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LA RESPONSABILITA’ CIVILE DELL’ODONTOIATRA: ANNOTAZIONI GENERALI E MODELLO DI ATTO DI CITAZIONE

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TAGETE 1-2006 Anno XII

1 LA RESPONSABILITA’ CIVILE DELL’ODONTOIATRA: ANNOTAZIONI 

GENERALI E MODELLO DI ATTO DI CITAZIONE  Avv. Renato Ambrosio, Dott. Marco Bona, Dott.ssa Valeria Virzì     

         

        

1. PREMESSA   

La  responsabilità  civile  dell’odontoiatra  si  inserisce  in  tutta  evidenza  nell’ambito  più  ampio  della  responsabilità  da  attività  medico  –  sanitarie1:  pertanto,  nelle  controversie  che  hanno per oggetto il danno alla persona prodotto nel contesto  delle prestazioni odontoiatriche non si potrà certo prescindere  casistica giurisprudenziale in materia medica. 

Un dato generale che qui si può mettere in luce, proprio  facendo  riferimento  alle  linee  guida  tracciate  con  riferimento  alla  medical  malpractice,  è  che  le  azioni  risarcitorie  in  questo  particolare  ambito  si  reggono  essenzialmente  su  schemi  di  responsabilità  contrattuale.  Ciò  sia  nel  caso  di  odontoiatra  libero  professionista  e  sia,  in  base  al  più  recente  orientamento  della  giurisprudenza2,  nel  caso  l’odontoiatra  sia  inquadrato in una struttura ospedaliera. 

Altro dato che va tenuto presente a livello generale è che anche l’odontoiatra deve  attenersi  scrupolosamente  all’obbligo,  preliminare  all’esecuzione  della  prestazione,  di  informazione.  

     

2. STANDARD DI CONDOTTA DELL’ODONTOIATRA    

Nello  specifico  ambito  in  esame  le  differenti  problematiche  derivano  da  diversi  fattori: dal continuo progresso scientifico, diagnostico e terapeutico, che genera maggiori  pretese di successo dell’intervento da parte del paziente; dal tipo di obbligazione (di mezzi  o di risultati) prevista nel trattamento; dalle finalità estetiche che spesso si accompagnano  a  quelle  terapeutiche;  dalla  confusione  relativa  ai  limiti  e  alle  competenze  indotte  dalla  presenza di differenti operatori sanitari in odontoiatria (il medico chirurgo, lo specialista in 

 Avvocato ‐ Torino ‐ 

 Dottorato di Ricerca Università di Trento 

 Studio Legale Ambrosio & Comodo ‐ Torino ‐ 

1  Sul  tema  cfr.  da  ultimo MONATERI, BONA,  CASTELNUOVO,  Responsabilità  da  attività  medico‐sanitaria,  in  MONATERI, BONA, OLIVA, PECCENINI, TULLINI, Il danno alla persona, 2000, Tomo I, 395 ss. 

2 Cass., 22.1.1999, n. 589, in Contr., 1999, 999; in Danno e resp., 1999, 294 

Avv. Renato Ambrosio 

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2 odontostomatologia,  il  laureato  in  odontoiatria  e  protesi  dentaria,  l’assistente  dentale,  l’igienista dentale..…). 

Il  compito  dell'odontoiatra  è  quello  di  ripristinare  lo  stato  di  salute  del  cavo  orale,  migliorando  contemporaneamente  la  situazione  psico‐fisica  del  paziente.  Qualora  il  trattamento odontoiatrico non dovesse produrre 

l'esito  previsto  e  determinasse  una  modificazione peggiorativa dello stato anteriore,  o  un  indebolimento  d'organo  o  la  morte  il  sanitario  potrà  incorrere  in  sanzioni  civili.  Se  il  danno  è  dovuto  a  caso  fortuito,  indipendentemente  dalla  condotta  del  sanitario  questi  non  potrà  essere  perseguibile;  quando  invece  sia  dimostrata  la  sua  condotta  colposa,  sussiste  la  responsabilità  professionale. 

L'eventuale  errore  in  cui  l'odontoiatra  può 

incorrere,  per  azione  od  omissione,  in  fase  diagnostica  e/o  terapeutica,  deve  essere  descritto sia da un punto di vista quantitativo (grado), sia da un punto di vista qualitativo  (imperizia, imprudenza, negligenza). La nozione di colpa si mutua dall'art. 43 c.p. secondo  cui  il  reato  è  colposo  quando  l'evento,  anche  se  preveduto,  non  è  voluto  dall'agente  e  si  verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi,  regolamenti, ordini o discipline. 

L'orientamento costante della giurisprudenza afferma che "sussiste responsabilità per  colpa professionale per imperizia e imprudenza a carico del dentista qualora abbia intrapreso  un  lavoro  impegnativo  e  rischioso  pur  sapendo,  o  dovendo  sapere,  di  non  disporre  di  adeguata  preparazione  scientifica  e  capacità  tecnica"3;  inoltre,  "sussiste  la  colpa  grave  dell'odontoiatra il quale, in presenza di problemi tecnici di speciale difficoltà, abbia praticato  un  intervento  chirurgico  in  sito  diverso  da  quello  su  cui  si  sarebbe  dovuto  svolgere  e  senza  tenere conto di un preesistente stato di invalidità del paziente"4

Ciò  premesso,  occorre  ora  soffermarsi  sulla  natura  dell’obbligazione  dell’odontoiatra. Come sopra osservato il medico, in via generale, non può promettere la  guarigione, ma solo di eseguire con diligenza e perizia il suo operato, impegnandosi così in  una  obbligazione  di  mezzi.  Nel  campo  odontoiatrico  tale  regola  risulta  normalmente  seguita,  ma  con  una  evidente  deroga:  infatti,  si  ritiene  che  si  instauri  un'obbligazione  di  risultati,  qualora  il  paziente  si  rivolga  al  dentista  per  ottenere  un  risultato  in  termini  prettamente estetici, e cioè per migliorare una parte anatomica (ad esempio la dentatura). 

In questo caso il concetto di «miglioramento dell'aspetto fisico» rende più gravoso il dovere  di informare il paziente dei rischi e dei benefici dell'operazione. La Cassazione5 ha ritenuto  che:  "Il  professionista  ha  il  dovere  di  informare  anche  sulle  eventuali  ragioni  che  possono  rendere inutile la sua prestazione in relazione al risultato. In particolare per il chirurgo estetico  detto dovere, comprende, oltre la prospettazione dei possibili rischi del trattamento suggerito, 

3 Trib. Verona, 15.11.1989, in Giur. di Merito, 1991,751 

4 Cass., 2.7.1991., n.7262, in Foro It., 1992 I, 803 

5 Cass., 8.8.1985, n.4394

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3 anche  la  effettiva  conseguibilità  o  meno  del  miglioramento  estetico  desiderato  dal  cliente  in  relazione alle esigenze della sua vita professionale e di relazione". 

Anche  per  gli  interventi  protesici  incombe  sul  medico  l'obbligazione  di  risultato. 

Giustificano  questo  tipo  di  obbligazione  sia  l'assenza  di  uno  stato  di  urgenza  clinica  che  permette un intervento di elezione accuratamente controllabile sia  il consenso informato  come  cardine  del  contratto  di  cura  sia  infine  il  risultato  estetico.  Qualora  il  sanitario  dovesse  prefigurare  al  paziente  un  determinato  risultato  incomberà  l'obbligo  di  quel  risultato che lui stesso ha propagandato con il contratto di cura, viceversa sul sanitario, che  avrà esposto i rischi insiti nella terapia, incomberà solo un obbligazione di mezzi.  

La  distinzione  tra  obbligo  di  mezzi  e  di  risultati  ha  tuttavia  un’importanza  limitata. 

Infatti,  il  sanitario,  nell'un  caso  come  nell'altro,  per  essere  esente  da  responsabilità  deve  dimostrare  quanto  segue:  1)  di  aver  portato  a  termine  l'obbligazione  secondo  i  patti  contratti  e  quindi  il  risultato  prefigurato  nel  contratto;  2)  che  l'inadempimento  è  stato  determinato  dall'impossibilità  della  prestazione  per  causa  a  lui  non  imputabile  (art.  1218  c.c.); 3) che la prestazione implicava la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà  (art.2236 c.c.).     

Il tema della protesi odontoiatrica si connota di proprie responsabilità in particolare  sulla natura del negozio giuridico e della conseguente obbligazione che il dentista contrae  con  il  paziente.  La  poca  giurisprudenza6  su  tale  argomento  ravvisa  la  sussistenza  di  una  duplice  obbligazione  e  di  mezzi  e  di  risultato.  L'obbligazione  di  risultato  concerne  sicuramente le caratteristiche merceologiche e strutturali del manufatto protesico, poiché  la  protesi  deve  essere  correttamente  progettata  e  costruita  con  tecniche  e  materiali  secondo  le  indicazioni  e  le  direttive  vigenti  al  momento  della  sua  esecuzione.  Infatti, 

"l'odontoiatra  incaricato  della  predisposizione  ed  applicazione  di  protesi  viola  gravemente  i  doveri  inerenti  alla  propria  attività  professionale  ‐  ed  è  pertanto  tenuto  a  risarcire  il  danno  biologico e patrimoniale cagionato al paziente nel caso di errata progettazione della protesi, di  prematura  protesizzazione  definitiva  e  di  omessa  annotazione  sulla  cartella  clinica  dei  dati  relativi allo stato parodontale del paziente (...). L'odontoiatra incaricato della predisposizione  ed applicazione di una protesi contrae un'obbligazione di risultato, con la conseguenza che il  rischio del lavoro non grava sul paziente"7. Bisogna sottolineare che per quanto riguarda la  protesi  non  è  possibile,  però,  far  gravare  sull'odontoiatra  una  obbligazione  di  risultato  automatica    in  quanto  è  un  atto  terapeutico  che  coinvolge  reazioni  psico‐organiche  imprevedibili  (complicazioni  impreviste,  rifiuto  psicologico  della  protesi,  alterazioni  anatomiche...). 

Nel  caso,  invece,  di  protesi  a  preminente  scopo  funzionale  (l'intervento  mira  a  protesizzare  elementi  mancanti,  per  ripristinare  la  funzione  masticatoria)  vi  è  in  capo  al  dentista un'obbligazione di mezzi. 

 

6 Trib. Orvieto, 29.5.1998, in Rass. Giur. Umbra, 1999, 706; Pret. Modena, 9.7.1993 in Riv. It. Medicina Legale, 1994, 1111; Cass., 2.7.1991., n.7262, in Foro It., 1992 I, 803; Trib. Verona, 15.11.1989, in Giur. di Merito, 1991,751; Pret. Taranto, 18.2.1986, in Arch. Civ., 1986, 657; App. Roma, 27.11.1986, in Nuovo Dir., 1988, 437; Trib. Genova, 23.11.1966;

7 Pret. Modena, 9.7.1993 in Riv. It. Medicina Legale, 1994, 1111

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4 3. IL DANNO ALLA PERSONA NELLA RESPONSABILITA’ DELL’ODONTOIATRA: 

PARTICOLARITA’. 

 

Nelle ipotesi di negligenza medico‐odontoiatrica si deve distinguere essenzialmente  tra  due  casi:  1)  l’operato  dell’odontoiatra  peggiora  lo  stato  di  salute  del  paziente  in  via  permanente:  in  questo  caso  il  danno  alla  persona  che  la  vittima  subisce  assume  una  posizione  centrale  intorno  al  quale  possono  ruotare  altre  figure  di  danno;  2)  l’operato  dell’odontoiatra prolunga una situazione di disagio del paziente, senza tuttavia peggiorare  lo stato del cavo orale del medesimo: in questa ipotesi non si può parlare in senso tecnico di  danno  biologico  come  menomazione  dell’integrità  psicofisica,  se  non  sotto  il  profilo  dell’invalidità temporanea, che in taluni casi può dare ingresso anche al danno esistenziale  (si pensi, ad esempio, a quanto la vita di un soggetto e le attività che il medesimo esplica  possono venire a mutare negativamente in attesa di un ritorno alla normalità).  

Accanto  a  questi  profili  di  pregiudizio  si  rileva  poi  come  i  costi  dell’operazione  odontoiatrica  non  correttamente  eseguita  e  quelli  che  si  rendono  successivamente  necessari per riparare all’errore costituiscono figure di danno decisamente importanti. Per  quanto  riguarda  l’onorario  dell’odontoiatra  lo  stesso  andrà  restituito  o  integralmente  oppure  parzialmente,  qualora  una  parte  del  lavoro  odontoiatrico  sia  risultato  correttamente eseguito e la sua utilità non sia inficiata dall’errore. 

   

4. ESEMPIO PRATICO DI ATTO DI CITAZIONE    

TRIBUNALE DI PAPEROPOLI  ATTO DI CITAZIONE 

Paperina, nata a Paperopoli in data 13.02.1977, residente in Paperopoli, via Paperoga  n.40, rappresentata e difesa per delega a margine del presente atto tanto congiuntamente  quanto  disgiuntamente  dall’avv.  Azzeccagarbugli  e  dall’Avv.  Guastafeste  presso  il  cui  studio in Paperopoli, via Topolino n.10 elegge domicilio. 

PREMESSO 

Ed in caso di contestazione dedotto a prova per interpello e testi 

1. Vero  che  il  giorno  22.04.1997  Paperina,  lamentando  dolore  e  disagio  in  corrispondenza del terzo molare inferiore sinistro, si recava presso lo studio odontoiatrico  del Dott. Gastone, previo appuntamento; 

2. Vero  che  in  tale  occasione  venne  visitata  da  un  collaboratore  del  Dott. 

Gastone, Dott. Ciop, che consigliò l’immediata estrazione del dente in quanto lo stesso si  presentava occluso; 

3. Vero che l’intervento da effettuarsi era un’ordinaria estrazione dentaria; 

4. Vero che il Dott. Ciop iniziò l’intervento di estrazione; 

5. Vero  che  il  medico  praticò  alla  paziente  tre  iniezioni  di  anestetico  locale  e,  dopo aver inciso la gengiva, tentò di estrarre il dente; 

6. Vero  che  l’operatore,  non  riuscendo  ad  estrarre  il  dente,  propose  di  richiudere la ferita e di rinviare l’estrazione; 

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5 7. Vero che subito dopo il sanitario affermò di avere individuato una soluzione  e decise di riprendere l’operazione e di praticare un foro in corrispondenza delle radici del  dente interessato per effettuare l’estrazione facendo leva sul dente medesimo; 

8. Vero che l’operatore praticò il foro, ma durante la manovra la leva gli sfuggì  e  lo  strumento  andò  ad  impattare  nella  mucosa  palatina  perforandola  e  procurando  alla  paziente un forte dolore; 

9. Vero  che  l’estrazione  fu  portata  a  termine  dopo  circa  un’ora  e  quaranta  minuti dall’inizio dell’intervento; 

10. Vero che l’operatore, richiudendo la ferita chirurgica provocò con l’ago una  lacerazione della mucosa interna della guancia; 

11. Vero  che  dopo  due  giorni  dall’intervento  la  paziente  avvertiva  ancora  la  sensazione di anestesia a carico della emimandibola sinistra; 

12. Vero  che  la  sig.na  Paperina  telefonò  allo  studio  in  cui  era  stata  operata  riferendo il perdurare della sensazione anestesica e le venne risposto di non preoccuparsi; 

13. Vero  che  una  settimana  più  tardi  l’attrice,  come  concordato,  si  recò  nuovamente presso il medesimo studio professionale per la rimozione dei punti di sutura  ed al medesimo sanitario, che aveva eseguito l’intervento di estrazione, rinnovò la propria  perplessità e preoccupazione relativamente al perdurare della sensazione anestesica; 

14. Vero  che  il  Dott.  Ciop  si  limitò  a  tranquillizzare  la  paziente  senza  adottare  provvedimenti, senza prescrivere cure, né procedere a specifici controlli; 

15. Vero  che,  trascorsa  una  settimana,  non  riscontrando  alcun  miglioramento,  l’attrice chiese di avere un colloquio con il titolare dello studio Dott. Gastone e fu ricevuta  questa volta dal medesimo in data 03.05.1997; 

16. Vero che in suddetta occasione la signorina Paperina riferì il persistere della  sensazione  di  anestesia  a  carico  non  solo  della  emimandibola  sinistra  ma  anche  della  emilingua omolaterale; 

17. Vero  che  Paperina  riferì  al  dott.  Gastone  che  aveva  perso  la  sensibilità  gustativa  ed  inoltre  accusava  insensibilità  con  continue  involontarie  morsicature  della  mucosa della guancia; 

18. Vero  che  il  dott.  Gastone  si  limitò  a  prescrivere  una  ortopantomografia  di  controllo  e,  esaminatala,  tranquillizzò  la  paziente  assicurandole  un  normale  decorso  post  operatorio; 

19. Vero  che  il  dott.  Gastone  consigliò  all’attrice  di  farsi  controllare  dopo  un  mese, senza prescriverle alcun farmaco; 

20. Vero che nel mese di novembre 1997 la paziente si recò presso l’ospedale di  Cartoonia  dove  le  venne  diagnosticata  la  recisione  del  nervo  linguale  e  mandibolare  direttamente riferita all’intervento estrattivo; 

21. Vero  che  ad  oggi  persiste  l’anestesia  a  carico  della  emimandibola  sinistra,  l’assenza di sensibilità al calore, la perdita della sensibilità gustativa a carico della emilingua  sinistra,  l’ipomobilità  del  labbro  inferiore  sinistro,  continue  morsicature  della  guancia  e  difficoltà fonetiche; 

22. Vero che Paperina ad oggi per le cure e le spese mediche ha dovuto sborsare  la somma di € 1500 come da fatture prodotte in atti; 

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6 23. Vero che Paperina ha interamente pagati gli onorari richiesti dallo studio del  dott. Gastone come da fattura prodotta in atti; 

24. Vero che Paperina, al momento dell’intervento, era iscritta al terzo anno del  corso di flauto traverso presso il Conservatorio di Paperopoli; 

25. Vero  che  nei  due  anni  precedenti  Paperina  aveva  superato  gli  esami  dei  rispettivi corsi con pieno profitto; 

26. Vero  che  Paperina,  malgrado  la  giovane  età,  era  inserita  nell’organico  dell’orchestra  di  Paperopoli  in  pianta  stabile  e  percepiva  mensilmente  la  somma  di  900  euro; 

27. Vero  che  in  seguito  all’intervento  Paperina  ha  perso  integralmente  la  sensibilità del labbro e conseguentemente è impedita a suonare il flauto; 

28. Vero che Paperina ha cessato la frequentazione del conservatorio e ha perso  il posto che occupava nell’orchestra di Paperopoli; 

29. Vero che ad oggi Paperina risulta disoccupata; 

30. Vero  che  Paperina,  in  seguito  all’intervento,  incontra  notevoli  difficoltà  nel  relazionarsi  con  i  suoi  coetanei,  specialmente  dell’altro  sesso,  si  è  chiusa  in  sé,  rifiuta  le  normali uscite di gruppo ed ha modificato sostanzialmente la sua vita  sociale, culturale e  ludica; 

31. Vero  che  in  seguito  all’intervento  Paperina  ha  lasciato  il  ragazzo  con  cui  stava  insieme  da  5  anni,  affermando  di  sentirsi  inadeguata  per  rapporti  sentimentali  a  causa del suo stato di salute e condizione estetica; 

32. Vero che Paperina, a causa delle modificate condizioni di salute, estetiche e  di  aspettative  professionali,  è  depressa,  piange  quotidianamente  e  non  vede  per  lei  prospettive future di ritorno ad una vita normale, soffre di insonnia ed accusa stati di ansia  e che ha perso sostanzialmente la sicurezza nel suo futuro; 

33. Vero  che  in  conseguenza  dell’errore  medico  Paperina,  come  meglio  risulta  approfondito nella relazione medico legale del Dott. Pico De Paperis cui si rinvia, ha subito  un  danno  permanente  incidente  sulla  sua  validità  biologica,  comprensiva  della  componente estetica, valutato in via prognostica ed indicativa nella misura del 10% di I.P.,  oltre il danno psichico valutato in via prognostica dal Dott. Pippo nella misura dal 20‐30% di  I.P.; 

34. Vero che Paperina per l’intervento del 22.04.1997 ha corrisposto allo studio  del Dott. Gastone la somma di 1.000 euro (cfr. fattura Studio Gastone); 

35. Vero che ad oggi Paperina ha sostenuto spese mediche e di trattamento per  la somma complessiva di  2.000 euro. 

*** 

DIRITTO 

1. SULLA RESPONSABILITA’ 

Evidente appare la grave negligenza ed imperizia con cui hanno agito i Dottori Ciop e  Gastone.  In  particolare,  il  Dott.  Ciop,  nell’esecuzione  dell’intervento,  ha  dimostrato  una  palese  imperizia  in  fase  operatoria  dichiarando  espressamente  di  voler  rimandare  l’intervento, perforando la mucosa del palato della paziente in fase di estrazione del dente,  provocando  una  lacerazione  della  mucosa  interna  della  guancia  durante  la  sutura,  ma 

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7 soprattutto  recidendo  il  nervo  linguare  e  mandibolare  dell’attrice.  Evidente  risulta,  come  anche messo in luce nella relazione medico legale del Dott. De Paperis, altresì la negligenza  tanto sua quanto del dott. Gastone: in particolare, questi ultimi nella fase post operatoria si  limitarono  a  tranquillizzare  la  paziente  senza  prescrivere  alcun  controllo,  per  chiarire  la  causa  della  sintomatologia  lamentata  da  Paperina,  e  senza  adottare  adeguati  provvedimenti  terapeutici  per  eliminare  il  dolore.  Si  osservi  sul  punto  che,  un’adeguata  terapia immediata avrebbe potuto sortire sicuri effetti migliorativi tanto sotto il profilo di  vista  della  riduzione  del  dolore  e  della  limitazione  funzionale,  quanto  sotto  l’aspetto  estetico (Cfr. relazione dott. De Paperis). 

Ciò  premesso,  il  Dott.  Gastone  è  tenuto  al  risarcimento  dei  danni  tutti  subiti  da  Paperina sia sulla base della responsabilità contrattuale ex art. 1218 c.c. (responsabilità per  inadempimento),  art.  2236  c.c.  (contratto  d’opera  professionale)  ed  ex  art.  1228  c.c. 

(responsabilità per fatto degli ausiliari), sia sulla base della responsabilità extracontrattuale  ex  art.  2043  c.c.  (responsabilità  per  fatto  illecito)  ed  ex  art.  2049  c.c.  (responsabilità  dei  padroni, dei committenti e dei precettori). 

2. DANNI RISARCIBILI 

2.a.) Danno biologico (fisico ed estetico) 

Come si è già posto in luce, il danno biologico è valutabile nella misura del 10% di I.P. 

(sul  punto  si  rinvia  per  ogni  ulteriore  approfondimento  alla  relazione  medico  legale  del  Dott. De Paperis). 

Venendo  ora  alla  quantificazione  di  tale  danno  si  rinvia  in  questa  sede  ai  parametri  individuati  dal  Tribunale  di  Paperopoli  nel  maggio  2001,  essendo  questa  la  tabella  cui  è  necessario fare riferimento per una uniformità di base delle liquidazioni perlomeno a livello  di circondario della Corte d’Appello. Per le invalidità tra il 6 e 10% di I.P. la tabella prevede  come  valore  a  punto  la  somma  da  1.110,38  euro  a  1.755,95  euro.  Ovviamente  trattasi  di  parametri base del tutto indicativi e, come posto in luce dallo stesso Tribunale, comunque  soggetti a correzioni in via equitativa, anche nella misura del 50%. Punto di partenza per la  quantificazione del danno da I.P. subito da Paperina è dunque la somma di 1.755,95 euro a  punto.  Un  aumento  in  via  equitativa  della  somma  base,  nel  caso  di  specie,  risulta  decisamente  fondato,  tenuto  conto,  ai  fini  dell’imprescindibile  «personalizzazione  del  danno»,  dei  seguenti  profili:  1)  il  grave  danno  alla  vita  di  relazione  e  il  danno  estetico  subiti  (ragazza  in  giovanissima  età,  nubile,  presenza  di  grave  anestetismo  e  di  grave  inestetismo);  2)  il  grave  danno  alla  capacità  lavorativa  generica  (voce  ricompressa  per  unanime  giurisprudenza  nel  danno  biologico);  3)  l’impossibilità  di  continuare  a  svolgere  attività musicali a livello professionale, ed in particolare di continuare a suonare il flauto, al  quale aveva dedicato tre anni della sua vita al conservatorio; 4) la riduzione delle capacità  gustative e quindi la minore godibilità del cibo e dei piaceri della tavola in generale.   

Si suggerisce pertanto la somma base a punto di 3.000,00 euro. 

2.b) Danno morale da reato subito (lesioni personali) 

Nel  caso  di  specie  il  danno  morale  è  sicuramente  risarcibile:  infatti,  è  ravvisabile  la  fattispecie  del  reato  di  lesioni  personali,  cosicché  è  sicuramente  soddisfatto  il  requisito  posto dall’art. 2059 c.c. 

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8 Ciò  premesso,  il  danno  morale  viene  solitamente  calcolato  dalle  corti  nella  misura  compresa  tra  ¼  e  ½  del  danno  biologico.  Nel  caso  di  specie,  si  ritiene  che  tale  criterio  presuntivo  debba  essere  superato  per  giungere  a  liquidare  il  danno  morale  in  misura  almeno pari a quanto liquidato a titolo di danno biologico, tenendo ben presenti gli enormi  disagi e sofferenze, che si connettono al danno biologico. 

2.c) Danno esistenziale 

Accanto alla lesione del bene salute ricorre altresì la lesione del bene della personalità  (art. 2 Cost.). In particolare va qui rilevato come la vittima ha modificato totalmente le sue  abitudini di vita i suoi punti di riferimento, in sostanza è un’altra persona. L’offesa subita al  proprio  senso  estetico,  al  proprio  modo  di  vedersi,  al  proprio  modo  di  esteriorizzarsi  si  ripeterà  ogni  mattina  davanti  allo  specchio  del  proprio  bagno  ed  altro.    Per  tale  voce  di  danno si indica in questa sede in via equitativa la somma di € 10.000,00. 

2.d) Danno psichico 

In  conseguenza  delle  gravi  alterazioni  estetiche  del  suo  viso  (sconvolgimento  della  bocca)  e  del  peggioramento  della  salute,  Paperina  ha  riportato  un  grave  danno  psichico,  meglio  descritto  nella  relazione  allegata  del  Dott.  Pippo.  Indubbia  è  sicuramente  la  sussistenza  del  nesso  di  causa:  non  solo  sotto  il  profilo  della  coincidenza  temporale  tra  lesioni  patite  ed  insorgenza  della  malattia  psichica,  ma  anche  sotto  il  profilo  della  compatibilità  tra  fattore  scatenante  (gravità  del  danno  estetico  e  perdita  delle  proprie  aspettative professionale, sentimentale, relazionale e sociale) e sindrome accusata. Infatti,  è  assolutamente  plausibile  che  una  ragazza  giovane  e  piacente  (vedi  fotografie  allegate  pre‐operazione  e  post  operazione)  abbia  a  subire  un  grave  pregiudizio  alla  sua  integrità  psichica  in  conseguenza  dello  stravolgimento  del  suo  aspetto.  Per  la  quantificazione  di  questa  voce  di  danno  si  rinvia  ai  parametri  della  sopra  citata  tabella  del  Tribunale  di  Paperopoli,  da  incrementare  in  via  equitativa  tenendo  in  considerazione  la  giovane  età  della vittima.  

2.e)    Danni  patrimoniali  anche  futuri  per  spese  mediche,  terapie  e  cure,  visite  medico legali 

Come da documenti prodotti in atti ad oggi Paperina ha speso 1500,00 euro per cure  mediche oltre 400,00 euro per relazioni medico legali svolte ante causam in relazione alle  spese  di  cura  future  queste  dovranno  necessariamente  essere  oggetto  di  consulenza  tecnica di ufficio, fermo restando che già entrambi i CTP attorei hanno individuato come la  vittima dovrà necessariamente incorrere in ulteriori costi. 

2.f)  Danno patrimoniale futuro da perdita della capacità lavorativa specifica e da  riduzione delle capacità concorrenziali sul mercato del lavoro 

Paperina, come è dato evincere dalle circostanze sopra dedotte, ha perso il posto che  occupava  nell’orchestra  di  Paperopoli  in  pianta  stabile,  venendo  così  a  perdere  mensilmente la somma di 900,00 euro.  

A  ciò  si  aggiunga  che  il  dott.  Pico  de  Paperis  in  relazione  all’incapacità  lavorativa  specifica  ha  rilevato  che  le  lesioni  subite  impediranno  alla  vittima  l’attività  professionale  flautistica; inoltre, il dott. Pippo ha messo in luce come la patologia psichica in atto potrà  ostacolare il reinserimento della vittima nel mondo del lavoro. 

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9 Infine va considerato che la vittima per sua scelta e per sue attitudini era avviata su di  una strada professionale ben precisa e non sostituibile.  

Tenuto  conto  di  tutti  questi  dati  è  indubbio  come  la  situazione  attuale  al  di  là  del  danno patrimoniale da lucro cessante già patito nel periodo intercorso dall’interruzione dal  lavoro ad oggi, inciderà pesantemente sulle prospettive di guadagno future della vittima. 

Ammesso  e  non  concesso  che  Paperina  potrà  un  giorno  ritornare  a  svolgere  un’attività  lavorativa è certo comunque che non avrà le stesse prospettive di guadagno che avrebbe  avuto  proseguendo  le  scelte  che  aveva  effettuato.  Siffatto  danno  futuro  non  può  che  essere quantificato in via equitativa che si indica qui al mero fine di ottemperare al disposto  di cui all’art. 163 c.p.c. nella somma di € 5000,00 per 40 anni (vita lavorativa prevedibile). 

2.g)  Rimborso costo intervento 

Trattandosi  di  responsabilità  contrattuale  del  professionista  ed  essendo  del  tutto  evidente l’inadempimento dello stesso, è dovuta a Paperina la integrale restituzione della  somma corrisposta per l’intervento ammontante a € 2000. 

2.h) Interesse e rivalutazione del danno 

Sulla  specifica  richiesta,  sempre  a  titolo  di  risarcimento,  della  rivalutazione  e  degli  interessi,  va  osservato  come  sia  ormai  costante  orientamento  del  Supremo  Collegio,  che 

“la  rivalutazione  della  somma  da  liquidare  a  titolo  di  risarcimento  del  danno  mira  a  ripristinare  la  situazione  patrimoniale  del  danneggiato  quale  era  prima  del  fatto  illecito,  mentre  gli  interessi  hanno  una  funzione  compensativa;  pertanto,  nei  crediti  di  valore,  gli  interessi decorrono non dalla data della liquidazione della somma rivalutata, ma dal giorno  in cui si è verificato l’evento dannoso” (Cass. Civ., Sez. II^, 27 marzo 1998, n.3241). 

 

*** 

Tutto ciò premesso, vista l’impossibilità di raggiungere una soluzione transattiva, la  Signorina Paperina come sopra rappresentata, difesa  e domiciliata 

CITA 

Il  Dott.  GASTONE,  residente  in  Paperopoli,  alla  Via  dei  Glicini  n°  22,  a  comparire  avanti  il  Tribunale  di  Paperopoli    il  giorno  5  maggio  2002  ore  di  rito,  sezione  e  giudice  designandi ex art.168 bis c.p.c., con la continuazione e con l’invito a comparire e costituirsi  venti  giorni  prima  dell’udienza,  con  l’espresso  avvertimento  che  la  costituzione  oltre  il  suddetto  termine  importa  la  decadenza  di  cui  all’art.167  c.p.c.  e  che  in  difetto  di  costituzione  la  causa  sarà  proseguita  in  sua  contumacia  per  ivi  sentire  accogliere  le  seguenti 

CONCLUSIONI 

Piaccia all’Ill.mo Giudice 

Respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione  Previa ammissione degli incombenti istruttori dedotti; 

Previa  CTU  medico  legale  tesa  all’accertamento  dell’errore  professionale  posto  in  essere dai Dottori Gastone e Ciop, sotto il duplice aspetto dell’imprudenza, negligenza ed  imperizia  e  dell’intempestività  nell’attuazione  di  idonee  terapie  di  cura  successive  all’intervento; nonché all’accertamento delle lesioni, fisiche e psichiche, subite dall’attrice 

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10 Paperina  e  dell’entità  delle  conseguenze,  ivi  inclusi  i  riflessi  sulle  attività  lavorative  ed  extralavorative anche in termini meramente potenziali, oltre l’incidenza estetica;  

1.Dichiarare  la  civile  responsabilità  dei  sanitari  per  i  fatti  sopra  descritti  e  conseguentmente dichiarare risolto il contratto intercorso tra le parti per inadempimento. 

2.  Conseguentemente  condannare  il  Dott.  Gastone  al  risarcimento  di  tutti  i  danni  biologico,  patrimoniali  e  non  patrimoniali,  ivi  compresi  il  danno  morale  ed  il  danno  esistenziale,  tutti  subiti  dall’attrice  Paperina  nella  misura  accertata  in  corso  di  causa,  nonché  al  rimborso  degli  onorari  ingiustamente  percepiti  ed  al  rimborso  delle  spese  sostenute  e  sostenendeper  il  ripristino  dell’errore  professionale  e  delle  cure  successive,  come risultanti in corso di causa, con la rivalutazione e gli interessi al soddisfo, al limite di  competenza del giudice adito. 

2.Condannare  inoltre  la  convenuta  alla  rifusione  di  tutte  le  spese,  onorari  e  competenze  di  giudizio,  oltre  10%  spese  generali,  con  sentenza  provvisoriamente  esecutiva ai sensi di legge. 

Con espressa riserva di  capitolare prove, produrre documenti,  indicare testi ed ogni  altra richiesta e diritto. 

Si produce 

1.Racc. A.R.18.07.95; 

2.Relazione di perizia medico legale dr. Pluto; 

3.Fattura 391/96 dr Pluto; 

Salvis iuribus. 

Paperopoli, 22 febbraio 2002. 

   

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