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Piano Forestale Regionale (D. Lgs. 18 maggio 2001, n Art. 3) Dichiarazione di sintesi

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Piano Forestale Regionale 2014-2020

(D. Lgs. 18 maggio 2001, n. 227 - Art. 3)

Dichiarazione di sintesi

Marzo 2016

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PREMESSA

Il presente documento, che accompagna il Piano Forestale Regionale 2014-2020 (PFR) e il relativo Rapporto Ambientale (RA), costituisce la Dichiarazione di Sintesi prevista dall’art. 17 del D.Lgs. n. 152/2006, Titolo II concernente la Valutazione Ambientale Strategica.

La presente dichiarazione sintetizza in che modo le considerazioni di carattere ambientale sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale e degli esiti delle consultazioni nonché delle osservazioni pervenute.

Il PFR e la Valutazione Ambientale (VAS) hanno seguito un percorso comune, fin dalle fasi di orientamento e nel corso di tutte le attività svolte per l'elaborazione del piano stesso.

La presente dichiarazione di sintesi si articola in un testo che raccoglie le decisioni assunte in merito alla sostenibilità ambientale nel PFR, le strategie del piano e le modifiche intervenute a seguito del processo di osservazioni al programma e relative controdeduzioni fornite.

Ai fini di un’esaustiva informazione al pubblico e ai soggetti istituzionali coinvolti circa lo svolgimento del processo e le decisioni assunte, questo documento:

- riepiloga sinteticamente il processo integrato del programma e della valutazione ambientale, elenca i soggetti coinvolti e fornisce informazioni sulle consultazioni effettuate e sulla partecipazione del pubblico;

- dà informazioni sulle consultazione e sulla partecipazione, in particolare sugli eventuali contributi ricevuti e sui pareri espressi;

- illustra le alternative/strategie di sviluppo e le motivazioni/ragioni per le quali è stata scelta la proposta di piano;

- dà conto delle modalità di integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare di come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale;

- dichiara come si è tenuto conto del parere ambientale motivato e delle osservazioni pervenute.

1. IL PROCESSO INTEGRATO DI ELABORAZIONE DEL PFR - RA Autorità procedente

Regione Emilia-Romagna – D.G. Cura del Territorio e dell’Ambiente – Servizio Parchi e Risorse forestali.

Autorità competente per la VAS

Regione Emilia-Romagna – D.G. Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa – Servizio Valutazione Impatto Ambientale e Promozione sostenibilità Ambientale.

Autorità competente per la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA)

Regione Emilia-Romagna – D.G. Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa.

1.1 AVVIO DEL PROCEDIMENTO

1.1.1 ATTO DI INDIRIZZI E AVVIO DEL PROCEDIMENTO

Con Deliberazione di Giunta regionale n. 1999 del 23 dicembre 2013 “Approvazione degli indirizzi per l'elaborazione del Piano Forestale Regionale (PFR 2020)” è stato avviato il processo per l'elaborazione del

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piano in base alle disposizioni procedurali di cui all'art. 25 della L.R. n. 20/2000 e le disposizioni in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di cui alla parte seconda del D.Lgs. n. 152/2006.

1.1.2 APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE DEL PFR - CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE

La valutazione ambientale della proposta del Piano Forestale Regionale 2014-2020 ha accompagnato il processo di pianificazione fin dalla fase preliminare.

Il PFR è stato realizzato grazie alla collaborazione del gruppo di lavoro istituito ad hoc con Determinazione regionale n. 17064 del 20 dicembre 2013 e composto da rappresentanti delle strutture regionali e degli Enti competenti in materia (Amministrazioni Provinciali, Unioni dei Comuni e Comunità Montane, Corpo Forestale dello Stato e Federparchi).

I Documenti preliminari del Piano sono stati sottoposti ad una fase di consultazione e partecipazione pubblica, nella quale sono stati svolti incontri pubblici (n° 6 incontri dal 17/02/2014 al 10/04/2014: con i portatori di interesse, con i rappresentanti dei castanicoltori, con gli Enti di gestione per i Parchi e la Biodiversità, con il Tavolo Regionale dell’Imprenditoria, con i Dottori Agronomi e Forestali e con i Periti Agrari, presentazione della proposta del Piano forestale al gruppo di lavoro regionale, alle associazioni agricole, agli enti delegati in materia forestale, alle aree protette e ad altri soggetti interessati).

Con DGR n. 483 del 14 aprile 2014 è stata adottata una prima proposta di Piano forestale tanto che in data 13 giugno 2014, presso la sede della Regione Emilia - Romagna, in viale Silvani 6 a Bologna, è stata svolta una prima riunione ai fini della consultazione dei “soggetti competenti in materia ambientale” in merito ai contenuti del rapporto ambientale (si veda nel Parere Motivato l’elenco completo dei soggetti invitati - all'incontro hanno poi partecipato: Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale, Servizio Parchi e Risorse forestali, Direzione Generale Programmazione Territoriale e Negoziata, Intese, Servizio Tecnico Bacino di Romagna e Servizio Tecnico Bacino Reno della Regione Emilia Romagna; Unione Appennino bolognese; Comune di Bologna; Comune di Riolunato; Direzione Regionale per i Beni Culturali e del Paesaggio; Autorità di Bacino del Reno; Provincia di Bologna; Provincia di Ferrara; Comune di Budrio;

Comune di Bagno di Romagna; Unione Terre di Castelli; Comune di Modigliana; Unione Romagna Faentina).

Successivamente, al fine di rendere il Piano aderente ai dispositivi normativi indicati dalla LR n.20/2000, è stato ritenuto di dover riorganizzare l’indice e gli elaborati di Piano, fermo restando che i contenuti della documentazione sono rimasti sostanzialmente uguali; con delibera di Giunta regionale n.972 del 30 giugno 2014 ”Approvazione del documento preliminare del Piano forestale regionale 2014-2020 ai sensi dell’art.

25 della L.R. 20/2000” sono stati pertanto approvati i documenti preliminari del Piano che costituiscono evoluzione e superamento di quelli approvati con DGR n. 483/2014.

L'Assemblea Legislativa si è espressa sulla summenzionata deliberazione di Giunta n. 972/2014 con l’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa n. 5817/1 della seduta del 23 luglio 2014 approvato ai sensi dell'art.

25, comma 2 della L.R. n. 20/2000.

Ai sensi del medesimo articolo 25, comma 2, la deliberazione di Giunta n. 325 è stata notificata alle Province, ai Comuni, alle Comunità montane, Unione di Comuni, alle Regioni contermini, alle Amministrazioni statali e alle associazioni economiche e sociali per le eventuali valutazioni e proposte.

A seguito delle fasi di consultazione descritte precedentemente, a tutto il 2014 sono pervenuti complessivamente n. 29 contributi e osservazioni da parte di enti Locali e altre istituzioni pubbliche, associazioni di categoria (associazioni economiche, associazioni ambientaliste) e cittadini interessati;

1.2 ADOZIONE DELLA PROPOSTA DI PFR

La nuova adozione della proposta di Piano forestale regionale 2014-2020 è stata effettuata con D.G.R. n.

389 del 15 aprile 2015; tale proposta di Piano ha recepito i contributi e le osservazioni pervenute e raccolte durante la fase di deposito sopra indicata, lo svolgimento del percorso partecipativo di consultazione,

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approfondimento e confronto svolto, ovvero i contributi dei soggetti competenti in materia ambientale, esperti ed operatori del settore, enti ed associazioni di categoria, aziende, società civile e cittadini.

La proposta del Piano forestale regionale 2014-2020 era formata dai seguenti elaborati:

- Documento di Piano;

- Quadro conoscitivo;

- il Rapporto Ambientale contenente la sintesi non tecnica dello stesso;

- lo Studio di Incidenza.

La Proposta di PFR è stata comunicata all'Assemblea Legislativa con nota prot. PG.2015.269805 del 27 aprile 2015, in attuazione del comma 3 dell'art. 25 della L.R. n. 20/2000; l'avviso dell'adozione della Proposta di Piano è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 101 parte seconda 5 maggio 2015.

Gli elaborati costitutivi della proposta di Piano sono stati depositati presso la sede della Giunta regionale (URP di Viale Aldo Moro, 52 - Bologna), delle Province, dei Comuni, delle Comunità Montane, delle Unioni di Comuni, per sessanta giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna dell'avviso di avvenuta adozione di proposta di Piano, ai fini dell'acquisizione di osservazioni e proposte da parte dei soggetti interessati nonché presso gli altri enti previsti dalla L.R. 20/2000; tale documentazione era altresì consultabile sul sito web della Regione agli indirizzi indicati nel summenzionato avviso pubblicato sul BUR n. 101 del 5 maggio 2015.

1.2.1 OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI PFR

I contributi e le osservazioni sono stati raccolti anche successivamente alla scadenza del termine di pubblicazione (4 luglio 2015) e comunque pervenuti entro la data del 30 luglio 2015 (si veda l’elenco delle osservazioni pervenute allegato alla Deliberazione di Giunta di proposta di approvazione del PFR).

A seguito delle pubblicazione della proposta di Piano Forestale Regionale 2014-2020 sono pervenute n. 9 osservazioni che sono state valutate dall’Autorità procedente di concerto con l’Autorità competente per la VAS e hanno portato alla modifica di alcuni punti degli elaborati della Proposta di Piano adottati con la citata DGR n. 389/2015.

1.2.2 CONSULTAZIONE SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE ALLA PROPOSTA DI PFR.

In data 28 settembre 2015, presso la sede della Regione Emilia - Romagna, a Bologna, è stata svolta una riunione ai fini della consultazione dei “soggetti competenti in materia ambientale” al fine di acquisire le loro valutazioni in merito alla proposta di “Piano Forestale Regionale 2014-2020” ed al relativo Rapporto Ambientale, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 152/06, convocata con nota prot. PG.2015.651693 del 10 settembre 2015.

Ai partecipanti a tale riunione (Provincia di Forlì-Cesena; Città Metropolitana di Bologna; Autorità di Bacino del fiume Reno; STB Romagna; Servizio Parchi e Risorse forestali; Servizio Tutela risorsa idrica e Servizio Aiuti alle imprese della Regione Emilia-Romagna, Parco del Delta del Po) sono state illustrati i contenuti delle osservazioni già pervenute e i partecipanti hanno fornito a loro volta alcuni contributi che sono stati tenuti in considerazione nella stesura delle controdeduzioni al testo adottato e nell’istruttoria del Parere Motivato.

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2 PARERE MOTIVATO E RECEPIMENTO NEL PFR

Nel corso dell’attività tecnico-istruttoria svolta dalla struttura regionale responsabile del procedimento di VAS è stata valutata la proposta di PFR e il relativo Rapporto Ambientale, nonché i pareri, le osservazioni, obiezioni e suggerimenti ambientali pervenuti. E’ stato dunque acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell’Autorità responsabile per la Valutazione d’Incidenza.

Con Determinazione dirigenziale n. 603 del 20 gennaio 2016 l’Autorità competente ha poi espresso parere positivo circa la compatibilità ambientale del PFR a condizione che siano recepite le seguenti raccomandazioni e prescrizioni.

2.1 INDICAZIONI E RACCOMANDAZIONI

- la dichiarazione di sintesi, da redigere ai sensi dell'art. 17, comma 1, lettera b) del D. Lgs. n. 152/2006,

“dovrà illustrare in che modo la considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate”;

- lo schema riepilogativo di obiettivi, indirizzi, azioni, priorità, strumenti e indicatori, già richiesto nell’ambito della fase di consultazione, e proposto nella versione di Piano controdedotto, dovrà costituire parte integrante degli elaborati del Piano Forestale Regionale 2014-2020 approvato;

- con riferimento alla valorizzazione energetica dei prodotti della foresta (filiera legno-energia), per la quale il Rapporto Ambientale prevede un potenziale impatto ambientale negativo, si chiede di valutare l’opportunità di specificare maggiormente le azioni e gli indicatori di controllo della linea di indirizzo 3

“Promuovere la gestione forestale dei boschi finalizzata alla produzione di prodotti legnosi e non legnosi, in particolare relativamente agli effetti ambientali ed economici dell’arboricoltura per biomassa a ciclo colturale breve (Short Rotation Forestry, SRF)”;

- al fine di implementare un corretto piano di monitoraggio si ritiene utile:

o che tramite una ridotta selezione di adeguati indicatori, il sistema di monitoraggio assicuri oltre al controllo degli impatti significativi, anche la verifica del grado di raggiungimento previsto a seguito dell’attuazione delle azioni del Piano, degli obiettivi di sostenibilità a cui il Piano si riferisce;

o che a tal fine siano individuate in modo univoco nei documenti di Piano le modalità di raccolta dei dati, gli indicatori necessari alla valutazione, i target di riferimento, la definizione di strumenti per riorientare le scelte di Piano nel caso di effetti negativi, le responsabilità e le risorse finanziarie da adottare;

o tale sistema di monitoraggio potrà essere integrato all’eventuale monitoraggio di altri strumenti di Pianificazione, tra cui il sistema di monitoraggio in essere del Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2014-2020;

- si chiede di valutare l’opportunità di aggiornare il testo dei documenti di Piano alla luce dell’entrata in vigore della L.R. 13/2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”, in particolare relativamente alla descrizione del ruolo delle Province (Quadro Conoscitivo, cap. 2), e alla analisi della governance (Documento di Piano, cap. 3).

L’Autorità responsabile del procedimento di VAS nel citato parere di compatibilità ambientale ha altresì fatto proprie le seguenti condizioni e prescrizioni già contenute nella Valutazione di Incidenza approvata

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dalla Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna con Determinazione n. 14194 del 26 ottobre 2015 e valide in tutti i siti della Rete Natura 2000 ricompresi nel territorio regionale:

- i piani ed i singoli interventi relativi al settore forestale, qualora interessino, direttamente o indirettamente, il territorio di un sito Natura 2000 siano sottoposti a specifica valutazione di incidenza;

- sia rispettata la coerenza con i vincoli e le misure gestionali previsti dalle Misure generali e specifiche di conservazione e dai Piani di gestione dei singoli siti Natura 2000 interessati;

- siano rispettate le seguenti prescrizioni, fatto salvo quanto definito nelle valutazioni di incidenza approvate dagli Enti competenti:

o garantire a margine dei corsi d’acqua e, in generale, delle zone umide, la presenza di fasce boscate o arbustate ripariali di ampiezza sufficiente in modo tale da garantire la conservazione delle connessioni ecologiche esistenti, compatibilmente con le esigenze di natura idraulica di sicurezza del territorio;

o escludere le torbiere da qualsiasi intervento che ne possa mutare le dimensioni e la struttura;

o conservare e mantenere in un buono stato di equilibrio gli habitat riconducibili alle aree prative, alle lande, agli arbusteti, alle macchie e alle boscaglie e, in generale, tutti gli ambienti che svolgono una funzione ecotonale, indispensabile per la conservazione della biodiversità. Questi ambienti devono essere, pertanto, preservati dall’espansione di aree forestali (es. con specifici sfalci periodici), da carichi eccessivi di pascolamento e da interventi di riforestazione, qualora ubicati in collina o montagna;

o privilegiare un’adeguata gestione forestale naturalistica prevedendo anche azioni di conservazione degli habitat e degli habitat di specie finalizzate alla tutela della biodiversità;

o garantire l’integrità e l’incremento dei valori e delle funzioni ecologiche, quali la rinnovazione e la successione di ecosistemi forestali e la diversità genetica delle specie;

o prevedere, per gli habitat forestali di interesse comunitario, interventi prevalentemente legati alla loro conservazione;

o evitare l’asportazione della vegetazione nelle zone con elevata pendenza per garantire la funzione di protezione dei versanti da parte del bosco;

o prevedere periodi di sospensione delle attività forestali nel periodo riproduttivo di specie animali di interesse comunitario o in aree con comprovata presenza di nidi o rifugi;

o garantire la tutela degli esemplari arborei più grandi e/o rappresentativi, anche morti o deperienti, inclusi i vecchi esemplari di castagno da frutto, che presentino evidenti cavità utilizzate o utilizzabili dalla fauna a fini riproduttivi o di rifugio, tranne il caso che ciò comporti pericolo per la pubblica incolumità. Qualora fosse necessario, comunque, asportare piante di notevole interesse per la fauna dovranno essere previste opportune opere di mitigazione, in accordo con l’Ente gestore del Sito interessato;

o garantire, nei casi di eventuali interventi di decespugliamento, particolare attenzione e cautela nei confronti delle specie di interesse comunitario;

o prevedere l’accatastamento in bosco della ramaglia derivante dagli interventi selvicolturali, in cumuli di modeste dimensioni, per prevenire gli incendi boschivi ed in modo tale da creare anfratti all’interno degli stessi che consentano l’insediamento di flora e fauna saproxilica;

o prevedere l’eliminazione dei materiali legnosi di risulta, derivanti dagli interventi selvicolturali, dalle fasce ai bordi della viabilità forestale, per un’adeguata profondità-larghezza;

o contenere al massimo la durata dei cantieri e la superficie occupata da essi, in modo da arrecare minore disturbo ad habitat e specie presenti nelle aree interessate;

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o garantire la tutela della rinnovazione naturale delle specie autoctone;

o prevedere di realizzare l’eventuale nuova viabilità forestale all’interno dei siti Natura 2000 solo nei casi strettamente necessari e nel minor tempo possibile, al fine di evitare danni diretti o indiretti ad habitat e specie;

o limitare i percorsi utilizzati dai mezzi meccanici, in ingresso ed in uscita dai cantieri, in modo da minimizzare gli impatti e regolamentare, in modo appropriato, le modalità di accesso alle aree di intervento evitando di transitare fuori dalle piste o sentieri segnati;

o garantire l’utilizzo di mezzi, attrezzature e macchine operatrici il più possibile idonei a minimizzare l’impatto acustico ed il danno ambientale, avendo cura di ripristinare i luoghi al termine dei lavori;

o privilegiare, ove tecnicamente possibile, l’uso di tecniche di ingegneria naturalistica negli interventi di difesa del suolo;

o garantire l’utilizzo di specie autoctone nel caso di interventi di forestazione e di rinaturalizzazione in cui si richiede l’impiego di materiale forestale di propagazione;

o prevedere l’adozione di metodi non chimici per l’eventuale controllo delle erbe infestanti e per la difesa delle piante nelle aree forestali;

o garantire il coinvolgimento degli Enti gestori dei Siti Natura 2000 interessati dalla realizzazione del Piano prima dell’effettuazione delle attività previste dal Piano, in modo tale da garantire la verifica di sostenibilità ambientale delle medesime e la conseguente tutela degli habitat e delle specie presenti;

o apportare le dovute modifiche al Piano, qualora con l’approfondimento delle conoscenze, anche in seguito al monitoraggio, si accertasse che determinate tipologie di intervento possono produrre impatti significativi agli habitat o alle specie di interesse comunitario o al mantenimento delle funzioni ecologiche e all’integrità delle aree forestali.

3 RECEPIMENTO DEL PARERE AMBIENTALE MOTIVATO E DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE

Come già descritto nei precedenti punti, i documenti adottati con la Deliberazione della Giunta Regionale n.

389 del 15 aprile 2015 (Documento di Piano, Quadro conoscitivo, Rapporto Ambientale e Studio di incidenza) sono il frutto di un confronto avviato con Enti territoriali e portatori di interesse della società civile nell'ambito di un percorso di partecipazione iniziato già nel 2013. Successivamente all'adozione della proposta di piano, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e della L.R. 20/2000 è stata avviata la fase di consultazione istituzionale conseguentemente alla quale sono pervenute alle strutture regionali competenti 9 ulteriori osservazioni. Le osservazioni pervenute sono state tutte analizzate attentamente e hanno portato alla modifica di alcuni punti degli elaborati adottati con la citata DGR n. 389/2015. Le controdeduzioni alle osservazioni sono analizzate e descritte una per una nelle schede allegate alla Deliberazione di Giunta di proposta di approvazione del PFR, nelle stesse schede sono riportate integralmente anche le stesse osservazioni e le modifiche ai testi che ognuna di esse ha comportato.

Il numero esiguo di osservazioni pervenuto in questa fase di consultazione finale è spiegabile anche dal fatto che numerosi contributi pervenuti nel 2014 (a seguito dei precedenti momenti di partecipazione) erano già stati analizzati e spesso accolti con la stesura della Proposta di Piano (D.G.R. n. 389 del 15 aprile 2015).

Si ricorda che, come disposto dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 270 del 29 febbraio 2016, dal 1 marzo 2016 le competenze in materia forestale, prima in capo alla Direzione generale Ambiente, Difesa del suolo e della costa, sono state trasferite alla Direzione generale Cura del Territorio e dell’Ambiente.

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3.1 LO SCHEMA RIEPILOGATIVO DI OBIETTIVI, INDIRIZZI, AZIONI, PRIORITÀ, STRUMENTI E INDICATORI

In esito alla fase di consultazione si deve dare atto che sono giunte diverse osservazioni che in più punti rilevano la necessità di fare maggior chiarezza rispetto alla definizione di alcuni indirizzi e priorità del Piano Forestale regionale, in particolare si vedano le comunicazioni pervenute dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dalle Associazioni Naturalistiche dell'Emilia-Romagna e dal Prof. Magnani dell'Università di Bologna e lo stesso Parere Motivato. In accoglimento a tali osservazioni, con lo schema introdotto all'inizio del capitolo 5 “Indirizzi, azione e strumenti” del Documento di Piano si è cercato di chiarire, sintetizzare e condensare in un corpo unico obiettivi, indirizzi, azioni, priorità, strumenti e indicatori. In questa fase finale si è infatti voluto allontanare la possibilità di equivoci laddove nei diversi documenti in più di un punto vengono trattati gli stessi temi tanto che, effettivamente, a volte la lettura poteva risultare poco chiara nel suo insieme. Azioni e strumenti sono stati quindi sintetizzati nello schema, viene approfondita la correlazione tra gli obiettivi del Piano Forestale 2014-2020 e le operazioni contenute nelle Misure del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. Contemporaneamente sono state condensate e riscritte in maniera netta le priorità dei diversi tipi di azione e dei loro relativi strumenti. Sempre lo schema sintetico ricapitola anche quelli che saranno in definitiva gli indicatori del Piano. A tal proposito si sottolinea che, sempre dietro lo stimolo delle osservazioni del MATTM, si è rivisto nel suo complesso il sistema di Monitoraggio del piano.

3.2 LA FILIERA LEGNO ENERGIA

Il Parere ambientale motivato riporta la seguente raccomandazione:

Con riferimento alla valorizzazione energetica dei prodotti della foresta (filiera legno-energia), per la quale il Rapporto Ambientale prevede un potenziale impatto ambientale negativo, si chiede di valutare l’opportunità di specificare maggiormente le azioni e gli indicatori di controllo della linea di indirizzo 3

“Promuovere la gestione forestale dei boschi finalizzata alla produzione di prodotti legnosi e non legnosi, in particolare relativamente agli effetti ambientali ed economici dell’arboricoltura per biomassa a ciclo colturale breve (Short Rotation Forestry, SRF)”

Come si evince anche dalle considerazioni del Parere Motivato, il Rapporto Ambientale valuta che gli impatti ambientali del Piano sono generalmente positivi e soltanto la linea di indirizzo e azioni legata alla valorizzazione energetica dei prodotti della foresta (filiera legno-energia) potrebbe avere impatti negativi. A tal fine nel già citato schema riepilogativo del Documento di Piano (cap. 5), sotto la voce “5.12 Promuovere impianti e filiere forestali per lo sviluppo di prodotti nei settori della bioeconomia” viene precisata ulteriormente la posizione della Regione Emilia-Romagna a riguardo della produzione di energia rinnovabile derivante da biomasse forestali e da colture legnose ad hoc. Nel riquadro relativo alle “azioni” si legge infatti che:

Il finanziamento di impianti per la produzione di energie rinnovabili è subordinato a studi di fattibilità e a piani di approvvigionamento e al rispetto della normativa in materia di inquinamento atmosferico. Non è previsto aiuto economico per le "colture energetiche".

Contestualmente la produzione di energia rinnovabile proveniente da biomasse forestali viene riconosciuta come elemento critico e come tale sarà “controllata” nel tempo attraverso specifici indicatori del Sistema di monitoraggio (si veda a tal proposito l’elenco degli indicatori nel capitolo 6 del Documento di piano).

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3.3 GLI AGGIORNAMENTI SULLA GOVERNANCE

Gli elaborati adottati precedentemente con DGR n. 389 del 15 aprile 2015 sono stati ora modificati a seguito delle osservazioni pervenute, è stata anche apportata la correzione di alcuni refusi ed è stato doverosamente aggiornato ed implementato il capitolo 3.2.18 del Documento di Piano (relativo alla

“Governance”) alla luce di quanto disposto dalla recente Legge Regionale n. 13 del 30 luglio 2015 riguardante il riordino delle funzioni assegnate alle Amministrazioni provinciali (tra cui la materia forestale), sempre nel medesimo capitolo si è inoltre accennato al riassetto istituzionale del Corpo Forestale dello Stato che dovrà avvenire prossimamente ai sensi della recente Legge n. 124 del 7 agosto 2015. Modifiche riguardanti il riordino delle funzioni assegnate alle Amministrazioni provinciali sono state apportate anche nel capitolo 2.1.2.3 del Quadro Conoscitivo.

3.4 LE PRESCRIZIONI DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL PFR

La Valutazione di Incidenza (Determinazione regionale n. 14194/2015) sottolinea per i Siti di Rete Natura 2000 la necessità di mantenere alta l'attenzione sui possibili effetti negativi di alcune azioni promosse dal piano: i singoli progetti e interventi che daranno attuazione al Piano Forestale all'interno della Rete Natura 2000 dovranno quindi osservare determinate prescrizioni (fatte proprie anche dal Parere Motivato). Per maggior chiarezza si è ritenuto utile riportare per esteso in appendice al Documento di Piano le prescrizioni già elencate nella Determinazione regionale n. 14194/2015.

4 LE ALTERNATIVE CONSIDERATE E LE RAGIONI DELLA SCELTA DELLA PROPOSTA DI PIANO

Per quanto riguarda la valutazione delle alternative di piano, si ribadisce in questa sede quanto già affermato nel Rapporto Ambientale e cioè che, vista la natura collegiale e strategica del piano, risulta molto difficoltoso identificare alternative valide in grado di essere comparate realisticamente. A tal proposito si dà atto che la nota del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare giunta in data 8 luglio 2015 osserverebbe che il Rapporto Ambientale risulta carente nella descrizione e nella valutazione ambientale delle alternative di piano. Del resto la stessa nota del MATTM di fatto indica come “ipotesi alternative” che potrebbero essere valutate non veri e propri scenari alternativi ma piuttosto:

- possibili prescrizioni gestionali da tenere in considerazione nell'attuazione di strumenti proposti dal Piano,

- scenari riconducibili all'alternativa zero,

- scelte pianificatorie che esulano dalla sfera di influenza del Piano forestale.

Per maggiori dettagli rispetto a questa valutazione si rimanda a quanto già riportato nell’apposita scheda in cui vengono analizzate e controdedotte tutte le osservazioni contenute nella nota del MATTM dell’8 luglio 2015 (si veda in particolare l’osservazione n° 7).

Per quanto sopra dichiarato, le valutazioni ambientali richieste dall’art. 17 del DLgs n. 152/2006 si sono pertanto concentrate nel rapportarsi con lo “scenario di riferimento” ossia con l’“alternativa zero”. Nello specifico, per quanto riguarda la caratterizzazione dell'evoluzione probabile dello stato dell'ambiente senza l'attuazione del Piano, si chiarisce quanto segue:

- in termini di sviluppo ambientale si fa presente che il recente rinnovato interesse per le produzioni legnose richiede una adeguata attenzione da parte della Regione soprattutto nell'ottica di un probabile protrarsi nel medio e lungo periodo di tale situazione. In questo senso risulta pertanto più che evidente l'importanza strategica degli strumenti attivati dal Piano finalizzati al monitoraggio e alla regolamentazione delle utilizzazioni boschive (istituzione dell'Albo delle imprese forestali e della Qualifica di operatore forestale, informatizzazione delle domande di taglio e conseguente contabilizzazione dei prelievi, …); dal punto di vista ambientale risultano altresì irrinunciabili le azioni

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dirette alla salvaguardia idrogeologica, alla tutela della biodiversità, all'ampliamento delle aree forestate in pianura, al miglioramento della struttura dei boschi e più, in generale, alla gestione sostenibile delle foreste;

- in termini di sviluppo sociale ed economico si ipotizzano principalmente effetti negativi derivanti dalla eventuale mancata attivazione degli strumenti relativi all'associazionismo, alla valorizzazione dei prodotti legnosi e non legnosi, al riconoscimento dei servizi ecosistemici. La filiera legno-energia, se non accompagnata nel suo sviluppo da indirizzi tecnici adeguati e da strumenti di analisi degli effetti prodotti e indotti potrebbe risultare una delle attività economiche del settore forestale potenzialmente più impattanti per l'ambiente: il suo sviluppo è tutt'oggi difficilmente prevedibile, le azioni del piano che la riguardano (monitoraggio e piani di approvvigionamento per gli impianti energetici, incentivazione dei sistemi di certificazione del legname e della catena di custodia, informazione, divulgazione, formazione, …) contribuiranno ad indirizzarla verso sviluppi positivi con reciproco vantaggio per l’economia locale e per il territorio.

- in termini di sviluppo tecnologico si fa presente che le aziende agricole e le imprese forestali della nostra regione perderebbero un'importante occasione per accrescere la propria competitività nel caso non fossero attivati gli strumenti individuati dal Piano finalizzati a favorire ed incentivare l'ammodernamento e l'adeguamento tecnologico delle imprese stesse; si consideri anche il fatto che l'adozione di tecnologie moderne e al contempo sostenibili (quali ad esempio l'utilizzo di gru a cavo in fase di esbosco) andrebbe a vantaggio dell'ambiente e non solo della produttività aziendale.

5 IL SISTEMA DI MONITORAGGIO

Come già accennato, sollecitati dalle osservazioni del MATTM e successivamente dallo stesso Parere Motivato, si è rivisto nel suo complesso il sistema di Monitoraggio del piano.

Il Rapporto Ambientale e il Documento di Piano nella versione adottata il 15 aprile 2015 con DGR n. 389 riportavano due diverse possibili liste di indicatori (non sempre sovrapponibili tra loro) e nessuno dei due documenti individuava poi ruoli, responsabilità e modalità di realizzazione del monitoraggio (vedi art. 18 del DLgs 152/2006: “Il piano o programma individua le responsabilità e la sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio.”). Il capitolo 6 del Documento di Piano è stato ora sostanzialmente rivisto e ad esso si rimanda per quanto concerne le “misure adottate in merito al monitoraggio” (primo comma, punto c dell'art. 17 del DLgs 152/2006), nel capitolo 6 vengono ora indicati chiaramente ruoli e modalità di realizzazione. Considerato che molte delle azioni promosse dal Piano forestale verranno di fatto attuate con strumenti del PSR 2014-2020, si è ritenuto opportuno far coincidere buona parte degli indicatori del Programma di Monitoraggio del Piano Forestale con indicatori già individuati dal sistema di monitoraggio del PSR, questo assicurerà che queste misurazioni possano effettivamente essere realizzate (avendo il PSR risorse disponibili, specificatamente dedicate a questo scopo).

Nella scelta degli indicatori è stata posta particolare attenzione agli aspetti del Piano potenzialmente più impattanti sull'ambiente conformemente anche a quanto richiesto dai principi della Gestione Forestale Sostenibile, il monitoraggio e gli eventuali correttivi alle azioni messe in atto concentreranno buona parte delle risorse nel valutare

- l'impatto delle utilizzazioni boschive,

- l'utilizzo di biomasse forestali negli impianti energetici e l'entità di eventuali colture legnose fuori foresta ad essi dedicati,

- la salvaguardia della biodiversità nelle aree forestali e, in senso più ampio, la generale sostenibilità del sistema forestale regionale.

Riferimenti

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