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Academic year: 2022

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Muoversi Alimentazione Benessere

Usare la testa per stare meglio

n. 16 del mese di Ottobre 2020

Sapere di più, vivere meglio

Rivista mensile multitematica a cura di Fondazione Milc sul benessere psicofisico, per tutte le età, sui temi della salute, alimentazione, stili di vita, stare bene.

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Questo Mese

06 - Gli alimenti giusti contro la ritenzione idrica

08 - Dai Vichinghi alla nostra tavola:

i pregi della dieta nordica

10 - Correre coi pesi fa bene? 12 - Il tiro con l’arco?

Migliora la concentrazione, e non solo

14 - Anziani, vivere più a lungo fa rima con animali

16 - Anziani e problemi di memoria:

come ricordarsi i nomi

18 - L’ottimismo: qualche consiglio per vedere il bicchiere mezzo pieno

20 - Un po’ di depressione stagionale:

riconoscila e combattila

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26 - Ciao ciao estate. Qualche trucco per avere sempre un po' di tintarella 24 - Dischetti struccanti

home made e naturali

28 - I cachi ci aiutano ad affrontare l’autunno

30 - L’estrattore al posto della centrifuga.

Ecco perché comprarlo

32 - Autostima

34 - L’Artrite Reumatoide

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Milc News Editoriale

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Cari lettori, care lettrici,

quante volte ci siamo sentiti rimproverare da piccoli da parte di chi ci ammoniva dicendoci di “usare il cervello”. Già, ma quale parte del cervello? Partiamo dall’abc dell’anatomia del cervello umano, un organo estremamente affascinante che spesso consideriamo come un unico organo ma in realtà costituito da diverse parti e sistemi, anche se i principali attori che governano le nostre azioni sono due: il sistema limbico e la neocorteccia. Amigdala, Ippocampo e Ipotalamo sono componenti fondamentali del primo, e a loro dobbiamo gran parte delle sensazioni e delle emozioni che proviamo, legati a ricordi oppure istintive. La vera protagonista del sistema limbico è l’Amigdala, grazie alla quale siamo in grado di associare emozioni a ricordi, trasformandoli in “eventi emotivi” (traumi e sofferenze infantili, ad esempio). La paura, è generata nell’Amigdala, ed è legata al nostro istinto di sopravvivenza. Anche l'elaborazione delle emozioni, come rabbia, piacere, tristezza, paura, aggressività, senso d'ansia, e via dicendo, sono gestite dall’Amigdala e concorrono a costituire la componente emotiva di ogni essere umano. Ipotalamo e Ippocampo determinano invece la nostra capacità di memorizzare fatti ed eventi, anche di imprimere le emozioni generate dall’Amigdala nei ricordi, e in generale, la possibilità di apprendimento. Linguaggio, scrittura, funzioni esecutive, l’intelligenza spaziale, l’apprendimento, riflettere, prendere decisioni, analizzare… queste ed altre funzioni sono possibili invece grazie alla neocorteccia, il secondo sistema, apparentemente il suo antagonista. Con il suo elevato numero di solchi, sei strati, due millimetri di spessore e oltre 30.000 milioni di neuroni, la neocorteccia è la parte più giovane del cervello, quella che dal punto di vista evolutivo è nata per ultima, e che ci ha permesso di diventare Homo Sapiens.

Questo excursus anatomico serve a ricordarci che le nostre azioni e le nostre emozioni sono gestite da un complesso universo interconnesso, dove ragione e sentimento sono legate da un profondo spirito collaborativo: l’una senza l’altro impedirebbero all’uomo di essere tale. Anche nella ricerca del benessere, nello scegliere cosa fare, cosa mangiare, come prenderci cura di noi stessi e degli altri, ricordiamoci di usare il cervello con misura, con autoconsapevolezza, ascoltando le nostre emozioni e i nostri istinti, anzi, spingendoci ad esprimerli, ma ascoltandoli con ordine, com misura, con ponderazione.

Detto questo, buona ricerca del vostro benessere e buona salute a tutti!

5 Editoriale

la Redazione

Usare la testa per stare meglio

Milc News

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Gli alimenti giusti contro la

ritenzione idrica

Alimentazione

Quante volte ci siamo resi conto dei danni sulla nostra figura della ritenzione idrica? Purtroppo questa condizione colpisce circa l'85% delle donne sopra i 18 anni e specie in estate i suoi effetti antiestetici si manifestano come uno tsunami. Ecco quindi che gli alimenti giusti contro la ritenzione idrica risultano uno dei più validi stratagemmi per combatterli e insieme per ridurre la buccia d'arancia , i centimetri di troppo e quel senso di gonfiore che non ci permette di mostrarci in tutto il nostro splendore. In questa mini guida un elenco dei cibi che ci saranno di aiuto, da subito, per espellere concretamente i liquidi in ecco che ahimè noi donne accumuliamo come spugne.

Milc News

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7 Alimentazione Milc News

In conclusione

Ricordiamo che ci sono grandi nemici della ritenzione idrica, concause che la rendono persistente e nostra compagna fedele di vita. Tra queste il fumo, la sedentarietà, il sale, una scarsa idratazione e soprattutto una dieta squilibrata, così sottolinea la Dottoressa Stefania Giambartolomei, gastroenterologo e nutrizionista. Queste cattive abitudini vanno modificate e partendo dall'alimentazione ecco i cibi amici della nostra linea, quelli detti anche anti-acqua che non devono mancare sulle nostre tavole: ananas, anguria, cetrioli, asparagi, lattuga, cipolle, mirtilli, mele, ribes, pomodori.

Quanta acqua bere contro la ritenzione idrica

Gli alimenti anti ritenzione idrica sono ricchi di acqua, sembra un paradosso ma è così e infatti anche il consumo di liquidi è fondamentale per ridurre il problema. In generale si consiglia di assumere 2 litri di acqua al giorno, scegliendola tra quelle più povere di sodio, sono da prediligere piccoli sorsi ma costanti.

Alimenti ideali contro la ritenzione idrica

Come visto la ritenzione idrica non è così difficile da combattere, basta seguire alcuni accorgimenti, mangiare sano e scegliere i cibi giusti, quelli definiti anti-acqua. Non solo, se vogliamo davvero liberarci della buccia d'arancia e di quel gonfiore spesso insopportabile rivolgiamoci ad un nutrizionista, oppure ad un erborista di fiducia, o ancora scegliamo di farci fare dei massaggi linfodrenanti specifici. Sentirsi in forma e leggeri è davvero alla portata di tutti.

Alimentazione contro la ritenzione idrica ma non solo Per combattere attivamente la ritenzione idrica ci vuole un po' di buona volontà ma con tutti gli alimenti giusti non rinunceremo certo al gusto, anzi. Bisognerà però eliminare, o almeno limitare, il consumo di insaccati, di sale, condimenti quali salse grasse, ma al contempo sarà anche necessario bere più acqua e tisane, fare più attività fisica e spesso basta stare di più in piedi o camminare almeno 30 minuti al dì.

Limitiamo anche il caffè, eliminiamo le bevande gassate e prediligiamo succhi ed estratti green di frutta e verdura fresca, tra l'altro di gran moda.

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Dai Vichinghi,

alla nostra tavola:

i pregi della dieta nordica

Conosciuta anche come "Dieta dei Vichinghi", la dieta nordica consiste in un regime nutritivo piuttosto simile a quello mediterraneo e finalizzato a mantenere in perfetta forma l'organismo, soprattutto per il notevole abbassamento del colesterolo.

Alimentazione

Milc News

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Che cosa si intende per dieta nordica

La dieta nordica (o scandinava) è un tipo di alimentazione incentrato essenzialmente sull'assunzione di molta frutta e verdura, e abbondanti quantità di cereali integrali pescee . In seguito a numerose ricerche scientifiche è emerso che le persone over 60 che abitualmente si nutrono con cibi di questo genere risultano più protetti nei confronti di numerosi disturbi collegati alla perdita di autonomia. Uno dei presupposti fondamentali su cui si basa la dieta nordica è quello di fare uso di vegetali che crescono nei climi freddi (come ad esempio i cavoli), di pesci pescati nei mari del nord (ad esempio aringhe, salmone o stoccafisso) e di selvaggina (una carne rossa povera di grassi). Oltre a questi prodotti, la dieta raccomanda un largo impiego di frutta secca frutti di bosco bacche ed erbe , , selvatiche arricchite con miele e sciroppo d'acero (zuccheri naturali).

9 Alimentazione Milc News

Può essere utile associare allo zinco anche la vitamina C, che sembra favorirne l'assorbimento, oltre che garantire un'efficace azione antiossidante.

IL CONSIGLIO

Semi papavero 10,23

Alimento mg / 100 g

Cosciotto di agnello magro cotto 7,69 Lo zinco nell’alimentazione

In natura esistono alcuni cibi ricchi di questo elemento:

Germe di grano 12,29

Ostrica cotta 181,61

Ostrica cruda 90,81

Cereali colazione 12,4

Fegato bovino 12,02

Lievito di birra fresco 9,97

Cioccolato fondente amaro 9,63

Cerfoglio secco 8,8

Sesamo semi 7,75

Coscia di agnello cotta 7,69

Funghi secchi 7,66

Se l’alimentazione non basta

Lo diciamo sempre, gli integratori non sostituiscono l’apporto alimentare, ma possono aiutare. Si consigliano integratori multiminerali contenenti zinco che associano il minerale con la vitamina B6 e il magnesio; quelli realizzati con zinco e selenio; oppure altri dove è presente anche triptofano, un aminoacido regolatore sul tono dell'umore.

Cardamomo 7,47

Crusca di grano 7,27

Viene raccomandato di consumare notevoli quantità di riso integrale, di avena, di orzo e di farro, contenenti elevate concentrazioni di carboidrati complessi che non danneggiano la salute perché evitano i pericolosi picchi glicemici. È importante privilegiare i cibi a chilometro zero per garantire la loro massima freschezza evitando lunghi trasferimenti tipici dei prodotti d'importazione. Il pane di segale deve sostituire quello bianco, i formaggi di capra devono prendere il posto di quelli vaccini e il limone e l'aceto vanno utilizzati come condimenti.

La dieta nordica si basa su tre principi fondamentali, che sono:

2 consumo abbondante di verdura, soprattutto di quella a foglia verde o comunque di prodotti che rispettino la stagionalità, per evitare ortaggi importati e quindi conservati;

Carboidrati, freschezza, pane e formaggi

Principi su cui si basa la dieta nordica

1 consumo libero di proteine e quindi di carne, pesce e latticini selezionati secondo quanto esposto sopra;

3 consumo limitato di zuccheri, con particolare riguardo a quelli raffinati, da sostituire con dolcificanti naturali, come miele e sciroppo d'acero.

In questo regime nutritivo sono quasi completamente eliminati i grassi di origine animale, i condimenti cotti e tutte le pietanze troppo ricche.

Benefici della dieta nordica

Il principale obiettivo di tale dieta è quello di fornire un adeguato numero di calorie, di cui l'organismo ha bisogno per svolgere le sue funzioni vitali, selezionando correttamente i cibi che le producono.

> ridurre il colesterolo;

> abbassare la pressione arteriosa;

> perdere peso;

> minimizzare le infiammazioni;

> proteggere il sistema circolatorio.

Sono numerosi i benefici derivanti dalla dieta dei vichinghi, e tra essi:

Secondo uno studio coordinato da esperti dell’Istituto di Salute Pubblica e Welfare di Helsinki e pubblicato sul Journal of the American Medical Directors Association, la dieta nordica ha la stessa efficacia di quella mediterranea, se non superiore. Sono state analizzate 962 persone con un’età media intorno ai 60 anni, riscontrando che gli individui più fedelmente aderenti alla dieta nordica erano quelli che in assoluto avevano ridotto il rischio di deterioramento dello stato di salute in dieci anni di osservazione.

ZOOM: dieta nordica VS dieta mediterranea

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Quando si corre, che si corra per piacere, per allenamento, o per rimanere in salute, che siamo dei runner professionisti o dei corridori “della domenica”, occorre non esagerare coi carichi di lavoro e porsi dei limiti. Per esempio, cavigliere, polsiere e giubbotti zavorrati, sono consigliati o sconsigliati?

Muoversi Milc News

Correre coi pesi fa bene?

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11 Muoversi

Milc News

> i pesi sulle caviglie spostano verso il basso il baricentro, peggiorando la capacità di correre;

> la corsa con i pesi aumenta la produzione di acido lattico;

> i tendini spesso vengono stirati e danneggiati , soprattutto a livello del tendine di Achille, la cui infiammazione può essere molto dolorosa.

È chiaro che, riguardo a questa attività sportiva, è ancora più importante che tu chieda il parere di esperti, dato che i metodi

"fai da te" possono rivelarsi estremamente dannosi: fai un giro in palestra e chiedi un consiglio al personal trainer. Fai una settimana con e una settimana senza pesi, e valuta gli effetti sulle articolazioni.

> le articolazioni che vengono sollecitate eccessivamente e in maniera squilibrata potrebbero subire lesioni anche serie;

Conseguenze dell'impiego dei pesi da corsa

Secondo le indicazioni dei personal trainer, è sempre consigliabile effettuare una sessione di stretching sia prima che dopo la corsa, da eseguire preferibilmente al mattino.

Polsiere e cavigliere sono dispositivi che si chiudono a livello degli arti superiori e inferiori mediante una striscia di velcro e che contengono al loro interno pesi compresi tra 500 grammi e 3 kg. I giubbotti zavorrati, che sono regolabili a seconda della costituzione dell'atleta, sono dotati di tasche da riempire a propria discrezione, con specifici pesi. La finalità di questi attrezzi è quella di aumentare la resistenza migliorando la potenza aerobica, quindi se sono queste le tue esigenze, puoi prendere in considerazione questo tipo di allenamento.

Esiste una notevole discordanza di opinioni rispetto all'utilità di questa pratica sportiva, che secondo alcuni sarebbe addirittura controproducente.

Le ragioni di questa incertezza dipendono da varie considerazioni:

La corsa con i pesi

> le cavigliere costringono a forzare unicamente le cosce senza coinvolgimento della parte inferiore della gamba;

Valutazione dell'utilità dei pesi da corsa

L'utilità di questi supporti si collega alla maggiore sollecitazione della componente muscolare degli arti durante la corsa. È chiaro che la presenza di pesi potenzia gli effetti positivi del movimento incentivando lo sviluppo delle masse muscolari.

Ricorda però di valutare attentamente il rischio di infortunio, che è molto maggiore rispetto a quello di una corsa senza pesi.

Il giubbotto zavorrato risulta meno dannoso di cavigliere e polsiere dato che il peso è meglio distribuito e non grava soltanto sugli arti. Il suo impiego si rivela vantaggioso soltanto se prediligi allenamenti a brevi distanze, oppure attività sportive anaerobiche.

Se indossi un giubbotto di questo tipo, devi essere adeguatamente allenato, poiché il pericolo di affaticamento è molto elevato e un principiante potrebbe trovarsi in seria difficoltà.

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Il tiro con l'arco è uno sport le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Per oltre cinquemila anni l'uomo ha usato arco e frecce per vivere e sopravvivere, c'è voluta la scoperta della polvere da sparo per mandare in soffitta questa attività millenaria. Al giorno d'oggi nell'immaginario collettivo l'arco è sinonimo di piacevole passatempo o, peggio, addirittura di arma pericolosa, ma è proprio così?

Muoversi Milc News

Il tiro con l’arco?

Migliora la concentrazione,

e non solo

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13 Muoversi

Milc News

In Italia la Fitarco conta più di 20.000 iscritti, puoi trovare società anche vicino casa ed il costo dell'attrezzatura per cominciare a tirare non è poi esorbitante. Che aspetti, provaci!

ZOOM: prova anche tu

Tiro con l'arco: uno sport completo

Può sembrare strano ma l'esercizio dell'arco permette di sollecitare un gran numero di muscoli. La parte alta del corpo deve sostenere l'arco e la trazione della corda, quella bassa deve garantire la giusta stabilità, spalle, braccia e dita devono regalare coordinazione ed equilibrio insieme, insomma per tirare una freccia deve lavorare tutto il nostro corpo. E deve farlo in completa armonia.

Corpo sano ok, ma la mente?

Non penserete mica che il corpo possa funzionare bene se la mente non lo accompagna? E già, perché la concentrazione che richiede il tiro con l'arco chiede al cervello uno sforzo supplementare. Ecco quindi al lavoro anche la nostra mens, che diventerà sana come il nostro corpo. A fianco della coordinazione, praticamente indispensabile in questo esercizio, appare la fiducia in noi stessi che ci aiuta a competere con il nostro io e buon ultimo il rilassamento. Tantissimi arcieri dichiarano che tirare favorisce il relax, sembra un paradosso ma garantiscono che è vero!

Cenni storici

Dalle prime società arcieristiche nate in Inghilterra intorno al 1700, gli amanti di arco e frecce si moltiplicarono in tutto il mondo. Nei Giochi Olimpici di Parigi del 1900 il tiro con l'arco fece la sua apparizione tra gli sport riconosciuti come tali, però per le difficoltà a dotarsi di una normativa comune venne escluso a partire dall'edizione del 1924. Con fatica si riuscì finalmente ad organizzare la disciplina con norme accettate in tutto il globo, quindi l'arco tornò ad esibirsi alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Da allora il tiro con l'arco assegna regolarmente le sue medaglie olimpiche.

Per lunghi secoli l'uomo ha utilizzato l'arco per cacciare e garantirsi in questo modo il cibo indispensabile alla vita quotidiana. Poi, nell'aguzzare l'ingegno, si è accorto che quest'arma poteva essere usata con successo anche in battaglia, ecco allora un'evoluzione storica inarrestabile riguardo i materiali e le tecniche con cui realizzare archi sempre più precisi. Nel XVII secolo con l'arrivo delle armi da fuoco, l'utilizzo dell'arco in guerra perse rapidamente diffusione ma, quasi contemporaneamente, se ne scoprì la funzione ludica. Olimpiadi sì, no, certo!

CURIOSITÀ

Esiste una nazione nella quale il tiro con l’arco è lo sport nazionale? Si, il Regno di Buthan. Altre curiosità sul tiro con l’arco? L’antico arco composito turco aveva una gittata di quasi 900 metri. O ancora: in una competizione di tiro con l’arco le frecce volano mediamente a 241,4 Kmh. In Giappone il tiro con l’arco è una vera e propria forma d’arte/di combattimento, il Kyudo.

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Anziani, vivere più a lungo fa

rima con animali

14 Rimanere giovani Milc News

Secondo molte ricerche scientifiche sembra ormai appurato che gli anziani che vivono insieme con uno o più amici a quattro zampe godono di una salute migliore e

“campano” di più. Ecco perché l'adozione di un animale da

compagnia è un rimedio ideale per allungare l'esistenza e

per trascorre serenamente la terza età.

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15 Rimanere giovani Milc News

La presenza di un amico peloso contribuisce a migliorare moltissimo la qualità di vita degli over 65, soprattutto se costretti a stare soli; infatti l'accudimento di un cane o di un gatto consente all'anziano di avere uno scopo nella giornata e quindi a sentirsi ancora utile e meno solo. La passeggiata quotidiana è un impegno estremamente utile per l'anziano che è stimolato a uscire di casa e magari a incontrare altre persone che come lui hanno un animale. Oltre all'esercizio fisico, anche i rapporti sociali sono stimolanti e vantaggiosi per mantenere attivi il corpo e la mente della persona non più giovane e che spesso si sente ormai inutile. Il movimento aiuta a mantenersi in forma, minimizzando i rischi di alcuni disturbi, come diabete, ipertensione, artrite e insufficienza renale, tutte problematiche legate alla terza età. Dal punto di vista psico-emotivo, la compagnia di un animale domestico si conferma un supporto ideale per stimolare l'attività percettiva dell'anziano che viene spinto a creare una relazione affettiva.

Importanza degli amici pelosi per le persone anziane

Vantaggi derivanti dalla convivenza con un animale domestico

Gli anziani che vivono con un animale domestico, nella maggior parte dei casi, dimostrano almeno 10 anni di meno della loro età e questo fatto dipende dal miglioramento globale della loro salute. C'È chi predilige l'assoluta dedizione e fedeltà dei cani e chi invece preferisce l'indipendenza dei gatti, ma in entrambi i casi chi decide di vivere con un amico a quattro zampe ha la certezza di poter scambiare sensazioni positive.

Cani e gatti sono esseri viventi in grado di offrire una sconfinata riserva di affetto e di empatia, che in molti casi sconfina in una vera e propria forma di amore. È proprio questo il principale vantaggio derivante dalla convivenza con un animale domestico, dato che il suo proprietario si sente realmente amato e quindi importante. Le persone anziane spesso non trovano più stimoli nella vita di ogni giorno e tendono a rinchiudersi in sé stesse; la vicinanza di un animale riesce invece a stimolare la loro voglia di interagire e di creare un rapporto affettivo. Inoltre l'accudimento di un altro essere vivente stimola l'anziano a prendere delle decisioni ed a interagire con l'ambiente esterno, offrendogli ancora l'opportunità di sentirsi utile per qualcuno. L'affetto di un cane o di un gatto è il dono più grande che una persona avanti con gli anni possa ricevere.

ZOOM: il dato

Nel 2015 il 39% degli over 65 possedeva un animale domestico. Nel 2018 questa percentuale era salita fino al 55%. Il cane e ̀l’animale preferito dal 51.6% degli over 65, mentre i gatti sono l’animale domestico del 33.3% dello stesso campione.

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Anziani e problemi di

memoria: Terza età

“Me lo ha detto lui, coso, come si chiama”… Ad una certa età è normale perdere qualche colpo di memoria.

Rimanere giovani

Milc News

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8. Utilizzare facce rimbalzanti: è possibile servirsi della fantasia per immaginare il viso della persona che rimbalza più volte, creando un effetto comico, utile per associarvi il nome e ricordarlo meglio.

Bisogna distinguere l'invecchiamento fisiologico (e quindi normale) da quello patologico (sotto forma di malattia) che costituiscono due aspetti di un unico processo causato dall'età.

Nel secondo caso è sempre necessario rivolgersi a un medico, mentre nel primo caso può essere sufficiente ricorrere a 10 trucchi per non dimenticare i nomi.

5. Professione: i nomi propri si ricordano agevolmente se vengono riferiti a una determinata professione in quanto un trucco del genere raddoppia la probabilità di memorizzare.

4. Spelling: immaginare le lettere di cui un vocabolo è composto consente di ricordarlo con estrema facilità.

10 trucchi per non dimenticare i nomi

6. Scrittura: scrivendo più volte un termine, esso necessariamente viene recapito dal cervello che dunque è in grado di ricordarlo anche in seguito.

7. Chiedere nuovamente: anche se il nome è già stato detto, può essere utile chiederlo di nuovo per riportarlo alla mente e quindi ricordarlo.

3. Associazioni: collegando un nome a un'immagine diventa molto più facile ricordarlo poiché le associazioni visive si rivelano efficacissime.

9. Ascoltare: l'ascolto di parole e frasi detti da un'altra persona, il tono di voce con cui vengono pronunciati e la mimica facciale sono altrettanti mezzi tramite cui è possibile memorizzare un nome.

10. Percepire: la percezione di profumi e colori può venire associata a un nome, per mantenerlo vivo nella memoria.

1. Volontà: impegnandosi con la volontà a ricordare un nome, il risultato è quasi garantito.

2. Ripetizione: ripetendo mentalmente oppure a voce alta un nome lo si ricorda con maggiore facilità.

17 Rimanere giovani Milc News

Descrivendo ogni singolo gesto, l'anziano è quasi costretto a memorizzare i nomi delle cose e delle persone che lo circondano, e dunque a ricordarli.

Esistono dei centri specializzati che si occupano dei problemi mnemonici della terza età; si tratta di istituzioni dove gli anziani possono esercitarsi tramite semplici test a collegare oggetti a vocaboli, che pertanto rimangono nella mente. Un metodo molto efficace è quello della autonarrazione, consistente nell’esporre a voce, sotto forma di un vero e proprio racconto, tutto quello che l'anziano sta facendo. In questo modo, le azioni, gli oggetti e le persone facenti parte della sua vita lo aiutano a fissare nella memoria i loro nomi che, venendo pronunciati a voce alta, sono più facilmente riconoscibili. Spesso si compiono azioni in maniera automatica, senza pensare troppo a quello che si sta facendo e quindi si tende a dimenticare i nomi.

Una tecnica per migliorare la memoria: l’autonarrazione

Uno studio dell’Università di Notre Dame pubblicato sul Quarterly Journal of Experimental Psychology ha scoperto che il cervello crea nuovi capitoli di memoria ogni volta che si lascia una stanza e si entra in un’altra, rendendo più difficile recuperare le informazioni dal capitolo precedente (vi è mai capitato di entrare in una stanza e dimenticare del tutto il motivo per cui siete lì?). E sentite qui: un altro studio, condotto su 51 studenti, ha mostrato che è sufficiente immaginare di varcare una porta per cancellare temporaneamente le memorie a breve termine.

ZOOM: entrare in una stanza per cancellare i ricordi

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18 Psicologia

Milc News

L’ottimismo:

qualche consiglio per vedere

il bicchiere mezzo pieno

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19 Psicologia

Milc News

ZOOM: essere ottimisti fa vivere più a lungo

Il 15% delle donne e l’11% degli uomini, se ottimisti, vive di più: è quanto è emerso da una ricerca condotta da quasi 70.000 donne e 1.500 uomini, seguiti rispettivamente per 10 e 30 anni (Dipartimento di Psichiatria della Boston University School of Medicine, USA).

6. Fare quello che piace. Per migliorare l'ottimismo è opportuno dedicare quotidianamente un po' di tempo alle cose che vengono apprezzate personalmente, come cucinare, ascoltare musica, guardare un film, leggere, praticare sport.

1. Valutare i motivi per cui si può essere ottimisti. Può essere molto utile ritagliarsi un momento della giornata in cui analizzare e ricordare tutti i motivi per cui ci si può considerare fortunati, tenendo conto che ognuno ne ha, in misura più o meno grande.

9. Sviluppare delle strategie per affrontare le avversità.

Essere pronti ad affrontare le inevitabili difficoltà della vita contribuisce a potenziare la consapevolezza delle proprie capacità e quindi a essere più ottimisti.

3. Evitare di rimuginare. Pensare troppo ("overthinking") non è mai un atteggiamento produttivo in quanto contribuisce a sovraccaricare la mente facendole perdere la lucidità necessaria per elaborare correttamente i concetti e le situazioni contingenti.

7. Ricordare momenti piacevoli del passato. Il ricordo di esperienze piacevoli consente di programmare obiettivi futuri basandosi sulla consapevolezza di essere in grado di raggiungerli, poiché la felicità del passato è un ottimo mezzo per impostare con ottimismo la propria esistenza.

12. Prendersi cura del proprio corpo e del proprio aspetto.

Esistono alcuni semplici suggerimenti che possono veramente rivelarsi di grande aiuto per migliorare il proprio modo di pensare:

4. Essere gentili. Mettere in atto un comportamento disponibile e gentile verso il prossimo provoca reazioni positive, che aiutano a potenziare l'ottimismo.

5. Frequentare gli amici. Fare in modo di vedere gli amici e di scambiare vicendevolmente opinioni ed esperienze, permette di confrontarsi con persone di cui ci si fida potenziando l'autostima e quindi l'ottimismo.

2. Coltivare l'ottimismo. È consigliabile ogni giorno sforzarsi di trovare il lato positivo almeno di una cosa/azione, per ottenere risultati molto più gratificanti.

8. Porsi degli obiettivi raggiungibili. È fondamentale porsi degli obiettivi da raggiungere senza troppa difficoltà, poiché anche questo atteggiamento aiuta a migliorare l'ottimismo.

Suggerimenti pratici per imparare ad essere ottimisti

10. Non dare troppo peso alle avversità.

11. Praticare attività spirituali, dedicando tempo a ciò che è intellettuale e speculativo

Pessimisti e ottimisti

È ormai risaputo che un atteggiamento ottimista nei confronti della vita non offre vantaggi soltanto a livello emotivo, ma anche a livello fisico poiché sono molti i disturbi di matrice psico-somatica derivanti dal tipo di visione della vita. Secondo le più recenti linee guida, è stato evidenziato come l'ottimismo si possa coltivare e sviluppare, seguendo alcuni semplici presupposti alla portata di chiunque sia intenzionato a migliorare la qualità dell'esistenza.

2. Esiste una predisposizione genetica all'ottimismo, che incide per un buon 50% a livello caratteriale, mentre il 40%

deriva dal singolo modo di agire e soltanto il 10% è riconducibile alle circostanze. Pertanto è possibile (oltre che consigliabile) allenarsi per diventare ottimisti.

1. Il pessimista parte già sconfitto ancora prima di agire e, in tal modo, può condizionare il suo comportamento e quindi il corso degli eventi. L'ottimista, al contrario, sceglie di vedere la realtà da una prospettiva migliore, impostando relazioni più soddisfacenti e rapportandosi positivamente con l'ambiente esterno.

L’importanza di essere ottimisti

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20 Psicologia

Milc News

Con l'inizio di una nuova stagione molti si sentono in forma e si pongono degli obiettivi da raggiungere. Altri invece, si fanno colpire da quella che si chiama “depressione stagionale” (o S.A.D, Seasonal Affective Disorder). In effetti, questo fenomeno negativo colpisce davvero tante persone che si sentono spaesate e senza stimoli. Forse anche tu potresti avvertire questi sintomi. Cosa devi fare per combattere la depressione stagionale? Ecco tutto ciò che devi sapere per riconoscerla e combatterla!

Un po’ di depressione

stagionale: riconoscila e combattila

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21 Psicologia

Milc News

Come prima cosa, occorre comprendere cos'è la depressione stagionale. Solo comprendendo in modo chiaro di cosa si tratta potrai capire il suo reale pericolo. Ebbene, questa patologia psicologica si manifesta quasi come un appuntamento annuale al quale è difficile mancare. Si può avvertire una stanchezza anomala ed una perdita di interesse verso le attività comuni che si svolgono durante la propria routine.

Inoltre, con la depressione stagionale possiamo sentirci poco motivati a svolgere i compiti a lavoro o in famiglia.

Ci sono diverse ragioni dietro la depressione stagionale. Ad esempio, la lunghezza delle giornate si accorcia ed il buio sopraggiunge con maggiore velocità. Inoltre, anche la quantità dei raggi del sole percepiti è minore e di conseguenza il nostro corpo non produce melatonina come in estate. Infine, le temperature fredde impediscono di organizzare attività all'aperto, una delle principali forme di divertimento per oltre tre mesi. Ad ogni modo, puoi combattere in modo efficace la depressione stagionale.

Depressione stagionale: cos'è e quali sono i sintomi?

Quali sono i rimedi per combattere la depressione stagionale?

Ci sono diversi rimedi per riuscire a contrastare questo fenomeno e fermarlo sul nascere. In primo luogo, devi cambiare la tua attitudine mentale. Nessuno sa se verrà colpito dalla depressione stagionale. Tuttavia, invece di pensare di poter soffrire di tale patologia senza poter fare niente, devi avere una mente positiva e credere che anche se

dovesse colpirti puoi fare di tutto per eliminarla in poco tempo.

Questa tipologia di atteggiamento serve sia per curare che per prevenire. Si tratta di una sorta di aumento delle difese psichiche, un po' come avviene per le difese immunitarie quando ci prepariamo all'arrivo del freddo e dell'influenza stagionale. Inoltre, un altro modo per contrastare questo fenomeno negativo è quello di accettare l'autunno. Possiamo vedere questo periodo come una sorta di preparazione nel quale porre le basi per i nostri obiettivi prima di "rinascere" in primavera. Infine, è anche importante non essere soli, ma organizzare serate in compagnia di amici e parenti.

IL CONSIGLIO: profumare l’ambiente

Gli olii essenziali e i profumatori possono in qualche modo alleviare disarmonie emotive e suscitare sensazioni positive: provate mixando alcune gocce di pompelmo, arancio e cannella, sarà il giusto mix per una vera e propria

“cascata ipotalamica” dagli effetti immediati.

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Il foliage, il cambiamento del colore delle foglie degli alberi, che in autunno da verdi diventano gialle, poi arancioni, rosse e marroni. Colori spettacolari, da godersi immersi nella natura (in un bosco, in un giardino pubblico, presso un lago, in montagna). Ma il foliage non è solo un fenomeno cromatico: è un’attività organizzata, per il benessere del corpo e della mente, tanto che sta diventando oggetto di escursioni organizzate.

22 Immagine del mese

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23 Immagine del mese Milc News

Ecco alcuni buoni motivi e benefici per organizzare una giornata all’insegna del foliage:

1. Il clima ideale  (nè troppo caldo, nè troppo freddo); 2. Meno persone sui sentieri (il silenzio, una dimensione più intima, più possibilità di avvistare animali); 3. Combattere la pigrizia autunnale (luce e camminare combattono un po’

di inerzia di stagione…); 4.  La natura ci premia

(possiamo trovare castagne e funghi, oppure

anche far incorniciare le foglie più belle); 5.  Un

eccellente rimedio antistress (i colori, il suono del

calpestio delle foglie, la natura, cosa potrebbe

esserci di più rilassante?).

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Dischetti struccanti home made e naturali

Tendenze

L'inquinamento ambientale è un tema molto sentito, anche quando si parla di bellezza e cura del viso. Proprio per questo motivo, ognuno di noi dovrebbe prestare attenzione anche alle piccole cose per il bene del nostro pianeta.

Statistiche alla mano, in Italia solo l’inquinamento atmosferico è responsabile di centoventi morti in più, ogni anno, ogni 100.000 abitanti . L'utilizzo di dischetti struccanti home made economici e pratici dà una mano all’ambiente:

si possono riutilizzare più volte e sono del tutto naturali.

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Dischetti struccanti che si possono riutilizzare

Di che cosa si tratta? Usiamo spesso tanti dischetti per rimuovere il trucco, e questi oltre ad inquinare, sono anche poco pratici. Solitamente, i dischetti in cotone non sono in grado di rimuovere perfettamente il make-up e quindi tendiamo ad utilizzarne svariati, ma riflettendoci su, vedremo che esistono delle valide alternative.

Perché dobbiamo continuare ad utilizzare dischetti usa/getta, quando in breve tempo, e con il minimo sforzo, possiamo realizzare in casa nostra dei dischetti struccanti fai-da-te lavabili? Ci avreste mai pensato? Funzionano bene, si possono lavare in lavatrice e non inquinano. Ma per realizzarli di quali tessuti dobbiamo munirci? È semplicissimo, bisogna soltanto recuperare alcune stoffe di colori differenti e di qualunque tipo (come dei vecchi tovaglioli), un pezzo di flanella (ad esempio i teli piccoli specifici per neonati), ed una spugnetta in microfibra.

Una volta preso tutto l'occorrente, assicuratevi di avere delle forbici a zig zag e una macchina da cucire a portata di mano (in alternativa anche ago e filo vanno bene).

Alternative al tradizionale dischetto struccante in cotone

Procedere con la realizzazione dei dischetti

Quali passaggi vanno eseguiti? Per prima cosa, bisogna disegnare sulle stoffe alcuni cerchi uguali (prendete un bicchiere che abbia un diametro stretto per farlo). Fare la stessa cosa sul tessuto di flanella, dopodiché procedere ritagliando i cerchietti con le forbici a zig zag evitando così di cucire la parte dell'orlo. Mettete insieme un pezzo di stoffa a colori con uno assorbente, e puntate al centro con uno spillo.

Infine, cucire due o tre millimetri di distanza lungo il bordo, a mano con ago e filo o con la macchina da cucire. Il gioco è fatto, i dischetti sono pronti. Ideali anche per fare un regalo utile alle amiche.

Consiglio finale

Quando i dischetti struccanti sono puliti, si possono conservare all'interno di un vasetto di vetro, arrotolandoli leggermente, uno dentro all'altro in modo che si sfileranno comodamente all'occorrenza.

CURIOSITÀ: storia degli struccanti

Si chiamava Crème Secret de Bonne Femme, era di Guerlain e fece la sua comparsa nel 1901: era una crema che si eliminava con l’acqua e puliva l’epidermide da tutte le aggressioni esterne. Solo negli anni Sessanta comparirono i primi struccanti. Era il 1991 invece quando sul mercato fece la sua prima comparsa l’acqua micellare: era la Sensibio H20 di Bioderma, tutt’ora presente e ormai ever- green, fu il primo prodotto del genere a essere creato imitando i meccanismi naturali della pelle.

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Ciao ciao estate. Qualche trucco per avere sempre

un po' di tintarella

L'estate è ormai alle spalle ma qualche scampolo di abbronzatura vi è rimasta e temete che oltre ai ricordi estivi, siate anche voi a “sbiadire” in fretta? Avete impiegato tutta la stagione per raggiungere quel bel colorito dorato e ora temete che l'abbronzatura conquistata scivoli via insieme all'acqua della doccia? È normale che, con il passare dei giorni, la nostra pelle perda colore e torni ad apparire pallida come nella stagione invernale, ma esistono degli accorgimenti per ritardare il più possibile questo momento.

Tendenze

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L'aiuto di qualche espediente Rimedi naturali

Esistono in commercio detergenti per viso e corpo che p r o l u n g a n o l ' a b b r o n z a t u r a , o p p u r e c r e m e e s p r a y autoabbronzanti che vi doneranno un colorito ambrato anche durante la stagione fredda. Inoltre, osservare qualche accortezza non guasterà, come astenersi dal fare lunghi bagni caldi (riserviamoli magari al periodo invernale) privilegiando docce veloci e tiepide ed evitare di strofinarsi troppo per asciugarsi ma tamponarsi delicatamente con una salvietta morbida. Naturalmente (ma questa è una buona regola da osservare sempre) è consigliato idratare a fondo la pelle, perché una pelle secca tende a desquamarsi e quindi a perdere il colore più in fretta.

Il bagno nel latte è un trattamento di bellezza utilizzato fin dai Innanzitutto, una volta tornati in città, dovete approfittare di ogni occasione per stare all'aria aperta e sfruttare, ove possibile, i benefici che i raggi solari hanno sulla vostra pelle. Se avete la fortuna di possedere un balcone o un giardino, potrete godervi ancora dei momenti per continuare ad abbronzarvi al sole, altrimenti, sempre che il meteo lo consenta, impiegate il tempo libero per fare delle lunghe passeggiate o dello sport all'aperto (magari ritardate il “rientro” in palestra di qualche settimana, e concentratevi su sport ed esercizi che si possono fare outdoor). Inoltre, per potenziare l'azione del sole è bene assumere alimenti ricchi di beta carotene come carote, peperoni, zucca, patate dolci, broccoli, melone, mango, pesche, albicocche e spezie quali paprika e peperoncino. Il tutto accompagnato dai grassi dell'olio di oliva o dei semi oleosi e dalla frutta secca che ne facilitano l'assorbimento.

IL CONSIGLIO

Per un volto luminoso: utilizzare una crema idratante leggermente colorata renderà l'incarnato naturalmente uniforme e, per voi donne (ma vale anche per gli uomini!), un tocco sfumato di una terra abbronzante della giusta tonalità vi renderà splendide e raggianti.

Sebbene le temperature diminuiscano in modo sensibile, è possibile che ottobre ci regali ancora delle piacevoli giornate di sole di cui beneficiare; oltre all'alimentazione possiamo trovare un valido aiuto negli integratori naturali che favoriscono la produzione di melanina, così da poter ottenere il massimo anche dalle sporadiche esposizioni ai raggi solari. Ciò è importante anche per la stimolazione della vitamina D che contribuisce a fissare il calcio nelle ossa.

Addio estate ma...

Non tutti sanno che a specifiche caratteristiche fisiche corrispondono precisi criteri di protezione dai raggi solari:

Fototipo 3, pelle chiara, occhi castani, capelli castani.

Cominciare con una fotoprotezione medio - alta e diminuire gradualmente dopo i primi giorni di esposizione.

ZOOM: e tu, di che Fototipo sei?

Fototipo 1, carnagione lattea con lentiggini, occhi azzurri, capelli rossi. Sempre fotoprotezione estrema.

Fototipo 2, pelle chiara, occhi azzurri o verdi, capelli biondi.

Sempre fotoprotezione alta.

Fototipo 4, pelle olivastra, occhi scuri e capelli bruni.

Cominciare con una fotoprotezione media e diminuire gradualmente dopo i primi giorni di esposizione.

Fototipo 5, pelle olivastra, occhi scuri, capelli neri.

Necessita generalmente di fotoprotezione bassa.

Fototipo 6, pelle scura, occhi scuri e capelli neri. Necessita generalmente di fotoprotezione bassa.

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cachi

I ci aiutano

ad affrontare l’autunno

Prodotti del benessere

Tipici frutti della stagione autunnale, i cachi sono ricchi di proprietà benefiche e si prestano ad essere impiegati in numerose ricette da leccarsi i baffi. Sono conosciuti come il cibo degli dei per le loro innumerevoli virtù, che vanno dalla protezione del fegato all’ azione lassativa , dalle proprietà diuretiche a quelle energizzanti anti-influenzali e fino alla riduzione del rischio cardiovascolare . Il cachi ha una sola, grande pecca: l’ elevato indice glicemico . Inoltre, per l’alto tasso zuccherino, si consiglia un’assunzione prudente a chi è in sovrappeso.

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Servono 2 cachi e 3-4 amaretti sbriciolati per preparare la mousse di cachi. Preleva la polpa dei cachi scavandoli con un cucchiaino, e frullala. Versa la crema ottenuta nelle coppette o bicchierini monoporzione, guarnisci con gli amaretti sbriciolati.

LA RICETTA: mousse ai cachi - è un vero e proprio elisir di giovinezza per la pelle. Contiene

infatti antiossidanti beta-carotene vitamina C, e che rendono la pelle luminosa, forte e sana e migliorano l’elasticità, impedendo i cedimenti.

Valori nutrizionali dei cachi

- è consigliato ai bambini e agli sportivi perché è un frutto molto energetico;

- grazie alla presenza di antiossidanti come la vitamina C e i carotenoidi, protegge le cellule sane dall’aggressione dei radicali liberi, prevenendo così i tumori;

- mangiato ben maturo, è provvidenziale per chi soffre di stipsi, grazie alla presenza di tannini e di fibre;

Effetti benefici dei cachi

- svolge un’azione chiave nella riduzione del rischio cardiovascolare;

Curiosità sui cachi

Per spiegare i benefici dei cachi basta citare l’ottimo contenuto di sostanze salutari, tra cui i sali minerali, in particolare potassio e fosforo, ma anche piccole quantità di magnesio, calcio, sodio, selenio e manganese. Inoltre vantano un considerevole contenuto di vitamina C e sono ricchi di beta- carotene, precursore della vitamina A, che protegge la pelle dai danni del sole. Apportando circa 65 calorie ogni 100 g, il cachi è adatto per chi è inappetente e per chi pratica molto sport, ma non è certo il frutto consigliato per chi ha problemi di linea o per chi soffre di diabete.

Fra le tante proprietà positive attribuite al cachi troviamo:

- per sfruttare al meglio le sue virtù diuretiche, dovute alla presenza di potassio, va mangiato acerbo a colazione;

Il cachi è un frutto originario della Cina, dove era coltivato già 2000 anni fa, ed è molto diffuso in Giappone, non per niente lo chiamano anche "mela d’Oriente". È definito albero della pace perché alcuni esemplari sopravvissero ai bombardamenti atomici del 1945 a Nagasaki. Il nome scientifico è Diòspyros kaki, che significa "frumento di Giove". I cachi più saporiti sono quelli morbidi, con l’interno cremoso, che vanno mangiati quando sono ben maturi, altrimenti lasciano la bocca allappata per l’elevato contenuto in tannini. I cachi vaniglia, invece, non sono astringenti e hanno la polpa soda, infatti si possono mangiare a morsi come una mela.

- ha una significativa azione di stimolo sulle difese immunitarie, utile per tenere alla larga influenze e raffreddori.

Del resto, se la natura ci ha dato i cachi in autunno, un motivo ci sarà!

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30 Prodotti del benessere

“ Una mela al giorno toglie il medico di torno ”, chi non conosce questo antico proverbio? E anche il suo significato è noto a tutti: mangiare frutta (e verdura) fresca quotidianamente aiuta il nostro organismo a mantenersi sano e forte.

Lo sanno anche i muri che un'alimentazione corretta ed equilibrata, ricca di tutti i principi nutritivi, è alla base del benessere psicofisico, e un ruolo fondamentale è svolto da vitamine e fibre contenute nella frutta e negli ortaggi.

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L’ estrattore al posto

della centrifuga .

Ecco perché comprarlo

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31 Prodotti del benessere Milc News

Facile a dirsi

In commercio esistono numerosi apparecchi in grado di trasformare i vegetali in frullati, succhi o centrifugati e se state leggendo queste righe significa che state pensando di comprarne uno ma forse non avete ancora deciso la tipologia.

Tutto dipende dalle proprie esigenze: budget, spazio a disposizione, preferenze riguardo la bevanda ottenuta, che vi faranno propendere per l'uno o per l'altro. Tuttavia le caratteristiche dell'estrattore di succo lo rendono maggiormente consigliato per l'acquisto, vediamole nel dettaglio.

Sembrerebbe una cosa semplice da fare ma secondo un'indagine statistica sono ancora molte le persone che non consumano frutta e, soprattutto, verdura nelle giuste quantità (la regola d’oro è quella dei 5 pasti di frutta e verdura al giorno).

In maniera particolare i bambini dimostrano di gradire poco il sapore di tali preziosi alimenti e una soluzione per rimediare a questa mancanza potrebbe essere quella di farglieli assumere in una forma diversa: succhi o frullati.

Vantaggi dell'estrattore

Comprarlo?

Meglio centrifuga o estrattore di succo?

Se lo paragoniamo ad una centrifuga sono evidenti i vantaggi che un estrattore possiede nei confronti di questa. Il primo, senza dubbio, è la modalità di spremitura che avviene ad una velocità di 40, 60 o 80 giri al minuto (a seconda del modello); ciò significa che non vi è una grande dispersione delle proprietà nutritive dei vegetali utilizzati, quindi il risultato finale sarà un succo ricco di vitamine e minerali. Sempre grazie alla bassa velocità, l'apparecchio ha dei ridotti consumi di energia elettrica e, inoltre, il prodotto che se ne ricaverà avrà un limitato contenuto di aria, così fastidiosa per il nostro organismo. Un altro aspetto positivo è la minore quantità di scarti che verranno espulsi con un meccanismo di fuoriuscita separata dall'estratto prodotto.

Certamente sì. O almeno provare a farlo e a usarlo tutti i giorni.

Se cercate un modo piacevole e salutare per assumere giornalmente frutta e verdura, un estrattore di succo fa al caso vostro. Potrete così ottenere delle squisite bevande, scoprirete inoltre come rendere appetibili al palato dei vostri bimbi anche quelle verdure meno amate, creando mix vegetali dall'unione di succosi frutti di stagione con benefici ortaggi. Un piccolo difetto nel procedimento di estrazione consiste nel fatto che la materia di scarto, oltre ad essere uno spreco economico, è costituita per la maggior parte di fibre, molto importanti per il nostro corpo che, in tale maniera, non ne assumerebbe abbastanza.

Ne esistono per tutte le tasche, i prezzi vanno da poche decine di euro (possono costare anche 30-40 euro), a più di mille euro. Ma la salute, come si sa, non ha prezzo!

ZOOM: Quanto costano?

IL CONSIGLIO

Potete utilizzare gli scarti aggiungendoli alla preparazione di un dolce; otterrete così un doppio vantaggio, consumare fibre e rendere più gustoso anche un semplice ciambellone.

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32 Chiedi all’esperto

Autostima

a cura di Laura De Faveri

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L’autostima è un costrutto in continuo divenire, mai raggiunto una volta per tutte. Ha a che fare con la consapevolezza di sé ed il sentire il proprio valore come essere umano, con doti, risorse e limiti, nella propria unicità e diversità.

L’autostima e gli specchi dell’infanzia

L’autostima si sviluppa nell’infanzia nelle relazioni con le prime figure significative che ci rimandano un’immagine di chi siamo che va a costruire la nostra identità. Spesso, però, gli specchi dell’infanzia non sono proprio fedeli alla nostra immagine e possono rimandarci dei riflessi su di noi anche molto diversi da quello che siamo. È importante prendere consapevolezza della

discrepanza tra ciò che ci è stato detto e chiesto di essere e ciò che siamo davvero perché una sana autostima può svilupparsi quando si è fedeli a sé, quando si vive secondo i propri valori e si fa ciò che si ama; aumenta con la coerenza tra quello che si pensa, si dice e si fa, in altre parole si basa sulla fedeltà a sé stessi.

Laura De Faveri

Per maggiori info:

Iscritta all’Albo degli Psicologi del Veneto (n°A10234), Laura De Faveri ha conseguito la Laurea Specialistica in Psicologa Clinica e di Comunità e il diploma di specializzazione triennale post laurea in Counseling Educativo ad indirizzo analitico transazionale. Sta proseguendo la sua formazione specifica con la specializzazione in Psicoterapia, “Gestalt Therapy”.

trasformarsi.it

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33 Chiedi all’esperto Milc News

> Accettare di provare e mostrare rabbia, paura, tristezza e fragilità

> Dire di no quando si vuole dire di no e di sì, quando si vuole dire di si

> Non fare mai qualcosa di cui ci si potrebbe vergognare

> Prendersi il tempo che serve per valutare una situazione e/o prendere una decisione

> Essere realisti ed onesti con sé rispetto a quello che è possibile e buono fare e a quello che è impossibile e porsi obiettivi realizzabili

> Fare attenzione alle parole che si usano per parlare di sé: il linguaggio influenza l’inconscio

> Stabilire priorità ed eliminare fonti di stress inutili

> Esplorare e sperimentare situazioni verso cui ci sentiamo ispirati Cosa può aumentare la fiducia in sé?

> Investire il proprio tempo in un’attività piacevole che per noi ha senso

> Ascoltare la propria voce interiore e seguire le sue “dritte”

> Assumersi le proprie responsabilità

> Accettarsi così come si è, sia fisicamente che caratterIalmente

> Perdonarsi ed imparare dagli errori: invece di chiederci “cosa ho sbagliato”, chiedersi “cosa ho fatto che avrei potuto fare in modo diverso

> Evitare di lamentarsi senza fare niente per cambiare ciò di cui ci si lamenta

> Migliorare per piacere a sé stessi

> Fare richieste chiare

> Usare la buona educazione e la gentilezza: grazie, per favore

> Evitare il senso di colpa fine a sè stesso, che mantiene lo status quo senza rimediare. Se possibile, invece, chiedere scusa e riparare il danno

> Curare il fisico e mantenere l’equilibrio psico emotivo

> Vivere relazioni piene, nutrienti, condividere in modo piacevole tempo, progetti e crescita

HILLMAN PERMETTI ALLA GHIANDA DI DIVENTARE GHIANDA

> Frequentare persone empatiche, accoglienti, non giudicanti, capaci di sostenervi e di critiche costruttive; persone che ci apprezzano e stimano e che apprezziamo e stimiamo

Mai fare confronti

È la consapevolezza che ognuno ha dentro di sé limiti e risorse, talenti per costruire e vivere la propria vita nella diversità, né nella superiorità, né nell’inferiorità, e che l’unica vera competizione è con sè stessi, nell’essere migliori di ieri, no di qualcuno. Gli altri hanno DNA diversi dal nostro, antenati diversi e percorsi di vita, bagagli culturali ed esperienze diverse.

Hanno quindi un passato, presente e futuro differenti dal nostro e non sapremo mai chi davvero ha meritato di più in una gara, chi ha investito più passione, impegno, dedizione, competenza e chi ha dato meno ma magari ha raggiunto lo stesso risultato. Quindi ogni confronto è del tutto inutile, ad eccezione di quello con sé stessi.

L’invidia è un sentimento tipico delle persone con poca autostima: l’invidiato gli fa da specchio, gli rimanda le qualità che a lui mancano e che non è ancora riuscito ad accettare che gli manchino o, se possibile, a svilupparle. Inoltre, dato che non riesce proprio a fidarsi delle proprie possibilità di migliorarsi e di costruire qualcosa di buono della/nella propria vita, tenta invano di sporcare quella dell’invidiato per sentirsi meglio, un po’ meno in “difetto”. Occuparsi in modo spiacevole della vita degli altri, è uno spreco di tempo e di energia del tutto inutile al fine del proprio benessere: aumenta solo il circolo vizioso, anziché trasformarlo in circolo virtuoso di cura del proprio giardino.

Il confronto con sé stessi

“Un uccello posato su un ramo non ha mai

paura che il ramo si rompa, perché la sua

fiducia non è nel ramo, ma nelle sue ali” (Cit.)

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L’ A rtrite Reumatoide

Enciclopedia Medica Tascabile

Considerata una delle più diffuse malattie infiammatorie croniche, l'artrite reumatoide è una patologia ad eziologia non chiara, che probabilmente dipende da cause autoimmuni.

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35 Enciclopedia Medica Tascabile

Che cos’è l’Artrite Reumatoide

I sintomi di questa patologia si evidenziano soprattutto al mattino, quando il paziente si appresta a mettere in azione l'apparato osteo-articolare. Oltre alla già citata rigidità muscolare, si nota anche una facile faticabilità, che costringe il soggetto a riposarsi di frequente durante le normali attività quotidiane.

Si tratta di una malattia multifattoriale derivante da un insieme di fattori predisponenti e cause scatenanti, tutti riconducibili a un'alterata funzionalità del sistema immunitario. Il disturbo colpisce essenzialmente le articolazioni in maniera simmetrica, anche se in casi particolarmente gravi può coinvolgere organi come cuore e reni. Dal punto di vista epidemiologico essa è tre volte più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile, con prevalente insorgenza in età compresa tra i 40 e i 60 anni. I sintomi più caratteristici sono rappresentati da gonfiore localizzato accompagnato da iperemia, calore diffuso, rigidità, soprattutto mattutina, e dolore. Anche numerosi fattori esterni possono provocare l'insorgenza di artrite reumatoide, come ad esempio affezioni dentali, concomitanti patologie virali e stress.

Sintomi dell'artrite reumatoide

Questa astenia generalizzata si accompagna di solito a una diminuzione della forza muscolare e a dolore localizzato in sede articolare. Al suo esordio l'artrite reumatoide colpisce le piccole articolazioni come quelle di mani, polsi, piedi e caviglie, per poi interessare progressivamente gomiti, ginocchia, spalle fino ad arrivare all'articolazione mandibolare. Può essere presente una sintomatologia simile a quella influenzale, accompagnata a un malessere generalizzato con disappetenza e calo ponderale.

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A differenza dell’artrite, l’artrosi non è una malattia infiammatoria, ma una forma degenerativa cronica.

Colpisce soprattutto le persone più avanti con gli anni perché è connessa all’usura delle articolazioni.

ZOOM: artrite o artrosi? Il farmaco d'eccellenza nel trattamento di questa patologia è il Methotrexte. Dato che i principi terapeutici possono dare importanti fenomeni di intolleranza, vengono spesso impiegati farmaci biologici. I corticosteroidi trovano largo impiego grazie alla loro efficace attività antinfiammatoria, di solito più potente di quella dei FANS. Per la gestione del dolore in casi particolarmente gravi possono essere impiegati anche oppioidi. Un ruolo di notevole rilevanza è quello svolto dalla fisioterapia, che servendosi di un adeguato percorso riabilitativo consente di mantenere una condizione fisica generale accettabile, evitando la progressiva perdita di forza muscolare. È fondamentale affidarsi a professionisti esperti che non forzino mai le articolazioni, obbligandole ad azioni scorrette.

Trattamento dell'artrite reumatoide

ZOOM: l’alimentazione aiuta

Il regime alimentare può migliorare notevolmente le manifestazioni dell'artrite reumatoide; esistono infatti integratori alimentari a base di principi attivi vegetali che consentono un miglioramento quasi istantaneo della sintomatologia: tra essi gli omega-3, gli omega-6 e l'acido alfa-linolenico.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la prevalenza dell’artrite reumatoide nel mondo è tra lo 0,3 e l’1%, con maggiore presenza tra le donne e nei paesi ricchi.

L’osteoartrite colpisce il 9,6% degli uomini e il 18% delle donne con più di 60 anni.

In Europa, l’artrite colpisce milioni di persone. Nell’Unione Europea, i rapporti sulla salute indicano che le malattie muscoloscheletriche, delle quali le artriti sono una parte preminente, interessano il 50% della popolazione. 

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