• Non ci sono risultati.

mocoperte), rendendo ancora più ristretto il numero di quelle effettivamente

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "mocoperte), rendendo ancora più ristretto il numero di quelle effettivamente"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

R RFId

e si andasse a ripercorrere quanto pubblicato nella letteratura divulgativa del recente passato, ovvero negli anni immediatamen- te a ridosso del mandato RFId di Wal*Mart, si legge- rebbe di diverse filiere po- tenzialmente molto inte- ressate all’introduzione della tecnologia RFId [OPRI 2005, OPRI 2006]. Tra que- ste, una delle più citate era proprio la filiera del farmaco: dall’ottem- peranza alle sempre più stringen- ti normative sulla tracciabilità in vigore (o in via di promulgazione) nei paesi occidentali, ai benefici conseguibili in un processo logi- stico-produttivo ripetitivo e ad elevatissimi volumi, fino alle ap- plicazioni di anticontraffazione e di controllo della rete distributiva, le aspettative di un imminente in- gresso dell’RFId nel mondo del farmaceutico erano decisamente forti. A rafforzare queste aspetta- tive contribuiva anche l’azione della Food & Drug Ad m i n i s t r a t i o n ( F DA) americana che, indicando delle scadenze per i primi requisi- ti di RFId compliance, lasciava in- tuire una volontà genuina di affi- dare a questa tecnologia le chiavi dei processi logistici nella filiera farmaceutica del futuro.

A metà del 2007 il bilancio che si poteva trarre era decisamente me- no lusinghiero [OPRI 2007]: le ap- plicazioni esistenti in Italia nella filiera del farmaco erano decisa- mente esigue se confrontate al re- sto dei settori, spesso ferme allo stadio di test tecnologici e senza il necessario respiro né in termini di merceologie studiate (solo quelle di maggior interesse commercia- le), né in termini di processi impat- tati (supporto alle operations, lo- gistica interna), né in termini di at- tori coinvolti (sempre iniziative di un singolo attore). Di queste appli- cazioni, una parte rilevante sono in realtà rivolte alla gestione degli asset impiegati nella logistica del farmaco (contenitori termici, ter-

S

mocoperte), rendendo ancora più ristretto il numero di quelle effet- tivamente centrate sull’identifica- zione del farmaco. Né le cose era- no tanto migliori a livello mondo:

dopo gli iniziali slittamenti nelle scadenze, l’FDA ha di fatto abban- donato l’idea di emettere un RFId Mandate, pur dichiarando l’RFId come “la più promettente tecnolo- gia per la tracciabilità dei farma- c i ”. Di pari passo, l’amministrazio- ne Californiana rinviava il pro- gramma ePedigree al 2011 . E’ in questo quadro di sostanziale immobilità e di qualche disappun- to per tutti gli attori che avevano creduto in un più rapido dispie- garsi di queste applicazioni in questo settore, che si inserisce il progetto che illustriamo in questo articolo. L’obiettivo di fondo è sta- to quello di tornare a lavorare su questi temi con sano pragmatismo e spirito critico.

Il pro ge tto DA F N E

Il progetto nasce dalla collabora- zione tra il Consorzio DA F N E (Distribuzione Aziende Farmaceutiche Network EDI), il Gruppo Comifar e l’RFId Solution Center del Politecnico di Milano,

HP ed Intel. Il Consorzio DAFNE , costituito da aziende farmaceuti- che e della distribuzione interme- dia con la partecipazione di aziende della distribuzione pri- maria (depositari), si pone la mis- sione di ottimizzare i processi di distribuzione del farmaco svilup- pando progetti comuni all’inter- no della filiera farmaceutica. Il Consorzio lavora per l’ottimizza- zione sia dei flussi informativi dei documenti che dei flussi fisici del- le merci con l’obiettivo di rag- giungere l’integrazione tra i part- ner nella filiera.

Il Gruppo Comifar è il principale attore della distribuzione farma- ceutica in Italia e tra i primi 30 gruppi industriali a livello nazio- nale, fa parte del Gruppo Phoenix, secondo distributore farmaceuti- co a livello europeo. Serve oltre 13.000 Farmacie clienti attraver- so 33 unità distributive, effet- tuando 25.000 consegne giorna- liere, gestisce oltre 110.000 refe- renze ed evade giornalmente 1,6 milioni di pezzi da reintegrare in modo costante.

Nell’ambito della gestione dei magazzini il Gruppo Comifar adotta un’applicazione basata su

(2)

d i ST E FANO N OVA RESI

D i re t t o re Centrale Operations Gru p p o Comifar e vice-presidente Consorzio DA F N E d i A LE S S A N D RO

P E RE GO Politecnico di Milano,

Dipartimento di Ingegneria Gestionale

Le prospettive dell’RFId nella

filiera del farmaco in Italia

tecnologia Wi-Fi che consente agli operatori di svolgere le attivi- tà di ricevimento merci (identifi- cazione dei prodotti, spunta e ca- rico nella posizione corretta), al- lestimento dei prodotti (nella quantità richiesta e per la corret- ta destinazione) e gestione del- l’inventario (verifica dei quanti- tativi disponibili nelle diverse ubicazioni).

Mentre il processo di preparazio- ne ed evasione dell’ordine alle farmacie si avvale di collegamen- ti telematici, impianti automatiz- zati per il picking e tecnologie RF, il processo di ricevimento merci resta la fase meno sviluppata per la mancanza di standard di codi- fica delle informazioni riportate sul package, sul collo e ancor più a livello pallet. Per questo l’in- bound è il processo in cui si pos- sono ottenere ulteriori margini di miglioramento in produttività ed è anche per questo che la Direzione Centrale Operations del Gruppo Comifar ha deciso di col-

d i G I OVA N N I M I R A G L I OT TA Politecnico di Milano,

Dipartimento di Ingegneria Gestionale

La te c n o lo logia di identificazione a ra d i o frequenza rende la ge stione dei

m a g azzini meno onerosa e più sicura. Le evidenze emerse dal pro ge tto DA F N E

laborare attivamente al progetto di identificazione in radiofre- q u e n z a .

L’attività sperimentale, svolta pri- ma presso l’RFId Solution Center sito in Peschiera Borromeo e

quindi presso il magazzino Comifar di Novate Milanese, ha evidenziato le aree di immediata applicazione della tecnologia RFId, misurandone investimenti e ritorni.

L’RFId Solution Center di Peschiera Borromeo

(3)

RFId

La speri m e n taz i o n e te c n o lo g i ca

L’Assessment ha valutato la pos- sibilità di impiegare tag RFId per l’identificazione automatica dei pallet e dei colli (originali e misti) al passaggio attraverso un’infra- struttura di lettura costituita da un varco di luce pari a circa 3 me- tri, posizionato in corrispondenza delle baie di carico-scarico merci del magazzino. Dati i vincoli ope- rativi, la scelta è caduta in modo naturale su una soluzione basata su tecnologia passiva UHF.

La sperimentazione è stata artico- lata in due fasi: nella prima fase si sono selezionate alcune merceo- logie particolarmente ostili alla lettura RF (liquidi, blister, lattine di metallo, prodotti di cartone con rivestimento alluminato o metal- lescente), componendo due pallet che per numerosità e composizio- ne potremmo definire – scherzo- samente – come la kriptonite di qualsiasi applicazione RFId! Su questi due pallet è stata effettua- ta, presso la sede dell’RFId Solution Center, una prima serie di test, con lo scopo di pre-sele- zionare le migliori tecnologie UHF disponibili, e di apprezzare in linea di massima quanto si fos- se lontani dalla desiderata accu- ratezza di lettura. Nella seconda fase l’attività di test si è spostata presso il magazzino Comifar di Novate Milanese: nell’arco di tempo di una settimana si è lavo- rato sulle reali unità di carico pro- venienti dagli attori a monte. Se da un lato si è trovata conferma di tutti i punti problematici indivi- duati nella sperimentazione di la- boratorio (numerosità dei colli su pallet - principalmente per i pal- let mono-articolo composti da colli di piccole e piccolissime di- mensioni - presenza di liquidi e metalli, materiale di packaging, problematicità dello schema di pallettizzazione), dall’altro si so- no misurati i tassi di lettura in una situazione di “reale” composizio- ne delle unità di trasporto.

I risultati ottenuti nella seconda fase, ovvero in condizioni reali, mostrano che circa il 75% dei pal- let e il 95% dei colli in ingresso so- no letti perfettamente; con risul- tati che, ancorché derivanti da una sperimentazione limitata nel

I proce ssi analizzati e le ipo tesi

di applicaz i o n e

Un distributore intermedio è un operatore che riceve prodotti farmaceutici e parafarmaceutici dalle aziende produttrici, trami- te i depositari e distribuisce tali prodotti, in piccole quantità e con frequenza elevata, a farma- cie, parafarmacie ed ospedali distribuiti sul territorio. Al fine di assicurare il miglior livello di servizio (in termini di puntuali- tà e accuratezza delle consegne) il distributore cerca di raggiun- gere i massimi livelli di efficien- za e di efficacia sin dai primi istanti in cui prende in carico la merce, così da velocizzarne la messa a disposizione per il pic- king ed il successivo processo distributivo. Il ricevimento mer- ci presso i distributori rappre- senta quindi un processo critico all’interno della filiera durante il quale si identifica la singola riga di prodotto non soltanto in ter- mini di codice, ma anche di quantità, lotto di produzione e data di scadenza, tutte informa- zioni particolarmente rilevanti nella supply chain del farmaco.

Il flusso fisico di prodotti in in- gresso ad un distributore inter- medio è costituito da pallet mo- no-articolo oppure da pallet mul- ti-articolo: questi ultimi, a loro volta, possono essere costituiti da colli originali – contenenti, cioè, un unico codice prodotto – e da colli misti – contenenti più refe- renze e creati dal depositario con una specifica attività di picking.

All’arrivo della merce, il distribu- tore effettua gli appositi controlli qualitativi (verificando, ad esem- pio, l’integrità dei colli) e quanti-

tativi (verifica numero di unità di carico), che gli consentono di ac- cettare la merce, congedando il trasportatore. A questo punto av- viene l’attività di spunta merce, attraverso la quale si verifica nel dettaglio la composizione del ca- rico ricevuto: questo richiede la sbancalatura del pallet ricevuto, contando tutti i colli originali e tutte le confezioni (in caso di col- lo misto). Un esito positivo rende la merce disponibile per il pic- king, mentre un esito negativo at- tiva tutte le procedure di gestione della discrepanza ravvisata, se- condo gli specifici casi riscontra- ti. Il processo di ricevimento mer- ci è dunque oggi un processo molto oneroso e non immune da errori, e ciò indipendentemente dal fatto che alcuni fornitori uti- lizzino delle etichette barcode standard per identificare i colli ed il loro contenuto o meno: la com- posizione delle unità di carico, in- fatti, impedisce comunque di ac- cedere in linea ottica diretta a tut- ti i colli, e pertanto risulta impos- sibile pensare di adottare altre metodologie di spunta diverse dal conteggio manuale. Appare evi- dente come la tecnologia RFId possa rappresentare una discon- tinuità radicale rispetto alle at- tuali modalità di esecuzione di questa attività, e riscuota pertan- to un grande interesse.

Indipendentemente dalle azioni di standardizzazione (di tecnolo- gia, di protocollo di trasmissione dati) che dovranno essere neces- sariamente intraprese, vi è subito la necessità di appurare la soste- nibilità economica e la fattibilità tecnica di una soluzione di auto- mazione dell’attività di spunta at- traverso l’utilizzo di tag RFId.

Un’immagine della speri- mentazione

(4)

RFId

tempo, hanno suscitato grande interesse per tre ordini di motivi.

In primo luogo, essi sono stati ot- tenuti senza alcun intervento sul- l’equipment, utilizzando una configurazione di lettura (portale) standard quando è invece molto facile immaginare e realizzare in loco, con limitati investimenti di automazione, portali dinamici o tecnologie di rotazione del pallet che già nella sperimentazione presso il laboratorio hanno mo- strato di incidere molto significa- tivamente sull’accuratezza di let- tura; in secondo luogo, nessun in- tervento è stato fatto sull’orga- nizzazione del processo, ad esem- pio modificando le procedure di composizione del pallet, e lavo- rando quindi su una realtà per nulla adattata all’impiego di que- sta tecnologia; infine, questi ri- sultati sembrano prefigurare una situazione in cui già oggi – per tre quarti dei flussi in ingresso –l’at- tività manuale di spunta potrebbe essere eliminata da una scansione dei colli in ingresso e dal confron- to elettronico con la bolla di en- trata merce. Nel rimanente 25%

dei casi, l’operazione di spunta verrebbe guidata dallo scan RFId,

evidenziando i colli mancanti o non corrispondenti, e facilitando enormemente l’attività degli ad- detti alla spunta; già solo questo risultato, proiettato nel sui flussi gestiti ogni giorno e sul tempo ne- cessario per la spunta manuale darebbe una chiara giustificazio- ne all’investimento, come discus- so a seguire.

L’analisi ge st i o n a le e del proce ss o

Di pari passo con l’analisi tecno- logica, sono stati analizzati i pro- cessi gestionali, mappando le at- tività ed i flussi di dati, e misuran- do i benefici di efficienza e di ef- ficacia ottenibili grazie all’appli-

cazione RFId. In primo luogo è stato sviluppato uno strumento che, incorporando i risultati delle due fasi di sperimentazione tec- nica, e variando alcuni parametri descrittivi delle caratteristiche della composizione del flusso in ingresso, è in grado di fornire al- l’utilizzatore una stima della pro- babilità di lettura dei colli e, so- prattutto, dei pallet interi me- diante l’infrastruttura RFId testa- ta. Una volta disponibile questo strumento, che generalizza i ri- sultati sperimentali alla realtà ed ai flussi merceologici tipici di un qualsiasi distributore, è stata fat- ta un’analisi di dettaglio che, a partire dalla mappa del processo e dalle performance del ricevi- mento e del magazzino, permette di stimare nel dettaglio i tempi, e di conseguenza i costi, risparmia- ti nell’esecuzione delle diverse attività.

I risultati del modello, applicato ad un distributore campione con un flusso in ingresso di circa 50.000 righe d’ordine/mese, di cui l’80% relative a pallet multiarti- colo, mostrano che anche con le attuali performance della tecno- logia si otterrebbe un NPV dell’in- vestimento, calcolato su 5 anni, superiore ai 200.000 euro ed un tempo di payback inferiore al- l’anno, ovviamente supponendo che la merce arrivi già taggata dallo stadio a monte. Questi risul- tati derivano ovviamente nell’eli- minazione di gran parte delle at- tività di spunta manuale, ancor- ché anche le attività immediata- mente continue (es. scarico mez- zo) traggano dei benefici. Risulta inoltre significativo anche l’im- patto sulle prestazioni di efficacia sul processo, poiché tramite lo scan RFId si riduce il lead time tra l’istante di ingresso e le operazio- ni di spunta, velocizzando anche la rilevazione di eventuali ano- malie quantitative nella fornitu- ra. Attraverso il varco di lettura è possibile individuare immediata- mente l’ingresso in baia di refe- renze “sotto scorta”, e avviarne il trasferimento urgente alle posta- zioni di picking, incrementando in ultima analisi il livello di servi- zio al cliente. Infine è possibile ac- quisire, in uno scenario di mag- giore integrazione informativa,

informazioni sugli attributi di prodotto (lotto, data di scadenza) migliorando notevolmente la ge- stione di queste informazioni sul- le merci in magazzino.

Co n clusioni e pro ssimi pass i

L’identificazione in radiofrequen- za è una tecnologia su cui si è scritto e detto tanto, in alcuni ca- si definendola come la panacea della logistica, in altri casi valu- tandola con scetticismo [Srivastava, 2004; Michael et al., 2005; Pramatari et al., 2005]. Di qui è nata la volontà del Consorzio Dafne di realizzare uno studio, concreto e focalizzato sul- la propria realtà, da cui ottenere una visione più articolata delle problematiche e attivare gli op- portuni percorsi di approfondi- mento. La duplice attività di spe- rimentazione condotta dall’RFId Solution Center, se da un lato ha confermato l’esistenza di alcune problematiche di rilievo (special- mente legate a prodotti con con- fezioni molto piccole e contenen- ti farmaci o imballi non RF- friendly) dall’altro ha fornito spunti interessanti che riguarda- no il packaging e lo schema di pallettizzazione, verificando ad esempio che anche i prodotti con imballo primario metallico (quali spray e blister) non sembrano es- sere problematici fintanto che il packaging primario presenti delle intercapedini attraverso cui le on- de possano raggiungere e lasciare i tag interni. Allo stesso modo, si è verificato che il fattore di forma del packaging (ad esempio il caso di confezioni “snelle” in cui una dimensione prevalga sulle altre) o l’orientamento del tag incidono significativamente sulle presta- zioni di lettura, mentre un fattore talvolta poco considerato, ovvero la “densità” dei tag (numero di tag per unità di volume) gioca un ruo- lo importante, assieme al numero assoluto di tag presenti nell’unità di carico, nel determinare le per- formance di letture complessive.

Le sperimentazioni condotte han- no così risposto esattamente alle aspettative iniziali di Dafne, ca- ratterizzando le problematiche esistenti alla luce delle tecnologie oggi disponibili e data l’attuale

I ri s u l tati mostrano che per tre

q u a rti dei flussi in ing re ss o

l ’attività manuale di spunta

po tre b be ess ere eliminata

(5)

RFId RFId

(emersa in queste sperimentazio- ni) tra le prestazioni di lettura, il numero di tag presenti e la loro densità. Questo secondo filone è estremamente importante per la realtà logistica di un distributore farmaceutico che, non di rado, si trova a maneggiare imballaggi secondari così piccoli che, in 3/4 strati di carico, arrivano ad im- pacchettare già oltre 300 colli.

Entrambe queste linee di lavoro, soprattutto la seconda, sono cor- rentemente allo studio presso il laboratorio del RFId Solution C e n t e r.

Anche a livello di processo si aprono due linee di lavoro: da un lato, è necessario operare a livel- lo procedurale per adattare le mo- dalità di composizione dell’unità di carico alle necessità dell’identi- ficazione in radio frequenza. I nuovi criteri da introdurre (liqui- di e metalli al centro, non sovrap- posizione delle etichette RFId, il mantenimento di un certo grado di insaturazione volumetrica frapponendo degli spacer in tutte le merci ad elevata densità, che comunque quindi saturerebbero la spedizione prima in massa che in volume, etc.) non sono conflit- tuali con gli odierni criteri di com- posizione e richiedono solo un minimo di adattamento che, tut- tavia, può risultare problematico per il fatto che queste attività so- no spesso assegnate a terze parti su cui non è facile avere un buon grado di controllo. La seconda li- nea di lavoro, più complessa, in- veste il ridisegno del packaging (alla ricerca di confezioni più snelle e rimuovendo quei mate- riali di imballo, come il cartonci- no “metallizzato”) che sono stati introdotti nel tempo più per esi- genze di marketing che di logisti- ca. Questo processo sarà più lun- go, ma è già emerso in numerose altre attività sperimentali condot- te presso il laboratorio di Peschiera come sia indispensabi- le aggredire anche la leva del pac- kaging per superare le ultime dif- ficoltà di lettura.

Ovviamente, sia l’azione di tecno- logia che l’azione di processo hanno un costo, che andrà con- frontato con i benefici stimati at- traverso i modelli sviluppati nello studio, ma questo è il percorso

giusto: non partendo dal “sentito dire” o da considerazioni genera- li, ma facendo scaturire le cose da fare dalle sperimentazioni calate nella realtà in cui introdurre la tecnologia, in una sfida che ri- chiede più la tattica e la persisten- za del maratoneta che l’accelera- zione del centometrista.

R i ng raz i a m e n t i

Un ringraziamento particolare va anche ad Alberto Cucciati – Resp. Stock Management e a Davide Masciandaro – Resp.

Servizi Centrali di Logistica del Gruppo Comifar, al team di ricer- catori dell’RFId Solution Center composto da Laura Franchi, Alessandro Castellazzi e Daniele Piazza ed agli ingegneri Anna Sanfilippo e Giulia Redavid che si sono cimentate su questo ar- gomento nella loro tesi di laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano.

organizzazione dei processi, così da individuare quali azioni, pro- prio lungo queste due direttrici, siano da compiere per “c a l a r e ” l’RFId al meglio nel processo di ri- cevimento di un distributore far- m a c e u t i c o .

L’approfondimento tecnologico, considerando la realtà logistica di un distributore farmaceutico, non dovrà concentrarsi tanto sul sin- golo tag o sul singolo reader, ma piuttosto dovrà muoversi lungo due direzioni specifiche. La prima potrà richiedere un’innovazione nell’infrastruttura di lettura con la realizzazione di portali dinami- ci. Le prime prove effettuate nel laboratorio di Peschiera mostrano infatti come introducendo un moto casuale basculante nelle an- tenne si ottengano risultati ap- prezzabilmente migliori; combi- nando questo effetto alla realiz- zazione di varchi modello “tunnel autolavaggio” che seguano il pro- filo dell’unità di carico riducendo la luce del varco (rispetto ai 3 me- tri attuali) si potrebbero mantene- re la produttività della lettura in traslazione con le prestazioni del- la lettura in rotazione. La seconda linea di lavoro sta approfondendo il tema dell’interferenza e della collisione dei segnali, per formulare un mo- dello analitico della corre- l a z i o n e

B i b l i o g raf i a

Michael, K., McCathie, L. (2005),

“The Pros and Cons of RFID in Supply Chain Management”, Proceedings of the International Conference on Mobile Business (ICMB’05), pp. 623-629.

OPRI - Osservatorio Pe r m a n e n t e sull’RFId in Italia, 2005, “RFId tra presente e futuro”, School of Management del Politecnico di Milano, www.osservatori.net.

OPRI - Osservatorio Pe r m a n e n t e sull’RFId in Italia, 2006, “RFId alla prova dei fatti”, School of Management del Politecnico di Milano, www.osservatori.net.

OPRI - Osservatorio Pe r m a n e n t e sull’RFId in Italia, 2007, “RFId alla ricerca del valore”, School of Management del Politecnico di Milano, www.osservatori.net.

Pramatari, K.C., Doukidis, G.I., Kourouthanassis P. (2005),

“ Towards ‘Smarter’ Supply and Demand-Chain Collaboration Practices Enabled by RFID technology”, Springer Berlin Heidelberg, Consumer Driven Electronic Transformation, Berlin, pp. 241 - 2 5 6 .

Srivastava, B. (2004), “Radio Frequency ID Technology: The Next Revolution in SCM”, Business H o r i z o n s, Vol. 47, No. 6, pp. 60-68.

Riferimenti

Documenti correlati

Esempi ed esercizi (MOLTO BENE). Testo adottato parte 4b) (Statistica descrittiva) + SCHEDE DIDATTICHE + LEZIONI E RECUPERI, con cui bisogna sempre CONFRONTARE: Frequenze

ORDINARE LE IDEE DI UN DISCORSO ORDINARE LE IDEE DI UN DISCORSO primo, secondo • in primo luogo, in secondo. luogo da

’Elohiym raccoglie, ritira a sé lo spirito vitale che egli ha dato loro. Ed essi, cadute le forze, emettono l'ultimo respiro. Ma la vita continua: altri animanti subentrano e vivono

“Io sono virtuoso e tu no!”: è l’aspetto su cui più si è concentrata l’atten- zione massmediatica, identificando spesso il comune virtuoso in quello.. con spesa standard

Per quanto riguarda gli altri parametri valutati, è stata riscontrata una riduzione del valore medio di CAI prima e dopo il trattamento: 8,43 vs 4,43 (p=0.099); per quanto concerne

Un altro ringraziamento va ai miei genitori e a tutti coloro che mi conoscono per il loro appoggio costante durante tutti questi anni; senza di loro molto probabilmente non sarei

Più in generale, gli SGLM hanno fatto emergere numerose proposte e buone pratiche mirate alla promozione di azioni fortemente connotate dal punto di vista culturale: non

Fu infatti abolito, a partire dal 1868, il porto franco e i traffici subirono una drastica riduzione, così come le attività industriali (soprattutto piccole attività