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CHIESA CATTOLICA E LA

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(1)

L A

CHIESA CATTOLICA

E LA

S U A G E R A R C H I A

p e l s a c e r d o te

G I O V A N N I B O S C O

T O R IN O .

T I P . D E L L ’ O R A T O R IO DI S . F R A N C . DI S A L E S

1 8 6 9 .

(2)

p r o p r i e t à d e l le d i t o r e

(3)

AL

CORTESE LETTORE

C ol presente fascicolo noi intendiam o di dare in breve una giusta idea della Chiesa di Gesù Cristo, spiegare i p rin ­ cipali gradi dell’ecclesiastica G erar­

chia, non che parlare di quanto ha colla Chiesa Cattolica, e colla sua Gerarchia speciale relazione. Molti non avendo di questi vocaboli re tta cognizione, nè sapendo di essi la sapiente i s t i ­ tuzione, rim angono nell’ignoranza o intendono m alam ente cose assai n e­

cessarie al fedel cristiano. P er ovviare a questi difetti noi diamo in questo libretto una breve spiegazione delle accennate cose, raccontandone l’ o ri­

gine, e il significato m orale, il tutto per quanto si può, e lo com porta la brevità, appoggiando sull’autorità dei santi libri, dei santi P adri, o di altri

(4)

accreditati autori. Alcune citazioni, e le più n ec essarie, sono sparse nel corso del libro, ma non molte, per non recare noia al lettore. Chi poi volesse m aggiorm ente in struirsi sopra questa m ateria potrebbe consultare il Dizio­

nario di teologia dell’abate Bergier, edizione di Milano 1857, e special- mente il Dizionario di erudizione sto­

rico-ecclesiastico del Cav. Gaetano Mo- ro n i rom ano, uomo versatissimo nelle ecclesiastiche cose, della cui grandiosa e voluminosa o p e r a , come di fonte sicura, noi abbiam o in gran parte a t­

tinto quanto veniamo in breve espo­

nendo. Quindi uno dei motivi per cui non abbondiam o di citazioni si è p u r quello di non ripetere sì spesso ed inutilm ente il nome del medesimo a u to re , bastando ciò fare una volta per tutte. Voglia Iddio concedere ai nostri lettori le più elette benedizioni, affinchè possano vivere fedeli osser­

vatori dei precetti della pietosa Madre la Chiesa Cattolica sola m aestra, solo centro di un ità, fuori di cui non avvi salute.

(5)

CAPO I.

Religione. — Sacra Bibbia. — Storia Sacra. — Antico Testamento. — Nuovo Testamento. — Sacri S c rit­

tori. — Loro autorità. — Tradizione.

— Storia ecclesiastica.

1 . Religione. — La parola religione, secondo s. Agostino, deriva dal voca­

bolo latino religare, cioè legare. Difatto la religione le g a , stringe l ' uomo in am icizia con Dio.

La religione può considerarsi sotto due aspetti; soggettivamente, ossia come residente nel soggetto, che è l’uom o;

e può considerarsi oggettivamente ossia in se stessa, fuori dell’uomo. Nel prim o caso si definisce: Una virtù morale che inclina l ' uomo a rendere a Dio il culto

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dovuto. Quindi uomo religioso dicesi colui che ha questa pia inclinazione;

ed irreligioso chi non ha questa incli­

nazione, o ricusa a Dio l’ onore che gli si deve. Considerata poi sotto il secondo aspetto la religione è il com­

plesso di tutte quelle cose che apparten­

gono al culto di Dio, come sono le ve­

rità rivelate, i riti sacri, il m inistero sacerdotale, con tutti quei doveri che devono praticarsi verso Dio, verso noi m edesim i, e verso il prossim o. In que­

sto senso s. Giacomo apostolo chiamò religione monda ed immacolata il visi­

tare gli orfani e le vedove nelle loro tri­

bolazioni e custodire se stesso puro da questo secolo (1).

2. Sacra Bibbia. — La religione considerata in se stessa e della quale solam ente intendo ora di parlare, si trova nella Sacra Bibbia e nella T ra­

dizione. La parola bibbia vuol dire li ­ bro per eccellenza e si usa per signi­

ficare tutti quei libri divini, che sono dalla Chiesa Cattolica riconosciuti per inspirati da Dio ai loro autori.

(1) E pist. cap. I, 27.

(7)

3. Antico e Nuovo Testamento. — La Bibbia detta anche Sacra Scrittura si chiama eziandio Antico e Nuovo Te­

stamento. L’ Antico Testamento con­

tiene le cose accadute, le verità rive­

late prim a della venuta di Gesù Cristo, e gli scritti dei profeti. Il Nuovo Te­

stamento com prende il Vangelo, gli atti degli apostoli, ed alcuni altri scritti dei medesimi. I santi libri sono chiam ati Testamento perché contengono quelle cose che Iddio come per testam ento lasciò agli uom ini

4. Storia Sacra. — Si chiam a Storia Sacra la narrazione dei fatti che ac­

caddero al tempo dei p atria rch i, dei condottieri, de’ giudici, dei Re e degli altri principali capi del popolo d’ Isra­

ele, com inciando dalla creazione del m ondo sino alla fondazione della Chiesa di Gesù Cristo. La Storia Sacra è con­

tenuta nella Sacra Bibbia.

5. Sacri Scrittori. — La Sacra Bibbia fu scritta dai profeti, dagli apostoli e da altri personaggi illum inati ed assi­

stiti in una singolare m aniera dallo Spirito Santo. Essi scrissero senza po­

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ter inserire nei loro libri il minimo erro re nè per malizia, nè per um ana debolezza. Che essi in quello che ci n arrano ci abbiano delta la pura verità ce lo dim ostrano cinque speciali ra ­ gioni. 1° Essi narrano cose per lo più avvenute ai loro te m p i, attestate da m onum enti ce rti, di cui sapevano la pretta verità.

2° Se avessero m entito sarebbero stati contraddetti da gran num ero d’uo­

m ini testim onii degli avvenim enti che essi raccontano, e i loro scritti non si sarebbero ricevuti come divini.

3° Erano persone degnissime di fede, cui non si poteva apporre alcun de­

litto, che anzi ad ogni pagina inspirano la buona fede e la pietà.

4° I fatti riferiti da loro sono ezian­

dio per la m aggior parte attestati da.

profani autori. Tali sono la storia del diluvio, quello dello sterm inio di So­

doma e Gom orra, il passaggio del Mar Rosso, e m olti altri fatti.

5° La dottrina che insegnano è in tutto conforme ai dettami della ragione.

I medesimi increduli dalle scoperte

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che si vanno facendo sono costretti ad am m ettere la verità dei fatti n a rra ti nella Bibbia (1). Questo non ci fa stupire perchè i sacri scrittori erano illum inati ed assistiti dallo Spirilo Santo. Molte prove dim ostrano essere

(1) Giova qui riferire u n a fresca te s tim o ­ n ian za di q uanto diciam o. Il signor Lesseps atten d e al taglio d e ll’istm o di Suez, che è q u ella lingua di te rra che unisce l ’Asia co ll’Aff rica, e separa il Mar Rosso dal Mar M editerraneo.

In to rn o a quel luogo accaddero m olti fatti n a r­

ra ti n ella sacra Bibbia. Il 18 luglio 1867 il su l- lo d ato L esseps a ll’E sposizione di Parigi a n u ­ m ero sa assem b lea di do tti p arlò a lungo di questa g ra n d ’opera. Il g io rn ale l ' In d e p en d a n ce Belge del 20 luglio d e ll’anno ste sso e disco rre a n c h ’esso. Si n o ti perù ch e questo g io rn ale è sc ritto da ra zio n alisti, da gente cioè, che non am m ette la d iv in ità d ella S c rittu ra . T u ttav ia d a lla evidenza dei fatti q uesti tali sono obbli­

gati a fare questa prezio sa confessione in fa­

v o re d ella sacra Bibbia. Ecco le lo ro p a ro le :

« N ulla vi h a di più im p o rta n te . Ivi s 'im p a ra

» tu tta la Bibbia. Vi si vede la fuga in Egitto,

» il pozzo d i G iuseppe, la roccia di acqua dolce,

» la v alle di Gessen, il luogo dove av v en n e il

» passaggio del Mar Rosso. Uscendo di là si

» riconosce che la S c r ittu r a è fedele com e u n a

» carta geografica. »

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stati essi da Dio inspirati nello scri­

vere. Ne diamo qui le principali.

— 1 ° La prim a prova sono gli s tu ­ pendi e vari m iracoli che essi ope­

rarono in conferma di quanto d i­

cevano. I veri m iracoli si possono soltanto operare da Dio, il quale cer­

tam ente non li opera e non li lascia operare in conferm a di una falsità, da cui gli uom ini possono essere indotti n ell’inganno. Se Dio permettesse che un uomo facesse un m iracolo per con­

ferm are una religione bugiarda allora Egli coopererebbe a ingannare gli uom ini; la qual cosa in Dio non si può dare, essendo Egli la verità e la Santità per essenza. Bisogna dunque dire che se Dio operò m iracoli in conferma di ciò che dicevano e scrivevano i sacri scrittori, essi erano da Dio inspirati.

— 2° La seconda prova sono le profezie di cui la Storia Sacra è p ie n a , e le quali si sono pienam ente avverate.

Iddio solo può predire con certezza le cose future, che non hanno necessaria relazione colle cause n atu rali, nè pos­

sono dagli uom ini essere molto tempo

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prim a conosciute. Essendo dunque le profezie pienam ente avverate, ed es­

sendo pu r certo che Dio non fa e non lascia fare vere profezie in conferma di cose false, dobbiamo necessaria­

m ente conchiudere che i sacri scrittori, i quali cotante ne fecero, erano vera­

mente da Dio inspirati. — 3° La terza prova è la santità della dottrina che si contiene nella Sacra Bibbia; santità così perfetta, che gl’increduli non p o ­ terono m ai appuntarla di alcun difetto, m entre sappiam o che gli uom ini anche più dotti e di retta intenzione abbando­

n ati a se stessi vanno facilm ente sog­

getti ad erro ri. — In fine rim ane la testim onianza di Gesù Cristo e degli apostoli, i quali dichiararono che tutta la storia dell’Antico Testam ento è stata scritta sotto l’assistenza speciale dello Spirito Santo; e in quanto al Nuovo Testamento abbiamo la testim onianza della Chiesa Cattolica, la quale, come vedremo, è stata dal suo divin F onda­

tore fatta guardiana e m aestra delle verità da Dio rivelate, e dotata del dono d’ infallibilità. —

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Dalle ragioni e prove sin qui addotte noi ricaviam o chiaram ente che i sacri scrittori dissero la pura verità, e quindi noi dobbiamo stim are, e stare alla loro autorità, credere e praticare quello che essi ci lasciarono scritto per nostro am m aestram ento. —

6. Tradizione. — Non tutto quello che fu rivelato da Dio, non tutte le verità religiose e m orali, specialm ente rig u ard an ti il Nuovo T estam ento, si trovano registrate nella Bibbia. Molte cose ci furono trasm esse a viva voce, o con altri mezzi. Quindi oltre la Sacra S crittura noi dobbiamo ancora am m et­

tere la divina Tradizione, parola che vuol dire trasmettere. —

La parola tradizione presa nel senso gram aticale sarebbe quell’atto con cui u na cosa dall’uno si trasm ette ad un altro. Ma parlando di religione s’ in ­ tende quella parte di parola di Dio, la quale non fu scritta nei sacri libri, ma ci fu trasmessa o a viva voce, o per altre vie come sarebbe per mezzo degli scritti dei ss. padri, dei concilii, e sim ili.

Che non tutte le cose rivelate da Dio

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siano state scritte nei libri santi, e p e r­

ciò che oltre la Sacra Bibbia si debba pure am m ettere la Tradizione, lo di­

cono gli stessi apostoli e lo conferm ano i padri della Chiesa. — L’apostolo san Giovanni finisce la seconda sua lettera con queste parole: Molte cose avendo da scrivere non ho volu to farlo con carta e inchiostro, perchè spero di ve­

nire a voi e parlarvi a faccia a faccia (1).

Il medesimo apostolo così term ina il suo Vangelo: Sono molte altre cose fatte da Gesù, le quali se si scrivessero a una a una io credo che nemmeno tutta la terra potrebbe contenere i libri che sarebbero da scrivere. Come si vede è questa un’iperbole usata dal santo apostolo per farci intendere l’in ­ finito num ero di cose dette e fatte da Gesù C risto, le quali non furono nè da lui, nè da alcun altro sacro scrittore registrate; ma che non pertanto si con­

servavano fresche nella m em oria, e si tram andavano a voce dagli uni agli al­

tri. — San Paolo nella seconda lettera

(1) E pist. II, 12.

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che scrive al suo caro discepolo Ti­

moteo così lo avverte: Le cose che hai udite da me con molti testimonii con­

fidati ad uom ini fedeli, i quali saranno capaci ad insegnarle anche ad altri (1).

E nella seconda lettera scritta ai cri­

stiani della città di Tessalonica cosi loro parla delle tradizioni: Tenete le tradizioni, che avete imparato o per mezzo delle nostre parole o per mezzo della nostra lettera (2).

Non meno chiaram ente ne parlano i ss. padri. S. Giovanni Grisostomo spiegando le suddette parole di s. Paolo così si esprim e: Di qui si scorge chia­

ramente che gli apostoli non ci tram an­

darono tutto per lettera; m a molte cose trasmisero senza scriverle; le quali cose sono pur degne di fede. E s. Epifanio scrive: S i ha pur bisogno della tradi­

zione: dalla Scrittura non si possono ricavare tutte le cose. Imperocché gli apostoli alcune cose ci lasciarono per iscritto, altre per tradizione, come af-

(1) Cap. II, 2.

(2) Ad Thess. II. 14.

(15)

ferma s. Paolo (1). Non meno chiaro parlano gli altri padri della Chiesa.

Come si scorge adunque da queste testi­

m onianze vi sono molte cose rig u a r­

danti la fede, la vita cristiana, che gli apostoli non scrissero; ma tram anda­

rono a viva voce. Perciò noi dobbiamo oltre la Sacra Bibbia am m ettere e cre­

dere la divina Tradizione conservataci p ura ed intatta pel m agistero di Santa Chiesa. Di qui ancora si vede in quale grande errore siano quelli che rifiutano di am m ettere la Tradizione.

7. Storia ecclesiastica. — P er istoria ecclesiastica s’ intende la narrazione di quei fatti che succedettero favorevoli od avversi alla Chiesa dalla sua fonda­

zione fino ai tem pi nostri. La Storia ecclesiastica ci espone il principio, e il progresso della Religione Cattolica, ci rappresenta lo stato della Chiesa in ciascuna delle sue età. Essa tratta delle persone che vi fiorirono per santità e d o ttrin a , dei dogmi rafferm ati e vie più d ich iarati, dice se questi furono

(1) Haeres, 61.

(16)

com battuti dagli ere tic i, o pervertiti con false dottrine e sim ili. Quindi come ognun vede la Storia ecclesiastica è la più commendevole dopo la Sacra, e la più atta ad istru irci e conferm arci nella santa religione.

CAPO II.

Chiesa di Gesù Cristo. — Segni per riconoscerla. — Una. — Santa. — Cattolica. — Apostolica. — Solo la Chiesa Romana ha i veri caratteri di Chiesa di G. C. — Chiesa Gallicana.

— Greca. — Arm ena ecc. — Sede Apostolica. — Santa Sede.

1. Chiesa di Gesù Cristo. — Le verità rivelate da Dio, che si trovano nella Bib­

bia, nella Tradizione, le verità insomma che costituiscono la vera re lig io n e , Gesù Cristo figliuolo di Dio fatto uomo le affidò alla custodia della Chiesa da lui fondata e stabilita su questa te rra

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per fare le sue veci. Questa Chiesa ha ricevuto da Gesù Cristo l’ incarico di conservare incorrotte le verità della fede, predicarle ed insegnarle agli u o ­ m ini, affinchè essi credendole e p re­

dicandole possano ottenere la vita e- terna.

Ma che cosa è la Chiesa? e quali sono i segni che ce la fanno conoscere per la Chiesa di Gesù Cristo?

La parola Ecclesia in latino, Chiesa in italiano viene dal vocabolo greco encaleo, convoco, raduno, e significa ap­

punto una radunanza. Per Chiesa poi di Gesù Cristo s’ intende la congrega­

zione, ossia l ’insieme di tutti quelli che professano la fede, la dottrina ri­

velata da Dio, sotto il governo e l ' ub­

bidienza dei legittim i pastori, special- mente del Papa. Senza i pastori, dice il m artire s. Ig n a zio , u n a congrega­

zione di fedeli non si può chiam are Chiesa: sine iis Ecclesia non vocatur;

e s. Ambrogio disse chiaram ente: dove è P ietro, cioè il Papa, là vi è la Chiesa:

ubi Petrus ibi Ecclesia, e per conse­

guenza dove non si trova il Papa alla

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testa non vi può essere Chiesa di Gesù Cristo.

Generalm ente parlando la Chiesa di Gesù Cristo si compone di tre parti, cioè della Chiesa trionfante, che com­

prende i santi del Cielo, della Chiesa purgante, che sono le anime del P u r­

gatorio, della Chiesa m ilitante, com­

posta dai fedeli che vivono sulla terra, della quale solamente noi intendiam o parlare. A questa Chiesa si dà il nome di m ilitante, parola che viene da m ilitare, fare il soldato, e ciò per in ­ dicare che quelli i quali appartengono a questa Chiesa devono ancora in que­

sta terra com battere da valorosi sol­

dati contro ai nem ici delle anim e, che sono il demonio, il mondo, e la carne, e non dim enticarsi mai che la vita del uomo in questa te rra è una continua m ilizia: m ilitia est vita hominis super terram.

La Chiesa m ilitante si divide in due classi, cioè in insegnante, e in discente, ovvero imparante. La Chiesa insegnante abbraccia tutti i vescovi col papa alla testa, i quali non solo devono profes­

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sare la fede di Gesù Cristo, ma hanno ancora l ’obbligo d’insegnare agli altri la vera religione. A loro Gesù Cristo disse: docete omnes gentes: insegnate a tutte le genti. — La Chiesa discente abbraccia tutti i fedeli che non hanno autorità d’insegnare, ma solo obbligo d’im parare. Di questi Gesù parlava quando disse: quelli che crederanno e saranno battezzati si salveranno: chi a- scolta voi, ascolta me: chi non ascolta la Chiesa sia tenuto come un gentile ed un pubblicano (1).

2. Segni per conoscere la Chiesa di G. C. — Gesù Cristo lasciò pure dei caratteri, ossia dei segni alla sua Chiesa, per mezzo dei quali essa potesse ve­

n ire riconosciuta da tu tti gli uom ini p e r celeste e divina, p er m aestra di verità. Questi segni si riducono a quat­

tro . La Chiesa di Gesù Cristo nella re ­ ligione che insegna deve essere Una

— Santa — Cattolica — Apostolica.

1° Deve essere Una nella sua dot­

trin a, nei suoi insegnam enti, cioè non

(1) Matt. XVIII, 17.

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deve credere ed insegnare cose le une contrarie alle altre. Siccome vi è un solo D io, così una sola e m edesim a deve essere la religione che Egli ha rivelato. Perciò la Chiesa di Gesù Cristo non può insegnare e professare verità religiose e m orali che facciano a pugni tra di loro. Una Chiesa ch e si contrad­

dicesse nelle sue credenze, nei suoi inse­

gnam enti, dim ostrerebbe chiaram ente che ella non è Chiesa di Dio, il quale non può rivelare ed approvare la ve­

rità e l’errore.

2° In secondo luogo la Chiesa di Gesù Cristo deve essere Santa. Ella non po­

trebbe essere altrim enti, perchè è fon­

data da Gesù C risto , autore di ogni santità; sante sono le v erità che le fu­

rono affidate, e il fine per cui fu sta­

bilita si è di condurre gli uom ini alla santità della vita, e p er mezzo dei Sa­

cram enti ren derli degni di entrare un giorno nel consorzio dei santi in Cielo.

3° In terzo luogo la Chiesa di Gesù Cristo deve essere Cattolica, che vuol dire universale. Quindi deve essere Cat­

tolica cioè universale riguardo alla dot-

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trin a che insegna, in quanto che deve abbracciare tutte le verità rivelate da Dio, e non tralasciarn e alcuna; deve es­

sere Cattolica in quanto al tem po, cioè com prendere tutti i tem pi, avendo co­

m inciato da Gesù Cristo deve durare fino alla consum azione dei secoli, cioè fin­

ché vi siano uom ini sulla te rra ; deve ancora essere Cattolica, in quanto al luogo perchè deve estendersi agli uo­

m ini che abitano in tutte le parti del m o n d o , ciò che va effettuandosi per mezzo dei coraggiosi m issionarii.

4° In quarto luogo la Chiesa di Gesù Cristo deve essere Apostolica, vale a dire, deve credere ed insegnare tutto quello che hanno creduto ed insegnato gli apostoli, ed essere re tta e gover­

nata da pastori, i quali p e r una serie non in terro tta discendano dagli apo­

stoli stessi, e siano i loro legittim i suc­

cessori nel Sacro Ministero.

Ciò posto, siccome un a sola è la vera religione perchè un solo è il vero Dio, un solo Gesù Cristo, così una sola p a­

rim enti può essere la vera Chiesa di Gesù Cristo. Ma fra tante società c ri­

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stia n e , che vi sono ora nel m ondo, ognuna delle quali pretende di essere la Chiesa di Gesù Cristo, quale lo sarà veram ente? La risposta è pronta: Quella sola che m ostra i caratteri, i segni sopra accennati. Ora questi segni si trovano solam ente nella Chiesa, che ha per suo capo visibile il P ap a, il vescovo di R om a, cioè nella Chiesa R om ana, e non si trovano nelle altre. Dunque q ue­

sta sola è la vera Chiesa di Gesù Cristo, le altre sono Chiese dell’errore.

3. Solo la Chiesa Rom ana mostra i veri caratteri di Chiesa di Gesù Cristo.

— La Chiesa Romana è la sola che possa con certezza presentare i ca rat­

teri della divinità. Im perciocché essa sola:

1° È Una, perchè tutti i veri catto­

lici, anche sparsi per le varie parti del mondo professano una medesim a fede, una m edesim a dottrina, e dipendono tutti da un sol capo che è il Romano Pontefice, il quale, a guisa di padre universale, regola e governa tutta la cattolica famiglia.

2° È Santa; santa è la fede e la legge

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che professa; santi i Sacram enti che pratica; molti Santi con luminosi m i­

racoli la illustrarono in ogni tempo;

più m ilioni di m artiri, da Dio confor­

tati, sparsero il loro sangue in testi­

monianza della divinità di questa m e­

desima Chiesa.

3° La Chiesa Rom ana è Cattolica, cioè u n iv ersale, perchè si estende a tutti i luoghi e a tutti i tempi. Gesù prom ise che il suo Vangelo sarebbe predicato per tutta la terra, e noi ve­

diamo che la Romana Chiesa in tutte le parti del mondo ha dei figli, i quali strettam ente uniti col Papa professano la dottrina di Gesù Cristo, che si p re ­ dicò, e si va predicando per tutta la terra. — La medesima Romana Chiesa si estende a tutti i tem p i, in mezzo alle più sanguinose persecu zio n i, fu sempre avuta a guisa di società visi­

bile dei fedeli r iuniti nella medesima fede, sotto alla condotta di un m ede­

simo capo, il Romano Pontefice. Esso come padre di una grande fam iglia guidò pel passato, e guiderà per l’av­

venire tu tti i buoni credenti suoi figli

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pel sentiero della verità sino alla fine dei secoli.

4° La Chiesa Romana è Apostolica, perchè crede ed insegna tutto ciò che gli apostoli hanno creduto ed insegnato.

La testim onianza di diciannove secoli m ostra ad evidenza che Gesù Cristo h a stabilito s. Pietro capo della Chiesa ed esso cogli altri apostoli hanno p ro ­ pagata la dottrina del Vangelo per tutto il mondo. A s. Pietro succedettero al­

tri Pontefici, i quali senza interruzione governarono la Chiesa fino ai giorni nostri. Agli altri apostoli succedettero i vescovi, i quali in ogni tempo ed in ogni luogo form arono un solo ovile, riconoscendo solo Gesù Cristo per p a­

store suprem o e capo invisibile, ed il Pontefice di Roma per supremo pastore e capo visibile. Questa prerogativa della Chiesa Rom ana è consolantissim a per noi Cattolici. Imperocché la sola nostra Chiesa cominciando dal regnante Pio IX rim onta da un papa all’altro senza al­

cuna interruzione sino a s. Pietro p rin ­ cipe degli apostoli, e stabilito capo della Chiesa da Gesù Cristo medesimo.

(25)

Nessuna delle altre chiese m ostra gli accennati caratteri.

1° Non sono una, perchè non hanno la m edesim a fede, nè la m edesim a dot­

trin a , nè uno stesso capo. Anzi è dif­

fìcile trovare due m inistri di una m e­

desima setta, i quali vadano d’accordo sopr a i punti principali di loro cre­

denza. Quindi ne avvengono continue divisioni in cose di massima im por­

tanza. La sola chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era già divisa in più di dugento sette le une contrarie alle altre. Dove possono mai avere unità di fede?

2° Non sono sante; perchè rigettano tu tti od in parte i sacram enti, da cui solo deriva la vera san tità; professano più cose contrarie al Vangelo, rip u ­ gnanti a Dio medesimo. In tutte le vite degli e r e t ic i , degli in c re d u li, degli apostati, non si può citare un santo, neppure un m iracolo. Che anzi i p rin ­ cipali autori di queste chiese si m ac­

chiarono con vizi e delitti. Calvino e Lutero asserivano fin dai loro tem p i che i cattolici erano assai m igliori dei

(26)

loro seguaci. Lutero medesimo scri­

veva: Appena cominciarono a predicare il nostro vangelo, fu nel paese uno spa­

ventevole sconvolgimento. S i videro sci­

sm i, e sette, e dapertutto la rovina del- l'onestà, della morale. La licenza a tutti i vizi e le turpitudini trascorrono peg­

gio che non si facesse sotto il papismo.

I l popolo dianzi tenuto in dovere non conosce più legge e vive come un ca­

vallo sfrenato, senza pudore, a grado de’ m ateriali desiderii. Dacché noi pre­

dichiamo, il mondo diventa più tristo, più empio, più svergognato: Io stesso sono p iù negligente che non fossi sotto il papismo, e vengo meno alla disciplina ed allo zelo che dovrei avere più che m ai. S e Dio non m i avesse nascosto l’av­

venire io non avrei m ai osato propa­

gare una dottrina da cui dovevano con­

seguire tante calamità, tanto scandalo.

Vol . V, 114 — VI, 620 — VIII, 564 ecc. delle sue opere edizione di W alch.

Che bella confessione! Erasmo, caldo prom otore del protestantesim o, ebbe a dire che tutti gli uom ini della chiesa protestante ben lungi dal fare

(27)

m iracoli, non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo.

3° Non sono cattoliche, perchè sono ristretti in alcuni luoghi, ed in questi luoghi medesimi cangiano la loro dot­

trin a a seconda dei tem pi. Neppure sono cattoliche riguardo al tempo, poi­

ché paragonati alla Religione Cattolica contano pochi secoli di esistenza, non oltrepassano l’epoca dei loro fondatori, niuna si estende fino a Gesù Cristo.

4° Non sono apostoliche, perchè non professano, anzi rigettano molte cose dagli apostoli credute ed insegnate.

Niuna di queste chiese può vantare i suoi antecessori fin o agli apostoli. F i­

nalm ente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di s. Pietro, Capo e Principe degli apostoli.

La Chiesa Rom ana adunque è la sola vera Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo.

4. Chiesa Gallicana, Greca, Arm ena ecc. — La Chiesa Rom ana, ossia la Chie­

sa Cattolica, prende pure diversi altri nom i desunti specialm ente dai luoghi in cui trovasi sparsa. Quindi abbiamo

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la Chiesa Gallicana (1) che è quella porzione di Chiesa Cattolica Romana che trovasi nella G allia, ossia nella Francia. — Chiamasi pure Chiesa Greca quella parte di Chiesa Cattolica che tro ­ vasi nella Grecia, oppure nei suoi riti usa la lingua greca; Arm ena, quella che nell’A rm enia, e così dicasi di al­

tre dom inazioni, le quali indicano so­

lam ente una porzione della Chiesa Cat­

tolica parim enti retta e governata dal Sommo Pontefice. Che se una chiesa prendesse un nome particolare per di­

stinguersi e separarsi dalla Chiesa Ro­

m ana, tal chiesa allora cesserebbe di

(1) P e r C hiesa G allicana talo ra s ’in te n d e q u ella piccola p o rz io n e di cattolici f r a n c e s i, i quali av ev an o sto rte opin io n i in to rn o a certi d iritti e p re ro g a tiv e del Papa, specialm e n te in to rn o a lla sua in fallib ilità , e pro fessav an o certi p rin ­ cipii poco c o n sen tan ei co lla fe d e e discip lin a cattolica. Q uesta C hiesa oggidì, m ed ia n te la c u ra di Pio IX e degli zelan ti e do tti vescovi f r a n c e s i, si può d ire rid o tta a piccolissim o n u m e r o , e quasi del tu tto scom parsa. L ' alto clero sp ecialm en te è tu tto del P apa e tie n e che egli anche da solo è in fallib ile e su p e rio re ai concilii.

(29)

appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo, e si farebbe scism atica od eretica.

5. Sede Apostolica. — Santa Sede. — Sebbene per Chiesa Romana s’intenda la stessa Chiesa Cattolica sparsa per tutto il m ondo, e avente per capo vi­

sibile il Papa, tuttavia spesse volte con questo titolo s’ intende solam ente la Chiesa particolare di R o m a , quella porzione cioè di Chiesa Cattolica che ha per suo vescovo il Papa. Questa Chiesa anche solo come Chiesa p a rti­

colare fu sem pre considerata la prim a Chiesa del m ondo, la m adre di tutte le altre. Considerata come Chiesa p a r­

ticolare essa viene più com unem ente appellata Sede Apostolica, Santa Sede.

Dicesi in prim o luogo Sede, quasi luogo ove siede, ove sta il capo della Chiesa, ed esercita la sua piena auto­

rità. Sede, quasi sedia, o cattedra, in ­ dica appunto il posto più em inente che in u n ’adunanza occupa colui che insegna o vi presiede. Così la Sacra S crittura per esprim ere che il nostro Signor Gesù Cristo occupa il prim o posto in C ielo , d’onde com anda a

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tutto l’ universo, dice che Egli siede alla destra di Dio Onnipotente. — Questo nome di Sede si prende ancora p er significare l’autorità di cui è rive­

stito taluno sopra tutti gli altri, op­

pure la persona stessa nella quale r i­

siede questa autorità.

Siccome poi in tutta la Chiesa tante sono le sedi quanti sono i vescovi, che nelle rispettive diocesi esercitano la loro particolare autorità, cosi per e- sprim ere la Sede principale, la m adre, e la m aestra di tutte le altre, invalse l’uso di chiam are la Sede di Roma, la Sede Apostolica.

Non senza ragione la Sede di Roma è chiam ata Sede Apostolica. Essa viene appellata con questo nome perchè in essa esercitò la sua autorità s. Pietro principe degli apostoli; perchè egli la santificò coi suoi sudori, e col sangue suo. Si può anche dire che giustam ente s’intitoli Apostolica, perchè è l’unica delle sedi fondate dagli apostoli, che abbia perdurato fino ad ora. Tutte le altre ebbero fine a cagione delle ere­

sie che sorsero nel loro seno a dila-

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niarle, e devastarle. La sola Sede di Roma, la Sede dell’apostolo Pietro si m antenne incorrotta nel corso di tanti secoli. Essa sola non conobbe mai e- resia, puro ed immacolato si m antenne sempre lo splendore di sua fede. Venne meno la sede di A ntiochia, ma Roma stette; cadde la sede di Alessandria, m a Roma rim ase invitta. Anche la nuova Roma, C ostantinopoli, b ru tta­

mente soggiacque all’erro re; m a la Sede di s. Pietro sempre m ai ne trionfò. E dove sono le sedi stabilite da s. Gio­

vanni, dove le fondate da s. Giacomo, dove le erette da s. Paolo, dove? passa­

rono e non son più. Ma la Sede di Roma ad onta di ogni urto nemico da dician­

nove secoli sta immobile ed incro lla­

bile sfidando altre procelle. Con tutta ragione adunque essa a preferenza delle altre è chiam ata apostolica. — Antica­

m ente eranvi pure altre chiese, altre sedi chiam ate apostoliche, perchè state stabilite da qualche apostolo; ma la Chiesa, la Sede di Roma fu sempre chia­

m ata Apostolica per antonom asia, ossia per eccellenza. Le altre sedi perdet-

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tero in seguito questo titolo, ma lo si m antenne alla sede di s. Pietro, alla sede del papa. — Fin dai prim i secoli si dava il titolo di apostolica alla sede di Roma a preferenza delle altre. Così il papa s. Innocenzo I nel 402 nella celebre sua lettera a s. Vittricio ve­

scovo di R o u e n , stabilì che le cause maggiori all’Apostolica Sede si rechino dopo il vescovile giudizio. Come si scorge ivi il santo Pontefice chiam a la Sede di Roma, Sede Apostolica, e le altre appella solam ente vescovile giudizio. — Tutti i santi padri danno alla Sede di Roma i più bei titoli. San Cipriano la chiam a cattedra di s. Pietro, centro della verità e u nità cattolica, capo, m adre, maestra di tutte le chiese (1). S. Ireneo la chiam a Sede alla quale per la m ag­

gior prem inenza è necessario che ogni chiesa si unisca, cioè tu tti i fedeli in qua­

lunque parte della terra si trovino (2).

— Gli stessi eretici quando erano condannati e scom unicati dai vescovi

(1) Epist. 45.

(2) A dversus H a ere s. cap. III.

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si appellavano alla Sede di Roma; da lei volevano essere ascoltati, a lei r i ­ correvano p er essere assolti. Così fra gli altri fece l’eretico Marcione; così Ursaccio e Valente capi del partito ariano, ed infiniti altri. — Nelle con­

troversie ognuno si atteneva alle de­

cisioni della Sede di Roma. I medesimi concilii, le decisioni, le delibera­

zioni prese dai vescovi insiem e ra d u ­ n ati si consideravano non aver forza senza l’approvazione della Sede aposto­

lica. A questo proposito abbiam o una bella testim onianza di s. Agostino, il quale parlando di due concilii, uno di C artagine, l’altro di Milevi, celebrati l’anno 416 contro l’eresia di Pelagio, dice: Per questa causa due concilii sono già stati m a nda ti alla sede apostolica, e già ne venne l ’approvazione, Roma parlò: la causa è fin ita : voglia il Cielo che si finisca pur anche l’errore (1).

6. Santa Sede. — La Sede aposto­

lica è detta pur anche San ta Sede. Le

(1) S erm . 2, su lle p a ro le d e ll’Ap. cap. X.

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si dà questo titolo perchè per mezzo di Lei si diffonde la santità a tutte le altre sedi, a tutte le altre chiese p ar­

ticolari, che sono con Lei unite. Santa Sede e Sede Apostolica indicano ad u n ­ que la m edesim a c o s a , cioè quella Chiesa p articolare che ha p er vescovo il Papa, che risiede a Roma.

Osservazione. — Giova fare qui un a osservazione. La città di Roma è stata p rep arata dalla divina provvidenza per essere la Sede irrem ovibile del suc­

cessor di Pietro. Tuttavia è bene di sapere che nel caso che il Papa si do­

vesse allontanare da cotesta c ittà , la Sede apostolica pur non cesserebbe di esistere, e colà si trasporterebbe dove è il Papa, perchè ubi Papa ibi Roma, e come dice s. Ambrogio, d o v 'è Pietro, ossia il P apa, là vi è la Chiesa. È nel P apa solam ente che risiede ogni au ­ to rità ; è solo il Papa che dà il p ri­

vilegio alla Sede di Roma di essere la p rim a Sede del mondo, la Sede apo­

stolica; perciò allorquando il P apa di­

morava in Avignone, in Avignone tro- vavasi la Sede apostolica; quando Pio IX

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esulava in Gaeta, in Gaeta era la Sede apostolica. Se il Papa andasse nell’A­

m erica, nell’America parim enti avreb- besi la Sede apostolica. Il Papa si chia­

m erebbe però sem pre vescovo di Roma, ancorché Roma venisse distrutta dalle fondam enta, e ciò per conservar chiara e distinta la linea di successione dei Sommi Pontefici.

CAPO III.

Scism a. — E resia.— Chiesa Anglicana.

— Luterana. — Calvinista. — R ifo r­

m ata o Protestante. — Evangelica.

— Greca Scismatica. — Russa Or­

todossa.

1. Scism a. — Colui che ricusasse di sottom ettersi alla Sede apostolica, non volesse ubb idire al P a p a , farebbe Scism a, e scismatico si chiam erebbe, Scism a è parola greca e significa dis- tacco, separazione, rottura. Si dice di qualsiasi divisione, scissura, discordia che avvenga anche in una diocesi fra i

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fedeli e i loro superiori ecclesiastici;

m a specialm ente si prende la parola scisma per indicare quell’azione per mezzo della quale uno si separa volonta­

riamente dalla unità della Chiesa Cat­

tolica, p iù non prestando ubbidienza ai legittim i pastori e specialmente a l Papa.

Nei p rim i tem pi della Chiesa, cioè l ’anno 254, avvenne lo scisma di No- vaziano, così detto dal suo autore che era un ecclesiastico di Roma. Indispet­

tito perchè alla m orte di s. Fabiano non avevano eletto lui alla dignità p a­

pale, si fe’ creare vescovo, si cercò degli aderenti, e con essi si distaccò dalla com unione di Cornelio, che era stato eletto a vero successore di s. P ie­

tro. — È p u r noto lo scisma dei Do­

natisti nell’Africa, sorto p er causa di un certo Donato sul principio del quarto secolo (311). Contro di questi fra gli altri com battè vittoriosam ente s. Ago­

stino. — Nel secolo nono per opera di Fozio P atriarc a di Costantinopoli successe lo scisma dei Greci che tu t­

to ra sussiste; ed oggidì avvi p ure lo scisma della Chiesa Russa, la quale in ­

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vece del Papa riconosce per suo capo l’im peratore delle Russie. —

I scism atici anche solo perchè non sono più uniti alla Chiesa cattolica, e non sono soggetti all’autorità del Papa, si trovano fuori della strada della sa­

lute. S. Paolo raccom anda ai cristiani di Corinto di non fom entar scismi e contese, e li rim provera perchè talu n i andavano dicendo: noi parteggiamo per Paolo: a ltri: noi per Apollo (1). — Con­

tro dei fautori di divisioni si scaglia a- crem ente s. Pietro nella sua seconda lettera, nella quale li chiam a falsi p ro ­ feti, dottori di menzogna, che si formano un partito colle loro bestemmie e prom et­

tendo libertà sono essi schiavi di cor­

ruzione (2). In questa lettera il santo apostolo non poteva m eglio dipingere gli scism atici, i quali pretendono, come essi dicono, di riform ar la Chiesa. — S. Giovanni favellando di loro li chiam a anticristi (3). Tutti i santi Padri d ip in ­ gono gli scism atici coi più n eri colori.

(1) 1a C orint. I, 10.

(2) Cap. 2.

(3) l a Ep., II, 18.

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S. Cipriano arriva a dire che uno s c i­

sm atico desse ben anco la vita per la fede p u r non si salverebbe: Occidi talis potest, coronari non potest. Questo santo padre fa ancora vedere quanto sia grande il peccato di scisma dal tre ­ mendo castigo che Iddio diede ai tre prim i scism atici C o re, D atan ed Abiron, i quali nel deserto si ribellarono all’au ­ to rità di Mosè. La terra, dice egli, si aperse in profondo seno, e li assorbì v i­

ve n ti: Terra in profundum sinum p a ­ tu it: stantes atque viventes recedentis soli, hiatus absorbuit.

2. Eresia. — Quando allo scism a, ossia alla separazione dalla Sede apo­

stolica si aggiunge qualche erro re con­

trario alla fede, allora ha luogo l’ere­

sia. Eresia è parola greca che in origine indicava scelta, partito, setta o buona o cattiva che fosse; m a al presente la p a­

ro la eresia si prende p er significare un errore volonlario e pertinace contro qual­

che verità di fede. — Si chiam a eresiarca l’autore di u n ’eresia, o capo di setta eretica; ed eretico colui che segue una opinione contraria alla credenza della

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Chiesa Cattolica. Sotto il nome di ere­

tici si com prendono non solo quelli che inventarono un erro re, o che lo abbracciarono per p ro p ria elezione; ma quelli ancora che ebbero la disgrazia di nascere nell’eresia, ed esserne im ­ bevuti senza saperlo. Costoro però sono in uno stato meno deplorabile, im peroc­

ché se essi sono ferm am ente persuasi di trovarsi nella vera re lig io n e , se intanto osservano la legge di Dio, e i loro doveri, possono ancora salvarsi.

Non così è da dirsi di colui, il quale si trova volontariam ente nell’eresia.

S. Fulgenzio afferma: che le buone opere, il m a rtir io stesso, nulla giova per la salute a colui, che trovasi fuori dell’u ­ nità della Chiesa Cattolica finché sia in lui la m alizia dell’eresia. — L’ uomo eretico e pertinace, secondo s. P aolo, non solo è un peccatore perverso e re ­ probo condannato, m a è un soggetto pericolosissim o, e quindi l’Apostolo ci im pone di fuggirlo: Haereticum hom i­

nem post unam et secundam correptio­

nem devita (1). L’evangelista s. Gio-

(1) Ep. ad T it., I I I , 10.

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vanni sebbene fosse l ' Apostolo della carità e della benignità, tuttavia tra t­

tandosi dell’eretico vuole che nemmeno lo si sa lu ti: ne ave ci dixeritis (1). Lo stesso dicono i santi padri. S. Policarpo, che fa discepolo di s. Giovanni, e ve­

scovo di Sm irne, trovandosi un giorno a Roma s’incontrò coll’eretico Mar­

cione. Costui fattosi avanti disse al san to : Non m i conosci? — S ì, che ti conosco, rispose Policarpo: tu sei il p r i­

mogenito di Satanasso, e tosto da lui si allontanò.

Nella Chiesa sorsero sem pre degli eretici, e delle eresie. Vivevano ancora gli Apostoli e già ve ne erano. Contro di esse parecchi Apostoli diressero le loro parole, i loro scritti, e per confu­

tare i prim i eretici l’Apostolo Giovanni scrisse il suo V angelo, ultim o degli scritti apostolici. Iddio, il quale sa r i ­ cavare il bene dal m ale, ha permesso che di quando in quando sorgessero delle eresie contro la sua Chiesa, p e r­

chè questa avesse campo a spiegare

(1) 2 a Ep., vers. 10.

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tu tta quella sublime autorità che Egli le aveva lasciato come a Madre, a Ma­

estra di tutti gli uom ini. La Chiesa e- sposta a tante tribolazioni, esposta ai feroci assalti di tanti eretici senza mai errare nella sua dottrina, nei suoi in ­ segnam enti, fece vedere sem pre meglio che è assistita dallo Spirito Santo, pro­

tetta e sostenuta da una forza onnipo­

tente, da Gesù Cristo istesso. È pur necessario, diceva s. Paolo a quei di Corinto, che vi siano delle eresie, af­

finchè si conoscano fra voi quelli che sono di buon conto (1). — Siccome le p e r­

secuzioni, riflette T ertulliano, servi­

rono a d istin g u e re i cristiani veram ente affezionati alla loro religione, così per mezzo delle eresie si viene a cono­

scere chi sia debole, chi forte nella fede.

Le principali eresie dei giorni nostri formano altrettante chiese particolari.

Quindi avvi la Chiesa A nglicana, la Luterana, la C alvinistica, la P ro te­

stante o R iform ata, la Greca Scismatica,

(1) 1a C o rin t. XI, 19.

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la Russa Ortodossa. Daremo alcuni cenni di ciascheduna (1).

3. Chiesa Anglicana. — La Chiesa A nglicana è così detta dal luogo in cui è diffusa, cioè n ell’Ingh ilterra, la quale dagli Angli suoi antichi abitatori fu pure chiam ata Anglia.

Ebbe origine nell’anno 1533 all’in ­ circa per opera di Enrico VIII re d’ In ­ ghilterra. Costui dopo aver con d ottrina ed eloquenza com battuto l’ eresiarca Martin Lutero, ed essersi dal papa Leone X m eritato il bel titolo di di- fensor della Chiesa m iseram ente abban­

donatosi al vizio della disonestà volle contrarre nuovo m atrim onio m entre ancor viveva la prim a moglie. Ma il papa Clemente VII che allor governava la Chiesa non volle per nulla accon­

sentire alle scandalose dimande del prin cip e. Enrico sdegnato per questo rifiuto si distaccò dal Papa, si ribellò alla sua au to rità, e colle promesse e

(1) N ulla diciam o d ella piccola C hiesa Val­

d ese, p erch è p e r l’ u n io n e fatta coi C alvinisti essa può c o n sid e ra rsi com e p a rte d e lla C hiesa C a lv in istica.

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colle m inacce, colla prigione e colla m orte, costrinse m olti de’ suoi sudditi a fare il m edesim o, e a riconoscere lui per capo della Chiesa inglese. Molti dei coraggiosi cattolici che non vollero approvare la sua apostasia furono tru ­ cidati. Fece uccidere tre arcivescovi, diciotto vescovi, tredici a b b a ti, cin­

quecento sacerdoti e m onaci, sessanta canonici, e m olti altri fino al num ero di settantadue mila. Soppresse i con­

venti ed i m onasteri p e r im padronirsi dei loro b e n i; diede il saccheggio alle chiese ed ai vescovadi. In questo modo avvenne quella desolante separazione che dura ancora oggidì, la quale rese scism atica e poi eretica quell’isola, che pel fervore de’ suoi abitanti nella religione di Gesù Cristo, e pel suo attaccam ento alla Sede Apostolica fu già con ragione chiam ata isola di S a n ti.

Il re dopo essersi sfogato nei vizi più abbom inevoli, e lavato le m ani nel sangue di tanti innocenti, fu colto dalle più grandi sventure, e l ' anno 1547 in età di 56 anni, lacerato dai più atroci

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rim orsi m orì in preda alla dispera­

zione.

Gli Anglicani oltre il non ricono­

scere la suprem a autorità della Chiesa Cattolica, dopo aver fatto lega coi Lu­

tera n i e coi Calvinisti, professano an ­ cora m olti erro ri contrarii alla fede.

Notiamo qui con piacere che da qual­

che tem po in qua un grande movi­

m ento si m anifesta n ell’In ghilterra in favore della Chiesa Cattolica. Nella sola città di Londra vi sono più di due­

cento m ila cattolici col loro arcive­

scovo, che è m onsignor M an n in g , convertitosi egli pure al Cattolicismo l’anno 1851. Il regnante Pio IX riuscì già a stabilire la G erarchia ecclesia­

stica in tutto quel regno e si stanno preparando leggi m olto favorevoli al cattolicism o.

4. La Chiesa Luterana. — La Chiesa ovvero setta L uterana è la congrega­

zione di tu tti coloro che seguono le false dottrine di Martin Lutero. Questo frate apostata della Germ ania com inciò a spargere i suoi e rro ri l’ anno 1517 declam ando contro le sante in d u i-

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genze. Ammonito dal Sommo P onte­

fice a desistere dalla diabolica im presa non volle u b b id ire , che anzi uscì in im properi contro al Capo della Chie­

sa. Venne perciò scom unicato dal papa Leone X l ' anno 1520. Allora egli si ribellò apertam ente alla C h iesa, chiam ò il Papa u n a n tic ris to , e gli mandò a sua volta la scom unica, fa­

cendo così vedere a quali eccessi e r i ­ dicolaggini possa arriv are uno spirito orgoglioso e ribelle alla Sede Aposto­

lica. Si pose allora a p erco rre re le città spargendo i suoi e r r o r i , e coi suoi discepoli al p ari di lui perversi riuscì a m ettere in iscom piglio m olte p a rti della Germ ania. Non tardò a farsi m olti seguaci specialm ente col persuadere che non erano necessarie le buone opere per salvarsi, non bisogno di di­

giuni, nè di altra penitenza; per tutto bastar la fede.

Si n a rra che in una notte se re n a , m irando Lutero il cielo stellato, disse a C atterina sua infelice consorte: Mo­

glie m ia, quelle bellezze non sono più

(46)

per noi. Morì nel 1546 per una indi- gestione e ubbriachezza.

Lutero avendo proclam ato che o- gnuno era libero d’in terp re tare la Sacra S crittura a suo talento senza doversi assoggettare all’autorità della Chiesa, i suoi seguaci non tardarono a dividersi in più p a rtiti. Chi in te r­

pretava e credeva in un modo, chi in un altro al tutto co n tra rio , e quindi senza badare più che tanto al loro m aestro abbracciarono e rro ri da lui non professati, e altri ne abbandona­

rono da lui sostenuti. Al presente i L uterani sono divisi in più di cento sette le une co n trarie alle altre. Essi tuttavia sono d’accordo in certi punti, specialm ente n ell’avversione al Papa e alla Chiesa Cattolica. T ra i molti erro ri essi professano i seguenti: am ­ mettono due soli Sacram enti, il Bat­

tesimo e l’E u ca ristia ; rigettano il Sa­

crifizio della Messa siccome inutile pei vivi e pei m orti (1). A questi giorni

(1) L utero istesso ra cc o n ta che u n g io rn o gli c o m p arv e il D iavolo, il q u ale f r a le a ltre cose

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una buona p arte di L uterani sono r a ­ zionalisti, cioè non am m ettono in re ­ ligione se non quello che si può ca­

p ire colla ragione, negando perciò i divini m isteri e la divina rivelazione.

Si può dire che fra i Luterani quante sono le teste altrettante sono le diverse opinioni, per la ragione che a ciascuno è fatta facoltà d’ in terp re tare la Santa S crittura come gli pare e piace, di togliere e di aggiungere, di credere e non credere ciò che gli aggrada. E quindi egregiam ente fu detto che, se Lutero sorgesse oggidì dalla tom ba, più non riconoscerebbe i suoi s e g u a c i, tanto è diversa dalla sua la d ottrina che essi professano oggidì . — I Lu­

terani sono sparsi nella Prussia, nella D anim arca, nella Svezia, nella Sasso­

nia, e in altri piccoli stati della Ger­

m ania, dove la religione luterana è riconosciuta come religione dello stato, e le altre solo tollerate. Sono più o meno soggetti ai principi secolari a n ­

gli p e rsu as e di ab o lire la sant a Messa. Che bu o n consigliere si e ra p re so !

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che nelle cose spirituali. Così essi, che si sottrassero dall’autorità ed u b b i­

dienza del Capo stabilito da Gesù Cri­

sto, caddero sotto il potere e l’ u b b i­

dienza di un capo civile, che li governa a suo arb itrio anche nelle cose di re ­ ligione.

5. Chiesa Calvinistica. — La Chiesa o setta calvinistica è quella che segue gli e rro ri di Calvino. Questo eresiarca nacque in F rancia e fu contem poraneo di Lutero. Egli cominciò a spargere la sua diabolica dottrin a circa l ' anno 1536. Il suo campo fu specialm ente la Svizzera. Egli raccolse molti erro ri dagli eretici anterio ri e non pochi dal medesimo Lutero, vestendoli di nuova forma e spacciandoli per suoi. Dopo aver detto che ognuno è libero nel- l’ in terp re tare la S crittura a suo gusto, dopo aver negato l ' autorità alla Chiesa C atto lic a, e furiosam ente declamato contro i santi Concilii di L e i , egli fattosi riconoscere capo della Chiesa di Ginevra contraddisse a se stesso; ra ­ dunò concilii, formò un concistoro a cui conferì l ’ au to rità di fulm inare

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scom uniche e sim ili. Aveva tacciata la Chiesa Romana di crudele contro gli eretici, e poi egli senza tanto scrupolo mandava alla m orte quelli che si op­

ponevano ai suoi m adornali erro ri.

F ra gli altri fece ardere un certo Mi­

chele Serveto a lento fuoco con orrib ile squisitezza di crudeltà. Nei soli anni 1558 e 1559 fece eseguire quattrocento e quattordici sentenze di m orte contro di quelli che non sentivano come lui in fatto di religione, o che gli si opponevano. Fu quindi con ragione chiam ato bevitore di sangue da uno dei suoi m edesim i seguaci.

Dopo aver messo a fiamme e sangue molte città colla sua religione rivolu­

zionaria, egli m orì disperato in Gine­

vra l 'anno 1564 di una m alattia o r­

ribile e vergognosa: funesta e tragica fine attestata da un suo discepolo che lo vide spirare. (Vedi il P. Perrone, Regola di Fede) (1).

(1) V. S everin o , o a v ve n tu r e di u n g io va n e a lp ig ia n o . — L ett. Catt., an. 16, Fasc. 1.

(50)

I C alvinisti sono essi pure divisi in più sètte che professano erro ri gli uni agli altri contrarii. I principali sono quelli stessi dei Luterani.

6. Chiesa R iformata — Protestante

Evangelica. — Sotto il nome di Chiesa riform ata protestante s’intendono le tre accennate eresie, cioè l’anglicana, la luterana e la calvinistica, con tutte le sètte che ne pullularono. — Dicesi chiesa riform ata, perchè gli autori di quest’eresie nel separarsi dalla Chiesa Cattolica presero per pretesto di voler riformare, ossia correggere la religione, estirparne gli erro ri, toglierne gli a- busi e gli scandali. Il solo dire che la Chiesa aveva errato nella sua dot­

trin a, e aver quindi bisogno di riform a, era fare u n ’ingiuria a Gesù Cristo m e­

desimo, quasi che Egli non avesse m an­

tenuta la prom essa di assistere la sua Chiesa fino alla fine del m o n d o , ma di averla lasciata cadere nell’erro re.

Ma i riform atori non badarono a tanto, e andarono avanti da orbi rinnovando ogni cosa a loro talento. Essi chiam a­

rono poi Riform a il capriccioso cam ­

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b iam en to che fecero in to rn o alla fede, e alla disciplina della Chiesa Cattolica.

A buon diritto perciò dai Cattolici essi furono chiam ati pretesi r i f o r m a ti. P r e ­ tesero bensì di rifo rm are, m a n o n a- vendo p er ciò nè m issione, nè a u to rità da Dio, ro v in a ro n o ogni cosa, non solo la fede, m a la m orale, i costumi. — La così d etta chiesa rifo rm a ta p o rta altresì il nom e di p r o te s ta n te , n o m e che fu dato in p rim a ai soli lu te ra n i, ma che in seguito fu addottato dalle altre sètte. P resero essi il nom e di p r o t e s t a n t i d a u n a protesta che l ’a n n o 1528 fe­

cero alcuni lo ro capi contro certi d e ­ creti dell’im p e ra to re Carlo V e m a n a ti a fine d ’im p e d ire n ella G erm ania la diffusione dei loro e r r o r i . Quindi R i ­ fo rm a o P ro te s ta n te s i m o indicano og­

gidì la m edesim a cosa, cioè la d o ttrin a dei suddetti eretici, e delle loro i n n u ­ m erevoli sètte.

Tutte le diverse sètte p ro te sta n ti, seb ­ b ene discordi in fatto di o p inioni e di d ottrina, si sono, specialm ente in q u e ­ sti ultimi tem pi, di molto avvicinate ed u n ite , collo scopo di sostenere il va­

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cillante loro edificio, che m inaccia r o ­ vina da tutte p arti. Il progresso che va facendo il cattolicismo, il quale o- gni anno ru b a alle loro file i p iù alti ingegni, spaventa talm ente i lu te ra n i e in ispecie i calvinisti, che i loro capi p en saro n o di u n ir e in u n a sola le loro due chiese, state p e r tanto tem po n e ­ m iche fra di loro. La r iu n io n e di q u e ­ ste due sètte a ssunse la d e n o m in azio n e di chiesa evangelica c ristia n a . Ma l ’e­

sp e rie n z a ci fa vedere che i capi delle due chiese con q u esta fusione si sono da p e r se stessi data la zappa sui piedi, perch è co n g iu n g en d o insieme dottrin e fra loro c o n tra rie devesi n ecessaria­

m en te p r o d u r r e scioglimento e d is tru ­ zione. E difatto o ra p iù che m a i si può con ra g io n e r ip e te re ciò che affer­

m ava Haller ancor pro testan te quan d o osservava: n o n vi è più u n a com une credenza, diceva egli; o g n u n o si forma u n a relig io n e a sua posta, e n o n ne riconosce p iù v eru n a. Ognuno spiega la Bibbia secondo i capricci suoi p r o ­ p r ii, o p iù n o n vi crede. I nostri stessi ministri sono divisi fra lo ro, e perciò

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n o n sanno nè ciò che si c red an o , n è ciò che deb b an o in se g n a re agli altri.

L’uno com batte alla sera ciò che l ’al­

tro ha affermato al m attin o (1). Ecco che cosa è la chiesa rifo rm a ta , ossia l ’eresia protestante. Veniamo o ra alla Chiesa Greca S c is m a tic a .

7. Chiesa Greca S c ism a tic a . — La Chiesa Cattolica, dall’ im pero ro m a n o diviso in greco e latino, assunse p u re il nom e di g reca e latina. La Chiesa g reca fu detta quella sparsa n e ll’im ­ pero g r e c o , nel quale g e n e ra lm e n te parlavasi il linguaggio greco, ed aveva pe r sua capitale la città di Costantino­

poli. La Chiesa latin a fu detta quella diffusa nell’ im pero l a t i n o , nel quale parlavasi la la tin a favella, ed aveva p e r capitale R o m a , poscia anche Milano.

Queste due chiese nei p rim i secoli e r a ­ no un ite nella m edesim a fede, e a m b e ­ due rig u ard av an o il P ap a p er loro capo su prem o. Ma sì bella u n io n e v enne a

(1) C a rlo L u ig i H a lle r , c e le b r e e d o tto p r o ­ t e s ta n te d i B e rn a n e lla S v i z z e r a , d o p o m o lti s tu d ii e s e rie r i f l e s s i o n i , s i c o n v e r tiv a a lla C h ie s a C a tto lic a il 17 o tto b re 1820.

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ro m p e rs i d isg raziatam en te. La Chiesa g re c a p e r am bizione di alcuni suoi p a ­ s to r i, specialm ente dei p a tria rc h i di Costantinopoli, i quali volevano essere eguagliati al P ap a, si separò dalla Chiesa la tin a e p e rc iò dalla Sede Apostolica, facendo scisma. Questo scisma funesto avvenne specialm ente p e r o p e ra di un certo Fozio l ’anno 866. —

Il greco im p e ra to re Michele III c h ia ­ m ato il b e v ito r e , u o m o ab b a n d o n a to ai vizi, n o n potendo soffrire le a m m o ­ nizioni d ’Ignazio p a tr ia r c a di Costan­

tinopoli, cacciò dalla su a sede ed esiliò questo virtuoso p r e l a t o , n o m in a n d o Fozio a s u a vece. Costui era laico, e in sei g io rn i lo si fece ascendere p er tutti i g ra d i fino a quello di vescovo e di p a tria rc a . Intanto Ignazio in g iu sta­

m e n te cacciato dalla sede rico rse al P a p a s. Nicolò I, il quale ne sostenne le r a g io n i e scom unicò Fozio in u n con­

cilio te n u to in Roma l’anno 862. R i­

solvette Fozio di n o n cedere al Papa, ed osò m a n d a r e la scom unica al P o n ­ tefice stesso. Assunse q u in d i il fastoso titolo di p a t r i a r c a u n iv e rs a le , e così

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diede p rin c ip io al deplorabile scisma della Chiesa g reca con irre p a ra b ile rovina d’infinite anim e.

Questa chiesa cadde p u re n ell’e re ­ sia. Fin dal tempo di Fozio e p rim a ancora molti greci n o n credevano che lo Spirito Santo procede anche dal F i­

gliuolo, e sostenevano che procede solo dal P ad re. In alcu n i altri e r r o r i erano p u r caduti p iù p e r far dispetto alla chiesa la tin a che p e r convinzione.

R im proveravano la Chiesa n o s tra p e r­

chè nella S an ta Messa consacrava in p a n e azimo, e dicevano invalida q u e ­ sta consacrazione, dovendosi fare s e ­ condo essi in pane ferm entato. Dice­

vano pure invalido il battesim o dato p e r infusione come si usa nella Chiesa latina, e asserivano che p e r la validità di esso dovevasi dare p e r im m ersio n e, col tuffare cioè tutta la p e rso n a n e l ­ l’acqua, come praticava la chiesa greca.

C ondannavano le seconde e le terze nozze.

I papi ed in seguito anche alcuni im ­ p e ra to ri greci cercarono p iù volte di r i ­ stabilire la ro tta u n io n e , m a pressoché

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in u tilm e n te , p e rc h è se a taluno r iu sciva l ’intento aveva però sem pre poca d u ­ r a t a . Dopo alcu n i secoli in cui si e- ra n o fatti diversi ma vani tentativi di r i ­ u n io n e , l’an n o 1439 il P apa Eugenio IV e l ’im p e ra to re greco Giovanni Paleo- logo v ennero in pensiero e si acco r­

d a ro n o di te n ta re u n a nu o v a prova p er ric o n d u r r e alla Chiesa latina la chiesa greca. A questo fine fu pubblicato un concilio g e n erale da te n e rsi in F e r r a r a , trasferito poscia a F iren ze a cagione della peste. A questo concilio interveni­

vano i vescovi latini e greci. Il Papa vi assisteva in persona. Dopo vivi dibatti­

m enti furono accordate le controversie sia per le rag io n i addotte dai vescovi latin i, sia an c h e p er l’a u to rità d i s. Ber­

n a r d in o da Siena. Questo santo erasi p u r e recato al concilio, e sebbene n o n sapesse la lin g u a g r e c a , tuttavia per m iracolo di Dio messosi a p a rla re greco fece un sì eloquente discorso che s b a ­ lo rd ì tutti i vescovi greci, i quali tu tti dovettero p ieg are in nanzi alla verità e a lei sottom ettersi. Convennero pertanto che lo Spirito Santo pro ced e dal Padre e

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dal Figliuolo; rico n o b b ero che il P ap a p e r div ina istituzione è successore di s. P ietro e Capo S uprem o di tutta la Chiesa; a m m isero p u re che e r a valida la consacrazione fatta in pane azimo, e così di altri p u n ti. F u q u in d i fatto il decreto di u nione sottoscritto dal P apa, dai Cardinali, dai Vescovi greci e latini. Un solo vescovo greco ricusò di sottoscrivere, e questi fu Marco di Efeso, uom o altero e ostinato.

Tutto faceva sp erare u n felice avve­

n i r e ; ma vane lusinghe. Marco di E- feso r ie n tra to in Costantinopoli si pose colle male arti e m enzogne ad eccitare il popolo a tu m u lto . Disse che i ve­

scovi greci nel concilio e ra n o stati corrotti dall’oro, e che p e r questa sola cagione avevano a d erito ai latini, e si eran o sottomessi al Papa. In questo m odo egli riuscì ad in a s p rire cotanto il popolo, che poco m a n c ò che tutti gli altri vescovi n o n venissero lapidati.

Molti di essi p e r tim o re si r itr a tta r o n o , e più n o n si volle a p p ro v a re quella fede e quella unione. Così p e r causa di un solo an d a ro n o a vuoto le tante

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