioni e recuperi ma mai sono state private della loro architettura originale.

Tutta la struttura inoltre verrà immersa ed inglobata in 8 ettari di terreno ad ora completamente ricoperti a verde che nel corso del progetto verranno risistemati, riordinati, ma non certo eliminati, così che l’aspetto finale risulti essere un parco nel parco, dove natura, sport e vita si alternano ma non si scontrano, ed ognuno di questi aspetti non avrebbe senso senza gli altri.

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5 In base poi a quanto richiesto dal nuovo ordinamento in materia di lavori pubblici viene sviluppato il Documento Preliminare all’avvio della Progettazione – Dpp – dove vengono evidenziati ed analizzati:

obbiettivi, vincoli, prestazioni attese, classi di esigenza da soddisfare, requisiti connessi ai vincoli ed i tetti economici per la produzione e gestione dell’opera dalla quale ci si aspetta un efficace rendimento di tutti i servizi programmati, per tutta la vita utile ipotizzata. Il Dpp è quindi una linea guida per la progettazione ma anche una sorta di lista di controllo, attraverso la quale si vuol verificare la completezza e la rispondenza funzionale del progetto.

Si elabora poi una proposta per il progetto preliminare che pone l’attenzione sul rapporto fra struttura ed ambiente circostante, e quindi anche sui materiali usati che vedremo essere in linea con la nuova corrente della bioedilizia.

Il lavoro finale vedrà quindi un forte legame fra il Centro di Ippoterapia, il Parco Equestre in progetto e quello già esistente, come una sorta di matrioska si svilupperanno l’uno nell’altro restituendo al quartiere, e con esso alla città, l’antico sentimento equestre, e forse chissà, un giorno Barbaricina tornerà ad essere Il Paese dei Cavalli.

Inoltre certa del grande movimento di volontariato in cui orbitano tanti dei miei concittadini so che, oltre al forte impatto ambientale che il centro può arrivare ad assumere in un contesto paesaggistico di questo tipo, altrettanto forte può diventare la sua valenza emotiva in una città dove l’ospedale con tutti i suoi collaboratori e volontari hanno assunto negli anni un importanza sempre maggiore a livello nazionale.

Il processo terapeutico si basa sull’integrazione tra esperienze dirette e indirette, motivate e sostenute da un buon rapporto e dalle finalità di recupero del bambino. Il bambino dovrà, all’interno dell’ambiente terapeutico proposto, trovare il modo di agire in un

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“tempo e spazio” educativi e terapeutici che il terapista potrà ampliare o contenere a seconda delle necessità. Lo spazio e l’ambiente potranno essere modificati con il materiale, creando nuovi spazi di azione, aperti o chiusi, personali, rassicuranti, di chiusura o isolamento, di difesa, di gruppo o limitati da regole date dalla situazione. Il terapista lavorerà proprio sulle variabili degli spazi creati, stimolerà i diversi adattamenti motori allo spazio ed agli oggetti, finalizzandoli ai diversi obiettivi. Saranno utili spazi ampi tanto da permettere il lavoro di un piccolo gruppo, ma non dispersivi; ben illuminati con un pavimento facilmente lavabile, ma non duro e freddo.

Il materiale a disposizione deve essere vario, a seconda delle finalità e progressione del lavoro. Oggetti di uso comune possono, a volte, essere più efficaci di quelli appositamente predisposti, e la scelta è vastissima:

- palle di diversa grandezza e colore, solidi, corde, cerchi, pezzi di stoffa;

- anelli e perle di legno da infilare, giochi a incastro, pongo; colori a dita, fogli di carta di diverse dimensioni, spugne, forbici e tamburelli.

Nella terapia R.E. il lavoro svolto con il cavallo avviene in uno spazio limitato che è il maneggio; rettangolo di dimensioni minime pari a 15X25 mt, dimensioni che permettono all’animale movimenti fluidi senza dover schivare gli angoli e che nel contempo non risultino troppo dispersive per il paziente. In base a quanto già detto sopra per gli ambienti di lavoro, i quattro lati del maneggio (coperto o scoperto), che già di per sé costituiscono i punti di riferimento, possono essere ulteriormente contrassegnati mediante cartelli con lettere o disegni, ed altrettanto avviene per gli angoli ed altri punti di riferimento all’interno del maneggio. Al suo interno vi sono precise regole di circolazione e

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