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aceri crudeli LEONE TOLSTOI - U ' Jy Biblioteca Universale ! fw~i '5r La felicità nia professione di fede [fai U'* casa editrice sonzogno Milano

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(1)

Biblioteca Universale

! • fW~i£'5r

LEONE TOLSTOI

- U ' Jy

aceri crudeli

La felicità

nia professione di fede

[fai

U'*

casa editrice sonzogno — Milano

Via Paaquirolo. 14

(2)

I

PROPRIETÀ LETTERARIA RISEI

Milano — Si ab Grafico Matarclli. via Paaaarella

(3)

utticio

rron razione

I

PIACERI CRUDELI

l mangiatori di carne.

1 .

« -ir ws

dfmetodo, sena» di che

\o

Crebbe trebbe essere ragpunto. Co avesse la pasta ed impossibile lare il pane se n tende ad UIia il forno riscaldato, cosi l nomo cn ha saputo vita morale, non può riuscii . dello quali acquistare le diverse qualità, l «èunu0mo possono far dire drcoUu cj^P^ ^ girac¬

eli vita morale m ®1 - <i«ve seguire un cam- quisto di queste virtù, o cominciare dallo mino logico e determinato, oev Q ]a iUXiga virtù fondamentali e salire P j?ss0. In tutte acala che lo conduce allo sc<J Paziono la quale le dottrine morali esiste ima g va dada terra al come dice la sapienza ohm»^ g. può compiere cielo, e la di cui asce gradino.

che incominciando dalpr S dai brahmani e Questa regola e pre^iitt GonfuCio, c la buddisti, quanto dai Pa^'h ^ vari -greci. - bì ritrova' pure nella dotrr

(4)

^ fiaoerT crudeli

Tutti i moralisti, tanto credenti quanto materia¬

listi, riconoscono la necessita di una successione definita e metodica nell’assimilazione della virtù, senza di che non è possibile una vita morale.

Questa necessità che pure deriva dall essenza stessa delle cose, sembrerebbe dovesse essere accettata da tutti; ma, cosa strana, ciacche il cristianesimo è diventato sinonimo di Chiesa, la coscienza di questa necessità tende sempre più a sparire e non esiste ormai che negli asceti e nei monaci. Fra i .cristiani laici è perfettamente ammesso che un uomo possa avere delle grandi virtù senza aver prima acquistate quelle elio or¬

dinariamente sono indirizzo alla perfezione; al¬

cuni vanno anche più oltre o pretendono che re¬

sistenza viziosa di un individuo, non gli impedisce per nulla di avere delle grandi virtù. Per questo, oggi nei laici la nozione della vita morale, se non e perduta, è però molto vaga.

11 .

modo°nCÌ° m°’ ® avvenuto nel seguen

“t1 P.Wesim

s.'wai sr;

che bisognava anomali eia la Prima quali raggio, la

8

sZgezTe t ■’ W™™ Poi « c sue dottrine, era la niù glustlfia ?he, secondo potesse avere. ^ §rar*de virtù che l’uon

La dottrina di Cristo

nsegnava un’altra gr

(5)

PIACERI CRUDELI 5

duazione: il sacrifizio, la fedeltà al divino volere c sopratutto, l’Amore. Gli uomini, clic si sono se¬

riamente convertiti al cristianesimo cercando di condurre una vita morale cristiana, incomincia¬

rono tuttavia coll'adottare il principio della dot- trina pagana, astenendosi dal superfluo. Non si creda però ciré il cristianesimo s’appropriasse in questo caso ciò che il paganesimo aveva eretto prima di lui. — Non mi si faccia il rimprovero die io voglia abbassare il cristianesimo metten¬

dolo a confronto del paganesimo: sarebbe ingiusto.

Riconosco la dottrina cristiana come la piu ele¬

vata, come quella che non si può paragonare colla padana: ed è tanto vero che la dottrina cristiana e superiore, che essa l’ha completamente sosti¬

tuita. Ma bisogna pur tuttavia ammettere che tanto l’una che l’altra conducono 1 uomo al bene ed alla verità; e siccome queste due cose sono im¬

mutabili, la via che dobbiamo seguire per rag¬

giungerle deve essere la stessa. Ecco perche e ne¬

cessario che i primi passi su questo cammino siano uguali tanto pei cristiani ohe pei pagani.

Clic differenza v’è dunque fra queste due dot.

trinei Mentre la dottrina pagana si è stabilita in modo imperfetto, la cristiana invece e una con¬

tinua tendenza alla perfezione. , ,, Platone, per esempio, stabili come modcll di perfezione: la Giustizia, - Cristo scelse la per¬

fezione indefinita: l’amore: « Siate perfetti come perfetto ò il vostro Padre celeste. » .

1 Secondo il paganesimo, prima d arrivare alla più alta virtù, i gradi pei quali si passa hanno P i- r(dativa; piu sono alti, e mag.

cìore ^virtù è necessaria. Risulta dal punto di 6. , nn c]ie si può essere piu o meno vir¬

tuosi "più o meno viziosi. La dottrina cristiana tuosi, P,u : a virtuosi o non lo si è. ho

•rl' S - pS, »» non si è.tali fmd'è utt! gli clementi non sono ncqmstat..

(6)

0 rlACEBI CBODEI.I

Ali spiecro. Dicono i pagani che l’uomo saggio è virtuoso ma colui che. alla saggezza unisce il cora-ìo’ lo è più del'primo: e se a queste due qua- liti unisce il sentimento della giustizia, la perfe¬

zione è raggiunta. Il cristiano invece, non potrebbe essere^upcrioreo inferiore ad un altro da un punto di vista inoralo: ma è tanto più cristiano, quanto più rapidamente progredisce nella via della pol lu¬

zione, qualunque sia il grado di virtù da lui rag¬

giunto. E perciò la vita stazionaria di un fariseo e meno cristiana di quella di un ladrone, il cui animo è trasportato verso l’ideale e che si pente sulla croco.

Questa è la differenza fra le due dottrine. I) paganesimo considera l’astinenza come una virtù, mentre il cristianesimo non l’ammette elio conio un mezzo d’avviamento al sacrifizio, prima con¬

dizione di una vita morale. Tuttavia gli uomini non considerano la dottrina di Cristo come una tendenza continua alla perfezione; la maggio¬

ranza l’ha compresa come una dottrina di re¬

denzione; ossia, il riscatto dal peccato, per la .grazia divina trasmessa dalla Chiosa, presso i Cattolici c gli Ortodossi; e dalla credenza lidia redenzione presso i protestanti ed i calvinisti, h questa tendenza che ha fatto scomparire la sin-' conta e la serietà dell’atteggiamento di fronte alla inoralo cristiana. Gli apostoli di questi principi possono predicare elio i mezzi di salvezza non ii pod scoilo all uomo di seguire una vita morale,

£ V co,lcorron°; ^rte premesso portano lo Imo conseguenze e nessun argomento1 potrà im¬

pedire agli uomini di accettarle. Eccl lerci è 1 uomo che è imbevuto di queste credenze di redenzione, non avrà più enen-in

assicurare la sua salvezza enlln^. su^cicntc Pel

*

guari del cristianesimo. ' maggl0r Pai'te dei se-

(7)

riAOKHi rnni»fli

7

TTI.

Tale, la causa principale del rilassamento de costumi. Pero Uè attenersi a questi costumi' perchè privarsi di questa o quella cosa, se il 11- sultato sarà l’identico? perchè lasciare abitudini piacevoli, quando la ricompensa verrà ugual¬

mente? Apparve di recente l'enciclica del papa sul socialismo: in questo documento, il capo della Chiesa, dopo una pretesa confutazione della dot¬

trina socialista sulla illegittimità delle proprietà disse espressamente: «Nessuno e obbligato ad aiutare il prossimo togliendosi parte del neces¬

sito o privandone la propria famiglia, od eli¬

minare qualunque delle cose che e convenienze mondane esigono. Nessuno, di fatti, deve vivere contrariamente alle convenienze. » (San iom muso dice: Nnllus enim inconventenUr debet vivere) « Ma dopo aver soddisfatto> i bisogni e le convenienze esteriori », dice più' oltre 1 enciclica

« U dovere di ciascuno, è di dare il superfluo a.

P°Così' medica il capo della religione oggi la più diffusale contemporaneamente alla predicazione

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ers 0

dell» 8U0

atte 1»

dottrina evangelica

sia

Per quant . ^11’abnevazione e insegni piena di mcitarne t a delle condizioni per turali! perfezione cristiana; per quanto .v,

(8)

g PIACERI CRUDELI

sh detto: « chi non porterà la sua croce, chi non rinnegherà suo padre e sua madre, eli. non arri- schiera la sua vita... », questi uomini persuadono Si altri, che non è necessario, per amare il pros- simo sacrificargli ciò a cui si è abituati, ma basta dargli quello che si crede più conveniente

Così parlano i padri della Chiesa, di conse¬

guenza quelli che respingono la loro dottrina, pensano, parlano e scrivono come i liberi pensatori.

Questi individui si persuadono e persuadono gli altri, che senza bisogno di limitare le proprie passioni, si può servire l’umanità e avere una con¬

dotta morale. Gli uomini, dopo aver respinto le pratiche pagane, non hanno saputo assimilare la vera dottrina cristiana, non hanno creduto al progresso della virtù, e sono rimasti-stazionari.

IV.

.s

Un tempo, prima dell’apparizione del cristia- nesimo, tutti i grandi filosofi, cominciando da ra;e’ eran<? persuasi ohe la prima virtù ne-

“SSSSS,1 a8t,neìlza> e Che non possedendola,

Alla giustizia,P bisogna^he'T^’ disintores?c>

corsi, e che sia abbaaÌ

fU0?0 iraPan a

vl,f*

proprie passioni. anza *orte> por frenare le poiché abbiamoìa^convin** tUfcfco ci° sia inutile’

condurre un’esistenza _ c^e l’uomo possa che quando asseconda , 80'ufcamente morale an- proprie inclinazioni per

(9)

PIACERI CRUPEI.! 9 il lusso ed i piaceri. — Sembrerebbe —- qualunque sia il punto di vista da] quale si giudica, o utili¬

tario, o pagano o cristiano — che l'uomo, il quale approfitta per proprio piacere del lavoro, o spesso del lavoro più faticoso degli altri, agisca male e che questa dovrebbe essere la prima abitudine da lasciare, s’egli mira a vivere corno uomo dabbene.

Gli utilitari dicono che è una cattiva azione, perchè forzando gli altri a lavorare per sè, l’uomo si trova sempre in una situazione incresciosa; egli s’abitua a soddisfare le suo passioni e si fa loro schiavo, mentre la gente clic impiega, non lavora per lui che con gelosia e malcontento, e non cerca clic un’occasione propizia per sottrarsi a questa necessità.

Per conseguenza l’uomo è sempre esposto a restare con dello abitudini inveterate che un giorno poi, non potrà più essere in grado di soddi¬

sfare. Anche la giustizia dice clic ciò è una cattiva aziono, perchè è male, per un piacere personale, beneficare col lavoro di individui, i quali per la loro condizione, non possono concedersi la centesima parte del godimento che concorrono a procurare a colui che li impiega. Secondo l a¬

more cristiano sembra superfluo dimostrare che l’uomo il quale ama realmente il prossimo, lungi dal servirsi del lavoro degli altri per le proprie sod¬

disfazioni, darà piuttosto la sua parte di atti¬

vità per concorrere al benessere altrui.

Queste esigenze dell’interesse, della giustizia, e dell’amore sono assolutamente sprezzate nella nostra società. Invece oggi la dottrina che do¬

mina considera l’aumento dei bisogni come una qualità desiderabile, come un indice di sviluppo intellettuale, di civiltà e di perfezione.

Gli uomini che si dicono istruiti, sono per¬

suasi che queste abitudini di mollezza, che questa tendenza a tutto ciò che sa di effeminato, sono

un indizio certo di superiorità morale confinante

(10)

riACBBI OBtH'ELl

,, . .. Fd il più forte sostegno di questa colla 7irtù\Ed: trova nella poesia descrittiva asserzione lo si t secolo e dl quello pas- 6 Z STSi e le eroine ohe. rappresentano 1 i- sato. wli eroi • sono descntti?

deale delta virtù, d ®j voite gli uomini, che de- La maggior parte delle vo 8 di nobUOi di vono peraonificare quakil emi di Fe.

elevato, da Chdd-Harold^ag^n ^ alt che’pirassilfi quali divorano eoi loro lusso .1 lavoro di migliaia d’uomini, mentre essi non sono UtQuanto alle eroine, non sono che cortigiane che procurano più o meno piacere agli uomini, c dissi¬

pano il lavoro di altri per soddisfare il loro lusso.

Mi ricordo, elle quando scrivevo romanzi, mi trovavo sempre davanti ad una grande dii- ficoltà; l’ho combattuta, come ancora oggi la combattono i romanzieri che hanno la coscienza della vera bellezza morale; e questa difficolta stava nel dipingere il tipo dell'uomo di gran mondo, idealmente bello e buono, o nello stesso tempo conforme alla realtà.

La descrizione dell’uomo e della donna del¬

l’alta società, non sarà vera so il personaggio non è presentato nel suo elemento abituale, ossia nel lusso e nell’ozio. Moralmente, questa figura è poco simpatica, eppure bisogna descri¬

verla in modo tale, che lo diventi, ed è ciò che i romanzieri fanno e che io stesso ho fatto. E infine poiché preoccuparsi di un tale studio? La let¬

tura abituale di questi romanzi, non è, dal punto c ì \ ista morale, ad un livello press’a poco uguale a quello degli eroi ohe in essi si dipingono? Non t-udin^ fr, 6 8tesse tendenze e le stesse abi- sin aHr>r-a 0ra perchè affaticarsi per rendere De^Camorn P1 ?,0m,e Ohild-Harold Oneguine, ile Umors, quando la maggioranza è eia dis-

1 * considerarli

oom.

S°one

pe, bl«?

(11)

riicnni obudeli 11

V.

La prova innegabile che gli uomini del giorno d’oggi non considerano l'astinenza pagana e l'abnegazione cristiana come qualità buone o desiderabili, si trova nel sistema d’educazione impartita ai bambini;’invece di tendere a ren¬

derli forti e coraggiosi, si dà loro 1 abitudine del¬

l’ozio. Ecco una storia che sempre ricordo e che voglio narrare. , , _

Una donna offesa da un’altra donna, per ven¬

dicarsi, le ruba l’unico figliuolo; poi va da uno stregone o gli domanda m qual modo può ,tiano vendetta della sua nemica per mezzo del figlio.

Lo stregone la consiglia di condurre il bam¬

bino in un luogo da lui indicato, e le prometto il miglior risultato. La donna perversa segue il coiSglio! ma non perde di vista il «^1°;

c co,, 8ua grande '^c°o ò JnV erodi.

KM “ritorna dal mago c lo tempesta di rìmpro-

ss s

piange la vittima, u b allora incomincia cliozza, si ìovina I > sofferenze fisiche, che una sone di pmsopportare e contro la Slla natura sensibile de^ soppo ^^ ^ ^ le quali egli e «“Pjjjjjj ’0 ad una vita regolare;

razioni nobili lo P°™ £ otellza del corpo cor-

« «■» •

(12)

12 rIAOERI CRUDELI

E’ una lotta senza speranza, una ricaduta con¬

tinua, ogni giorno più in basso; poi sopraggiungo l’ubriachezza come mezzo d'oblìo, cd inlino il delitto od il suicidio per conclusione. Davvero che l’educazione di certi ragazzi della nostra epoca ci devo terrorizzare. Solo i più implacabili nemici, potrebbero inculcar loro l’imbecillità cd i vizi, che invece i fanciulli devono ai parenti e specialmente alle loro madri; e il nostro spa¬

vento aumenta, quando si osservano i risultati di questa educazione; e lo sfacelo ch’ossa pro¬

duce nell’animo dei fanciulli così accuratamente rovinati dai genitori. Si danno loro delle abitu¬

dini effeminate; non s’insegna a dominare le proprie tendenze. Ne risulta che l’uomo, ben lontano dall’essere abituato al lavoro, d’avere l amoro della sua opera, d’avere la coscienza di ciò che fa, e invece abituato all’ozio, allo suor- ìmro, o al disprezzo di qualsiasi lavoro produt- acouisffrlPrde a nozio"e della prima virtù da riBMdten1 fggezza; ed entra nella vita dove c dc>v_e sembra si apprezzino le grandi Felice ancora U®t“ìa* ,dcll’amore e della carità, mente debole- cwr gl0vane ® di natura moral- lità dalle annaren-1 Qvn Sa distinguere la mora- delia menzogna che dl rSSa’ scS** s’accontonta

..«*“ 5 * 1 '*•<**> <•«"*

l»to, può vivere felice fine n6nS° morale as£>o- semprc è così i no ta a m°rte. Ma non tempi, ohe la’ coMÌen/T?Mn-Ìn <luosti

nell'aria c si ripercuoto t de i lmmoralità vibra Sempre più spesso aoo > ,drzatamentc nel cuore, vera inorile sFfanno SR° C? 1 P^^ipI della una lotta interna una snff ’ ed a^ora incomincia finisce in favore ’ della m ,Gre.1.\za °he raramente , l’uomo sente che cmorahtà-

bisognerebbe totalmente ?, ?ta ? attiva, che farlo; ma allora quelli cho •?r*a> 6 cerca di gJa passarono per

(13)

1Q PIACERI CRUDELI

questa lotta o capitolarono, si gettano su colui che tendo a cambiare sistema, e si sforzano con tutti i mezzi, a persuaderlo dell’inutilità della sua resistenza, a provargli che l’abnegazione e la continenza non sono in verun modo neces¬

sarie per essere buoni; che si può, pure amando il lusso, l’ozio ed anche la lussuria, essere asso¬

lutamente utili e retti. Questa lotta finisce gene¬

ralmente male, poiché l’uomo estenuato, o si sottomette all’idea generale, o cessa cl ascoltare ia voce della coscienza, ricorrendo a dei sotter¬

fugi per giustificarsi e continuare la vita di dis¬

solutezza, persuadendosi ch’egli la riscatta, tanto colla sua fede nella redenzione e nei sacramenti quanto col culto della scienza dell arte e «Iella patria; oppure egli lotta, sofire, impazzii»

si suicida. E’ difficile che in mezzo a tutte le ten¬

tazioni che circondano l’uomo della no^ra so- cietìv e<di comprenda che esisto e che e csi.

per migliaia d’anni una verità primitiva per gli uomini8 saggi, che por arrivare ad un esistenza morale bisogna anzitutto smettere una cattiva condotta, e che, per raggiungere quajjwjj

bìsocna prima acquistale 1 astinenza il pròprio Io mimo,, come insegnarono i pagw»|.

o la virtù dell’abnegazione, come prescrisse cristianesimo.

VI.

• Ho tolto le lettere « “ “t'fSro

M. Ogarev, 1 esiliato, ^ M Qgarev, espone M. Herzen. In queste 1 ’lvat;s9ime tendenze

^

coira-

(14)

J ^ riAVAOi VMW« —

mico suo. Parla della perfezione, della santa ami¬

cizia, dell’amore, del culto alla scienza, dell’u- manità, eoe., ed in pari tempo, collo stesso tono, egli scrive che sposso irrita l’amico col quale vive, perchè secondo le sue proprio espressioni: « Mi trovo in uno stato d’ebrezza, e passo delle lunghe ore con un essere decadente, ma piacevole...*.

Evidentemente molto simpatico, di gran ta¬

lento ed eruditissimo, questo uomo non s’ima- ginava d'aver la minima colpa nel fatto, ch’egli, ammogliato, e nell’attesa continua del parto di sua moglie, ritorna a casa ubriaco o dopo aver passato il tempo con una donna di pessimi co¬

stumi. Non gli è nemmeno balenato il pensiero clic [finché egli non avesse intrapreso la lotta, dominando, almeno in parte, le suo tendenze al- 1 ubriachezza o alla lussuria, non avrebbe il iu te di pensare all’amicizia, all’amore e sopra¬

tutto al culto di qualsiasi cosa.

n r-^n -j0'0 non ^tta contro i suoi vizi, ma ohe

Z

Te un non 80 chc di piacevole, denza vPZidlSC01i° .menomamente la sua ten- derli aU-àmicrf ?Qrfez,10n®; «. invece di nascon-

vano le cose cinqualfanni fa gg C°S! and&*

gli stessi Hogarev eTloi0 peiS01l1.0’ ll0 conosciuto categoria, educati secondo e]og lfUOmini di ,fluesto In tutti v’era una C0 0 stosse tradizioni, librio morale- avevano '1canza assoluta di equi- del bene, e nel medesimo f'™ des.idei'io di fare vano alla più completa rii tei,nP° si abbandona- convinzione che dò noi^ò f° Ute?za: avovano la stenza morale e che prniZVan,mPedn'e nn’esi- comp,ere. delle buoneZ? ne[la Possibilità di ZS‘ met'tevano in Un fn,. anahe, .nobili azioni, non preparata, e credevano ni *r.yddo della pasta co lo,

li,

quando gli ann: 10 d pano si sarebbe g anm Passand0) s’accorsero

PIACERI OBODEM

(15)

TIACEIU OnODELI 15

che il pane non cuoceva, ossia che la 1°™ esi¬

stenza non aveva avuto nessun risultato utile, vi riconobbero un colpo terribile del destino.

In fatti questa situazione tragica, quale era ai tempo di Hcrzen, Ogarev, ed altn, si ripete an¬

cora oggi per molti, che si reputano ìstri t , e clic hanno conservate le stesse opinioni

L’uomo tendo ad acquistare dei buoni costumi, ma la regola necessaria a questo scopo, non esi¬

ste nella società attuale. , Come 0"arev e Herzen cinquant a.mi la. la maggioranza degli uomini moderni e convinta che una vita effeminata, una nutrizione abbon¬

dante c grassa, i piaceri e la lussuria, noi ostacoli ad un’esistenza morale.

Ma probabilmente non riuscirannomai, a con durre questa esistenza morale perche si lasciano sopraffare dal pessimismo e dicono: « E una si

riconosce^ Jto tajj*

f

C.

cori e ineguale fra gli u°mm

,

desiderino a godere sempre

sone, che entrando Pei ] . {l,utfci che trovano s’affrettano a ooghere ut 1 degidevan0 favnc una alla loro portata, e ine Ui cho u seguono,

(16)

16 PIACERI CRUDELI

VII.

L’errore di cui parliamo, è tanto incomprensi¬

bile, che, ne sono certo, le generazioni future non comprenderanno ciò che gli uomini dell’e¬

poca nostra intendevano per vita morale, quando ammettevano che il goloso, il dissoluto e l’o¬

zioso delle nostre classi ricche potessero condurre una vita morale. Infatti, basterebbe abbando¬

nare il modo usuale di considerare la vita delle classi ricche, e riguardarla, non dico da un punto di vista cristiano, ma pagano, o dal solo lato della giustizia la più elementare, per convincersi c ie, di fronte a tale violazione delle leggi le più semp ìci, le più primitive, leggi che gli stessi fanciulli non oserebbero violare nei loro giuochi, viamo enqn?h n01',U°mÌnÌ della classe ricca, vi- esistenza moiale^0 653616 questione di <lualsiasi thmUc?nLVf°»lteffPCr -gÌUStÌficare la nostra cat-' ali; vitad0oÌ5'inaaSmnoT ** 5“ atfc° contrario indicando il solo ?sseado esso naturale conseguentient P°Sare; diviene

• Simile giustificn,;^ ,1Va azione!

ventata perchè gli uom;Se-mbra essere stata in¬

abbandonare la foro cSl UOn jbbiano mai acl stra vita fosse semSe rei» C°ndotta' Se la ™- a tale vita sarebbe inr-,*! °gm az*one conforme è del tutto buona i è a^te retfca: se perchè ogni azione nossa altrettanta probab lità se infine è cattiva, ?ome 1*%* bu°na o cattiva:

genti, e impossibile coirmi6 a de^e classi diri- uona, senza comprometlpr^ -iUna 8cda azione ella nostra vita. pi0mettere il corso regolare

(17)

PIACERI CRUDELI 17 La moralità della vita, secondo la dottrina pagana, e ancor meglio secondo la cristiana, non può ossere^definita che dal rapporto, nel senso matematico, dell’amore per sè, all amore pel prossimo.

Meno si ama sè stessi e meno cure si esigono dagli altri; più si ama il prossimo, curandosi del bene altrui; e più si lavora per tale bene, piu la vita è morale. Così comprendevano e compien¬

domi la vita buona tutti i saggi dell’umanità e tutti i veri cristiani; e pure in tal modo e com¬

presa dalle persone semplici. Più l’uomo dona a"li altri, esigendo meno per sè, più egli e vicino alla perfezione: meno egli dà e più esige, tanto maggiormente s’allontana da tale perfezione.

Se voi spostate il centro di gravità di una leva, avvicinandolo al braccio più corto, ne deriva che non solo il braccio lungo s’allunghera maggior¬

mente, ma quello più corto s’accorcera ancor piu.

Così so l’uomo, avendo una data facolta d a- mare, aumenta l’amore e le cure per se stesso egli diminuisce per conseguenza la P°®sibl^a dell’amore e delle cure dovute agli altri, non sola mente nella quantità d’amore accumulata per ini ma in proporzioni maggiori. ,

Invece di sfamare gli altri, l’uomo mangia anche

Per essere capace d'amare il

coverarli: per ^«^Xente il nostro simile, perchè per amare re • sfcegsi ed appren- bisogna non amar tr jPP ,. e’ di dormire, dere a dimenticare di man^a «Uomo come facciamo cogli altu. ìnoi cucia

(18)

' PIACERI CRUDELI

buono o di condotta morale » ad un individuo effeminato, abituato al lusso. Un simile essere può avere il miglior carattere, ma non una con¬

dotta molale, nello stesso modo che un coltello della miglior fabbrica e elei miglior acciajo non può tagliare se non e aflìlato. Essere buono ecl avere dei buoni costumi, vuol dire : dare agli altri più che non si riceva.

L’uomo abituato al lusso non può fare ciò:

anzitutto, poi numerosi bisogni clic una lunga abitudine gli ha reso indispensabili, e inoltro, perchè consumando ciò che ricevo dagli altri, s’indebolisce e si rende incapace ad ogni lavoro.

L’essere umano (uomo o donna), riposa su di un letto, con un elastico, duo materassi, due lenzuola di bucato, delle federe ai . guanciali di piuma; vicino al letto ha un tappeto per pro¬

teggere i piedi dal freddo, benché abbia delle pantofole: non mancano poi gli accessori porche non si incomodi ; egli può soddisfare, senza al¬

cuna noja, ogni suo bisogno. Lo finestre sono pro¬

tetto da cortine perchè la luce non gli disturbi il sonno, od egli dorme a sazietà.

abh?nnV?m^aUZÌOn® è usata affinchè nell’inverno molestato d’af UG eBtate> fresco; perchè non sia insettiVegh dormTèdaa|le m°S-he altl',i Lacerna od (In 0 * 1 ,e a\ suo risveglio troverà altro volte per radorsiVV°lte pd baR110’

esigenze della sua toSetta^rr*’ * SCC01uhl.,de le ed il caffè bevande . S1 prepara il the pena alzato; le seamo^r da prendersi ap- (parecchie paja) ohWlf LftlValÌ’ le soprascarpe sono già pulite e luccicano

™Sp°1Cate la viSilia>

vi si trovi un granello rì;l° ?0me vetro, senza che e gli si riordinano pure f,|ìPQ, v,e.r?' ^li s> puliscono prima, non solamente ;!! • tl 'fossati il giorno ma in primavera ed nnt1UVerno' ed in estate, col caldo, coll’umido ec? rT°.’ «Rancio piove,

°' eco- Gli si prepara la bian-

(19)

PIACERI CRUDELI 19 clicria di fresco lavata e stirata; persone espres¬

samente occupate a tali lavori, si occupano pure con diligenza ad esaminare per bene gir occhielli.

So l’uomo è attivo, si alza di buon mattino, vale a dire alle sette, sempre però due o tre ore dono di chi ha dovuto alzarsi prima per prepa¬

rare tutto por lui. Oltre all’apparecchiare gli abiti del giorno, e le coperte per la notte vi sono ancora gli abiti e le calzature per la toeletta di ormi mattina, vesto da camera pantofole. e quando alla fine si lava e si pettina, adopeia varie specie di spazzolini, saponi, o una grande quantità d’acqua (molti inglesi le signore n {special modo, sono fieri, non so il peicliè, d u saro molto sapone c molt acqua).

L'uomo, in seguito, si veste, si accomoda la pettinatura davanti. ad uno .sPe^,0leSPSp¬

oltre a quelli appesi in quasi tutte le stanze.

Prende gli oggetti che gli sono utili; degli occhiali, i ìcnuc oi bo vinone in tasca: un fazzoletto ' Unii°to iel naso un Orologio con catena, benché

•1 ntniVWo ov’egli deve andare, vi sarà certo

KvTii

cata: il busto, * gU spilli, i fermagli, ecc.

i cordoncini, le forcine, b una uuova ila d°P°. u Cangiare. Si prende il calle preoccupazione. ? 0 si mangiano panini O il thè, c0n;xifta con prosciutto. Gli uomini, con burro e talvolta co 1 6Ìgarette o sigari, in maggior parte fumano § poi, dopo lasciano agli altri la

(20)

90 PIACERI CRUDELI

noia di ripulirla. Vanno all ufficio od agli altri affari, girano in carrozza; infine fanno colazione generalmente con carne di animali uccisi, uc¬

celli, pesci, ccc., ecc.; poi il pranzo altrettanto sostanzioso: due o tre portate, per i piu pare Ili, le frutta ed il caffè; infino il giuoco, la musica, il teatro, la'lettura o la conversazione, sdrajati in morbide poltrone, alla luce viva o velata della candela, del gas o della luco elettrica: ancora la cena, il thè, e di nuovo il letto, preparato accu¬

ratamente con biancheria candida, e il vaso da notte ben pulito.

Tale è la giornata di un uomo della vita rego¬

lare, e del quale si dice, se è affabile: « non ha abitudini spiacevoli; è un uomo di buon costume. » Ma la vita, veramente morale, è quella del- 1 uomo utile al suo prossimo; ed in qual modo un individuo abituato ad una simile esistenza può far del bene? Prima di fare il bene, deve ces¬

sale di fare il malo; eppure osservate tutto il niente C1 Cg i Ta agli a!fcri> Evolta «noonscia-

•ànchr’niLrt'6 <ì0m° 8la anc0ra lontano dal ggiirngere la meta. Sarebbe meglio per lui

a quelli che' lo 'ohe onda no ^pSebbo61'0]13]'30 C°SÌ’

per la sera; o alle cortine nii U ^““«nazione dormire colla stessa camTciS ■ ^n°- Po<*ebbo camminare scalzo sul pavinn>n+m^0SSa^giOrno>

lavarsi coll’acqua del pozio v?™ ® 'n°lla corfcc:

i ole, come vivono quelli die si m p°clle Pa-

SSrjatfca'tSj

fiosso astenermi dal

(21)

PIACERI CRUDELI 21

cosa, nonostante il silenzio freddo e ostile clie incontrano queste parole.

Un uomo morale, che gode di tutte le como¬

dità come l’uomo della classe media — senza parlare del gran mondo, che spreca per capriccio, in ventiquattro ore, dello intere giornate di la- voro — non potrebbe vivere tranquillo, se consi¬

derasse che tutto ciò di cui gode, è il frutto del lavoro delle generazioni operaie, schiacciate sotto il peso di un’esistenza senza luce, morenti nel-

l’ignoranza e nella dissolutezza, semibarbare ne e miniere, nelle fabbriche, negli stabilimenti, alle carrucole; producendo oggetti che servono poi

all’uomo di una condizione sociale superiore.

Io che scrivo, e voi elio leggete, chiunque siate, abbiamo un cibo sufficiente bene spesso abbon¬

dante c ricco; l’aria pura, gli abiti per 1 lineino c per l’estate, ogni specie di distrazioni c sopia- tutto gli agi di giorno e il riposo completo la notte ma presso a noi vive il popolo lavoratore, clic

non^ha cibo, abitazione sana, abiti sufficienti, ivi.rUi e per di più, nessun agio c molte volto nessun ripeso: vecchi, fanciulli, donne, esausti dal lavoro dallo notti insonni, dalle malattie,

ISsSSSSSfS

superfluo. uomo 1)U0n0j non dico b per qu amico dell’ umanità o sem¬

ini cristiano, ma un non v>uò non deside- plicemente della g cessare di servirsi dogli rare di cambiar \ dagli operai nelle sud- oggetti di lusso pi j, prova realmente detto condizioni. Se l i 1 a tabacco, ' pietà pei suoi

simili che

Lavoi ^ ^ la prima cosa che de - incoraggia la produ- fumare, perche ^'“■J^anoromette la, sua salute, zione del tabacco 1 oggetto di lusso.

Altrettanto si può duo di ogni ogb

(22)

22 macchi cjiodeli

Se l’uomo non può privarsi del pane, nonostante il faticoso lavoro cli’esso richiede, si e oh egli non potrà procurarselo senza fatica, sino a elio le condizioni del lavoro non saranno cambiale.

Trattandosi di cose inutili e superflue, si può, se si prova piota per chi produce tali oggetti, tralasciare di usarne. Ma gli uomini del tempo nostro non pensano così; per difendere le proprie abitudini trovano mille argomenti eccetto quello clie si presenta naturalmente ad ogni uomo sem¬

plice.

Secondo essi, è assolutamente inutile lasciar il lusso; si può benissimo compatire la vita degli operai, pronunciare discorsi, scrivere libri c articoli in loro favore, c nello, stesso tempo pro¬

fittare del lavoro clic sappiamo essere a loro no¬

civo.

Vi sono persone clic credono ci si possa servire del lavoro micidiale agli operai, perchè se esse non ne profittano, altri no profitterebbero E’

lo stesso come il voler boro il vino nocivo pro¬

prio perche è nocivo, dicendo che se non V bc vuto da noi, altri lo berrebbero. AJcaKoi ™ ticT clagli"operaf°ù''ncllo°at ' T? ‘ *

essi. dlUTroin ""bift? cmi’° uti>

possibilità di vivere- póni o • d®naro> c'oè lo loro l’esistenza solo cnlln 86 S'i P?tesse Procurai nocivi ad cssiM^^-ono di oggett scinto, .óenTop^a“dci\a *° ‘Yvi50' 11 P'ù cono o funzionario, prete coltiv i Uoin.° 8’occupa.

commerciante, èP in ’ v3 ^Sr0’ ^^ricaric lavoro, così utile, die riscatto . dlvlsi°nc de de.8ji. operai di cui profitta™ U^te ,c fatiche misti. L uno è al servizio dello ÀfStìdlcenti «cono-

(23)

PIÀOERI CRUDELI 23 danno agli uomini, ricompra completamente ciò elio da essi prendono. Eppure se sì ascoltano 'e opinioni di tali uomini sulle loro virtù reci- proclie, si vede che ognuno è ben lontano dal valere ciò ch’egli consuma.

I funzionari dicono che le fatiche dei pro¬

prietari non hanno alcun rapporto con ciò ch’essi consumano. I proprietari dicono la stessa cosa del negoziante: il negoziante, del funzionario, ecc.;

ma tutto questo non li sconcerta, o continuano a persuadere gli altri che ognuno di essi, pro¬

fitta del lavoro altrui, solamente in proporzione di quanto essi danno. No segue clic, non secondo d lavoro si determinano le mercedi, ma dalle mercedi si misura il cosi detto lavoro. Ecco ciò clic pretendono; ma in vero, essi sanno benissimo clic tali giustificazioni non sono per nulla pro¬

vate; por nulla utili agli operai; e clic usufrui¬

scono dell’opera di questi ultimi, non secondo il principio di divisione del lavoro, ma semplice¬

mente perchè non possono agire in altro modo, e sono nello stesso tempo tanto perversi, elio non se ne possono privare. Tutto ciò deriva dall idea clic Tuoino non sappia condurre una vita inorale senza avere progressivamente acquistato le fa¬

coltà necessarie a questa esistenza.

La prima di tali facoltà e 1 astinenza.

Vili.

Senza l'astinenza non è possibile una vita morale: per raggiungerla, è necessario possedere qUSefcnenÌatl‘dottrina cristiana è compresa come abnegazione, puro, la progressione resta la stessa,

(24)

PIACERI CRUDELI

24

e nessuna virtù cristiana è possibile senza l’a¬

stinenza.

-Ma questa virtù non si può acquistare di primo acchito: è necessaria una progressione. L’asti¬

nenza è la liberazione dell’uomo dalla bassezza e la sua sottomissione alla saggezza. L’uomo ha molte passioni: per lottare con vantaggio contro di esse, deve cominciare dalle fondamentali, che dl,I)1Ù CO,mplicate; e non comin- deìle pSmqe ie’ °he SOn° la cons°guenza

i p^ce0rf0lèP?bt0aÌv C°mp!icate’ come il giuoco, daCentàìi coi r'116?’ la ariosità; altre fon- Sffioti

™?*h

golos.ltà’.

i’oaio,

la lussuria.

ciare dalla fine doè n°n SÌ dove comin' quelle che sonò la sorgente'defr1]1/0^0 = ma <la con una eradiuvnnno c .e, nelle altre, e ancora

di-queste^passioni c*3 nija c}ada natura stessa saggezza

* °m

6 Secondo 1® tradizioni della e l’ozioso e goloso0 ad^n0^?' lotfcare contro l’ozio, la forza di combattere la « en-po stesso> non avrà

Ecco perchè seconde pa.Ss!one della donna, deve cominciare dalla

1

5!" dottrina, l’astinenza dal digiuno. dal,a lotta c°ntro la gola, cioè

Nella nostra sorief.-. i

!2fù> J-wtinenza, ò ÌLlut,Prim*a « principale nello stesso modo che I R * ^ente dimenticata,

abbandonato^ ^oTShÌS

"Kfli??11" -53Kcome una

ò 1 astinenza, cosi ,c°ndizione della vita moni

cs i **ìss

nare mann8ma,r0 di fare del 2 derare d’essere minare senza*^’ Ò COrae i! Preten ?enza,.digi«- LagolosS»f 8®r ritfci- P endere di cam-

g °s,ta al contrario è i. «

Pi mio segno di una

(25)

PIACERI CRUDELI 25 vita libertina, e, sfortunatamente, questo segno è proprio nel più alto grado nella maggioranza degli uomini del nostro tempo.

Osservate gli uomini dei giorni nostri e della nostra società: i loro volti dai menti e dalle gote cascanti, de membra grasse e l’ampio addome, sono manifestazioni di una vita dissoluta. E come potrebbe essere altrimenti? Domandatevi qual’è il movente principale della loro vita. Per quanto strano possa sembralo a noi, abituati a nascondere i nostri veri interessi e sempre così pronti all’artifizio, il principale movente, della maggioranza degli uomini, ai nostri giorni e nella nostra, società, è la soddisfazione di avere un palazzo, di ben mangiare: è la voracità.

Dai più poveri ai più ricchi, la voracità, credo, è lo scopo principale, il primo piacere della vita.

Il popolo lavoratore costituisce l’eccezione, so¬

lamente nel caso che il bisogno assoluto gli im¬

pedisca d’abbandonarsi a questa passione. Ap¬

pena egli ne ha il tempo ed i mezzi, seguendo*

l’esempio delle classi elevate, si procura i cibi gustosi e mangia e beve quanto può.

Più mangia e tanto maggiormente si crede non solo felice, ma forte e sano. E le classi elevate lo confermano in questa convinzione, perchè riguardano la nutrizione sotto questo aspetto.

Osservate la vita di questi ricchi, ascoltate le loro conversazioni. Come sono nobili i soggetti ai quali s’interessano!

La filosofia, la scienza, l’arte, la poesia, la questione della distribuzione dello ricchezze, il benessere del popolo, l’educazione della gio¬

ventù!... Ma in realtà tutto questo è menzogna, per la maggior parte di ossi. Se ne interessano superficialmente fra le loro vere occupazioni e durante i pasti, quando lo stomaco e già pieno, o aspettano il pranzo. L’unico, il vero interesse degli uòmini e delle donne è il mangiare, e questa

(26)

,,0 PIACERI CRCDELI

.;0Iie non è solo del bambino, ma dell a- re Com4 Che cosa, quando e dovei

‘‘'Kn una sófcmitò, non una gioja, noni un> mau- che non termini con un banchetto.

gl Guardate i viaggiatori. « Come sono interes¬

santi

S

musei, le biblioteche, il parlamento! E dove mangeremo? Dove si mangia meglio? » L osservate gli uomini quando si riuniscono per un pranzo, azzimati, profumati, intorno ad una tavola ornata di fiori; con quale soddisfazione sorridono e come si stropicciano le mani!

Se si penetrasse in fondo all’animo per sapere ciò che desidera la maggior parte degli individui, si troverebbe che è la soddisfazione dell’appetito.

In che consiste la più grande punizione fin da bambini? Essere condannati a pane ed acqua!

Qual’è il domestico il meglio retribuito ? il cuoco! Qual’è la principale preoccupazione della padrona di casa? Su quale soggetto corre, gene¬

ralmente, la conversazione fra massaje della classe media?

E se la conversazione delle signore del gran mondo non s’occupa di questo soggetto, non è già che siano meglio istruite o occupate di in¬

teressi più elevati, ma è semplicemente perchè hanno un maggiordomo il quale non s’occupa d’altro. Provatevi a privarle di questa comodità e vedrete a che convergono i loro crucci!? Tutti ad una quistione: la nutrizione; sul prezzo di una beccacoia, sul miglior metodo di fare il caffè

1 dolci, eoe. »

Qualunque sia l’occasione che riunisce molte persona sia battesimo, matrimonio, funerale consacrazione di una chiesa, la presentazione dì una bandiera, l’anniversario della morte o della nascita di un grande scienziato, di un filosofo ' un moralista, si direbbe che i più nobili inw d- le preoccupano, mentre non

è

che un StT tutti sanno che si mangerà bene, si berrà e che

(27)

riACeni CRUnELt

27

per questo scopo si sono riuniti.. Parecchi, giorni prima della festa si uccidono, si scannano ani¬

mali, si portano ceste di commestibili; 1 cuochi, i sottocuochi, perfino i guatteri, vestiti, di bianco,

« lavorano ». , I capi, che ricevono 500 rubli e piu al mese, impar tono ordini; i cuochi affettano, impastano, lavano, dispongono, ornano. I viailres d /m/e , solenni, calcolano ed esaminano tutto da veri artisti. Il giardiniere dispone 1 fiori; le dome- stiche, gli sguatteri, tutto un esercito di persono è occupato; si consuma il prodotto di molto la¬

voro, e tutto questo per celebrare la memoria di un grande uomo, di un amico defunto o pei festeggiare l’unione di due giovani persone.

Nelle classi medie o inferiori, è la stessa cosa.

La ghiottoneria si è così sostituita al vero ogge della riunione che, in greco e in francese la stessa parola «noce», serve ad indicare il matnmomo

° Ma* alméno nel mondo operajo, non ai cerca di dissimulare questo sentimento. Nei ricchi, ai contrario, si affetta di

considerare

quest agape come una soddisfazione dovuta all abitudine e alle convenienze. Il mangiare e una corué^per

ognuno di essi, è la gola. , , • lìmiti ; il La soddisfazione d°l blJ0fldisfare i0 stomaco, piacere non ne na. 1 . d ns0, meiv

• *«"

altri ingredienti. ; nPft<,saaria e sufficiente,

ISS.

1. maggiora».

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28 rUOERI'CRUDELI

mangiare il pane con companatico: è meglio in¬

zupparlo in un brodo di carne: ed è ancora meglio mettere in questo brodo dei legumi di diverse qualità: è bene poi, mangiare la carne, e la carne non bollita, ma cotta accuratamente con burro, e inaffiare iJ tutto con del vino rosso. Non si ha più ‘faine, ina si può ancora mangiare del pesce colla salsa o inalbarlo di vino bianco. Sembra di non poter più inghiottire cose grasse e preparate, ma si può mangiarcela frutta; in estate il gelato, m inverno la composta, la confettura, ecc. Ecco un pranzo modesto. Il piacere di questo pasto può essere di molto aumentato; non ce ne priviamo:

degli intramessi che eccitano l’appetito, e per il piacere degli occhi e delle orecchie dei fiori de- gli ornamenti, e della rnusioa.

E, cosa strana, gli uomini che hanno tutti i

& 'iVir1al « qK iS.

gSSSSSS

IX.

vita morali; ma pe??aggiun° necesaaria ad u ci si domanda da che fosTtf ale c°odizi0i Come digiunare? p]ln àl, ^eve comincia quale intervallo lasciare fm?Da,t‘fna *a»giai si può occuparsi seriamente ?astl? ~ Come n

S’siTft .AVys*. -

l'idea del digiuno coHn “mZT"8

e stupido olla maggio,™ »•■>%« ,id™

(29)

riACERI CRUDELI • 29 Mi ricordo con quale fierezza un evangelista mi diceva, in opposizione all’asceticisnio mona¬

stico: « Il nostro cristianesimo non consiste nel digiuno e nelle privazioni, ma nel beef-ateak;

generalmente il cristianesimo e la virtù s’accor¬

dano col becf-sleak. »

Durante lo lunghe tenebre, nella mancanza di ogni guida pagana o cristiana, sono penetrate nella nostra vita tante nozioni selvagge, immo¬

rali, sopratutto nel campo del primo passo verso la vita morale, — nella questione della nutri¬

zione che non ha attirato l’attenzione di nessuno,

— che ci è difficile comprendere l’insolenza c la pazzia di affermare all’epoca nostra, il buon ac¬

cordo del cristianesimo e della virtù, col beef- sleak.

Noi non risentiamo l’orrore di questa asser¬

zione, perchè guardiamo senza vedere, ascoltia¬

mo senza udire. Non vi è odore, por quanto fe¬

tente, al quale l'olfatto non si sia abituato; non v’è rumore al quale l’udito non si sia famiglia- rizzato, nè sconvenienza ohe l’uomo non abbia imparato a considerare con indifferenza. Di modo che egli non rileva più, ciò che colpisce un indi¬

viduo non ancora abituato a tutte queste cose.

Lo stesso avviene nel campo morale. _ , Visitai ultimamente i macelli nella nostra citta di Toula. Sono fabbricati secondo un nuovo mo¬

dello perfezionato, come in tutte le grandi citta, di modo che gli animali che si uccidono, abbiano a soffrire il meno possibile. Già da molto .tempo, leggendo l’ottimo libro Ethics of Dui, desideravo visitare i macelli per assicurarmi personalmente dell’essenza stessa della questione, di cui si parla quando si tratta del sistema vegetariano, ma risentivo sempre una specie di tormento, come quello che si prova, quando si sa di dover assi¬

stere ad una sofferenza, che certamente avia luogo, ma che vi è impossibile ìmpednc, e per

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rtACERI CRUDEI.l

30

questo rimettevo sempre la mia visita. .Ma, re¬

centemente, incontrai sulla strada, un

macellaio

che si recava a Toula. Era un operajo ancora poco abile, e la sua funzione consisteva nel dar il colpo col coltello. Gli domandai se non provava com- passiono per la bestia che stava per colpire.-

« Perchè avere pietà? E’ necessario » mi ri spose. ’

?uand0 Su dis,si che non è necessario man-

Infatti alla* ^canaata UIia gallina in vita sua. »

■'uccidete;hnn^iS^ ^ ?US8Ì’ riPuS»a sentimento colla paròla temere fpnmono cluesto

«3^ ÌUriSedìe Tnf0Ì -CeSf d’ imP"*sio

nerdì o in qi efciornn l: gF-10r Iavoro è al ve-

Or non è‘ mof "-inVC°/JtlnUa fino a sora.

macellajo, cd egH purc £r^e‘!’1' con un soldato va.-ionc che è male uccide™ ^ to, dc% mia osser- chc e un’abitudine necessaria- nci®o* mi rispose venne che è male, so^ri ' ma finalmente con-

♦ Sopra tu Ito quando *Tn2° :

focata; poveretta, come se ® d°CÌle’ addome- un gran peccato ! o ‘ e va senza timore ! è

^ orribile! Non le

ammali sono orribili, ma {^en?e .? la morte degli senza nessuna ’nSjtf' fatto ohe Può

• ntimento elevato di simm’r 4 tacere in sè il

rettÌerÌ* Che a“davanornleaila dei cor- a a prendervi

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PIACERI CRUDELI 31

della legna, mi invitarono a salire sul loro carro.

Era il giovedì santo. Io stavo seduto sul da¬

vanti vicino al carrettiere, un contadino forte, sanguigno, villano, evidentemente dedito all'u¬

briachezza. Entrando in un villaggio, scorgemmo im majale ingrassato, tutto rosa, trascinato fuori da una casa per essere ucciso: esso gridava con una voce disperata, assomigliante ad un grido umano: proprio nel momento in cui noi passa¬

vamo davanti, incominciavano a sgozzarlo. Un uomo gli introdusse il coltello nella gola: il grulo del majale divenne più forte e più acuto; l’ani¬

male tutto grondante sangue, scappo. Io sono miope e non potei vedere tutti i particolari;

scorsi solamente un corpo rosa come quello di un uomo, e intesi delle grida disperate. 11 cari et- licre vedeva tutto e osservava, senza datogliele KnìSao II maialo !« 0 finito Quando non si udì più gridar», .1 carnet- ticre sospirò profondamente. ^ j.

Quof

ducono 'gU «Sitai alla perdita completa di quo- Sto sentimento naturale. Toula e avendo Era di venerdì.. Io mi. rcoa mo buono o sonsi-

UORO fieno

,,ocitlono

• li i

C„,aS ta

caìk bisog-r»

interessa: se si nl.an° »

vedere come 1 ucold.“ °m coraggio! » -,

« No, no, non ne ho il |P 0 è cacciatore E si deve notare., che quest u

e clic anch’obli 'uccide.

(32)

PIACERI CRUDELI

32

Arrivammo. All’entrata si sentiva già un odor ripugnante di putrefazione, come quello della colla forte d'ebanista.

Più avanzavamo e più l’odore diveniva acuto 11 fabbricato è in mattoni rossi; grandissimo con delle volte e degli alti camini. Entrammo dal portone: a destra, una gran corte cinta da siepi per lo spazio di circa un quarto di ettaro- è il luogo dove, due giorni per settimana, si animuc chia il bestiame venduto. All’estremità della corte vi e 1 abitazione del portinaio, a sinistra due tet¬

toie con porte a ogivi: il suolo è in asfalto c a schiena di mulo; e speciali apparecchi sono disposti f^torno Por sospendere l’animale ucciso. A destra, presso la casupola del portinaio erano seduti su di un banco sei macellai coi irembhdi sporeln di sangue, le maniche puro sanguinolenti rimboccate sul braccio muscoloso an°Umolentl>

in modo JhlTueYU6™™*0 già da mezz’ora, che la tettoia'\uotf TVT° ^ Potemmo vedere fossero tutte aperte TS inte elio le porte

•caldo ci irritava la gola- if0/® ,acufc° di san6U0 ndo, e fra gli interi!*?°- era SCUI'°> lu‘

il sangue coagulato TTno^ ■ Pavimeato restava co»»

ti

«ùKdiLSw U h, ”“oUai

questa operazione Nnà ì d ^uo8° dove si compie feci un'ila falsa nia L\?,0mPresi bejlc e mi devo, come accado * e' del macello: cre¬

mi dovesse produrre6 che la realt«

di quella che iniaginavo m 'P1'?8810^ meno forte seguente arrivai in tempo ni”11 sbaSliai. La volta

»erdi prima delle Pesterò»/ n?aceUo- Era il ve¬

nata di giugno; l’odore Si m Una calda 6>or- p°ra Pla accentuato che là ^ ”gUe si sentiva an-

• molto; il bestiame inrr P1?1113, volta; il lavoro

•e Poderoso, mentre affcr?brava d Piccolo re¬

in . vicino alla 'stanza ammali erano sotto I» strada Ti arano camUat? 8!

1 fenm. ai quali stavano

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riAOEKI ORODRM 33 attaccati buoi, vitelli o vacche; mentre vetture pieno eli vitelli vivi, colla testa rovesciata, so- praggiungevano o subito venivano scaricate. Al¬

tre vetture uscivano dal macello cariche di buoi già uccisi; colle gambe penzoloni, che traballa¬

vano secondo i movimenti della carrozza. — Alla siepe stavano attaccati i cavalli da sella dei mercanti di bestiame. Questi mercanti, in lun¬

ghi pastrani e la frusta in mano, andavano e ve¬

nivano nella corte, apponendo il marchio alle loro bestie, contrattando il prezzo, e sorvegliando il trasporto delle bestie dal recinto alla tettoja c dalla tettoja nella stanza da macello.

Si vedeva che tutta questa gente era assorta nella questione del danaro, o il pensiero di sapere se era bene o male uccidere quegli animali, era tanto lontano da loro, quanto il pensiero della compo¬

siziono chimica del sangue che colava abbondan¬

temente a terra.

Non si trovava nemmeno un macellajo nella corte; erano tutti al lavoro: quel giorno cento buoi furono scannati. Entrai nella stanza dove uccidevano, e mi fermai sulla porta: prima perchè all'interno erano molto ristretti, stante gli ani¬

mali che ingombravano, e poi perchè il sangue gocciolando dall’alto, inzaccherava tutti i macel¬

lai, ed io pure ne sarei stato imbrattato..

Vi era una bestia che staccavano, un’altra che trasportavano su delle rotaje, una terza — un ouc ucciso — ora per terra colle zampe' bianche rivolte in alto, e il macellajo era occupato a to¬

gliergli la pelle, Intanto dalla porta opposta a qnella dove io mi trovavo, facevano entrare, tra¬

scinato da due uomini, un grosso bue rósso e

■rrasso: appena dentro uno dei macellai, con un’a¬

scia a lungo manico lo colpì sopra la nuca.

Come se le quattro gambo fossero state tagliate ad un solo colpo, il bue cadde pesantemente sul Ventre, poi, voltò di fianco, e si mise ad agitarsi convulsivamente. *•

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34

.sa rMCERt ciionELi

Allora un macellaio gli si precipitò addosso, e .smurandosi delle zampe, lo prese per le corna;

gli abbassò con forza la testa verso il suolo, men¬

tre un altro uomo gli tagliò la gola; dalla larga ferita, il sangue di un rosso bruno, sgorgava°a (lotti c veniva raccolto in un recipiente di metallo da un ragazzo tutto intriso di sangue. Durante tutto questo tempo, il bue non aveva cessato di agitare convulsamente le gambe nell’aria. Il reci¬

piente si riempiva rapidamente di sangue, ma il bue era ancor vivo e si dibatteva tanto che i ma¬

cellai se ne stavano lontani. Appena il catino fu pieno, il ragazzo lo portò alla fabbrica d’albu¬

mina, prese il suo posto un altro ragazzo con un secondo recipiente, e anche questo cominciò à

sszssra bue

i» tsrieiirsùi “mS i1 rc,8llaif s°,!ie™

male si dibatteva sernpro La tèVscortlcarJai 1 aiu- con vene bianchee^prendeva 'la'r0S,Sa gh dava il macellaio Al fri . .Posizione elio tagliarono le gambe della 8P0zzaron° « larono con quelle di altri u tfc.lma’ e le accumu¬

lasse proprietario mentre aPPart0nenti allo estremità rimanenti conHn Rel v,entl’e 6 nelle Finite queste operazk.^1le ^trazioni, verso la carrucola e lo apT>p<!erSCI/mrono FtUiimale la bestia non diede più sLn^: A? ora solamente,

Così io Vidi rfiRtnnJr gn° dl Vlta-

secondo, un terzo od un^uar?01^’ ucciderne un stesso processo; in 0gnu?io f0' Era Per tutti lo veniva mozzata, si osservàvnPPeRa la testa S1'

perforata dai denti e il

corno n<l-fafCOra ^a lingua consisteva in ciò; alcune volte5 nat°‘ L» differ0nza olpo, che doveva strama? maccllajo falliva luesti s impennava, mugrriVa ai'6 Rimale, e ,cefcava scappare AlW e .Sondante san- iml a V6 dove * scorticano? ì° Macinavano Qa Seconda e il bue cadeva,65616’ C0,Pivan(l

(35)

MACERI 0RUDE1 35 Peci il giro e m’avvicinai alla porta opposta dalla quale entravano gli animali; qui assistetti alla stessa cosa, solamente più da vicino e perciò più chiaramente; vidi sopratutto ciò che non potei osservare dall’altra porta ; il mezzo col quale forzano la vittima ad entrare. Ogni volta che prendevano un bue di sotto alla tettoja e lo trasci¬

navano con una corda attaccata alle corna, l’a¬

nimale sentendo l’odore del sangue, muggiva ed indietreggiava; due uomini non avrebbero potuto trascinarlo colla forza; perciò ogni volta uno dei macellai si avvicinava, prendeva il bue per la coda, gliela voltava indietro rompendo la cartilagine, e l’animale allora avanzava.

Quando avevano terminato d’abbattere i buoi d’un proprietario, ricominciavano la stessa ope¬

razione per un altro. 11 primo animale di questo secondo gruppo, era un toro, bello, forte, nero chiazzato di bianco, e le gambe completamente bianche; una bestia giovano, muscolosa, energica.

Tirarono la corda, egli abbassò la testa e si fer¬

mò di botto: ma il macellaio ohe camminava die¬

tro da meccanico esperto, prese la coda, e la voltò fino a far scricchiolare la cartilagine; il toro diede un balzo in avanti con tale forza che gli uomini che lo tenevano per la corda caddero per tC Laminale si fermò di nuovo guardando di

«bieco col suo occhio torvo pieno di fuoco; ma di nuovo la coda scricchiolando obbligò il toro a frettarsi in avanti ed a trovarsi al posto dovuto;

il macellaio si avvicinò, vibrando un colpo mal riu¬

nito- la bestia diede un balzo, e agitando con forza la testa, con un feroce muggito tutto in sangue, si gettò indietro. Le persone che si tro- vavano alla porta fuggirono spaventate ; ma i

^celiai abituati a simili pericoli, lo afferrarono i» enma girarono ancora la coda, e il toro si Imvò di nuòvo nella stanza, e fu trascinato colla

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36 PIACERI CRUDELI

testa sotto alla trave: non gli fu così piu possibile sfuggire.

Benché grondante sangue, il -macellajo sep] e trovare il punto sulla nuca dove il pelo si divicc a stella; lo colpì e la bella bestia piena di vita, cadde dibattendo la testa e le gambe: lo sgozza¬

rono o lo scorticarono.

« Ah! finalmente! sembrava avesse il diavolo addosso; e non è nemmeno caduto dove doveva! » borbottò l’uomo che stava togliendogli la pelle.

Cinque minuti dopo, la testa nera era rossa, senza pelle, gli occhi vitrei, quegli stessi occhi che brillavano con tanto fuoco pochi minuti prima.

Mi recai al posto dove abbattono il bestiame minuto: era uno stanzone col suolo in asfalto e delle tavole con spalliere, sulle quali sgozzano "li agnelli ed i vitelli. Quivi il lavoro era finito; nefia stanza, impregnata di odore di sangue si trova- 'delìwiln m-aCellaì'

U'10

sofTiava nella gamba dell agnello ucciso e fregava colla mano it ven¬

tre gonfio dell’animale; l’altro, un ragazzo col K'v S 5P°";0 f Sa Va' S dito “n ritiro'. ? U.°m° d,e «“brava un

J:i: nirr s^cr^r0!10 di r

legate; lo mise sopra uni tavoli ’ ,le gambe su un letto. Questo inni; V iC0,ue lo ponesse mente famigliare del luogo^died^ilT evid-ente’

e comincio a discorrere n buon giorni da chiedere al padrone TPi-nP0Slt0 dl un Permesso si avvicinò col coltello in “garetta, della tavola, e risposo che l0’ sulla costa 1 giorni di festa P Che avevan» vacanza tutti

-L’agnello vivo rimana,» •

morto, colla differenza ch’essn010^6 come quello a piccola coda, e i fianchi S « a,fltava ™aLnte 1

11 * 23 !?!

°he d ordinario 3ollevavano più ra-

(37)

PIACERI CRUDELI 37 bestiola contro la tavola, e il giovane macellaio, continuando a parlare, prese colla mano sinistra la testa dell’agnello e lo scannò. La bestia si con¬

torse, la coda si agitò convulsivamente e cessò di muoversi. Il ragazzo, mentre il sangue colava e la bestiola si agitava, riaccese la sigaretta. La conversazione era continuata senza interruzione di un solo momento.

E le galline? ogni giorno nelle cucine, a mi¬

gliaia, colla testa recisa, grondanti sangue, sus¬

sultano, battono le ali con una comicità terribile o ripugnante!

Eppure la signora dal cuore sensibile, mangia il cadavere di questo volatile colla completa si¬

curezza del suo diritto, affermando due opinioni die si contraddicono : la prima, ch’ella è tanto de¬

licata, come le assicura il medico, che non po¬

trebbe sopportare una nutrizione esclusivamente vegetale, e che per il suo debole organismo è ne¬

cessaria la carne; la seconda, che ella è tanto sen¬

sibile, che è incapace nou solamente di far soffrire gli animali, ma di sopportare la vista di queste sofferenze. In realtà, questa povera signora è de¬

bole, precisamente perchè 1’ hanno abituata a nutrirsi d’alimenti contrari alla natura umana:

cd ella nou può nou esser causa di sofferenza agli animali, per il semplice latto che li mangia.

X.

E’ impossibile fingere di ignorare chiudendo gli occhi • non siamo struzzi, nè possiamo credere che distogliendo lo sguardo non avverrà ciò che non vogliamo vedere; ed è ancora più impossibile il non voler vedere quello che mangiamo. Pazienza

(38)

TTACERI CRUDELI

3S

se la carne fosse necessaria o almeno utile; invece no, non è necessaria (1), Essa non serve che a svi¬

luppare gli istinti bestiali, la lubricità, la lussuria e i ubriachezza.

Questo ò confermato continuamente dal fatto

„;'V.gl°vani buoni, Puri e sopratutto le'donne e le che la virtù non s’kccoìda ? "ho

iSriztafrjr,iw buoni

fnf^°iC0S^ V0S1.i° provare? Sarebbe forse il cessare1 df1mUa°minÌ’ Pi0r diventare buoni devono

■ vofir0e8;a,latto- condurre una vita moni» ’ . j.Pei ail'ivaro a quietare progressivamente 'le àuaUtk11^1^ U-G"

o che in tutto le virtù minilo ,• necessarie, dere prima delle altre ’>qi“

lakc.lle

bisogna possc- do,minare le promie’ ll30^’ la volonta di .stinenzà, l’uonm sev,?i,P S °JU' Temlcndo all'a- urdine definito, 0 8in un ce>'to virtù, dev’essere la solmetr,0 °[,dlne> 1*. prima digiuno relativo. E s’eeli rPr nel*a. nutrizione, il fieramente la via morate Sena,ne,lte e sin-

SS

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°p“* -fKlaST?

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ei Clbl animali è

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Ss- ■r* «w «d«.

'cedici del veo0hioat° C°me 1 ?r°™ Sfla

Aziono animalo per*u*?° °h.8 Predi<»no ]0 81 a.8c,o|tino quei

«aiuta pcr molt* ,a 1“erapl.ee ragion» di JL 881tà dolla "u- P°'chè ersi predio™?P da‘ Ioro prodeceswf^8™,8tnto ricono- Sl difendo tutto c’A °i°°n cocciutaggjno n*0" 8 da lor0 stessi:

**ch*s l"~»« “?££ £$£“

(39)

MACERI CRUDELI 39 prima tappa verso la vita morale?— La risposta e saggiamente data in questo libro, (1) e non da un solo individuo, ma da tutta l’umanità, nella persona dei suoi migliori rappresentanti. Ma se l illegittimità, cioè, l’immoralità di una nutri¬

zione animale, è conosciuta così da lungo tempo dall’uomo, perchè non si è ancora arrivati alla coscienza di questa legge? —- domanderanno le persone che giudicano piuttosto secondo l'opi¬

nione corrente o non secondo la loro ragione.

La risposta sta nel fatto che il movimento mo¬

ralizzatore, il quale costituisce la base di tutto i]

progresso, si compì sempre lentamente, e ohe l’indice di ogni movimento vero, sta nel suo ca¬

rattere di perpetuità e nel costante progredire.

Tale è il movimento vegetariano, il quale è es¬

presso tanto dagli scritti che compongono questo libro, quanto dall’esistenza stessa dell’umanità, che tende sompro più, a sua insaputa, a passare dalla nutrizione animale al regimo vegetale; e questa transazione si manifesta con una forza particolare e cosciente nel sistema vegetariano cho si estende sempre maggiormente. Ogni anno au¬

menta il numero dei libri e delle riviste che trat¬

tano tale soggetto.

Si vedono sempre più spesso uomini che rinun¬

ciano alla nutrizione animale, e ogni anno, so¬

pratutto in Germania, in Inghilterra e in America, aumenta il numero degli alberghi e delle locande vegetariane. ■

Questo movimento deve rallegrare in particolar modo gli uomini che cercano di realizzare il re¬

gno di Dio sulla terra, non solo perchè il sistema vegetariano è un passo importante verso questo

(1) Questo studio <S scritto a mo’ di prefazione ad una tradu¬

cono russa di un lavoro ingloso. di Havard Williams (The Elhics of Dici) il quale contieno molto biografie od estratti di lavori di differenti grandi pensatori, di tutto le epoche, ohe protestarono ponfro Turo dello nutrizione animalo.

(40)

40 PIACERI CRUDELI

«

regno, ma perchè è l’indizio che la tendenza vorso la perfezione morale dell’uomo è seria e sincera, giacché tale tendenza implica un ordine invaria¬

bile che le è tutto proprio e che incomincia dalla prima tappa. Non si può che rallegrarsene; e que¬

sta gioja è paragonabile a quella che devono provare quegli uomini, che volendo salire all'ul¬

timo piano della casa, pensano dapprima a sca¬

lare il muro, e infine s’accorgono che il mezzo più semplice è ancora quello di inoominciaro a salire dal primo scalino.

\

(41)

PIACERI CRUDELI

La guerra.

i.

Noi che amiamo gli stranieri, i Francesi, i Tedeschi, gli Americani, gli Inglesi, che apprez¬

ziamo le loro qualità, che siamo felici d’incon- trarli, che li accogliamo con piacere, che non solo non possiamo considerare come atto eroico la guerra contro di essi, ma che pensiamo con ter¬

rore alla possibilità di un così grave disaccordo fra loro; noi siamo tutti chiamati a partecipare alle strabi che si devono compiere se non oggi, inevitabilmente domani.

Si capisce come gli Ebrei, i Greci, i Romani, ab¬

biano difeso la loro indipendenza coll’assassinio e ohe coll’assassinio abbiano sottomesso al tri popoli; perohè ciascuno oredeva fermamente di essere il solo popolo eletto, buono, amato da Dio, mentre gli altri non erano che filistei o barbari.

Gli uomini del medioevo, ed anche quelli di due secoli fa e del principio dell’ultimo scorso, potevano ancora avere la stessa credenza, ma noi, non ostante tutti gli incitamenti, non possiamo averla. Questa contraddizione è così terribile al¬

l’epoca presento, che sentiamo l'assoluta neces¬

sità di trovare una soluzione.

(42)

PIACERI ORODELl

42

« I nostri tempi abbondano di contraddizioni l’ogni genere, scrive nelle sue preziose memorie il conte Komarovksy, professore di diritto inter¬

nazionale; la stampa di ogni paese ci parla su tutti i toni della necessità della pace fra i popoli, e la desidera ardentemente »

tutti i ioni aena necessita ( e la desidera ardentemente. »

« Per conseguenza, scrive a sua volta, l’abate Defourny l'Europa si trova, sotto questo rap¬

porto, nella medesima situazione dei tempi bar¬

bari e cattivi del medioevo. Tutti si lamentano d questa condizione, che non è nè pace nè guerra e vorrebbero uscirne. I capi di Stato attenuano zionMe Jn F„T’ “■ sl r,v*!egginno nelle dichiara-

Srial'* eTitóer^nTCdoCV1'’

pace è fondata sulla nnnfi

i

S lllu9ono- vera questi armamenti formi i reciProca> mentre Stati, se noii un’osfcilitf ?a u-1’ Sve,ail° fra gli una diffidenza nascosta “arata’ Per. lo meno un uomo, il quale volrnHn^i °0Sa 81 irebbe di aloni d’ainioSSa aip 'nri„d‘t1VarT lo sue ‘"‘on- esaminare lo questioni che’ li divide ° ,llvitosso «1 ' volver in mano? «bidono, con un re- chiarazionTSp\cfiifiSchente fra Ie di*

Governi, die tutti i buoni cS- mi,itare dei qualunque costo far cessare t irebbero a

Oi si meraviglia elio in i?„ '

aure,di all’anno, „ quee„£

^gano

60000

• casi conosciuti e registrati « °omPrendo che Russia e la Turchia. fiiW*1’ ,n,°n calcolando la vigliarsi che ne succedano8cos?tbV-nvece mera‘

™du° dell'epoca nostrii°ohl- Qualunque contraddizione fra la ra>“ approfonda Ja lr0va m «"dolo aCSSENf' >* >"» "ita. ’

• Senza parlare

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PIAOEBI CRUDELI 43

delle contraddizioni della vita reale colla coscienza che riempiono l’esistenza dell’uomo, basterebbe questo stato di pace permanentemente armata e quello della religione cristiana, perchè egli di- speri, dubiti della ragione umana e rinunci alla vita di questo mondo insensato e barbaro. Que¬

sta contraddizione, quintessenza di tutto lo altre, e cosi terribile, elio solamente dimenticandola è possibile l’esistenza.

Como! noi tutti, cristiani, che oltre al profes¬

sare l’amqre del prossimo, viviamo veramente di un battito di vita comune, e ci accordiamo, ci mischiamo avvicinandoci con amore sempre più gli uni agli altri per la felicità comune, e in questo avvicinamento sta il senso di tutta la vita, noi, so domani qualche capo di Stato impazzito di- ocsso una bestialità qualsiasi, e un altro gli ri¬

spondesse con una bestialità pari alla sua, do¬

vremo esporci.alla morte, per uccidere degli uo¬

mini, che, non solamente non ci fecero nulla di male, ma che noi amiamo? Eppure non è una pro¬

babilità impossibile, ma è anzi una certezza ine¬

vitabile alla quale tutti ci prepariamo.

Basta averne la netta cognizione por impazzirne o suicidarsi; basta rientrare un momento insè stessi per essere spinti alla necessità di una simile fino.

Solamente questo ci può spiegare l’intensità feb¬

brile colla quale l’uomo moderno cerca di abbru¬

tirsi col vino, il tabacco, l'oppio, i viaggi, la let¬

tura dei giornali, il giuoco ed ogni genere di di- vortimenti e di spettacoli, ai quali s’abbandona come ad un’occupazione seria ed importante. Se non vi fosse un mezzo esterno d’abbrutimento, La metà del genere umano si farebbe saltare lo cervella, perchè il vivere in contrasto colla propria ragione, è 1’esistenza la più insopporta¬

bile. E tutti gli uomini della nostra epoca si tro¬

vano in questo caso: tutti vivono in un’antitesi

•ontinua e flagrante della coscienza colla vita.

(44)

moeni crudel

44

Queste contraddizioni sono tanto economiche che politiche, ma la più saliente sta nella cono¬

scenza della legge cristiana sulla fratellanza deHi uomini e nello stesso tempo della necessità im¬

posta ad essi del servizio militare universale H

• necessità d’esser pronti all’odio , all’assassinio toreSer° a medesimo tempo cristiano e gladia-

i ,.Dej

re.sto, non può essere diversamente. Disto¬

gliendosi dal concetto cristiano della vita che di

« su iS

eh., li predioSt irt "“"'i "1 oggi 1 predicatori non crede™ ™ 11 , , ’ I.nentre divulgano e non notrehK ° ^u,e 0 °h essi stessi idee non taTplKSrì "1 p0rcW toli termi quando il suolo si S *"' 81 Può stare s indietreggia: e, cosa strann6’ se n?n si avanza, mini istruiti dei nostd a 6 te,rribile> gli uo-

nano all’avanguardia cefi loro <1Ue-11 che cainmi- scinano indietro la ™ J°ro ragionamenti, tra- Pagano, ma al primitivo Sol° all° stato 3te tendenze deirii unm;n8- ? dl barbarie. Que- oostra non si possonomeBHn Uminati- deII’epoca iGl°atfc!tudme in presenziaffp°nsfcafcare che dalla lidanetà6 S1 .e Manifestata l’insuffi"?110 P<3r mezz0 'idauetà sociale; la gue '«sufficienza della so- ' i1 servizio militari. ’ armamento generale

Sfàgli S-za, Se non di bu<T

a questo fatto, colpisce “°mmi 'struiti di fronte stile 81 f?anifesta « Smodrrffre'- Tal« aS!

fenomeno come cosa oef 1 “m considerano

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