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FEBBRAIO/MARZO 2016

N

ella realtà produt- tiva del nord Ita- lia, dove le bovi- ne da reddito so- no allevate prevalentemente in regime stallino, le struttu- re d’allevamento sono uno de- gli elementi fondamentali per la buona riuscita economica dell’impresa agro-zootecnica.

Dal punto di vista dell’animale la stalla dovrebbe garantire un ambiente d’allevamento otti- male in tutti i periodi dell’an- no, per permettere la manife- stazione piena delle potenzia- lità produttive dei capi allevati.

Di fatto, il benessere della vac- ca da latte (cow comfort) di- pende da due principali aspet- ti: le strutture d’allevamento e il management (conduzione, ndr) aziendale. Esiste quindi una stretta relazione fra que-

sti due fattori, nel senso che il management può inluen- zare negativamente il benes- sere delle bovine in modo di- retto, cioè con comportamenti non adeguati nei confronti de- gli animali, ma anche in modo indiretto, attraverso l’utilizzo non appropriato delle struttu- re d’allevamento e la creazione di un ambiente non idoneo.

Ad esempio l’allevatore che non pone attenzione alle esi- genze di ventilazione dei bo- vini, anche in presenza di una struttura potenzialmente ade- guata, può creare condizioni di vita diicili per gli animali.

Questi concetti, chiariti or- mai da anni, sono stati re- centemente riassunti da Ber- the (2012): «Il sistema d’alle- vamento è uno dei più impor- tanti fattori che determinano

le problematiche sanitarie e di benessere delle vacche da lat- te, in parte attraverso struttu- re, attrezzature e impianti (in pratica la stalla, nda), in parte attraverso management e trat- tamento degli animali». “Agri- coltura” in un precedente arti- colo (n. 59, ottobre 2014) ha afrontato alcuni degli aspet- ti essenziali per il benessere dei bovini da latte; qui approfon- diamo alcuni aspetti relativi alla ventilazione naturale e al caldo estivo.

Come calcolare

la portata di una stalla

La ventilazione naturale di una stalla dovrebbe essere sempre calcolata preventivamente, in fase di progettazione. Per le strutture esistenti è possibile

I sistemi di ventilazione

per il comfort delle vacche

PAOLO ROSSI, Crpa spa, Reggio Emilia

Grande ventilatore orizzontale tipo

“elicottero”

Crpa

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SPECIALE BOVINE DA LATTE

fare la veriica delle portate di ventilazione allo scopo di dei- nire eventuali interventi di ri- strutturazione. Nel settore bo- vino da latte è suiciente dei- nire le portate minima e mas- sima di progetto, cioè i valori da considerare rispettivamen- te per l’inverno e per l’estate.

Il calcolo deve fare riferimento al massimo carico animale pre-

sente in stalla, alle condizioni microclimatiche interne ade- guate ai bovini e alle condizio- ni climatiche dell’area geogra- ica considerata.

Le stalle possono ospitare di- verse categorie bovine, come vacche da latte e manze da ri- monta; in questi casi è uti- le calcolare il carico animale mediante l’unità standard hpu

(heat producing unit), che rap- presenta l’insieme di animali con potenza di 1.000 W di ca- lore totale alla temperatura di 20°C (vedi tabella a pag. 53).

Nel graico a pag. 52 è inve- ce illustrato l’andamento della portata di ventilazione al varia- re della temperatura dell’am- biente d’allevamento, per una vacca in lattazione di 700 kg di massa corporea; la curva, cal- colata con riferimento a speci- iche condizioni climatiche di aree di pianura emiliane, può dare un’indicazione utile per la stima della ventilazione del- le stalle padane.

L’importanza

delle fessure di colmo

Nel dimensionamento delle aperture di ventilazione è mol- to importante la fessura con- tinua di colmo nei tetti a due falde, posto che le stalle libe- re devono avere le aperture più ampie possibili sui due la- ti lunghi. I procedimenti ana- litici di calcolo dell’apertura di

PORTATA DI VENTILAZIONE INDICATIVA PER VACCA DA LATTE CON MASSA CORPOREA DI 700 KG, PRODUZIONE DI LATTE DI 32 KG/GIORNO E GRAVIDANZA DI 70 GIORNI

Diferenti allestimenti della fessura di colmo:

A con deflettori;

B cupolino;

C cupolino con deflettori;

D 1 e D 2 cupolino ad apertura variabile

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colmo sono vari e complessi, perché le variabili sono nume- rose, ma è possibile fornire in- dicazioni di massima suicien- temente aidabili calcolan- do tre centimetri di larghezza della fessura per ogni metro di larghezza della stalla e una su- pericie di apertura di 0,26 m2/ hpu.Esistono poi diverse soluzioni per realizzare la fessura di col- mo, la più semplice delle quali è l’apertura protetta da delet- tori. La soluzione che si con- siglia è quella indicata con la lettera C nella igura a ian- co che prevede un cupolino, preferibilmente con copertura traslucida, dotato di delettori antivento. Tale soluzione evi- ta l’ingresso nella stalla, dall’al- to, di pioggia e aria fredda, so- prattutto nelle giornate ven- tose e in caso di violenti tem- porali. Inoltre, la presenza dei delettori migliora la ventila- zione per efetto camino, per- ché crea una certa depressione a livello delle aperture di usci- ta dell’aria. È però fondamen- tale che il cupolino sia corret- tamente dimensionato, in rap- porto alla larghezza della fessu- ra di colmo. In alternativa, è possibile prevedere un’apertu- ra a copertura mobile, con co- mando manuale o automatico.

Il caldo estivo:

un grave problema

Le condizioni climatiche esti- ve, caratterizzate da alte tem- perature, causano gravi perdite economiche negli allevamenti bovini da latte a causa del peg- gioramento delle prestazioni produttive e riproduttive delle bovine. Le conseguenze prin- cipali sono riduzione del be- nessere animale, calo della fer- tilità (con aumento dell’inter- parto), aumento della mortali- tà embrionale e delle diicoltà

al parto. Inoltre si può veriica- re una recrudescenza delle ma- lattie, mastiti comprese, un ca- lo consistente della produzio- ne di latte e un peggioramento della sua qualità e, inine, un aumento della quota di rimon- ta annua.

Le vacche sottoposte a stress termico estivo modiicano il loro normale comportamen- to e l’entità di tali modiiche è uno degli indici del livello di disagio raggiunto. Secondo Ansell (1981) i comportamen- ti che si possono evidenziare nella mandria sono di diver- so tipo. In primo luogo, in or- dine crescente di gravità, il ri- iuto della posizione di decubi- to, nel tentativo di aumentare la supericie del corpo esposta all’aria, con conseguente au- mento del tempo trascorso in piedi; l’accalcamento degli ani- mali in aree limitate della stal- la, comportamento contrario a quanto ci si potrebbe aspettare, ma che in taluni casi può esse- re interpretato come un tenta- tivo di difesa dalle mosche; la tendenza a bagnarsi il corpo e la testa con acqua (e non con la saliva). Aumenta anche il ritmo respiratorio, con passag- gio alla cosiddetta respirazione di “seconda fase”, riconoscibi- le dai profondi movimenti dei ianchi.Inine sale la tempera- tura rettale in modo persisten- te oltre i 41°C e la respirazione è fatta a bocca aperta, con te- sta tesa in avanti, lingua fuori e abbondante salivazione.

L’uso dei ventilatori contro le alte temperature

I sistemi attivi per limitare i danni causati dal caldo estivo prevedono innanzitutto l’im- piego della ventilazione forza- ta di soccorso. Il termine soc- corso fa intendere che questa ventilazione non sostituisce, ma integra, quella naturale, talvolta modiicandola nell’an- damento dei lussi d’aria. Gli impianti tradizionali, che per primi si sono difusi nelle stal- le, utilizzano ventilatori elicoi- dali ad asse di rotazione oriz- zontale, con diametri dell’eli- ca variabili da 0,6 a 1,5 metri, installati in linea sulla corsia di alimentazione e in zona di ri- poso, per creare il cosiddetto

“canale di vento”.

Sistemi più recenti di rafre- scamento fanno uso di gran- di ventilatori elicoidali ad as- se di rotazione verticale e pa- le orizzontali, i cosiddetti

“elicotteri”(vedi foto a pag.

51), con diametro da 3 a 8 metri, appesi alle strutture portanti dell’ediicio e in gra- do di creare un notevole lusso d’aria dall’alto al basso (“ca- scata di vento”). Questi venti- latori sono utilizzati nelle aree di stabulazione degli anima- li, ma anche nella zona di at- tesa alla mungitura, area par- ticolarmente “stressante” per le bovine nel periodo caldo, a causa dell’elevata concentra- zione di animali in spazi ri- stretti.

CARICO ANIMALE ESPRESSO CON L’UNITÀ STANDARD HEAT PRODUCING UNIT (HPU)

Categoria bovina Hpu

Vitello di 80 kg 0,20

Vitello di 170 kg 0,30

Manzetta di 240 kg 0,45

Manza di 350 kg 0,58

Manza gravida di 460 kg 0,74

Vacca asciutta di 680 kg, g = 250 d 1,00

Vacca in lattazione di 640 kg, p = 26 kg/d, g = 70 d 1,29 Vacca in lattazione di 700 kg, p = 32 kg/d, g = 70 d 1,47

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