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ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

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Academic year: 2022

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58. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG. ATTI DI INDIRIZZO:

Mozione:

Barbieri ... 1-00047 1935 Risoluzione in Commissione:

III Commissione:

Guzzanti ... 7-00047 1936

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Di Virgilio ... 2-00151 1939 Laratta ... 2-00154 1939 Interpellanza:

Napoli Angela ... 2-00152 1940 Interrogazioni a risposta in Commissione:

Mecacci ... 5-00389 1942 Vignali ... 5-00398 1944 Villecco Calipari ... 5-00399 1944 Interrogazioni a risposta scritta:

Dima ... 4-01192 1945 Berretta ... 4-01194 1946

PAG. Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

Bratti ... 2-00155 1947 Interrogazione a risposta in Commissione:

Bratti ... 5-00384 1949 Difesa.

Interrogazione a risposta scritta:

Brandolini ... 4-01193 1949 Economia e finanze.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Contento ... 5-00386 1950 Interrogazioni a risposta scritta:

Dal Lago ... 4-01195 1951 Di Biagio ... 4-01196 1952 Ciocchetti ... 4-01197 1952 Giustizia.

Interrogazione a risposta orale:

Vietti ... 3-00158 1953 Interrogazione a risposta in Commissione:

Bernardini ... 5-00397 1954

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG. Interrogazioni a risposta scritta:

Sbai ... 4-01198 1954 Schirru ... 4-01201 1957 Mancuso ... 4-01206 1958 Rosato ... 4-01208 1958 Infrastrutture e trasporti.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Motta ... 5-00393 1960 Bocci ... 5-00394 1960 Interrogazione a risposta scritta:

Miglioli ... 4-01205 1961 Interno.

Interrogazione a risposta orale:

Ginefra ... 3-00159 1961 Interrogazione a risposta in Commissione:

Compagnon ... 5-00387 1962 Interrogazioni a risposta scritta:

Naccarato ... 4-01202 1963 Taglialatela ... 4-01203 1963 Istruzione, università e ricerca.

Interpellanza:

Gottardo ... 2-00153 1964 Interrogazioni a risposta in Commissione:

Siragusa ... 5-00385 1965 Pes ... 5-00395 1966 Interrogazione a risposta scritta:

Sbrollini ... 4-01207 1967 Lavoro, salute e politiche sociali.

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

Barani ... 5-00390 1968

PAG. Mura ... 5-00391 1969 Turco Livia ... 5-00392 1970 Interrogazioni a risposta in Commissione:

Contento ... 5-00382 1971 Bratti ... 5-00383 1971 Mancuso ... 5-00388 1973 Schirru ... 5-00400 1973 Interrogazioni a risposta scritta:

Mancuso ... 4-01200 1974 Briguglio ... 4-01204 1975 Politiche agricole, alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Bocci ... 5-00396 1978 Politiche europee.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Pini ... 5-00401 1979 Sviluppo economico.

Interpellanza:

Tassone ... 2-00150 1980 Interrogazione a risposta scritta:

De Girolamo ... 4-01199 1983

Apposizione di firme a mozioni ... 1983

Apposizione di firme ad interrogazioni ... 1983

Pubblicazione di un testo riformulato ... 1983 Interrogazione a risposta scritta:

Garavini ... 4-01176 1983

Ritiro di documenti del sindacato ispet-

tivo ... 1984

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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera, premesso che:

grazie anche ai successi dei nostri atleti nelle competizioni sportive interna- zionali, la pratica sportiva in Italia ha raggiunto dimensioni di massa, coinvol- gendo, tra appassionati e professionisti, diversi milioni di persone;

secondo i dati Istat di una indagine multiscopo del 2006, oltre la metà della popolazione italiana è interessata o coin- volta nell’attività sportiva;

a riprova di tale interessamento è opportuno ricordare che il fatturato com- plessivo del sistema sport ha superato i 30 miliardi di euro e concorre per oltre il 3 per cento alla formazione del PIL;

la rilevanza economica e sociale crescente della pratica sportiva è ben evi- denziata sia dal Manifesto dello Sport, presentato in occasione del Giubileo degli sportivi del 2000, che dalla dichiarazione sul « Valore sociale dello sport per i gio- vani » del Consiglio e dei rappresentati dei Governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio il 5 maggio 2003;

la pratica sportiva è utile soprat- tutto per le giovani generazioni in quanto strumento idoneo per lo sviluppo dell’ami- cizia, del senso dell’impegno e della lealtà, oltre ad essere uno strumento fondamen- tale per contrastare gli aspetti degenerativi delle patologie invalidanti e per favorire la prevenzione dei fenomeni che derivano dal disagio giovanile ed il reinserimento so- ciale delle persone diversamente abili;

in tale contesto il patrimonio del- l’impiantistica costituisce una risorsa fon- damentale per quanti sono interessati alla pratica sportiva ed alla promozione dello sport, intesa non solo in senso agonistico ma anche e soprattutto come attività lu-

dica rivolta al mero esercizio fisico o come attività a finalità sociale, culturale, educa- tiva e formativa;

al finanziamento del mondo dello sport opera dal 1957 l’Istituto per il Cre- dito Sportivo, ente di diritto pubblico con personalità giuridica e gestione autonoma;

l’Istituto ha fino ad oggi esercitato il credito sotto forma di mutui a medio e lungo termine concessi per la costruzione, l’ampliamento, l’attrezzatura ed il miglio- ramento di impianti sportivi e/o strumen- tali all’attività sportiva, ivi compresa l’ac- quisizione delle relative aree e per l’ac- quisto di immobili da destinare ad attività sportive o strumentali a queste;

interlocutori naturali dell’istituto per il credito sportivo sono sempre stati gli enti locali, gli enti pubblici il CONI le federazioni sportive nazionali, le società e le associazioni di promozione sportiva e, nell’ottica di incentivare al massimo la pratica sportiva, le società sportive dilet- tantistiche;

rispetto a quest’ultima tipologia so- cietaria, la Finanziaria 2003 ha disposto la costituzione di un Fondo di Garanzia, utile a fornire una copertura sussidiaria a quella ipotecaria, al fine di incentivare le richieste di finanziamento da parte di tali società;

il Fondo, la cui operatività è ri- messa ad un regolamento del Ministro per i beni culturali di concerto con quello dell’economia e finanze non ancora ema- nato, è alimentato dagli importi dei premi dei concorsi a pronostici gestiti dal CONI colpiti da decadenza che ammontano oggi a circa 12 milioni di euro;

nonostante il notevole interesse sia economico che sociale, che ruota intorno al mondo dello sport, l’Istituto per il Credito Sportivo oggi si trova a dover fronteggiare molteplici problematiche;

innanzitutto perché la stessa capa- cità dell’Istituto di concedere mutui a tassi di interesse particolarmente agevolati ha subito negli ultimi anni un forte ridimen-

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sionamento a causa della diminuzione delle entrate dei concorsi del Totocalcio, che vanno ad alimentare il Fondo Contri- buti per gli Interessi;

la Finanziaria 2006, inoltre, con il prelievo di 450 milioni di euro dal Fondo ex legge n. 50 del 1983, che si era detto provvisorio e con l’impegno del successivo reintegro, ha ridotto ulteriormente la ca- pacità finanziaria dell’Istituto che, tra l’al- tro, per fare fronte a tale restituzione si è visto costretto a contrarre due finanzia- menti che graveranno pesantemente sui conti economici futuri;

impegna il Governo

ad adottare in tempi rapidi ogni utile intervento atto a rafforzare patrimonial- mente l’Istituto per il Credito Sportivo;

a favorire eventuali operazioni di acquisizione delle quote di natura stretta- mente privatistica, da parte di Fondazioni di origine bancaria che affiancherebbero in tal modo lo Stato, la Cassa Depositi e Prestiti ed il CONI, quale soluzione per garantire e salvaguardare l’alto scopo del- l’Istituto;

a dare piena attuazione all’attuale previsione statutaria dell’Istituto ex arti- colo 4 che « su richiesta degli apportanti » (Stato e CONI) consente al Consiglio di Amministrazione di imputare a capitale, in tutto o in parte, i « Fondi apportati con attribuzione della partecipazione al rispet- tivo apportante », garantendo in tal modo la ripatrimonializzazione dell’Ente;

a consentire la fruibilità del citato Fondo di Garanzia, consentendo all’asso- ciazionismo dilettantistico di poter acce- dere ai servizi erogati dall’Istituto;

ad una maggiore sintonia e collabo- razione tra gli organismi governativi com- petenti e la governance dell’ICS;

a prevedere anche l’istituzione di un tavolo concertativo con le parti sociali e l’ICS allo scopo di garantire continuità alla vocazione primaria della banca rendendo

accessibili alle persone i beni necessari per conseguire forme più elevate di socialità.

(1-00047) « Barbieri, Versace, Holzmann, Pizzolante, Paniz, Razzi, Gioacchino Alfano, Cente- mero, Lehner, Palmieri ».

Risoluzione in Commissione:

III Commissione:

La III Commissione, premesso che:

con la decisione del 2 maggio 2002, il Consiglio dell’Unione Europea ha aggior- nato la lista delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nell’am- bito della lotta al terrorismo, includendo in tale lista l’Organizzazione dei Mujahidin del Popolo Iraniano (OMPI);

nei successivi aggiornamenti, l’OMPI è stata sempre mantenuta in tale lista, fino alla Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 relativa a misure re- strittive specifiche, contro determinate persone ed entità, destinate a combattere il terrorismo (2005/930/CE);

il procedimento che può condurre ad una misura di congelamento dei fondi ai sensi della normativa pertinente si svolge su due livelli, uno nazionale e l’altro comunitario; in un primo momento, un’autorità nazionale competente, in linea di principio un’autorità giudiziaria, deve adottare una decisione che deve essere basata su « prove o indizi seri e credibili »;

in un secondo momento, il Consiglio, al- l’unanimità, deve decidere di includere l’interessato nell’elenco delle organizza- zioni terroristiche sulla base di informa- zioni precise che mostrano l’adozione di una decisione nazionale; in seguito, il Consiglio deve « accertarsi », a intervalli regolari, almeno una volta ogni sei mesi, che la presenza dell’interessato sull’elenco controverso « resti giustificata »;

la sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte

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di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02) ha annullato la Decisione del Consiglio del 21 dicembre 2005 poiché ha constatato che « la decisione impugnata non è motivata e che è stata adottata nell’ambito di un procedimento durante il quale non sono stati rispettati i diritti della difesa della ricorrente (l’OMPI) »;

il Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee ha stabilito, in linea generale, che « la motivazione di una decisione successiva di congelamento dei fondi deve indicare le ragioni specifiche e concrete per cui il Consiglio considera, in seguito al riesame, che il congelamento dei fondi dell’interes- sato resta giustificato »;

inoltre il tribunale ha specificato che il Consiglio dell’Unione europea du- rante la seduta di riesame ha accettato che nel caso dell’annullamento delle prove contestate si impegnerà ad intraprendere delle iniziative onde eseguire la sentenza alla base dell’articolo 233 del Trattato CE.

Il che significa che il Consiglio in ogni caso, dopo la fine del dibattimento verbale sui documenti contestati correggerà op- pure annullerà i documenti contestati;

il 30 gennaio 2007, il Consiglio dell’Unione europea ha comunicato, con una lettera ai legali dell’OMPI, di non avere intenzione di procedere alla cancel- lazione di tale organizzazione dalla lista, ma solo di concedere ad essa la possibilità di presentare le proprie osservazioni sul caso;

il 30 novembre 2007 la Commis- sione d’appello delle organizzazioni pro- scritte del Regno Unito (POAC – Proscri- bed Organisations Appeal Commission) ha ordinato al Ministro dell’interno britan- nico di rimuovere immediatamente l’OMPI dall’elenco delle organizzazioni vietate; il POAC dopo aver esaminato le prove pub- bliche ha dichiarato che l’Organizzazione dei Mojahedin non è coinvolta nel terro- rismo;

il 14 dicembre 2007 la stessa POAC ha riaffermato la decisione presa il 30

novembre, respingendo il ricorso contro la sentenza avanzato dal Ministro dell’in- terno;

il 7 maggio 2008 la Corte d’appello britannica, presieduta dal Lord Chief, giu- dice Phillips, ha respinto definitivamente l’appello che il Ministro dell’interno del Regno Unito aveva presentato contro la decisione del 30 novembre 2007 della POAC, rendendo così definitivo l’ordine di cancellare l’OMPI dall’elenco delle entità terroristiche;

il 23 giugno 2008, entrambe le Camere del Parlamento britannico hanno approvato all’unanimità una risoluzione che annulla la definizione di terroristi assegnata all’OMPI e, il 24 giugno, il Mi- nistero dell’interno britannico ha ufficial- mente cancellato l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran dalla lista delle organizzazioni terroristiche del Re- gno Unito;

sin dai primi anni ’80, l’Italia ha riconosciuto lo status di rifugiati politici a non pochi membri dell’OMPI e della re- sistenza iraniana;

in favore della cancellazione del- l’OMPI dalla lista europea delle organiz- zazioni terroristiche si sono più volte espressi numerosi deputati e senatori della maggioranza e dell’opposizione, e oltre la metà dei deputati ha firmato nella pre- sente legislatura documenti in tal senso;

nella XV legislatura, il 14 giugno 2007, la III Commissione della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione 7-00196 « Sulla lista UE delle persone ed entità coinvolte in atti di terrorismo », che impegnava il Governo a sostenere in sede di Consiglio dell’Unione europea il pieno rispetto della sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02); a partecipare attiva- mente alla revisione semestrale di tale lista da parte del Consiglio al fine di accertare che la presenza dell’OMPI come di altre organizzazioni e individui nell’elenco delle organizzazioni terroristiche sia realmente

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giustificata, tenendo conto dei rilievi mossi dalla summenzionata sentenza alle prece- denti decisioni del Consiglio, in partico- lare, per quanto riguarda la condizione preliminare di una decisione della autorità nazionale competente e l’obbligo di comu- nicazione;

il 28 giugno 2008, a Parigi, si è tenuto un pacifico raduno di circa 70.000 iraniani della diaspora a sostegno della piattaforma della signora Maryam Rajavi, Presidente eletto dal Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI) per isti- tuire in Iran un governo democratica- mente eletto, perché si giunga all’aboli- zione della pena di morte e della tortura, all’eguaglianza di diritti fra uomo e donna, all’effettiva libertà religiosa, al rispetto di tutti i diritti umani e civili previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e perché l’Iran abbandoni il pro- gramma di arricchimento dell’uranio, in- trapreso contro i propri impegni interna- zionali;

a tale raduno sono stati presenti anche alcuni parlamentari italiani, oltre che di numerosi altri Paesi;

il 15 luglio 2008 il Consiglio dei Ministri europeo ha deciso per il mante- nimento dell’OMPI nella lista delle orga- nizzazioni terroristiche in virtù di una richiesta avanzata dal governo francese, nonostante poche settimane prima la Corte d’Appello inglese avesse deciso la cancellazione avendo preso in esame una vasta mole di documentazione;

il 23 luglio 2008, la signora Mar- yam Rajavi ha partecipato a Roma presso la Camera dei deputati a una conferenza stampa e a un convegno sui diritti umani nel proprio Paese, nel corso dei quali ha ribadito le posizioni espresse a Parigi;

nel corso della sua presenza a Roma, la signora Rajavi ha incontrato personalità politiche e istituzionali di di- verse forze politiche;

considerando che, come ha anche affermato il Parlamento europeo nella ri- soluzione del 4 settembre 2008 sulle ese-

cuzioni capitali in Iran, vi è motivo di temere che i membri e gli associati del- l’opposizione iraniana, che sono raggrup- pati e protetti a Camp Ashraf nel Nord dell’Irak da forze multinazionali guidate dagli Stati Uniti in base all’articolo 27 dalla quarta Convenzione di Ginevra, po- trebbero rischiare di essere espulsi o rim- patriati in modo forzato in Iran, dove potrebbero subire gravi persecuzioni ed eventualmente essere persino condannati a morte,

impegna il Governo:

a partecipare attivamente alla revi- sione semestrale di tale lista da parte del Consiglio al fine di accertare che la pre- senza di organizzazioni e individui nel- l’elenco delle organizzazioni terroristiche sia realmente giustificata, tenendo conto dei rilievi mossi dalla summenzionata sen- tenza alle precedenti decisioni del Consi- glio, in particolare, per quanto riguarda la condizione preliminare di una decisione della autorità nazionale competente, l’ob- bligo di comunicazione e motivazione, il diritto di difesa;

a chiedere in sede di Consiglio del- l’Unione Europea la cancellazione del- l’OMPI dalla lista delle persone e delle entità i cui fondi devono essere congelati nell’ambito della lotta al terrorismo, e in particolare a votare contro il manteni- mento dei Mojaheddin del popolo nella lista, durante la revisione dei prossimi semestrali del Consiglio, atteso che alla luce della analoga cancellazione effettuata dal governo britannico dalla propria lista nazionale, si assicura così il pieno rispetto della sentenza del 12 dicembre 2006 del Tribunale di Prima Istanza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (causa T-228/02);

a chiedere alle autorità irachene e statunitensi di tenere conto della esigenza di rigoroso accertamento di eventuali re- sponsabilità di singoli appartenenti alla predetta OMPI e al contempo di garanzia dei diritti di difesa, e in particolare di non rimpatriare in modo forzato verso l’Iran

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qualsiasi membro dell’opposizione, pro- fugo o richiedente asilo iraniano, il quale correrebbe il grave rischio di subire per- secuzioni, e di lavorare, in particolare, con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e altri soggetti al fine di trovare una soluzione duratura soddisfa- cente alla situazione delle persone attual- mente ospitate presso il Camp Ashraf.

(7-00047) « Guzzanti, Miglioli, Saltamar- tini, Sbai, Ciccioli, Zampa- rutti, Goisis, Leoluca Or- lando, Schirru, Mecacci, Bel- trandi, Bernardini, Cristaldi, Evangelisti, Farina Coscioni, Livia Turco, Vico, Maurizio Turco, De Girolamo, Loren- zin, Angeli ».

* * *

ATTI DI CONTROLLO PRESIDENZA

DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti

(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:

la persecuzione dei cristiani si allarga a macchia d’olio nel mondo e il numero dei martiri continua a crescere;

l’India, con i numerosi attentati, con le distruzioni, con i saccheggi, con le recenti esplosioni di violenza contro le comunità cristiane, è a parere degli inter- pellanti l’epicentro di questa globalizza- zione dell’odio anticristiano che ha inve- stito già la Turchia, l’Iraq, l’Indonesia, l’Algeria, ed altri paesi;

l’Occidente è irretito in una silen- ziosa ambiguità; tutte le associazioni per i diritti umani e per le libertà religiose tacciono imbarazzate;

il vento della scristianizzazione soffia con violenza fino a trasformare la dila- gante « cristianofobia » in una drammatica esigenza di ingerenza umanitaria ur- gente –:

se il Governo, alla luce di tali rifles- sioni, non ritenga necessario ribadire con forza, nelle sedi opportune, anche comu- nitarie, la posizione dell’Italia in assoluta difesa dei diritti della libertà religiosa.

(2-00151) « Di Virgilio, La Loggia, Boc- chino, Bruno, Boniver, Lan- dolfi, Lupi, Bertolini, Abelli, Gioacchino Alfano, Barani, Barbareschi, Bergamini, Ber- nini Bovicelli, Bocciardo, Ca- labria, Calgaro, Carlucci, Ca- tone, Cazzola, Ceccacci Ru- bino, Ciccioli, Cristaldi, D’Ip- polito Vitale, De Camillis, De Luca, De Nichilo Rizzoli, Di Cagno Abbrescia, Distaso, Renato Farina, Frassinetti, Fucci, Garagnani, Garofalo, Gava, Germanà, Giammanco, Golfo, Iannarilli, Laffranco, Lisi, Lorenzin, Marinello, Giulio Marini, Marsilio, Mi- strello Destro, Moffa, Mon- dello, Mussolini, Angela Na- poli, Pagano, Palmieri, Paroli, Patarino, Pelino, Pianetta, Pugliese, Repetti, Mariarosa- ria Rossi, Rosso, Sammarco, Savino, Scapagnini, Scelli, Si- meoni, Speciale, Stasi, Tor- toli, Valducci, Vella, Vignali, Zorzato ».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’interno, per sapere – pre- messo che:

disposizioni di Legge stabiliscono che nei pubblici uffici e nelle istituzioni dello Stato venga esposta la foto del Presidente della Repubblica. Tali disposizioni, per quanto risulta agli interpellanti, non sem- pre vengono rispettate, nonostante vi siano

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anche diverse disposizioni amministrative e circolari ministeriali, che si riferiscono all’obbligatoria esposizione della foto del Presidente nei Pubblici Uffici;

ebbene, risulterebbe agli interpellanti che il Ministro della Semplificazione Nor- mativa, Sen. Roberto Calderoli, avrebbe esposto nel suo Ufficio al Ministero, la foto del Ministro delle Riforme e leader del movimento politico Lega Nord, onorevole Umberto Bossi, anziché, come d’obbligo, la foto del Presidente della Repubblica, Gior- gio Napolitano;

se la notizia fosse fondata sarebbe un fatto assai grave che squalifica oltremodo le nostre istituzioni: una provocazione inaccettabile per un uomo di governo;

posto che nella fattispecie non si tratta di questioni legate ai costi della politica, né a questioni prettamente ideo- logiche, appare evidente che si tratta di atteggiamenti di disprezzo nei confronti dell’assetto istituzionale dello Stato e in particolare verso il Presidente della Re- pubblica –:

se non ritenga opportuno verificare la fondatezza delle insistenti, quanto at- tendibili, indiscrezioni da cui risulta che il ministro della Semplificazione Calderoli avrebbe esposto la foto del suo leader, onorevole Umberto Bossi, segretario fede- rale della Lega, al posto di quella del Presidente della Repubblica;

quali iniziative intenda assumere per garantire il rispetto dell’articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121;

se non ritenga opportuno avviare una verifica più ampia per monitorare che tutte le aule di scuole e università, gli uffici della pubblica amministrazione e gli uffici pubblici dello Stato e degli Enti Locali e Regionali, siano dotati dei simboli del Paese ed in particolare della foto del Presidente della Repubblica.

(2-00154) « Laratta, Grassi, Fadda, Misiti, Giorgio Merlo, Giacomelli, Gasbarra, Farinone, Cesario,

Iannuzzi, Bonavitacola, Lo- sacco, Margiotta, Trappolino, Luongo, Tullo, Lusetti, Cesare Marini, Garofani, Berretta, Barbi, Boccuzzi, Pierdome- nico Martino, Picierno, Min- niti, Nicolais, Gozi, Villecco Calipari, Lo Moro, D’Antoni, Laganà Fortugno ».

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della giustizia, il Ministro dell’interno, per sa- pere – premesso che:

nei giorni scorsi un’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone ha portato all’allucinante scoperta dell’uti- lizzo di 350 mila tonnellate di scorie pericolose per la realizzazione, tra l’altro, dei piazzali di tre scuole pubbliche di Crotone, i parcheggi di attività commer- ciali e la pavimentazione di una delle panchine del porto;

su disposizione della Procura di Cro- tone sono state sottoposte a sequestro preventivo ben diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro;

i materiali pericolosi sarebbero pro- venienti dall’industria « Pertusola Sud » di Crotone (chiusa alla fine degli anni ’90 e di proprietà dell’ENI), che anziché farli smaltire in discariche specializzate, li avrebbe ceduti ad imprese di costruzioni e da queste sarebbero stati usati per vari lavori edili;

sembra, altresì, che i materiali siano costituiti da altre scorie provenienti dal- l’Ilva di Taranto;

le scorie utilizzate per i vari lavori sono costituite da una miscela di metalli altamente cancerogeni;

dalle indagini è emerso che le società alle quali venivano cedute le scorie peri- colose sono la « Crotonscavi Srl » e la

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« Ciampà Paolo » e queste utilizzavano l’approvvigionamento per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali;

negli anni scorsi alcuni appalti con- cessi al gruppo « Ciampà » hanno portato all’accesso antimafia al Comune e alla Provincia di Crotone;

le indagini che hanno portato all’ope- razione fatta dalla Procura di Crotone, denominata « Black Mountain », sono ini- ziate nel 1999 e all’interrogante appare davvero inconcepibile che le relative risul- tanze siano emerse dopo così lungo tempo e, comunque, solo dopo il pensionamento di Franco Tricoli, già capo di quella Pro- cura;

la legge n. 426 del 1998 ed il decreto ministeriale n. 468/2001 hanno previsto, nell’ambito di una programmazione na- zionale, la bonifica ed il ripristino am- bientale del territorio crotonese, ma mai avvenuti;

gli inquirenti hanno anche avviato le indagini per accertare l’eventuale inquina- mento dei fondali marini dell’area anti- stante Crotone;

nei giorni scorsi è stata data notizia della smagnetizzazione di un video relativo alle modalità di smaltimento delle scorie tossiche in questione, depositato presso la Procura di Crotone;

nel 2003 anche la Commissione par- lamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti aveva denunziato l’inquinamento derivante proprio dall’ex Pertusola di Crotone ed aveva trasmesso la relativa relazione alla Procura della Repubblica di quella Città –:

quanti e quali enti, nonostante la negazione della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Crotone, abbiano continuato ad affidare incarichi a qualche ditta del gruppo Ciampà;

se la ditta Ciampà sia risultata ag- giudicataria di altri appalti in Calabria, al di fuori del territorio crotonese;

se siano riscontrabili legami tra le ditte del gruppo Ciampà e quelle del gruppo Vrenna di Crotone, queste ultime impegnate nella raccolta di rifiuti;

quanti finanziamenti siano stati stan- ziati ed elargiti negli anni passati per il risanamento ambientale dell’area indu- striale ex Pertusola Sud e come siano stati spesi;

se corrisponda al vero che soltanto nella scorsa settimana la Syndial, società incaricata, ha presentato, nella sede del- l’Assessorato regionale all’ambiente, il pro- getto di disinquinamento dell’ex Pertusola Sud di Crotone;

se corrisponda al vero che l’inter- vento di disinquinamento prenderà il via solo tra il 2009 e il 2010 e si protrarrà fino al 2020;

se e quali altre società hanno avuto l’incarico di disinquinamento e bonifica negli anni precedenti e quali siano i motivi per i quali non hanno espletato l’incarico stesso;

quale sia stata l’attività ed il controllo nel merito da parte del Ministro dell’am- biente del Governo della precedente legi- slatura;

quali siano stati gli interventi ed i controlli fatti dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, in carica ormai da oltre dieci anni;

quale sia il livello di attuazione del contenuto dell’ordinanza del Ministro del- l’interno n. 3149 del 1o ottobre 2001;

se sia stato erogato e come sia stato speso il finanziamento, previsto nel 2002- 2003, per la bonifica ed il ripristino am- bientale del sito della Pertusola di Cro- tone, a norma della legge n. 468/2001, con decreto ministeriale 26 novembre 2002;

se il Ministro della giustizia non ritenga di dover avviare un’adeguata in- dagine presso la Procura di Crotone che, fino al 16 agosto 2008, aveva a capo il procuratore Franco Tricoli, oggi trust delle società del gruppo Vrenna, al fine di

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accertare, tra l’altro, se risultino iscritte in quella Procura tutte le notizie di reato e quali siano state le motivazioni che hanno dilatato i tempi delle indagini per ben nove anni;

se, alla luce delle potenzialità delle cosche della ’ndrangheta crotonese, emer- gano gli interessi delle stesse anche nella gestione delle scorie pericolose in que- stione;

se non ritengano di assumere inizia- tive normative dirette a rivisitare le norme del codice penale per aggravare le pene per i reati di carattere ambientale.

(2-00152) « Angela Napoli ».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MECACCI, ZAMPARUTTI, MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BERNAR- DINI e BELTRANDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:

il 30 agosto scorso il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Colonnello Muhammar Gheddafi hanno firmato nella città di Bengasi in Libia un Trattato di

« amicizia, partenariato e cooperazione » tra Italia e Libia;

il 16 settembre, al Parlamento, oltre che all’opinione pubblica, non è dato co- noscere le linee generali né tantomeno i termini precisi di detto trattato, né meglio comprendere quali saranno i tempi e i passaggi istituzionali per la necessaria ra- tifica del documento da parte dei due rami del Parlamento, l’intera vicenda restando avvolta da un incomprensibile alone di mistero;

secondo quanto riportato da varie agenzie di stampa e dal sito www.gover- no.it, al centro del trattato vi dovrebbe essere la corresponsione, sotto forma di investimenti in progetti infrastrutturali in Libia, di una cifra di 5 (cinque) miliardi di dollari, per un periodo di 25 (venticinque) o 20 (venti) anni come compensazione per i « danni inflitti alla Libia da parte del-

l’Italia durante il periodo coloniale » (cor- riere.it, 30 agosto 2008) per i quali, ha anche detto il Presidente del Consiglio, « A nome del popolo italiano, come capo del Governo, mi sento in dovere di porgere le scuse » (corriere.it, 30 agosto 2008);

la rilevanza economica di tale inden- nizzo, che impegnerebbe non solo l’attuale Governo ma anche quelli a venire, ed il

« precedente » che ciò costituisce rispetto a situazioni analoghe della storia coloniale che coinvolge paesi della Unione europea, rendono ancora più incomprensibile la mancata informazione al Parlamento e all’opinione pubblica dei termini del trat- tato;

secondo quanto sottolineato dallo stesso presidente del Consiglio Silvio Ber- lusconi ai microfoni del Tg3, grazie all’ac- cordo, tra le altre cose in Italia « avremo meno clandestini e maggiori quantità di gas e petrolio libico, che è della migliore qualità » (Adnkronos, 30 agosto 2008);

esiste un noto e annoso contenzioso nei confronti della Libia relativo tanto alle famiglie degli esuli cacciati a seguito della

« rivoluzione » di Gheddafi – celebrata a Bengasi con la firma del Trattato – quanto a centinaia di imprese che negli anni Ottanta sono state espulse nottetempo da quel paese, contenzioso che, sempre stando a quanto riferito da fonti stampa, non rientra nel documento firmato a Ben- gasi il 30 agosto scorso;

a seguito di dichiarazioni rilasciate a due giorni dalla firma del Trattato dal Colonnello Gheddafi, riportate dall’agenzia di stampa libica Jana, relative a un arti- colo dello stesso che prevedrebbe che

« l’Italia non userà né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia », il Governo italiano in una nota diffusa da Palazzo Chigi ha precisato che « l’accordo fa, come è ovvio, salvi tutti gli impegni assunti precedente- mente dal nostro Paese, secondo i principi della legalità internazionale » (governo.it, 2 settembre 2008), mentre il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, in una dichiara- zione ripresa dal Corriere della Sera, da un

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lato, ha confermato che l’accordo con la Libia « prevede un reciproco impegno a non esercitare azioni di aggressione, cosa che l’Italia esclude categoricamente di po- ter fare » e, dall’altro, ha affermato che

« Questo è un trattato bilaterale e... Non si può rimettere in discussione tutti i trattati internazionali degli ultimi vent’anni » e che l’Italia ha « specificato con grande chiarezza che ci sono trattati internazio- nali che sono multilaterali, che restano ovviamente » (corriere.it, 3 settembre 2008);

dal canto suo, l’ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur ha detto che « nes- suno ha mai voluto cancellare i trattati internazionali » antecedenti l’accordo tra Italia e Libia, ma che Tripoli vuole « la garanzia » che non si ripeta quanto « suc- cesso in precedenza, quando è stata usata una base militare americana nel territorio italiano nell’aggressione del 1986 ». « Vo- levamo stare tranquilli che l’Italia non permetterà l’uso di queste basi » ha ag- giunto l’ambasciatore (corriere.it, 3 settem- bre 2008);

l’articolo 8 del Trattato Nord-Atlan- tico del 1949, tra l’altro, prevede che ogni Stato parte « si impegna a non sottoscri- vere nessun altro impegno internazionale che sia in conflitto con questo Trattato »;

è nota la natura non-democratica, autoritaria e liberticida del regime libico, che ad avviso degli interpellanti si è sem- pre caratterizzato per una sistematica re- pressione di ogni forma di dissenso poli- tico, per la pratica della tortura, per il ricorso alla pena di morte prevista per molti reati (tra cui attività non violente come quelle relative alla libertà di espres- sione e di associazione e altri « reati po- litici » ed economici) e obbligatoria per gli appartenenti a gruppi che si oppongono ai principi della rivoluzione del 1969, con almeno 9 esecuzioni effettuate nel 2007 e altre 6 nei primi due mesi del 2008; un regime caratterizzatosi tra l’altro per l’uso cinico, e destabilizzante per il nostro Paese, del dramma dei clandestini che partono dalle coste libiche, oltre che per

attacchi diretti alle nostre rappresentanze diplomatiche in Libia come quelli avvenuti in occasione dell’iniziativa dell’allora mi- nistro Calderoli in sostegno della libertà di critica della religione musulmana;

è nota altresì la consuetudine del regime di Gheddafi a intavolare « tratta- tive » ricattatorie nei confronti di altri Stati, la più recente e nota delle quali è sicuramente quella che ha coinvolto le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese condannati a morte in Libia con la falsa accusa di aver infettato col virus HIV 426 bambini del Centro ospe- daliero di Bengasi, vicenda che si è risolta positivamente solo dopo un lungo conten- zioso che ha visto tra l’altro la Commis- sione UE stanziare due milioni di euro per un piano di assistenza al Centro ospeda- liero di Bengasi e altri « donatori » pagare un indennizzo pari a circa un milione di dollari per vittima –:

se non ritenga di dover rendere con la massima urgenza al Parlamento e al- l’opinione pubblica informazione piena ed esaustiva dei termini del Trattato di « ami- cizia, partenariato e cooperazione » tra Italia e Libia che riguarda interessi e impegni, anche futuri, così rilevanti per il nostro Paese, al fine anche di poterlo confrontare con una serie di informazioni acquisite relativamente alla situazione po- litica generale e, in particolare, dei diritti umani del regime libico eletto interlocu- tore politico ed economico del Governo italiano;

se i partner dell’Unione europea e i paesi alleati nel patto atlantico siano stati informati dell’iniziativa bilaterale e degli effettivi contenuti dell’accordo, in partico- lare degli impegni circa le basi Nato, che non poche implicazioni avrebbero nel si- stema di alleanze e vincoli internazionali del nostro Paese;

cosa intenda fare nei confronti degli eredi della ex collettività italiana di Tripoli che si sono detti « increduli e sdegnati » per l’accordo raggiunto tra Italia e Libia e che si battono da 38 anni per ottenere una legge, sempre rinviata « per mancanza di

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fondi », che chiuda il contenzioso per i beni confiscati da Gheddafi agli italiani, oltre che nei confronti delle imprese ita- liane in Libia che negli anni Ottanta sono state improvvisamente espulse da Ghed-

dafi. (5-00389)

VIGNALI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche europee. — Per sapere – premesso che:

le Suore Eucaristine, presenti a Sofia sin dal 1920, hanno costruito nel 1926 su un terreno acquistato dalla città di Sofia (Bulgaria), in via Pirotska 175, un orfano- trofio. La costruzione, terminata nel 1930, è stata favorita dalla principessa Eudokia ed a lei dedicata. A partire dal 1946 le S.

E. sono state espropriate progressivamente di tutti i loro beni, mobili e immobili, fino alla completa espropriazione anche del- l’orfanotrofio avvenuta con atto ufficiale il 29 dicembre del 1952, dopo che le S.E.

stesse avevano rifiutato l’offerta di acqui- sto da parte del Ministero degli esteri nel 1951. Nel 1961 il consiglio popolare della città di Sofia intima alle S.E. di abban- donare completamente e definitivamente l’edificio e il 6 aprile dell’anno seguente, 1962, le suore lasciano l’orfanotrofio e il convento;

il 30 gennaio del 1992, dopo la ca- duta del regime comunista, le S.E. richie- dono alle autorità comunali la piena re- stituzione delle loro proprietà immobiliari come previsto dalla legge;

le S.E. presentano ampia documen- tazione, nonché testimonianza giurata di numerosi testimoni tra cui tutti i confi- nanti, che attestano la legittimità della loro richiesta. Le autorità rimandano, e si rimandano tra i vari uffici, la pratica con argomentazioni sempre diverse e sempre pretestuose come ad esempio: non con- forme identità nominale tra le richiedenti e la proprietà all’atto dell’esproprio, man- canza di documentazione, modifica del- l’assetto delle costruzioni nel corso degli anni eccetera. Vengono anche richieste

verbalmente somme di denaro per perizie tecniche: le somme sono ingenti data la condizione di povertà in cui versa l’Or- dine. Queste lungaggini costringono le S.E.

a chiedere nuovamente la restituzione dei beni nel 1998 e finalmente nel 2001 arriva una risposta dalla città di Sofia: i beni non possono essere restituiti perché le suore che oggi ne fanno richiesta non sono ritenute legittime eredi della proprietà all’atto della confisca. Nel 2004 il Tribu- nale di Sofia stabilisce la perfetta identità tra le Suore richiedenti e quelle alle quali erano state confiscate le proprietà. Ma con una sentenza del 2005 e una successiva del 2006 il Tribunale accorda alle suore so- lamente il diritto di compensazione dei beni e non la restituzione degli stessi come richiesto e come previsto dalla legge. Il sospetto è che essendo gli immobili in questione in zona centralissima di Sofia possano essere oggetto di interessi specu- lativi;

questa vicenda è stata oggetto anche di interrogazione parlamentare da parte dell’eurodeputato On. Mario Mauro nel settembre 2007 –:

se il Governo sia al corrente della situazione e quale posizione e quali azioni intenda assumere alla luce di questo trat- tamento discriminatorio perpetrato dalle autorità bulgare nei confronti delle Suore

Eucaristine. (5-00398)

VILLECCO CALIPARI, ZAMPA, GIU- LIETTI, DE MICHELI, CESARE MARINI, FERRANTI, VIOLA, VERNETTI, TOUADI, CONCIA, ZACCARIA, VERINI, MARAN, ROSSA e COSCIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:

la stampa nazionale (l’Unità del 29 settembre) ha riportato la notizia della grande impressione suscitata al Salina- docfest – festival del documentario nar- rativo – dal filmato di Andrea Segre e Dagmawi Yimer, intitolato « Come un uomo sulla terra », sulla esperienza vissuta dallo stesso Dagmawi nel suo penoso pe-

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regrinare da Addis Abeba sino all’Italia passando per il villaggio libico di Kufra;

nel documentario viene descritto in modo preciso il lager in cui vengono trattenuti i cittadini di varia nazionalità che intendono raggiungere le coste del mondo occidentale e quelle italiane in particolare;

le condizioni in cui vengono tratte- nuti sono di una pesantezza disumana, in modo particolare per le donne;

nello stesso documentario si sostiene che imprecisate autorità italiane sono state in visita a Kufra e avrebbero quindi do- vuto vedere l’orrendo trattamento inflitto agli sfortunati cittadini provenienti da di- verse regioni africane –:

se il nostro Governo sia a conoscenza dell’esistenza di questo campo di deten- zione nella località libica di Kufra;

se negli accordi recentemente stipu- lati, con l’obbligo per l’Italia di versare somme in favore del Governo libico, sia per le antiche diatribe bilaterali, sia per il controllo dell’immigrazione diretta nel no- stro paese, sia stato chiesto di fermare in appositi campi i detenuti in transito, o se vi siano altri accordi specifici relativi al trattamento degli immigrati che attendono di attraversare il Mediterraneo;

se l’Italia sia coinvolta, in qualsiasi modo, da sola o con altri Paesi europei, nella costruzione e/o nel finanziamento di campi per immigrati sia a Kufra sia in altre località della Libia;

se risultino visite compiute da nostre autorità a qualsiasi livello al campo di Kufra, e quali siano esattamente le auto- rità italiane che avrebbero fatto visita al campo nel corso del 2005, come riportato nel suddetto documentario;

se non si ritenga di dover comunque intervenire con estrema urgenza per avere la garanzia assoluta che i soldi dei con- tribuenti italiani non vengano utilizzati per palesi e gravissime violazioni dei diritti umani fondamentali;

quali passi intenda comunque com- piere il Governo per tutelare l’immagine tradizionale dell’Italia sempre schierata in qualsiasi parte del mondo in difesa dei diritti dell’uomo;

se il Governo non intenda riferire con urgenza in Parlamento nella que-

stione. (5-00399)

Interrogazioni a risposta scritta:

DIMA e DI CATERINA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

il 17 settembre 2008, la 13a Commis- sione permanente del Senato della Repub- blica « Territorio, ambiente, beni ambien- tali » ha tenuto l’audizione del sottosegre- tario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Guido Bertolaso, sulle que- stioni connesse all’emergenza relativa agli incendi boschivi sul territorio nazionale;

il sottosegretario Guido Bertolaso ha analizzato le strategie poste in essere per fronteggiare l’emergenza relativa agli in- cendi boschivi verificatisi nel corso del- l’estate 2008 ed ha esposto i risultati ottenuti su questo versante, non dimenti- cando, però, al tempo stesso, di eviden- ziare la necessità di procedere ad una corretta razionalizzazione delle risorse e delle competenze impegnate in questa lotta attraverso una revisione della legge n. 353 del 2000;

il Corpo forestale dello Stato ha dif- fuso i dati della « Campagna antincendi boschivi 2008 », in cui si evidenzia come nel periodo compreso tra il 1o gennaio ed il 15 settembre 2008, data di chiusura della campagna stessa, si sia registrato un sensibile calo degli incendi boschivi ri- spetto a quelli censiti nello stesso periodo del 2007;

il numero complessivo degli incendi boschivi registrati nel 2008 è stato di 4.897 a fronte degli 9.216 rilevati nel 2007, con una riduzione di quasi il 50 per cento, ed in netto calo è stata anche la superficie

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totale percorsa dalle fiamme che è passata dai 210.870 ettari del 2007 ai 37.539 del 2008;

sempre nel 2008 sono diminuite an- che le superfici boscate e non boscate andate in fumo rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo dell’anno precedente:

109.275 ettari del 2007 contro i 15.270 del 2008 per le superfici boscate e 101.595 ettari del 2007 contro i 22.269 del 2008 per le superfici non boscate;

a fronte di questi dati generali, sicu- ramente positivi, la Calabria si colloca al secondo posto della graduatoria delle re- gioni più colpite facendo registrare ben 758 incendi boschivi, con la Campania al primo posto con 774 incendi;

la Calabria, inoltre, si colloca al se- condo posto della graduatoria delle regioni con la più estesa superficie boscata per- corsa dal fuoco, ben 2.160 ettari, con la Puglia al primo posto con 3.203 ettari;

soprattutto nel periodo di ferragosto, la Calabria è stata interessata da un nu- mero imponente di incendi boschivi, circa 156, senza che vi sia stata una risposta efficace in termini di contrasto e spegni- mento tanto da costringere il sottosegre- tario Guido Bertolaso ad inviare due esperti della struttura della Protezione civile nazionale per collaborare con le autorità locali;

sempre nello stesso periodo, nella provincia di Cosenza, si è registrato un vasto incendio che è stato spento con l’ausilio di aerei Canadair con forze pre- senti a terra in numero assolutamente insufficiente a contrastare l’avanzata del fronte del fuoco;

dal maggio 2007, una circolare del Dipartimento della Protezione civile della regione Calabria ha stabilito che gli uffici provinciali di protezione civile devono re- stare aperti solo dal lunedì al venerdì mentre per il fine settimana ed i giorni festivi è stata prevista la reperibilità dei dipendenti, con un aumento evidente di spese e con l’aggravante che, mentre nel periodo di ferragosto intere aree boschive

della provincia di Cosenza andavano a fuoco anche con il rischio di provocare danni alle persone, la sala operativa pro- vinciale della Protezione civile era chiusa e da quella regionale di Catanzaro pare che gli operatori non siano stati nemmeno allertati;

è risultata evidente la mancanza di coordinamento ed integrazione negli in- terventi tra le strutture centrali e perife- riche della Protezione civile calabrese e che molto è stato fatto grazie all’abnega- zione dei singoli –:

quali iniziative, il Presidente del Con- siglio dei ministri, intenda intraprendere per garantire, nei limiti delle proprie re- sponsabilità e competenze, un più efficace piano di interventi in difesa del patrimo- nio boschivo calabrese. (4-01192)

BERRETTA, GENOVESE, CAPODI- CASA, BURTONE, CAUSI, SIRAGUSA, SAMPERI, ANTONINO RUSSO e D’AN- TONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’istruzione, del- l’università e della ricerca, al Ministro per le politiche europee, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:

da tempo si parla dell’istituzione del Politecnico del Mediterraneo quale istituto europeo di alta formazione per l’intero bacino del Mediterraneo e la sede naturale è stata ritenuta, da una pluralità di sog- getti, la Sicilia, sia per la sua posizione geografica che per gli scambi culturali intessuti nei secoli con gli altri Paesi;

in tale senso si sono sempre orientati il Governo nazionale e quello regionale, assieme alle quattro università siciliane direttamente coinvolte, ottenendo l’ade- sione dell’Unione europea;

come si apprende dalla stampa e dall’allarme lanciato dai rettori siciliani, la Commissione europea ha deciso, improv- visamente, di trasferire la sede del Poli- tecnico in Slovenia, privando così la Sicilia non solo dei finanziamenti necessari alla realizzazione dell’istituzione universitaria,

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ma soprattutto della valorizzazione delle sue intelligenze e della possibilità di di- ventare polo di attrazione per molti Paesi nello strategico campo del sapere tecnico e scientifico che è presupposto primario di ogni reale prospettiva di sviluppo, visto che, come ha dichiarato il rettore di Enna,

« l’investimento nell’alta formazione è molto più importante che realizzare una infrastruttura »;

tale decisione appare una grave ma- nifestazione di disinteresse dell’Unione eu- ropea verso la crescita e lo sviluppo della Sicilia nella sostanziale indifferenza del Governo italiano –:

quali iniziative intenda adottare nei confronti della Commissione europea per conoscere i motivi che hanno indotto la Commissione medesima al trasferimento del citato Politecnico dalla Sicilia alla Slovenia;

se non ritenga di dover intraprendere con la massima urgenza iniziative ade- guate nei confronti della Commissione eu- ropea affinché la Sicilia torni ad essere sede del Politecnico del Mediterraneo, come originariamente previsto. (4-01194)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – pre- messo che:

l’articolo 28 del decreto-legge 25 giu- gno 2008, n. 112, convertito, con modifica- zioni, dalla legge n. 133 del 2008, prevede la istituzione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra);

l’Ispra svolge le funzioni, con le ine- renti risorse finanziarie, strumentali e di personale, dell’Agenzia per la protezione

dell’ambiente e per i servizi tecnici (Apat) di cui all’articolo 38 del decreto legislativo n. 300 de1 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modi- ficazioni, e dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram) di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496, convertito in legge, con modificazioni, dal- l’articolo 1, comma 1, della legge 21 gen- naio 1994, n. 61;

i suddetti istituti (Apat, Icram, Infs) svolgevano e svolgono compiti di rilevanza nazionale quali:

controlli ed ispezioni ambientali;

raccolta, elaborazione e divulga- zione di dati di pubblico interesse sullo stato dell’ambiente;

supporto tecnico al Ministero del- l’ambiente e della tutela del territorio e del mare per la gestione dei procedimenti autorizzatori inerenti Via, Vas, Ippc, Aia, siti contaminati;

predisposizione di linee guida tec- niche a supporto delle politiche per lo sviluppo sostenibile;

esprimere, sulle materie di compe- tenza, i pareri tecnico-scientifici richiesti dallo Stato, dalle Regioni e dalle Province, nonché dagli enti locali;

diffondere e divulgare le cono- scenze in campo ambientale;

salvaguardia della biodiversità in ambiente terrestre, marino e costiero e nelle politiche per la pesca e la ma- ricoltura sostenibile;

censire il patrimonio costituito dalla fauna selvatica, studiarne lo stato, l’evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali; controllare e va- lutare gli interventi faunistici operati dalle Regioni e dalle Province;

fornire allo Stato e alle Regioni supporto per l’applicazione delle conven-

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zioni e direttive internazionali aventi come oggetto la conservazione della fauna sel- vatica e degli habitat;

fornire alle Regioni supporto per la predisposizione dei piani regionali fauni- stico-venatori;

il personale precario rappresenta una parte importante del personale del nuovo Istituto, ed ammonta a più di 700 unità con contratti di vario tipo e nella maggior parte dei casi con una anzianità di durata pluriennale;

la esagerata proporzione tra lavora- tori precari e personale a tempo indeter- minato è evidente in tutti gli enti ed è particolarmente gravosa per l’ex-Icram, anche a causa di una pianta organica sicuramente non adeguata alle attività che l’Istituto ha svolto sin ora e per la man- canza di un piano triennale dei fabbisogni di personale, che si protrae ormai da molto tempo;

in materia di stabilizzazione del per- sonale precario, per l’ex-Apat è stato sot- toscritto un protocollo d’intesa in data 11 luglio 2007 con le rappresentanze sinda- cali dell’Ente (Flc-Cgil, Uilpa-Ur, Anpri, Usi-Rdb) e sono stati identificati percorsi di stabilizzazione, che hanno portato nel 2007 all’assunzione di un primo gruppo di 158 persone con vari profili. Tuttavia si è ancora in attesa del completamento delle procedure di stabilizzazione già avviate, ovvero della applicazione completa della disposizione commissariale Apat n. 347 del 23 ottobre 2007, allegato D, graduato- ria B, relativa a ulteriori 152 posizioni di personale, peraltro già vincitore di con- corso pubblico nazionale, e della relativa proroga sine die dei contratti nelle more della stabilizzazione (rif. articolo 3 legge n. 244/2007 commi 92 e 95), anche questa più volte richiesta. Si è, inoltre, in attesa dell’avvio delle procedure per l’applica- zione della legge 244/2007 in materia di ampliamento delle misure di stabilizza- zione del personale precario a coloro che maturano i requisiti previsti (articolo 3, commi 90 e 94, lettera a e b), che do- vrebbero consentire la stipula dei contratti

a T.I., nell’anno 2008 per tutti coloro che abbiano maturato i requisiti previsti dalle leggi finanziarie legge 296 del 2006 e legge 244 del 2007;

all’ex-Icram, sulla base dell’ultima pianta organica approvata, sono stati ban- diti dei concorsi attraverso i quali si è proceduto alla assunzione di alcuni vinci- tori, anche con fondi di cui alla legge 296 del 2006, mentre per altre 14 unità si deve ancora procedere all’assunzione. Inoltre, nel mese di luglio 2008 è stata prodotta la graduatoria ai sensi della stessa legge 296 del 2006, relativa al personale da stabiliz- zare, per il quale è stata disposta la proroga sine die del contratto, nelle more delle procedure di stabilizzazione;

presso l’ex-Infs non sono stati avviati processi di stabilizzazione, nonostante sia stata richiesta l’attivazione di procedure selettive sulla base dell’ultima pianta or- ganica per l’acquisizione di personale di- pendente. Dallo scorso giugno 2008, 6 unità di personale parasubordinato non hanno visto rinnovato il loro contratto –:

se il Ministro interrogato non intenda chiarire come, intenda garantire per la neo-costituita Ispra la regolare prosecu- zione delle attività dell’istituto, con parti- colare riferimento ai controlli ambientali sul territorio e alle attività di ricerca, stante la dotazione organica attuale pre- valentemente costituita da lavoratori pre- cari storici dei tre enti di provenienza, comportando una evidente perdita di pro- fessionalità all’interno dell’Istituto deter- minando un conseguente stato di paralisi delle attività, a partire da quelle istituzio- nali previste da obblighi di legge vigenti.

(2-00155) « Bratti, Mastromauro, Braga, Mariani, Viola, Bocci, Marchi- gnoli, Marchi, Zampa, Antonio Martino, Losacco, Iannuzzi, Cuomo, Franceschini, Rea- lacci, Lenzi, Bossa, Pes, Santa- gata, Esposito, De Biasi, Mecacci, Marchioni, Brando- lini, Farinone, Margiotta, Mo- rassut, Ginoble, Luongo, Gara- vini, Motta, Bellanova, Miglia- vacca, Ghizzoni, Bucchino ».

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Interrogazione a risposta in Commissione:

BRATTI, MARIANI, BRAGA, VIOLA e BOCCI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

i problemi provocati dai cambiamenti climatici sono sempre più gravi e nelle politiche di mitigazione e adattamento, il risparmio energetico in edilizia permette oltre che una diminuzione di costi anche una notevole riduzione di gas serra;

le recenti dichiarazioni del Ministro Ronchi presuppongono un freno alle po- litiche virtuose impostate dal Governo Prodi per rispettare il Protocollo di Kyoto;

l’analisi energetica del parco edilizio italiano evidenzia eccessivi sprechi e ampi margini per migliorare l’efficienza di un settore responsabile di quasi il 50 per cento dei consumi energetici nazionali;

un’indagine condotta dalla FINCO (Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni) e dall’ENEA, confluita in un « Libro Bianco » presentato nell’autunno scorso, ha delineato un qua- dro della situazione tutt’altro che esal- tante. In particolare, si rilevano carenti le prestazioni relative alle due aree di mag- giore rilevanza sotto il profilo energetico:

quella dell’isolamento termico delle super- fici e quella del riscaldamento degli am- bienti;

nella precedente finanziaria sono stati introdotti numerosi incentivi fiscali per il risparmio energetico con particolare riguardo al comparto edilizio;

l’articolo 1, commi 344 e seguenti, della legge n. 296 del 2006 (Finanziaria 2007) prevedeva una detrazione di imposta per interventi di riqualificazione energe- tica del 55 per cento;

l’Agenzia delle entrate con circolare del 31 maggio 2007 n. 36, includeva nei beneficiari le ACER e gli Istituti Autonomi case popolari, i quali potevano beneficiare

dello sgravio ai sensi del punto 1a). Tale possibilità veniva estesa a tutti gli immobili di proprietà;

la stessa Agenzia delle entrate con successiva circolare che riportava la riso- luzione n. 340 il 1o agosto 2008 stabiliva, annullando la precedente, che la fruizione della detrazione da parte delle società o, più in generale da parte dei titolari di reddito di impresa, compete soltanto per i fabbricati strumentali utilizzati nell’eser- cizio delle attività imprenditoriale. Di con- seguenza la società non può quindi fruire della detrazione del 55 per cento per i lavori di riqualificazione energetica ese- guiti sugli immobili adibiti a locazione abitativa;

questa situazione penalizza forte- mente le società più virtuose (Acer, IACP, eccetera) che già hanno investito in questo senso provocando dei problemi di bilancio;

il singolo inquilino non esegue in genere interventi di riqualificazione im- mobiliare su uno stabile non di sua pro- prietà –:

quali iniziative intenda adottare in relazione al problema del risparmio ener- getico con particolare riguardo agli incen- tivi per favorire l’effettiva attuazione degli stessi in ambito edilizia;

se e quali iniziative intenda adottare al fine di migliorare il rendimento ener- getico del comparto edilizio estendendo la possibilità di detrazione fiscale anche gli immobili a locazione abitativa così come previsto dalla circolare n. 36 del 31 mag-

gio 2007. (5-00384)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

BRANDOLINI. — Al Ministro della di- fesa. — Per sapere – premesso che:

nel territorio delle Province di Forlì- Cesena, Ravenna e Rimini – nel quale

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sono ubicati due aeroporti militari – nel corso dell’estate si è riscontrato un incre- mento della presenza di formazioni nuvo- lose anomale rilasciate da aerei militari (cosiddette scie chimiche o chemtrails);

le condizioni meteorologiche del pe- riodo estivo, la bassa quota di volo degli aerei militari, la dimensione, la forma e la durata delle scie sembrano escludere che possa trattarsi di normali scie di conden- sazione;

negli Stati Uniti da molti anni si susseguono proteste contro le scie nuvo- lose prodotte da aerei militari;

in Germania il fenomeno viene ad- debitato ad esperimenti militari;

recentemente – come documentato in un servizio del canale televisivo tedesco RTL TV – alcuni ricercatori climatici, attraverso verifiche e rilievi sulle forma- zioni nuvolose rilasciate da aerei militari, avrebbero trovato riscontri del fatto che si tratterebbe di nubi artificiali contenenti enormi quantità (tonnellate) di elementi chimici diffusi, polveri finissime a base di polimeri e di metalli irrorati con la fun- zione di confondere i radar e di consentire una manipolazione delle mappe meteoro- logiche. Secondo quanto affermato dai vertici militari, le quantità irrorate sareb- bero modeste e non nocive;

il CNR nel 2005 e alcuni ricercatori indipendenti, attraverso analisi su cam- pioni di pioggia, coincidenti con il rilascio delle scie chimiche, e su piante bagnate dalla stessa pioggia, hanno rilevato la presenza di una concentrazione al di so- pra della norma di sostanze chimiche come quarzo, ossido di titanio, alluminio, sali di bario, sicuramente pericolosi per la salute e, secondo alcune fonti, anche can- cerogene –:

se corrisponda al vero che nel 2003 è stato sottoscritto un trattato tra gli Stati Uniti e l’Italia sugli studi meteorologici e che da tale data sono triplicati i voli militari;

se il Ministero sia in possesso di elementi raccolti direttamente o indiretta- mente sul fenomeno ed, in particolare, di adeguate informazioni relative alle so- stanze chimiche che vengono irrorate nel- l’aria, al loro grado di inquinamento e alla pericolosità per la salute pubblica;

quali iniziative intenda porre in es- sere per dare risposta ai cittadini, forte- mente preoccupati dal fenomeno e per fornire esaurienti informazioni al paese.

(4-01193)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO e ANTONIO PEPE. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

la Corte di cassazione ha statuito il principio secondo cui l’omesso versamento all’erario, da parte del sostituto di impo- sta, della ritenuta d’acconto sul compenso dovuto ad un professionista impedisce a quest’ultimo, in sede di dichiarazione dei redditi, di detrarre l’ammontare della me- desima;

secondo la giurisprudenza prece- dente, invece, si sosteneva che proprio perché il versamento è rimesso al sosti- tuto, il sostituito rimaneva del tutto estra- neo all’omissione e che, quindi, anche sotto il profilo probatorio, non poteva essere richiesto al percipiente di somme gravate da ritenuta un’ulteriore dimostra- zione, ai fini della ripetizione dell’imposta indebitamente pagata, se non quella di aver subito la ritenuta;

parrebbe ora che, proprio sulla scorta di tale più recente sentenza, gli uffici dell’amministrazione finanziaria ab- biano iniziato una serie di accertamenti, nei confronti di alcuni professionisti, in- vitandoli a dare prova dell’intervenuto ver- samento delle ritenute col recupero, in

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difetto, del mancato versamento della ri- tenuta in capo al soggetto percipiente il compenso;

non è chi non veda come una tale iniziativa, se confermata, permetterebbe all’amministrazione di muovere rilievi, en- tro il periodo valido per gli accertamenti, nei confronti di molti professionisti che confidavano nel precedente indirizzo;

ciò anche a prescindere dalla stra- nezza di un’operazione che fa pagare al contribuente l’omesso versamento di una ritenuta che grava sul sostituto e che pretende di recuperare l’importo relativo da chi, comunque, ha percepito esclusiva- mente l’importo al netto della ritenuta –:

se sia confermata l’esistenza di ac- certamenti avviati dai competenti uffici direttamente nei confronti dei professio- nisti per omessi versamenti di ritenute;

se ritenga, non solo giuridicamente, ma anche in via di equità sostanziale, rispondente ai principi dello Statuto del contribuente tale azione e se, quantomeno, alla luce di tale orientamento più recente, non sia il caso di intervenire con un atto esplicativo a contenuto generale sul cor- retto comportamento che si vorrebbe at- tribuire ai contribuenti sostituiti in modo da renderli edotti di un tanto evitando, conseguentemente, di perseguirli per com- portamenti posti in atto precedentemente, ma sulla base di un affidamento giustifi- cabile;

quali interventi, ad ogni buon conto, intenda assumere allo scopo di restituire certezza nei rapporti giuridici e tributari tra sostituto e sostituito. (5-00386)

Interrogazioni a risposta scritta:

DAL LAGO. — Al Ministro dell’econo- mia e delle finanze. — Per sapere – pre- messo che:

in attuazione di quanto disposto dal decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 1995, n. 472, il Ministero del- l’economia e delle finanze, in data 12

luglio 2006, ha emesso la circolare espli- cativa 3601/C con cui chiarisce i criteri di validazione dei dati necessari per la ri- partizione per settori dei componenti dei consigli camerali;

i parametri presi in considerazione dal suddetto decreto riguardano il numero delle imprese operanti nelle singole circo- scrizioni territoriali delle Camere di Com- mercio, l’indice di occupazione, ed infine il valore aggiunto apportato al bene dall’im- piego dei fattori produttivi dell’impresa;

l’indice di occupazione, secondo quanto stabilito dalla circolare esplicativa è determinato in funzione dei dati ISTAT, tenendo conto anche degli elementi infor- mativi forniti dall’INPS, specie per i settori dell’agricoltura e della pesca;

ciascun settore economico viene in- dividuato sulla base della classificazione ATECO 91 ad eccezione delle imprese artigiane, che sono invece determinate se- condo specifici criteri, di cui alla legge- quadro sull’artigianato 8 agosto 1985, n. 443;

la legge-quadro stabilisce che per l’individuazione delle imprese, nella defi- nizione del numero degli addetti, si faccia esplicito riferimento alla figura dell’im- prenditore artigiano, come pure alla figura del collaboratore artigiano, che essendo un familiare dell’imprenditore artigiano stesso lavora abitualmente e prevalente- mente nell’azienda;

nei dati raccolti dall’ISTAT, ai sensi del citato regolamento, l’indice di occupa- zione viene calcolato escludendo dal nu- mero degli addetti le suddette figure pro- fessionali che, invece, in base alla legge n. 443 del 1985 prestano la loro opera all’interno dell’impresa;

gli archivi tenuti dall’ISTAT presen- tano quindi un carattere di incompletezza, risultando fuorvianti e inadatti a rispec- chiare oggettivamente la realtà;

il mancato riferimento alle suddette figure professionali comporta un grave

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danno nella definizione della rappresen- tatività nel settore dell’artigianato all’in- terno delle Camere di Commercio –:

se il Ministro voglia adottare oppor- tune iniziative per la modifica del criterio di computo del numero degli addetti, pre- cisando che all’interno di questi, per le imprese artigiane e comunque del lavoro autonomo in genere, vengano considerate anche quelle figure che, per legge, operano all’interno dell’impresa;

se voglia integrare ai dati ISTAT, attualmente utilizzati, anche la consulta- zione degli archivi di altri enti pubblici che hanno una competenza nel settore del lavoro autonomo, ai fini di una maggiore completezza delle informazioni che sono trasmesse alle Camere di Commercio.

(4-01195)

DI BIAGIO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

Europrogetti & Finanza S.p.A. è una azienda privata con sede in Roma, e costituita il 2 maggio 1995 su iniziativa del Governo; società di servizi tecnico finan- ziari rivolti alle piccole e medie imprese e agli Enti Locali e per una più efficace utilizzazione delle risorse finanziarie pub- bliche, nazionali, e comunitarie;

Europrogetti & Finanza S.p.A. è par- tecipata al 32 per cento dalla Cassa De- positi e Prestiti S.p.A., 40 per cento dal Gruppo Unicredit, 16 per cento dal Gruppo IntesaSanPaolo, 10 per cento dal Monte dei Paschi di Siena e 2 per cento dal Gruppo Banco Popolare;

il Consiglio di Amministrazione di Europrogetti & Finanza S.p.A. in data 25 settembre 2008 ha chiesto la convocazione dell’assemblea dei soci per l’attivazione della procedura ex 2446 del codice civile (riduzione del capitale per perdite), attual- mente fissata per il prossimo 15 e 16 ottobre –:

se attraverso la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), di cui il Ministero dell’Eco-

nomia e delle Finanze è maggiore azioni- sta, intenda accertare quali fatti aziendali o economici hanno portato l’azienda a convocare un’assemblea ex articolo 2446, considerato il ruolo « pubblico » rappre- sentato all’interno della compagine socie- taria e quali iniziative si intendano intra- prendere per garantire la « continuità aziendale » e la conseguente stabilità dei livelli occupazionali. (4-01196)

CIOCCHETTI. — Al Ministro dell’econo- mia e delle finanze, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

la regione Lazio, con la delibera n. 1050 del 28 dicembre 2007, ha desti- nato una quota di euro 406.000.000 del Fondo sanitario regionale 2008 riparten- dola in: 356 milioni di euro alle strutture sanitarie ad alta specializzazione e com- plessità organizzativa, e 50 milioni di euro a quelle strutture sanitarie in cui è pre- sente la Facoltà di medicina, precisando che il finanziamento in questione è desti- nato a compensare i « ...costi non remu- nerabili mediante l’attuale sistema di ta- riffazione delle prestazioni », vale a dire quei maggiori oneri derivanti appunto dal- l’alta specializzazione e dalla complessità organizzativa, non remunerabili mediante l’attuale sistema di tariffazione delle pre- stazioni (DRG);

sorprendentemente, alla Fondazione Santa Lucia, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (I.R.C.C.S.) di Roma, che eroga da anni prestazioni assistenziali di alta specializzazione e complessità or- ganizzativa nel settore della riabilitazione neuromotoria, e ospita al suo interno l’Unità specialistica di neurologia e riabi- litazione neuromotoria a direzione univer- sitaria – ovvero un intero triennio clinico di formazione della Facoltà di medicina – nonché i corsi di laurea di primo livello per le professioni sanitarie (tecnico di neurofisiopatologia, infermiere professio- nale, fisioterapista e logopedista) della Fa- coltà di medicina dell’Università di Roma Tor Vergata, non è stata attribuita alcuna

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