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Disponibili a Salerno 18mila dosi del vaccino Novavax di Monica De Santis

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Academic year: 2022

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Disponibili a Salerno 18mila dosi del vaccino Novavax

di Monica De Santis

Disponibile anche a Salerno e provincia il vaccino Novavax. A confermarlo il referente dell’Asl di Salerno per l’emergenza covid, il dottor Arcangelo Saggese Tozzi. 18mila le dosi al momento disponibili, che fanno sapere dall’Asl sarà a disposizione di quanti ad oggi non si sono ancora sottoposti alla somministrazione del vaccino anti covid. “Questa sarà un nuovo strumento per cercare di convincere la popolazione salernitana, che fino ad oggi non si è vaccinata a farlo con questo nuovo farmaco che abbiamo a disposizione” ha spiegato il dottor Saggese. Sono poco meno di 60mila le persone che ad oggi non sono vaccinate su tutto il territorio provinciale ed è a loro che è rivolto il Novavax. Un vaccino, questo, come ha s p i e g a t o i l d o t t o r S a g g e s e , m o l t o s i m i l e a q u e l l o antinfluenzale… “E’ un vaccino inoltre che, a differenza del Moderna e del Phizer, può essere, proprio come quelli anti influenzali, conservato nei classici frigoriferi, quindi non necessità di temperature molto molto basse. Le temperature di conservazione di questo vaccino vanno dai 2 ai 9 gradi. Una volta tolto dal frigorifero però deve essere utilizzato entro un arco di tempo di 12 ore”. Come il Moderna e come il Phizer, anche questo nuovo vaccino necessità delle due dosi di somministrazione a 21 giorni di distanza e la fiala di questo vaccino contiene 10 dosi, per questo noi abbiamo l’esigenza di raggruppare le persone almeno 10 per volta – ha spiegato ancora Saggese – Per facilitare questa operazione sul sito dell’Asl è possibile prenotarsi al link apposito, oppure ci si può recare presso tutti i centri vaccinali e pre iscriversi all’opzione per fare questo tipo di vaccino. Saranno poi ricontattati appena si raggiungono le 10 unità. Perchè solo con la prenotazione di 10 persone, lo ribadisco, sarà

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possibile aprire una fiala e quindi somministrare il vaccino.

Questo è importante farlo capire bene, perchè una fiala una volta aperta deve essere usata entro le 6 ore: E’ un vaccino proteico, molto sperimentato, ha avuto tre anni di sperimentazione, quindi siamo nel percorso naturale di tutti i vaccini. Speriamo che questo ci permetterà di completare la platea dei vaccinati cosa fondamentale per contribuire a risolvere al meglio questa situazione”. Intanto il referente per l’emergenza Covid dell’Asl di Salerno fa sapere che tra Salerno e provincia sono partite anche le somministrazioni delle quarte dosi, che saranno somministrate a circa 10mila persone, tra trapiantati ed immunodepressi… “Questa categoria di persone si può recare presso il nostri centri vaccinali, che continuiamo a tenere aperti, anche se ridurremo di qualche giorno e di orari, – conclude Saggese – perchè abbiamo una situazione di vaccinazione che sta bene o male, si sta andando a completare, quindi abbiamo una diminuzione dell’afflusso, queste due nuove somministrazioni ci faranno ricominciare ad avere presenze, ma fortunatamente noi abbiamo vaccinato con le prime dosi oltre il 90% della popolazione salernitana, con le seconde dosi l’80% e siamo al 70% delle terze dosi. Quindi la copertura vaccinale è davvero molto buona”.

Malata di una grave forma tumorale a distanza di un anno è guarita

di Alessia Bielli

Giulia Alviggi è una bella signora che un anno fa ha scoperto di essere malata. Le era stato diagnosticata una grave forma

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tumorale, un linfoma non hodgkun primitivo del mediastino.

Subito dopo la diagnosi si è chiusa in se stessa, rifiutando di parlare con chiunque del suo problema. Quasi una forma di rifiuto, come se il non parlarne di fatto facesse scomparire la malattia. Poi però si è aperta, soprattutto appena sono iniziate le cure. A distanza di un anno Giulia, finalmente riceve la bella notizia. E’ guarita…“E mi fa strano non dover andare più al solito appuntamento, all’inizio ho avuto un impatto negativo, di grande chiusura. Nonostante sia una persona molto socievole ed abituata ad aprirsi con gli altri.

Questa malattia invece l’ho presa male. E credo forse, che sia anche normale. Credo che nessuno pensi che il tumore sia una cosa che ti possa capitare. In famiglia ci sono stati altri casi, ma quando è capitato a me la reazione è stata quella che vi ho raccontato. Poi bisogna svoltare, capire che fa parte della tua giornata, fa parte della tua vita, e così sull’agenda insieme alle altre cose da fare, che intanto assumono un ruolo secondario, iniziano ad esserci degli orari per analisi, controlli, terapie. E quindi l’agenda si riempi di appuntamenti medici, cercando di far coordinare quel poco di vita che resta con le cose che sono più importanti, per consentirti di proseguire la vita di sempre. Quindi dopo questo percorso, ho iniziato a vedere delle cose positive. E con la guarigione riesco a vedere tutto quello di cui sono stata arricchita in questo anno”. Un anno difficile quello di Giulia Alviggi, che si è sottoposto a radioterapia e chemioterapia… “La chemioterapia e la radioterapia, purtroppo sono veleni necessari. Gli effetti collaterali sono stati pesanti perchè sono cardiopatica. Infatti inizialmente vi era anche il dubbio che non potessi accedere a queste cure, soprattutto perchè la chemioterapia che mi dovevano somministrare era cardiotossica, infatti hanno dovuto fare un protocollo un po’ più leggero. Ma questo mi ha creato il dubbio, non pensavo mi potesse aiutare. Ed invece già dalla seconda chemioterapia ho iniziato ad avere un risultato e questo mi ha dato fiducia e consentito di sopportare meglio gli effetti collaterali” Giulia spiega che ad aiutarla in

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particolar modo è stata la fiducia che lei ha riposto e che è stata ricambiata dal dottor Aldonso Maria D’Arco, che l’ha presa in cura, nella prima fase di diagnosi della malattia…

“Lo conoscevo già da prima, perchè aveva avuto in cura una persona a me cara. E già allora mi ispirava tanta fiducia. I malati di tumore più di tutti hanno bisogno di umanità, perchè questa porta con se la fiducia e ti aiuta nel processo di guarigione”. E’ stato proprio il dottor D’Arco ad inviare Giulia del reparto di ematologia dell’ospedale di Pagani, diretto dal dottore Califano… “Anche lui persona di grande umanità, come la dottoressa Anastasia Pagano che si è occupata della somministrazione delle terapie e che mi è stata molto vicina”. Giulia Alviggi, ora che è guarita è pronta a dare un messaggio di speranza rivolto a tutti coloro che stanno combattendo la sua stessa malattia…“Voglio dire a tutti che in queste circostanze gli effetti collaterali della terapia si possono sconfiggere con gli affetti collaterali. Con l’aiuto di parenti e amici si può battere la malattia e piano piano riprendere in mano la propria vita”.

Tetti di spesa per la specialistica nelle strutture private già superati

di Monica De Santis

Superato già il tetto di spesa mensile di struttura per la specialistica ambulatoriale nel privato accreditato, a Salerno e provincia. Già da ieri in tanti recandosi nei vari centri privati sono poi andati via senza farsi analisi, radiografie o visite non potendo permettersi di pagare il prezzo pieno… “Ora

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bisognerà attendere il mese prossimo per poter nuovamente usufruire del ticket sanitario. Purtroppo una volta al mese ci ritroveremo a vivere questa situazione” spiega il dottor B r u n o   A c c a r i n o R a p p r e s e n t a n t e d e l S e t t o r e L i b e r i Professionisti del Sindacato Nazionale Area Radiologia.

“Purtroppo la coperta è corta e non si può fare diversamente.

Mentre prima avevamo un sistema, giusto o sbagliato che sia, che permetteva che arrivati ad un certo punto dell’anno finivano i fondi e quindi il sistema si bloccava fino all’inizio del nuovo anno. Adesso abbiamo un sistema che non ci fa bloccare più nel mese di settembre o ottobre, ma ci blocchiamo ogni 15 giorni del mese. In sintesi non è cambiato praticamente nulla, ma è cambiato per i cittadini il tipo di disagio. Adesso lo vivono ogni 15 giorni del mese. Purtroppo questo non lo possiamo governare. Probabilmente sarebbe stato meglio che la Regione prima di fare un passo del genere, doveva organizzarla in maniera meno frettolosa e in maniera più concordata, con un passaggio probabilmente più dolce se così vogliamo dire”. Accarino spiega poi qual è il problema attuale che vivono soprattutto i cittadini… “Per noi operatori del settore cambia poco, perchè o vieni oggi o domani, non cambia molto. Il vero problema però è per chi ne ha bisogno immediato e non ha la possibilità economica e di conseguenza non sa dove andare, perchè il problema, che ci piaccia o no, le strutture pubbliche, senza nessuno spirito polemico, hanno delle funzioni totalmente diverse. Senza contare che le persone attualmente hanno ancora paura di recarsi negli ospedali per gli accertamenti a causa dell’emergenza sanitaria dovuta dal Covid. Sarà anche psicologicamente sbagliato, non lo metto in dubbio, però è un dato di fatto che le perosne hanno paura di andare in ospedale e di conseguenza invadono quelle private e quindi il budget a nostra disposizione si esaurisce ancora prima. Purtroppo tutto questo i cittadini non lo sanno, perchè queste sono cose che rimangono nelle stanze d e g l i a d d e t t i a i l a v o r i , p o i d i c o n o c h e s t a n n o razzionalizzando, stanno vedendo, pensando di rivedere il tutto. Ma queste cose non possono essere raccontate a chi ha

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bisogno urgente di analisi o visite specialistiche”. Secondo Accarino, in questo caso specifico, sarebber opportuno interessare le associazioni dei pazienti, affinchè si mobilitino per diffendere i diritti dei cittadini… “Perchè noi medici non possiamo fare molto, ovviamente noi difendiamo e tuteliamo la nostra categoria e i problemi che questa vive.

Anche se in questo caso i miei interessi si incontrano con quelli della popolazione. Che la coperta è corta lo sappiamo tutti, che la Regione ci può fino ad un certo punto lo sappiamo da oltre dieci anni. Il problema è il Governo che ci bersaglia e che in un periodo come il covid non ha pensato di allentare i vincoli che hanno le Regioni. Faccio un esempio, la sagra della castagna non si è fatta per un paio d’anni, ma in bilancio i fondi ci sono comunque c’erano. – conclude Accarino – Ora purtroppo la Regione per queste assurde norme nazionali non ha potuto destinare quei fondi ed altri di eventi che non si sono svolti all’assistenza ai cittadini. In questo modo si poteva tamponare la situazione almeno per un po’”.

Grande riscontro per la campagna di prevenzione dell’osteoporosi promossa dai Centri Verrengia

In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri sono in continua crescita, soprattutto in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita (fonte Ministero della Salute). L’osteoporosi è tipicamente asintomatica, perciò

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diventa manifesta solo a seguito di una frattura causata da un movimento improvviso o da un trauma, i cui effetti vengono aggravati dalla fragilità ossea. Può essere facilmente d i a g n o s t i c a t a m e d i a n t e M O C ( M i n e r a l o m e t r i a O s s e a Computerizzata), un esame radiologico che serve a misurare la quantità di calcio presente nelle ossa, ovvero misurare la massa e la densità ossea. A Salerno, è possibile effettuare una MOC presso i Centri Verrengia, la struttura sanitaria diretta dal Prof. Domenico Verrengia, da molti anni punto di riferimento sul territorio per attività diagnostico-cliniche, nell’ambito della campagna di prevenzione dell’osteoporosi dal titolo “La Salute delle osse” e valida fino al 31 marzo. Oltre all’esame MOC, l’iniziativa offre la possibilità ai Pazienti di effettuare un pacchetto specifico di esami del sangue, con emocromo, vitamina D e calcio – a un costo agevolato, ed effettuare un consulto gratuito con nutrizionisti ed osteopati. Il direttore commerciale Carmine Giordano sottolinea che i “Centri Verrengia confermano con questa nuova campagna di prevenzione la vocazione di responsabilità sociale, perché l’osteoporosi è una patologia purtroppo in notevole aumento, non solo presso il cluster tradizionale di donne oltre la menopausa, ma anche tra altre fasce di età e tra gli uomini, perciò pensiamo che sia fondamentale tenere sotto controllo diffusione e gravità dei casi individuali, per intervenire in tempo con terapie adeguate. Il nostro pacchetto di esami diagnostici è completo e a un prezzo agevolato, pur continuando a garantire il valore aggiunto di efficienza e qualità che i nostri utenti sono abituati ad aspettarsi dal nostro centro”.

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Intervento eccezionale su un 80enne effettuato al Ruggi d’Aragona

di Alessia Bielli

E’ tornato a casa dopo soli cinque giorni un paziente di 80 anni del Cilento seguito dal cardiochirurgo Enrico Coscioni operato senza aprire il torace dall’equipe della chirurgia vascolare diretta dal dottore Giancarlo Accarino. Il paziente aveva un aneurisma di ben 9 centimetri posizionato proprio all’arco aortico. “Avevamo cominciato a fare un bypass per dare sangue all’arto superiore sinistro e già in quelle condizioni le sue patologie ematologiche avevano creato problemi di coagulazione quindi ipotizzare un intervento open sarebbe stato impossibile”. A dirlo il dottore Giancarlo Accarino, direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia Vascolare ed Endovascolare. “Il paziente, continua Accarino, aveva avuto patologie a carico del cuore, quindi realmente non era possibile fare un intervento aprendo il torace. Le tecnologie per fortuna avanzano e gli interventi mini invasivi sono quelli che hanno sempre un futuro maggiore.

Non aprire il torace riduce i tempi di ospedalizzazione e soprattutto ci consente di operare pazienti estremamente delicati come questa persona che non si sarebbe mai salvata da un intervento effettuato con l’ apertura del torace. Abbiamo posizionato una endoprotesi dall’ inguine con un taglietto di circa 4 cm e due piccoli taglietti effettuati sulle carotidi.

Quindi abbiamo ricostruito completamente l’ arco dell’aorta, uno degli interventi più complessi che si possano fare oggi in chirurgia, senza aprire il torace dando sempre lo stesso circolo alle carotidi, al cervello e agli arti superiori.

Queste condizioni si sono verificate già nella mia personale esperienza per gli aneurismi dell’aorta addominale. Iniziati per pazienti che avevano grandi patologie Oggi noi sull’aorta

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addominale e sull’aorta toracica effettuiamo il 98 per cento degli interventi senza aprire l’ addome e questo significa che per il futuro anche a livello dell’ arco dell’ aorta saranno superati gli interventi open tranne che per casi particolari.

In Italia di questo tipo di interventi ne sono stati fatti una ventina diffusi in vari centri del nord perché ci vuole un notevole capacità tecnologica, una equipe estremamente formata. Devo ringraziare la mia equipe composta dai chirurghi vascolari Giovanni Fornino, Antonio D’Angelo, l’anestesista Giovanna Nicolella, il cardiologo Michele Manzo, il cardiochirurgo Enrico Coscioni che con la sua squadra era pronto ad intervenire in caso d’ emergenza, gli infermieri e tutti coloro che hanno lavorato con noi in sala operatoria”.

Combattere il tumore del pancreas con nuove tecnologie

La Clinica Cobellis di Vallo della Lucania persegue l’eccellenza, nella diagnostica, nell’assistenza, nei trattamenti chirurgici e terapeutici, optando per dotazioni strumentali di avanzata tecnologia ed affidandosi a professionisti di riconosciuto valore, come il professor Cristiano Huscher che è il responsabile della chirurgia oncologica e robotica e nuove tecnologie, Con il suo prezioso bagaglio di esperienze ed il “supporto” della Clinica Cobellis, il prof.Huscher continua la battaglia contro il tumore del pancreas che nel 2030, secondo l’OMS, sarà la prima causa di morte in Italia e in Europa. ” Il tumore del pancreas dal punto di vista numerico è un problema importante, con 75mila nuovi casi ogni anno; non possiamo farci trovare impreparati di fronte all’ aumento di incidenza di questa neoplasia che va affrontata in maniera multidisciplinare-

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dichiara il professor Huscher sottolineando i notevoli passi avanti nella genetica con lo studio degli oncogeni e degli oncosoppressori, ma anche nell’oncologia medica e nella chirurgia con tutta una serie di nuove metodologie. A proposito di nuove metodologie, il prof Huscher ha introdotto alla Clinica Cobellis la tecnica altamente innovativa, legata alla possibilità di percorrere e studiare dall’interno con un endoscopio il dotto pancreatico dopo il prelievo del segmento malato dell’organo. “Le immagini sono poi consegnate a una intelligenza artificiale che è in grado di ricostruire la forma e il decorso di questo dotto, dicendoci già prima quali saranno i pazienti che avranno complicanze nel post operatorio rispetto a quelli che avranno un decorso buono. Questo è il primo passo avanti. Il secondo, che è stato pubblicato nel mese di novembre dalla nostra rivista più prestigiosa Annals of Surgery, è una metodologia per unire il pancreas all’intestino: una volta si faceva con dei punti di sutura, oggi si fa con uno stent come quello delle coronarie, che viene immesso nel dotto di Wirsung, il principale dotto escretore pancreatico, e nell’ansa intestinale che deve essere suturata, tenendoli ben uniti e facilitando il passaggio del succo pancreatico all’interno dello stent nell’ ansa intestinale. Questo nuovo device ha ridotto il tasso di complicanze dal 38% circa all’ 8 /9%. I vantaggi di questa tecnica sono la sua estrema facilità di applicazione, ma anche di apprendimento da parte dei chirurghi ampliando così la platea di coloro che la utilizzano- sottolinea Huscher annunciando l’obiettivo di effettuare 100 resezioni pancreatiche all’anno. ” Un obiettivo raggiungibile, perchè qui alla Cobellis si sta investendo in nuove tecnologie: oltre a queste di cui abbiamo parlato, sono disponibili altri strumenti per studiare e curare questa neoplasia e tutti i tumori; il più importante è un endoscopio ultrasottile. Si tratta di un ecografo più piccolo di un millimetro che, introdotto nel dotto di Wirsung, fa un’ecografia mostrandoci quanto sia spessa la parete e ci fa capire, quindi, quanto può essere valida la sutura che noi facciamo fra pancreas e

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intestino, che è il problema di questa chirurgia. Ci sono tutta una serie di nuove metodologie che ci consentiranno in futuro di prevedere che cosa succederà al nostro malato, per così quindi poterci preparare per eventuali drawbacks, ovvero complicanze.”- conclude il prof Huscher

Saggese: “Ora apriremo hub vaccinali anche nelle scuole della provincia”

di Monica De Santis

Sono 220 gli hub vaccinali operativi in provincia di Salerno a cui si vanno ad aggiungere le scuole. Dieci quelle che sono state già aperte una tantum alla vaccinazione per la fascia 1 2 / 1 8 a n n i e n o n s o l o , e a l t r e c h e s i a n d r a n n o a d aggiungere. Perchè, come confermato dal dottor Saggese Tozzi, referente per l’Asl di Salerno per l’emergenza Covid, ora si parte anche in provincia, proprio come richiesto dai dirigenti scolastici, così da cercare di recuperare sulla vaccinazione degli studenti che rispetto alle altre fasce d’età è partita in ritardo. Ma le scuole potrebbero ospitare anche hub vaccinali per i più piccoli, ovvero per la fascia d’età che va dai 5 agli 11 anni, dove le iscrizioni in piattaforma continuano ad essere ancora troppo poche rispetto al numero di bambini che possono essere vaccinati. In provincia di Salerno, comunque, complessivamente si sono superate le 2milioni e 250mila dosi, un risultato che continua a confermare la città capoluogo e la provincia tra le prime in Italia per la somministrazione dei vaccini contro il Covid – 19. “Abbiamo vaccinato 900mila persone con la prima dose, 780mila persone

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con le seconde dosi e 625mila persone con le terze dosi. – ha spiegato il dottor Arcangelo Saggese Tozzi – Queste dosi sono state somministrate per quanto concerne gli over 50 a 300 mila persone che hanno avuto la prima dose, 272mila che hanno avuto la seconda dose e 254mila che hanno ricevuto la terza dose.

Questo è il segnale è che negli over 50 siamo andati più avanti. C’è un aumento delle persone vaccinate con tutte le tre dose molto rilevante, avrà inciso sicuramente sia la gravità di esposizione, perchè è giusto ricordare che negli over 50 rientrano molti dei fragili, molti dei over 80, ma soprattutto avrà inciso anche l’obbligo vaccinale che è stato previsto dal Governo e che di conseguenza ha spinto molti a ricorerre alla vaccinazione. Sotto i 50 anni abbiamo fatto anche qui grandi numeri ma dobbiamo ancora proseguire. In questa fascia d’età come prime dosi abbiamo somministrato 320mila prime dose, mentre 260mila persone hanno ricevuto la seconda dose, mentre siamo in ritardo con la somministrazione della terza dose, siamo arrivati a 162mila somministrazioni.

Questo dato si spiega con il ritardo della vaccinazione di questa categoria. Perchè ricordiamo che abbiamo iniziato a vaccinare prima gli over 80 e poi siamo andati scendendo fino ad arrivare alla fascia d’età dai 12 ai 18 anni, ed ora è proprio su questi che dobbiamo recuperare. Così come bisogna recuperare – prosegue ancora il dottor Arcangelo Saggese – tla vaccinazione per i bambini in età pediatrica, quelli che vanno dai 5 agli 11 anni. In questa fascia d’età abbiamo somministrato 17 mila prime dosi e 7mila seconde dosi, ma gli iscritti in piattaforma sono solo 26 mila. Ecco perchè ancora una volta insisto ad invitare i genitori ad iscrivere i loro figli in piattaforma. Proprio per accellerare queste stiamo valudando l’ipotesi di prevedere iniziative all’interno delle scuole primarie così da stimolare di più i genitori alla vaccinazione dei loro bambini”.

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Calano i contagi ma restano pieni i reparti covid negli ospedali salernitani

Il contagio è calato progressivamente nelle ultime tre settimane ma non la necessità purtroppo di cure ospedaliere che in questi giorni devono rispondere ai picchi registrati a gennaio. Tutti pieni i reparti covid dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona a Salerno. A fare il punto è la Responsabile terapie subintensive covid dell’Hospital di Agropoli Rosa Sammartino, tutti occupati i 78 posti covid disponibili, 34 al Ruggi e 44 al Giovanni Da Procida e ci sono purtroppo pazienti in attesa al pronto soccorso. Occupati i sei posti nei moduli. La situazione più delicata in assoluto è comunque ad Agropoli, qui ci sono più ricoverati che posti disponibili, su 13 posti in terapia intensiva sono 15 i pazienti… “Secondo la mia opinione è che questo calo non lo si avrà fino a quando ci sarà questo tempo freddo, quindi mi aspetto più questo calo ad aprile che rispetto al mese di febbraio. Per tanto continuo a ribadire che l’80% dei miei pazienti è non vaccinato, sono pochi quelli che hanno il vaccino e sono tutti pazienti anziani con diverse patologie. Ci sono diversi focalai nelle Rsa” spiega la Sammartino. Così come sono diversi i focolai nella zona nord di Salerno. Ma allo Scarlato di Scafati si riesce ancora a reggere grazie all’ampliamento che ha portato ad avere circa 60 posti letto.

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Torna la giornata di raccolta del farmaco

Anche quest’anno, si svolgerà la GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco. Durerà una settimana, da martedì 8 a lunedì 14 febbraio. In 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia (l’elenco è consultabile su www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (nel 2021, 465.019 confezioni, pari a un valore di 3.640.286 €) saranno consegnati a 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo gratuitamente cure e medicine. Si invitano i cittadini ad andare apposta in farmacia per donare un farmaco. La Grf si svolge con il patrocinio di Aifa e in collaborazione con Cdo Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute, Egualia – Industrie Farmaci Accessibili e BFResearch. La GRF è realizzata grazie all’importante contributo incondizionato di Ibsa Farmaceutici e Teva Italia e al sostegno di EG Stada Group, DOC Generici, Dhl Supply Chain, Bausch& Lomb, Unico – La Farmacia dei Farmacisti S.p.A. e Gruppo Comifar. La Raccolta è supportata da Rai per il Sociale, Mediafriends, La7, Sky per il sociale, e Pubblicità Progresso.L’iniziativa è possibile grazie al sostegno di oltre 17.000 farmacisti che oltre a ospitare la GRF la sostengono con erogazioni liberali. Anche quest’anno, sarà supportata da più di 14.000 volontari, nel rispetto delle norme a tutela della salute di tutti. C’è un’emergenza che, con o senza Covid, si protrae da anni, ma con la pandemia si è aggravata: si tratta delle persone in condizione di povertà sanitaria. Nel 2021, erano 597.560, 163.387 in più rispetto alle 434.173 del 2020. Si è registrato, quindi, un incremento del 37,63% delle persone indigenti che hanno chiesto aiuto a 1.790 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per farsi curare.

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Franka Rajkovic: “Non è stato facile proseguire le terapie dei bambini con spettro dell’autismo”

di Lorenzo Rotolo

Durante il percorso della vita alcune persone vengono colpite da diverse patologie, tra queste purtroppo anche molti bambini, che presentano disturbi o ritardi del neurosviluppo.

Tra le persone che si occupano di riabilitarli o abilitarli vi è la figura del logopedista, come Franka Rajkovic, una logopedista successivamente specializzatasi in analisi del comportamento e che, grazie a questi studi, coniuga la professione della logopedista a quella di analista del comportamento. In cosa consiste il suo lavoro? “Il mio lavoro consiste nel far acquisire al bambino tutte le abilità che non ha oppure che sono deficitarie, partendo dal linguaggio e passando alle abilità accademiche, recettive, motorie e di autonomia. In più correggo tutti i comportamenti problematici che i pazienti presentano. Cerco di far avvicinare il loro sviluppo il più vicino possibile ai bambini neurotipici.” Di chi si occupa? “Prevalentemente con bambini con diverse patologie ma in particolar modo quelli affetti da disturbo dello spettro autistico.” Quindi i suoi pazienti sono solo bambini? “In passato ho lavorato anche con adulti colpiti tra diverse patologie neurologiche, ma negli ultimi 15 anni, grazie alla specializzazione in analisi del comportamento, mi occupo solo con l’età evolutiva (0-18 anni).” Perché le piace questo lavoro? “I miei pazienti mi danno grande soddisfazione, per esempio vedere un bambino che impara a parlare mi riempie

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il cuore di gioia. Con questi bambini e loro famiglie si crea un rapporto che va oltre il lavoro, che io considerò una missione.” Mi parli meglio di questo rapporto con i suoi pazienti “Per fare questo lavoro ci vuole tanto amore, solo così si può lavorare con questi bambini con i quali passiamo tante ore, non solo al centro riabilitativo ma anche a casa e a scuola, dove aiutiamo gli insegnanti nella loro gestione.

Sono sempre a disposizione dei genitori per assisterli in ogni situazione problematica relativa al paziente.” Qual è il suo ambiente lavorativo e come si trova? “Io lavoro in un centro di riabilitazione che si trova a Battipaglia, sono coordinatore del reparto per l’autismo e oltre a questo centro coordino tutti i trattamenti per i bambini con autismo in diversi centri di riabilitazioni accreditati nella provincia di Salerno. In più sono un formatore dei tecnici del comportamento per cui li abilito a questa professione, formandoli sia dal punto teorico ma soprattutto da quello pratico. Mi sono sempre trovata benissimo con tutte le mie colleghe, e dico colleghe perché purtroppo c’è una carenza di figure maschili in questo campo che sono molto richiesti per lavorare con i ragazzi più grandi.” L’avvento del covid ha modificato il suo lavoro? “Anche noi come le scuole abbiamo imparato a lavorare da remoto, ma potete immaginare quanto sia difficile farsi seguire dai nostri pazienti in questa modalità per cui è fondamentale la collaborazione dei genitori che, seguiti dai noi, riescono anche se solo in parte a portare avanti una programmazione terapeutica.”

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